Home Blog Pagina 633

Dopo di lui vennero Bocconi (1902), Cattolica (1921) e Statale (1923)

0

Il Politecnico venne fondato nel 1863 e fu il primo ateneo milanese precedendo nell’ordine la Bocconi (1902), la Cattolica (1921) e la Statale (1923).

Inizialmente offriva solo il corso di ingegneria per 36 studenti di cui 25 conseguirono la laurea già nel 1865, anno in cui venne istituito anche il corso di architettura. L’attuale sede di piazza Leonardo da Vinci venne inaugurata nel 1927.

 

Alla ricerca del segreto della felicità con il Dalai Lama a Milano

0
dalai lama a milano - francesca spinola
dalai lama a milano - francesca spinola

Se è vero che siamo tutti alla ricerca di una vita migliore, allora il Public Talk sulla “Source of Happiness” del Dalai Lama a Milano non me la potevo perdere per nulla al mondo. Dunque, in ritardo come sempre su tutto, cerco un accredito stampa due giorni prima dell’evento.

Ovviamente “è troppo tardi”, mi dice l’addetta stampa con un sorriso beffardo, “si compri un biglietto, piuttosto!”. Così scopro, un po’ sorpresa, che per sentir parlare il Dalai Lama si deve pagare. Compro subito uno degli ultimi quattro biglietti rimasti, zona O, fila 13, posto 46.

Parto alla buon’ora. Sulla metro ci siamo solo io e un signore con un cucciolo di cane che scambio per un passeggero qualsiasi, finché tira fuori un bicchiere di carta per la questua, ma nel frattempo, invece che chiedermi soldi, parla del suo cucciolo, fonte per lui di tanta felicità.

Arrivo in Rho Fiera che c’è ancora nebbia. Subito incontro tre ragazze, sembrano amiche di vecchia data, invece mi dicono di essersi appena conosciute. Raggiungiamo insieme l’ingresso del padiglione. In 500 metri faccio in tempo a scoprire che sono sposate, praticano yoga e hanno mariti ai quali del Dalai Lama proprio non interessa un fico secco!

Mi comincio a domandare che tipo di pubblico troverò e anche qui mi rendo presto conto di avere dei preconcetti. Non ci sono tipi strani, alternativi, esaltati, in pochi indossano i tradizionali colori giallo e rosso, mentre c’è molta sobria eleganza, l’età media è sui quaranta con una netta prevalenza di donne.

Mancano ancora tre ore. Per ammazzare il tempo vado verso le bancarelle. In quella che richiama di più l’attenzione si vendono i Mala, i braccialetti buddisti. C’è un vero e proprio assalto. La ragazza cui ne chiedo il significato, è gentile. Mi spiega con calma alcuni principi di base. E’ di Milano e ha lo sguardo triste. Azzardo e le chiedo quando si è avvicinata al buddismo e perché. “Il giorno che mi hanno dato l’estrema unzione” risponde.

Rimango senza parole, poi mi racconta di essere stata in punto di morte a causa di un tumore al polmone e di aver capito in quel momento che c’era di più dentro di lei da scoprire e di come con rabbia abbia cacciato il prete e la Chiesa per cominciare a viaggiare in India e Giappone, nei monasteri buddisti prima e dentro di sé poi, alla ricerca della vera felicità.

A questo punto, dopo un caffè con un annoiato signore di Pavia, cui faccio i complimenti perché è lì solo per lei, la moglie, sono impaziente di incontrarlo, il Dalai Lama.

Credenti o meno, si tratta comunque di una delle persone viventi più importanti e influenti al mondo. Quando entra in sala c’è una piccola ovazione di felicità. La sua faccia sprizza serenità e allegria. Si muove lentamente, ma non sembra aver voglia di star fermo. Rompe le regole, scende dal podio, gironzola fra gli attoniti assessori di Rho e un sindaco del comune piuttosto emozionato.

Poi entra Richard Gere, che parla ispirato di come il Dalai Lama porti benessere e quando dice che i tibetani sono come gli italiani dell’Asia, fa sollevare un applauso.

Infine il Dalai Lama inizia a parlare e il suo discorso in inglese, interrotto solo dall’interprete, è così bello, semplice, vero, logico, cristallino che due ore volano ed è già tempo per le domande dal pubblico.

Mi accorgo di aver riempito fogli e fogli del mio diario di frasi che arrivano dritte al cuore e alla mente infondendo gioia e fiducia in se stessi e nel prossimo. Ognuna andrebbe incorniciata e appesa su una propria immaginaria bacheca da cui cercare risposte e fiducia nei momenti di sconforto.

Ho quasi paura a riscriverle qui perché non vorrei svilirle, ma quello che ho capito alla fine è che siamo tutti uno di sette miliardi, tutti fratelli e sorelle alla ricerca di amore e felicità e che questa, in particolare, la dobbiamo coltivare con la nostra intelligenza, con il pensiero logico, con la capacità di lasciare indietro la negatività per fare spazio a tutto ciò che è positivo.

Insomma, milanesi, provate a decelerare un po’ perché, per raggiungere la felicità, ci vuole “una mente calma e la capacità di usare l’intelligenza per investigare la realtà” parola di Dalai Lama.

10 motivi assurdi per votare SI o NO al referendum

0

– Votare SI perchè ti tolgono gli studi di settore.
– Votare NO perchè li tolgono lo stesso.

– Votare SI perchè ho un amico consigliere regionale che vuole andare a Roma.
– Votare NO perchè ho un amico senatore.

– Votare SI perchè mi piace la Boschi.
– Votare NO perchè avevo un conto alla Banca Etruria.

– Votare SI perchè il CNEL è un affronto all’intelligenza umana.
– Votare NO perchè comunque funziona meglio della camera di commercio.

– Votare SI per non deludere Obama.
– Votare NO per Putin.

Secoli prima della metropolitana

0

Fu costruita per consentire lo spostamento dei soldati dal Castello alla Ghirlanda. Questa strada coperta, attualmente percorribile nel tratto sopravvissuto alle demolizioni di fine Ottocento, fu realizzata in mattoni, con un soffitto voltato alto 2.80 metri, ed è illuminata da un centinaio di finestrelle affacciate sul fossato, dalle quali potevano sparare i tiratori scelti.

La rivoluzione delle città stato: ONU e Concilio d’Europa promuovono la loro autonomia

0

Due pubblicazioni, “Eu Monitor/European Integration” della Deutsche Bank e “Cities in a global setting:
the growing autonomy of cities in the global legal order” di Janne E. Nijman, illustrano l’importanza assegnata all’autonomia delle città da parte di organismi istituzionali come ONU e Consiglio d’Europa. Riportiamo i principali estratti che Milano Città Stato ha tradotto in italiano. Grassetti e titoli li abbiamo inseriti noi.

