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5 chicche vintage a Milano – MAPPA

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Tra le mode che caratterizzano Milano in quest’ultimo decennio c’è senza dubbio quella del vintage. Tutti i grandi brand hanno fatto a gara per riportare in vita i ruggenti anni ’20, le gonnellone anni ’50-’60, le zeppe Seventies e persino il grunge anni ’90.
Ma non sono (non sempre) le rivisitazioni operate dai brand a interessare il vero amante del vintage, bensí i negozietti nascosti, le bancarelle sui Navigli, le vere chicche che solo un occhio attento scova tra i marchi che tutti conosciamo già.

Ecco allora il vintage della Milano che un vero vintage addicted non dovrebbe perdersi:

CLICCA SULLA MAPPA

mappa milano vintage#1. Napoleone

Via degli Arcimboldi, 5.
Chi davvero si intende di vestitini introvabili, salopettes di jeans extralarge, pois e righine non puó non conoscere questo pilastro del vintage milanese. In via degli Arcimboldi, nel mezzo di una passeggiata per via Torino, la sosta è d’obbligo, non fosse altro che per i Levi’s!

#2. East market

L’appuntamento della domenica (informarsi sulle date e i programmi)in quel di Lambrate, via Privata Giovanni Ventura, dal 26 giugno tutto da gustare nella versione estiva East Market Summer Edition. Metri e metri di bancarelle second hand, il paradiso esiste e si trova a Lambrate.

 

#3. Hangover

Un nome un perché: come restare ebbri tra vestitini, maglioncini, scarponcini in puro stile anni ’60 ma non solo. Da Hangover infatti si trovano occhiali da sole, bomberini anni ottanta e brillantina per i gusti più soft; calze a rete, corpetti dark e guanti in latex per quelli pù dark. In viale Gabriele D’Annunzio, a pochi passi dalla Darsena.

#4. Big Wolf 74

Il lupo di mare di Ticinese è Lui, il gestore di Big Wolf 74 in via Scaldasole. Una tappa obbligata per perdersi tra le proposte che il nostro mentore dall’impeccabile tenuta steampunk e che propone camicie hawaiane, magliette extralarge di band londinesi di altri tempi, doc Martens vissute da più piedi. Da mettere alla prova!

#5. Fiera di Sinigaglia

Il classicone numero 1, il mercato delle pulci più antico e amato dai milanesi, che nel corso degli anni ha cambiato più volte il suo quartier generale, per poi tornare sulle sponde di Ripa di Porta Ticinese. Cos’altro aggiungere? I fumetti introvabili, il meglio della bigiotteria indiana (?), il vinile dei Joy Division che vi mancava per completare la vostra collezione… è tutto qui!

Fuori dai centri commerciali e indossate le vostre blue suede shoes!

CLICCA SULLA MAPPAmappa milano vintage

7 idee per start up milanesi

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Da sempre l’uomo coltiva dentro di sé la pulsione generativa. Quindi o appaghi questo bisogno facendo figli oppure apri una start up. Le start up milanesi non si contano, sono tantissime e ne spuntano di nuove in continuazione.

Ci sembrava giusto dare i nostri suggerimenti in materia.

start up milanesi7 idee per start up milanesi

 

#1 Creazione di una community che si scambia le case dove vivere a Milano.

Per vivere ogni volta in una zona diversa. La si potrebbe chiamare homemore.

#2 App di quelli che corrono al parco, sincronizzandosi in modo da vestirsi tutti uguali (es. questa mattina tutti arancioni).

La chiamerei “appettorina” e tutti quelli che la scaricano entrerebbero in una classifica che misura quanto corrono. Potremmo pensare a un sacco di categorie: migliore tempo al chilometro, migliore costanza (ore di corsa a settimana), tragitto più lungo, e mille altre.

#3 Appetito.

L’app che ti segnala i buffet gratuiti degli eventi e ti permette di lasciare recensioni. Così gli organizzatori per paura di ricevere dei pessimi feedback la smetterebbero di lesinare sul catering.

#4 Appagato: per pagare multe e bolli con carte di credito (online).

Dovremmo per forza chiamarla “appagato”, sia per la soddisfazione di non doversi alzare dal divano e di evitare le code, sia perché il feedback di chi riceve il pagamento sarebbe un’icona con una ricevuta timbrata dalla scritta “ha pagato!”

#5 App per dare feedback sui servizi alla pubblica amministrazione.

Ma soprattutto per suggerire agli utenti come fare per districarsi nel dedalo della burocrazia moderna.

#6 App per risolvere i problemi del mondo.

Tu inserisci un problema e il mondo di iscritti alla App contribuisce a elaborare la soluzione. Praticamente è quello che avviene su Facebook ogni volta che qualcuno fa o dice qualcosa. Magari non si trova la soluzione, ma almeno riusciamo a liberare le nostre bacheche dai saccenti.

#7 App per suggerire idee di start up e trovare qualcuno che ti aiuti a realizzarle.

Se è vero che le start up milanesi sono così tante allora non sarebbe male avere un territorio comune nel quale tutti possono mettere a disposizione le loro forze per contribuire a realizzarle.

Milano, anni 1923-1943: appunti sulla contaminazione creativa (parte I)

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Milano ha sempre dato prova di dare il meglio nelle situazioni difficili.Una serie incredibile di accavallamenti, contaminazioni, creatività, ricerca sperimentale ed altro ancora sono alla base di quest’articolo focalizzato sulla Milano degli anni ante-guerra, quella stessa Milano che il termine arti visive viveva già come restrittivo. Analizzando solo brevemente la storia di quel periodo, riesce più facile comprendere da dove provengano la creatività e la forte attitudine alla sperimentazione e all’innovazione, così caratterizzanti la capitale meneghina dei giorni nostri; conoscere le radici fa bene al futuro. 
Milano, per eccellenza città nel mezzo (Mediolanum, il cui significato etimologico in latino sembra possa essere “località in mezzo alla pianura” oppure “luogo fra corsi d’acqua”), quasi ‘medium’ tra mondi diversi e il passato ed il futuro della nostra nazione, presenta una texture artistica e sociale straordinariamente liquida e votata alla contaminazione estrema.

In questa breve raccolta di note (le fonti sono rare e non sempre sicure) vediamo come nel periodo 1923-1943, in un lasso di tempo, dunque, che contempla anche anni difficilissimi nella vita della nostra città, si sono venute a creare nell’ambito dell’arte/architettura/grafica/design/fotografia, una serie di straordinarie (e poco conosciute) contaminazioni che hanno fatto da trampolino di lancio alle tre vere e proprie “ondate” di innovazione/creatività nel dopo-guerra milanese: il boom economico anni ’60 affiancato nell’arte dalla nascita dello ‘Spazialismo”, uno dei movimenti topici dell’arte moderna mondiale; l’ondata del design anni ’70/’80 che vede il design fibrillare e, a partire dal Salone del mobile, dilagare per le strade della città (a questo riguardo l’attività di Cassina è stata pionieristica agli inizi degli anni ’70 per quanto riguarda il ‘Fuori Salone’) e l’ondata della moda e della Fashion Week anni ’80/’90.

Ecco qualche particolare sulla contaminazione nell’ambito delle arti visive connesse a vasti rami produttivi, nel periodo 1923-1943.

Iniziamo dal 1923

che segna la nascita della Triennale, manifestazione che trova la sua definitiva consacrazione e sede – dopo gli inizi nella Villa Reale di Monza – nel 1933 a Milano, con l’obiettivo di stimolare l’interazione tra il mondo produttivo e le arti applicate. In quest’ottica, negli anni, la Triennale ha assunto un ruolo di amplificatore mediatico e di grande aggregatore della bio-diversità culturale che andava a caratterizzare la metropoli.

Proprio nel primo anno di vita a Milano, la Triennale segna l’importante presenza di Gio Ponti, che porta nella rassegna il Razionalismo italiano, unitamente ad una serie di artisti che segneranno la storia dell’arte nazionale ed internazionale: Giorgio De Chirico, Mario Sironi, Massimo Campigli e Carlo Carrà.

Altra data topica è il 1928,

anno della fondazione della rivista Domus ad opera di Gio Ponti: quest’ultimo, promotore e driver della grande contaminazione milanese, merita una menzione particolare. Fu architetto – suoi, tra i tantissimi progetti, il Pirellone, la Clinica Columbus e i Palazzi Montecatini in via Turati; designer, iniziò negli anni ’30 con la strategia di disegno industriale della società della Richard Ginori, che è come un seme piantato nel DNA meneghino, anticipatore dell’ondata del design nella Milano del dopo-guerra; poi saggista, scenografo teatrale, pittore e fotografo sperimentale. Ponti, nel 1932 sulla rivista Fotografia, marca la distanza della fotografia dalla pittura e ne afferma l’autonomia di linguaggio. È il prodromo per il successivo sviluppo di una visione trasversale e il presupposto per la nascita dell’astrattismo italiano che vede il proprio centro nella galleria Il Milione. Intanto, un fervore entusiastico percorre la scena milanese – con molte diramazioni a Como, Torino, Venezia, Roma, Frascati …: nel 1928 nasce Casabella, una storica rivista di architettura, urbanistica e design e Pagano, uno dei suoi direttori, è anche animatore in un cineclub fondato insieme a Comencini e Lattuada (due grandi del cinema italiano); lo stesso Lattuada liceale fondò, nel 1932, insieme ad Alberto Mondadori e Mario Monicelli (altro grande regista del cinema italiano), la rivista Camminare. Fondatore dello Studio omonimo nel campo della grafica, nel 1933 Boggeri collabora con Xanti Schawinsky e giovani grafici come Bruno Munari, Erberto Carboni e Max Huber; proprio quest’ultimo, stabilitosi a Milano nel 1940 e lavorando all’interno dello Studio Boggeri, porta con sé le contaminazioni di forte valenza internazionale costituite dalle influenze del futurismo russo, della fotografia d’avanguardia e della vicinanza con Max Bill e Hans Neuburg. Insieme al designer Abe Steiner, la cui prima mostra grafica risale al 1940, costituivano nella VII Triennale di Milano la coppia di formazione più internazionale del panorama artistico/grafico degli anni ’30/’40.

Nel 1929

la rivista di fotografia “Luci e ombre” si apre col commento di Antonio Boggeri, figura chiave del rinnovamento grafico oltre che fotografico. Nel frattempo la fotografia avvia un fortissimo rinnovamento legato anche alle sperimentazioni fotografiche d’avanguardia con la partecipazione di Veronesi (artista e fotografo), Grignani, Munari, Muratore (tutte e tre operanti, anche se con personali e caratterizzanti particolarità, nell’ambito della grafica e del design). Franco Grignani proveniva per esempio dal secondo futurismo; si avvicinò poi all’astrattismo geometrico e al costruttivismo, sviluppando alla fine i propri interessi nell’ambito ottico visivo, con una ricerca anticipatrice dell’optical art , che danno corpo a quella linea “sperimentale” tendente all’astrattismo in fotografia. Un maestro riconosciuto invece della contaminazione e sperimentazione che interessa grafica e fotografia è stato Albe Steiner. Proprio questa contaminazione estrema trova, nel pieno della guerra, cioè nel 1943 con l’annuario di Domus, la sua sintesi. Importanza decisiva viene riconosciuta nell’annuario agli apporti provenienti dal mondo della grafica con la presenza di Antonio Boggeri, Erberto Carboni, Franco Grignani, Bruno Munari, Remo Muratore, Marcello Nizzoli, Albe Steiner e Luigi Veronesi. Gli stessi sono protagonisti del rinnovamento grafico e tipografico che si diffonde in Italia sin dagli anni ‘30 con la V Triennale di Milano del 1933, anno in cui viene fondato da Attilio Rossi il mensile “Campo grafico”. Ricordiamo che per primi Bruno Munari ed Erberto Carboni arrivano a disegnare nuove relazioni tra fotografia e grafica. Ancora qualche notizia sul milanese Munari, definito “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo”: partendo giovanissimo dal futurismo arriva, attraverso una camaleontica attitudine leonardesca, allo spazialismo di Lucio Fontana.

