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Una birra al Crank anche di martedì

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Numerosi studi hanno parlato di come una birra di martedì faccia bene all’umore e alla serata, perchè da che mondo è mondo, il martedì è il giorno in cui “non-ce-la-posso-fare”. Mai.

E il martedì è il giorno in cui c’è un posto che ti viene in soccorso e che ti salva la vita, con una Becks pronta ad essere finita. Quel posto si chiama Crank e lo trovi in zona Isola.

Il locale, che sembra un salotto, è una novità che ha rinfrescato via Pastrengo e in cui si vocifera che a volte avvengano cose folli e serate bellissime di cui abbiamo le prove.

I punti di forza del Crank sono: ottimi cocktail di respiro internazionale – guardare il menu per credere – e cucina vegetariana – no insalate sì vellutate – con un menu fresco fresco di stagione. E questo martedì al Crank per te una birra media ad un prezzo speciale. Se mi dici di no, mi incazzo. Lo dice anche la scienza.

Prenotandoti all’evento con Spotlime, riceverai a partire dalle 18:00 per te birra media a 3 euro invece che a 5. E il dopolavoro è servito. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione. Non dimenticare che scaricando l’app potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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Milano avanguardia nel cibo sano: processo allo zucchero

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In Gran Bretagna dall’aprile del 2018 verranno adottate imposte speciali per bibite gassate e alimenti ricchi di zucchero. Questo nasce per la crescente consapevolezza che la nostra società è una società malata di zucchero, dove le quantità ingerite superano di molto il livello necessario per il nostro organismo. Si dice che lo zucchero sarà le sigarette del futuro il cui abuso verrà fortemente ostacolato. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin finora ha escluso interventi di tal genere, ma Milano potrebbe essere il luogo dove sperimentare una politica all’avanguardia per favorire l’alimentazione sana. Perchè i danni che produce lo zucchero sono documentati a livello scientifico. Vediamo quali sono.

I più frequenti danni per l’eccesso di zucchero

L’eccesso di zucchero favorisce sovrappeso, degenerazione dei tessuti e invecchiamento precoce. Circa il 40% delle persone normopeso che abusano di zucchero ha problematiche metaboliche come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia e steatosi epatica (accumulo di grasso nel fegato). Inoltre lo zucchero:
ingrassa gli organi interni: lo fa un eccesso di fruttosio che non venga dalla frutta, ma da zuccheri e sciroppi;
aumenta il rischio di diabete: rischio che aumenta dell’1,1% per ogni 150 kcal di zucchero che assumiamo più del dovuto;
aumenta il rischio cardiovascolare e di pressione alta: non si dovrebbe eccedere oltre i 20 grammi di zucchero per la donna e i 36 per l’uomo al giorno.
rende instabili i livelli di colesterolo nel sangue: sembra che più zucchero aumenti i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, perché stimola involontariamente il nostro corpo a produrne di più.
crea dipendenza: lo zucchero ci espone ad un rischio di dipendenza che ci porta ad una sorta di escalation di dosi e frequenza di utilizzo. Lo zucchero induce, infatti, un grande rilascio di dopamina nel cervello, la sostanza responsabile della sensazione di piacere.
La dopamina non si accumula e quindi per generare nuovamente piacere la tendenza sarà quella di aumentare le dosi e la frequenza dell’assunzione.

Altri effetti

Avremo poi in ordine: maggiori attacchi di fame, maggiori cali di energia durante la giornata, irritabilità e depressione (calano quando mangiamo zucchero, tornano già dopo mezz’ora).
Secondo un recente studio pubblicato (gennaio 2016) dai ricercatori del prestigioso MD Anderson Cancer Center – Università del Texas sulla rivista scientifica Cancer Research, l’apporto di zuccheri proveniente dal cibo ha un impatto significativo sullo sviluppo del carcinoma mammario perché favorisce meccanismi infiammatori o i picchi di insulina che, ricordiamolo, è l’ormone prodotto dal nostro organismo in risposta a un aumento della quantità di zuccheri nel sangue(glicemia), ma regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. L’insulina, in sostanza, favorirebbe anche la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I che è un vero e proprio fertilizzante per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose.
Last but not least, elevati livelli di zuccheri portano tra l’altro ad acidificazione dell’organismo e favoriscono la proliferazione di microrganismi ossia batteri, lieviti muffe che esauriscono rapidamente le riserve di vitamine del complesso B (questo genera stanchezza, scarsa resistenza alla fatica, debolezza generale). Un sottoprodotto dello zucchero, ovvero l’acetaldeide inibisce l’assorbimento di minerali alcalini e di proteine portando a pensiero offuscato e stanchezza eccessiva. Mantenere l’organismo in condizione di alcalinità grazie ai carboidrati non raffinati e a un ridotto apporto di zuccheri raffinati aiuta ad allungare l’aspettativa di vita in salute.

Il nome è stato scelto dai cittadini via web

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E’ la piazza coperta più grande d’Europa.
La denominazione Palazzo Lombardia venne scelta dai cittadini con il 52,5% dei voti espressi via internet. Il Council of Tall Buildings and Urban Habitat di Chicago ha premiato Palazzo Lombardia come miglior grattacielo d’Europa per il 2012, premiandone il design, la sostenibilità e l’innovazione. È stato il primo edificio italiano a ricevere questo premio.

The Blues Against Youth al Gattò

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Il lunedì fa schifo, non dovrebbe mai arrivare, però niente, dobbiamo solo rassegnarci, anche perché il lavoro mica scompare. E gli impegni nemmeno.

