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App, eventi, mappe e tappe: 4 link per vivere il Fuorisalone 2016

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eventi imperdibili fuorisalone 2016
eventi imperdibili fuorisalone 2016

Stavamo per scriverne uno anche noi, ma poi abbiamo visto che c’è già l’abbondanza della scelta. Ogni giornale, rivista, sito web, pagina Facebook ha proposto la sua personale classifica delle cose da non perdere del Fuorisalone. Ne abbiamo scelti 4.

#1. L’evento Facebook: Fuorisalone 2016 – Tutti gli eventi

Con 26 mila interessati e 9 mila partecipanti, al momento in cui scriviamo è la pagina evento di Facebook che sta riscuotendo più interesse. Si aggiorna di continuo e reca in bacheca gli eventi più suggestivi.
Indirizzo: https://www.facebook.com/events/590780974431184

#2. 5 App per sopravvivere al Fuorisalone

Elle propone 5 app fondamentali nelle giornate del Fuorisalone. Sono:
1. Drexcode per il noleggio abiti
2. Uber per muoversi nel traffico
3. Vaniday per una messa in piega ultrarapida
4. Foodora per pasti a domicilio
5. Helpling per la colf su misura.

app fuorisalone elle.it

Indirizzo: http://www.elle.it/Moda/Shopping/Speciale-Salone-del-Mobile-2016/fuori-salone-app-mobile

3. Fuorisalone 2016: le 12 tappe imperdibili di Vivimilano

Clara Bona scrive: “[…] quali sono le proposte del Fuorisalone 2016 che proprio non si possono perdere? Tra creazioni scenografiche e location da sogno abbiamo scelto i nostri appuntamenti. Eccoli!”. Tra i capolista appaiono, a ragione, il tanto atteso evento di Palazzo Litta, le installazioni dal profumo di Olanda Nicole Uniquole, la Triennale agli architetti, Hermés al Teatro Vetra e c’è pure Napoleone.

fiori design milano fuorisalone 2016

Indirizzo: http://vivimilano.corriere.it/playlist-primopiano/gli-imperdibili-del-fuori-salone/

4. La mappa degli eventi di Milanotoday

Dopo il successo delle Restaurant Map non abbiamo potuto non notare il proliferare di mappe in ogni dove.
Gli eventi del Fuorisalone non potevano rimanere escluse.
Sulla falsariga delle nostre ‘chicche nascoste’ ecco dunque una bella selezione di eventi di ogni genere posizionati, con tanto di puntina, nelle location corrispondenti da Milanotoday. Che passa dalle degustazioni alle biciclette con nonchalance, ma ha il pregio di fare da bussola sempre aggiornata ad ogni nuovo evento approdato in città.

fuorisalone mappa
fuorisalone mappa

Indirizzohttp://www.milanotoday.it/eventi/cultura/mappa-eventi-gratis-fuorisalone-2016.html

Come capire un milanese da come ti saluta

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Da come ti saluta il milanese ti dice tutto. Chi è e che cosa pensa di te.
Ecco la prima guida utile per interpretare i saluti del milanese, indispensabile ogni volta che si esce di casa.

#1 “Grandissimo!”

Non si ricorda chi cazzo sei.

#2 “Caro!”

Non si ricorda il tuo nome, ma ti vuole bene.

#3 “Bella lì”

Non ti considera proprio. Sei a un centimetro dalla trasparenza.

#4 Stretta di mano shakerata

Ti stringe forte cercando di esprimere affidabilità e produttività. Stai attento, vuole venderti qualcosa.

#5 Pacca sulla spalla

È un buon amico. O un’apertura di credito.

#6 Mano molle

Ti attaccherà sfighe o brutti mali.

#7 Bacio virile

O sei un mafioso o hai buone probabilità di diventarlo.

#8 L’abbraccio alla scandinava

È un uomo di mondo, abituato a viaggiare: ti offrirà da bere.

#9 Il saluto a distanza

Non vali neanche un tentativo di avvicinamento. Si pente di avere incrociato lo sguardo e teme che tu gli vada incontro.

#10 La stretta all’americana

È il top gun mancato. Spesso è un fallito.

#11 La sberla

O variante del coppino. È il commilitone, pronto a condividere tutto con te. Probabilmente andrà è un habitué delle vacanze in Puglia.

#12 La manata sui genitali

È rimasto nella Milano da bere degli anni Ottanta.

#13 “Ciao zio!”

Un finto giovane. Da evitare.

#14 Tocco di pugni

Il saluto di Milano Città Stato

#15 Il saluto con la sinistra

Vuole fare l’originale o ha la mano destra unta

#16 “Uè, Pirla!”

Sei in zona 1.

Nel paese della pioggia l’energia solare si raccoglie dall’acqua

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Avete presente quando si dice: Vado al mare per ricaricarmi? Bene, d’ora in avanti questo non sarà più un modo di dire, considerato l’esperimento di successo messo in atto dalla maggiore compagnia idrica britannica, la Thames Water, insieme all’azienda elettrica Lightsource.

Thames Water e Lightsource, insieme, hanno creato la più grande centrale d’Europa, per giunta, galleggiante sul bacino idrico collocato accanto all’aeroporto londinese di Heathrow.

I suoi oltre 23 mila pannelli solari sono montati su galleggianti uniti in una sorta di zattera e vengono aggrappati al fondale con 177 ancore.
Si tratta di un autentico campo di “energia solare catturata dall’acqua”, come la definisce la nostra fonte, esteso quanto 8 campi da calcio e in grado di generare oltre 5 milioni di kilowattora di elettricità ogni anno, trasferiti a terra tramite appositi cavi.

Dunque, tutto il segreto risiede nei pannelli solari, che “sono una grande risorsa, ma non consentono l’autosufficienza” ricorda it.euronews.com.

Considerato che “l’energia solare non si genera in maniera costante” sottolinea Angus Berry, manager della Thames Water, “Quando non c‘è il sole, la quantità richiesta dall’impianto per il trattamento delle acque non può essere soddisfatta, quindi si interviene in altro modo“.

La soluzione? Mantenere i tubi al freddo, come spiega Nick Boyle, amministratore delegato di Lightsource: “Uno dei grandi vantaggi di strutture galleggianti è che nell’acqua i cavi e i pannelli si raffreddano più facilmente, quindi tutto l’impianto è più efficiente e produce più elettricità che se fosse in mezzo a un campo.”

Una volta conclusi i test la rete non sarà nazionale ma rimarrà privata e fornirà 10 milioni di inglesi e una copertura del 20% del loro fabbisogno energetico.

Una breve spiegazione a questo link:

Fonte: http://it.euronews.com/2016/03/28/l-energia-solare-si-cattura-meglio-sull-acqua/

A Milano il primo negozio dove si paga con il baratto

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Homer Simpson rappresenta l’ingenuità priva di sovrastrutture. Per questo quando cerca una nocciolina sotto il divano e invece trova venti dollari, rimane molto deluso. Solo il suo cervello, la razionalità, può spiegargli che 20 dollari possono permettergli di ottenere molte più noccioline.

Spazio Tuttogratis si rivolge a quella parte ancora libera da sovrastrutture che alberga dentro ognuno di noi e propone di tornare al baratto.

A Spazio Tuttogratis si possono scambiare beni materiali ancora funzionanti. Il principio dietro a questa idea è molto semplice, condividere per non sprecare.

Ovviamente questo spazio non è una discarica dove liberarci della nostra spazzatura, ma dove riaccendere il valore di oggetti che nelle nostre mani hanno esaurito la propria utilità ma che potrebbero vivere una seconda giovinezza con un nuovo proprietario.

È il principio della share economy cresciuto nel mondo virtuale applicato al mondo reale. Lo spazio aprirà sotto il passante ferroviario di Porta Vittoria.