Ecco i terreni di azione: pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica nell’arte visiva; in quella non visiva: scrittura, poesia, didattica.

L’Astrattismo

fu un grande collettore di talenti e fu il driver portante di una forte accelerazione per tutto il settore sopra descritto. L’Astrattismo in Italia presenta – alle origini – due correnti: la prima, vicina alla galleria Il Milione di Milano con Belli, Mauro Reggiani, Lucio Fontana, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi, intenti ad esprimere la bellezza geometrica con un atteggiamento istintivo; la seconda è rappresentata da un gruppo artistico fiorito a Como con Mario Terragni, Manlio Rho e Mario Radice e si riconosce nelle esperienze del Bauhaus sino all’astrattismo geometrico puro costruttivista.

Ricordiamo che l’apertura della stagione dell’astrattismo in Italia fu la mostra di Kandinskij nella Galleria Il Milione del 1934;  questo luogo diventa in breve il centro delle esperienze astratte italiane ed è proprio a Il Milione, nel novembre-dicembre dello stesso 1934, che la galleria presenta nella prima mostra dell’astrattismo italiano i pittori Oreste Bogliardi, Virginio Ghiringhelli e Mauro Reggiani; tra la fine dell’anno e il gennaio 1935, propone inoltre Luigi Veronesi con Josef Albers. Nel corso del 1935 Il Milione presenta personali di altri astrattisti italiani: Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Mauro Melotti e Atanasio Soldati.

La Triennale del 1936 è, per la seconda volta dopo l’edizione del ’33,

un vero e proprio incubatore di sintesi e contaminazioni essenziali allo sviluppo futuro di Milano. All’interno del Parco viene collocata la fontana di Mario Radice (uno dei maestri dell’astrattismo italiano), attualmente ammirabile all’ingresso di Como. La presenza straniera è di altissimo livello con Le Corbusier (architetto, urbanista, pittore e designer svizzero), Alvar Aalto (architetto, designer finlandese) e Max Bill (architetto, pittore, scultore, designer e grafico svizzero). Nello stesso anno, Giovanni Scheiwiller, padre di una prossima figura (Vanni Scheiwiller) centrale della cultura milanese del dopo guerra, nel 1936 fonda la sua casa editrice “All’insegna del Pesce d’Oro” oltre ad essere per decenni il direttore della libreria Hoepli.

Siamo quasi alla fine di questi miei appunti sparsi: Alberto Lattuada, ancora lui, nel difficile clima bellico, riuscì ad allestire una retrospettiva di film francesi per la Triennale di Milano del 1940 portando scalpore e conseguenti problemi giudiziari.

Il 1943 è una data importante ed è proprio con lo speciale “FOTOgrafia” di Domus di quell’anno, che terminiamo questa breve carrellata (che, data la scarsità di fonti controllabili, può presentare errori od omissioni), un’uscita che segnò, in quell’anno terribile, la consacrazione definitiva al “moderno”, un moderno che a Milano rifuggiva dagli schemi precostituiti e che dava sempre più attenzione alla prassi sperimentale e trasversale e al multidisciplinarismo, cifra che ha caratterizzato così tanto la Milano dei primi del ‘900 sino ai giorni nostri.

#EXPOP2016: oggi al Vivaio Riva la gara dei progetti più visionari della città

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Solo oggi al Vivaio Riva di Via Arena si potrà partecipare a “EXPOP: LA VISIONE E’ REALTA’“, la quinta edizione di Expop, la vetrina di progetti visionari organizzata da Vivaio, associazione no profit, apartitica, che ha l’obiettivo di favorire l’ideazione e lo sviluppo di progetti che possano fare diventare Milano una città leader a livello mondiale attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini.
Dopo la conferenza stampa di ieri, venerdì 24 giugno 2016 presso LAB – Triennale, dove sono stati svelati progetti e progettisti, alle ore 10 di oggi, sabato 25 giugno 2016, prende il via un evento unico nel proprio genere, con una location altrettanto speciale, i cui si possono votare progetti per cambiare Milano.

Vedremo che sarà il successore dei vincitori degli anni passati: Il Parco Orbitale, Il Giardino sonoro, Lo Scooter Sharing (realizzato poi dal Comune di Milano e ora anche da Roma), Wooding e il Bosco Immobile.

LA LOCATION. Vivaio Riva (via Arena 7, Milano). Il Vivaio Riva è il luogo in cui Expop è nato e considerato che nel 2017 sarà a rischio chiusura e questa potrebbe essere l’ultima sua annata, l’Associazione Vivaio cercherà di coinvolgere i cittadini allestendo qui la sua fiera di progetti visionari e dedicando proprio al Vivaio da Salvare una delle sue idee visionarie.

L‘IMMAGINE. Per racchiudere sotto un’unica immagine tutti i progetti visionari che potranno rendere Milano un luogo straordinario è stata selezionata un’opera d’arte contemporanea di natura naive, Il Venditore di Tappeti Volanti dell’autore Elio Nava (olio su tela, 110 cm x 130 cm, 1998, collezione privata). E’ l’estratto di una fiaba moderna per adulti e bambini in cui la fantasia dell’autore e la sua passione per il mondo delle maschere e i carnevali europei si mescolano ad un’esplosione di colori. [LA STORIA: http://www.expop.org/expop-2016- anteprima/]
I PROGETTI SELEZIONATI. Sono suddivisi in 4 macro aree tematiche:

A) SEZIONE VALORIZZAZIONE E SOCIALIZZAZIONE DEI QUARTIERI
B) SEZIONE LIFESTYLE – CIBIAMOCI
C) SEZIONE VOLONTARIATO
D) SEZIONE ‘STAND ALONE’

FUORI CONCORSO: LA SEZIONE SPECIALE AISEEC CON I PROGETTI DEGLI STUDENTI PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL MONDO.

invito expopLE VOTAZIONI. Ciascun progetto dialogherà con gli altri in un percorso animato all’interno di Vivaio Riva e una mappa farà da bussola per scovare tutti i progetti. I progetti andranno votati sulla mappa con un punteggio da 0 a 5.
IL VINCITORE. Come ogni anno il vincitore viene scelto in base ai risultati del voto popolare (peso 50%) e del voto della giuria (direttivo Vivaio- peso 50%). Il progetto che avrà totalizzato più punti sarà insignito dell’ambito riconoscimento di vincitore di Expop 2016 e avrà visibilità ai Vivaio Awards 2016

#EXPOP2016: I PROGETTI

Dalla ventina di progetti pervenuti o scovati da Vivaio, dieci sono arrivati alla finale.
Professionisti, artisti, imprenditori, persone animante dal sacro fuoco del rilancio di Milano come capitale mondiale della cultura, della qualità del vivere e delle imprese innovative, hanno raccontato la loro idea e le hanno dato una forma.

Oltre ai progetti di questa V edizione di EXPOP sono state selezionate anche le proposte pervenute dai giovani studenti di tutto il mondo e aderenti ad Aiesec, la più grande associazione giovanile a livello internazionale che promuove leadership e talento attraverso programmi di scambio – studio e lavoro. Aiesec ha raccolto idee per Milano capitale internazionale di innovazione provenienti da Ghana, Russia, Serbia, Cina.

La partecipazione a Expop e libera e gratuita: tutti possono intervenire, votare il progetto migliore della quinta edizione.
L’appuntamento è per il 25 giugno al Vivaio Riva (di fronte a via Arena 7) per scoprire e votare i progetti più visionari di Expop 2016.
I vincitori verranno proclamati dal 1 luglio sul sito www.expop.org

I PROGETTI SELEZIONATI PER EXPOP 2016 (in ordine alfabetico)

1.BON
Milano Capitale Mondiale del Cibo Sano. #cibosanoaMilano #EXPOP2016

bon
BON è il primo progetto finalizzato a promuovere il cibo sano e la creazione di menù salutistici e bilanciati in tutti i ristoranti e bar, tavole calde, gelaterie, bistrot e mense aziendali della città.
BON promuove menù in porzioni ragionevoli per la riduzione degli sprechi, metodologie di cottura salutari, menù gluten free e bilanciati, nonchè l’utilizzo di materie prime di origine biologica.
BON e cultura del cibo che fa bene, ed attivo in un programma di comunicazione efficace presso ristoranti, bar, tavole calde e gelaterie supportandoli con formazione continua.
BON promuoverà la creazione del primo CENTRO DEL CIBO SANO, dove i produttori locali potranno essere presenti a rotazione su base settimanale al fine di far conoscere i propri prodotti. I ristoratori potranno presentare i propri menù salutistici. Verranno realizzati convegni sul tema della sana nutrizione e verrà pubblicata la prima rivista interamente dedicata al cibo sano di Milano.
BON e un’idea di Deborah Cantarutti

2. GENERAZIONE ALTRUISTA
#GenerazioneAltruista: diamo impulso all’altruismo dei giovanissimi con una #app e un premio annuale#EXPOP2016

generazione altruista foto
GenerazioneAltruista è l’iniziativa di MilanoAltruista (www.milanoaltruista.org) per supportare la crescita di una generazione di giovani socialmente consapevoli che preferiscono fare qualcosa piuttosto che voltarsi dall’altra parte quando vedono situazioni di bisogno, violazioni dei diritti umani e civili. GenerazioneAltruista si propone di ispirare, supportare e celebrare i giovani che vogliono fare qualcosa per rendere il mondo un posto migliore. Interessa far scoprire il volontariato ai giovani (12-25 anni) che non possiedano già una motivazione forte in tal senso. Sono focalizzati in particolare sui giovanissimi.

