Dopo le feste natalizie, Trenitalia organizza un treno speciale per portarci alle terme.
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Il nuovo «Treno delle terme» è in partenza da Milano
# La proposta di Trenitalia per fine gennaio
Credits: viaggiafree.it Trenitalia
Due giorni dedicati al turismo termale e alla cultura ferroviaria nella stazione rinnovata di Abano, sede della Duegi Editrice. Questa è in sostanza la proposta di Trenitalia per fine gennaio.
La Fondazione FS, Treni Turistici Italiani e Duegi Editrice uniscono le forze per un evento speciale che celebra la prestigiosa tradizione termale di Abano Terme e il suo nuovo ruolo come centro di cultura ferroviaria. Per due giorni, la stazione ferroviaria di Abano, recentemente restaurata e trasformata nella sede di Duegi Editrice, ospiterà incontri, presentazioni e attività dedicate agli appassionati di treni, modellismo e turismo.
Un’occasione unica nella suggestiva cornice di uno spazio rinnovato, che unisce storia e innovazione.
# Abano Terme
silviaranocchia IG – Abano Terme
Situata nel cuore del Veneto e abbracciata dai suggestivi Colli Euganei, Abano Terme è il simbolo per eccellenza di relax e benessere. Famosa fin dall’epoca romana per le sue preziose acque termali, la città combina moderni centri benessere, un centro storico ricco di fascino e una posizione strategica vicino a gioielli artistici come Padova e la celebre Cappella degli Scrovegni.
Trovate tutti i dettagli e i link per le prenotazioni sul sito ufficiale di fondazionefs.
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Questa porta secondaria (con maniglione Anti Panico) di entrata / uscita sul retro della sala d'attesa, è ROTTA: così entra freddo da fuori
Sala attesa - Lampugnano 9/1/25 - Ph. Manuele Mariani
Nuovo fotoreportage sul luogo più vergognoso di Milano: il terminal bus di Lampugnano. Periodicamente realizziamo un fotoreportage (qui quello del 25 dicembre: Apocalisse Lampugnano: il fotoreportage da incubo). Ma nessuno interviene. Anzi, le cose stanno andando pure peggio. Pubblichiamo l’ultimo servizio realizzato da Manuele Mariani il 9 gennaio 2025. Che cosa deve succedere perchè l’amministrazione faccia qualcosa?
LampuSquallor: così Milano si presenta ai turisti (l’ultimo FotoReportage)
# Lampugnano, Terminal Bus: il FotoReportage di Manuele Mariani realizzato il 9 gennaio 2025
Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Sala attesa Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Sala attesa Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Sala attesa Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Sala attesa Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Tabellone con imbrattamenti e adesivi abusivi – Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Sala attesa – Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
Questa porta secondaria (con maniglione Anti Panico) di entrata / uscita sul retro della sala d’attesa, è ROTTA: così entra freddo da fuori
Sala attesa – Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani
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Arriva la conferma ufficiale. Anche il Quadrilatero della Moda di Milano vedrà l’introduzione di una Zona a Traffico Limitato (ZTL). Dopo anni di dibattiti, ritardi e confronti con il Ministero delle Infrastrutture, la misura è pronta per entrare in vigore, anche se inizialmente in via sperimentale. Scopriamo quali saranno le restrizioni e le vie coinvolte.
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Ufficiale, arriva la ZTL per una nuova vasta area del centro: strade, orari, regole ed eccezioni
# Da fine gennaio due mesi di sperimentazione senza “multe automatiche”
Lo ha confermato ufficialmente il sindaco Giuseppe Sala, delineando i dettagli del progetto durante una visita il 9 gennaio 2025 al Centro Sammartini, struttura dedicata all’assistenza delle persone in situazione di marginalità. A partire dalla fine di gennaio 2025, il Quadrilatero della Moda di Milano diventerà ZTL.
La fase iniziale durerà 60 giorni e sarà dedicata alla verifica del funzionamento tecnico e operativo del sistema di controllo. Durante questo periodo, le telecamere monitoreranno gli ingressi e le infrazioni, ma non saranno emesse multe automatiche. Tuttavia, ciò non significa che il divieto sarà sospeso: chi verrà colto in flagrante dalle pattuglie della Polizia Locale rischierà comunque una sanzione.
“Faremo un paio di mesi di sperimentazione,” ha dichiarato Sala. “Questo ci permetterà di spiegare ai cittadini come funziona la ZTL e di affrontare questioni delicate come il rapporto con i garage privati e i parcheggi.” La tecnologia gioca un ruolo cruciale: le telecamere rileveranno automaticamente i veicoli in ingresso e disattiveranno le sanzioni per quelli diretti verso autorimesse autorizzate.
# L’Area interessata, gli orari e il funzionamento: 24h, 7 su 7, senza “grace period” di 15 minuti
Fonte: Ansa
La nuova ZTL coprirà un’area delimitata dalle vie Manzoni, Senato, San Damiano, corso Monforte e via Cino del Duca, confinando con altre aree pedonali e zone a traffico limitato, come corso Europa e piazza San Babila. Sarà operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, senza la possibilità di usufruire di un “grace period” di 15 minuti, inizialmente richiesto per agevolare l’accesso ai parcheggi privati, ma bocciato dal Ministero delle Infrastrutture.
# Le deroghe: potranno circolare residenti, domiciliati e turisti
Ztl centro
Il divieto sarà totale per la maggior parte dei veicoli, ma sono previste importanti deroghe:Residenti e domiciliati muniti di permessi, proprietari di box auto o posti auto nella ZTL, ospiti di hotel, taxi, NCC e mezzi di car-valet potranno accedere senza sanzioni, previa registrazione delle targhe.
I mezzi di trasporto merci avranno fasce orarie dedicate per il carico e scarico: dalle 2 alle 8 del mattino e, per i prodotti alimentari deperibili, anche dalle 16 alle 18. Una deroga temporanea di un anno è stata concessa ai motorini.
# Da primavera ZTL definitiva: le reazioni del Montenapoleone District
Credits: Montenapoleone District
Nell’intenzione dell’amministrazione comunale, l’introduzione della ZTL nel Quadrilatero della Moda mira a migliorare la vivibilità dell’area, riducendo il traffico e l’inquinamento, e a preservare il carattere esclusivo della zona. Dopo i due mesi di sperimentazione, il Comune analizzerà i risultati e apporterà eventuali modifiche prima dell’entrata in vigore definitiva, prevista per la primavera 2025.
Non mancano le preoccupazioni tra i commercianti del Quadrilatero, un’area considerata tra le più esclusive al mondo grazie a via Montenapoleone. Guglielmo Miani, presidente del Montenapoleone District, ha espresso alcune perplessità, sottolineando l’importanza di garantire un accesso agevole ai clienti delle boutique e ai visitatori.
“Siamo aperti al dialogo, ma è fondamentale rivalutare il grace period e affrontare altre questioni aperte, come il valet parking e gli orari per il carico e scarico”, ha affermato Miani. Ha inoltre ribadito la necessità di soluzioni che bilancino l’attrattività del distretto con le nuove limitazioni.
