Parlare e fare arte in modo laterale, attraverso la grafica e le parole. Un’alchimia che è ben riuscita a Daniele Cima, autore del progetto Upcycled Words, che ha trasformato le parole in opere d’arte, arricchendole di fascino e significato e restituendo loro quel vigore per cui sono nate.
28 slogan pubblicitari, per diverse ragioni mai pubblicati, scritti da 28 tra i migliori copywriter italiani, tornano a volare, grazie all’ingegno di Daniele che li ha recuperati, decontestualizzati, risignificati e trasformati in opere di arte grafica.
Martedì 17 ottobre potrai ammirare quanta creatività e bellezza viene prodotta dai maestri della pubblicità e potrai scoprire, attraverso l’arte, un nuovo modo di fare “upcycling”: riciclare, non solo ciò che è materia, ma anche i frutti dell’ingegno che sono rimasti confinati nei cassetti.
Non perdere la mostra Per maggior informazioni, visita www.danielecima.com o segui sui social upcycled words
Upcycled Words Chapter 2 Martedì 17 Ottobre, dalle ore 18 Salone d’onore – Triennale di Milano Via Alemagna 6
Non so tu, ma io stravedo per la cucina da trattoria.
Sarà che hanno un’atmosfera talmente familiare da farti affezionare, sarà che le portate sono talmente succulente da farti sognare, sarà che sono una parte fondamentale della tradizione culinaria italiana…
Insomma, sono tanti i motivi per apprezzare le trattorie.
Una cosa è certa: chiunque decida di aprirne una o anche solo di lavorarci dentro, deve avere un amore viscerale per questo lavoro e, in generale, per la cucina.
Se anche tu ti riconosci tra gli estimatori delle trattorie, allora devi assolutamente partecipare a Milano Golosa, una manifestazione che, dopo un weekend di prelibatezze, ancora fino a oggi riempirà il Palazzo del Ghiaccio di eventi: tra degustazioni, cooking show, laboratori e altri appuntamenti imperdibili, potrai assaporare il tema di quest’anno, “Panino, Amore e Fantasia“.
A questa manifestazione parteciperanno tantissimi artigiani della buona cucina: potrai lasciarti trasportare dal gusto dei piatti regionali della tradizione delle Premiate Trattorie Italianee lasciarti tentare da PaniniAamo, un’area interamente dedicata al pane imbottito in collaborazione con l’Accademia del Panino Italiano.
Ti aspetta un lunedì di buona cucina: non farteli scappare.
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Mentre la Spagna è incendiata dagli esiti del referendum in Catalogna, la Lombardia si prepara molto più sobriamente ad affrontare il referendum sull’autonomia il 22 ottobre. Anche se si tratta di un referendum consultivo, quindi privo di effetti giuridici, è comunque il primo referendum, insieme a quello in Veneto, che potrebbe portare all’applicazione dell’articolo 116 della Costituzione, che prevede che “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (…) possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata”. Fino ad ora mai in Italia è stato applicato questo comma e, dunque, Lombardia e Veneto si candidano come le prime regioni che potrebbero vedere incrementata la loro autonomia. Ma vedendo quello che sta succedendo in Spagna, la domanda che molti si pongono è: quali sono le differenze tra il referendum in Catalogna e quello in Lombardia (e in Veneto)? Noi ne abbiamo trovate sette.
Le differenze tra il referendum della Lombardia e quello della Catalogna
#1 unilaterale vs autorizzato
Il referendum in Catalogna non è mai stato autorizzato dallo stato spagnolo. E’ stato un atto unilaterale del governo catalano in contrasto con i principi costituzionali. Questo ha scatenato l’intervento delle forze di polizia per impedire il voto e sta innescando lo scontro tra Spagna e comunità autonoma della Catalogna. In Lombardia è tutto diverso: il referendum è stato autorizzato dallo stato italiano e dalla corte costituzionale, si inserisce nell’assetto costituzionale attuale (in particolare con l’articolo 116) e non si prevede alcun intervento ostativo da parte delle forze dell’ordine nazionali o locali.
#2 indipendenza vs autonomia
Il referendum in Catalogna è stato molto chiaro: si votava per trasformare la regione in stato indipendente. Per fare diventare la Catalogna uno stato europeo, separato dalla Spagna, con sue istituzioni e con una sua nazionale sportiva. In Lombardia lo scenario è molto diverso. Quello che si chiede è di poter accedere a forme di autonomia maggiore, che potrebbe essere simile a quella delle regioni a statuto speciale.