3. MARTESANGELES
#Martesangeles:un canale Facebook per riscoprire e valorizzare i luoghi lungo #Naviglio #Martesana #MelchiorreGioia #Crescenzago #EXPOP2016

martesangeles
La valenza innovativa di Martesangeles è la Martesana in sé. Martesangeles è un canale Facebook per mettere in circolo le idee. E’ un progetto di ri-scoperta dei luoghi che si snodano dalla fine di Melchiorre Gioia a Crescenzago, toccando cio che si trova a diretto contatto con il Naviglio Martesana ma anche i luoghi limitrofi su Viale Monza. E’ valorizzare cioè far vedere cio che è stato conosciuto poco fino ad oggi sfruttando risorse già esistenti nel Naviglio ma anche implementandone man mano il significato e il valore aggiungendo a queste attività sociali/eventi in un disegno più grande. E’ una pagina con valenza ecologica che verrà supportata da campagne di sensibilizzazione in collaborazione con alcuni artisti e con gli abitanti del quartiere. Come? Mantenendo un occhio di riguardo al racconto per immagini, delle architetture industriali e non. Attraverso la creazione di eventi in co-partecipazione con i luoghi del naviglio della Martesana (es. spettacoli teatrali, pic-nic al parco, lezioni di yoga, serate a tema, ecc). Con l’organizzazione di campagne sociali che invitano a riflettere sul perché c’è bisogno dell’ecologia. Con la creazione di un brand che non si pone con termini difficili alla comunità del naviglio Martesana ma che accetta tutto e tutti con umiltà.
MARTESANGELES e un’idea di Vittorio Pascale – Vincenzo Aprile

4. MEETALE
Meetale è un incubatore di scrittori digitale: con metodi analitici scoviamo i talenti della
letteratura di domani #EXPOP2016

meetale 2
Immaginate di essere in una casa editrice e di trovare l’almanacco dove da qui ai prossimi anni vi sveleranno le classifiche dei libri più venduti, scritti dagli autori più nuovi. Adesso immaginatevi un luogo nel quale appassionati di scrittura e lettori di ogni genere si incontrano per condividere idee e crescere professionalmente. Questo è Meetale.
Meetale è un incubatore di scrittori digitale, dove attraverso metodi analitici si ha la possibilità di scovare i talenti di domani.
Ad oggi Meetale ha aiutato ha incrementare il fatturato di varie case editrici e alcuni dei suoi autori hanno vinto premi letterari nonché calato le classifiche editoriali dei top seller delle librerie.
Meetale è un progetto di Fabio Biccari

5. ORTOFISH
Portiamo a #Milano una produzione alimentare sostenibile a metrozero grazie alla rete
distributiva di una nuova #community di urban farmers.

logo_OrtofishAvatar
Ortofish si prefigge di creare la rete distributiva di una nuova community di agricoltori urbani, gli e-farmers, evolutionary farmers.
Chi aderirà a questa nuova community diffonderà a Milano una produzione alimentare sostenibile locale a metrozero, utilizzando la coltivazione aquaponica.
Questa tecnica consente una coltivazione ortofrutticola fuori suolo e associata all’allevamento ittico, dando vita a prodotti totalmente biologici con una drastica riduzione dell’utilizzo idrico, energetico e di manodopera. Gli e-farmers potranno coltivare in spazi propri, condivisi o pubblici a Milano, con la possibilità di rifornire e rifornirsi all’interno di un sistema di strutture chiamate HUB.
La rete Ortofish distribuirà così una produzione milanese di fragole, menta, zafferano, come primi prodotti a metrozero dei Milano Food Makers.
Ortofish e un’idea di Francesco Bellon e Michela Ricciotti

6. PAUSAMI
@PausamiSocial: la pausa che per #tè. A #Milano un negozio dinamico dove staccare la
spina fa bene al corpo e alla mente #EXPOP2016

pausami
Perché i coriandoli del carnevale ambrosiano sono di carta? Che cos’è la barbajada?
”Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” insegnava Ippocrate. Aspetti diversi di un sentire comune: l’uomo è composto da corpo e mente ed entrambi vanno nutriti. Quindi, il Buon Cibo è il mezzo di prevenzione per eccellenza.
PausaMI si occupa di questo attraverso l’offerta di una gamma di prodotti selezionati che vanno dagli alimenti funzionali al tè alle tisane. E’ un negozio dinamico in cui si trova di tutto: si possono assaggiare sapori dimenticati, prodotti biologici, si trovano amici e condividono attività in cui rilassarsi o riacquistare vitalità fisica e mentale. La visione? Che ci siano sempre maggiori prodotti e sempre più consapevolezza di vivere eticamente.
PAUSAMI e un’idea di Grazia Pagliula


7. SALVIAMO IL VIVAIO RIVA

Nel 2017 #Milano potrebbe perdere il suo #Vivaio. #Salviamoilvivaioriva è nato per
salvare un luogo magico, unico nel mondo #EXPOP2016

salviamoilvivaioriva 1
Nel 2017 Milano potrebbe perdere uno dei suoi luoghi più belli, l’ultimo giardino all’inglese della città: il Vivaio Riva. Scade l’anno prossimo il contratto di gestione che dà diritto alla Sig.ra Luisa Riva e alla Sig.ra Gina Gasparin di mantenere vivo e aperto a chiunque questa chicca nascosta a due passi dalle Colonne di San Lorenzo. Dopo un primo intervento di Vivaio di cinque anni fa, lo scorso maggio l’associazione – che da questo luogo ha preso il nome – ha passato la palla a due esponenti politici che già in passato si sono battuti per questo spazio prezioso: Filippo Barberis (PD) e Alessandro Morelli (Lega Nord). Entrambi hanno avanzato le loro proposte per salvare il Vivaio dei Milanesi [http://www.associazionevivaio.com/index.php/2016/05/20/salviamo-il-vivaio-riva/] ma forse non basta: un nutrito gruppo di presenti ha firmato per essere parte del comitato di #SalviamoilVivaioRiva. E’ davvero una visione che Milano possa conservare questo angolo di profumi e natura in centro città?
SALVIAMO IL VIVAIO RIVA e un’idea di un gruppo di cittadini privati

8. SO LUNCH
La #cucina diffusa online. @so_lunch = chi cucina a casa + chi pranza fuori casa. Pausa pranzo = socialità e benessere! #EXPOP2016

so_lunch
Basta panino davanti al pc! Basta sentirsi soli a casa dopo essere rimasti a casa dal lavoro! So Lunch è un progetto di cucina diffusa che trasforma la pausa pranzo in un’esperienza dove si promuove una nuova socialità urbana. Il progetto mettere in contatto persone che per svariati motivi si trovano a casa a cucinare il pranzo, con persone che non hanno il tempo di farlo ma che vogliono mangiare in modo sano scambiando due chiacchiere. Lavoratori, studenti e chi è a casa all’ora di pranzo costruiscono una comunità tra pari che trasforma una perdita (di relazioni sociali, economica, di benessere derivante da una non corretta alimentazione o oculato utilizzo degli alimenti) in un beneficio socio economico per tutta la società. Fa leva su un approccio collaborativo basato sulla fiducia e su relazioni non solo economiche. So Lunch è una piattaforma di sharing economy che genera inclusione sociale, reddito e buone prassi alimentari attraverso una community trasversale per età, reddito, cultura, esperienze.
SO LUNCH e un’idea di Luisa Galbiati

9. SPAZIO TUTTOGRATIS
#SpazioTuttoGratis è un luogo d’incontro e condivisione basato sul dono, purché in buone
condizioni e facilmente trasportabile #EXPOP2016

foto spazio tuttogratis
In un’epoca in cui non si fa niente per niente, lo Spazio TuttoGratis si propone come un luogo in cui incontrarsi e condividere oggetti in buono stato e trasportabili, fino a 5 pezzi. Promosso dalle associazioni Giacimenti Urbani (Milano) e Passamano (Bolzano) è gestito da volontari e prevede la registrazione di tutti gli eventi perché nessuno si ‘accaparri’ alcunché. L’obiettivo di Spazio TuttoGratis è di ripetere il fortunato esempio aperto a Bolzano nel febbraio 2012, trovare una location a Milano dopo il lancio in Cascina Cuccagna e la non inaugurazione di maggio 2016. Dal dono alla riparazione: “Una volta assestata la fase iniziale, si vorrebbe allargare l’attività legata al dono a quella del recupero e della riparazione organizzando laboratori di formazione per ragazzi e adulti”.
SPAZIO TUTTOGRATIS è un’idea di Donatella Pavan e Alessandro Borzaga

10. WISH (lavoro da favola)
#WISH #lavorodafavola:un soluzione visionaria per aziende che adottano il benessere organizzativo per vivere meglio senza stress. #EXPOP2016

Wish-Expop-2016
Lavorare bene per stare meglio, stare meglio per lavorare bene, un binomio che possiamo rendere reale con iniziative mirate e già disponibili. La parola chiave del progetto WISH é co- growing: il desiderio – wish di accrescere il benessere organizzativo porta ad aiutare i

lavoratori a performare meglio e quindi ad essere più felici nella loro professionalità e anche nella vita. Lavoro da Favola Associazione culturale con sede a Milano vuole portare nelle organizzazioni la cultura del benessere, perché stare bene significa lavorare meglio-
Per far cio proponiamo interventi integrati nella cultura organizzativa e gestionale che tocchino tre diverse aree: benessere fisico, benessere psicologico, benessere relazionale.
Una proposta visionaria per le aziende milanesi che vogliano lavorare al meglio, abbattendo tutti i fattori di malessere lavoro-correlati. Milano come la prima città più produttiva e ricca, senza stress; mentre l’Italia resta, sulla Costituzione, una Repubblica fondata sul lavoro, il nostro desiderio è far diventare Milano una città-stato fondata sul lavoro da favola.
W.I.S.H. – Wellness Improves Safety & Health è un progetto di Luisa Cozzi, Paola
Favarano, Adele de Prisco

SEZIONE SPECIALE AIESEC – I progetti visionari dei giovani universitari di tutto il mondo per Milano capitale internazionale di innovazione

1. Progetto: FOREIX MUSIC CITY
Dall’#Africa una proposta di integrazione e divertimento per riscoprire in città l’importanza del fermarsi grazie alla musica! #EXPOP2016
2. Progetto: MILANO GLOBAL FAMILY
#Milano diventa la prima grande famiglia globale in cui ogni membro proviene da un Paese diverso del globo #EXPOP2016
3. Progetto: NOTE BIANCHE
#Monumenti bianchi sui quali i cittadini scrivono emozioni, poesie e pensieri in un’ambiente di bellezza urbana #NoteBianche #EXPOP2016
4. Progetto: KIDS ATTACK
Una competition a misura di #bambino: con #KidsAttack le loro 5 idee più originali potranno diventare realtà a #Milano! #EXPOP2016
5. Progetto: NON-CONVENTIONAL PLAYGROUNDS
#Parcogiochi non convenzionali, a misura di qualsiasi bambino, per sviluppare creatività ed orientamento spaziale in città #EXPOP2016
6. Progetto: YOU GARDEN
Un’#app che segnala il tasso di inquinamento della tua città e ti suggerisce in tempo reale dove piantare un albero! #EXPOP2016
7. Progetto: SINDACO BAMBINO
Forse i bambini sanno meglio di noi cos’è bene per la loro città: piccoli consiglieri per aiutare i grandi. #EXPOP2016
8. Progetto: MINIMONDO
Un portale di connessione istantanea tra le città: Milano diventa centro focale ed internazionale di un’Europa unita e vicina. #EXPOP2016

Anche i progetti della sezione AIESEC verranno presentati in occasione di Expop e potranno essere votati dal pubblico.
Chiunque fosse interessato, puo segnalare la propria disponibilità a partecipare alla realizzazione dei progetti scrivendo a info@associazionevivaio.it


EXPOP si svolge sabato 25 giugno 2016 presso il Vivaio Riva, in via Arena 7 a Milano (10-21). Expop è aperto al pubblico, ingresso libero.