Ma ci sono piccole gioie che possono allietarlo, tipo il Gattò e i suoi concerti di inizio settimana. E Spotlime. Per esempio, lo sai che oggi c’è The Blues Against Youth?

Questo lunedì si prosegue infatti con la musica e i concerti live al Gattò. Stavolta Spotlime ti fa incontrare la tradizione 100% made in the States con l’ospite della settimana: The Blues Against Youth.

Attento a non farti confondere dal nome, perchè The Blues Against Youth è un talento nostrano, una one man band blues che ha macinato un sacco di chilometri in lungo e in largo. Suona blues e si strugge di malinconia, con testi profondi e liriche stupende, tipiche del genere americano i cui pilastri ancora fanno sognare i nostri padri e qualche appassionato di blues.

Il blues, lo so è difficile a dirsi, è la musica di chi è nato vecchio dentro o chi ha delle emozioni che non riesce ad esprimere e sceglie di veicolarle con le note e le ballate poetiche.

Il blues ci sembra dunque un genere che si presta bene al lunedì, giorno difficile per la maggior parte delle persone, soprattutto dopo un fine settimana di bagordi che vorremmo non finisse mai. E il blues di The Blues Against Youth è quello che ti proponiamo per farlo passare più velocemente, questo maledetto lunedì.

La rassegna di concerti al Gattò, curata da Sangue Disken, propone, settimana dopo settimana ad artisti emergenti la possibilità di esibirsi in un posto accogliente, mentre il pubblico si darà da fare per rimediare a quella calamità naturale che è l’inizio della settimana. Come?

Con un meritato aperitivo. L’aperitivo al Gattò è una pure una di quelle scoperte che meritano. I piatti non sono mai gli stessi e il prezzo è quello adatto alle tasche di tutti. A farci da colonna sonora ci penserà The Blues Against Youth adatto a chi ha voglia di lasciarsi andare ad una serata malinconica, cercando di riscaldarsi a suon di Trebbiano e ballate.

Lasciati cullare dal giovane bluesman romano che ci dimostrerà che è possibile sopravvivere al lunedì e per farlo si avvarrà della sola voce e della sua fidata chitarra.

L’evento è gratuito. Scaricando Spotlime, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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Ancora una volta, ti consigliamo i migliori eventi del giorno. E speriamo di fartela scoprire tutta, questa città che forse ancora non riesci a chiamare “casa”.

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Aperitivo alla francese al Pastis

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Spotlime non è solo un app di eventi, è anche un modo diverso di vivere la città di Milano. E oggi ti propone un piccolo viaggio d’oltralpe al Pastis. Il colore ricorda lo sciroppo di mandorla, l’odore l’anice, la gradazione è molto forte. Aggiungi dell’acqua fredda a piacere e, se vuoi, del ghiaccio e voilà…l’aperitivo francese è servito. Il Pastis tuttavia non è solo una bevanda, è anche un bistrot vintage di Milano che ha da poco inaugurato una formula aperitivo che ci ispira parecchio.

Il lunedì propone, oltre a vini pregiati, di cui molti biologici (perché ci piace bere bene) una formula di degustazione che prevede assaggi di formaggi di un certo livello e un calice di vino IGT di Toscana, Chardonnay o Sauvignon. Il tutto a 9 euro invece che a 11 se vieni con Spotlime. L’ambiente è informale, caldo, quasi come fossi a casa tua, il bancone è rivestito in legno, gli specchi sono vintage e non manca un dehors.

Ti consigliamo di provarlo però il pastis, bevanda che ci ricorda i vicoli del centro di Marsiglia, ci porta di colpo sulle chiatte di Tolosa e ci trasporta sulla Rive Gauche di Parigi. Insieme al Kyr, infatti, il Pastis è considerato una bevanda nazionale. I francesi sono di sicuro più allenati di noi a bere questo liquido micidiale che ti riscalda a dovere, ma se non hai voglia di cambiare le tue abitudini, abbiamo la soluzione che può fare al caso tuo.

Prenotandoti all’evento con Spotlime, per te un bel tagliere da degustazione di formaggi, accompagnato da un calice di vino IGT a 9 euro invece che a 11. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione. E scaricando l’app potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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E se il lunedì è quel giorno della settimana che tutti temiamo e che ci fa sentire tutto il peso dei giorni che ci separano dal meritato riposo, qui potrai staccare la spina, concedendoti una fuga in Francia senza spostarti da Milano.

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E’ il più grande museo tecnico-scientifico in Italia

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Il Museo nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” fu aperto nel 1953 ed è il più grande museo tecnico-scientifico in Italia e uno dei maggiori in Europa.
Possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati da disegni di Leonardo da Vinci. È visitato da 500mila persone all’anno.

Dal 2005 il museo nella sua area esterna espone il sottomarino Enrico Toti. Un’altra sezione particolarmente suggestiva è il padiglione ferroviario, allestito come una vera stazione ferroviaria, completa dei rumori caratteristici. All’interno del padiglione sono conservati numerosi pezzi originali, con locomotive a vapore, elettriche e Diesel, nazionali e straniere.

Il giro divino al Nox

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Eccoci alla domenica, quel giorno maledetto in cui vorremmo fare di tutto e alla fine l’unica cosa che riusciamo a fare è passare dal letto al divano, dal divano al letto in una danza perpetua. Non riusciamo nemmeno a toglierci il pigiama, ci svegliamo tardi e non ne vogliamo sapere niente di niente di niente.