Una prima sperimentazione di questo metodo è stata fatta per due giorni a Cascina Cuccagna, sembra sia andata molto bene. In tanti hanno partecipato e hanno barattato i propri oggetti.

Questa idea non è originale. A Bolzano esiste lo spazio Passamano che lavora in questo modo già da quattro anni, con grande soddisfazione di chi l’ha utilizzato.

Quindi date uno sguardo a quello che avete in casa, cercate di scovare qualcosa che non usate da tanto, che non sapevate di non aver ancora gettato. Controllate che funzioni e portatelo a Spazio Tuttogratis. Lasciatelo lì e in cambio prendete qualcosa che vi serve.

 

Corrado Passera: “Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni”

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Corrado Passera intervista milano citta stato
Corrado Passera intervista milano citta stato

E’ lui l’uomo del giorno, dopo l’alleanza con Parisi. Noi lo abbiamo intervistato qualche giorno fa, quando ancora l’accordo non c’era o comunque non era stato ancora reso pubblico. Alla luce dei fatti accaduti questa intervista risulta ancora più intrigante.

C’è chi pensa che milanocittastato.it sia una sua iniziativa. E’ un dubbio comprensibile anche perché il progetto di dare autonomia a Milano è uno dei cavalli di battaglia del suo programma e, come noi, anche lui è convinto che questa sia la strada giusta per rendere Milano e l’Italia più forti in Europa. Di fronte a questi sospetti, come reagiamo? Facendo un’intervista a Passera, chiedendogli quello che abbiamo domandato e che domanderemo ad altri personaggi: Milano Città Stato sì o no?
Vediamo cosa ci ha risposto.

Corrado Passera definisce Milano ‘la mia casa. Il luogo delle opportunità’. Quelle personali: comasco, con un’attività di famiglia ben avviata nel ramo alberghiero, appena diciottenne si iscrive alla Bocconi di Milano e sbarca nella grande città. Da lì, McKinsey & Company, Olivetti... i grandi incarichi nelle grandi aziende.
A sessantuno anni torna a Milano: ha appena concluso due anni come Ministro dello sviluppo economico e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti nel governo Monti (2011-2013) e ha scelto Milano come luogo dove far venire alla luce anche la sua quinta figlia, Eugenia, il 14 marzo scorso, terzogenita sua e della seconda moglie Giovanna Salza, dopo Luce e Giovanni e a 28 anni dall’arrivo di Sofia e Luigi, nati dal primo matrimonio con Cecilia Canepa.

Per Corrado Passera Milano è il luogo dove ‘Ricomincio da Cinque’, esattamente come il titolo del libro-intervista scritto con la giornalista Sara Faillaci, edito da Bur, in cui l’uomo, il dirigente, il politico, si mette a nudo: “non lo avevo mai fatto: ho dovuto fare uno sforzo su me stesso per raccontarmi a Sara Faillaci. Il “Ricomincio” è nel senso che, quando si ha una nuova vita in casa, la piccola Eugenia, si ha una prospettiva di vita diversa e una clamorosa voglia di impegnarsi per il lungo periodo”.

corrado passera libro ricomincio da cinque

A chi vorrebbe arrivasse in mano?
A tutti coloro che vogliono avere una prova in più che Milano può essere la città delle opportunità.

Perché ora?
Chi vuole un sindaco a Milano non deve scegliere semplicemente una sigla o uno schieramento ideologico: alla fine sceglie una persona. Fa parte della nuova politica essere a disposizione e conosciuti dai propri cittadini. Questo è uno dei modi per farlo. Credo che Milano abbia bisogno di un sindaco indipendente, che sappia portare ambizione internazionale, affrontare i problemi, che creda nella solidarietà e nutra certi valori. In questi libri affronto questi temi, ma non in teoria: ho parlato delle cose che ho fatto nella mia vita [dalla carica alla Olivetti al miracolo alle Poste, arrivando alla fusione e nascita di Intesa Sanpaolo e all’approdo nel mondo politico, N.d.r.]. Avendo conosciuto nella vita, il resto del mondo, e avendo fatto esperienza nel pubblico, nel privato, nella finanza, nell’industria, nel non profit, per creare il meglio d’Europa, io miro a puntare su Milano che ha tutti i pezzi per essere città del XXI secolo che crea lavoro, che rende possibili le opportunità – come lo è stato per me. Milano è proprio lo scegliere il progetto più interessante in Europa nei prossimi anni.

Dopo questa intro, passiamo al format già utilizzato per altri personaggi, tra cui i candidati alle primarie del PD.
Il domandone. Che domanda vorrebbe fare ai nostri lettori?

Avete veramente voglia, come io credo, di puntare in alto? Abbiamo voglia di non accontentarci di dove siamo? Abbiamo voglia di cambiare anche le regole del gioco, amministrative, di ambizione questa città? Lo chiedo perché non è quello che percepisco sempre. C’è tanta gente che si accontenta, si confronta con chi va peggio di noi. Invece Milano può essere molto di più: può essere una delle capitali d’Europa. E allora: siete pronti a giocarvi la partita per diventare capitali d’Europa? Perché non basta dirlo; bisogna cambiare tanto se vogliamo diventarlo.

La proposta impossibile. Deve fare una proposta impossibile per Milano.
Perché ‘impossibile’? Tutti – o almeno, sicuramente gli altri candidati a queste elezioni a Milano – considerano impossibile fare di Milano una città stato, cioè una città con l’autonomia di una regione e con quell’autonomia che le grandi città d’Europa hanno già. Milano può essere una città che parla direttamente, e non mediata, con Roma e con Bruxelles: quindi deve almeno godere di uno status di regione con poteri legislativi, fiscali e di autonomia; gli stessi che hanno già le altre regioni italiane a norma di costituzione. Quello che propongo è il meccanismo: puntiamo in alto; non ‘aggiungiamo qualcosina’; facciamo di Milano una regione a tutti gli effetti con l’autonomia e le risorse per investire sulla sanità e diventarne una delle capitali mondiali, sulla formazione per attirare i migliori studenti da tutto il mondo, su un sistema di trasporti eccellente, e così via …. La Costituzione ce lo permette. Dovranno decidere i milanesi e i milanesi della grande Milano.
Noi saremo comunque la regione più bella, più forte, più grande d’Italia, e una delle regioni più belle, più grandi, più forti d’Europa.
Siamo il 10% dell’economia italiana.
Siamo 3,5 milioni di persone super attive.
Siamo in un posto meraviglioso strategicamente in mezzo all’Europa. Possiamo diventare “la” regione di riferimento in Europa; niente di meno.

Quali sarebbero i confini?
Per rendere possibili delle cose che appaiono impossibili cominciamo con il dire che abbiamo una Città Metropolitana: questa potrebbe essere la Regione Metropolitana di Milano. Sono sicuro (e lo ribadisco) che il giorno in cui saremo regione, e quindi con i poteri, l’economia, la fiscalità di una Regione, tanti vorranno unirsi a noi.

Domanda da 1 miliardo di euro. Se avesse un miliardo di euro a disposizione per Milano che cosa farebbe?
Noi ne avremo di più grazie alla cessione delle partecipazioni finanziarie, come A2A e SEA, per cominciare, ma diciamo di averne solo un miliardo. Partirei dalla realizzazione di scuole bellissime, con impianti sportivi aperti tutto il giorno, anche nelle ore serali a favore delle associazioni sportive e dei quartieri; farei quattro campus di livello internazionale per le nostre università; darei un colpo fortissimo a favore di housing sociale e case popolari; la Nuova Brera non deve essere solo il più bel museo d’Italia ma certamente almeno d’Europa; cambierei tutti gli autobus non ecologici. E questo, solo per cominciare.

Una persona, un luogo e una data.
Questa settimana non mi può chiedere altro: Milano, mia figlia Eugenia, 14 marzo 2016.