1.LE AREE PIÙ AUTONOME SONO PIÙ RICCHE
Quasi tutte le aree che chiedono maggiori autonomia sono tra le più ricche nei loro rispettivi paesi e superano di molto la media nazionale di reddito pro capite. Tra gli esempi di reddito di città autonome in rapporto al reddito dello stato a cui appartengono ci sono Bruxelles +182%, Londra +167%, Amburgo +163% (tutte e tre città stato, ndr).
Mentre i principali paesi, come Spagna o Belgio, ad esempio, stanno devolvendo sempre più competenze su un livello locale, questo non è invece il caso dell’Italia.

2.LA GLOBALIZZAZIONE RICHIEDE UN RUOLO DA PROTAGONISTA DELLE GRANDI CITTÀ DEL MONDO
La globalizzazione contribuisce all’aumento dell’autonomia delle città che agiscono su scala globale. Queste città stanno sviluppando in modo sempre più indipendente relazioni economiche globali e competono tra loro per attirare investimenti stranieri in grado di rafforzare la loro economia locale ed incrementare i posti di lavoro. Competono anche sul turismo e sui grandi eventi. Più che luoghi passivi delle politiche nazionali sono dei protagonisti attivi della globalizzazione. Ma sono anche la sede delle sfide principali della nostra epoca: l’inquinamento atmosferico, l’immigrazione e la difesa dei diritti umani – per citarne solo alcuni – mostrano la loro dimensione umana nelle città. (…)
La rete internazionale di città globali – tra cui per esempio si possono considerare Bombay, Il Cairo, Londra, New York, Shanghai, San Paolo, Tokyo e Amsterdam – in queste città i processi della globalizzazione avvengono localmente.
Queste città mostrano di essere pronte a prendersi la responsabilità di risolvere localmente i problemi globali e di rappresentare nel mondo gli interessi dei loro cittadini.
Problemi globali come inquinamento, povertà, instabilità sociale e mancanza di coesione tra i cittadini, vengono percepiti in modo più forte e urgente nelle grandi città. Sotto un altro aspetto, in un’ottica più positiva, lo UN-Habitat (delle Nazioni Unite) conclude che “Le città possiedono il potenziale per massimizzare i benefici e per far fronte alle conseguenze negative della globalizzazione”. La globalizzazione colpisce le città e richiede che loro siano capaci di rispondere politicamente, amministrativamente e legalmente per assicurare buone condizioni di vita ai loro cittadini. Le città non possono più attendere di passare per livelli di governo nazionale o provinciale: un buon governo della città richiede che le città sviluppino relazioni transnazionali e operino su scala mondiale.

3.IL CONCILIO D’EUROPA PROMUOVE L’AUTOGOVERNO E IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO.
Il Concilio d’Europa ha adottato lo “European Charter of Local Self-Government” in cui promuove l’autogoverno locale e pertanto stimola i governi a dare alle città più autonomia rispetto allo Stato. Sia nel contesto globale che in quello dell’Unione Europea, il decentramento amministrativo è largamente promosso come strumento per fare da ponte tra le decisioni dei governi nazionali e le esigenze della popolazione. Il decentramento viene visto come elemento chiave per il buon governo, perchè stimola la democrazia e la partecipazione politica dei cittadini. Dal momento che i governi locali e regionali sono più vicini ai cittadini e più coinvolti in molte rilevanti decisioni politiche nella polizia e sicurezza, nell’istruzione, nella salute e nella lotta contro la povertà, rinforzarli è la strada per stimolare la democrazia e la difesa dei diritti umani.

4.PER L’ONU I GOVERNI LOCALI SONO UN VEICOLO DI DEMOCRAZIA E DI BUON GOVERNO.
All’interno delle Nazioni Unite – in particolare di UN-Habitat- si compiono molti sforzi per rinforzare i governi locali. Si potrebbe parlare di una filosofia di “decentramento e localismo” presente all’intero delle Nazioni Unite per dare più potere ai governi delle città. Nel prestigioso rapporto di Cardoso del 2004 “United Nations-Civil Society Relations”, si sono fatte numerose proposte in questo senso: “L’Assemblea Generale dovrebbe deliberare una risoluzione che definisca l’autonomia locale come un principio universale”. In quel rapporto si è proposto il coinvolgimento delle autorità locali nei processi delle Nazioni Unite.
I governi locali vengono definiti come veicoli di democrazia e di “buona amministrazione” in un mondo sempre più globalizzato. Questo supporto esplicito all’autogoverno locale e l’inserimento delle autorità locali nei processi delle Nazioni Unite rinforzano il potere dei governi cittadini.

5.LE CITTA’ ACCRESCONO IL LORO POTERE VERSO GLI STATI
Stringere accordi internazionali non è più un privilegio degli Stati. In tutto il mondo le città stanno espandendo in modo significativo le loro relazioni transnazionali. Città grandi come Amsterdam, Atlanta, Kyoto, New York, Pretoria e altre ancora, hanno istituito uffici di Relazioni Internazionali o Affari esteri all’interno della loro amministrazione.
Questi uffici sono responsabili per missioni di commerciali, investimenti esteri, cooperazione internazionale, scambi culturali e per lo sviluppo della politica estera della città anche nelle relazioni con istituzioni globali, come l’ONU, le NGO e i network di città internazionali.
In Europa, così come nel resto del mondo, il numero di network di città cresce esponenzialmente. Alcuni sono nati per influenzare le decisioni del Consiglio d’Europa nella UE, altri si sono formati per scambiare informazioni e best practice in determinate aree. Secondo l’Agenda dell’ONU nell’ultima decade le città hanno aumentato notevolmente la loro autonomia dagli stati e la loro influenza a livello mondiale.

6.SEMPRE PIU’ CITTA’ ADOTTANO SUL LORO TERRITORIO LEGGI INTERNAZIONALI NON DELIBERATE DAGLI STATI DI CUI FANNO PARTE
Nel loro nuovo ruolo autonomo su scala globale, le città stanno sviluppando un approccio più diretto con la legge internazionale. Le città possono (i) implementare direttamente sul loro territorio delle leggi internazionali, (ii) partecipare in misura crescente a influenzare la definizione di normative internazionali e (iii) talvolta possono incorporare direttamente nella legislazione locale norme di diritto internazionale che vanno contro leggi nazionali. Spesso le città si uniscono per tutelare diritti civili, come è il caso della Child Friendly Cities Initiative (CFCI), un network mondiale di città, istituito per implementare nelle loro città la Convenzione dei diritti dei bambini delle Nazioni Unite. Un altro network di città è la Coalition of Cities against Racism and Discrimination dell’Unesco. La più importanti città europee sono rappresentate direttamente con propri uffici a Bruxelles per influenzare le decisioni politiche comunitarie. I network tra le città servono a potenziare tale influenza.
Uno sviluppo innovativo nelle relazioni tra governi nazionali e governi locali è l’inserimento di norme del diritto internazionale all’interno della legislazione cittadina. Alcune città hanno iniziato a “internalizzare” direttamente delle leggi internazionale, dando effetto a queste sul proprio territorio anche se il loro Stato non le contempla.
La città di New York ha adottato alcune norme sui diritti civili e ha istituito una sua commissione sui diritti umani che sono riconosciute a livello internazionali ma non lo sono negli Stati Uniti che, ad esempio, non hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla discriminazione delle donne (CEDAW), convenzione che è stata invece adottata dalla città.
Un altro grande esempio di aumento dell’autonomia delle città è l’iniziativa del sindaco di Seattle, Greg Nickels, nella lotto contro l’inquinamento atmosferico. Deluso dalla mancata ratifica del protocollo di Kyoto da parte del Presidente Bush, il sindaco ha dato applicato il protocollo su tutta l’area di Seattle, in termini di riduzione delle emissioni di inquinanti. Centinaia di città hanno seguito questo esempio.