Ma la domenica è anche quel giorno in cui entriamo in scena noi che non ti diamo tregua nemmeno nel giorno più pigro della settimana e ci proviamo in tutti i modi, ti tentiamo con subdoli mezzucci e aperitivi succulenti.

Per esempio, no, metti che oggi finalmente tu riesca ad organizzare la tanto famigerata cena con i tuoi amici sopravvissuti al sabato sera, dove vai?

Ecco che entriamo in scena noi e ti portiamo al Nox.
Prenotandoti all’evento con Spotlime infatti, riceverai un regalo speciale e scaricando l’app potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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La domenica al Nox, dalle 19:30 alle 23:00, se spendi 15 euro di cibo – escluso coperto e da bere – i ragazzi del Nox ti offrono un buonNero d’Avola a volontà.

E anche oggi, si beve acqua domani.

Per qualsiasi informazione sull’evento scrivi a Spotlime. Ci trovi su WhatsApp dalle 09:00 alle 22:00 al 324 611 6144. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

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Chez Babette con Spotlime

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Garage Sale torna con una nuova edizione tutta invernale.

Questa domenica torna lo shopping cheap e di gusto a cura di Chez Babette.

Un second hand market potrai trovare l’ultima tendenza moda e quei pezzi vintage di cui non ci saziamo mai ad un prezzo contenuto, che si sa che non navighiamo certo nell’oro. Garage Sale è il luogo dove i privati cedono ad altri privati i vestiti e gli accessori che hanno amato e da cui sono pronti a separarsi.

A fare da cornice alla tua ricerca di tesori, troverai un ambiente unico degno del The Market di NY: una vera autofficina funzionante american style nel cuore di Lambrate. Dalle 11:00 fino alle 19:00 ad orario continuato, vieni a cercare il tuo must have della stagione, tanto potrai giustificare ogni acquisto con il sempreverde “ma mi serve”.

L’evento è gratuito. Scaricando Spotlime, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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BODY HEAT al KTV: il karaoke cinese a Milano

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Negli anni ’70 il Pink Elephant è stato uno dei primi night club a Milano. Sito nel bel mezzo di Paolo Sarpi, poi chiuso a metà anni ’90 e divenuto karaoke cinese a metà dei 2000, è stato preso d’assalto da un’accolita di musicisti e creativi che hanno dato vita ad una serata speciale.

La scorsa stagione Body Heat, collettivo che affonda le radici nella cultura funk, disco e house, amalgamandola con soul, jazz e boogie e facendola riposare il tempo che basti a procurarsi un altro drink, ha riscosso un successo incredibile che non intende scendere di livello nemmeno in questa di stagione.

Questo sabato, “Rocco e i suoi fratelli” ritornano al KTV. Dal primo dopocena fino a tarda notte si suonerà tanto e bene e si alterneranno a rotazione djs, cantanti e musicisti della famiglia estesa di Body Heat in un ambiente unicamente bizzarro, un immaginario estetico a metà tra discoballs e dragoni.

Noi di Spotlime lo seguiamo dagli esordi e siamo felici di poter far parte della schiera di amici che sostengono un progetto incredibile e che colpisce dritto al cuore di chiunque vada a cantare una hit, lottando per il possesso del microfono.

Solo per te, prenotandoti all’evento con Spotlime, riceverai un regalo speciale e scaricando l’app potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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Prenotandoti con Spotlime infatti, visto che la fila è abbastanza corposa, avrai il saltacoda in omaggio, senza dover aspettare al freddo e al gelo. Che vuoi di più, amico?

Ingresso con drink entro 00:00: 10 euro. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

Una volta arrivato al KTV, apri l’app, clicca su “Ottieni Bonus” e a chi gestisce l’ingresso di’ che sei con Spotlime.

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Eppure il primo Corriere della Sera fu pubblicato a Torino

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Oggi la sua sede domina in via Solferino e costituisce uno dei luoghi di maggiore prestigio della nostra città. Anche alle origini il Corriere della Sera puntò al cuore di Milano, scegliendo la Galleria Emanuele come sua sede nel 1876.

Pochi sanno che un giornale con la denominazione Corriere della Sera fu fondato dal ventitreenne Giuseppe Rovelli a Torino nel 1866, ma dopo solo due numeri il quotidiano cessò le pubblicazioni per mancanza di fondi.

The Brilliants live al Crank

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Questo sabato al Crank si celebra l’amore per la Route 66, per i pezzi da juke box, per le gonne a ruota e le danze molleggiate. Con la musica de The Brillants questa sera ti sentirai in un drive in. Ti verrà voglia di cimentarti in passi di jive, di provare a fare qualche salto acrobatico e verrai trasportato in una dimensione parallela, una San Junipero anni ’60, a base di rock’n’roll, swing, bebop e molto altro, dove tutti i nostalgici possono ritrovarsi e dire finalmente addio alla musica da club che a volte spacca i timpani e qualche altra cosa.

Un consiglio di stile per le ragazze: camicetta intrecciata in vita, boccoli e labbra rossissime. Per i ragazzi: forse è arrivato il momento di provare a usare la brillantina. Insomma, brillate tutti, cari Spotimers, questo sabato si balla parecchio.

E anche oggi abbiamo una proposta che non potrai rifiutare. Ricorda che al Crank oltre a ballare bene, si beve anche meglio, perché ha una selezione di cocktail a base di Metzcal, Gin e Rum a cui non è facile resistere. Se invece sei più conservatore, le proposte alternative ai classici Spritz e Negroni non ti deluderanno. Parola di amante del buon bere.