Una cosa che toglierebbe a Milano?
Se intendo una zavorra fisica, allora direi di togliere lo smog atmosferico: un problema vero, ma risolvibile se affrontato con le giuste mosse e dando un segnale fortissimo che non c’è stato in questi ultimi anni. Ma c’è di più, ovvero lo smog mentale: dobbiamo toglierci quella tendenza a paragonarci a chi va peggio di noi, e invece abituarci a dire: ‘Noi possiamo essere tra le migliori città del mondo’, valorizzando così l’orgoglio milanese per puntare in alto, senza accontentarsi.

E una cosa che aggiungerebbe a Milano?
Una cosa concreta: centomila studenti dai Paesi OCSE e in tutti i settori della formazione professionale, artistica e universitaria.
In termini ideali: Milano può e deve essere più ambiziosa negli obiettivi che si pone.

Lei ha vissuto tantissimi momenti della sua vita personale e professionale. C’è stata per lei una grande rinuncia? 
Nel novembre del 2011 ero un uomo felice. Stava arrivando il mio secondo figlio, avevamo appena affittato una nuova casa. Amavo il mio lavoro. Era un lavoro piacevole e comodo. In due ore ho messo tutto in discussione e sono andato a giurare come Ministro in Quirinale. Quindi se vogliamo chiamarla “rinuncia” o scelta di rimettere tutto in discussione questo è stato.
Viceversa, alla fine dei cinque anni in Olivetti che sono stati – li definirei – ‘eroici’ ed ero nel momento di portare a casa tutti i benefici di questo enorme lavoro, io ho detto di no perché chiaramente non condividevo più gli obiettivi di vita, prima ancora di quelli di affari, del mio azionista di maggioranza: allora me ne sono andato per ricominciare da capo da un’altra parte.

Ha mai avuto la sensazione di fare un salto nel vuoto o è sempre stato sicuro del suo futuro?
Quando finiva una cosa non c’era il piano B. Però uno prende le sue decisioni se sono giuste o sbagliate; non se conviene o non conviene. E’ un misto di un pizzico di presunzione, un po’ di senso di Provvidenza e gusto dell’inventarsi la vita.

La domanda su misura. ll suo ricordo di Umberto Eco, l’amico e l’intellettuale con cui ha condiviso anni di lavoro su Encyclomedia.
Nessuno come Eco ha impersonato la capacità di mettere insieme lo scibile umano. Credo che il mondo andrà avanti su due assi: l’iper specializzazione – che serve, per fare certe cose -; e il saper mettere insieme le specializzazioni, una ‘gestione della complessità’, una ‘visione sistemica’ che sarà la motrice del mondo. Una dote rara e preziosa: ecco, Umberto Eco, nella cultura, è la persona che le si avvicina di più.

La domanda finale. Qual è il suo fine per Milano?
Fare di Milano la città più dinamica d’Europa.
Fare di Milano l’esempio paradigmatico di cos’è una città bella, attraente, nel XXI secolo.
Fare di Milano il punto di riferimento per le altre città. Noi oggi siamo malmessi dalle classifiche di ogni tipo: dalla sicurezza all’inquinamento, dalla creazione di posti di lavoro alla attrattività.
Milano, se fa le cose che può fare, in cinque anni potrà collocarsi in cima in tutte queste classifiche, non solo tra le altre città d’Italia ma anche sopra l’intera Europa.

A Milano il primo asilo nido vegano d’Italia

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Federica Berrobianchi viene da una famiglia di educatori di Pietra Ligure.

Fin da piccola cresce in una casa piena di bambini, prima quelli che la sua famiglia accoglieva in affido e poi quelli ospitati nell’asilo gestito dai suoi genitori. Proprio come faceva Piaget, uno dei più famosi pedagogisti di tutti i tempi, lei li osserva, impara a capire il balletto del loro umore, le loro difficoltà e i loro giochi.

La conoscenza accende la passione, per questo Federica al momento debito non ha dubbi e si iscrive a Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Università del Sacro Cuore.

Oggi è una laureata piena di altri titoli (master, corsi, periodi di formazione, …) che attestano il suo amore per i bambini e la sua professionalità verso l’insegnamento.

Recentemente ha aperto un asilo nido in una casa attrezzata dove passa le giornate con i bimbi. Si chiama Naturà, nido insieme secondo natura e non è come gli altri asili. Si tratta del primo asilo nido vegano d’Italia.

Andiamo a sbirciare il menù di Naturà settimana per settimana.

Settimana 1:

Polenta con ragù di seitan, crocchette di riso e finocchi, vellutata di cavolini di bruxelles con germe di grano, pasta al pesto con patate, burger di lenticchie e fagiolini.

Settimana 2:

Gnocchetti di patate e spinaci, tortino di miglio e zucca, crema di verdure miste, polpettine al forno di cavolfiore bianco e tofu, pizza ai carciofi.

Settimana 3:

Quinoa con broccoli, burger di farro patate e spinaci, riso semi integrale alla zucca e semi di chia, medaglioni di cavolfiore bianco e tofu, pasta al sugo di pomodoro.

Settimana 4:

Gnocchetti di patate con carciofi, tortino di miglio con broccoli e semi di chia, bulgur con spinaci, crema di verdure con germe di grano, riso con finocchi e curcuma.

Naturà non è solo un asilo nido vegano, è un progetto pedagogico bio dove ogni cosa, dai giocattoli fino alle attività, promuove il rispetto dell’ambiente.

 

Fonte:

nidonatura.com

 

10 strategie per fingersi esperti in una inaugurazione di cui non si sa nulla

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Con il Fuorisalone si inaugura la grande stagione delle inaugurazioni. Ma come si può andarci senza essere snobbati immediatamente?

10 STRATEGIE PER FINGERSI ESPERTI IN UNA INAUGURAZIONE DI CUI NON SI SA NULLA

#1 Ripetere l’ultimo concetto che vi è stato detto in una conversazione, mostrando di ponderarlo con apprezzamento

Se è troppo faticoso basta ripetere più volte l’ultima parola che è stata detta, socchiudendo gli occhi e facendo di sì con la testa. Provate: modo sicuro per farsi apprezzare e sembrare degli intenditori.

#2 Citare nomi di talenti internazionali che nessuno conosce (e che sono inventati)


Evitare quelli del mondo anglosassone, ma puntare su sonorità esotiche. “Questo pare Yuan Tai Tzu, non trovi?”, “Strano che non ci siano opere di Gomez Cardoso, no?”, “Questo deve essere un Korosov… E’ sempre il numero 1”.
Assolutamente da evitare nomi veri, perchè c’è il rischio che qualcuno ne sappia più di voi. Unica regola: inventare di sana pianta. Tanto al 99% avrete davanti un altro finto esperto che confermerà ogni vostra citazione.

#3 Parlare con accento straniero


Meglio se accenti strani difficilmente rintracciabili. “Lei non è italiano, vero?”. “Vengo dalla Pannonia. Si sente?”. Ogni tanto inserire in mezzo a una frase qualche parola incomprensibile.

#4 Salutare con sicurezza chi non si conosce

Ueee, grandissimo, sapevo che non potevi mancare! Eccola, sei sempre la regina.
Osare e salutare chiunque, tanto ricambiano sempre per innata tendenza alla finzione.

#5 Criticare qualcosa dell’inaugurazione (anche dettagli apparentemente inutili) con sincera convinzione

O mio Dio, ma gli infissi del gabinetto, ma li hai visti? Era dalla corsa dei sacchi dell’Aprica che non vedevo niente di più squallido.

#6 Chiamare col nome di battesimo personaggi famosi del settore (Giorgio, Donatella, Domenico & Stefano)

Mai mai mai chiamare nessun vip per cognome. Per cognome si chiamano solo i propri amici sfigati.

#7 Far finta di rispondere al cellulare nel bel mezzo della conversazione, facendo segno che si tratta di una persona importantissima

Perdonami ma è Lapo, mi chiama da Dubai.