7.L’’AUTONOMIA DELLE CITTA’ E’ UNA RICCHEZZA DA TUTELARE

La ricerca delle città di avere più autonomia, autorità e responsabilità nei confronti del loro stato e su una scala globale, richiede delle risposte normative. Il decentramento può diventare un prezioso ed efficace contraltare della globalizzazione solo se le istituzioni internazionali, come l’ONU (UN-Habitat), UNACLA, e Consiglio Europeo, fanno seguito al supporto dell’autonomia locale e l’autogoverno delle città con un insieme di norme che assieme alla sostenibilità, alla sussidiarietà, equità, efficienza, trasparenza e partecipazione dei cittadini, inseriscano l’autonomia delle città tra i diritti umani fondamentali.

Fonti: “Eu Monitor/European Integration” della Deutsche Bank e “Cities in a global setting:
the growing autonomy of cities in the global legal order” di Janne E. Nijman.

Traduzione ad opera di milanocittastato.it

10 cose da fare a Milano in 24 ORE

0
cose da fare a milano 24 ore
cose da fare a milano 24 ore

La vita del milanese è frenetica. Milano è la città dei mille input e delle altrettante cose da fare, così tante che, a volte, non basta un mese per concedersele tutte.

Figuriamoci scoprirle in un solo giorno. Tant’è che ci siamo immedesimati in chi, nell’arco di 24 ore, voglia impiegarle al massimo e alla meneghina.

Ecco le 10 cose da fare in 24 ore a Milano, con buona pace di chi ama poltrire a letto fino a tardi.

#1. Ore 6. Jogging al Parco Sempione o sulla Montagnetta

Sono le due aree verdi più amate dai runners della mattina, ovvero da coloro che apprezzano svegliarsi facendo sport, mentre ancora la città dorme e si regalano il sorgere del sole che spunta da dietro Castello Sforzesco o il grattacielo storto di Zara Hadid.

#2. Ore 8. Colazione da Bastianello

Il bar-icona di Piazza San Babila, quello dove vengono conclusi affari e dove si affacciano politici e VIP. Non dà molto nell’occhio, se non fosse per il suo tranquillo dehor appena sotto i portici di via Borgogna.
Da non perdere per la clientela e la storica accoppiata cappuccio e brioches serviti dai camerieri in livrea come una volta.

#3. Ore 10. Giro al supermercato 24h alla stazione Centrale

Non c’è solo il Mercato Centrale, ma c’è anche il bistrot bio; il ristorante dove tutto è cucinato con il wok e il food truck con gli arancini (talvolta). Ci sono la farmacia e la parafarmacia; ci sono i negozi di grandi maison come le grandi catene del low cost e pure i temporary della Galleria delle Carrozze. Dalla lavatrice all’ultimo abbonamento telefonico, dal parka alla boule de neige con la neve che cade sulle guglie del Duomo, la Stazione Centrale, dopo il recente intervento di riqualificazione, è sempre più un grande shopping mall e sempre meno la ‘mera’ stazione di Milano di una volta. Per questo, imperdibile.

#4. Ore 11.30. Acquistare un libro alla Ricordi di Galleria Vittorio Emanuele

Non è tanto per la scelta dei volumi – tanta, di ogni genere, non c’è che dire, ma non dissimile dalle altre librerie e multistorie di Milano. La Libreria Ricordi è un’icona di Milano, ultimo ramo di una genealogia partita nel XX secolo e che ha generato una delle più antiche case editrici italiane. Fu Giangiacomo Ricordi a stampare alcune opere di Giuseppe Verdi, tutta la produzione di Giacomo Puccini (con la sola eccezione de La Rondine), oltre che i lavori di compositori come Bellini, Rossini e Donizetti fino ai contemporanei come Nono, Donatoni, Sciarrino e Bussotti. L’Archivio ne riporta i manoscritti originali; la recente ristrutturazione dello store non ha tolto il fascino di questi saloni commerciali nati proprio ai tempi del successo del fondatore.

#5. Ore 13. Mangiarsi un panino al baracchino davanti alla Triennale

Osteggiato, rimosso, odiato, segnalato ma imperituro: il baracchino davanti alla Triennale ogni notte servebirra fresca e panini ai ragazzi reduci dalle discoteche. Un vero santo, non c’è che dire.

#6. Ore 15. Lavare la macchina in Via Agnello

Dicono che qui l’autolavaggio h24 sia strepitoso per la cura dei prodotti e per il servizio. Dicono, ma vuoi mettere parcheggiare in Piazza Duomo, al fianco di uno dei bracci della Galleria, lasciare l’auto sporca e ritrovarla linda? Un figurone!

#7. Ore 16. Merenda con brioche da Princi

Nato forno, cresciuto bistrot-ristorante, chissà quali e quante altre cose sarà Princi. L’Armani del pane, come qualcuno l’ha definito per il conto salato, i prodotti esposti come in una gioielleria, l’arredo minimal e negli stessi toni sabbia dei negozi di ‘Re Giorgio’, oggi ha tre indirizzi: in Piazza XXV Aprile 5, in via Ponte Vetero al 10, in via Speronari, in Largo la Foppa 2 e in Corso Venezia; difficile non imbattercisi per una brioches o un trancio di pizza farcita. E nel caso in cui espatriate? C’è un Princi anche a Londra.

#8. Ore 19. Un Americano al Radetzky

E’ l’anima della movida milanese; il locale dell’aperitivo ‘pettinato’ ma anche del miglior Americano della città. Da sorseggiare rigorosamente sui divanetti lungo Corso Como, anche a 10 gradi sottozero.

#9. Ore 21. Sushi da Nobu

Eccolo Armani, con tutto il suo quartiere, il suo hotel e pur il gettonatissimo ristorante giapponese. Meta di VIP, calciatori e starlette, è uno di quei posti in cui ‘bisogna esserci’ prima ancora di mangiare bene.

10. Ore 00. Telefonata skype con l’amica australiana

Il fuso orario lo permette. L’emozione della giornata trascorsa a Milano non permette di dormire. Come non finire in bellezza raccontando queste incredibili 24 ore milanesi alla propria amica dall’altro capo del mondo?!