#3 divisione vs unità tra le forze politiche
In Lombardia tutti i partiti sono per il SI, almeno in teoria: i due leader delle principali coalizioni che si sfideranno nelle elezioni regionali, Gori e Maroni, si sono espressi chiaramente per il SI. Così come il movimento 5 stelle. In Catalogna c’è invece una frattura tra i movimenti indipendentisti e gruppi unionisti che vogliono mantenere l’unità nazionale.
#4 i timori dell’Europa
Molto diverso l’atteggiamento dell’Unione Europea nei confronti dei due referendum. Là è molto spaventata, mentre qua le interessa poco. Anche perchè l’Europa promuove il decentramento amministrativo e l’Italia ha ancora uno degli assetti più centralisti d’Europa.
#5 se vince il sì non succede la rivolta
Uno è più caliente, questo è molto più sobrio. Soprattutto negli effetti: il sì in Catalogna ha scatenato il finimondo, mentre se dovesse vincere il sì in Lombardia non cambierebbe nulla. Sarebbe semplicemente l’attestazione di un desiderio da parte del popolo lombardo di accedere a un livello superiore di autonomia. Perchè tale desiderio possa trasformarsi in realtà occorrerà percorrere un iter politico e legislativo tutt’altro che scontato. Se invece dovessero vincere i no allora è certo che la Lombardia manterrà definitivamente l’attuale status di autonomia.
#6 il fattore identitario
In Catalogna esiste un sentimento indipendentista che non è mai venuto meno nei secoli da quella che viene definita l’occupazione della regione da parte dello stato spagnolo. L’identità di popolo si esprime in diverse forme, tra cui una lingua che viene utilizzata in modo ufficiale. In Lombardia non esiste un sentimento indipendentista minimamente paragonabile. La Lombardia è deciso di fare parte dello stato italiano attraverso un plebiscito e anche se esiste una lingua, nessuno la usa.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Creattività, Philip Kotler, Milano, IULM e Markethink queste le parole chiave dell’evento a porte chiuse che ha visto, come ospite d’onore, uno dei maestri indiscussi del Marketing mondiale: Philip Kotler. Due ore di evento super blindato nel quale si è assistito, in una sala messa a disposizione da IULM, ad un dialogo sul marketing e non solo. Da una parte il milanesissimo Massimo Soriani Bellavista che si caratterizza nel panorama della formazione ispirandosi alla creatività e all’emozione e dall’altra lo statunitense super senior marketing Guru, Philip Kotler. Qui di seguito vi proponiamo la conversazione dei nostri due inviati.
Luisa Cozzi: Cosa ci fa un ingegnere informatico alle conversazioni in esclusiva con uno dei maestri mondiali del Marketing? Marco Torchio: come ingegnere ho sicuramente un’impostazione e forma mentis molto più pragmatica di un “markettaro”,-passatemi il termine- ma sia per il lavoro che faccio in ambito web e quindi molto legato alle esigenze del marketing, sia per mio interesse personale, sentire e ragionare di marketing puro è stato molto interessante, ed anche formativo.
L: IULM, l’Università di Comunicazione e Lingue, è la location meneghina ideale per ospitare un personaggio di questo calibro, se parliamo di Comunicazione e Marketing, pensi ci siano altri Atenei milanesi che avrebbero potuto fare da cornice ideale per questa super conversazione? Se sì, quali e perché? M: IULM sicuramente è molto adatto, ma anche Bocconi potrebbe esserlo perché anche in quell’Ateneo vengono affrontati questi temi. Non a caso in platea c’erano vari bocconiani. Comunque, a prescindere dalla location, credo molto che una contaminazione di questi argomenti in altre discipline potrebbe essere interessante ed utile. Quindi, con un po’ di campanilismo, un incontro di questo tipo si potrebbe fare anche al Politecnico di Milano.
L: Noi di Milano Città Stato, perché: un’esigenza o un auspicio? Personaggi come Philip Kotler potrebbero portare, a tuo avviso, dopo averlo ascoltato, studiato e compreso nella sua interezza, un’ispirazione creativa e comunque un modo nuovo di proporre la città stato milanese? M: Milano Città Stato è sia un auspicio che un’esigenza. Sia per questioni di ordine politico statale, sia per quelle più pratiche relative alla vita dei cittadini ed al loro rapporto con le istituzioni, a tutti i livelli. A questo proposito, considerazioni come quelle di Kotler applicate ad esempio ai servizi al cittadino, ossia con la giusta attenzione alle esigenze, all’interfaccia, al modo di porsi e così via, sarebbero sicuramente utili.