#8 Parlare di altre inaugurazioni riservatissime in programma nei giorni successivi

Tu ci vai dalla Samsung, vero? Sì, certo fanno un evento super di elite… Ma come, non lo sapevi?

#9 Evitare di abbuffarsi al buffet


Qui molti finti esperti ci cascano come polli. Gli occhi devono luccicare solo per le persone, mai per il cibo che passa sui vassoi. Dovete cercare di mantenere un profilo zen e attendere che sia il cibo ad arrivare a voi, il contrario mai.

#10 Ubriacarsi

A meno che non siate voi il festeggiato, occhio all’alcol. Possono bastare un paio di drink per dimenticarsi tutte le regole del finto esperto e venire smascherati all’istante. A quel punto sarà come tuffarsi in una piscina senz’acqua e sarete bannati a vita.

A Berlino la galleria del vento verticale più grande d’Europa

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galleria del vento
galleria del vento

Chi non ha mai sognato di volare? Da qualche anno è possibile farlo anche sulla terraferma grazie alle gallerie del vento verticale.

Che cos’è una galleria del vento verticale, la vertical wind tunnel (VWT).

La galleria del vento verticale è un complesso cilindrico che simula la condizione di volo in solitaria o insieme a un gruppo di persone, spinti dal soffio d’aria emesso da turbine potentissime, manovrate da un apposito operatore, con un getto d’aria che può raggiungere fino i 300 Km/h.

Spesso usate come strumento di allenamento per paracadutisti, la galleria del vento dura pochi minuti e può essere o un momento per volteggiare nell’aria oppure, se opportunamente seguiti, per apprendere le tecniche di volo a corpo libero.
Sempre ben equipaggiati, si intende: tuta, caschi, occhiali sono generalmente forniti dai centri che offrono questa esperienza.

Già, ma quali sono le migliori d’Europa?

L’ultima, ma solo in ordine di tempo, ad aver attirato l’attenzione dei tedeschi e degli appassionati di sport estremi è in costruzione. E’ la galleria del vento di Waßmannsdorf, “frazione del comune di Schönefeld ai confini con la periferia sud-orientale della capitale tedesca”[fonte http://berlinocacioepepemagazine.com/].

Qui, avrà sorgerà la Hurricane Factory Berlin, la più grande galleria del vento verticale di Germania, buona per simulazioni di voli anche indoor e, aspetto ancora più interessante, aperta per grandi e piccini anche per giochi e feste private, compleanni compresi.

Dovrebbe essere pronta ad autunno 2016. Sicuramente sarà immensa: il cilindro di vetro avrà una larghezza di 5,20 metri, sarà alta 15, farà volare i suoi ospiti a una velocità di 280 km/h per una durata minima di tre minuti, l’equivalente di 3 lanci con paracadute da 4.000 metri di altezza.

Gallerie del Vento in Italia?

Al momento c’è qualcosa a Torino: si chiama Fly Experience, è alta 12 metri di altezza ed è aperta per allenamenti e scopi professionali.

Berlino, dunque, inaugura una nuova forma di divertimento e intrattenimento dove, aggiungiamo noi, immaginiamo si potranno apprendere anche alcuni rudimenti sulla fisica e la forza di gravità. E a Milano, quando?

Fonte: http://berlinocacioepepemagazine.com/voglia-di-volare-a-berlino-apre-una-delle-gallerie-del-vento-piu-grandi-deuropa/#sthash.LFNwSYm4.dpuf

A Milano i gesti gentili sono come i fiori

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A Milano sono tutti molto impegnati. C’è tanto da fare, tutti corrono, le distanze tra un luogo e l’altro sono notevoli e richiedono tempo per essere percorse. È un tran tran inesorabile che può allontanare gli altri dal nostro universo percettivo.

Milano è come un paio di occhiali attraverso cui guardiamo noi stessi.

In questa città spesso vince l’individualismo. Quando si è il nodo centrale di una serie di relazioni complicate il nostro cervello deve fare ordine per catalogare e comprendere il dedalo legami a cui partecipiamo. Sarebbe troppo dispendioso cedere al relativismo e metterci nei panni degli altri. Non ne abbiamo il tempo.

Il lato oscuro di questa dinamica è cercare l’utilità in qualsiasi interazione umana. Senza cattiveria o freddezza emotiva, è solo una questione di sopravvivenza.

Siamo molto di più di quello che dobbiamo fare.

Una poesia non serve a niente, però è bella. Qualcuno potrebbe obiettare e cercare l’utilità anche nei versi, ma quello è già un approccio accademico finalizzato all’analisi dell’opera. Io voglio leggere una poesia e non capirci niente ma sentire qualcosa che mi spinga a rileggerla ed esplorare altre poesie per averne ancora.

Quando ci troviamo di fronte al sublime il tempo si ferma e non abbiamo più la necessità di fare niente. È la sospensione della volontà, per dirla con le parole di Schopenhauer.

Nei gesti gentili dei milanesi c’è il sublime.

Ho camminato di fretta un milione di volte le strade di Milano per raggiungere dei posti che ormai non ricordo e ogni volta che ho visto un gesto gentile mi sono fermato.

Raccogliere il cappello di qualcuno soffiato via dal vento, dare un’indicazione a uno straniero, ammettere la priorità di un altro mentre si fa la coda o dare un consiglio su cosa fare e vedere a Milano.

I gesti gentili a Milano sono come i fiori. Non servono per continuare il nostro tran tran quotidiano, però sono belli.

Suggestioni metropolitane: le 10 fermate più surreali del mondo – IMMAGINI

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Stazione Toledo

Dopo le metropolitana fiorite, la rete ci offre un’altra carrellata di immagini straordinarie.

Su www.3nz.it le metropolitane sono protagoniste di un rassegna speciale che unisce Napoli a Mosca, Monaco a Varsavia, e così via.

Niente vagoni, stavolta: a sorprendere sono le decorazioni surreali, a trompe l’oeil, tridimensionali; le sculture e le archittetture, gli arredi e i temi che decorano i sotterranei di alcune delle fermate della metropolitana delle linee delle città al mondo. 

Decorazioni di artisti pensate per deformare lo spazio e produrre una inedita esperienza del servizio della linea metropolitana.

Per intenderci: avreste mai pensato di scendere alla Solna Station di Stoccolma e trovarvi dritti dritti… all’inferno?

La capitale di Svezia è una delle città più sensibili al tema della decorazione metropolitana, se stiamo alle immagini fornite da 3nz.it, ma non è la sola.

Anche nell’ex Unione Sovietica se la cavano assai bene: sembra una sala degna del Salone delle Feste del Palazzo d’Inverno la Stazione Kievskaya di Mosca.

Arti e mestieri sono invece di casa ad un certo stop a Parigi.

E… in Italia?

Protagonista delle suggestioni metropolitane è Napoli: la fermata Toledo squarcia – artisticamente parlando – il soffitto ed apre allo spazio sconfinato verso un cielo di puntini luminosi; sulle scale della Università compare Dante in versione pop.

Ma ce ne sono molte altre ancora.
Da sole, queste straordinarie stazioni della linea metropolitana valgono un tour delle città del mondo viste… in sotterranea.

Dove in particolare? Lo si scopre qui sotto nella nostra gallery.

 

8 aprile 2016. Cena di Vivaio con il Candidato: Stefano Parisi all’Atelier Forte

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cena con il candidato sindaco atelier forte

Dove: Atelier Forte, Via Arcangelo Corelli, 34, 20134 Milano

Quando:  venerdì 8 aprile 2016, ore 20.30.

Quanto costa?: 30 euro

Indovina chi viene a cena, venerdì sera?
O meglio: indovina con chi andrai a cena?

Nella casa più pazza di Milano, l’Atelier Forte dell’architetto Duilio Forte, l’associazione Vivaio propone una nuova puntata del suo format di infotainment (informazione + entertainment): a Cena con il Candidato.

