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10 mood tipici dei milanesi al rientro dalle vacanze

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Quando una vacanza finisce è un momento brutto. Diciamo che il rientro dalle vacanze rappresenta l’evoluzione matura del ritorno a scuola. Se vogliamo affidarci all’apparato teorico della psicoanalisi, al rientro dalle vacanze abbandoniamo il principio del piacere e ci rivestiamo con il principio di realtà.

Ovviamente non tutti vivono allo stesso modo questo inesorabile ritorno alla quotidianità. Facciamo qualche esempio.

rientro dalle vacanze10 mood tipici al rientro dalle vacanze

 

# Il malinconico: il meglio ormai è passato. Ora non mi resta che riprendere con la mia vita di sempre e aspettare la prossima ora d’aria.

# L’ottimista: quest’anno si cambia registro. Ora mi iscrivo in palestra, poi ai corsi del comune, qualche ballo? Può darsi…

# Il cuore spezzato: il bello degli amori estivi è che vivranno per sempre perfetti nel ricordo senza che la vita possa sporcare con la realtà quei momenti.

# L’imprenditore: ora investo su me stesso.

# L’ansioso: dove potrei andare in vacanza questo Natale? E soprattutto perché nessuno ha ancora aperto un gruppo whatsapp per discutere su cosa fare a capodanno, siamo già il primo settembre. Va a finire che ci prendiamo tardi.

# Il compulsivo: Ok, ora devo selezionare 355 foto tra quelle che ho scattato e postarne una al giorno fino alle prossime vacanze estive. Poi 10 giorni di pausa e poi si ricomincia.

# Il professorino: chissà quanto saranno felici i miei amici di ascoltare i miei interminabili aneddoti sui luoghi che ho visitato.

# L’esagerato: gli chiedono quante avventure estive ha avuto e lui mostra la mano aperta. E chiede di moltiplicare quel numero per dieci.

# Il polemico: torna più incattivito che mai. Dopo aver criticato tutto del posto dove è stato in vacanza, ora critica Milano

# Quello che in vacanza non c’è andato: ragazzi voi non avete idea di quanto sia bella Milano in agosto. Posso darvi un consiglio da amico? L’anno prossimo non partite, ce ne stiamo tutti in città e vedrete quanto ci divertiremo

 

Le 5 prossime innovazioni della metro di New York. Le introduciamo anche noi?

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fonte: ilturista.info
fonte: ilturista.info

Una delle tendenze della nostra epoca è quella di rendere sempre più confortevoli i mezzi di trasporto. Automobili, aerei, navi e treni non competono più sulla velocità massima, ma si sono ormai focalizzati sull’esperienza del viaggio. A questa tendenza si sottraggono solo due mezzi di trasporto: la metropolitana e i treni locali di trenitalia.

Le 5 innovazioni della metropolitana di New York

Qualcosa sta cambiando anche nelle metropolitane delle città più innovative. Mentre città come Stoccolma o osca cercano di puntare sull’estetica delle stazioni della metro, che assomigliano sempre più a gallerie d’arte, New York ha deciso di contrastare la perdita di passeggeri introducendo alcune innovazioni che entreranno a regime entro il 2020. Ecco le 5 che ci sembrano più interessanti anche per la nostra metropolitana.

#1 Aumento del numero di carrozze

Innovazione non molto tecnologica ma molto utile per i viaggiatori. Avere più carrozze in ogni convoglio significa poter offrire più spazio per i viaggiatori. Questa sarà una delle priorità per le nuove metropolitane.

#2 Porte più grandi

Discorso analogo a quello delle carrozze sono le porte. Porte più grandi significa ridurre lo stress per chi scende e aumentare la velocità di entrata e uscita dai convogli.

#3 Wi Fi gratuito

A New York come a Milano il tragitto nella metro lo si trascorre per lo più con il naso appiccicato allo smart phone. Offrire il servizio di wi fi gratis può rendere più conveniente questo passatempo.

#4 Prese per ricaricare il cellulare

Specie verso sera diventa fondamentale. Dare la possibilità ai viaggiatori di ricaricare il proprio cellulare senza perdere la possibilità di usarlo. Altra innovazione utile anche per noi.