PER INFORMAZIONI:
Web: www.expop.org
Fanpage: http://www.facebook.com/Expop
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Brexit: le 5 grandi opportunità per Milano

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L’Europa è stata mollata. In verità non è poi questa grande sorpresa: gli inglesi verso l’Europa sono sempre stati molto freddi, specie le generazioni più anziane e gli abitanti delle campagne. Difficile oggi capire se per la Gran Bretagna sarà davvero il disastro che molti prevedono, di sicuro una grande sconfitta c’è: Londra. La capitale voleva restare in Europa anche perchè da quando c’è l’Europa unita ha ottenuto grandissimi vantaggi, diventando la capitale continentale in numerosi settori. Si può dire che l’Europa più che un Paese perde una delle sue capitali e questo, passata l’amarezza per chi ama l’Inghilterra, può rappresentare una grande opportunità per chi, come Milano, può aspirare a prenderne il posto.

Vediamo quali sono le 5 opportunità che si aprono per Milano con l’uscita della Gran Bretagna (e di Londra) dall’Europa.

Brexit: 5 nuove opportunità per Milano

  1. Ritornare ad essere una delle capitali finanziarie.
    Milano era la capitale finanziaria d’Italia. Lo è ancora, ma con l’Europa l’Italia non conta più granché, specie per la finanza. In Europa la capitale era Londra che ha acquistato quote di mercato prendendole anche a Milano. La Borsa di Milano è passata in mani inglesi e ci sono molte aziende italiane che hanno spostato la sede finanziaria nel Regno Unito. Pensare che senza Londra Milano possa di colpo ritornare ad essere una capitale finanziaria è assurdo, visto che il sistema fiscale penalizza fortemente gli investimenti. Però potrebbe spingere un governo intelligente ad adottare per Milano delle politiche fiscali agevolate per consentire alla nostra città di competere con le altri capitali europee, riuscendo così ad attirare parte dei capitali in fuga. Il modello da seguire è quello delle free zone.
  2. Riaffermare le sue eccellenze.
    Milano e Londra competono in molti settori. Per certi aspetti appaiono città simili, soprattutto in tema di eccellenze e di aspirazioni. Sono entrambi delle capitali mondiali della moda, del design, della creatività, della musica (moderna loro, lirica noi), del food, perfino del calcio. In più Londra è una capitale in settori dove Milano lo è stata in passato, come la finanza, l’imprenditoria, i media, l’istruzione. Se, come sembra prevedibile, l’uscita di Londra dall’Unione Europea la porterà ad essere più debole, questa può essere un’opportunità per Milano per riaffermare la sua eccellenza in campo internazionale, sostituendosi alla capitale inglese.
  3. Ridurre l’emorragia di imprese e di cervelli.
    Negli ultimi anni Londra ha battuto ogni record per numero di arrivi di italiani. Il nostro paese è in crisi e sono moltissime le start up che si trasferiscono a Londra per motivi finanziari e fiscali. Così come sono tantissimi giovani di grandi capacità che lasciano Milano per costruirsi la loro fortuna nella capitale britannica. Questa può essere l’occasione di ripensare per Milano politiche economiche e fiscali in grado di poter invertire la tendenza e di sfruttare il momento per porre Milano da luogo da cui si scappa a destinazione in cui si arriva. Occorrono molte riforme, specie in termini di autonomia, ma l’offerta di capitali e persone che tornano in circolo in Europa è una grande opportunità da cogliere.
  4. Diventare una Città Stato.
    Ciò che è accaduto in Gran Bretagna è anche segno di una tendenza diffusa in tutta Europa. Londra ha votato per restare, il resto del paese per uscire dall’Europa. Londra è una realtà diversa dal resto del Paese e questo le ha consentito grandi vantaggi che ora rischia di perdere. Perchè Milano possa aspirare a prendere il posto di Londra come capitale europea la condizione necessaria è che possa acquisire uno status simile a lei, quello di una città regione capace di governarsi nel modo ottimale. Una città regione che grazie all’autonomia è riuscita a svilupparsi in modo impressionante. Per cogliere questa opportunità storica Milano deve sapere puntare i piedi con il governo di Roma per ottenere l’autonomia di gestirsi in modo da poter giocare su scala internazionale il ruolo che Londra sta perdendo.
  5. Proporsi come città leader di una nuova idea d’Europa.
    Ma la Brexit è sintomo di una tendenza ancora più importante. E’ l’intera Europa ad essere in crisi: nel giro di un decennio l’Europa è diventata da luogo in cui tutti chiedevano di entrare a luogo che teme di perdere i suoi membri. La crisi dell’Europa è riflessa in ciò che avvenuto nel referendum inglese. Londra e le grandi città hanno votato per restare, ma il resto del paese ha votato di contro. Ormai le differenze maggiori non sono tra stato e stato ma sono all’interno degli stati: tra grandi città connesse tra loro e le altre aree nazionali. Un’Europa in cui il modello dello Stato risulta in crisi, deve ora riformarsi scegliendo tra essere un’Europa di città libere di competere tra di loro o restare un’Europa di Stati disomogenei al loro interno, mossi da interessi egoistici e in competizione con la stessa Unione Europea. Da Milano può partire questo rinnovamento culturale: Milano come promotrice di una nuova idea d’Europa, più coerente con la tradizione storica del nostro continente, che ha raggiunto la massima forma di civiltà nelle sue città. Da Milano può partire la proposta di un’Europa di Città Stato che sostituisca l’Europa degli Stati.

ANDREA ZOPPOLATO

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Bilancio demografico 2015: Milano e la Metropoli crescono, pressoché uniche in Italia

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Il 10 giugno, l’ISTAT ha pubblicato il Bilancio Demografico Nazionale, documento molto atteso da studiosi e analisti – anche economici – per elaborare diagnosi e previsioni sullo stato di salute della popolazione italiana. Dunque, anche della società nel suo complesso, economia inclusa.

Questo documento ha un’importanza rilevante anche per chi si occupa di politica e di visioni strategiche. Dal punto di vista milanese, in particolare, il bilancio demografico rappresenta una sorta di tagliando periodico sull’attrattività della nostra metropoli, anche in relazione alle performances dei competitors territoriali e istituzionali più prossimi (provincie lombarde e città metropolitane peninsulari).

I dati del 2015 dimostrano che il Milanese è uno dei pochissimi territori attrattivi e in crescita demografica, nonostante le secche italiche.

Nel contesto lombardo, la Città Metropolitana e la Provincia di Monza e Brianza sono gli unici territori che vedono un aumento della popolazione residente: + 12 mila meneghini e + 1500 brianzoli. Tutte le altre provincie vedono il segno meno, in particolare nella Lombardia orientale.

Allargando lo sguardo alla Penisola, fatta eccezione per le Città Metropolitane di Firenze e Bologna, che vedono un piccolo incremento dei residenti, tutte le altre entità registrano flessioni più o meno ampie (nei casi migliori qualche centinaio di persone, nei peggiori svariate migliaia). La nostra Milano, quindi, svetta di gran lunga con i suoi oltre 10.000 cittadini in più di cui abbiamo detto.

Guardiamo infine il confronto con Roma Capitale. La Città Metropolitana laziale perde circa 1.500 abitanti, ma sono ben 7.500 i “Romani de Roma” che l’anagrafe capitolina non registra più. Al confronto, il Comune di Milano segna oltre 8.500 cittadini rispetto a fine 2014.
Questi dati illustrano, in maniera plastica, il ruolo chiave svolto da Milano e dal territorio metropolitano (che include di fatto, naturalmente, Monza): Milano si conferma crocevia e luogo nevralgico nei flussi di persone che vivono e attraversano la Penisola. Una vera e propria altra Capitale. Certamente più dinamica dell’unica al momento ufficialmente riconosciuta.

Alex Storti

10 cose che farebbe Christo a Milano

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Tutto il mondo celebra l’impresa di Christo sul Lago d’Iseo. Ma suggeriamo al grande artista di fare qualcosa ancora più grande. Perchè Milano sarebbe il suo capolavoro.


10 cose che farebbe Christo a Milano

 

#1 Impacchetterebbe la critical mass

Gli automobilisti lo farebbero santo.

#2 Renderebbe i navigli un’enorme pista ciclabile

Con una lastra di vetro trasparente si potrebbe pedalare sull’acqua.

#3 Colorerebbe le acque dei navigli

Ognuno di colore diverso, arancione, giallo, verde fosforescente.

#4 Metterebbe un enorme stella sul Montestella

Una stella splendente visibile da tutta la città.

#5 Rimetterebbe le dita alla mano di Cattelan

Il dito medio si trasformerebbe in un gesto di saluto.

#6 Ricoprirebbe di prato le tribune a San Siro

Il primo total green stadium.

#7 Costruirebbe uno scivolo gigante dalla Torre Velasca alla Statale

Per far vivere l’ebbrezza dello studio.

#8 Circonderebbe Linate Aeroporto con frecce giganti

Colorate, posate a terra, tutte rivolte verso l’aeroporto, visibili da chi sta atterrando.

#9 Farebbe una’area C a forma di C e non di O

Più coerente. E pagherebbero solo gli stupidi.

#10 Metterebbe al posto della Madonnina una statua di Cristo

La sua fama sarebbe eterna.

 

10 strumenti per tagliarti la barba a Milano

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Nonostante l’hipsteria collettiva, a Milano c’è ancora qualcuno che la barba se la taglia. Ovviamente come avviene per tutto ciò che è di costume, i metodi alternativi tra cui scegliere come tagliarla sono infiniti.

Vediamo un po’ quali sono i pro e i contro di ciascun metodo.

barba10 strumenti per tagliarti la barba a Milano

#1 Usa e getta

Lametta Bic d’ordinanza. Controindicazioni: inquini come una petroliera. Per l’uomo che deve chiedere scusa.

#2 Rasoio manuale professionale

Attenzione alla lametta appena inserita, perché rischi di tagliarti la gola. Lametta nuova: massima prudenza! Non è un Bic, questo taglia per davvero. Controindicazione: sfregi.

#3 Quello da barbiere (a lama viva)

Avvertenze: o sei un barbiere o un chirurgo o lascia perdere. Controindicazione: attenzione alle orecchie. Se ti scappa il rasoio ti cade via l’orecchio.

#4 Elettrico testine rotanti

Attenzione: non è ufo robot ma sono le testine che girano. Avvertenze: surriscaldamento pelle se si tiene troppo fermo. Controindicazioni: se non ti tagli la barba da molto tempo rischi di impigliarti nelle testine rotanti e di provare la sgradevole sensazione di sentirti portare via la faccia.

#5 Elettrico epilatore

Indicato per masochisti. Strappa il pelo alla radice. Controindicazioni: Urla.

#6 Elettrico con diffusore crema incorporata

Ci domandiamo come ti è venuto in mente di comprartelo.

#7 Il vintage: lametta con pennello e tubetto di crema

Per tipi con qualche minuto in più alla mattina, ecologico perché non hai la bomboletta della schiuma. Controindicazioni: ritardi.

#8 Dal barbiere

Sei un gran signore. Non pensavamo che ci fosse qualcuno che ancora va dal barbiere per farsi la barba. Se vuoi scrivere alla redazione siamo disponibili a ricevere donazioni.

#9 Regolabarba

Per i cultori della barba, indispensabile per non presentarsi modello orso svegliato da uno sciame di api.

#10 Ceretta

Per i disturbati sessuali. Ci risulta che alcuni abbiano provato a depilarsi con la ceretta, non sappiamo se per piaceri perversi o se per confusione sull’utilizzo della ceretta.