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Per te stasera drink+shot a 7 euro invece che a 10 euro. E “più non dimandare”. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

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Se Milano riesce a essere unita non ha rivali al mondo

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Domenica mattina mi sono imbattuto in un gruppo di immigrati che ripuliva piazza Firenze. Vedendoli mi è venuto da pensare che per 7 anni lo straniero sono stato io.

Ricordo bene quando mi sono trasferito a Berlino. Era il dicembre del 2004 e dopo aver vissuto diversi mesi in quattro altre capitali europee ho deciso che quella sarebbe stata la mia città. L’ho scelta perché allora faceva tenerezza. Era la vergogna della Germania: la città più indebitata, in crisi nera, senza identità. La Berlino del 2004 era un altro mondo rispetto a quella di oggi e mi attraeva proprio per il suo essere in pieno divenire, anche se non si capiva dove sarebbe approdata quella spinta per il cambiamento.

La Berlino del 2004 era un altro mondo rispetto a quella di oggi e mi attraeva proprio per il suo essere in pieno divenire.

La mia prima base era un materasso all’interno di uno stanzone dove dormiva un amico brasiliano che condivideva un appartamento sgarrupato con una studentessa di Aachen sulla Torstraße, strada allora fatiscente che oggi è al centro del quartiere più trendy. Loro mi hanno aiutato a trovare un appartamento tutto mio in Wienestrasse, nella parte di Kreuzberg dove “devi stare attento perchè ci sono i drogati”. Così mi dissero. L’appartamento era grande e costava 400 euro. Il wi fi era gratis perchè ci si collegava alla rete del bar di sotto. Allora a Berlino si usava lasciare le reti wi fi libere da password. L’appartamento era in ottima posizione, vicino a un bel parco, alla S-bahn, in posizione centrale anche se a Berlino ha poco senso parlare di centro. Da lì è iniziata la mia avventura in Germania. Avevo deciso di andare via all’Italia per provare ad avviare un’azienda all’estero, una sfida che trovavo affascinante. Ancor più perchè volevo occuparmi di editoria in un paese di cui non conoscevo la lingua.

Magari ci saranno occasioni per parlare delle avventure e disavventure di quei sette anni, ma passo subito al momento in cui ho deciso di andarmene via. Berlino è una città pazzesca, verdissima, ricca di persone interessanti, ogni sera ci sono mille cose da fare, di ogni tipo. Una città che in pochi anni ho visto cambiare in modo siderale, da spiantata è diventata la capitale delle start up. Personalmente non ho niente di cui lamentarmi. Mi trovavo benissimo ma c’era una cosa che mi ha reso insopportabile rimanervi e soprattutto mi ha caricato a molla per rientrare. Io sono andato all’estero per avviare un’attività e ho visto che in Germania è incredibilmente più facile che in Italia: in Germania lo Stato è tuo partner nel business, dico davvero. Ti aiuta in ogni modo. Tutto il contrario che da noi. Eppure c’era qualcosa che mi restava stretto. A Berlino restavo uno straniero. Per i tedeschi chi è italiano deve occuparsi di gastronomia e quando un tedesco dice “Gastro” intende qualcosa di minore dignità rispetto ad altri settori. Questo mi dava un po’ fastidio, c’era però un altro fattore per me insopportabile: a Berlino lo straniero può fare i suoi business, la sua carriera, ma non può occuparsi di migliorare la società o lo Stato tedesco. In questo sono inflessibili e forse è giusto così.

a Berlino lo straniero può fare i suoi business, la sua carriera, ma non può occuparsi DI migliorare la società o lo Stato tedesco.

Quando ho capito che la mia voglia di proporre soluzioni per migliorare la città in senso sociale o politico non era cosa gradita ho deciso di levare le tende e tornare a casa, anche perchè trovavo mortificante assistere al tracollo della mia città che per certi aspetti stava facendo il percorso opposto di Berlino, da capitale delle nuove imprese a città a margine dell’Europa.

Questa è la mia storia da straniero. Una lunga premessa per fare capire quanto mi ha riempito il cuore di gioia vedere stuoli di migranti in pettorina gialla lavorare la domenica mattina per pulire le nostre piazze. Con Milano Città Stato non siamo teneri quando abbiamo riteniamo che questa amministrazione non faccia abbastanza per la città. L’abbiamo criticata per la scarsa lotta contro lo smog (Articolo), per il patto di Milano che riteniamo più simile a una resa che a una conquista (Articolo) e soprattutto per l’atteggiamento remissivo verso il governo di Roma, specie nella richiesta di avere una autonomia simile a quella che hanno le città internazionali con cui Milano deve competere.

Allo stesso modo per onestà intellettuale dobbiamo applaudire quando il nostro Comune fa la cosa giusta. Questo è il caso della politica di impiegare i migranti che accogliamo nella città in lavori socialmente utili. Lavori che i migranti svolgono da volontari, senza essere retribuiti.
In questo posso dire che Milano batte Berlino, e alla grande. Lo dico per cognizione di causa: quando sono arrivato nella capitale tedesca sarei stato felice se ci fosse stato un programma in cui gli stranieri potessero svolgere dei lavori utili alla comunità. Sarebbe stato un modo per conoscere altri e soprattutto per rendermi da subito utile alla città che avevo scelto.

quando sono arrivato nella capitale tedesca sarei stato felice se ci fosse stato un programma in cui gli stranieri potesseRO svolgere dei lavori utili alla comunità. Sarebbe stato un modo per conoscere altri e soprattutto per rendermi da subito utile alla città che avevo scelto.