# La best practice ce l’abbiamo in casa: Citylife, con tunnel e parcheggi sotterranei senza penalizzare chi arriva da fuori
Riflettendo sulla propria esperienza di milanesi, la zona del Quadrilatero della Moda, in particolare l’arcinota Via Montenapoleone, pre-ZTL era una zona super trafficata in cui a un pedone era difficile circolare? La risposta è individuale, ma è chiaro che se lo scopo della ZTL è presentato come migliorare la “camminabilità”, insieme all’inquinamento, allora questa è la domanda che ogni milanese deve porsi.
Inoltre, la zona del Centro, dal Quadrilatero della Moda, a San Babila, ai dintorni del Duomo, per conformazione urbana, è la zona di Milano con più parcheggi sotterranei o megasilos. Elogiamo a ragione ilmodello CityLife, pensando a quali zone di Milano riqualificare in questo senso, e poi, però, non prendiamo in considerazione il centro, dove da sempre, per conformazione, il parcheggio in superficie è molto ridotto. La ZTL è “semplice” da realizzare, basta “impostare” le telecamere, ma a lungo termine, per un centro vivibile per i pedoni e raggiungibile in auto, perché non pensare a dei tunnel sotterranei di accesso a questi megasilos già presenti, esattamente come a CityLife?
Ogni giorno entrano in città circa 600mila auto. In attesa che altre linee metropolitane vengano prolungate oltre i confini comunali e che vengano realizzati altri parcheggi di interscambio, si potrebbe agire agevolando l’abbandono delle auto segnalando alle uscite della tangenziale le infrastrutture esistenti. Questa l’idea proposta da Manuele Mariani.
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Cartelli stradali più intelligenti per vincere il traffico di Milano
# Ogni giorno 600mila auto entrano in città
Traffico
Area B non ha dato ancora i risultati sperati, le metropolitane non si spingono sufficientemente oltre i confini comunali, eccetto la M2, e il trasporto ferroviario si dimostra sempre problematico. Per tutti questi motivi le auto che entrano a Milano sono ancora tante: circa 600mila ogni giorno, contribuendo al congestionamento del traffico e all’inquinamento. In attesa che vengano realizzati altri parcheggi di interscambio ai capolinea delle metro e nuovi prolungamenti delle stesse, si potrebbe agire sull’esistente.
# Cartelli stradali più intelligenti: segnalare alle uscite di autostrade e di tangenziali anche i parcheggi di interscambio e le stazioni della metropolitana
Ipotesi di indicazione di Parcheggi e stazioni metropolitane su cartelli stradali
Manuele Mariani propone di partire con una soluzione rapida ed economica: segnalare la disponibilità di parcheggi di interscambio e stazioni metropolitane sui cartelli di uscita da autostrade e tangenziali.
Manuele Mariani - Cartello uscita Fiera Milano sulla Milano Laghi
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Manuele Mariani - Cartello uscita Fiera Milano sulla Milano Laghi
Maps - Uscita Cormano
Vediamo alcuni punti dove occorrerebbe intervenire.
Percorrendo la Milano Laghi si possono notare i cartelli dell’uscita Milano Fiera senza alcuna indicazione aggiuntiva a riguardo: perché non segnalare il capolinea della M1 e il parcheggio di interscambio? Questo rappresenta il punto più importante per il grande carico di traffico in entrata a Milano (flussi che arrivano dal Sempione, da Malpensa, dl varesotto, dal Lago Maggiore, dal Lago di Como e dal Canton Ticino) e soprattutto perché alla Fiera si trova il parcheggio più grande d’Italia.
Sul cartello dell’uscita Certosa (sul tratto urbano della A4) si dovrebbero segnalare la fermata Lampugnano M1con parcheggio di interscambio, da indicare anche lungo il cavalcavia del Ghisallo dove attualmente, a fianco della P indicante parcheggio viene mostrato il simbolo dei tram ma non quello della metro)
Sempre sul tratto urbano della A4 all’altezza di Cormano potrebbero essere apposte le icone di parcheggio e di capolinea nord della M3, Comasina, e anche la velostazione.
Identica cosa sarebbe utile anche in Tangenziale Est allo svincolo di Linate, per segnalare i parcheggi multipiano e la stazione capolinea della M4, lo stesso per chi arriva dalla BreBeMi
Anche nel tratto urbano della A7 all’uscita di Assago Milanofiori si potrebbero segnalare l’omonimo capolinea sud della M2 e i parcheggi del Forum, che in gran parte risultano inutilizzati quando non ci sono gli eventi.
# Dove i cartelli già sono intelligenti
Maps – Tratto Urbano A7 cartello Famagosta
Vediamo alcuni esempi già esistenti. A Milano proprio sul tratto urbano della A7, provenendo da sud qualche chilometri più avanti dello svincolo per Assago, sul cartello dell’uscita per Famagosta è segnata la presenza sia del parcheggio multipiano che della fermata metropolitana della linea verde. Curioso che invece di Assago venga segnalata Famagosta come se fosse ancora il capolinea.
Un altro esempio è l’indicazione per Cascina Gobba con l’indicazione per il parcheggio e la metro M2.
Maps – A4 uscita Brescia Centro
Spostandoci in un’altra realtà, sull’autostrada A4 prima dello svincolo per BresciaCentro è segnato sui cartelli sia il parcheggio che la linea metropolitana che serve la città.
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In corso Buenos Aires 25 c’è un edificio di fine Ottocento che spicca tra tutti grazie ai suoi colori appariscenti. Per alcuni si tratta di “un pugno in un occhio” in competizione con i capolavori del kitsch mondiale. È un caso di ristrutturazione in cui l’originale è meglio del nuovo?
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Il «palazzo canarino» di corso Buenos Aires
# Era una casa operaia ottocentesca piuttosto anonima con un solo aspetto particolare
L’edificio, il cui progetto fu presentato il 10 giugno 1864, risale alla fine dell’Ottocento e fu commissionato da Angelo Sesone. Prima dell’intervento che lo ha visto protagonista nel 2015, il palazzo aveva linee semplici, balconcini con ringhiera di ferro, finestre con una cornice dal disegno basico e persiane marroncine. E il colore della sua facciata era quanto di più normale ci si potesse aspettare: il beige era completamente armonizzato con gli edifici circostanti.
Insomma, un modesto caseggiato ottocentesco, una casa operaia come tante altre. Anzi, la sua unica particolarità risiedeva nell’eccezionale lunghezza della facciata: circa 57 metri.
# La metamorfosi: da palazzo anonimo a protagonista del quartiere
Fin da quando sono state tolte le impalcature, è emerso un palazzo completamente diverso rispetto al precedente. Ora, per i suoi colori sgargianti e per gli enormi elementi architettonici e decorativi, è impossibile non notarlo.
La facciata è stata riverniciata con un appariscente “giallo canarino” che illumina tutto il corso, le persiane sono diventate verdi e, per suddividere la facciata, sono state create delle lesene arancioni.