SYDNEY LUKEE

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

 

Ha battuto il Duomo

0

Quando Cristoforo Colombo scopriva l’America veniva edificato quello che sarebbe diventato l’unico sito di Milano proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Nel 1942 su volere di Ludovico il Moro venne realizzata questa basilica come mausoleo della sua famiglia diventando una delle massime espressioni del Rinascimento italiano.

 

Fu il secondo sito della Lombardia dopo le incisioni rupestri della Valcamonica a essere classificato come patrimonio dell’umanità insieme con il Cenacolo di Leonardo da Vinci che si trova nel refettorio del convento.

Endeavor si presenta in Italia: chi è la no-profit “angelo” dell’imprenditoria italiana

0
credits: economyup.it
credits: economyup

Endeavor, organizzazione no-profit nata in Argentina, ha ufficialmente presentato a Milano i sui obiettivi ambiziosi per l’Italia: il suo scopo è promuovere la crescita economica attraverso la selezione, il mentoring e l’accelerazione di imprese ad alto potenziale.

Il raggiungimento di tale obiettivo, peraltro già avvenuto con successo in altri Paesi, è possibile grazie al network di mentor, advisor e uffici operativi di cui Endeavor gode a livello internazionale. Il compito di Endeavor sarà la selezione e il supporto di imprese e società italiane al fine di consentire loro una crescita internazionale tramite strumenti innovativi.
Le prime due imprese italiane che continueranno il proprio percorso a fianco a Endeavor sono il Talent Garden di Davide Dattoli e l’innovativa Empatica di Matteo Lai.

Le opportunità fornite alle imprese

Endeavor rappresenta un’opportunità per le imprese selezionate perché garantisce loro:
– accesso ai mercati: gli imprenditori vengono guidati nell’ingresso ai mercati stranieri grazie al network internazionale di Endeavor, che gestisce inoltre la formazione di una Advisory Board ad hoc per le specifiche esigenze dell’impresa;
– accesso al capitale: Endeavor, oltre a organizzare road show privati e mettere a disposizione Endeavor Catalyst, fondo di co-investimento, offre visibilità all’impresa e le garantisce facilitazioni nell’accesso a un Investor Network Internazionale;
– accesso al talento: le imprese possono incontrare i migliori talenti internazionali grazie all’ Endeavor Leadership Program (presso le Universtità di Harvard e Stanford) e alla collaborazione con gli studenti MBA delle università che aderiscono all’eMBA Fellow Program.
Il valore chiave che sta alla base della no-profit è il Give Back, ossia “la selezione di profili capaci di reinvestire la propria credibilità, know-how e disponibilità finanziaria nelle generazioni successive di imprenditori”, come sostiene Raffaele Mauro, Managing Director di Endeavor Italia.

I personaggi coinvolti

D’altronde il prestigio del Board, ribadito dalla presenza di personalità simbolo di innovazione italiana, è volto a confermare il credito dell’importante incarico di Endeavor: Pietro Sella, CEO del Gruppo Banca Sella e Presidente del Board di Endeavor Italia, è stato tra i primi in Italia a comprendere l’importanza della digitalizzazione e dell’innovazione nelle imprese. Oltre alla Vice presidente Monica Mandelli, Managing Director in Kohlberg Kravis Roberts, sono parte del Board Paolo Ainio, Presidente Esecutivo di Banzai S.p. A., Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Fabio Cannavale, CEO di lastminute.com Group, Riccardo Donadon, CEO di H-Farm S.p.A., Alessandro Fracassi, CEO di Gruppo MutuiOnline S.p.A.

A questi nomi si aggiunge Diego Piacentini, designato dal Governo Commissario per l’Agenda Digitale che, intervenendo all’evento di lancio di Endeavor Italia, ha confermato la volontà di riproporre il modello virtuoso di Endeavor e i valori positivi che la no-profit incarna, anche all’interno dell'”ecosistema Chigi”.

La mia esperienza diretta di 3 anni in AFRICA: cosa cercano i migranti che arrivano a Milano

1

C’è una Milano che ci piace perché non dimentica il suo passato e non dimentica di essere stata una città dove si respirava un’aria di libertà e di dinamismo, molto accogliente verso le minoranze.
Le urla di una certa politica, che sa dire solo no e teme tutto ciò che è altro da sé, questa volta sono state zittite dal calore di mille candele e di tanti striscioni che dicevano “Qui a Milano nessuno è straniero” o “Niente desaparecidos, fermiamo la strage dei confini”.

La via milanese nella gestione dei migranti

Secondo i dati rilasciati dal Prefetto Alessandro Marangoni all’inizio del mese, Milano città, da sola, sta sostenendo da mesi il 70 per cento dell’accoglienza destinata a tutta l’area metropolitana, composta da 133 sindaci che dovrebbero suddividersi 4500 profughi.
E’ evidente però che non tutti fanno la loro parte. Alcuni sindaci hanno ribadito al prefetto il loro no secco all’accoglienza, anche di fronte all’evidenza di un meccanismo di redistribuzione nazionale dei migranti, piano secondo il quale alla Lombardia va il 14 per cento di tutti i migranti che vengono identificati allo sbarco nei porti del Sud Italia.
Il piacere verso i gesti di solidarietà di questa Milano che accoglie più dei suoi vicini, mi nasce da una motivazione profonda legata all’esperienza diretta che ho fatto delle ragioni che spingono centinaia di uomini, donne, bambini a lasciare tutto e a rischiare la loro vita in “viaggi della speranza”, che invece spesso sono senza alcuna speranza.

migranti1I miei tre anni in Africa

C’è stato un tempo in cui da collaboratrice Ansa, per tre anni, dal 2008 al 2011, ho fatto la corrispondente dalla Libia, vale a dire che ero dall’altra parte della sponda del Mediterraneo ed è lì che ho avuto l’opportunità di vedere e di capire cosa succede a chi lascia la sua terra e perché si scappa.
Ho toccato con mano e letto negli occhi di tanti uomini e donne storie di fame, di povertà, di persecuzioni, di guerre, di usanze tribali violente e pericolose.
Mi sono finta suora per entrare nelle carceri dove Gheddafi rinchiudeva i clandestini. Sono entrata nei nascondigli degli eritrei che, in attesa di trovare i soldi per un passaggio verso l’Europa, si nascondevano dalle persecuzioni dei libici e dei trafficanti di esseri umani. Ho percorso chilometri di spiagge alla ricerca dei punti di raccolta dei migranti. Ho fotografato i barconi di legno e poi i gommoni con cui i trafficanti di uomini trasportavano i migranti.
Ho imparato le rotte e le tappe di un cammino che dal cuore dell’Africa, attraverso percorsi diversi, su camion, a piedi, portava uomini e donne verso le coste. Prima a terra, nel lungo viaggio attraverso l’Africa e i suoi deserti, passando, a seconda della provenienza per Gao, Agadez, Kufra, Ghat, Seba fino ad arrivare ad Adjabia, Gadames, per poi nascondersi e mendicare in attesa di trovare i soldi per partire da qualche spiaggia come Garabuli o Sabratha.
Ho visto cadaveri, rinsecchiti, raccolti  nel deserto, o gonfi e spellati, rigettati dalle acque del mare. Ho fotografato le loro tombe nei cimiteri di Tripoli dove al posto del nome c’era la data e il luogo del ritrovamento.
Ho parlato con le nigeriane, maltrattate e stuprate ancor prima di arrivare a Tripoli, nelle mani di organizzazioni che con l’inganno le strappavano alle loro famiglie e poi con il ricatto delle credenze tribali le tenevano in pugno per il resto della loro vita.

migranti2Ho chiesto loro: perchè rischiate la morte per fuggire dal vostro Paese?