#5 Display interattivi

Per ora i display sono monodirezionali. Si trasmettono video e filmati, di pubblicità o informativi, che si potrebbe definire molto “anni novanta”, intendendo quando la tecnologia era ancora poco interattiva. Ma ora siamo nell’era social e display che consentano l’interazione sarebbero graditi.

Fonte: ilturista.info

10 incredibili TRASFORMAZIONI che l’estate produce sui milanesi

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L’estate è sinonimo di libertà e leggerezza. Le persone sono un po’ più pazzerelle e le trasformazioni estive dei nostri amici sono incredibili.

Tutti cambiano un pochino ma per alcuni il cambiamento è epocale, diventano quasi irriconoscibili. Poi arriva l’inverno e tornano allo status quo.

trasformazioni estiveLe 10 incredibili trasformazioni estive

 

#1 Quelli che diventano biondi

La genetica scandinava scorre potente nelle loro vene e ogni estate tornano dal mare con i capelli gialli. Non biondi, proprio gialli.

 

#2 Quelli che ingrassano

Interrompere la frequentazione ossessiva della palestra può avere pesanti effetti collaterali sul girovita. Sopratutto se associata a un ingente consumo di bevande gassate e alcolici ricreativi.

 

#3 Quelli che dimagriscono

Sono generalmente quelli a cui il caldo tappa lo stomaco e si nutrono di muschi e licheni per tutti i mesi più torridi dell’anno.

 

#4 Quelli che tornano con i tatuaggi

Ma sì, una piccola trasgressione all’interno di una cornice conformista. Poi si vede solo in estate.

 

#5 Quelli con i braccialetti

In vacanza l’orologio non serve e viene sovente sostituito da appariscenti braccialetti da mare.

 

#6 Quelli che non riescono a rinunciare alle infradito

Il piede libero non è solo una metafora per descrivere i criminali evasi di prigione o non ancora catturati. È un modo di vivere a cui è difficile rinunciare.

 

#7 Quelli con le treccine o con la cavigliera

Un bel tuffo negli anni 90.

 

#8 L’anello sull’alluce

Un bel modo per sottolineare il proprio disinteresse verso le mode vigenti.

 

#9 Le collane etniche

Le vendono solo nei negozi del mare perché nel resto del mondo sono vietate dal protocollo di Kyoto. Quando l’acquirente ha superato i 15 anni il venditore deve richiedere una perizia psichiatrica per valutare la sua capacità di intendere e di volere.

 

#10 I pantaloni alla Robinson Crusoe

Cioè i pinocchietti, quel capo di abbigliamento che non trova la sua vera identità e si perde nel limbo della mezza gamba.

 

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Un’idea per Milano: lampioni che purificano l’aria e catturano le zanzare

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Milano ha due problemi fastidiosi: l’inquinamento in inverno e le zanzare d’estate. Ecco che ci potrebbe essere una soluzione per entrambi. E la soluzione potrebbe venire da qualcosa che abbiamo ovunque sulle nostre strade: i lampioni. 

Non è un’idea folle visto che esistono numerosi progetti già brevettati in giro per il mondo. Il principio è di trattare i lampioni da semplici luci da strada a strumenti multifunzionali. Il primo brevetto è del 2012 di Fermentalg, azienda francese che aveva progettato dei lampioni costituiti da microalghe, capaci di assorbire CO2, trasformandola in luce con un processo di fotosintesi.

Ma i progetti più innovativi vengono dall’India e dalla Malesia.

Il primo è un lampione LED alimentato a energia solare che consente di purificare l’aria dal CO2. Il progetto si chiama Eco Mushroom ed è opera del designer indiano Thomas Narikulam.

Il design è ispirato dai funghi. Quattro prese aspirano l’aria inquinata e la trasmettono al sistema di purificazione interno. L’aria pulita viene poi rilasciata da un’apertura posta a due metri di altezza. Una batteria si ricarica durante il giorno per garantire il funzionamento notturno.

Eco-Greenergy-street-lampIl secondo progetto è stato ideato da ricercatori dell’Università della Malesia e mira a combattere la Dengue trasmessa attraverso le punture di zanzara. Il progetto si chiama Eco-Greenenergy: una serie di lampioni stradali alimentati da energia solare ed eolica sono dotati di un sistema che attrae e cattura le zanzare. Il pannello fotovoltaico è posto nella parte superiore mentre la trappola per le zanzare emette bassi livelli di biossido di carbonio miscelato con biossido di titanio e luce ultravioletta. Le zanzare sono trattenute nella trappola grazie a una ventola che impedisce loro di fuggire.