L: Qual è la lezione o l’ispirazione che ti porti a casa dopo due ore di Markethink? Oltre alla penna gialla con una lampadina che si illumina quando hai un’idea? M: La cosa che più mi ha colpito, nella sua semplicità, è stata l’idea di portare l’insegnamento del marketing anche nelle scuole primarie. Kotler ha provocatoriamente parlato perfino di scuola elementare, ma più concretamente credo che introdurre questa materia almeno alle Superiori sarebbe sicuramente utile, a prescindere dall’indirizzo di studi. Il marketing come disciplina umanistica prima che di business, che considera esigenze e bisogni delle persone in generale, e che infine si coniuga sul business o, tornando in ambito civico, sui servizi ai cittadini.
In una Milano distopica replicanti dalle stesse sembianze dell’uomo vengono fabbricati e utilizzati come forza lavoro nelle colonie extra-terrestri. I replicanti che si danno alla fuga o tornano illegalmente sulla Terra vengono cacciati e “ritirati dal servizio”, cioè eliminati fisicamente, da agenti speciali chiamati blade runner. Il poliziotto Rick Deckard, ormai fuori servizio, accetta l’ultima missione per dare loro la caccia.
Se Milano fosse come in Blade Runner
#1 Piove sempre
#2 C’è sempre la nebbia
#3 L’inquinamento oltre ogni soglia
#4 In città abitano solo i poveri e i delinquenti
#5 Street food ovunque
#6 Banner pubblicitari enormi
#7 Cibo cinese dappertutto
#8 Spazzatura come scenografia
#9 Traffico fermo. La gente vive nelle macchine: hanno la proprietà privata di quel pezzo di strada
#10 I pedoni camminano sopra le macchine. Solo i Suv riescono a muoversi perché vanno solo sulle macchine
#11 I pianoterra delle case non esistono più
#12 Sciopero perpetuo dell’Amsa. Anche perché non riesce a passare
La diretta streaming degli eventi di Destinazione Nord. Tra gli eventi segnaliamo sabato alle 10.30 “L’Italia del futuro” con Salvatore Aranzulla. Nel futuro dell’Italia ci sarà spazio per Milano Città Stato? Al Palazzo delle Stelline.
Il cibo di strada proveniente da tutta Italia sarà proposto durante lo Streeat Food Truck Festival: ape car, carretti, furgoncini, biciclette, roulotte, moto e rimorchi allestiti con piastre, forni, friggitrici, bollitori e griglie popoleranno il Carroponte di Sesto San Giovanni da questo venerdì fino a domenica.
Troverai pietanze gustose, fresche, genuine e al giusto prezzo, accompagnate da ottime birre artigianali locali dei più rappresentativi produttori Italiani, vini naturali e biologici e cocktail da sogno, senza dimenticare le gustose centrifughe di frutta e verdura.
Tantissimi sapori e profumi per delle giornate all’insegna del buon cibo e della buona compagnia per passare un weekend col sorriso stampato sul viso, la pancia piena… e l’ingresso gratuito.
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-Pronto! Ciao, Andrea Ciao Fabio, ho visto che sei lanciatissimo -Lanciatissimissimo Ma cos’è che combini?
-Diciamo che ci siamo quasi sto pensando di fare una tre giorni di eventi, il 13, 14, 15 ottobre, per discutere di politica, di innovazione, di casa. Ci sei anche tu tra l’altro Lo so che mi hai messo dentro -Il buon sabato si apre con l’innovazione alle ore 10.30 in corso Magenta alle Stelline, ci sarai tu
ZZZzzzzzz
-Le Poste, fondazione Cariplo e infine Salvatore Aranzulla che ci spiegherà come si può entrare nel futuro partendo anche dal basso.
ZZZzzzzzz
Ma già circolano le voci, Fabio: dov’è che vuoi arrivare?
-Voglio arrivare a creare qualcosa. Questo è un embrione: 9 eventi in tre giorni. Si parte con Maroni e Toti. Poi Gori, chiude Sala con Bucci
ZZZzzzzzz
-Io voglio creare un punto di incontro che non sia partitico, quindi non deve essere una festa dell’Unità, non deve essere una festa di partito, deve essere un punto di incontro per discutere di temi ampi con l’eccellenza della politica e di chi gestisce poi i servizi e della vita comune. Quindi, se questa andrà bene ce ne saranno altre e allora si potranno fare mille cose.