Ho chiesto a tutti quelli che ho incontrato perché lasciavano la propria terra, la propria famiglia, le proprie origini per rischiare la vita e arrivare nella fortezza Europa dove nessuno o in pochi sono felici di accoglierli? Perché rischiare ancora la morte fra le onde dopo essere riusciti a sopravvivere al viaggio attraverso il deserto?
La risposta è stata sempre la stessa, sia che venisse da un giovane proveniente dall’Eritrea di Isaias Afewerki o dal Gambia di Jammeh o dal Burundi di Kurunziza, tutti presidenti padroni e tiranni, sia che venisse da una ragazza nigeriana o da una donna Somala. “Cerchiamo una vita migliore”.
Allora mi chiedo: che diritto abbiamo di giudicare chi come noi cerca una vita migliore? Non è forse quello che anche noi facciamo ogni giorno? Non è forse quello che i nostri nonni hanno fatto dopo la guerra? Non è forse quello che i nostri giovani cervelli fanno fuggendo verso l’Europa o gli Stati Uniti? Non è quello che ho fatto io lasciando Roma per venire a Milano?

migranti3

FRANCESCA SPINOLA

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

Cosa può rendere Milano migliore? La risposta di A.C. Grayling

0
Da oggi parte su Milano Città Stato una nuova rubrica settimanale fatta di una sola domanda:
Cosa può rendere Milano migliore? 
Lo chiederemo a tutti quelli che riteniamo possano darci una risposta utile ad aprire spiragli, possibilità, cambiamenti. Iniziamo alla grande! Ad aprire la rubrica è la risposta di A.C. Grayling filosofo britannico di fama mondiale, fondatore del New College of Humanities di Londra e autore di oltre trenta testi di filosofia.
Lo abbiamo incontrato stamattina a Milano e questa è la sua risposta:

Esiste un concetto che si chiama “conversazione civica/civile” e questa è l’idea di comunità che realmente si scambiano idee scoprendo cos’è che impedisce a un luogo di essere ancora meglio di quello che è, quali sono le barriere. Capire questo e capire cosa veramente le persone vorrebbero è il primo passo verso le soluzioni. Tutto questo viene fuori dal dialogo fra le persone, dalla possibilità di esprimere le proprie idee. La conversazione civica è alla base del progresso.” 

A.C. Grayling
Qui la video intervista:

La Gioconda non gli bastava

0

Il Codice Atlantico è la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo da Vinci. Dal 1637 è conservato all’Ambrosiana di Milano, una delle prime biblioteche al mondo aperte al pubblico.

E’ composto da 1119 fogli che abbracciano la vita intellettuale di Leonardo dal 1478 al 1519. Nel 1796 la raccolta venne requisita e trasferita a Parigi in seguito alla conquista di Milano da parte di Napoleone. Per 17 anni rimase al Louvre, fino quando il Congresso di Vienna non sancì la restituzione ai legittimi paesi di appartenenza di tutti i beni artistici trafugati da Napoleone.

Lui vuo’ fa’ l’americano ma è nato a Milano

0

Dal 1921 a New York c’è una statua di Dante, posizionata davanti a Broadway. Questa statua fu commissionata dagli italoamericani della grande mela in occasione del seicentenario della morte del poeta. Pochi sanno che venne realizzata nella Fonderia Napoleonica Eugenia di via Thaon de Revel 21, a Milano.

La prestigiosa fonderia di bronzo venne fondata nel 1806, così chiamata dai fratelli Manfredini in onore di Eugenio di Beauharnais viceré del Regno d’Italia di Napoleone Bonaparte. Per oltre un secolo l’attività produsse campane e monumenti in bronzo. Oggi i locali ospitano un museo dedicato alla storia dell’arte fusoria ed è una rinomata location di eventi.

 

 

La hit parade degli Youtuber di Milano più seguiti in Italia (con i loro VIDEO di punta)

0
theshow
theshow

Venti anni fa erano i vee jay di MTV. Oggi sono loro i punti di riferimento delle nuove generazioni: gli Youtuber. Anche se internet è ovunque, gli Youtuber per diventare celebri devono rispettare la legge universale del successo: sfondare a Milano. Vediamo chi sono i numeri uno con questa hit parade basata sugli iscritti ai loro canali.

Clicca per partecipare al grande sogno di Milano
Clicca per partecipare al grande sogno di Milano


Hit parade degli 10 Youtuber di Milano più seguiti in Italia

#10 Federico Clapis
Federico Clapis nel 2015 ha annunciato di mollare Youtube per dedicarsi alla carriera artistica. Ma ci sembra doveroso inserirlo comunque in questa classifica, come un premio speciale alla carriera. Lo ricordiamo in questo celebre video in cui scimmiottava un black bloc:

 

#9 Maryna (Marina Valdemoro Maino)
43.712 iscritti al canale You Tube ma 761.901 fans su Facebook.
Punta forte su Facebook uno degli astri nascenti della comicità sul web. Celebri i suoi video sulle ragazze gelose che hanno superato quota 5 milioni di visualizzazioni. Ecco un altro dei suoi pezzi forti:

#8 Gordon (Yuri Sterrone)
52.670 iscritti al canale You Tube, ma 863.633 fans su Facebook.
25enne di Milano cresciuto nel ristorante di papà, anche lui punta soprattutto su Facebook dove ha raggiunto un successo rapidissimo caricando video sui rapporto tra ragazzi e ragazze, come questo:

#7 Amedeo Preziosi
458.818 iscritti al canale
Milanese DOC. Si è messo anche sulla scia di Rovazzi con il singolo Delirio, ma il meglio lo dà nei suoi video di vita quotidiana, come questo (oltre 2 milioni di visualizzazioni):

#6 Daniele Doesn’t Matter (Daniele Selvitella)
958.824 iscritti al canale
E’ la dimostrazione che su Youtube gli anni scorrono come quelli dei cani. In poche parole sembra già un veterano, proprio lui che appena un paio d’anni fa era tra i re incontrastati. Anche se è di Casale lo consideriamo uno dei protagonisti della scena milanese dove si è trasferito da tempo affermandosi anche come deejay alla radio.
Ecco la sua puntata numero 100 che ha superato i 2 milioni di visualizzazioni:

#5 Greta Menchi
1.065.000 iscritti al canale
21enne Romana, trasferita a Milano, si è fatta conoscere anche al pubblico degli over 30 per la storia d’amore con Fedez (e per le foto nell’attico di City Life). Ecco uno dei suoi video di maggiori successo, con oltre 2 milioni di visualizzazioni, in cui svela il motivo del suo successo su You Tube:

#4 Frank Matano
1.173.814 iscritti al canale
Si è fatto strada sul web con gli scherzetti telefonici a casa sua in Campania. Una strada che lo ha portato a Milano, al cinema e soprattutto in televisione dove appare tra i giurati di Italia’s Got Talent e alle Iene. Youtube rimane però la sua casa con video come questo che ha oltre 13 milioni di visualizzazioni:

#3 The Show (Alessio e Alessandro)
1.457.509 iscritti al canale.
Si sono affermati con dei video candid su esperimenti sociali da ridere. Sono supermilanesi e hanno raggiunta fama intergenerazionale con la partecipazione a Pechino Express nella veste di “Socialisti”. Eccoli in uno dei loro video da milioni di viewers:

#2 Ipantellas (Jacopo e Daniele)
2.453.700 iscritti al canale
Furoreggiano con parodie e prese in giro degli altri Youtuber. Ecco uno dei loro video da 6 milioni di visualizzazioni:

#1 Favij
3.159.287 iscritti al canale.
Il suo video in copertina ha quasi 5 milioni di visualizzazioni. Non male per un ragazzo di 21 anni di Mappano (anche se ormai vive a Milano) che ha importato in Italia le recensioni in diretta di videogiochi. Il suo vero nome è Lorenzo Ostuni. Fa soldi a palate commentando dal vivo le sue partite ai videogiochi. In pratica ha coronato il sogno di qualunque ragazzino dalla generazione Atari in poi. Uno dei suoi video di punta visto da oltre 11 milioni di persone:

Arrivano le “meduse” galleggianti: purificano acqua e aria mentre coltivano cibo

0

Può una flotta di meduse galleggianti purificare fiumi e torrenti inquinati?

E’ l’idea alla base della “Loggia di Medusa” della designer Janine Hung, che protegge la terra, l’aria e l’acqua durante la crescita di cibo sano. Una combinazione di tentacoli che raccolgono la spazzatura, giardini idroponici e sistemi di filtraggio dell’acqua proteggono l’ambiente in un imponente impresa di Biodesign.

jellyfish-lodge-milanocittastato1Janine Hung ha creato queste meduse come una soluzione ai problemi che affliggono i corsi d’acqua del mondo. Le strutture ad energia solare sono dotate di giardini interni che fioriscono durante il filtraggio dell’acqua inquinata. Le lunghe braccia tentacolari raccolgono la spazzatura alla deriva senza danneggiare la fauna selvatica. Inoltre, essi testano la tossicità della’acqua e iniziano il processo di trattamento delle acque sebbene ci sia un unico scomparto di assimilazione microbica. Una volta purificata, l’acqua viene restituita all’ambiente circostante.

jellyfish-lodge-milanocittastato2-622x372I giardini idroponici coltivano cibo mentre purificano l’aria con un sistema elettrostatico. Il progetto incoraggia i residenti nelle vicinanze a mantenere le logge mentre beneficiano del cibo coltivato all’interno.

jellyfish-lodge-milanocittastato3-622x372La Logge di Medusa  ha ricevuto una menzione d’onore nel concorso di Biodesign di quest’anno.

Nominato grattacielo più bello del mondo

0

Il Bosco Verticale è costituito da due palazzi residenziali a torre progettati da Stefano Boeri ai margini del quartiere Isola. Inaugurate nel 2014 hanno la caratteristica di avere quasi un migliaio di specie diverse di alberi. Si propone di incrementare la biodiversità vegetale contribuendo anche alla mitigazione del microclima.

Il Bosco Verticale ha vinto l’International Highrise Award 2014 e nel 2015 si è aggiudicato il premio come «grattacielo più bello e innovativo del mondo», secondo una classificazione del Council on Tall Buildings and Urban Habitat.

I RISULTATI di Londra dopo essere diventata città stato (e che ora teme di perdere con la Brexit)

0
credit: Michele Miravalle
credit: Michele Miravalle

La città di Londra è in tensione e c’è chi sta pensando di fare come la Scozia che sta organizzando un nuovo referendum per staccarsi dalla Gran Bretagna e restare nell’Unione Europea. Già poche ore dopo i risultati del referendum, si è attivata una raccolta firme per rendere indipendente la città di Londra (Articolo) e il sindaco Sadiq Khan ha affermato la necessità che Londra mantenga le stesse norme della UE in termini di libera circolazione di merci e persone, discostandosi dalla politica nazionale.

La città di Londra è preoccupata perchè teme gli effetti di un referendum che rischia di farle perdere lo scettro di capitale mondiale in numerosi settori. Eppure c’è stato un altro referendum, quasi 20 anni fa, alla base di un radicale miglioramento per la città di Londra. Era il 1998 e il referendum è stato quello di renderla autonoma dal governo centrale.

IL REFERENDUM DEL 1998: QUANDO LONDRA HA VOTATO PER DIVENTARE CITTA’ STATO

Negli anni ottanta del secolo scorso il governo britannico aveva ridimensionato l’autonomia della regione londinese, assumendo di fatto il controllo sulla città. Questa impostazione centralista è risultata sconfitta da un referendum del 1998, in cui oltre il 70% dei londinesi si è espresso a favore di una maggiore autonomia della città.
Al referendum è seguito il Greater London Authority Act che nel 1999 ha istituito la Greater London Authority (GLA) con competenze autonome rispetto al governo nazionale.
Le aree assegnate al GLA riguardano essenzialmente i trasporti, lo sviluppo economico e l’ordine pubblico. Come competenze distintive il GLA ha la possibilità di scegliere se adottare o no alcuni tipi di leggi nazionali (le cosiddette Byelaws) e di presentare proposte di legge per la tutela degli interessi della comunità (Local e private bills).
In sintesi, il referendum del 1998 ha aperto la strada a una Londra autonoma dal governo centrale. Ma cosa è successo a Londra dopo quel referendum?

I RISULTATI OTTENUTI DA LONDRA DOPO ESSERE DIVENTATA UNA CITTA’ STATO

Con il referendum popolare del 1998, Londra ha invertito la tendenza britannica al centralismo trasformandosi in città stato, rendendosi autonoma dal governo britannico. Effetto di quindici anni di “Greater London” sono:

#1 POPOLAZIONE: INVERTITO IL TREND
Dal 1998 in poi si è invertito il trend di calo della popolazione. La popolazione della Greater London è passata da poco più di 7 milioni del 2001 a 8.63 milioni del 2015, il livello più alto dalla seconda guerra mondiale.
In questo grafico si vede come il trend si è invertito alla fine degli anni novanta subendo un’impennata con il nuovo millennio:

london-population
london-population

Potrebbe sembrare un trend tipico di ogni città, ma se prendiamo quello della popolazione di Milano vediamo che non è così:

popolazione di milano
popolazione di milano

Come si vede nel grafico, dal 1971 Milano ha perso mezzo milione di residenti con un trend che non accenna a mostrare cambiamenti di direzione.