E non è finita qui: è stato aggiunto un piano che è visibile solo grazie a delle decorazioni quadrate e tonde, anche in questo caso arancioni. Ma ciò che è più evidente sono i balconi, moltiplicati rispetto a prima e resi pesanti sia dal cemento armato utilizzato per la loro fabbricazione sia dalla loro esagerata sproporzione rispetto alle finestrelle.
# Un intervento esagerato o un tocco di colore per corso Buenos Aires?
Credits: www.arcipelagomilano.org
L’idea alla base era sicuramente quella di creare qualcosa di più vivo e allegro, un tentativo di “nobilitare” una casa operaia ottocentesca con elementi nuovi. A molti piace questo tocco di colore che rende più vivo il quartiere, anche se per alcuni il risultato finale compete con i “più blasonati capolavori del kitsch mondiale”: dagli alberghi di Las Vegas agli outlet italiani.
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Milano è una città per ricchi? Una domanda che circola sempre più spesso: ma cosa ne pensano i milanesi? Le interviste e i risultati di un sondaggio.
Il nuovo video di Milano Città Stato: interviste di Sabrina Falanga e Silvia Arosio. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi. In coda al video le risposte alla domanda “Che cosa ami di Milano?”
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Credit themindicircle-andreyvasiliskov - Condominio più grande del mondo
Il complesso residenziale da record è stato pensato per consentire una buona vita sociale agli inquilini, con spazi per la convivialità, mettendo anche a diposizione tutti i servizi principali. Paradiso o incubo?
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Il «condominio più grande del mondo»: ospita 18.000 persone
# Alto 25 piani, 3.708 appartamenti, 35 ingressi
Credit themindicircle-andreyvasiliskov – Condominio più grande del mondo dal basso
Il complesso residenziale, soprannominato “Cheloveinik” (che significa “umano”) conta 25 piani, 35 ingressi e ben 3.708 appartamenti, prevalentemente con due camere da letto. In media ci sono da quattro a sei appartamenti su ogni piano e ogni sezione contiene quattro ascensori veloci. Terminato nel 2015, al suo interno ci vivono 18.000 persone e la sua imponenza colpisce chiunque lo veda dalla strada.
Credit themindicircle-andreyvasiliskov – Condominio più grande del mondo
Pensato per consentire agli inquilini di vivere una buona vita sociale, ci sono dei balconi pubblici dove le persone si possono incontrare e fare quattro chiacchiere, questo condominio mette a disposizione tutti i servizi per la comunità senza necessità di spostarsi. L’intero primo piano è in locazione a imprese, con negozi di alimentari, barbieri, bar, centri sportivi e molto altro. Nemmeno il parcheggio è un problema. I difetti principali sono l’assenza di aree verdi o parchi e l’estetica del condominio che lascia parecchio a desiderare.
Il complesso residenziale si trova a 50 minuti dal centro di San Pietroburgo, prendendo la metropolitana. Ne servono 25 minuti per arrivare alla stazione più vicina e altrettanti per fare le sei fermate con destinazione Piazza Sennaya nel cuore della metropoli russa.
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10 cose che non sai dei parrucchieri cinesi di Milano… e che non ha mai avuto il coraggio di chiedere
https://nontiperdere.com/
#1 Il saluto è ‘piiiiiiiegaaaaa’
Appena entri non dicono ‘ciao’ o ‘buongiorno’, bensì ‘piiiiiiiegaaaaa’, che è la traduzione di “Buongiorno, vuole farsi una piega?”. Gentili e accoglienti, a loro non interessa chi sei, le tue origini o che ore sono: accolgono tutti allo stesso modo.
#2 Di poche parole… italiane
Se fai qualche domanda o cerchi di aprire un dialogo, la risposta sarà sempre a monosillabi: ‘sì’, ‘no’, ‘lisci’, ‘mossi’, ‘piastra’, ‘tagliare’, ‘balsamo’. Poche chiacchiere, l’obiettivo è finire il servizio più in fretta possibile. Ebbene sì, i parrucchieri cinesi sono molto più veloci dei parrucchieri italiani… anche perché non si perdono in chiacchiere!
#3 Tra loro ‘sparlano in cinese’
Da un lato non danno confidenza al cliente, dall’altro si assiste a lunghi dialoghi in cinese tra di loro. (Si assiste perché ovviamente non si comprende). Cosa si staranno dicendo tra risatine e battute mentre il più giovane ti sta facendo la piega? La sensazione è che ti prendano in giro.
#4 Musica cinese a palla
Incomprensibile ma, se la playlist è partita… ormai sei in Cina! Qualsiasi parrucchiere cinese, infatti, non trasmette radio italiane, ma canzoni cinesi. Se ci aggiungi i poster manga sulle pareti, le luci colorate delle vetrine e gattini che si muovono sulla cassa, il risultato è un viaggio nel far-east!
#5 Gli uomini hanno le unghie lunghe
Attenzione! Se la manicure è un servizio offerto da quasi tutti i parrucchieri cinesi di Milano, per loro la cura delle mani sembra non essere importante! Noterai che il personale (quasi sempre tutto maschile), ha le unghie lunghe. Qualcuno le definisce ‘utili’ al lavoro di parrucchiere…!?
#6 Il cavallo di battaglia è il liscio
Tinta, taglio, piega, permanente: i parrucchieri cinesi hanno imparato a fare tutto, ma il loro cavallo di battaglia è il ‘liscio’ o meglio ‘liscio spaghetto’. Anche con i ricci più crespi del mondo, loro sapranno trasformarli in veri spaghetti!
#7 O Millennials o anziani
Strano da dire, ma nei parrucchieri cinesi il target è polarizzato: da un lato i teen, i millennials, i Gen Z, dall’altro over 60 e nonnine. Il ceto medio milanese è ancora disposto a pagare più di 25 euro per una piega.
#8 Orario: sono sempre aperti
Se cerchi un parrucchiere cinese alle 20 di sera, la domenica o il giorno di Pasqua, stai pur certo di trovarne uno aperto. Per chi fa vita da ufficio, il desiderio di una piega serale – senza spostarsi in un centro commerciale – dal parrucchiere cinese è sempre esaudito.
#9 Prezzo: bassi ma poco chiari
Se in media una piega costa tra gli 8€ e i 10€, alla cassa ci sono sempre sorprese. I 2 € dello shampo di marca, i 3€ del balsamo o i 5€ della tinta senza ammoniaca. Se chiedi spiegazioni ti senti come se stessi facendo le pulci per un servizio che stai già sottopagando. Sappi che spesso arrotondano volontariamente!
#10 No bancomat e scontrini
Attenzione! Se pensi di poter pagare con bancomat, alcuni ti risponderanno che non ce l’hanno! Altri che non funziona. Vai prima a prelevare oppure fatteli portare da un’amica.
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Vivere a Milano significa amarne i pregi, e accettarne i difetti. Ma quali sono le cose che più odiano i milanesi della loro città?
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5 cose che i milanesi non sopportano di Milano
Milanese non è chi è nato a Milano. Milanese è chi questa città la ama per tutti i suoi pregi e… con tutti i suoi difetti. Perché, diciamocelo, anche qui c’è ancora tanto lavoro da fare prima che diventi una città davvero perfetta. Proprio per questo, dopo una vita passata tra imbruttiti che scimmiottano “figa e fatturato” e tante altre fastidiosissime cose, ho deciso di elencare le cose che i milanesi non sopportano della loro città.