ZZZzzzzzz
-La verità è che la questa città secondo me ha bisogno di spazi di discussione. Penso che questa è una partita interessante, una partita che mi gioco in prima persona, vediamo un’attimino cosa riusciamo a fare. Tra l’altro ci sono un sacco di colleghi giornalisti che vengono a moderare. Ci sono un po’ tutti, diciamo. Sono molto contento
ZZZzzzzzz
Quindi si parte venerdì, venerdì pomeriggio
-Si parte venerdì alle 15.30 con Toti e Maroni che ovviamente parlerà di referendum, di nord eccetera eccetera. Poi la sera alle 21 c’è Gori lo sfidante di Maroni. La mattina dopo alle 10.30 l’accoppiata Zoppolato-Aranzulla che farà scintille e alle 15 si passa a gente che ha recitato un ruolo anche primario in Italia ed è divertente metterli uno contro l’altro: sulla Giustizia parleranno Di Pietro e Mastella
ZZZzzzzzz
-E poi la domenica alle 15 ci saranno tutti i vertici della politica regionale e si chiude con il sindaco Beppe Sala e il sindaco di Genova Bucci. Poi si chiude tutti perché si deve andare a vedere il derby. Si finisce presto. Verso le sette via tutti. E andiamo a guardarci il derby.
Fabio prima di chiudere, dimmi un’attimo invece settimana dopo il referendum: Tua previsione: Affluenza uguale a?
-Io penso che Maroni potrebbe festeggiare se arriva al 39%
Ok, va bene, dai vediamoci per una birra
-No, ci vediamo sabato
Ci vediamo sabato mattina
-Non ti voglio vedere in canottiera, elegante no magari elegantissimo no: creativo. Mi raccomando.
Ognuno ha le sue piccole passioni che gli rendono più deliziosa la vita. Anch’io ne ho. In questo periodo sono queste le sfiziosità che trovo irresistibili. Ho deciso di condividerle con voi.
7 piccole, irresistibili sfiziosità che mi fanno gustare di più Milano
Peck è un’istituzione a Milano. Si trova in via Spadari, una delle vie simbolo del gusto a Milano. All’interno ci sono delle sfiziosità irresistibili. Personalmente sono dipendente della marmellata alla pesca, prodotta da un coltivatore di Sondrio appositamente per Peck. Tra le altre chicche segnalo i carciofini mignon a 800 e passa euro al chilo. Quasi come il caviale.
Scordatevi la classica torta di mele. Questa è un connubio di pastafrolla alla base. E quello ci siamo. Poi ci sono le mele ridotte a purea strabuonissima. E poi sopra c’è una copertura che ricorda un crumble, ma in realtà sembra fatto di pastafrolla setacciata. Straordinarie anche la torta di pere e cioccolata e la crostata di fragoline di bosco.
Dalle ore 18 fino alla chiusura. Appena entrati sulla sinistra una deliziosa signora giapponese offre un rotolino di sushi in salsa di soia, normale o piccante. A volte nel dubbio su quale supermercato scegliere, vado in piazza Gramsci solo per questo assaggio gratuito. Nell’assortimento gourmet del supermercato segnalo il pesto Novella, di gran lunga il miglior pesto preconfezionato che si trova in città. Direttamente da Recco, quasi introvabile. Da abbinare agli gnocchi di patate della stessa marca.
Fino a qualche tempo fa si trovavano in prevalenza tipi di avocado di qualità perfettibile. Ma ultimamente gli avocado dell’Esselunga sono i migliori sulla piazza. Di qualità Haas o Gem sono perfetti per livello di maturazione e consistenza.
Un burger di quinoa e zucchine con melanzane e pomodori. Molto sfiziosa la crema di basilico che si amalgama alla perfezione. Superdelizioso, meglio di un hamburger di carne. Si rischia la dipendenza.
Un piccolo negozio già diventato cult nella zona della stazione. E’ ricavato da un pezzo del fioraio accanto: i figli del fioraio si sono fatti dare una parte del locale per gestire un bar fortemente orientato ai prodotti naturali. Ultimamente non riesco a fare a meno di prendere lo smoothie DOC, costituito da prugna, arancia ed erba di grano. Importante: prenderlo con il latte di riso (evitare quello di soia).
Al confine con Chinatown, a due passi dalla Martesana di via Sarpi, dove si trovano dolcetti in stile francese, c’è questa gelateria siciliana. Piccolina con un paio di tavoli, ha ottimi gelati anche se il prodotto fuoriclasse è lei: granita di mandorle siciliane doc.
E voi, quali sono le vostre piccole, irresistibili sfiziosità che trovate a Milano?
VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO? SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA. SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)
Dopo oltre un secolo, nel 402 dC Milano perse il titolo di capitale dell’impero romano d’occidente. Per la minaccia delle invasioni barbariche l’imperatore Onorio decise di spostare la capitale a Ravenna, più lontana dai confini e meglio collegata con Costantinopoli.
Milano era diventata capitale nel 286 su scelta di Diocleziano, a seguito della divisione dell’Impero romano da parte di Diocleziano. Milano fu eletta sede imperiale per l’importanza militare, politica ed economica che la città possedeva.
E’ un localino piccino picciò sito in una perpendicolare tra viale Bligny e via Beatrice d’Este, Via Patellani 4, e passa quasi inosservato.