#2 ECONOMIA: ALTI TASSI DI CRESCITA E PRIMO POSTO MONDIALE
Nel 2015, dopo una progressiva rimonta, Londra ha raggiunto il primo posto nella classifica mondiale del global financial centres index che misura il potere finanziario esercitato dalle diverse città del mondo. Nella classifica, Milano è al cinquantesimo posto, prima in Italia. Dal 1998 la città di Londra ha registrato una poderosa crescita economica, sia in valori relativi che assoluti. Il GDP pro capite a Londra è di 116.800 sterline e Londra genera il 22% della ricchezza dell’intera Gran Bretagna, pari a quella della Svezia.
Da quando ha raggiunto l’autonomia la città di Londra ha avuto i maggiori tassi di crescita del suo paese e tra i più alti dell’Europa occidentale: negli ultimi sette anni ha avuto una crescita annua del 3% del PIL a fronte di un +2% della Gran Bretagna. In generale il raggiungimento dell’autonomia pare aver portato benefici sia a Londra che al resto del Paese: entrambi infatti sono cresciuti più della media dei paesi europei.

#3 MERCATO IMMOBILIARE: PREZZI DELLE CASE QUADRUPLICATI (MENTRE PRIMA ERANO QUASI STABILI)
Evoluzione del prezzo medio di una casa di Londra a partire dall’anno del referendum che l’ha resa una città stato (1998):
• 1998: £115,000
• 1999: £142,000
• 2000: £164,000
• 2001: £182,000
• 2002: £207,000
• 2003: £242,000
• 2004: £273,000
• 2005: £283,000
• 2006: £306,000
• 2007: £342,000
• 2008: £351,000
• 2009: £338,000
• 2010: £385,000
• 2011: £401,000
• 2012: £410,000
• 2013: £428,000
• 2014: £492,000
Source: ONS

Prima del referendum i prezzi delle case erano stabili o con una crescita modesta. Dieci anni prima erano in media pari a £78,000 (1988), crescendo in dieci anni di 30.000 sterline. Nei quindici anni successivi, da quando è diventata città stato, il prezzo delle case è cresciuto di 335.000 sterline, portando Londra dal 2012 a raggiungere la prima posizione nel mercato degli uffici e nel mercato residenziale. Si tratta di un aumento di oltre il 400%: nello stesso periodo (1998-2015) a Milano le case si sono rivalutate del 60% (Dati Camera di Commercio di Milano).

house-price-index-ons

 

I LONDINESI SI RASSEGNERANNO?

I risultati di Londra conseguito con l’autonomia sono notevoli. Ma Londra non è un’eccezione: in tutti i paesi principali in Europa si assiste a un incremento dell’autonomia delle città più sviluppate, come accade in Francia con Parigi, in Belgio con Bruxelles o in Spagna con Madrid, e dove c’è più libertà, a livello individuale e di enti locali, si trova più prosperità.
Questa è una legge che vale in tutta Europa e anche nel resto del mondo: ai vertici nelle classifiche del benessere e della qualità della vita ci sono città stato e, tra i grandi stati, gli stati federali.

A questa tendenza universale si sottrae però il nostro Paese. L’Italia risulta ancora oggi l’unico tra i principali paesi europei a non avere una città stato. Non solo. Risulta anche il paese in cui è più forte la spinta centralista dell’amministrazione pubblica, con risultati modesti come riportato in questo articolo: 10 segnali che lo stato italiano è da rifare.

La volontà dei londinesi nel 1998 aveva posto le basi a un grande successo di Londra. Ora il voto dei britannici rischia di compromettere il futuro di una delle capitali mondiali. Vediamo se i suoi abitanti si rassegneranno a questo destino o ancora una volta affermeranno il loro diritto all’autodeterminazione.   

ANDREA ZOPPOLATO

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

Prima e dopo: le più belle TRASFORMAZIONI urbane del mondo (FOTO)

0

In tutto il mondo le strade, progettate per favorire le automobili a scapito di pedoni e ciclisti, stanno pian piano scomparendo per lasciare spazio a nuovi concetti urbani che testimoniano il profondo cambiamento a cui stiamo assistendo.

Questa trasformazione urbana è stata documentata da un collettivo brasiliano di urban designer Urb-i, che ci ha offerto una panoramica avvincente del prima e dopo in diverse parti del mondo.

Le trasformazioni più impattanti sono quelle volte a correggere gli errori del passato. Nel prima e dopo degli scatti del Klyde Warren Park di Dallas si vede che, dove c’era una volta un’ ampia superstrada che divideva le sezioni del centro della città in diversi pezzi, ora c’è un ampio giardino pieno di erba verde. Non solo un beneficio per la qualità dell’aria del quartiere, il parco funge anche da sutura che unisce gli spazi che la pianificazione pro-auto aveva precedentemente strappato.

street-design-del-mondo-milanocittastato1In un angolo di Hamilton, la quarta città della Nuova Zelanda, quello che prima era un parcheggio è diventata una piazza di fiori e piante che oltretutto disincentiva di guidare in auto fino al centro città.

street-design-del-mondo-milanocittastato2

Altri invece, sono progetti di abbellimento più semplici volti a migliorare le condizioni esistenti senza modificarne notevolmente l’infrastruttura. Prendete questa piazza ridisegnata davanti al monastero Zachatievski di Mosca, per esempio. Mentre lo spazio per i guidatori non è stato ridotto, il parcheggio è stato limitato intorno ad una nuova isola giardino, eliminando la sensazione nel piano strada precedente, che la porta del monastero fosse stata in qualche modo offuscata.

street-design-dal-mondo-milanocittastato3

Molte delle trasformazioni sono volte a migliorare la sicurezza dei pedoni. Questo rimodellamento di una strada nel centro di Osaka regala più spazio per gli alberi, anche se il suo obiettivo generale è quello di gestire il traffico e ampliare lo spazio per i pedoni.

street-design-dal-mondo-milanocittastato

Altri cambiamenti sono impattanti per l’enorme quantità di spazio che viene riorganizzato per i pedoni. Prendete questa piazza a Bucarest, in Romania, la cui elegante curva era stata ridotta a comodo raccoglitore di auto, ora riconsegnato ai pedoni.

street-design-del-mondo-milanocittastato

Allo stesso modo, in questo angolo del quartiere Belgrano di Buenos Aires, è stata ricavata una piazza dallo spazio stradale, restituendo un senso di forma allo stesso e aumentando notevolmente la sicurezza dei pedoni, tagliando la distanza oltre il quale i pedoni sono esposti al traffico.

street-design-dal-mondo-milanocittastato5

I piani urbani del passato avevano progettato molti centri servizi per auto all’interno dei centri cittadini, come i già citati parcheggi e le stazioni di benzina. Come possono essere quindi riutilizzati questi spazi? Un angolo di strada a Città del Capo mostra che, quello che era un distributore di benzina nel 2009 è diventato un parcheggio molto improvvisato  l’anno successivo ma dal 2013 è diventato qualcosa di completamente diverso: un ristorante spagnolo.

street-design-del-mondo-milanocittastato6

 

Tutte le immagini provengono dall’archivio di Urb-i  e originariamente da Google Street View.