Il Robin Hood delle start up milanesi ha conquistato Edison

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Milano sta vivendo un importante momento storico, nel quale parole come ‘innovazione’ e ‘sinergia’ sono all’ordine del giorno, almeno tanto quanto le famose ‘start up‘.

Io che di start up ne ho una ho voluto guardare a chi è più avanti di me in questo percorso, e così, dopo quattro chiacchiere ed un’intervista, ho deciso di raccontare quelle start up che per coraggio o per amore hanno deciso di avere Milano per mamma.

Sono partito da una realtà davvero innovativa e ricca di sinergie, reduce da pochissimi giorni dalla vittoria del premio Edison Pulse (http://www.edisonpulse.it/idee/sharewood) che l’ha eletta  come miglior startup innovativa nell’ambito della sharing economy.

So chiama Sharewood, ed è l’airbnb dell’attrezzatura sportiva.

Giulia Trombin and Piercarlo Mansueto of #Sharewood www.gosharewood.com #StartupItalia! #IW16
Giulia Trombin and Piercarlo Mansueto of #Sharewood www.gosharewood.com #StartupItalia! #IW16

Il suo fondatore e CEO Piercarlo Mansueto mi racconta chi sono e come il suo progetto può cambiare la vita di tutti i giorni.

Come è nata la vostra idea?

Sharewood nasce dalla voglia di viaggiare zaino in spalla e dalla passione per l’attività sportiva che accomuna tutto il team. Volevo fare un viaggio low-cost in Spagna, ma purtroppo o per fortuna, non sono riuscito a rispettare il mio budget iniziale. Anche se uno dei miei amici avesse avuto una tenda da campeggio da prestarmi, come speravo, i costi aggiuntivi all’imbarco sarebbero stati eccessivi, e per questo ho deciso di comprarla in loco. Noleggiare la bicicletta per visitare la città ci ha fatto spendere in media 70€ per mezza giornata. Surfare è stato impossibile, ci costava 90€ al giorno. La scintilla che ha acceso la lampadina è stata conoscere Shara, una ragazza di Tarifa. Lei aveva una tenda e una bici da prestarmi. Conoscerla ha dato una svolta alla mia vacanza, sono uscito con il suo gruppo di amici e mi ha dato ottimi consigli sui luoghi da visitare. Sharewood è nato da un problema; un problema che come noi incontrano tutti i 100 milioni di adventure traveler europei.

Come funziona il tuo progetto, di cosa si occupa?

Sharewood è la community di viaggiatori che condivide attrezzatura sportiva. Siamo la prima piattaforma peer-to-peer che mette in connessione i proprietari di attrezzatura sportiva come bici, sci, tavole da surf, con i viaggiatori che ne necessitano. È una soluzione win-win che permette a chi possiede attrezzatura sportiva di scegliere un prezzo per il noleggio e guadagnare; ai viaggiatori di risparmiare rispetto alle soluzioni di noleggio tradizionali e conoscere una persona locale con la stessa passione, pronta a condividere consigli utili, che solo i locals conoscono, per un’avventura outdoor anche lontano da casa. Sharewood è una community verticale di sportivi che desiderano praticare ovunque la propria passione, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei principi del turismo eco-sostenibile.
Spesso le persone rinunciano a praticare attività in viaggio per gli alti costi di noleggio o per la difficoltà di trasportare la propria attrezzatura da casa. Sharewood risolve questo problema abbracciando i principi della sharing economy. Quando si viaggia nulla è più importante di conoscere persone locali per avere consigli utili, e se sei un appassionato di ciclismo, surf, sci o campeggio un nuovo amico che condivida con te le sue esperienze. La nostra mission è diventare il primo network di riferimento per tutti gli sportivi europei che desiderano praticare attività outdoor durante i propri viaggi.

Perché avete scelto Milano?

Milano è la città dove tutto è nato. Dopo la triennale a Roma, ho deciso di trasferirmi a Milano per proseguire gli studi e sentirmi più vicino al resto d’Europa. Il fermento di questa città ha acceso la mia voglia di mettermi in gioco e creare qualcosa di grande. Senza dubbio Milano rappresenta il polo più dinamico in Italia nell’ecosistema start up, grazie al suo network di professionisti abituati a respirare l’innovazione degli ambienti europei. Avviare una start up in Italia è sensibilmente più difficile rispetto al resto d’Europa, e nonostante abbia avuto l’opportunità di trasferirmi a San Francisco con una borsa di studio, ho deciso di rinunciare e avviare il mio business a Milano. Lavorare nella sharing economy, soprattutto in Italia, è tutt’altro che banale; le persone spesso diffidano ancora del digital e sono restie alla filosofia della condivisione. Ho deciso di cogliere questa sfida perché ho capito che a Milano le persone sono pronte ad accogliere questi temi, già entrati nella quotidianità nel resto d’Europa. Credo che Milano, con i suoi pregi e talvolta difetti, possa essere il punto di partenza e il vagone trainante per portare innovazione in tutta Italia. Con Sharewood lo stiamo facendo, la nostra community in soli cinque mesi è presente in 11 regioni italiane e partendo proprio dall’esperienza maturata a Milano siamo pronti a portare il nostro business in tutta Europa.

Benefit e difficoltà di uno startupper a Milano?

Vedo Milano come un ponte. In un attimo puoi prendere un volo e raggiungere Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam, Varsavia per partecipare alle grandi competitions e confrontarti con le altre start up europee. Ogni giorno arrivano a Milano players internazionali per partecipare alle grandi manifestazioni e confrontarsi con il business italiano.
La difficlotà di essere uno startupper a Milano, ma in generale uno startupper italiano, è la difficoltà di reperire investimenti consistenti da parte di Business Angels privati. A causa dei bassi investimenti le startup italiane competono difficilmente con quelle europee perché inevitabilmente la rapidità di crescita dipende in buona parte in modo direttamente proporzionale dalla disponibilità finanziaria. Anche in caso di finanziamenti pubblici siamo penalizzati a causa della lentezza burocratica; dal giorno in cui si vince un bando all’effettiva erogazione del premio passano periodi di tempo inconciliabili con la velocità di crescita di una startup.

Come potresti migliorare la vita a Milano con Sharewood?

Milano è il luogo ideale per mettere in atto i nostri tre obiettivi: promuovere il turismo eco-friendly, la pratica sportiva, la mobilità sostenibile.
Vogliamo che i viaggiatori una volta arrivati a Milano possano essere accolti da persone pronte a condividere le loro biciclette per far vivere loro la città nel pieno rispetto dell’ambiente, evitando di inquinare ulteriormente l’aria con i taxi e le auto a noleggio per gli spostamenti. Vogliamo promuovere i valori legati allo sport in primis tra i bambini e gli studenti universitari permettendo loro di praticarlo anche se fuori sede, grazie all’abbattimento dei costi di noleggio.
La mobilità sostenibile è il principio che abbiamo più a cuore. ll beneficio ambientale legato all’utilizzo della bicicletta genera una riduzione dell’inquinamento ambientale ed acustico pari ad un risparmio superiore ai 3 miliardi di euro (OMS). A parità di distanza un ciclista consuma 200 volte meno energia rispetto all’auto, risparmiando 160 grammi di CO2 ogni 37 Km pedalati (Ivan Illich). Sono dati importanti che l’amministrazione comunale non può non tener conto nella pianificazione delle opere pubbliche, come la tanto attesa ciclabile a Milano.
Grazie alla nostra community, motivata a migliorare l’ambiente e la vita, abbiamo la consapevolezza che anche con una spinta dal basso il mondo possa cambiare.

Vendici il tuo prodotto in un Tweet

A Milano con @GoSharewood noleggi bici, sci, surf da appassionati sportivi pronti a condividere avventure outdoor.sherwood milano citta stato.

Ringrazio Piercarlo e il suo team per l’energia che mi hanno trasmesso, è evidente l’affiatamento e la voglia di creare qualcosa di grande.

SHAREWOOD IN UNA SCHEDA:

Nome startup: Sharewood

Nome fondatori: Piercarlo Mansueto

Quante persone nel team: 6

Anno di Nascita: Luglio 2015

Online da:Gennaio 2016

Profilo Twitter: @GoSharewood

Sito internet: https://gosharewood.com/

Profilo Facebook: https://www.facebook.com/Sharewood.activities/

Una webcam al 20° piano del Bosco Verticale

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webcam bosco verticale
webcam bosco verticale

Una webcam al 20° piano del Bosco Verticale: è questa l’ultima novità diMilano Panoramica che, in collaborazione con Finlibera e MilanoStanze.it, rende possibile una diretta web con tanto di storico, ora per ora, della vista su Porta Nuova e sull’evoluzione degli ultimi cantieri.

Il progetto prenderà piede in tutta la città – racconta Francesco Langiulli titolare di Milano Panoramica – dove stiamo lavorando sulle location più belle e panoramiche di Milano, prevederemo un comodato d’uso per chi vorrà installare la webcam sul proprio attico panoramico.

E’ in corso di sviluppo un algoritmo che selezionerà in automatico gli scatti dei momenti più suggestivi della giornata così da avere un album fotografico completamente dinamico e sempre aggiornato con albe, tramonti, e cieli mozzafiato da ogni parte della città. A breve metteremo a disposizione il primo servizio di webcam in comodato d’uso che potrà richiedere chi ha un appartamento con vista panoramica.”

La webcam è fruibile all’indirizzo: http://live.milanopanoramica.com/boscoverticale/

10 MERAVIGLIE che cambieranno la faccia di Milano tra 10 anni

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Milano è ricca di bellezza manifeste e ancora di più angoli nascosti da rivalutare e che una volta scoperti sveleranno cose meravigliose. Per esempio…

#1.Ospedale Militare di Baggio e Piazza d’Armi

Dopo anni di abbandono a seguito della fine del servizio militare obbligatorio, l’area immensa dell’ospedale militare è stata dedicata al primo Campus universitario italiano, dove alloggiano e studiano 20.000 studenti delle principali università milanesi.
Il campus include anche l’ex-piazza d’armi che l’esercito utilizzava per le manovre dei carri armati, divenuta il più grande parco milanese dopo Parco Sempione.

#2. Carcere di San Vittore

L’edificio a stella del famoso carcere milanese, secondo il modello settecentesco del panopticon, non ospita più detenuti ma è divenuto la sede della Cittadella della Musica, dove talenti musicali di tutto il mondo vengono per perfezionarsi e diventare grandi musicisti: dalla musica classica a quella contemporanea, al jazz, etc.

#3. Aeroporto di Linate

L’aeroporto di Linate è stato chiuso per far diventare Malpensa l’hub del trasporto aereo internazionale per i viaggiatori business del Nord Italia. Nell’area del vecchio aeroporto è stato costruito il nuovo Stadio Olimpico di Milano, dove i tifosi arrivano grazie al nuovo collegamento della metropolitana. Con grandi vantaggi per l’ordine pubblico.

#4. Cavallo di Leonardo

La più grande statua equestre del mondo, donata a Milano da mecenati americani, è stata finalmente tolta dall’Ippodromo e collocata di fronte alla Stazione Centrale ad accogliere i viandanti che arrivano a Milano con il treno. Il simbolo del genio leonardesco si può adesso ammirare in prospettiva fin da Piazza della Repubblica.