Questo secondo progetto sarebbe ideale da mettere sulle nostre strade. Confidiamo nella nostra amministrazione.

Fonte: ambientebio.it

 

10 festival da importare a Milano

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Gli artisti mediocri copiano, i grandi artisti rubano. La frase non è mia, l’ho rubata. Non vi dico a chi altrimenti poi andate a dirglielo e lui si arrabbia con me.

Il principio dietro a questa affermazione è molto semplice, quando scopro che qualcuno ha fatto qualcosa che mi colpisce, posso prendere quell’opera e trasformarla in qualcosa di inedito grazie al mio genio. Nessuno inventa più niente. Solo che i mediocri si fanno scoprire e quindi vengono accusati di aver copiato, i grandi artisti invece riescono a modificare quel tanto che basta per convincere il mondo di aver prodotto qualcosa di originale.

Anche Milano dovrebbe cominciare a rubare, e siccome Milano non è mediocre, riusciremmo senz’altro a rivendicare la paternità di ciò che abbiamo preso altrove.

Perché non cominciare con qualche festival?

festival10 festival da importare a Milano

 

#1 Il festival degli artisti di strada di Edimburgo.

Una settimana di arte ovunque, praticamente il rinascimento.

 

#2 Il festival di Sanremo.

Potremmo organizzare a Milano il festival della canzone italiana, tanto i teatri non mancano. Inoltre sarebbe interessante cambiargli il nome in festival di Sant’Ambrogio.

 

#3 Il Burning Man del Nevada.

Potremmo bruciare un grosso uomo di legno e paglia davanti al Duomo. Sarebbe un bel gesto nei confronti della laicità.

 

#4 Festival delle luci di Lione

Per un periodo c’è stato anche a Milano: il LED Festival. Ora è rimasto solo a Lione.

 

#5 Diwali

La festa delle luci. Si potrebbe utilizzare il Pirellone.

 

#6 La Biennale di Venezia

Alla fine i Navigli ricordano molto il bacino di San Marco nel dipinto di Francesco Guardi.

 

#7 Oscar

Per anni lo zenit dei premi audiovisivi di Milano è stato il telegatto consegnato dal Gabibbo. I tempi sono maturi per tentare un’evoluzione verso gli oscar del cinema. Potremmo istituire l’Orso di Milano.

 

#8 Premio Nobel

Nessuno ha voglia di andare fino a Stoccolma a ritirare il tanto ambito premio alla carriera. È ora di farlo capire agli scandinavi.

 

#9 Tomorrow Land 

Un festival musicale famoso soprattutto per le decorazioni e i fuochi artificiali che lo accompagnano. Finalmente sapremmo cosa fare con l’area Expo.

 

#10 Raduno Wikipedia

Una sorta di Fuorisalone con gente ancora più strana.

A Milano il Carnevale è unico al mondo. Grazie a Sant’Ambrogio e malgrado San Carlo

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Sant’Ambrogio e San Carlo. I due santi incarnano le due anime di Milano: quella tollerante e liberale del santo patrono e quella più perbenista e rigorosa del Borromeo. I due santi di Milano la vedevano diversamente in tutto, anche nel Carnevale. Sant’Ambrogio amava i festeggiamenti, tanto da estenderne la durata di quattro giorni oltre al rito romano. Grazie ad Ambrogio a Milano c’è l’unico carnevale al mondo che si festeggia mentre gli altri patiscono già la quaresima. 

Ma Carlo Borromeo aveva tutta un’altra visione della vita. Anche se era molto più moderno di Ambrogio, visto che era nato oltre 1000 anni dopo, in realtà provò a fare retromarcia sui festeggiamenti del carnevale, perchè non vedeva di buon occhio “la ricreatione” che ogni “buon governo” è tenuto a concedere per la felicità dei suoi cittadini. Il Borromeo cercò di trasformare il Carnevale nella “settimana santa”, sostituendo ai giochi e alle feste un momento intimista di preghiera. In questo fallì così come andò a vuoto il suo tentativo di uniformare il rito ambrosiano con quello romano:  il Carnevale a San Carlo proprio non andava giù, specie per quel suo prolungarsi fino al sabato. Quella Milano che doveva dare esempio al mondo di rigore morale e ascetico, grazie a quei quattro giorni di festeggiamenti diventava invece un polo di attrazione per tutti coloro che desideravano prolungare il Carnevale. Anche se non riuscì a farlo concludere il martedì grasso, tuttavia riuscì a ottenere di togliere i festeggiamenti nella prima domenica di quaresima, anticipando così al sabato la fine del Carnevale.