Ma l’iniziativa del Comune mi ispira a desiderare qualcosa di più visionario, qualcosa che potrebbe mettere le ali alla nostra città. Mi piacerebbe che avessimo l’onestà intellettuale di riconoscere assieme quando l’amministrazione fa qualcosa di buono o criticarla quando sbaglia, indipendentemente dal proprio tifo politico: noi milanesi dovremmo trovare l’unità e la dignità di perseguire il bene della nostra città, invece che dividerci in fazioni facendo da megafono a chi intende la politica come divisione o lotta di potere personale. Fare lavorare i migranti da volontari per il bene della città è una decisione intelligente, sfido a trovarne una migliore. E’ una di quelle decisioni che potrebbero innescare un nuovo modo di fare azione sociale, mettendo assieme diritto e responsabilità, con uno stile tipicamente milanese. Perché a Berlino possono essere più avanti di noi sul lavoro e sulle imprese, ma se Milano riesce a essere unita nell’innovazione e nel senso di comunità è capace di non avere rivali al mondo.

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A Milano MUSSOLINI tenne il primo e l’ultimo comizio da fascista

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mussolni al teatro lirico

La parabola di Mussolini è profondamente legata a Milano. Nella nostra città, infatti, Mussolini tenne a battesimo il fascismo col celebre comizio in piazza San Sepolcro.

Sempre a Milano si concluse la sua parabola politica, con l’ultimo comizio tenuto al Teatro Lirico il 16 dicembre 1944, quasi un presagio di piazzale Loreto. Mussolini definì quello che sarebbe rimasto nella storia come il suo ultimo comizio, il  “discorso della riscossa” e non poté tenerlo alla Scala perchè l’anno prima era stata distrutta dai bombardamenti delle forze alleate.

Fu il primo discorso pubblico di Mussolini dopo la caduta del suo governo e la prigionia sul Gran Sasso. Assistettero al comizio tra le 3.000 e le 4.000 persone. Dopo il discorso, Mussolini fece ritorno a Salò.

MILANO CITTA’ STATO

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The Sound of Live Jazz al CerVin

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Il CerVin è quel locale che hai conosciuto ed apprezzato e in cui ritorni volentieri. Se non lo conosci, ti svelo un segreto: il CerVin è uno di quei luoghi perfetti per l’autunno in cui apprezzare al meglio l’aria frizzante che deflagra a suon di vino e degustazione.

Con un’ottima selezione di vini, da accompagnare con salumi dell’alta norcineria umbra e formaggi piemontesi che ti si sciolgono in bocca, il CerVin è il posto giusto quando non ne puoi più di temaki e altri esotismi gastronomici.

Questo venerdì però al CerVin si respira aria di jazz con un live che ti sorprenderà e che sarà la ciliegina sulla torta di un locale che si sta affermando sempre di più nella realtà cittadina, a dispetto della sua giovanissima età – pochi mesi di apertura alle spalle -.

Gli artisti, chiamati a dar vita alla colonna sonora della serata, non si limiteranno ad eseguire i loro pezzi in un live che potrebbe essere bello, ma didascalico. Faranno di più: girando per i tavoli coinvolgeranno tutto il pubblico dando vita ad un venerdì sera in puro stile New Orleans. Astenersi votanti di Trump.

L’ingresso è gratuito. Prenotandoti all’evento con Spotlime, riceverai un regalo speciale e scaricando l’app potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

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Vino à porter al Ciclosfuso

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Quando vai al Ciclosfuso, l’impressione che ne hai è quella di non essere nemmeno uscito di casa. Vuoi per l’ambiente familiare, vuoi per la clientela eterogenea, al Ciclosfuso sembra di essere a casa di amici.

Molto amato dai giovanissimi e apprezzato anche da un pubblico più adulto, al Ciclosfuso si respira sempre un’aria internazionale e frizzante – grazie anche alla selezione di vini biodinamici che propone.

Inoltre, al Ciclosfuso si percepisce distintamente la passione dei proprietari per il loro lavoro, quella che mettono nel proporre agli avventori eventi e degustazioni, settimana dopo settimana, che seguono le ultime tendenze in fatto di buon bere e mangiare gourmet. Ma questa sera c’è una novità riservata a tutti gli utenti di Spotlime. Per te una bottiglia di vino ad un prezzo speciale, pronta all’uso o per venire a casa con te per festeggiare e concludere la settimana con i tuoi amici più cari, nuovi, vecchi, vari ed eventuali.

Prenotandoti all’evento con Spotlime, per te una bottiglia di vino ha il costo di 10 euro invece che 12 euro scaricando l’app potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione. La prenotazione non garantisce un tavolo, ma siamo certi che al Ciclosfuso un posto per te ci sarà sempre.

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Per la prima volta ho ricevuto l’invito alla prima della Scala

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prima scala - credit: vanity fair
prima scala - credit: vanity fair

Riceviamo e pubblichiamo.

Non guardo mai la cassetta della posta. Ma ieri mattina quando sono passato davanti al portinaio ho visto in lui una strana espressione. Quasi di istinto ho pensato alla posta. Ho guardato e c’era qualcosa di insolito. Una meravigliosa busta giallina, di sapore antico. Ho pensato all’invito per un matrimonio e invece no, quando ho aperto non ci potevo credere. Ho strabuzzato gli occhi: invito per l’opera Madama Butterfly di Giacomo Puccini, in scena al Teatro alla Scala il 7 dicembre 2016. Direttore Riccardo Chailly,

E ora cosa faccio, mi sono chiesto?