2#5. Ex-fabbrica della Lambretta (in via Rubattino)

L’edificio abbandonato delle Officine Innocenti è diventato il Crystal Palace di Milano, il più grande salone di esposizioni internazionali di arte moderna. E quando non ci sono eventi di pittura e scultura, diviene la più grande pista da ballo per festival internazionali di ogni tipo di danza.

#6. Area Expo

L’area dove si è tenuta l’Expo 2015 è divenuta la nuova sede della Banca Mondiale (che dagli USA si è trasferita in Europa, quando l’UE ha preteso il riconoscendo di azionista di maggioranza, come prevede il suo statuto). Gli Stati membri hanno dovuto scegliere una importante città europea non capitale, per una questione di indipendenza politica, e Milano si è presentata come la scelta ideale, per peso economico, qualità della vita e posizione geografica.3

#7. Tiro a segno nazionale

Dopo anni di abbandono l’edificio storico ottocentesco del Tiro a Segno è stato ristrutturato e ospita l’Accademia internazionale del Gusto dove aspiranti chef di tutto il mondo seguono corsi di cucina e perfezionano il loro talento, ottenendo un prestigioso diploma per lavorare nei più importanti ristoranti. Grazie a questa accademia, Milano è finalmente entrata nella classifica delle città più importanti per l’alimentazione.

#8. Riapertura del Naviglio

Milano riscopre lo storico dialogo con l’acqua attraverso la riapertura di un naviglio al centro di Via Melchiorre Gioia, dalla Martesana fino alla vecchia chiusa dell’Incoronata. Questa opera ha risolto il problema annoso delle periodiche esondazioni del Seveso, che adesso può sfogare nella nuova via d’acqua i suoi livelli eccessivi, senza allagare un quartiere di Milano.

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#9. Statua di Radetzky

La statua del protagonista delle cinque giornate di Milano, a cui fu dedicata la omonima marcia di Strauss, è stata regalata da Praga a Milano, in segno del comune passato asburgico. La statua del vittorioso generale austriaco, che giaceva in un deposito della capitale ceca, è stata collocata nei giardini di Via Brisa, di fronte alla storica sede di Palazzo Arconati (distrutto dai bombardamenti), già dimora privata di Josef Radetzky, che amò tanto Milano da volerci rimanere anche in pensione fino alla sua morte.

#10. Fiume Lambro bonificato

Di fronte agli esempi di bonifica del Tamigi e del Bacino della Ruhr il Sindaco di Milano, insieme al Presidente della Regione, ha ottenuto dal Governo una legge speciale che ha inasprito le norme sugli scarichi nei fiumi Lambro e Olona. Milano adesso ha la sua spiaggia sul Lambro, con punti di balneazione nei Parchi Lambro e Monluè.

UGO POLETTI

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Coreani visionari: con la pioggia le vie si trasformano in opere d’arte (IMMAGINI)

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L’estate è piovosa o le strade metropolitane sono troppo grigie e tristi? Una botta di colore arriva dal ‘basso’ e a Seul come a Boston, le pavimentazioni urbane si colorano, fioriscono, raccontano storie fantastiche non appena si bagnano un po’.

Anche in estremo Oriente come negli States è tutto merito di una vernice idrochimica, così simpatica da attivarsi e quindi rivelarsi solo quando bagnata con l’acqua.

A realizzare questi murales è stato il gruppo di designer della Corea del Sud, collettivo D&AD, insieme a Pantone.

Il risultato che si chiama “Project Monsoon“, ‘progetto monsone’ come quelli che si abbattono da quelle parti e portano 3 settimane di piogge ininterrotte ogni anno, è un lavoro di street art magica.

Per ora, però, solo visionario.

Quelli che vi mostriamo solo solo dei rendering che stanno facendo il giro del mondo e della rete.seni_mural_1_(projetc_monsoon)

Anche in questo caso, la fonte di ispirazione per le storie e le immagini narrate traggono ispirazione dalla dalla cultura sudcoreana e hanno l’obiettivo di ricreare dei fiumi nelle strade.

La pioggia ininterrotta darà fastidio, ma almeno un po’ di colore rallegrerà gli spiriti e renderà più piacevole la città. E queste due immagini del ‘com’è’ e ‘come sarà’ rende bene l’idea, no!?

strade fiorite corea milano citta stato 01strade fiorite corea milano citta stato 02

W Milano

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Congratulazioni a Beppe Sala.

Ci auguriamo cinque anni di innovazione e di progetti visionari che portino Milano a competere con le migliori città del mondo.

Evviva Milano, Evviva Milano Città Stato

“Milano in confronto alle altre città è come il sole tra i corpi celesti” (Bonvesin De La Riva, De magnalibus urbis Mediolani, anno 1288)

ETNO MAP: un ristorante straniero per ogni fermata della metro – MAPPA

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EtnoMap Milano Città Stato

Milano è una capitale internazionale del cibo anche grazie a ristoranti di cucina internazionale di altissima qualità. Vi proponiamo le nostre proposte vicine alle stazioni della metro.

La ETNO MAP si aggiunge alla nostra collezione di mappe.

TUTTE LE ALTRE MAPPE

La Restaurant Map

La Cultural Map

La Bio Map

La Vip Map

La Summer Map

La Mappa dei Locali LGBT

FRANCESCA BARTOLINO

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Primo passo del consiglio comunale verso milano città stato
Corrado Passera: Milano città stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
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I tipi di coinquilini che puoi trovare a Milano

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A Milano gli affitti sono pensati per scoraggiare chi non crede veramente nelle potenzialità della città. Diciamo che con la cifra che qui ti permette di vivere in un bilocale di 50 metri quadri, da dove vengo io puoi affittare un attico di 120 metri quadri in centro.

Quindi se proprio credi che vivere a Milano migliorerà te e la tua vita, ti tocca trovare un coinquilino.

Più facile a dirsi che a farsi.

coinquiliniI tipi di coinquilini che puoi trovare a Milano.

 

#1 Il progetto erasmus

Il massimo a cui ambire è un coinquilino straniero. I benefit sono infiniti: puoi fargli pagare anche il tuo affitto, impari una lingua nuova, ti porta alle feste erasmus, esalta per difetto le quattro croste che sei capace di cucinare tu e molti altri.

 

#2 Il frequentatore di locali

Vive la notte e dorme di giorno, come alcuni rapaci di montagna, e proprio come loro va a caccia di prede. Se la sua fit riproduttiva è scarsa nessun problema, ma se invece è capace di convincere le ragazze del suo charme, allora nessun letto è al sicuro.

 

#3 Quello che sale dal sud

Dopo lo straniero è il coinquilino perfetto perché dal sud non sale solo lui ma anche l’olio e tutta una serie di prodotti tipici che i suoi genitori gli inviano settimanalmente in quantità sufficiente a sfamare un piccolo borghetto.

 

#4 Il fumatore

A Milano chi fuma lo fa con il ritmo incalzante degli schizofrenici nel film qualcuno volò sul nido del cuculo. Quindi per quanto cerchiate di circoscrivere il suo vizio al piccolo balcone, l’intera casa saprà di posacenere.

 

#5 L’ossessivo

Primo, quel che è mio è mio e quel che è tuo è tuo. Quindi dispense separate. E poi le pulizie, i capelli nella doccia, la luce accesa, le prese salva corrente, i centesimi delle bollette e ti tic e ti tic e ti tic…

 

#6 Il proprietario

Le agenzie immobiliari hanno convinto una generazione di cercatori d’oro che conviene pagare il mutuo anziché l’affitto. Presi dall’entusiasmo molti hanno comprato e ora per pagare il mutuo devono dividere casa con qualcuno che paghi loro l’affitto. Vivere con il proprietario è praticamente come vivere con tua moglie.

Il ballottaggio di Milano Città Stato

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È finita la campagna elettorale. In tutti questi mesi Sala non si è schierato a favore del nostro progetto, di rendere Milano autonoma come sono le migliori città d’Europa.
Solo nella giornata di ieri ci ha mandato una lettera di apertura alla quale abbiamo risposto ringraziandolo, ma chiedendogli di darci una concreta opportunità di definire assieme lo sviluppo progettuale in caso di sua vittoria.

A questa ulteriore richiesta purtroppo non ha dato alcuna risposta.

Tutti noi crediamo nella sua buona fede e non pensiamo che il suo sia un gesto opportunistico dell’ultima ora.
Tuttavia, per correttezza, dobbiamo prendere atto che Parisi, al contrario di Sala, ci ha manifestato una volontà fattiva molto chiara di istituire o acquisire lui stesso le deleghe per portare Milano all’autonomia e poter lavorare insieme sui 9 progetti che la nostra associazione ha sviluppato in questi mesi:

UN PATTO DI AUTONOMIA CON ROMA
UNA FREE ZONE INTERNAZIONALE
FEEDBACK DEI CITTADINI SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
ART UP: CAPITALE DEL MONDO NELLA PRODUZIONE DI NUOVA CULTURA
UN FONDO PATRIMONIALE CON LE OPERE D’ARTE DELLA CITTA’
L’ISTRUZIONE SARA’ UN ACCELERATORE DELL’INDIVIDUO
DAL WELFARE AL RESTART
CITTA’ LEADER CONTRO L’INQUINAMENTO
LA PRIMA CITTA’ UNIVERSALE

Per questo motivo, augurando ad entrambi le migliori fortune in un giorno così importante per la nostra città, riteniamo che le maggiori garanzie per la costruzione di un processo di autonomia e crescita per Milano siano incarnate in questo momento storico nella candidatura di Stefano Parisi.

Se credete anche voi in una Milano libera di gestirsi come le migliori città d’Europa, domenica date il vostro appoggio a Stefano Parisi.

 

SEGUE RASSEGNA STAMPA DELLE DICHIARAZIONI DEI CANDIDATI SINDACO SU MILANO CITTA’ STATO

Stefano Parisi e Beppe Sala: che cosa ne pensano dell’autonomia di Milano?

Ecco le dichiarazioni rilasciate sul tema Milano città stato’.