Non riuscendo ad estirpare il Carnevale che ormai consolidato come tradizione popolare, cercò di arginarne gli aspetti più eccessivi, limitando le caratteristiche di festa pagana. Fece approvare alcune ordinanze che limitavano il tipo di feste che si potevano svolgere nel periodo, ad esempio rese vietato mascherarsi nei giorni di domenica e, in generale, fu proibito durante il carnevale indossare maschere da prete o da monaca.

Una curiosità. Sapete perchè si dice che il viola porti male a teatro? Perchè ai tempi dell’Inquisizione erano proibiti gli spettacoli durante la quaresima, che era il periodo dell’anno in cui i sacerdoti indossavano vestiti viola. Quindi vedere comparire un abito viola a teatro poteva significare che si era stati appena sorpresi da un sacerdote che avrebbe presto fatto sospendere lo spettacolo.

Quando a Milano scattò la censura contro Svezia e Danimarca

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1971. La magistratura milanese prova ad arrestare l’invasione di materiale pornografico a Milano. Con un’ordinanza che non aveva precedenti, la procura della Repubblica ordina alle Poste il sequestro di “tutta la corrispondenza proveniente dalla Svezia e dalla Danimarca, contenente in maniera evidente stampati vari e in modo particolare fotografie, volumetti, riviste e film presumibilmente pornografici” (Corriere della Sera, 8 gennaio 1971)

Vite parallele: il macellaio di Milano e l’anarchico ASSASSINO

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Si dice che il battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Non sappiamo se sia vero o no, quello che è certo è che delle cannonate contro i cittadini possono cambiare le sorti di un’intera nazione. Le cannonate sono quelle di Bava Beccaris. O, meglio, quelle dell’esercito che comandava per reprimere i moti del 1898.

Il 6 maggio 1898 in seguito alla decisione del governo di aumentare le tasse sul macinato iniziarono i primi disordini e si registrarono i primi due morti, uno dalla parte dei dimostranti e uno tra i poliziotti. Il giorno successivo i manifestanti erano oltre trentamila e prepararono delle barricate presso diversi punti della città. Sull’altro fronte fu proclamato lo stato d’assedio e il generale Bava Beccaris investito di pieni poteri predispose il suo campo base in una tenda a Piazza del Duomo.
La situazione precipitò domenica 8 maggio. Le truppe di Bava Beccaris si portarono contro le barricate e il generale fece aprire il fuoco in Porta Ticinese, provocando altri morti. L’artiglieria entrò in azione in altri punti della città. Non si seppe mai con precisione il numero di morti: le stime variano da cento a quattrocento.
Per la violenta repressione Bava Beccaris fu soprannominato “il macellaio di Milano” e gli venne conferita la Croce di Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Il capo del governo, Antonio di Rudinì, gli telegrafò: «Ella ha reso un grande servigio al Re e alla patria».

Anche il Re lo ringraziò pubblicamente e il generale ottenne un seggio al Senato il 16 giugno 1898.

Ma l’uragano causato da quelle cannonate ebbe inizio oltre due anni dopo.
29 luglio 1900: il re Umberto I viene invitato a Monza per onorare con la sua presenza la cerimonia di chiusura di un concorso ginnico. Sebbene fosse solito indossare una maglia protettiva sotto la camicia, a causa del gran caldo, quel giorno il re non la indossò. Tra la folla c’era anche Gaetano Bresci, un anarchico toscano emigrato negli Stati Uniti. In tasca aveva una rivoltella.

Verso le 22.30 il re si recò verso la carrozza mentre la folla applaudiva e la banda intonava la Marcia Reale.
In mezzo alla confusione, Bresci fece un balzo in avanti e sparò alcuni colpi in rapida successione. Umberto venne raggiunto a una spalla, al polmone e al cuore. Ebbe appena il tempo di mormorare: «Avanti, credo di essere ferito», prima di cadere nella carrozza ormai privo di vita.