Ecco quello che ho fatto dopo aver ricevuto il mio primo invito alla prima della Scala.

Punto 1. Per prima cosa sono sicuro che è un errore. C’è un indirizzo e un numero di telefono. Verifico. E’ vero.

Punto 2. Inizio a investigare come sono finito nella lista più ambita a Milano dai tempi degli Asburgo. Provo a mandare qualche messaggio ma nessuno ne sa niente. Penso che magari ci potrebbe essere un tot di inviti assegnati a estrazione o destinati a persone comuni. Alla fine mi convinco che deve essere così.

Punto 3. Consultazione conto online. Confesso di aver fatto una cosa che può suonare strana. Ma prima di fare altro ho verificato il mio conto corrente per vedere se il biglietto mi fosse stato addebitato. Non si sa mai.

Punto 4. Vedere su google di che secolo è Puccini. Ho cercato qualche informazione in più sull’opera e su Puccini. Ho scoperto che “l’opera Madama Butterfly è un’opera in tre atti (in origine due) di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto “tragedia giapponese” e dedicata alla regina d’Italia Elena di Montenegro.
La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano, il 17 febbraio 1904, della stagione di Carnevale e Quaresima”. Da Wikipedia.

Punto 5. Scoprire se all’ouverture ci sarà il buffet. Si arriva già mangiati? Non sono ancora riuscito a scoprirlo.

Punto 6. La questione vestito. Dopo la sbornia dei primi minuti ho pensato subito al vestito. Non ho mai indossato uno smoking in vita mia. Chiamo papà. Lui ce l’ha e me lo presta. E’ felice per me, così dice.

Punto 7. E’ Sant’Ambrogio. Penso che per quest’anno niente ponte.

Punto 8. Post su Facebook. Fotografo l’invito e lo metto su Facebook. Record personale di like.

Punto 9. Corso accelerato sull’opera. Di opera non ho mai visto nulla, sempre che non conti l’Arlecchino di Soleri. Decido che domani andrò da Buscemi per comprarmi uno di quei volumetti di cd a tema.

Punto 10. Penso di chiamare Corrado, il mio amico contestatore per pregarlo quando lancerà le uova di non mirare proprio a me.

(to be continued)

Ps. Datemi consigli

Le anticipazioni sull’evento per le due ruote più grande d’Europa: dall’8 al 16

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E’ tornata a Milano l’esposizione internazionale del ciclo e motociclo, l’evento fieristico delle due ruote più grande d’Europa. La giornata del debutto è stata dedicata a espositori e stampa e la metro verso Rho Fiera è già piena di motard. Giacca di pelle, jeans, sneakers all’ultima moda, occhiali performanti, stempiatura e pelle abbronzata. Dentro è un universo senza fine di prodotti, moto, motorini, moto del futuro, biciclette, caschi, stivali, pezzi di ricambio, abbigliamento più o meno tecnico che a vedere tutto ci vorrebbero i 6 giorni di eventi, dall’8 al 16 di Novembre!

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Scelgo così di farmi portare dall’istinto e subito attira la mia attenzione un’azienda milanese, nuova, dal brand di classe, Milano 1914, che ha scelto Eicma per lanciare sul mercato i suoi prodotti, eleganti, rifiniti, cool. Abbigliamento anti vento e anti pioggia, senza protezioni, pelletteria e caschi tempestati di Svarosky, per la donna che in moto non vuole perdere il suo stile e per una cifra “accessibile a tutti”, ci spiega Sabrina Alfonso, portavoce dell’azienda in Fiera. Per chi fosse interessato a questo “brand a km 0”, prodotto tutto milanese, realizzato da artigiani fra Brianza e Triveneto, c’è un temporary store in Rinascente e a breve sarà allestito un corner in Stazione Centrale.

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Mi sposto e vedo tre bei scooter, bianchi e neri, proposti da KRC moto, completamente elettrici. L’azienda di Caserta produce solo mezzi elettrici e la cosa mi piace! Francesco, al banco dello stand KRC, mi dice che a scegliere quei mezzi sono soprattutto professionisti che usano la moto per spostarsi con rapidità e che con l’elettrico scelgono non solo di non inquinare, ma anche di facilitarsi la vita avendo accesso a zone a circolazione limitata, come i centri storici. Alla domanda su cosa chiederebbero al governo per migliorare i loro affari, la risposta è unanime “più infrastrutture – scarseggiano ancora le colonnine per la ricarica in Italia – e una politica di incentivi per chi compra elettrico”. Ricevuto, riporto!

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A questo punto, lo sguardo gentile di un signore, in un corner che pubblicizza un casco con visiera parasole a comando vocale, mi incuriosisce. Si chiama Giovanni Di Troia ed è, forse ancora senza saperlo, uno di quegli innovator/maker che stanno cambiando le sorti dell’Italia grazia a intuizioni che diventano, purtroppo ancora non spesso, realtà produttive. La sua idea non ha ancora trovato un produttore ma lui è qui per testarla con il pubblico e fino ad ora “è andata bene – mi dice. Chiunque vada in moto sa quanto sia complicato mettere e togliere gli occhiali durante la guida. Ne so qualcosa anch’io!
Giusto il tempo di distogliere lo sguardo da Giovanni, che una bici dalle ruote abnormi sembra dirmi “vieni a prendermi e non avrai più il problema di pavé scivolosi o di rotaie insidiose”. È una bike, nera, in alluminio, freni a disco anteriore e posteriore, pedalata assistita, sellino in pelle con ricamo della bandiera italiana, ruote smisuratamente larghe, una vera tentazione! Per saperne di più basterà visitare il sito della Fantic motor e digitare FatSport, è il suo nome e in questo mondo di magri, anche il nome mi piace!