Una volta che ci entri, però, ti si apre un mondo, a cominciare da tutte le immagini e le emozioni che ti scaturisce il furgoncino Volkswagen arancione al suo interno. Cosa ci fa lì? Semplice: funge da bancone bar alternativo.
Questa è la caratteristica più visibile, oltre alla lunga fila di gente che si accalca negli orari di punta.
Un’altro dettaglio che fa la differenza sono i tanti poster e la segnaletica stramba attaccati alle pareti rustiche di questo locale, ma anche il muro completamente tappezzato di pagine di vecchi libri… o, ancora, i tavoli dipinti con i volti dei grandi cantautori italiani, da De Andrè a Guccini.
Tutto ciò in un’atmosfera raccolta, in penombra, mentre ti lasci trasportare dalla musica (dall’ottima musica, aggiungerei) che echeggia tra le pareti di questo locale suggestivo e accogliente.
Ti consiglio di andarci, qualche volta: le birre sono buone,i vini di più… e l’ingresso è gratis.
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Facciamo un confronto: pagare una multa presa in Francia vs una multa presa a Milano.
FRANCIA Mi arriva dalla Francia una raccomandata. E’ un verbale di contravvenzione per avere superato il limite di velocità sul tratto di autostrada Mentone- Nizza. Il bollettino è in italiano e mostra le possibilità di pagare la multa da casa mia con carta di credito, bonifico o via smartphone. Scelgo di farlo sul web. Ecco i passaggi (invito tutti a provare): 1. Vado sul sito: https://www.amendes.gouv.fr. Mi si apre la pagina italiana. Clicco la scritta in evidenza: “pagare la contravvenzione o effettuare il deposito” 2. Nella seconda schermata inserisco il numero di pagamento elettronico che trovo in evidenza sulla multa insieme al codice chiave 3. Terza schermata mi manda direttamente sul pagamento della carta di credito. Inserisco dati e click, il pagamento viene autorizzato. Tempo impiegato: un minuto. Non ho dovuto neppure inserire miei dati personali o quelli dell’automobile. Presumo che allo Stato francese non interessi chi paga, l’importante è che la multa sia saldata. RISULTATO: 1 MINUTO
MILANO Mi è arrivata una multa per divieto di sosta. Di solito per pagare le multe vado con il bollettino, un po’ antiquato, in tabaccheria. Ma dopo l’esperimento francese, provo a vedere se si può fare lo stesso a Milano. Sembra di sì. Ecco in diretta cosa bisogna fare: 1. Trovo la pagina “Multe” sul sito del comune (non è facile, per farlo alla fine devo ricorrere a google) 2. A quel punto clicco per procedere ma mi chiedono lo SPID 3. Scopro che per ottenere lo SPID, bisogna registrarsi su un provider tra Aruba, InfoCert, Namirial, Poste Italiane, Register, Sielte e TIM 4. Mi dico bene!, sono già iscritto su Aruba. 5. Vado su Aruba, mi registro, ma non trovo nessuno SPID 6. Inserisco nel motore di ricerca SPID, ma non risulta nulla 7. Apro la chat e scrivo “Salve, vorrei attivare l’identità digitale, ma non riesco a trovare l’accesso. Dove posso andare?” 8. Dopo due minuti mi risponde Maurizio della chat: https://www.pec.it/richiedi-spid-aruba-id.aspx 9. Ringrazio Maurizio e accedo alla pagina Richiedi SPID
10. Vedo il tasto accedi al servizio. Clicco con fiducia, ma mi chiede i codici SPID. 11. Per il codice SPID Aruba mi propone l’opzione: “iscrizione da cittadino” o “impresa” più diversi servizi premium 12. Scelgo opzione cittadino. Prima schermata mi dice costo zero euro. Vado avanti 13. Nuova schermata mi dice che devo procedere con un riconoscimento. Le opzioni sono “riconoscimento de visu con webcam” (costo 14,90 euro), opzione con “TS-CNS, CNS, CIE”. Significa con un tesserino di riconoscimento (gratuita). Opzione con firma digitale (gratuita). Scelgo opzione con TS-CNS, CNS, CIE. Proseguo 14. Nuova schermata. Aruba mi chiede di nuovi i dati di accesso per completare l’iscrizione. 15. Accedo per completare l’ordine. Trovo schermata con miei dati. Devo solo aggiungere il numero di telefono. Proseguo 16. Schermata con riepilogo dati e autorizzazione al trattamento dati. Confermo 17. Schermata con “Ordine confermato”. I dati mi arriveranno sulla casella di posta elettronica. 