RAFFAELLA APPICE

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

 

La casa Verdi: opera di un grande artista generoso verso i meno fortunati

0

Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!
Così scrisse nel suo testamento Giuseppe Verdi a proposito della Casa di riposo per artisti da lui fatta realizzare. Il grande compositore non era nuovo a opere filantropiche: nei pressi della sua tenuta di Villanova sull’Arda fece costruire un ospedale attrezzato per la popolazione locale.

Panorama d’Italia arriva nella “metropoli dell’orgoglio”. 3 eventi da non perdere

0

Milano “metropoli dell’orgoglio” diventa tappa del viaggio di Panorama d’Italia.
Giunto al suo terzo anno di vita, il percorso di Panorama dedicato a raccontare l’Italia che non si arrende approda finalmente in quella che è la città più innovativa, cosmopolita e inclusiva d’Italia.

Da Domenica 16 a Sabato 22 Ottobre oltre 50 eventi ed appuntamenti tra cultura, economia,musica, cucina e politica metteranno in luce la grandiosità di una Milano Capitale che ci crede sempre, che non molla mai e che continua a trainare un Paese stanco e affaticato.

La città dove non importa la tua origine ma quanto tu ti senta parte di essa, Milano ospiterà importanti appuntamenti tra i quali segnaliamo:

Domenica 16 Ottobre
16.30 – Casa Panorama d’Italia, C.so Vittorio Emanuele ang. P.zza San Carlo – Inaugurazione della Casa di Panorama d’Italia.
Intervengono il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala. A seguire esibizione della Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri Lombardia.
Performance live del tape artist NO CURVES a cura di Whitelight Art Gallery durante la quale l’artista completerà l’opera “Daisy” che verrà battuta all’asta e donata alla Lega Del Filo d’Oro Onlus.
Lunedi 17 ottobre
9.30 – Sede di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza (via Pantano, 9) – “Milano motore dell’Italia”.

Intervengono: Carlo Calenda (Ministro dello Sviluppo Economico), Enrico Cereda (ad Ibm), Bernardo Mattarella (direttore Incentivi e Innovazione Invitalia), Marcella Panucci (direttore Generale Confindustria), Mauro Parolini, (assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia), Salvatore Rebecchini (presidente Simest), Carlo Sangalli (presidente Confcommercio), Michele Verna (direttore Generale Assolombarda).
Sabato 22 Ottobre
18.00 – Chiesa di San Paolo Converso (Piazza Sant’Eufemia, 3) – Alla scoperta dei tesori nascosti di Milano: «Milano capitale dell’impero romano». Lezione di Valerio Massimo Manfredi.

Per il programma completo e tutte le info: Panorama D’Italia a Milano

Sabato 15 ottobre: la notte dei senza dimora

0
ph: paolodalprato
ph: paolodalprato

Milano, Piazza Santo Stefano – 15 ottobre 2016. LA NOTTE DEI SENZA DIMORA. Diciassettesima edizione durante la Giornata ONU di lotta alla povertà.
Sabato 15 ottobre torna la Notte dei Senza Dimora che, per il diciassettesimo anno consecutivo, invita cittadini e istituzioni in piazza, per riportare l’attenzione sul problema dell’emarginazione sociale e delle persone senza dimora e a condividerne, almeno per una nottata, piatto e sacco a pelo.

Secondo una ricerca Istat realizzata per Fiopsd -Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora- in Italia ci sono oltre 50.000 persone senza dimora, di cui 19.000 nel nord-ovest, concentrati in particolare nelle grandi città come Milano. 4 su 10 sono di nazionalità italiana, 2 su 10 sono sulla strada da oltre 4 anni.
La Notte dei senza dimora rappresenta un momento di confronto fra i cittadini e le associazioni che si occupano di assistenza e reinserimento di persone in difficoltà, per informarsi e offrirsi come volontari.
La Notte dei Senza Dimora inizierà prima del calar del sole. Dalle 15.30 in Piazza Santo Stefano partirà una sessione di “knitting solidale”, organizzata da Horujo Knit and Crochet, in cui sarà possibile lavorare tutti insieme a maglia.

Alle 16.30 alla Casa dell’Accoglienza “Enzo Jannacci”, in Viale Ortles 69, ci si darà appuntamento per visitare uno dei luoghi della solidarietà meneghina. Da lì si inforcheranno tutti insieme le bici in direzione di Piazza Santo Stefano.

Alle 18 inizierà la musica dal vivo: il moderno country blues di Claudio Avella seguito dal repertorio di cover per voce e chitarra di Claudio Niniano.

Non mancherà un momento di approfondimento, in Piazza Santo Stefano. Alle 19 “Quali idee nuove stanno emergendo a Milano in tema di accoglienza”: incontro con Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca, don Virginio Colmegna, Casa della Carità e Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano.

Persone con e senza dimora saranno fianco a fianco durante la grande cena gratuita (alle ore 20) e parteciperanno alla festa in piazza con musica, messaggi e testimonianze.

Dalle 21.00 ancora musica dal vivo con il cantautore Cesare Malfatti -una delle anime dell’ex gruppo rock La Crus- per voce e chitarra. A seguire Bar Boon Band, storico gruppo nato a SOS Stazione Centrale. E ancora i musicisti di strada Edwin One Man Band, Oumar Alpha Balde, il reggae di Bandaranda, per chiudere con Marina Madreperla.

La serata in piazza avrà il suo culmine nella dormita all’aperto, sul sagrato della chiesa, a cui si invitano tutti i cittadini a prendere parte per l’intera durata della notte.

A questa edizione della “Notte” parteciperanno anche 400 ragazzi dei gruppi scout CNGEI Milano: dalla preparazione dei pasti, alla visita a Casa Jannacci, dall’allestimento della piazza fino alla notte trascorsa sotto le stelle. La partecipazione chiude il percorso che i gruppi milanesi CNGEI hanno dedicato alle pratiche dell’accoglienza durante tutto il 2016.

L’evento è organizzato da: Insieme nelle Terre di mezzo onlus, Opera Cardinal Ferrari, Cena dell’amicizia, Papa Giovanni XXIII, Fondazione Fratelli di San Francesco, CAST, Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Milano, Fondazione Progetto Arca Onlus, Ronda Carità e Solidarietà ONLUS, Casa di Gastone, Fondazione Isacchi Samaja Onlus, Associazione MiRaggio, Avvocato di strada ONLUS, CNGEI, Effatà, VOCI, Avvocati per Niente, Acli-Ipsia, MIA – Milano in Azione, Fides ONLUS-Casa degli Amici, Caritas Ambrosiana, Casa della Carità e FIOPSD. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Milano.


TLAPSE | Your Project in Motion

NOTIZIE PIU' LETTE