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Sorrido da sola e quando torno dal mio idillio con la bici cicciona, vedo una bella ragazza bionda, seduta a terra, sfinita, che smanetta col telefono. Si chiama Veronica, fa la ragazza immagine e ha una lunga esperienza di fiere, ma questa, mi confessa “è la più fastidiosa, gli uomini arrivano in gruppi e a volte superano i limiti!”. In effetti di testosterone ce n’è a go-go qui e vuoi o non vuoi di donne se ne vedono poche, escluse modelle e hostess, che a dire la verità mi fa una rabbia vederle mezze svestite sulle moto (in fondo siamo un buon 50% del pubblico acquistante, non sarebbe ora di scendere dal sedile di dietro, rivestirsi e dettare qualche regola in questo segmento di mercato?). Lasciando da parte queste derive femministe (non dimentichiamo che oggi è anche il giorno del trionfo di Trump) mi dirigo alla conferenza stampa Internazionale sullo stile e il design nel settore dei motocicli. “Oggi più che mai – c’è scritto sul comunicato stampa – si è attenti all’estetica che fa la differenza”… Sarà il motivo per cui Hillary ha perso?

SIGNS. Grafica italiana al BASE

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SIGNS. non è solo una mostra. È un’iniziativa che, coinvolgendo vari media, intende offrire ai visitatori uno spaccato sullo stato della grafica e del design della comunicazione italiana.

L’inaugurazione, prevista per questa sera, non sarà solo il solito Opening, perché quello che succede a BASE ha sempre quel non-so-che di magico che lascia il segno. Previsto infatti anche un dj set a cura di STRA e El Capitano. SIGNS. non è solo un progetto.

L’evento è gratuito. Scaricando Spotlime, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su tutti gli eventi di Milano.

Scarica l’app

È una mostra a cura di Francesco Dondina che sarà aperta fino al 20 dicembre e che prevede in cartellone 24 progettisti italiani: Alizarina, Stefano Asili, Mauro Bubbico, Ginette Caron, Cristina Chiappini, Gianluigi Colin, Pietro Corraini Studio, Artemio Croatto/Designwork, studio FM milano, Michele Galluzzo, Italo Lupi, Gianni Latino, Leftloft, Giuseppe Mastromatteo, Armando Milani, Maurizio Milani , Obelo, Origoni/Steiner, Federico Pepe, Mario Piazza, Massimo Pitis, Luca Pitoni, Guido Scarabottolo, Leonardo Sonnoli. A ciascun progettista è destinato un tavolo che accoglie – oltre agli artefatti finiti – disegni preparatori, maquette e prototipi che offra una visiona anche del dietro le quinte.

Ma SIGNS. sarà anche un momento per ascoltare, partecipare, sperimentare attraverso un programma di WORKSHOP sul graphic design e un ciclo di DIALOGUES con i progettisti.

Ingresso gratuito. Cliccando su “Ci Vado” riceverai un promemoria dell’evento. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

Per qualsiasi informazione sull’evento scrivi a Spotlime. Ci trovi su WhatsApp dalle 09:00 alle 22:00 al 324 611 6144.

Vuoi saperne di più? Scopri Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano.

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Make Milano great again. Da Trump alla Città Stato

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Avevo previsto la vittoria di Trump. Ne ero certo per tre ragioni concomitanti che nascono dalla mia formazione psicologica, dall’aver vissuto all’estero e dalla mia esperienza nel mondo della comunicazione.

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#1 Psicologia della leadership
Quando vivevo a Berlino ho assistito alla sfida elettorale più d’alto profilo della mia vita. Era nel 2005 tra Schroeder, primo ministro uscente, e Angela Merkel che si affacciava per la prima volta come candidata alla cancelleria. Anche in quel caso i media internazionali, soprattutto italiani, vedevano con sospetto chi si mostrava più di rottura rispetto al sistema vigente. Angela Merkel veniva dipinta come una pericolosa liberista che avrebbe determinato licenziamenti e soppressioni dei diritti dei lavoratori. Quando vidi il confronto in tv con Schroeder la Merkel compresi subito che avrebbe vinto lei perchè mostrava una dolcezza e un’empatia tipicamente femminili. A guardarla, più che un pericolo si avvertiva la voglia di darle una mano, come quando è inciampata goffamente per stringere le mani ai giornalisti alla fine del confronto. La Merkel ha saputo fare emergere le sue caratteristiche distintive, mentre invece questo non è accaduto per Hillary Clinton. Basta vedere qualcuno dei suoi comizi, specie gli ultimi, per vederla recitare un ruolo non suo, quello di una persona artificiale che finge di essere quello che non è, mostrando un’aggressività e dei modi sopra le righe che mettono in secondo piano la sua femminilità. Invece di vincere come donna, ha perso recitando la parte dell’uomo mancato.