#1 Il traffico
credit: chiamamilano.it
Questo è uno di quelli stereotipi basati su fatti realmente accaduti. Si perché se Milano è conosciuta per essere la città della velocità e della vitalità, durante le ore di punta le strade è come se si riempissero di una sostanza melmosa che mette tutti in moviola. Il milanese è abituato ad andare a 100 km/h per tutto il giorno e poi si ritrova improvvisamente a dover uscire da una palude stradale… non veniteci a dire che siamo nervosi e che suoniamo il clacson senza motivo, sono gli effetti collaterali del traffico. E sono molto indesiderati.
#2 L’aria
Credits: giornaledeinavigli.it – Smog a Milano
Ogni anno quando parto per le vacanze i miei polmoni è come se si dimenticassero dello smog milanese, passano settimane felici e depurati. E’ il ritorno il problema, e non credo solo il mio: quando si torna a Milano dopo un periodo di dieta detox polmonare, improvvisamente la città ti ricorda che qui la dieta inizia sempre lunedì. Sembra che si stiano facendo miglioramenti, che il lunedì di “dieta polmonare” sia finalmente vicino… e invece no. Fast food per i polmoni di tutti. In fin dei conti si potrebbe dire che vivere a Milano è un po’ come vendere i polmoni al diavolo, la città ti dà tutto ma si prende i polmoni.
#3 L’imbruttitismo
credit: ilmilaneseimbruttito.it
Milano si divide in due grandi tipologie di milanesi: gli imbruttiti e i milanesi autentici. Attenzione però, perché con milanese autentico non si intende qualcuno che ha il DNA meneghino, ma tutti gli abitanti di Milano che non si sono fatti snaturare da stereotipi che altri ci hanno attribuito. La figura dell’imbruttito che pensa solo a “figa e fatturato” rappresentava una piccolissima percentuale dei milanesi, oggi è una maschera indossata da molti. Ma vi svelo un segreto: al milanese autentico queste maschere non piacciono.
#4 I fighetti
Credits: shuteerstock.com snob
Siamo la città più snob d’Italia, su questo non c’è dubbio. Ma perché al milanese piace distinguersi (questo lo approfondiremo al punto #5) e vivere una vita ricca di emozioni… come se fossimo sulla cima di una montagna. Però non sopportiamo essere definiti “fighetti”, perché il vero milanese è pronto a scendere a mani nude dalla sua montagna per aiutare qualcuno in difficoltà. Insomma, inutile negare che ci piace pensare di vivere over the top, ma solo gli imbruttiti non scendono mai.
#5 Conformismo
Ultimo punto ma non certamente meno importante. Milano è la città più eterogenea e ricca di diversità d’Italia ed è proprio questo il nostro punto di forza. Chi cerca di essere uguale a tutti gli altri senza portare qualcosa di nuovo o di diverso sta facendo un clamoroso autogol. Se Milano fosse una squadra di calcio potremmo dire che chi si omologa e indossa una maschera (riferimenti puramente casuali, non sto parlando del punto #3…), sta inconsapevolmente favorendo la squadra avversaria. I milanesi che hanno a cuore il futuro di questa città remano conto il conformismo, e non sopportano chi cerca di farci perdere la partita.
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Ormai il completamento della M4 è un lontano ricordo. Arriva il tempo di guardare a cosa bolle in pentola per il 2025 in tema di metropolitane. Non solo: ci sono altre importanti infrastrutture che inizieranno o proseguiranno i lavori. Vediamo quali nel dettaglio.
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M1 e le altre: le novità della metro di Milano attese per il 2025
#1 Avvio dei lavori per il prolungamento M1 Bisceglie-Quartiere degli Olmi: 3 fermate e 3,3 km di estensione
Comune di Milano – Prolungamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
C’è attesa per l’esito del secondo bando di gara, dopo il flop del primo, per trovare l’azienda a cui assegnare i lavori del prolungamento della M1 a ovest. A febbraio è prevista la chiusura delle buste e i lavori potrebbero partire entro la fine del 2025, con inaugurazione possibile nel 2031. Stiamo parlando di un tracciato di 3,3 km e 3 stazioni, dal capolinea di Bisceglie, quelle di Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale. Il nuovo tragitto aggiunto ai 4,46 chilometri del ramo di linea già in esercizio fra le stazioni Pagano e Bisceglie, comprendente 7 stazioni, consentirà di raggiungere uno sviluppo complessivo di circa 8 chilometri e 10 stazioni. Previsto un deposito oltre alla Tangenziale Ovest, al confine con Settimo Milanese ma sempre nel Comune di Milano.
#2 Ripresa dei cantieri per il prolungamento nord della M1 Sesto F.S. – Monza Bettola M1: inaugurazione possibile nel 2029
M1 Monza
Altri lavori che dovrebbero partire, o meglio ripartire, sono quelli per l’estensione della M1 a nord di 1,9 km e 2 fermate: Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola. I cantieri hanno subito numerosi stop dal loro avvio 14 anni fa. Tra i motivi di questa agonia la riprogettazione del tracciato, il fallimento di aziende, la pandemia, la mancanza di fondi e infine la rinuncia dell’ultima impresa incaricata. Recuperati gli extra costi arriva ora in soccorso dell’opera il bando pubblicato per l’estensione della linea ad ovest. Tra le opzioni previste, esercitabili in modo discrezionale da parte del Comune di Milano, ci sono infatti la costruzione del deposito ai confini con Settimo Milanese e il completamento dell’estensione della linea verso Monza. In caso di successo del bando il cantieri dovrebbero tornare a pieno regime per la fine del 2025 e concludersi entro il 2029.
#3 Partenza dei cantieri per l’estensione a nord della M5 da Bignami – Monza Polo Istituzionale: apertura non prima del 2033
Altro cantiere che attende di essere sbloccato è quello relativo al prolungamento della linea M5 a nord da Bignami a Monza Polo Istituzionale. Un tracciato di 13 km, che raddoppio la linea attuale, e 11 fermate: 4 a Cinisello Balsamo e 7 a Monza. Dopo lo stanziamento di 300 milioni di extra costi nell’ultima finanziaria, spalmati dal 2027 al 2036, ne mancherebbero circa 100 per la copertura integrale a carico degli enti interessati: Regione Lombardia, Comune di Milano e gli altri comuni. Si attende comunque a breve la pubblicazione del bando, sui cui sta lavorando MM, per far partire i cantieri entro la fine del 2025 o al più tardi all’inizio del 2026. La durata dei lavori è stimata in 7 anni, ma la distribuzione delle risorse fino al 2036 potrebbe far slittare ulteriormente l’inaugurazione integrale dell’opera.
Ma ci sono importanti novità anche per i tram.