Ancora una volta, gli associati a Vivaio si incontrano per conversare all’ora di cena con uno dei candidati alle prossime elezioni amministrative 2016.

Dopo Corrado Passera e l’ex candidato PD Emanuele Fiano, venerdì 8 aprile toccherà a Stefano Parisi, l’uomo del centrodestra, partecipare alla cena + domande insolite di 40 vivaisti “innamorati pazzi della città in cui viviamo, Milano, che è per noi come una figlia: dobbiamo mettere alla prova chi vuole prenderla in sposa”.

Con questa metafora, dunque, appuntamento alle 20.30 (solo su invito): ne vedremo delle belle. E chi non potrà esserci non si preoccupi: nella serata verrà registrato un video che riprenderà i momenti più appetitosi dell’incontro.

5 motivi per cui mi piacerebbe andarci

#1. conoscere da vicino uno dei candidati a Palazzo Marino e capire qualcosa di più della sua proposta per la città

#2. trascorrere un venerdì sera davvero particolare

#3. cenare all’Atelier Forte

#4. godermi una visita guidata dell’Atelier Forte in compagnia del suo autore-padrone di casa

#5. provare una cena ‘alcalina’

5 cose che mi piacerebbe trovare

#1. una tavola rotonda, apparecchiata di politica ma scevra dai soliti politicismi

#2. domande insolite

#3. un candidato sindaco alla mano, ma molto consapevole del suo ruolo

#4. la sauna dell’Atelier Forte, libera dopo cena per vedere Milano dall’alto

#5. Ursus, il nuovo progetto di Duilio Forte che ha fatto innamorare mezza Triennale

“L’Economia tra 100 anni come sarà?” – L’ULTIMO DINOSAURO, VIDEO#6

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“”L’Economia tra 100 anni come sarà?” – L’ULTIMO DINOSAURO, VIDEO#6

Sesto appuntamento con la video rubrica settimanale a cura di Giacomo Zucco: “L’ULTIMO DINOSAURO”.

In questa puntata, Giacomo Zucco risponde alla domanda: “L’Economia tra 100 anni come sarà?”

“L’ Economia tra 100 anni come sarà?” – L’ULTIMO DINOSAURO, VIDEO#6

In questa puntata:

“E’ molto difficile rispondere a questa domanda, ma l’economia del 20116 sarà probabilmente molto più libera di quella di oggi. Non è una certezza, ma una probabilità data da un fattore che è quello della tecnologia.

La tecnologia può essere un’arma in mano ai dinosauri per schiacciare i piccoli esserini che non riescono ad essere giganteschi come loro, , ma la tecnologia, molto più spesso, è un’ arma in mano ai piccoli esserini evoluti; serve loro per resistere meglio alle enormi zampe dei dinosauri.

Immaginiamo ad esempio la stampa a caratteri mobili: prima della stampa a caratteri mobili, censurare il pensiero o censurare un libro che era sgradito magari a qualche dinosauro dell’epoca, era davvero molto facile; dopo la stampa a caratteri mobili siamo passati ad un mondo in cui non solo era cambiata l’economia, ma era cambiata anche la società. Era molto più difficile la censura.

La stessa cosa avviene con alcuni tipi di evoluzione nel campo delle armi.
Colt diceva che Dio ha creato gli uomini e le pistole automatiche li hanno resi uguali, ma più recentemente è successo con Internet.

Internet è stato l’esempio tipico di qualcosa che gli stessi regimi non riescono a controllare. Che lascia le persone libere anche di protestare, di acquisire anche informazioni dal mondo esterno, e di dare informazioni al mondo esterno.
Pensiamo ai dissidenti della Corea del Nord, dell’Iran: a che cosa Internet ha fatto per cambiare l’approccio dispotico dei dinosauri statali.

Adesso stiamo vedendo il sorgere di nuove tecnologie che potranno portare ancora più avanti questo tipo di indipendenza.

Già in questo momento milioni di persone si scambiano servizi di trasporto, servizi di abitazione con AirBnB, Uber.
Piattaforme che permettono a ognuno di essere una piccola multinazionale e di offrire i propri servizi.

Questa è solo la prima fase di un discorso che sta diventando molto più importante e che probabilmente cambierà la faccia dell’economia del 2116. Dove ognuno di noi sarà quello che oggi è solo ad appannaggio di poche corporation: sarà libero di interagire con altre persone, da tutte le parti del mondo, per rispondere ai loro bisogni e per trovare risposte ai nostri bisogni”.

autore: Giacomo Zucco
video: Elisa Trapletti

 

Il 7 alle 7, il Crowdparty inaugura il crowdfunding per Milano (Città Stato): come si partecipa e dove finiranno i fondi?

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Invito crowdparty milano citta stato
Invito crowdparty milano citta stato

Il 7 aprile 2016 sarà la prima volta in cui una campagna di crowdfunding internazionale verrà dedicata a una intera città: Milano.

crowdfunding milano citta stato indiegogo

Il 7 aprile 2016, alle 7 di sera, l’ora classica del rendez-vous milanese, l’aperitivo, coinciderà con una raccolta fondi per rendere Milano libera di gestirsi come le grandi città d’Europa.

Allora sarà crowdparty, il crowdfunding formato evento: sarà ospitato nello storico Botinero di via San Marco 3, a Brera, in diretta con la piattaforma internazionale Indiegogo, dove persone di tutto il mondo potranno supportare Milano.

I fondi del crowdfunding vengono raccolti dall’associazione Milano, ente senza fine di lucro che ha lo scopo di realizzare iniziative che possano far competere Milano e il territorio circostante con le grandi metropoli europee, anche attraverso il conseguimento di una sua maggiore autonomia dal governo centrale. Tutti i contributi raccolti verranno destinati alla campagna di comunicazione e ai progetti di Milano Città Stato e il loro impiego sarà pubblicato sul sito www.milanocittastato.it

7 motivi per non perdere il Crowdparty di Milano Città Stato

#1. Per scoprire i 9 progetti prioritari di Milano Città Stato

#2. Per capire come funziona un crowdfunding internazionale

#3. Per conoscere i relativi rewards e vedere i video dell’iniziativa

#4. Per essere presente a un’iniziativa che mira ad entrare nei libri di storia

#5. Per poter confermare che Milano non è seconda a nessuno

#6. Per conoscere chi ha fatto partire il progetto e poter capire come partecipare

#7. Per sorseggiare un aperitivo con ingresso libero dove, per ogni consumazione del valore di 10 euro, il locale si impegna a donare 3 euro al crowdfunding

7 destinazioni della raccolta fondi

#1. Sotto i 15.000 euro si supporterà lo sviluppo dei progetti prioritari per Milano Città Stato con il sondaggio sui social per far esprimere la preferenza degli utenti sugli stessi.

#2. da 15.000 euro a 100.000 euro si svilupperà il sito www.milanocittastato.it si darà ulteriore slancio al magazine digitale che da gennaio ad oggi ha raggiunto una readership di oltre 1.000 lettori unici al giorno, oltre 14.000 followers su Facebook, più di 5.000 su Twitter, e si attiveranno iniziative per promuovere il progetto di Milano Città Stato.

#3. Se si raggiungeranno 100.000 euro si organizzeranno le MILANARIE con 25 banchetti durante le elezioni amministrative di Milano, per far votare i cittadini SI o NO a Milano Città Stato

#4. Se si raggiungeranno 200.000 euro, nelle MILANARIE verranno posti 50 banchetti e si realizzerà una campagna affissioni e una campagna media per promuovere l’evento

#5. Se si raggiungeranno 300.000 euro, nelle MILANARIE verranno posti 75 banchetti e si realizzerà una campagna affissioni e una campagna media per promuovere l’evento

#6. Se si raggiungeranno 400.000 euro, nelle MILANARIE verranno posti 100 banchetti e si realizzerà una campagna affissioni e una campagna media per promuovere l’evento

#7. Sopra 400.000 euro di raccolta, il 50% verrà destinato a finanziare a fondo perduto progetti per Milano. Il resto verrà utilizzato a supporto del progetto di Milano Città Stato.