18. Mail ricevuta, la apro. Mi dice di aprire un link e di seguire le istruzioni. Clicco 19. Entro e mi trovo una schermata in cui inserire le mie credenziali SPID di primo livello di cui serve un codice di verifica. 20. Mi dice che il codice di verifica è stato inviato al mio servizio di posta elettronica. 21. Mi mandano codice di verifica via mail mail. La apro e clicco 22. Mi chiedono conferma del numero di telefono. Clicco salvo e prosegui. 23. Mi dice che il codice di verifica è stato inviato al mio numero di telefono 24. Apro messaggio e trovo il codice di verifica. Inserisco il codice 25. Mi dicono che mi hanno inviato la seconda parte del codice via sms 26. La schermata mi dice che ora ho il codice di emergenza formato per la prima metà da quello inviato via mail, per la seconda quello inviato nel secondo sms. Clicco completa la registrazione 27. Confermo di nuovi i dati. Proseguo 28. Inserisco i dati del mio domicilio. Proseguo. 29. Devo inserire i dati del documento. Scelgo la carta di identità. Alla domanda sul numero, mi accorgo che ci sono due numeri sulla carta di identità elettronica. Uno in alto a destra, uno in basso a sinistra. Provo quello in alto a destra. Inserisco e proseguo 30. Mi chiedono di confermare tutti i dati. Confermo 31. Si passa al riconoscimento 32. Mi dicono:
33. Ahia, capisco che non ho questo tipo di documento. Quindi non mi resta che la identificazione facciale (ok sono 14,90 euro, ma a questo punto mi dico amen, facciamolo) 34. Torno indietro ma mi propone altre identificazioni. “Se desideri cambiare modalità di Riconoscimento Con TS-CNS, puoi selezionare altre opzioni” Clicco su quella online 35. A questo punto appare il famigerato:
RISULTATO: DOPO UN’ORA SONO COSTRETTO AD ABBANDONARE. LA PROSSIMA MULTA CERCHERO’ DI PRENDERLA IN FRANCIA
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Hai voglia di una cena diversa, gustosa e stuzzicante? O, più semplicemente, ami la cucina orientale? Oppure sei solo curioso di provare sapori nuovi?
Quale che sia il motivo, se invitato alle Dumpling Night dell’East Market Diner: da oggi fino a venerdì, potrai partecipare a tre serate dedicate ai ravioli cinesi e giapponesi, delle vere e proprie leccornie.
A partire dalle 18, si va di ravioli : che siano al vapore o alla piastra, di carne o verdura, shao mai o gyoza, potrai strafogarti di quest’ottima pietanza orientale.
Io ne mangerei a quintali, soprattutto se ad accompagnare il tutto si sono fiumi di birra by Brooklyn Brewery: cosa c’è di meglio di un pasto prelibato in terrazza durante un bel sabato sera (ovviamente, se c’è bel tempo)?
Una serata davvero da non perdere… anche perchè l’ingresso al ristorante è libero.
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Nel resto dell’anno potete stare dove vi pare, ma in questi sette giorni dovete essere a Milano. Ad ogni costo.
I sette giorni dell’anno più belli di Milano
#1 7 dicembre Di diritto acquisito.
#2. 15 agosto Finalmente Milano come dovrebbe essere.
ferragosto a milano
#3 La data del tuo compleanno Vedi Milano con degli occhi diversi.
#4 Il primo giorno del Salone del Mobile Tutti esaltati, vogliono andare in giro, ovunque.
#5 Sabato grasso Si festeggia mentre nel resto del mondo si soffre la Quaresima.
#6 Il giorno dopo la chiusura delle scuole Scompaiono magicamente i SUV in terza fila, mezzi pubblici liberi e non si sa più dove sono quei milioni di turisti piccolini che giravano con i trolley.
#7 Il giorno perfetto L’unico giorno preceduto da un nubifragio, con la bora, non è lunedì, temperatura dai 25 ai 26, la borsa ha fatto almeno +2%, senza scioperi, l’inquinamento quasi azzerato, senza gare podistiche, senza fiere, senza week della… ed è il giorno prima delle elezioni così il silenzio elettorale diventa musica per le tue orecchie.
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10 marzo 1975. Alle 5 del pomeriggio un giradischi iniziò a suonare «I’m Free» degli Who. La musica veniva trasmessa da un furgone che girava per le strade di Milano trasportando un trasmettitore militare sintonizzato sui 101 in fm. I’m free fu scelta proprio per annunciare la novità storica: la nascita della prima radio libera d’Italia: Radio Milano International.