#4 Il tram 24 viene prolungato fino allo IEO
MM – Tram 24 fino allo IEO
A breve è attesa la partenza di cantieri per prolungare il percorso del tram 24 dall’attuale capolinea di Selvanesco allo IEO, servendo anche il quartiere di Macconago, dove è previsto il nuovo anello tranviario. In totale 1,1 km e 1 fermata, con passerella pedonale provvista di ascensore per collegare gli edifici dell’istituto ospedaliero posti ai due lato opposti di via Ripamonti.
MM – Tram 24
I binari vengono fatti procedere dall’anello finale a sud della città fino alla nuova fermata passando attraverso il parterre verde e alberato realizzato appositamente allo scopo del passaggio del tram quando via Ripamonti è stata riqualificata. Sui 119 alberi rimossi, 84 trapiantati al parco Agricolo Urbano del Ticinello, al parco-quartiere ‘Le Terrazze’, lungo via Ripamonti, in via Virgilio Ferrari – incrocio via Quaranta e lungo la pista ciclabile di via Idro. Al posto dei 30 che non sarà possibile ripiantare, ne sono previsti 53 nuovi da mettere a dimora nei pressi dell’attuale capolinea Vigentino e lungo il nuovo anello tranviario di inversione. La durata dei lavori è stimata in un anno e 8 mesi e dovrebbero terminare quindi entro la fine del 2026.
#5 Al via la rinascita della Milano-Limbiate
MM – Milano Limbiate
In tutto 19 fermate per un tracciato di 11,70 km che attraversa i comuni di Milano, Cormano, Paderno Dugnano, Varedo, Limbiate e con una fermata in quello di Senago. Si tratta della trasformazione della vecchia tranvia Milano-Limbiate, il cui servizio è stato sospeso alla fine del 2022 e sostituito da bus, in metrotranvia. Si prevede l’utilizzo per alcuni tratti della sede tranviaria attuale, adiacente alla strada, e per altri tratti lo spostamento della sede al centro della sezione stradale con la separazione della carreggiata originaria in due carreggiate separate per direzione. La lunghezza utile complessiva dei tratti a doppio binario è di 3,54 km.
Il bando di gara è stato assegnato a Generale Costruzioni Ferroviarie Spa, quale mandataria di una associazione temporanea di imprese che comprende Vitali Spa, Generale Costruzioni Ferroviarie Elettriche Spa, Salcef Spa e Project automation Spa. I cantieri dovrebbero partire entro la prima parte del 2025, per una durata complessiva di 4 anni contando anche i tempi per la produzione del progetto esecutivo.
#6 Prosegue la realizzazione della Metrotranvia Interquartiere Nord
Metrotranvia Interquartiere Nord
Proseguono invece i lavori per realizzazione la Metrotranvia Interquartiere Nord, lunga circa 14 chilometri e che andrà a collegare tutti i quartieri situati ben oltre la circonvallazione. Un tracciato tangenziale in prevalenza in sede protetta che mette in collegamento tutte le metropolitane eccetto la M4: la M2 a Cascina Gobba, la M3 ad Affori, la M5 a Bicocca e la M1 a Precotto, a cui si aggiungono la tranvia 4 verso Seregno e le stazioni dei treni regionali e suburbani a Greco Pirelli, Villapizzone Fs e Certosa Fs.
La linea connette anche diversi punti nevralgici per i servizi dei cittadini come l’Università Bicocca e l’Ospedale Niguarda. Entro l’estate 2026 è previsto il completamento delle tratte che uniscono Cascina Gobba M2 all’Ospedale di Niguarda e la tratta Piazza Bausan-Villapizzone. In fase di progettazione le due rimanenti: dall’ospedale di Niguarda e via Durando e tra Villapizzone e Stazione Certosa FS.
#7 Avanza la costruzione della metrotranvia Milano-Seregno
Metrotranvia Milano-Seregno Fs
Avanza seppur con qualche in tempo anche la realizzazione della metrotranvia Milano-Seregno Fs, che riqualifica la vecchia tranvia allungandola oltre Desio. La lunghezza del tracciato è di 14,3 chilometri, con 25 fermate distanti tra loro in media 540 metri e otto comuni attraversati: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. Dal Parco Nord a Calderara a doppio binario, da Calderara a Seregno FS a binario singolo con raddoppio agli incroci. La linea sarà connessa alla stazione Seregno a nord, a Milano Maciachini M3 sud e Niguarda la nuova metrotranvia Cascina Gobba-Certosa. I lavori sono ufficialmente partiti a maggio 2023, con una durata stimata in 38 mesi. A seguito dello stop di circa 12 mesi dei cantieri l’opera difficilmente sarà pronta entro la fine del 2026.
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Credits themindcircle - Immagine d'epoca Baker street station
Ha visto passare addirittura i treni a vapore. Dove si trova e da quanti anni è in funzione.
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La più antica stazione della metro al mondo
# La stazione è in funzione da 160 anni
@9436196-kev-pixabay – Baker street station
La stazione metropolitana più antica al mondo non poteva che trovarsi a Londra: è la Baker Street Station. Si tratta di una delle stazioni originarie della Metropolitan Line, la prima linea inaugurata al mondo (metro e altri termini simili prendono da qui infatti il loro nome) il 10 gennaio 1863 con un servizio inizialmente di treni a vapore. Questa fermata con 160 anni di storia si trova all’incrocio tra Baker Street e Marylebone Road a Westminster ed è l’ultima in sotterranea prima dell’emersione dei binari in superficie a Finchley Road.
# Il tracciato originale della Metropolitan Line è servito oggi anche da altre linee
themindcircle – Immagine d’epoca Baker street station
Del tracciato originale della Metropolitana Line solo una parte è oggi utilizzato da questa linea, nella sua estensione a nord di Baker Street che va fino ad Aldgate e corre negli stessi tunnel datati 1863. Il resto è servito dalla linea Hammersmith & City, dalla linea District, dalla linea Circle e dalla East London Line della Overground.
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Quello che non sapevi FB - Proiezioni artistiche al semaforo a Berlino
L’attesa al semaforo rosso è spesso snervante, sia per autisti che per pedoni. Ci sono città che stanno escogitando sistemi per renderla un’esperienza più avvincente. Questa è l’iniziativa messa in campo da Berlino: dove si potrebbe sperimentarla a Milano?
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Berlino contro la noia del semaforo rosso. Da portare a Milano?
# Si passa il 20% del proprio tempo fermi al semaforo rosso
Credits Andrea Cherchi – Traffico centro Milano
Sulle strade di Milano circolano ogni giorno 2 milioni di persone tra automobilisti e pedoni. La National Association of City Transportation Officials ha calcolato che durante gli spostamenti quasi il 20% del tempo che le persone impiegano nel loro tragitto lo passano fermi al semaforo. Si tratta di un piccolo buco nero di perdita di tempo che molto spesso porta le persone a tirar fuori il proprio cellulare per ingannare la noia, con gli automobilisti a distrarsi dalla strada e i pedoni a disconnettersi dall’ambiente circostante.