STEFANO PARISI

(FACEBOOK), Milano, 13 MAG: 

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(Incontro con i candidati in Triennale) Milano, 30 MAG  -“Io metto sì a Milano Città Stato, ma non vorrei che uscissimo pensando che siamo tutti d’accordo, e nessuno è d’accordo. […] Circa la sostanza e la fattibilità: io partirei da dove ci troviamo oggi. Noi siamo in una situazione di forte vuoto amministrativo. Con la legge Delrio sulle province è successo un disastro dal punto di vista amministrativo. […] Quella legge va cambiata. L’elezione diretta del sindaco di Milano vuol dire che si trova un altro sindaco sopra, poi il presidente della Regione, peggio ancora. […] Così com’è adesso non è coerente dire di sì punto e basta. L’elezione diretta del sindaco con quel modello di area metropolitana vuol dire un ulteriore strato amministrativo tra il sindaco di Milano e la Regione. Quindi, io non lo condivido. Penso che quella legge sia il classico papocchio all’italiana: cercando di cambiare tutto senza cambiare nulla. […] Abbiamo dei vuoti amministrativi importanti, una disaffezione e delle distorsioni: è una distorsione che il sindaco di Milano sia anche il sindaco dell’area metropolitana, oggi. […] Credo si risolva andando verso una forte maggiore autonomia dell’area metropolitana di Milano. Questo è giusto, dobbiamo farlo. Dobbiamo capire in quali ambiti di questa autonomia si deve sviluppare. […] La metà delle tasse locali, come l’IMU, la TASI, cioè le tasse che servono per gestire la città vanno a Roma a finanziare un’amministrazione molto inefficiente. Questa è un’operazione fatta non soltanto da Renzi, ma anche dai due Presidenti del Consiglio precedenti dove sono state fatte manovre […] di risanamento e […] di alleggerimento della pressione fiscale centrale per scaricare sui sindaci. […] La cosa grave è che i sindaci hanno abbassato la testa, specie Pisapia, ed è una cosa grave perché Milano è una roba diversa dal resto.[…] Milano deve riprendere in mano il suo destino. E invece è successo che Milano ha abbassato la testa e il sindaco come i presidenti dell’ANCI, che sono sempre dello stesso partito del Presidente del Consiglio, hanno abbassato la testa, pur essendo molto arrabbiati, ma non hanno potuto fare a meno perché i meccanismi di quello che accade nella direzione del PD sono noti, e alla fine le decisioni vanno prese in quel modo. Allora, che modello vogliamo?! Vogliamo maggiore autonomia sicuramente fiscale. Autonomia vuol dire anche responsabilità. Vuol dire che a fronte di un’autonomia fiscale abbiamo bisogno di un rapporto diretto e misurabile dei cittadini con quanto pagano di tasse, per quanti servizi hanno oggi indietro. Questa cosa non c’è oggi. […] Dov’è il rapporto trasparente e politico tra qualità dell’amministrazione e pressione fiscale? Non c’è e questo va ricondotto. Come d’altronde i temi che riguardano gli ambiti di amministrazione della città metropolitana: come mai non è stata fatta nessuna politica ambientale in questi anni […] e il continuare a dire che l’unico problema è bloccare il traffico una volta ogni tanto. Il perché è perché non sono state fatte politiche di rigenerazione ambientale e del nostro patrimonio urbano. Un po’ per motivi ideologici perché bisogna lasciare tutto com’è e non bisogna toccare nulla con il risultato che più del 50% del nostro patrimonio abitativo in classe energetica C, e solo lo 0,6% sta in classe energetica A. Perchè non c’era una area metropolitana […] Bisogna fare una classe energetica in un’area molto più ampia. Come mai oggi ci troviamo ad avere gli allagamenti del Lambro e nessuno ha fatto niente in questi 5 anni? Nulla. Sì, la Regione Lombardia ha fatto degli stanziamenti, hanno avviato degli investimenti, un enorme problema perché gli investimenti sono fatti in comuni diversi da Milano che invece subisce gli allagamenti. Eppure c’erano dei poteri commissariali. Pensate a questi allagamenti se fossero successi il 30 maggio 2015 in pieno Expo. Saremmo finiti sulle pagine dei giornali internazionali. Io penso che dobbiamo andare verso questa direzione, ma avendo una chiara idea politica e amministrativa di che cos’è l’autonomia. Ed è innanzitutto fiscale, operativa, e poi amministrativa, che i poteri commissariati in questa città sono stati avuti, ma non sono stati utilizzati“.

(ARTRIBUNE) Milano, MAG 2016 – “[…] Stefano Parisi (centrodestra) evidenzia il vuoto amministrativo della Legge Delrio sulle Province: ‘Milano deve riprendere in mano il suo destino. Il modello deve essere di maggiore autonomia fiscale. Sì, ma con una chiara idea di cosa sia l’autonomia’ […]” 

(ILGIORNALE – ILGIORNALE.it) Milano, 6 GIUG : “L’hanno definito il «federatore» o l’«uomo dei miracoli». Stefano Parisi, 59 anni, è riuscito a tenere insieme Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni e ad allargare la coalizione del centrodestra a Milano all’ex ministro Maurizio Lupi (capolista di «Milano Popolare») e l’ex ministro Corrado Passera. Parisi sogna di lanciare da Milano «una rivoluzione liberale-popolare» (la chiama «Lib-Pop»). Sposato da 32 anni con Anita Frideman, vicepresidente della Fondazione Italia-Israele, Parisi è un romano che vuole difendere Milano da Roma: il minimo è garantirle più autonomia, l’obiettivo vero trasformarla in una «città-Stato».

(MILANO CITTA’ STATO) Milano, 14 GIUG: “Io mi impegnerò che succeda”: Stefano Parisi a Milano Città Stato. […] ‘Come prevede la Costituzione Milano può aspirare a questo tipo di autonomia e io mi impegnerò che succeda’.”

(METRO) Milano, 16 GIUG: “Vogliamo una Milano autonoma da Roma, da Renzi e dalla vecchia politica. Più autonomia significa libertà di gestire la città, di ridurre la burocrazia e la pressione fiscale”.

BEPPE SALA

(ASSOCIAZIONE VIVAIO) intervista a Beppe Sala, 14 MAG 2016 – “Sull’autonomia da Roma dico no per due motivi: uno, perché non credo che in Italia ci sia abbastanza maturità per un esperimento del genere, due perché penso che a Milano non dobbiamo accettare che tutto quello che oggi versiamo continueremo a versarlo. Per il sistema della perequazione fiscale a Milano si chiede in questo momento molto di più. Credo che nel lavoro che si sta facendo per portare una Local Tax, Milano deve approfittare della questione, anzi, la città metropolitana, per ridiscutere un po’ i criteri di perequazione. Oggi Milano […] versa al governo molto di più. E’ il momento di ripensarci. […] Alla fine è un NI.” “Sul tema della maturità, non è una immaturità di Milano quanto un problema delle altre città: Roma soprattutto la vedo lontanissima nel poter gestire una cosa del genere. Forse l’unica a poter gestire una cosa del genere è Milano, obiettivamente”.

(CORRIERE DELLA SERA) Milano, 16 MAG 2016 – 

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«Milano deve contare di più a Roma». Dal federalismo fiscale alla semplificazione delle procedure; dalla candidatura della città a ospitare eventi internazionali fino a diventare sede dell’Authority dei trasporti unificata a quella dell’energia: Giuseppe Sala, candidato sindaco per il centrosinistra, ripete come un mantra che «non dobbiamo perdere la spinta propulsiva che ci siamo guadagnati con Expo e su questo ci faremo ascoltare dal governo». […]

(OMNIMILANO) Milano, 23 MAG – Se ricominciamo dalla Città Stato, come sostiene il centrodestra, campa cavallo”. Lo ha detto il candidato sindaco del centrosinistra Giuseppe Sala, presentando la richiesta di maggiori fondi per la citta’ metropolitana alla presenza del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, al Circolo della Stampa”.

(LA RISPOSTA DI MILANO CITTA’ STATO) Milano, 25 MAG – “Caro Beppe, Milano è campacavallo“.

(MILANO CITTA’ STATO) Milano, GIU 2016 – Beppe Sala ha scritto alla nostra redazione impegnandosi, a sua volta, per la realizzazione dell’autonomia di Milano. Ve la proponiamo integralmente [a questo link].

Sala grazie, ma dimostraci che il tuo impegno è reale

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Caro Beppe,

la tua lettera di questa mattina ci ha reso davvero felici. Dopo mesi di impegno e sacrifici è una soddisfazione vedere entrambi i candidati sindaco che condividono un progetto che abbiamo fatto nascere e che crediamo fondamentale per la città.

Come sai, fin dalle primarie avevamo cercato di avere il tuo consenso sul nostro progetto e finalmente abbiamo ricevuto il tuo impegno per l’autonomia di Milano.

Come puoi immaginare, noi ci stiamo mettendo la faccia verso un pubblico che per noi è molto caro e a cui noi dobbiamo garantire serietà e impegno concreto per realizzare questo progetto, per portare Milano ad avere lo stesso tipo di autonomia delle migliori città europee così da poter realizzare quei progetti prioritari che possano farla diventare un punto di riferimento internazionale.

Parisi ha detto fin da subito sì a dare Milano un’autonomia come le migliori città del mondo. Così come hanno detto sì altri candidati.

Parisi ha firmato per Milano Città Stato e oltre alla lettera di impegno che ci ha inviato lunedì ha voluto incontrarci per parlare della realizzabilità dei progetti, impegnandosi ad affidarci una delega o trovare una modalità per attribuirci una responsabilità nell’attuazione del nostro progetto per Milano.

Mentre Parisi si è seduto con noi e si è manifestato sempre a favore, tu hai sempre mostrato freddezza fino a oggi.

Crediamo ci capirai se chiediamo qualche certezza in più di una lettera inviata a tre giorni dal voto.

Quindi se davvero vuoi realizzare il progetto, ti invitiamo a incontrarci entro la sera di domani, venerdì 17, per dirci che ruolo vorrai darci per metterci nella condizione di garantire i cittadini della sua realizzazione. Crediamo che capirai la fretta, ma è per noi importante poter informare i nostri lettori dell’esito dell’incontro.

Restiamo in attesa di un tuo contatto a stretto giro.

#AvantiMilano
#BellaMilano
#MilanoCittaStato

7 motivi perché l’autonomia di Milano dovrà essere una priorità del prossimo sindaco

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Il tema è importante ed entrambi i candidati sindaco ci hanno dato un loro parere: Parisi si è espresso pubblicamene a favore di una autonomia di Milano sul modello delle principali città europee, Sala è rimasto cauto. Noi siamo certi che, a parte i calcoli elettorali, se vuole governare nell’interesse dei cittadini la prossima giunta dovrà avere come priorità l’autonomia per Milano.

Per almeno 7 ragioni.

7 motivi perché l’autonomia di Milano dovrà essere una priorità del prossimo sindaco

#1 Perché Milano non può perdere terreno con le altre città d’Europa.

Negli ultimi vent’anni la tendenza diffusa nei principali Stati europei è dare poteri speciali alle loro città di punta. Londra, Madrid, la stessa Parigi hanno ricevuto una grande autonomia, assumendo una fisionomia simile ad altre città Stato europee come Amburgo, Berlino, Vienna o come le città principali della Svizzera. In tutta Europa si è compreso che le grandi città competono tra loro, oltre la stessa nazione. A questa tendenza si è finora sottratta solo l’Italia che con la riforma Delrio mette Milano sullo stesso piano di altre 13 città italiane e non le permette invece di paragonarsi ad armi pari con le migliori città europee.
Milano con la sua storia e le sue potenzialità non può perdere il contatto con le migliori città europee.

#2 Perché dare autonomia a Milano può servire a rinnovare lo Stato.

Il nostro paese è in crisi da vent’anni. Stiamo perdendo posizioni in molte delle classifiche internazionali. La crisi più evidente è dello Stato. Uno Stato la cui priorità ormai è trovare soldi per pagare gli interessi sul debito e per le pensioni. Uno Stato che aumenta lo squilibrio tra chi ha delle posizioni di vantaggio per lo più anagrafiche e chi invece è tagliato fuori da questo sistema. Uno Stato da rinnovare radicalmente: per farlo senza salti nel vuoto la cosa migliore è sperimentare a livello locale un nuovo tipo di organizzazione della comunità. Milano Città Stato può essere il laboratorio in grado di mostrare come lo Stato possa essere rinnovato nelle sue funzioni fondamentali e sappia ritrovare lo spirito originario di strumento di libertà e di uguaglianza per tutti i cittadini.

#3 Perché l’autonomia è una questione di dignità.