COME PARTECIPAREE AL CROWDPARTY: L’INAUGURAZIONE DEL CROWDFUNDING PER MILANO CITTÀ STATO

Giovedì 7 aprile 2016
c/o Botinero – Via S. Marco, 3, 20121 Milano
Ingresso gratuito dalle 19.00 alle 23.30
Necessaria conferma di partecipazione a info@milanocittastato.it, su https://www.milanocittastato.it/crowdfunding/ o sulla pagina Facebook dell’evento https://www.facebook.com/events/1766708706892255/
Per prenotarsi all’evento: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-il-crowdparty-di-milano-citta-stato-24256246085
#milanocittastato

A Berlino il ciclo-condominio dove tutto è a misura di bici

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Arriva da Berlino il primo condominio a misura di ciclista, ovvero un progetto edilizio composto da due condomini, di cinque piani ciascuno, per un totale di 42 appartamenti, “totalmente pensati per chi vive ‘su due ruote’”, dice Berlinocacioepepemagazine.com.

Fahrradloft, questo è il suo nome, si trova nel quartiere di Lichtenberg,in Nöldnerplatz, tra Leopoldstraße e Lückstraße, nella parte orientale della città, ex Berlino Est, a 25 minuti in bici dal Mitte.

Fahrradloft è stato progettato sfruttando le più avanzate soluzioni ecosostenibili e con materiali ecologici, proprio per il suo approccio alla vita quotidiana su due ruote che deve essere del tutto sostenibile, alternativa a quella “solita da automobilista”.

Che cosa vuol dire pensare ad un condominio per ciclisti allora? Ecco il progetto di Berlino spiegato in 10 punti:

#1. Innanzitutto, non ci sono spazi per le automobili. Niente parcheggi nè garage: ma tanto non servono: qui vanno tutti in bici. Al posto di quelli sarebbero stati dei parcheggi, gli architetti hanno previsto aree giardino riservate agli inquilini del pian terreno. E se serve l’auto??? – C’è il car sharing!

#2. L’ascensore è esterno al palazzo, con doppia apertura.

#3. I varchi sono tutti a misura di bici.

#4. Ogni ascensore arriva al piano, ovvero in balconate comuni in tutto e per tutto simili alle nostre case di ringhiera, solo sono a misura di due ruote.

#5. Le balconate sono ciclabili e pavimentate in legno, “materiale che permette di ridurre il rumore al minimo”, spiega la nostra fonte.

#6. Le balconate conducono all’arrivo di ogni singolo appartamento e hanno una profondità sufficiente per riporre la bici senza che sia d’intralcio agli altri condomini. Qui, la bici può essere tranquillamente riposta.

#7. I condomini non si lamenteranno mai delle bici presenti: è una regola comune.

#8. E’molto probabile che nessuno ruberà la bici di un altro: ce l’hanno tutti.

#9. Su richiesta, gli architetti Paul Wichert e Lars Göhring hanno previsto anche un locale annesso all’unità abitativa dove lasciare i rimorchi (e.g. per la spesa). Questo locale è collegato a un telecomando che permette di aprirne le porte senza scendere dalla bici.
A parte, poi, i visitatori hanno la possibilità di lasciare la propria bici in un grande locale comune dotato di videosorveglianza.

#10. A Fahrradloft persino il tetto è per le bici: “è un vero e proprio giardino ciclabile con impianto di irrigazione che prevede il riciclo dell’acqua piovana”.

Prezzo medio degli appartamenti? Tra i 1800 e i 2800 euro/mq e sono andati tutti venduti, questo significa che presto o tardi Berlino e l’intera Germania potrebbero avere ancora più ciclo-condomini. A quando a Milano?

Per saperne di più: fahrradloft.de

Fonte: http://berlinocacioepepemagazine.com/a-berlino-arriva-il-fahrradloft-il-primo-condominio-a-misura-di-ciclista-91234/#sthash.eCMNLhed.dpuf

Foto cover: foto dal web

6 aprile. ArchiChefNight|MILANO – 5 architetti chef per una notte

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01_ArchichefNight_Milano__credits Alessandro POGGI

Dove: The Stage | Replay Piazza Gae Aulenti 4, Milano

Quando: 6 Aprile 2016 ore 20.30

Costo: 70 euro su prenotazione, fino a esaurimento posti.

Metti una sera a cena con cinque architetti eccezionalmente prestati alla cucina – saranno  guidati dagli chef del ristorante The Stage-Replay, Angelo Mancuso e Giovanni Filomeno.
Immagina di trovarti sopra il cuore della nuova Milano, praticamente affacciato sulla imponente Piazza Gae Aulenti.
Cosa ne uscirà?

ArchichefNight|MILANO, la prima cena-evento in cui la creatività e l’estro culinario incrociano la progettazione architettonica, tema quanto mai attuale vista l’inaugurazione – proprio in questi giorni e in ordine – di XXI Triennale, MiArt, Fuorisalone e Salone del Mobile.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: staff@towant.it – 0571/1614943

5 motivi per partecipare

#1. scoprire la firma di ogni architetto dietro ciascun piatto

#2. trovarsi a tu per tu con i maggiori studi di architettura di Milano, e non solo

#3. partecipare alla prima di un format che replicherà a Roma (maggio 2016), Palermo (ottobre 2016), Bolzano (dicembre 2016).

#4. godermi un evento di design e arte prima della bolgia del Fuorisalone

#5. cenare in uno dei nuovi ristoranti cult di Milano

5 cose che mi aspetto di trovare

#1. tutti e 5 gli studi di architettura coinvolti in questa prima tappa milanese: Alberto Gigli Architetto, Dinn!, Gruppo C14, Peter Pichler Architecture, Progetto CMR

#2. pasta cotta alla perfezione

#3. un bel parterre di invitati

#4. un piatto che riproduca la forma del Palazzo Unicredit

#5. ancora un posto libero a disposizione

Ph. credits Alessandro POGGI _ f o t o g r a f i a

Primati da Guinness di Milano

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Basta con la retorica delle piccole cose!

E l’amore si misura dai piccoli gesti quotidiani. E la vera bellezza è quella che passa inosservata. E l’intelligenza non ha bisogno di parole per esprimersi. E qua e là…

È arrivato il momento di strafare!

Milano è piena di piccole cose che la rendono incantevole nella sua e nella nostra quotidianità passata assieme, ma è anche piena di primati da Guinness che trovo doveroso raccontare.

Pronti? Via!

primati da guinnes

#1 Il cappuccino più grande del mondo!

800 litri di caffè e 3500 litri di latte il tutto versato in una supertazza da 4300 litri. Ideale per chi ogni mattina soffre il jet lag della vita.

#2 Record di caffè serviti in un’ora!

Quando manca una tazzina abbastanza grande da contenere tutti quei galloni di caffè bisogna rimediare con tante tazzine normali. 623 in un’ora per la precisione

#3 La tovaglia più lunga del mondo!

È lunga – lo scrivo in lettere che fa più scena – duemila e duecento metri, senza rattoppo alcuno. Significa che si tratta di un pezzo di tessuto unico. È stata stesa sopra una fila di 1000 tavole che hanno ospitato circa 4000 commensali. Ignoriamo chi l’abbia lavata a fine pasto.

#4 La baguette più grande del mondo!

Oh, francesi! Prrrr! Durante l’EXPO al padiglione Nutella è stata preparata la baguette più lunga del mondo. 122,4 metri di panino interamente ripieno proprio di Nutella. Buona merenda.

#5 La torta più grande del mondo!

Una torta a forma di Italia lunga 16,46 metri. Nel suo punto più alto raggiunge i 54 cm ed è interamente composta da pan di Spagna e monumenti di cioccolato fondente o zucchero.