# Come Berlino sta combattendo la noia dell’attesa
Quello che non sapevi FB – Proiezioni artistiche al semaforo a Berlino
L’attesa però può essere usata per offrire ai cittadini un momento di svago e riflessione, cercando così di sfruttare a proprio vantaggio questa attesa: questo è l’intento di Berlino. L’obiettivo è di combattere la noia dell’attesa ai semafori rossi grazie a speciali impianti semaforici che proiettano colori e immagini sui passaggi pedonali trasformandoli in una tela urbana. Si tratta di immagini artistiche con colori e figure astratte, di libera interpretazione da parte dell’utente, che trasformano l’attesa in una mostra a cielo aperto improvvisata.
Ph. @bellboww IG
L’intento è di offrire quegli stessi stimoli che le persone ricercano sul telefono attraverso la proiezione di immagini per trasformare l’attesa in un momento speciale di riflessione e stupore.Inoltre, così facendo si riesce a dare spazio agli artisti di far conoscere la propria arte ad un gruppo ampio di spettatori.
# Dove si potrebbe sperimentare a Milano?
Primo semaforo
A Milano si può prendere spunto da questa idea e sperimentarla, ad esempio, proprio in corrispondenza dell’area in cui era stato installato ilprimo semaforo d’Italia nei pressi di piazza Duomo.
Maps – Semafori zona Duomo, via Orefici e via Torino
Sarebbe un modo sia per celebrarne il centenario, che cade proprio nel 2025, ma anche perché si tratta di un punto di Milano congestionato dal traffico e quindi pieno di automobilisti e pedoni molto spesso irritati, dai quali si potrebbe avere un feedback sull’iniziativa in maniera molto efficacie e tempestiva.
In alternativa o in aggiunta, si può provare anche in zona Città Studi, un quartiere attraversato a piedi ogni giorno da tantissimi studenti, i quali potrebbero essere dei soggetti perfetti per un test in quanto sempre di corsa e molto spesso distratti dalle mille cose da fare. Non solo: potrebbe essere un campo di sperimentazione per artisti e studenti di Milano.
In ogni caso si tratta di un’iniziativa che può concretamente trasformare attraverso l’arte ogni angolo della città e che può riuscire a connettere i milanesi tra di loro e con l’ambiente che li circonda evitando di disconnetterci, ma di avvicinarci tra di noi.
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Siamo entrati nell’epoca dei diritti a pagamento. Ma c’è chi dice no. Come i ragazzi del Porta.
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La rivoluzione dei ragazzi del Porta: «No a studenti di serie B!»
# Tutti possono stare qui… ma con libertà diverse
La Milano di oggi è un po’ ipocrita. Ufficialmente si dichiara inclusiva, la Milano delle porte aperte, del venite tutti qui. Di fatto però è la Milano che una volta che si ritrovano tutti qui, assegna diritti e libertà differenti in base ai soldi.
Se hai una macchina dell’ultima generazione e vivi in una bella casa del centro i tuoi diritti sono all inclusive: puoi girare ovunque liberamente. Gratis. Se sei un po’ più povero e non ti puoi permettere una bella casa in centro, per entrare anche tu in centro devi pagare. Ma fermandoti al massimo due ore. Se, infine, sei ancora più povero e disgraziatamente abiti fuori dalla città, allora con la tua vecchia auto non puoi neanche più circolare.
Tutti possono stare qui, ma se non hai abbastanza soldi ti vengono tolti anche delle libertà fondamentali, come quello di vivere la città come gli altri. O di vivere la scuola. Già, perché questi diritti differenziati, da società divisa in caste, forse c’è chi pensa che prima lo si impara meglio è: questa finta apertura, questa ipocrisia a Milano inizia ad entrare anche nelle scuole. Raccontiamo oggi la situazione del Carlo Porta: scuola ufficialmente pubblica, tra le migliori di Milano, dove tutti sono uguali ma in realtà anche qua c’è chi è meno uguale degli altri, come ci raccontano gli studenti che da tre giorni stanno manifestando. Una protesta di cui personalmente apprezzo un elemento: che anche se il provvedimento punisce solo alcuni studenti meno fortunati, tutta la comunità studentesca si sta battendo assieme per evitare che ci sia qualcuno di loro retrocesso in serie B. Non per motivi di condotta o di resa scolastica. Ma per la situazione economica dei genitori.
# «Combattiamo contro una discriminazione che non dovrebbe avere spazio in una scuola: chi non paga il “contributo volontario” viene escluso da gite e laboratori»
Questa la testimonianza di Manuel D’Agostino, studente del Carlo Porta.
«Da tre giorni, noi studenti dell’Istituto Carlo Porta di Milano siamo fuori dalla nostra scuola a protestare, e non perché vogliamo saltare le lezioni o per un capriccio giovanile. Siamo qui per qualcosa di molto più grande: per difendere il nostro diritto all’istruzione e per combattere una discriminazione che non dovrebbe avere spazio in un luogo che dovrebbe essere di crescita, inclusione e pari opportunità.
La scuola è stata pensata per essere accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito, ma oggi sembra trasformarsi sempre di più in un sistema che premia solo chi può permetterselo. Il cosiddetto “contributo volontario”, che di volontario ormai ha solo il nome, è diventato una vera e propria tassa che divide gli studenti in due categorie: quelli che pagano e quelli che, non potendo farlo, subiscono umiliazioni e discriminazioni.
(…) Chi non paga viene escluso da gite e laboratori, esperienze che non sono un lusso, ma una parte fondamentale del nostro percorso educativo. Ci è
stato detto che la scuola ci prepara alla vita, ma come può farlo se non offre a tutti
le stesse opportunità?
(…)
Questa protesta non è solo contro il sistema della nostra scuola, ma contro un modello più grande che trasforma l’istruzione in un privilegio. Non possiamo più accettare che chi non paga venga escluso, umiliato, lasciato indietro. Non possiamo accettare che le disuguaglianze economiche entrino nelle aule e decidano chi merita di partecipare e chi no.
Oggi non stiamo solo chiedendo risposte. Stiamo lottando per un cambiamento reale. La scuola non deve mai essere un luogo dove il denaro determina il valore di uno studente. Deve essere il luogo dove tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica, possono imparare, crescere e costruire il proprio futuro. Siamo qui per dire basta. Non ci fermeremo finché la scuola non tornerà a essere ciò che dovrebbe essere: un diritto, non un privilegio.»
# Il primo dovere dell’autorità: governare una comunità unita, non dividerla in caste
Cosa fare, dunque, quando l’autorità ci sembra comportarsi in modo ingiusto, quando calpesta dei diritti fondamentali? Abbassare la testa oppure sollevarla per far valere le proprie ragioni? Forse è questa la lezione più importante che stanno imparando i ragazzi: più potere significa più responsabilità. E la prima responsabilità del potere è di non dividere la comunità in cittadini, o studenti, di serie A e di serie B. Una cosa che va capita soprattutto da chi è in serie A, che proprio per la sua posizione di privilegio deve dimostrare la grandezza d’animo di difendere i diritti di base a quelli a cui vengono tolti.
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Dopo ogni vacanza all’estero un motivo di sconforto al rientro è rivedere a Milano lo scempio dei palazzi imbrattati da tag, scritte e altre oscenità. Un fenomeno molto sottovalutato da media e amministrazione pubblica ma che, purtroppo, viene notato da cittadini e turisti.