In ogni famiglia il figlio capace è premiato con maggiore autonomia e con una maggiore responsabilità. L’autonomia nella gestione dei soldi e del suo tempo è la premessa-base per consentirgli di crescere. Così accade nell’azienda dove chi è bravo viene premiato con maggiori poteri e maggiore autonomia. Milano è la città che merita più di ogni altra la possibilità di gestirsi in autonomia.
Ma occorre un senso di dignità da parte dei milanesi per smetterla con l’alibi del dare la colpa allo Stato, di aspettare che lo Stato risolva i nostri problemi o di lasciare che ci dica quanto e come spendere le nostre risorse.
Serve la dignità di impegnarsi perché Milano possa produrre di più per tutta la nazione, assumendosi la responsabilità di governarsi.

#4 Perché l’autonomia è consentita dalla Costituzione.

L’articolo 132 della Costituzione consente che ogni comunità di almeno un milione di persone possono ottenere lo status di regione. Un articolo che di fatto è stato anche disatteso in passato visto che ci sono regioni, come il Molise o la Basilicata, che non raggiungono la soglia minima di abitanti prevista dalla nostra carta. Milano ha il diritto di avere questo status. Ci sono diverse modalità giuridiche per fare ottenere a Milano un’ampia autonomia, serve solo la volontà politica.

#5 Perché Milano autonoma può fornire vantaggi concreti per i suoi cittadini

In Italia i principali centri decisionali sono lo Stato e le regioni, che amministrano anche i fondi europei. Se Milano diventa una Regione può raggiungere livelli di eccellenza straordinari: nella sanità, nello sviluppo delle infrastrutture, nell’utilizzo di fondi europei, nella gestione delle risorse per creare lavoro e attirare investimenti con politiche realizzate ad hoc per il territorio, nelle politiche ambientali e del verde.

#6 Perché l’autonomia dà la possibilità a Milano di sperimentare nuove forme di finanziamento

Le risorse per Milano vengono assegnate da uno Stato che è il più indebitato d’Europa. Abbiamo un regime fiscale tra i più penalizzanti al mondo per chi fa impresa e molti giovani ed aziende si trasferiscono all’estero per poter trovare migliori condizioni di lavoro.
Milano autonoma potrà mantenere sul territorio una parte delle risorse che produce e potrebbe sperimentare nuove forme per attirare finanziamenti, anche molto innovative: come quella della città universale o quella di mettere a reddito le molte opere d’arte sul suo territorio. Questo consentirebbe di attirare nuove risorse senza gravare di un centesimo sullo Stato. E questo modello, una volta sperimentato con successo, potrebbe essere poi esportato ad altre città italiane.

#7 Perché l’autonomia può rendere libera Milano di scegliere il suo futuro

La legislazione attuale è un freno al futuro di Milano, perché prevede di subire la legislazione e i poteri imposti dallo Stato centrale, senza la possibilità di avere il rapporto diretto con lo Stato, come le regioni. Questo sistema imposto definisce anche il destino di Milano: Milano nel 2025 sarà solo al 58mo posto tra le città più attrattive, subito dopo Lisbona e Nuova Delhi. E il dato più scoraggiante è che nei prossimi 9 anni la nostra città sarà una di quelle che arretrerà di più al mondo, perdendo 13 posizioni nella classifica della competitività (fonte: Hot Spot 2025, Economist). Autonomia significa poter consentire a Milano di costruire il suo futuro, scegliendo ciò che è meglio per sé e per il resto del Paese con dignità e responsabilità. In questo modo il futuro diventa ciò che dovrebbe essere: speranza di qualcosa di meglio.

Se i LIBRI celebri fossero ambientati a Milano

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Se i libri celebri fossero ambientati a Milano le trame e gli argomenti trattati sarebbero un po’ diversi. Forse persino più accattivanti di quanto non siano così.

Vediamo alcuni esempi di questo esercizio di stile alla Raymond Queneau.

Se i libri celebri fossero ambientati a Milano

#Ossi di seppia – Eugenio Montale

Ossi-Seppia

Una raccolta poetica di Eugenio Montale, con l’accento sulla A. Il poeta descrive in versi il dramma delle modelle milanesi pallide e emaciate che si trascinano per le vie di Milano durante la settimana della moda.

 

#Doppio tornio – Arthur Schnitzler

Doppio-Tornio

Piccola novella onirica che racconta la storia di un operaio della Milano di inizio ‘900 costretto a lavorare il doppio per permettere alla moglie di partecipare a qualche vizioso ditirambo in maschera. Alla fine non riuscirà più a distinguere il tornio dalla realtà.

 

#Alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust

Alla-Ricerca-Tempo

Albertine ha maturato oltre 900 ore di straordinari lavorando come copywriter per una nota marca di lupini. Vuole chiedere all’azienda di farseli pagare ma l’azienda si rifiuta, anche perché il commercio non è molto florido. Albertine intraprende così una guerra interiore ed esteriore per cercare di recuperare quelle ore con le ferie.

 

#Bella zio Tom! Che capanna! – Stowe

CapannaTom

Un giovane rampollo della Milano bene va a trovare il suo filippino Tom nel paese di origine. Scoprirà che il mare e il buon cibo si possono avere anche senza pagare l’equivalente di una finanziaria Svizzera.

#Le Affinità Elettorali – Goethe

Affinita-Elettorali

In uno scenario politico confuso Edoardo e Carlotta cercano di capire quale candidato sindaco al comune di Milano li rappresenti veramente. Risolto il dilemma si sposeranno al ballottaggio.

#Il signore dei tornelli – Tolkien

Signore-Tornelli

 

Un gruppo di giovani deve attraversare la terra di mezzo con la verde e arrivare al forum di Assago in tempo per il concerto dei Modà. Dovranno affrontare le peggiori prove attraversare i tornelli della metro di Milano.

#Il giovane Hold ’em – Salinger

Giovane-Holdem

Un giovanissimo Adinolfi sbanca i casinò di tutta l’America con un metodo infallibile per contare le carte senza farsi scoprire.

#Il giro di Milano in 80 giorni

Giro-Mondo

Il racconto del più violento sciopero dei mezzi della storia di Milano vissuto con gli occhi di un pendolare.

FRANCESCO BOZ

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Corrado Passera: Milano città stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano città stato

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5 motivi per amare Milano in bicicletta

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Milano in bicicletta

Sono cresciuta in un paesino situato in collina dove avere una bicicletta significava lanciarsi a tutta birra in discesa per poi grondare di sudore percorrendo la risalita a piedi e con tanto di bici a carico.

Era un mezzo per temerari, per veri appassionati considerando che l’unico uso possibile era di fatto solo questo. Il piacere di una lunga pedalata era un privilegio che il mio caro paesino non poteva concedere, un desiderio che mi fece promettere che, una volta adulta, sarei andata a studiare in una città di sola pianura…Parma, Cremona, Bologna, pensavo.

E in effetti vado a vivere a Perugia, una città la cui pendenza più lieve ha un angolo di 20° circa.

Per un po’ di tempo quindi, abbandonai l’idea di possedere una bicicletta optando per un motorino che, per quanto utile e comodo, non mi ha mai regalato l’ebrezza di quel “mezzuccio” esile e delicato.

Fin quando non mi sono trasferita a Milano.

Ricordo che, appena varcata la piazza della stazione Centrale, mi sono sentita come Dracula alla festa dell’Avis: biciclette, bici, tante bici, ed ancora biciclette. Rosse, bianche, nere, colorate, con cestino, senza cestino, con portapacchi, senza portapacchi, nuove, vecchie, rubate, usate e sgangherate.

Era il 10 settembre, temperatura ideale per convincere ad uscire sulle due ruote anche coloro che la bici la usano saltuariamente.

Dopo circa 2 ore dall’arrivo, scorrazzavo per Milano su una signora Graziella gentilmente prestata da mia sorella. Dopo soli due giorni, prima ancora di avere una casa ed un lavoro, avevo una bici di proprietà.

Pedalare per ore, senza particolare fatica e raggiungendo distanze notevoli è stato il più bel regalo che questa città potesse offrirmi.

Nel tempo, la passione per questo mezzo non si è mai smorzata e, ho imparato quanto potesse essere utile e piacevole usarlo in diverse occasioni e per diverse ragioni.

5 motivi per amare Milano in bicicletta

 #1 Al lavoro in bicicletta e sarete brilliant!

Usare la bicicletta per andare al lavoro è un ottimo modo per arrivare in ufficio carichi e pieni di energia. La produzione di endorfine, l’aumento della dimensione delle vene e del cuore, una migliore ossigenazione del corpo vi consentiranno un inizio di giornata a prova di bomba. Stra-consigliato prima di un’importante riunione!

#2 Se ti girano, gira in bici.

Rientri a casa stanco e per diverse ragioni ti girano anche le scatole. Sei nervoso e l’unica cosa che hai voglia di fare è sprofondare nel divano. Niente di più sbagliato, perchè non ti passerà, anzi probabilmente ti monterà. Uscire a fare una passeggiata tranquilla in bicicletta, di sera, quando le luci calano ed il traffico rallenta, è un ottimo modo per smaltire la negatività della giornata. Rientrerete in casa risanati e, dopo una calda doccia, dormirete come un neonato dopo una lunga poppata. Provare per credere.

#3 Al primo appuntamento lascia a casa la tua car.

D’accordo, è il primo appuntamento e volete fare colpo. Bene, ma non programmate nulla, non andate a prenderla/o in auto e non prenotate nessun ristorante. Uscite semplicemente in bicicletta, senza organizzare un tragitto, percorrete la città senza meta, lì dove vi piace più andare e fermatevi a caso nel primo ristorante che più vi colpisce. O, se il tempo lo permette, sostate su una panchina a mangiare uno street food. La bicicletta vi aiuterà a creare già una prima connessione, vi farà divertire, vi toglierà dall’imbarazzo iniziale di condividere un abitacolo limitato come quello di un’auto e vi renderà, agli occhi di lei o lui, un po’ più originali.

#4 Pedala Milano e con lo sguardo all’insù

Milano in bicicletta è un ottimo modo per girare, conoscere e scoprire la città. Quando camminiamo o pedaliamo, è normale e consigliabile avere gli occhi sulla strada. Ma se fate attenzione e ponete gli occhi verso il cielo, vi accorgerete di quante meraviglie questa città offra: dagli stupendi terrazzi piantumati alle statue di Palazzo Saporiti ad esempio, Milano con lo sguardo all’insù regala chicche e dettagli da non perdere.

#5 Il primo bacio in bicicletta non si scorda mai

Un classico: si esce in macchina, si va a cena, se è stata una bella serata si prosegue a bere nel dopocena e, nel riaccompagnarla a casa (se vi va bene) scatta il primo bacio. Se pensate ai vostri primi baci, sono certa che la maggior parte di essi sono avvenuti in auto. Per strada non si vede più nessuno baciarsi. E’ una tristezza. Se uscite in bicicletta, il vostro primo bacio sarà in strada, sotto un monumento, appoggiati alle mura di una palazzo d’epoca, davanti ad un bellissimo portone o a qualsiasi cosa ci sia sotto casa di lei o di lui. Di certo, sarà un bacio che ricorderete e, se piove e siete senza ombrello, lo ricorderete per lungo lungo tempo!

RAFFAELLA APPICE

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