Per la prima volta in Italia si poteva ascoltare la musica che la Rai non mandava in onda senza doversi sintonizzare con un’emittente straniera. L’idea fu di due coppie di fratelli milanesi, di età media sui venti anni: Angelo e Rino Borra, Piero e Nino Cozzi. Partirono con un investimento per l’attrezzatura di un milione di lire, come studio utilizzarono la camera da letto di Piero Cozzi in via Locatelli 1, dietro piazza della Repubblica. Il successo fu clamoroso: «A Milano non si parlava d’altro», ricorda Claudio Cecchetto che arrivò a Milano International un mese dopo l’apertura. Il primo brano da lui trasmesso fu «Foot Stompin’ Musi» di Hamilton Bohannon: «Durava 7 minuti e siccome fui mandato in diretta all’improvviso, quei 7 minuti mi servirono per prendere fiato e calmarmi», ricorda Cecchetto.
Pochi giorni dopo, il 14 aprile del 1975, intervenne la polizia sigillando il trasmettitore. Ma il pretore Cassara raccolse il ricorso presentato dai legali della radio e ripresero le trasmissioni. Nell’acceso clima politico di quegli anni si diffuse la voce che l’emittente fosse finanziata dalla Cia, in realtà i soldi arrivavano dalla pubblicità che aveva capito subito le potenzialità del mezzo. Nel 1988 la radio iniziò a trasmettere in tutta Italia come 101 Network. Oggi si chiama R101 ed è di proprietà della Mondadori.
In INTERCETTAZIONI MILANO abbiamo intercettato Alex Storti, il pasionario dell’autonomia. Gli abbiamo chiesto dell’autonomia della Catalogna e del referendum della Lombardia. Ci ha svelato come va a finire. Nota: la telefonata è del 9 ottobre. Quando parla di “domani” si riferisce al 10 ottobre.
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TESTO -Pronto? Alex come va? -Ciao, bene tu? Eh, io bene ero un po’ preoccupato perché ho visto tutti i macelli che stai facendo, ma sei in Spagna o sei a Milano? -No no io sono a Milano regolarmente nell’East side non mi sono mai spostato Ah, ma quindi hai guidato le forze d’assalto da Milano? -Si sto preparando, domani domani dò gli ordini… Ma cos’è che sta succedendo lì, come vedi la situazione in Catalogna? -Eh, io penso che domani la storia busserà alla porta, non è un modo di dire… domani a quest’ora, alle 6… insomma sarà un giornatino intenso e penso anche dopo… – Ma secondo te come va a finire cioè sinceramente a parte il tuo lato passionario, com’è che va a finire secondo te? -Mah io credo ad uno scenario sloveno, cioè domani verrà dichiarata l’indipendenza, con magari giri di parole necessari per far capire che c’è sempre la disponibilità a mediare, anche perché comunque salvo che in caso di repressione totale una mediazione servirà in ogni caso per gestire tutte le fasi di passaggio eccetera. Penso però che la Spagna non vorrà capire, come mi sembra da tutte le cose che leggo, e quindi credo che ci saranno momenti di tensione molto molto molto forti, molto di più di quanto ci sia stato domenica scorsa al voto e poi però penso che da questi momenti sorgerà un intervento internazionale che dirà alla Spagna, eh mi spiace ZZzzzzzzzzz – Col referendum della Lombardia tu da che parte stai? -Guarda sarei per votare anche solo per omaggio verso chi ha dimostrato che non dappertutto si riesce a votare per queste cose, poi dal punto di vista concreto contenutistico voto si perché non mi sembrerebbe giusto votare no, il si è scontato però non mi entusiasma come referendum ZZzzzzzzzzz – Pronostico secondo te? quanti andranno a votare? -Allora allora, intanto c’è il quorum, quindi che credo sia il 50% normale, quindi per loro il problema c’è, da noi no, Come percentuale di voto penso che si il 50% si riesca a fare… ZZzzzzzzzzz – Ascolta Alex ma vediamoci però, ok? Non sparire in Catalogna… -No dammi il tempo di dare gli ultimi ordini, quelli decisivi insomma dai… – Si ok non esagerare eh… -No stai tranquillo… – Ok, un abbraccio, ciao Alex -Buona serata, ciao ciao.
Oggigiorno, Milano è famosa per molti motivi. E’ il centro della moda, del design e dell’architettura, ma anche del lifestyle e dell’industria.
Qual era, però, quell’istituzione quasi sacra in ambito musicale?
Quel luogo talmente famoso da diventare il sogno di tanti professionisti anche all’estero?
Naturalmente il Teatro alla Scala.
In questo meraviglioso teatro, si sono esibiti i compositori, i musicisti e i ballerini più famosi di tutti i tempi e all’interno delle sue mura sono risuonate (e risuonano tutt’ora) le note delle opere più belle che siano mai state composte.