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I palazzi insudiciati di Milano: è ora di fare qualcosa
# Milano e lo scenario squallido da favela latino-americana
Condominio imbrattato
La difficoltà di poveri disadattati di esprimere del malessere o la loro immatura vena artistica repressa, invece di darsi da fare imparando l’arte in un laboratorio oppure risolvere il proprio disagio sul lettino di uno specialista, purtroppo si riversa sulle facciate delle case, dei monumenti, delle fermate della metro.
Degrado Vetra 3 – La basilica imbrattata urbanfile.org
Agevolati da un clima istituzionale che li agevola nel vizio: la legislazione italiana è in generale molto tollerante verso crimini molto più gravi, figuriamoci verso i graffitari tanto più se minorenni…le sanzioni sono praticamente nulle.
# Cosa potrebbe fare il Comune?
Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena
Cosa potrebbe fare il Comune? Qualcosa deve farlo perché la capitale del design, la città che punta a produrre bellezza, non può ridursi a un simile scempio. Forse si dovrebbe istituire un gruppo di vigili pronti ad intervenire in casi di flagranza, accordi con istituti di vigilanza e più telecamere, sicuramente vogliamo evidenziare questa piaga che fa spendere cifre ingenti ai proprietari di casa. Spesso si rinuncia a ripulire per evitare un costoso intervento che si rivela poi inutile. Lo scenario che si presenta è però davvero squallido, da favela latino americana: Milano merita maggior decoro.
Potrebbero essere gemelle Milano e Londra? Vediamo dove esistono delle affinità e dove invece non c’è niente o poco da spartire.
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Milano e Londra, così lontane, così vicine: si possono definire città gemelle?
Perchè sì
# Per l’atmosfera internazionale che si respira
Fabio Marcomin – Piccadilly Circus
Per la mutinietnicità integrata, incorporata nel tessuto cittadino. Colori, mescolanza, vitale energia di razze diverse che convivono in armonia senza troppe difficoltà. Basta inserirsi nel contesto cittadino e fare, lottare per sentirsi parte e stare in mezzo a tutto e tutti.
# Per i negozi, soprattutto quelli identitari e di quartiere
Fabio Marcomin – Locale Covent Garden
Quelli che raccontano l’anima della città, come le botteghe storiche di Milano o i pub caratteristici di Londra. Viva le panetterie, i pub dove scorrono fiumi di birra, le botteghe artigianali e tutto quanto rende una città non troppo schiava della globalizzazione ma non per questo con lo sguardo al passato. Anzi.
# Per la capacità di guardare al futuro
Ph. @dmanlondon_ IG
Piegandosi ad esso con l’intenzione di migliorare in termini di offerta turistica e collegamenti nei trasporti. In entrambe si respira aria frizzante, energica, che coinvolge e spinge a fare, camminare, ideare, produrre, stare al mondo in modo disinvolto e disincantato.
# Per il cibo multietnico di qualità
Fabio Marcomin – Chinatown Londra
In entrambi i casi consente di sentirsi parte del mondo stando a tavola. La Chinatown londinese, per esempio, è molto più grande di quella milanese. Offre cibo buonissimo in ogni angolo così come altri quartieri a matrice indiana piuttosto che araba, non tradiscono il turista nella loro offerta culinaria tipica.
# Per energia, carica vitale, quartieri con una forte identità
Fabio Marcomin – Notthing Hill
Tra questi ci sono South Kensington, Notthing Hill o la vivacissima Brick Lane. A Milano uno dei quartieri più fortemente identitari è sicuramente Brera per esempio e forse bisognerebbe incentivare ulteriormente le forti identità di ciascun quartiere diverso ognuno per caratteristiche proprie: penso a Nolo con le sue bottegucce o a Porta Nuova con la sua propensione al futuro.
# Per la gentilezza dei suoi abitanti
poeti a noleggio sotto il sole di londra
Sarò stata fortunata io però non ho incontrato londinesi scostanti e con la puzza sotto il naso. Capiscono subito che sei un turista italiano e sono gentili e affabili nel fornire indicazioni, consigli se si ha bisogno. Ed è così anche a Milano, dove la gentilezza fa parte del sentire comune e dell’anima più vera della città.
Perchè no
# Per i collegamenti
Maps – Trasporti Londra
Non potrebbero essere gemelle per i collegamenti, in quanto Londra ha ben 6 aeroporti,tutti ben collegati alla city, con bus e treni e persino i taxi non costano eccessivamente. Le linee metropolitane cittadine sono facili, intuitive, grazie alla identificazione con i nomi anziché con i colori come a Milano cosa che consente anche al turista straniero di orientarsi meglio. Milano è sulla buona strada, ma si può fare di più. Vero è che Londra è immensa mentre Milano è una metropoli pocket a misura d’uomo che è facile girare a piedi.
# Per la moda
Credits: Ideogram.AI
Milano è giustamente capitale indiscussa, a livello internazionale per cui a ruota seguono vie del lusso, luxury hotels ed offerta turistica di alto livello. Guardare in giro come si vestono i milanesi è di per sé una vera e propria attrazione turistica. Insomma per la moda Milano non si tocca.
# Per la sera
Fabio Marcomin – Camden Town
A parte la stretta data di recente agli orari della movida milanese, a Londra già alle 18.30 si fa la fila per entrare al ristorante ed ahimè alle 20.30-21, senza prenotazione, non si va da nessuna parte. Dopo di che il nulla, a parte i pub dove scorrono fiumi di birra già nel pomeriggio. Forse ci si rinchiude in quei locali, non so, forse è complice il clima freddo, o forse semplicemente un modo diverso di concepire il divertimento. A scolarsi litri di birra dalle 17 in poi però i londinesi sono bravissimi.
# Per la cucina del luogo
Fabio Marcomin – Cibo pub di Londra
Non potrebbero essere gemelle nemmeno per il cibo e non è una contraddizione con quanto affermato in precedenza, perché se è pur vero che Milano offre una cucina etnica assai variegata, é altrettanto vero che non offre solo quella. A Londra non esiste un locale di cucina londinese, posto che, probabilmente, non esiste una cucina londinese.
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Milano si veste di arte e lusso con l’arrivo di due tram griffati Louis Vuitton e trasformati in esperienze immersive, per celebrare i vent’anni della collaborazione tra la Maison francese e l’artista giapponese Takashi Murakami. Fino al 28 gennaio, questi tram esclusivi circoleranno per le strade del centro città, scopriamo tutti i dettagli.
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I 2 nuovi tram di lusso su cui viaggiare a Milano: dove prenderli, cosa si trova e fino a quando
# Louis Vuitton x Murakami, un omaggio alla collaborazione iconica
Takashi Murakami, noto per il suo stile inconfondibile ispirato al movimento Superflat e alla cultura pop giapponese, ha iniziato la sua collaborazione con Louis Vuitton vent’anni fa, reinterpretando il classico Monogram della Maison in chiave colorata e giocosa. Questa partnership, nata nel 2003, ha dato vita a collezioni iconiche come Monogram Multicolor, Cherry Blossom ed Eye Love Monogram, segnando un capitolo fondamentale nella storia della moda e del design.