#2 Psicologia sociale
Trovo molto superficiali la gran parte delle analisi che i media italiani fanno della realtà sociale, specie se straniera. Ai tempi di Berlino non ricordo un articolo su un media italiano capace di rappresentare la realtà tedesca in modo autentico. Sembravano tutti il frutto di conversazioni interne ai circoli di giornalisti internazionali che se la suonano e se la cantano senza prendere alcun contatto con la gente che vive nel paese. Mentre sui giornali italiani la vittoria della Clinton pareva fuori di dubbio, anche perchè Trump veniva ridicolizzato come una macchietta, ho cercato altre fonti di informazioni: amici e contatti di gente che vive in America e da loro ho cercato di sapere che cosa diceva la gente dei due candidati. Quando mi hanno raccontato che molti dicevano di aver votato per Obama ma che ora avrebbero cambiato sponda o, ad esempio, che tutti i tassisti di New York erano per Trump ho intuito che fosse lui a incarnare lo spirito dei tempi.

#3 Il messaggio forte
Make America great again. Questo era il messaggio di Trump. Ripetuto fino all’ossessione in modo che arrivasse anche ai sassi. Più che un messaggio è una forma mentis. E anche qui i nostri media sbagliano: per giudicare un politico, specie se internazionale, da noi ci si aggrappa a una gaffe, a una frase infelice, mentre ciò che viene trasmesso alle persone è una forma mentale. Come gli animali anche gli esseri umani apprendono attraverso l’imprinting, l’assorbimento di una mentalità più che singole frasi. Per capirlo basta pensare a qualunque incontro che possiamo avere. Dopo aver parlato con qualcuno già ci siamo dimenticati quello che ci ha detto. Ma ciò che ci rimane è la sua positività o negatività, il modo in cui il suo modo di leggere la realtà ci ha impattato. Questo è il meccanismo di trasmissione e per questo vince chi ha un messaggio forte, chi riesce a farsi percepire come portatore di una visione di impatto, al di là delle singole parole buone solo per i titoli di un giorno. Così è stato per Trump, così era stato per Obama che col suo Yes, we can era riuscito a farsi votare dallo stesso popolo che ora si è indirizzato su Trump. Della Clinton invece non ricordo neppure lo slogan di punta. Si è messa sulla linea mediatica radical chic fatta di frasi razionali e fidandosi del modo in cui i media denigravano l’avversario.

Da Trump a Milano Città Stato
Queste ragioni mi hanno fatto sbilanciare e dire in anticipo che Trump avrebbe vinto. Al di là delle opinioni personali spero che questo fatto possa essere una lezione costruttiva per la nostra città e per il nostro Paese. In primis un insegnamento a diffidare dei media nazionali quando parlano di realtà straniere. Quasi sempre sono i portavoce di ambienti elitari distanti anni luce dalla realtà del Paese. Il secondo è per i politici. Spesso in Italia le campagne elettorali sono tutte basate sulla persona e nulla sui contenuti. Sono campagne al ribasso, in cui la strategia è del “primo non prenderle”, dell’evitare errori e gaffe, per timore di ricevere attacchi dai giornali o dai social network. Trump ha dimostrato che il più criticato spesso è quello che alla fine vince. Speriamo che questa elezione affermi invece nuovi visioni e messaggi forti, cercando di incarnare, senza paura di ricevere critiche, lo spirito dei tempi e la voglia di futuro dei cittadini. Messaggi forti vitali per il futuro dei cittadini, come quello di dare a Milano un’autonomia simile alle città internazionali con cui deve competere. Sono convinto che chi farà sua questa visione potrà conquistare il governo della città.
E’ solo questione di tempo.

Perchè a Milano mancano catene di cibo sano, veloce ed economico?

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Tornando da Londra per l’ennesima volta sono qui, a Milano, cercando un posto dove mangiare sano, veloce ed economico e non lo trovo.
Mi ritrovo così a sentire la mancanza delle soup calde d’inverno e delle super-salad d’estate di posti come Eat, Prét a Manger, Crush, Joe and the Juice, o del sushi fresco e sano di Itsu o delle bowl di verdure, carne e noodels di Wagamama.

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Qualcuno potrà pensare che ho perso il gusto della buona cucina italiana, ma in verità, l’offerta di Londra di cibo fast, healty and cheap è qualcosa che si potrebbe fare alla grande anche in Italia.
Mi ritrovo così a sognare catene di ristorazione che propongono cibo a km 0, con il nostro stile, il nostro gusto, preparato in giornata, sano, leggero, veloce ed economico. Alla portata di tutti.
Chiamo un amico milanese da generazioni e gli chiedo dove posso trovare un posto per mangiare beautifully e lui mi dice di andare in un bar. E’ vero, i bar a Milano non mancano, ma ogni volta che ci entro mi mettono un po’ di tristezza, mi sembra di essere tornata negli anni ’80.
Possibile che se vuoi qualcosa di diverso, veloce ed economico, l’unica offerta sia il burger? McDonald’s, Mama Burger, Burger King e anche Chichen&Chicken, Hello Chicken, Chicken Choice, Chicken Cottage, Chicken Hut non mancano. Ma questo è l’incubo di un vegetariano, di un vegano e di una come me che per pranzo mangerebbe volentieri una soup, una salad o un wrap, leggeri, veloci, sani ed economici.

foto3Insomma, per mangiare economico a Milano devi rovinarti il fegato con i grassi di un hamburger? Per mangiare sano, devi spendere in un ristorante gourmet? Per mangiare fast devi mangiare in una tristissima “tavola fredda”?

In attesa di catene di ristoranti dai nomi inventati del tipo: MangiaSolo, Fresco&Sano, SucchieZuppe, Italiainbocca e così via, mi siedo in un bar e mi faccio un toast pensando all’ultima zuppa di funghi di Eat consumata a Gatwick prima di partire.

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