Chiunque venga alla Scala, sa che deve vestirsi in un certo modo per essere all’altezza almeno dei costumi di scena… ed è proprio di questi che ti voglio parlare, perchè, a partire da oggi fino al 28 gennaio, a Palazzo Reale potrai vedere “Incantesimi” l’esposizione dedicata, appunto, ai più bei costumi di scena del Teatro.
Potrai ammirare ben ventiquattro capolavori di sartoria teatrale utilizzati durante le opere rappresentate alla Scala: potrai sentire l’emozione di vivere “da vicino” le opere liriche più belle di sempre (… anche perchè 12 euro di biglietto sono comunque più economici della prima fila).
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Turisti stranieri a Milano: arrivi nel 2016 (fonte http://sisi.comune.milano.it/)
Il sito del Comune di Milano mette a disposizione una sezione Open Data (qui) e un portale di informazioni statistiche (link). In giunta, forse unico caso in Italia (ma accettiamo smentite), siede un assessore con delega proprio agli open data e alla partecipazione, Lorenzo Lipparini, un motivo in più per aspettarsi che nei prossimi mesi queste sezioni diventino sempre più approfondite e utili. Intanto, abbiamo utilizzato alcuni di questi dati per valutare la multiculturalità di Milano, proprio nei giorni in cui è uscito anche l’ennesimoreport sul turismo globale che certifica che Milano nel 2016 è stata la prima città d’Italia, la sesta in Europa, la quattordicesima al mondo per numero di presenze (8.17 milioni).
I residenti stranieri a Milano
Qui partiamo però dai residenti di cittadinanza straniera (una realtà che conoscono bene in YouMilan.it, startup che ha recentemente vinto Expop): il grafico ci mostra la provenienza dei cittadini stranieri a Milano (mostriamo le 8 nazionalità più numerose) e l’andamento della loro presenza a partire dal 1999.
Residenti stranieri Milano (fonte http://sisi.comune.milano.it/)
In testa e in crescita le Filippine (41.557 presenze del 2016) e l’Egitto (37.013), ma la Cina è in forte riavvicinamento (28.414).
Stanno diminuendo invece i peruviani (nel 2016 19.024), in calo dal 2012, mentre l’Ecuador dopo l’impennata del 2003 si è stabilizzato (12.941), così come la Romania, cresciuta molto tra il 2006 e il 2009 e che nel 2016 conta 15.105 residenti.
In totale nel 2016 i residenti di cittadinanza straniera sono stati 260.421 (nel 1999 erano meno della metà, 105.082).
I turisti stranieri a Milano
Per quanto riguarda le presenze turistiche, abbiamo invece preso in considerazione i numeri che il portale mette a disposizione per il 2016 rispetto agli arrivi nelle strutture ricettive della città.
Turisti stranieri a Milano: arrivi nel 2016 (fonte http://sisi.comune.milano.it/)
Gli Stati Uniti la fanno da padrone soprattutto nei mesi primaverili e estivi (gli arrivi a Luglio 2016 sono stati 33.306), lasciando ad Agosto il primato alla Francia (28.628 arrivi). I turisti tedeschi amano Milano quasi tutto l’anno (picco di 25.423 ad Agosto), mentre i turisti cinesi la preferiscono in estate (24.824 arrivi a Luglio).
La permanenza media oscilla tra i 2 giorni a Giugno e Luglio e i 2,3 di Gennaio per i turisti provenienti dai Paesi Europei e tra i 2,1 di Agosto e i 2,5 di Febbraio per quelli provenienti da fuori Europa. Sono soprattutto i turisti indiani a fermarsi a lungo, superando nei mesi invernali i 4 giorni di permanenza media.
I turisti italiani a Milano
Il turismo non è ovviamente solo oltre i confini statali. La mappa ci mostra come molti turisti arrivino dalla stessa Lombardia (435.779 presenze durante l’anno), ma anche da Lazio (252.653), Veneto (138.682) e Campania (135.801).
Provenienza dei turisti italiani a Milano nel 2016 (fonte http://sisi.comune.milano.it/)
Permanenza media dei turisti italiani in città? Tra i 2 e i 2,2 giorni. Come prevedibile chi viene dal sud e dalle isole si ferma di più, con la media più alta a Marzo, di 2,9 giorni.
Gli open data ci mostrano quindi una città “open”, che continua a fare numeri importanti anche in questa stagione post Expo.
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Fino al 1913 il quartiere città studi aveva un altro nome. Si chiamava infatti Cascine Doppie, definite dal Gadda “una distesa dei prati di Lambrate“. Il cambiamento di nome venne deciso tramite un accordo tra Stato, Comune e Camera di Commercio con la decisione di spostare in questa zona la nuova sede centrale del Politecnico che fu completata nel 1927 dopo l’interruzione dovuta alla prima guerra mondiale.