Per celebrare questo anniversario, Louis Vuitton ha trasformato due tram storici degli anni Venti, simboli del capoluogo lombardo, in spazi tematici che riflettono l’universo creativo di Murakami. I tram sono stati messi a disposizione da ATM e partono rispettivamente da Piazza Castello e Piazza Fontana, offrendo due esperienze completamente diverse.
#1 Cinema tram: un viaggio tra video e peluche
Il primo tram, il Cinema Tram, è un cinema itinerante dall’atmosfera suggestiva. Gli interni blu scuro, uno dei colori più utilizzati da Murakami nelle sue opere, accolgono i passeggeri in un ambiente avvolgente e artistico. A bordo vengono proiettati video che esplorano l’universo dell’artista, inclusi i due anime realizzati per Louis Vuitton, nel 2003 e nel 2009. Tra i dettagli più curiosi, si trovano peluche e decorazioni ispirate ai personaggi e ai motivi più iconici di Murakami, come i fiori sorridenti e i panda multicolori.
La partenza del Cinema Tram è prevista da Piazza Castello, una delle zone più suggestive di Milano, e il tragitto si snoda tra le vie del centro, offrendo anche uno sguardo unico sulla città.
#2 Café tram: rosa, bubble tea e libri
Il secondo tram, il Café Tram, offre un’esperienza completamente diversa, ma altrettanto affascinante. Gli interni, dominati dalle tonalità rosa e decorati con il Monogram Multicolor di Murakami, ricreano l’atmosfera di un café giapponese. I passeggeri possono sorseggiare bubble tea al lampone e assaporare biscottini mentre sfogliano una selezione di volumi dedicati alla storia della Maison e all’opera di Murakami.
Il tram dispone di mini tavolini, angoli lettura e decorazioni che evocano la tradizione kawaii giapponese, rendendo il viaggio un momento di relax e scoperta.La partenza del Café Tram è da Piazza Fontana, altra location centrale e facilmente raggiungibile.
# Un tocco di lusso nel cuore di Milano
Per salire a bordo di questi tram esclusivi, è necessario prenotare: telefonando al numero 02 00 660 88 88 o connettendosi al sito di Louis Vuitton. L’accesso è gratuito, ma i posti sono limitati, e già scarseggiano, quindi è consigliabile affrettarsi. Le fermate dei tram sono state allestite con pensiline speciali decorate con il logo LV Hands, disegnato da Murakami per la Maison nei primi anni 2000. Video promozionali, con la notissima Zendaya come testimonial della campagna, arricchiscono l’esperienza già dalla fermata.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di celebrazioni che coinvolgono anche il flagship store di Louis Vuitton in Galleria Vittorio Emanuele II, rinnovato per l’occasione con grafiche ed elementi esclusivi. La collezione rieditata Louis Vuitton x Murakami è stata lanciata nelle boutique il 3 gennaio, con un primo capitolo dedicato al Monogram Multicolor. Seguiranno nuovi lanci nel corso dell’anno, tra cui una linea primaverile ispirata al motivo Cherry Blossom.
# Dopo Louis Vuitton tram e metro faranno un salto di qualità con una versione luxury?
ATM con ATMosferaaveva già pensato a esperienze esclusive sui tram, offrendo eleganza e tradizione con un tocco di innovazione. Il salto di qualità dell’iniziativa di Louis Vuitton e Murakami è l’aver reso queste esperienze non solo esclusive, ma anche uniche e accattivanti.Non si tratta di una pur ottima cena in giro per Milano, ma di eventi che combinano brevità, esclusività, ingegno e creatività.
Milano potrebbe cogliere la palla al balzo e trasformare esperienze come queste in un motivo di attrazione permanente. Dai tram, il concetto potrebbe essere esteso alla metro, con percorsi creativi che non devono per forza essere di lusso: itinerari tematici che uniscono la storia della città, l’idea di una Milano futura e il genio degli artisti locali e internazionali che scelgono di venire qui.
L’iniziativa privata di lusso ha dimostrato che innovare è possibile, è ora che la città segua questo esempio.
E ne passeranno altri ancora. È una storia infinita quella dei lavori per l’aggiunta di due fermate a nord sulla linea M1. Attese entro Expo 2015, poi posticipate di anno in anno e entrati nel 2025 i cantieri sono di nuovo fermi. Sembra però aprirsi uno spiraglio. Vediamo perchè e quando dovrebbe correre i primi treni.
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14 anni per 1,9 km di tracciato: il triste primato della M1
# Tutti i guai del prolungamento della linea verso nord
Ne è passata di acqua sotto i ponti e anche di anni, ben 14, dall’avvio dei cantieri. Una sequela infinita di eventi ha trasformato il prolungamento della M1 verso Monza di appena 1,9 km, e due fermate, nella Salerno-Reggio Calabria del nord. Nell’ordine: i fallimenti delle ditte che avevano ottenuto l’incarico di costruire l’opera, poi è arrivata l’emergenza covid e la cassa integrazione, gli intoppi burocratici e il rincaro dei costi dovuti alla crisi energetica e all’inflazione.
Maps - Cantiere Bettola
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Maps - Area cantiere capolinea Bettola settembre 2024
Maps - Cantiere Bettola
Per finire la rinuncia dell’ultima azienda incaricata a proseguire, sia a causa dell’aumento dei costi che per l’inadempienza da parte del costruttore del nuovo centro commerciale “Milanord2”, al momento sparito dai radar, in merito alle lavorazioni previste per il futuro capolinea di Bettola. Il risultato è che entrati nel 2025 i lavori sono ancor fermi, quando in base al primo cronoprogramma la linea sarebbe dovuta entrare in funzione per Expo2015.
La prima buona notizia è arrivata dal recupero degli extra costi pari a circa 30 milioni di euro, a completare di nuovo la copertura finanziaria dell’opera. Al netto di capire se il nuovo centro commerciale vedrà la luce insieme ai 2500 posti auto previsti ad utilizzo anche di chi si servirà della metropolitana, era la condizione fondamentale per indire un nuovo bando di gara.
# L’attesa per il nuovo bando della M1 verso Quartiere Olmi che dovrebbe far ripartire i cantieri anche in direzione Monza
Comune di Milano – M1 fino a Quartiere Olmi
La scelta iniziale era quella di realizzare un bando di gara dedicato. Il flop del primo per estendere la linea a ovest di tre fermate, da Bisceglie a Quartiere Olmi, ha però convinto il Comune di Milano ad agire diversamente. Nel secondo bando pubblicato alla fine del 2024, con chiusura buste a febbraio 2025, sono state infatti previste due opzioni esercitabili in maniera insindacabile da parte dell’amministrazione comunale: la costruzione del deposito ai confini con Settimo Milanese e il completamento dell’estensione della linea verso Monza. In caso di esito positivo, la base d’asta è di 485 milioni di euro, entro la fine del 2025 i cantieri infinti della metropolitana diretta a nord potrebbero ripartire contestualmente all’avvio di quelli dall’attuale capolinea di Bisceglie.
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