#6 La canzone più lunga del mondo!

Elio e le storie tese cantano la canzone Cara ti amo per 12 ore filate stabilendo così il record mondiale di durata di un brano live. Accadeva nell’ottobre del 1990 al teatro dell’Elfo.

A giugno potremo camminare sull’acqua. Con l’aiuto di Christo

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Passeggiata sulle acque del Lago di Iseo

In questi giorni di prime gite fuori porta e di pic-nic all’aria aperta sta spadroneggiando a furor di Facebook l’invito all’evento “Passeggiata sulle acque del lago d’Iseo“.

Il fatto che una iniziativa tanto speciale venisse lanciata sotto Pasqua non ha fatto che aumentare la curiosità.

La coincidenza, poi, che a che fare con un autore di nome Christo ha reso tutto ancora più attraente.

Ma, esattamente, di cosa si tratta?

Christo e Jeanne-Claude, o più spesso semplicemente Christo, è il nome del duo artistico probabilmente più famoso al mondo nel campo della land art.

Per land art si intende la creazione di opere d’arte caratterizzate dall’intervento diretto dell’artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati come deserti, laghi salati, praterie, e così via. Ovviamente, il colpo d’artista non può essere un colpo di chiaroscuro alla Rembrandt o una certa raschiatura del marmo alla Michelangelo: la firma di Christo è “l‘impacchettamento“, fisico, concreto, reale, con teli e corde, di luoghi e altre opere d’arte. Sono stati impacchettati l’Arco di Trionfo a Parigi e un gruppo d’isole al largo della Florida, tra gli arti, è toccato anche al monumento di Vittorio Emanuele a Piazza Duomo, a Milano. Vedi fotto qui sotto:

Ph. www.italianways.com
Ph. www.italianways.com

Quando sarà la camminata sulle acque?

Sabato 18 giugno alle ore 7 sarà fruibile al pubblico “l’impacchettamento” delle acque del Lago d’Iseo, ovvero la monumentale installazione di un ponte fluttuante, immenso, che dà il nome all’opera ‘The Floating Piers‘.

“Sarà rivestito di tessuto giallo cangiante”, dicono i ben informati, e sarà un “un sistema modulare costituito da 200.000 cubi in polietilene ad alta intensità, ricoperte da 70.000 metri quadrati di tessuto a trama fitta (tutto materiale rimovibile e riciclabile), le passerelle (fissate al fondale con 200 ancore) creeranno sulle acque del lago un percorso pedonale di oltre tre chilometri, un sogno inseguito per anni dal famoso maestro della Land Art e da sua moglie Jeanne Claude, scomparsa nel 2009″, cit. Ansa.it.

Con questo progetto incredibile che darà l’impressione di camminare sulle acque, Christo torna in Italia dopo 40 anni. Ma solo per 16 giorni: allora, il ponte fluttuante sul Lago d’Iseo collegherà isole e terraferma attraverso passerelle di 16 metri di larghezza e profonde 50 centimetri,”sensuali”, le definisce l’autore, per il loro ondeggiare sinuoso sulle increspature del lago.

I collegamenti:

Si svilupperanno circolarmente da Sulzano (sulla terraferma) a Monte Isola (la più alta isola lacustre d’Europa) all’Isola di San Paolo, “una striscia di giallo profondo, che a contatto con l’acqua diverrà quasi rossa, seguendo con un magnifico contrasto il percorso della luce”.

L’occasione eccezionale

“Dopo aver impacchettato le coste australiane e quelle della California, dopo aver subito il diniego delle autorità argentine e nipponiche, sarà “la prima volta in cui Christo riuscità a fare il sistema di pontili che per due settimane trasformeranno le vedute del lago lombardo” spiega la nostra fonte. Insomma: Lombardia vince su Argentina e Giappone.

Un’opera corale. 

Se la bellezza del lago d’Iseo già regala molto al conteso, ”il più entusiasmante lago di tutti” è a disposizione di chiunque, dai 18 ai 90 anni, voglia lavorare al progetto. “Realizzare i cubi o tagliare e cucire la stoffa non è un lavoro specializzato, mentre lo sarà quello di chi andrà a posizionare le ancore (in acciaio riciclabile) sui fondali”.

Da Israele il sistema rivoluzionario per produrre energia dai rifiuti di casa

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Meno rifiuti, più energia. Sembra un’utopia, ma se l’ottimizzazione dei consumi funziona in tante aziende aziende agricole del mondo, perché non rendere utilizzabile per produrre energia anche la massa di scarti prodotti da ogni piccola azienda o da ogni famiglia che abiti sotto lo stesso tetto?

Questa la domanda a cui cerca di dare una risposta HomeBiogas, opera di una start up israeliana che produce biogas fatto in casa a partire da ogni genere di rifiuto organico domestico (dalla cucina alla toilette).

HomeBiogas: a cosa serve?

A trasformare i materiali di scarto in energia e in fertilizzanti.

HomeBiogas: come funziona?

Il sistema consiste di un digestore, un compressore e un filtro.
Ovviamente è caldamente consigliato posizionarlo nel proprio giardino o in terrazzo.
La reazione di conversione delle scorie si attiva con il sole, grazie al design con cui è stato creato HomeBiogas.
Per capire la portata: bastano tre ore di cottura al giorno per portare a nuova vita i rifiuti organici di una intera famiglia.

Qualche numero:

  • fino a 6 litri di rifiuti alimentari: la capacità di elaborazione dell’impianto
  • fino a 15 litri di deiezioni animali al giorno
  • 3 ore: il tempo di produzione
  • 600 litri: la capacità prodotta dopo 3 ore
  • 10 litri: di fertilizzante liquido ogni giorno
  • 35: il peso in chilogrammi dell’intero impianto

I vantaggi:

Per l’ambiente. “In un anno, si eliminano una tonnellata di rifiuti organici e si riduce l’equivalente di sei tonnellate di anidride carbonica prodotte da una famiglia. Per cui si eliminano i costi di smaltimento e trattamento dei rifiuti e si guadagna in termini d’energia pulita e sarebbe interessante verificare la possibilità d’alimentare impianti di dimensioni più grandi per servire, condomini o comunità” (cit. www.tekneco.it)

Sistemi in via di sviluppo. “Compatto per il trasporto, è particolarmente adatto per le comunità isolate dei paesi in via di sviluppo dove spesso le popolazioni più povere cucinano in ambienti chiusi con biomasse d’origine vegetale o animale, cosa che provoca gravi problemi polmonari specialmente alle donne”. (cit. www.tekneco.it)

Esempio di finanziamento di sistema. Anche HomeBiogas ha creato il suo progetto attraverso una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Indiegogo: “attualmente ha raccolto oltre 211 mila dollari: un finanziamento pari al 207% delle aspettative. A dimostrazione di quanto interesse ci sia verso l’autoproduzione energetica dal basso”.

Come funziona, in questo video:

www.homebiogas.com

10 cose illegali da fare a Milano

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- Spazio Pubblico Tanguero francescoelactor.com

La legge è relativa: la stessa cosa in certi posti o in certi tempi ti può portare in galera, mentre in altri luoghi e in altri tempi ti può essere permessa.

Vediamo allora 10 cose che sono illegali a Milano ma che altrove sono consentite.

10 COSE ILLEGALI DA FARE A MILANO

#1. Ballare il tango in strada

E’ l’iniziativa di un gruppo di amici amanti del ballo argentino. Si chiamano Tango Illegal. Lo spirito è di ballare all’aperto, in spazi poco convenzionali. Altrove è del tutto lecito, da noi si può farlo solo se la Siae chiude un occhio. Anche perché siamo il paese dove un negozio può essere multato per la suoneria del cellulare.

#2. Parcheggiare tenendo i finestrini aperti

Meglio non farlo per i ladri? Certo. Ma non solo. Pochi sanno che esiste anche la possibilità di prendere una multa. Sì, perché secondo la legge italiana, il conducente ha l’obbligo di adottare ogni cautela per non far cadere in tentazione i ladri: chi lascia i finestrini aperti può prendere una multa per favoreggiamento al furto.

#3. Prendere il sole nudi al Parco Sempione

Nelle città del nord Europa si può rimanere sorpresi a vedere gente nuda nei parchi. Capita a Berlino, specie nella zona est, e in altri luoghi dove non esiste il divieto a mostrarsi in pubblico come mamma ci ha fatti. Da noi è impossibile. Addirittura si potrebbe venire multati anche solo per stare sdraiati sull’erba, “è vietato sdraiarsi in pubblica vista”, o per prendere il sole a torso nudo, specie se non abbiamo il fisico di Ryan Gosling. All’articolo 75 del regolamento della polizia urbana di Milano infatti c’è scritto: “E’ vietato mostrare nudità, piaghe o deformità ributtanti”.

#4. Improvvisare una festa sulla montagnetta

Sembra che nelle notti d’estate, molti studenti, soprattutto Erasmus, amino scalare la montagnetta di San Siro per festeggiare con musica e alcol. Ahi, ahi, ahi. Basta scorrere leggi e ordinanze varie per scovare una serie di illeciti e perfino di reati che potrebbero far finire i nostri simpatici amici a concludere l’Erasmus dietro le sbarre.

#5. Il doppio salto del tornello in metrò

Era uno dei divertimenti preferiti degli adolescenti milanesi: il salto del tornello per entrare in metrò. Per molti era la principale pratica sportiva oltre la Playstation. Per incentivarli ancora di più ATM ha deciso di raddoppiare: ora è necessario saltare i tornelli anche in uscita.
Da noi sembra un fatto gravissimo, eppure in molte città straniere non esistono neppure i tornelli per entrare sulla metro. E c’è chi sta sperimentando anche l’accesso gratuito sui servizi pubblici.

#6. Giocare a poker con gli amici

Chi non l’ha fatto alzi la mano. Una bella sfida a poker tra amici. Nel paese dove ormai ogni tabaccheria ha delle macchinette per il gioco d’azzardo, potrebbe sembrare permesso qualsiasi tipo di gioco. E invece no. La legge vieta qualunque gioco che preveda lo scambio di soldi. Addirittura vieta agli esercizi commerciali il gioco delle carte. Un motivo etico? No: è solo perché lo Stato sul gioco d’azzardo ci guadagna un sacco di soldi. E non vuole lasciare il banco a nessuno.

#7. Girare con l’auto con la targa estera

E’ la manna per chi si deve muovere in macchina in città: avere un’auto con la targa estera. Praticamente garantisce l’immunità, come per un assessore o un console onorario. Occhio che la legge punisce chi mantiene una residenza all’estero, mentre vive per più di sei mesi in Italia. Se poi la targa estera è frutto di un tentativo di elusione fiscale, la pena è ancora più pesante.

#8. Bestemmiare mentre si guida

In epoca fascista una norma del Codice Penale prevedeva una sanzione per chi offendeva a parole la religione di Stato. La norma è stata cancellata dal penale ma è rimasta nel codice della strada. Quindi se si gioca a calcetto si può bestemmiare, se si è alla guida di un’automobile invece no.

#9. Parcheggiare una bicicletta su spazi erbosi

Si parla tanto di piste ciclabili, ma pochi sanno che i vigili di Milano possono multarci se parcheggiamo la bicicletta su spazi erbosi. E chi ama la vita nei parchi a Milano può avere altri problemi: ad esempio gli potrebbe capitare di pagare una multa di 40 euro se si arrampica su un albero.

#10. Mangiare a sbafo

Qui la stessa cosa può essere illegale o consentita in luoghi diversi della stessa città. Se andate in un ristorante, mangiate e ve ne andate senza pagare rischiate la denuncia. Se fate lo stesso in un locale da aperitivi è consentito. Quest’ultima cosa sorprende spesso gli stranieri. Forse proprio l’aperitivo può diventare il vessillo di una Milano Città Stato libera e generosa.

Amsterdam: il tunnel in ceramica d’artista per bici e pedoni. Un’idea per i nostri tristi sottopassi? FOTO

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In principio tre erano le cose per cui l’Olanda è famosa nel mondo: i tulipani, i mulini, gli zoccoli. Poi sono arrivati i canali, le biciclette, le ceramiche. Infine, ma solo per una questione di tempo, Amsterdam e dintorni si sono distinti per altre due eccellenze: politiche ambientali illuminate ed uno stile di vita sostenibile. 

Tra gli esempi di questa capacità, mescolata al saper coniugare tradizione e innovazione, vivibilità degli spazi pubblici e produrre sempre nuove fonti di attrazione, c’è il Cuyperspassage, il nuovo passaggio ciclopedonale di Amsterdam, già definito uno dei più artistici del panorama europeo. Collega il fiume Ij con la stazione centrale di Amsterdam, come ben evidenzia l’immagine di Google Maps:

Google Map
Google Map

A decorarlo ci sono 80.000 mila piastrelle in ceramica blu di Delft: un’eccellenza artigianale del Paese, una delle più pregiate d’Europa e del mondo, in gara persino con le rinomate porcellane cinesi.

Ne sono servite 33.000 per il pavimento e 46.000 per le mura, tutte del formato 13×13 – come vuole la tradizione delle misure olandesi – perché la compagnia Koninklijk Tichelaar mettesse in posa il progetto della Benthem Crouwel Architects su disegno della designer olandese Irma Boom.

L’aspetto particolare di questo lavoro di ceramica e ingegneria civile è artistico, emotivo e urbanistico insieme. Partiamo dall’aspetto artistico.

Le tessere di ceramica blu, azzurro, bianco rappresentano un enorme veliero da guerra olandese. Si tratta della reinterpretazione di una scena navale del pittore di Rotterdam Cornelis Bouwmeester (1652-1733), oggi conservata al Rijksmuseum di Amsterdam. L’artista ha ricostruito esattamente il dettaglio della nave, ma ha sostituito “lo stemma originale a poppa con lo stemma dell’esercito di Amsterdam, per accompagnare i ciclisti o i pedoni che lasciano il vecchio centro storico per dirigersi verso la “nuova Amsterdam” a nord, o viceversa“, spiega www.domusweb.it.

Ad esso sono stati aggiunti dettagli come navi mercantili, trasportatori aringhe con le loro reti, onde agitate, gabbiani, per evocare “le vecchie cucine delle case sui canali di Amsterdam, in modo che il tunnel sia vissuto come un luogo sicuro, come una stanza urbana“. Un effetto ottenuto con la tecnica artistica del chiaroscuro resa attraverso il colore dei tasselli usati (dal blu cina all’azzurro sempre più tenue) per la lunghezza di 110 metri, una larghezza di 10 metri ed un’altezza di 3 metri.

Le gradazioni e quindi l’effetto finale sfumato cambiano, così come cambia il piano pedonale: il disegno, infatti, è stato pensato per creare una divisione netta tra il livello pedonale, rialzato rispetto alla pista ciclabile, affinché i pedoni si sentano al sicuro, e la pista ciclabile, a sua volta illuminata da LED lungo tutto il bordo rialzato.

La pista non è decorata dalle piastrelle bensì presenta “una finitura grezza di asfalto e acciaio, con griglie nere fonoassorbenti. Questo serve a migliorare il comfort degli utenti, data la struttura in cemento armato della galleria e la grande lunghezza. Le griglie sono impossibili da occupare con manifesti e volantini e la loro struttura aperta riduce il rischio di graffiti” spiega la nostra fonte.

Chissà che non sia d’esempio anche a Milano per migliorare non solo il colpo d’occhio ma soprattutto il senso di sicurezza all’interno di certi sottopassi della nostra città, come quello delle chiuse di Leonardo in via San Marco?


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