Bresci venne processato il 29 agosto, fu condannato all’ergastolo ma morì suicida il 22 maggio 1901. Alla domanda sulle ragioni del suo gesto rispose di aver ucciso il re per vendicare le cannonate di Bava Beccaris.

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“I was born in Milan”: Edison era “milanese”

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Uno strano collegamento quello di Thomas Edison che nasce a Milan nell’Ohio e Milano, che fu la prima città europea ad avere illuminazione elettrica nelle strade: possiamo per questo considerare Edison un autentico “milanese”?

In fondo dobbiamo a lui l’inizio del vero e proprio sviluppo industriale della città di Milano, grazie alla creazione della prima Centrale Elettrica che aiutò notevolmente a rispondere al fabbisogno energetico di Paesi poveri di carbone, come l’Italia, dove queste centrali si svilupparono in Piemonte e in seguito in Lombardia.

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Così venne alla luce il primo teatro stabile a gestione pubblica d’Italia

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14 maggio 1947 con il dramma L’albergo dei poveri di Gorkij viene inaugurato il Piccolo Teatro della Città di Milano, il primo teatro stabile a gestione pubblica d’Italia. Alla regia c’è Giorgio Strehler che assieme a Paolo Grassi l’ha fortemente voluto, allo scopo di avere “un teatro d’arte per tutti, che non sia solo uno svago o un diversivo, ma anche un luogo dove poter riflettere”. E indipendente dalla politica, come ci teneva a sottolineare Strehler. Il repertorio doveva essere di respiro internazionale, come attesta lo stesso nome, omaggio della piccola sala del Malij Teatr di Mosca.

Strehler nato a Trieste all’età di sette anni si trasferisce a Milano dove l’amore per il teatro lo prende fin dall’età più tenera. La sua carriera coincide in massima parte con la storia del Piccolo.

Fonte: Milano segreta, Francesca Belotti-Gian Luca Margheriti, Newton Compton Editori

Il FANTASMA della Scala di Milano

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Famoso è il fantasma del Teatro della Scala di Milano.

Un corista afferma di aver visto lo spettro di Maria Callas intenta a spaventare gli ignari spettatori per vendicarsi dell’episodio in cui  un gruppo di loggionisti la fischiò per aver steccato.

Si dice che le apparizioni della Callas avvengano sempre al mattino nella zona del loggione. Secondo altri invece il fantasma sarebbe quello di Maria Malibran, famoso soprano dell’Ottocento.

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Incredibile Corriere: sotto sotto il quotidiano di Milano non è milanese

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10 cose da evitare nei giochi da spiaggia

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In spiaggia siamo un po’ troppo competitivi, forse perché ci mancano a tal punto i clienti della nostra azienda che sentiamo il bisogno di lottare con qualcuno.

Però non si deve mai dimenticare che i giochi da spiaggia sono concepiti per creare aggregazione e divertimento, non polemica e umiliazione. O era il contrario?

giochi da spiaggia10 cose da evitare nei giochi da spiaggia

 

#1 Rullare a calcetto

Quanti anni hai, cinque? La maturità di un uomo si vede dal modo in cui tiene le stecche.

 

#2 Non spostare le bocce

Può sembrare una ragazzata ma spostare le bocce equivale a rubare. Se lasciamo correre sulle piccole cose come faremo per insegnare la buona coscienza civica?
#3 Non lanciare il boccino a un metro

Né troppo lontano. Come diceva Aristotele quando giocava a bocce, la virtù sta nel mezzo.

 

#4 Non toccare la rete nel beach volley

Anche perché di solito è scassata e basta un soffio di vento più forte per sradicarla e rovinare il gioco a tutti quanti. Giocare con cautela.

 

#5 Il castello di sabbia non è un cantiere edile

Conosco persone che con la scusa di costruire un castello di sabbia si sono fatti la villa in riva al mare. Successivamente condonata.

 

#6 Non schiacciare come un pazzo mentre giochi a beach volley

Sono altri i momenti in cui affermare la propria virilità.

 

#7 Chi ha lanciato la palla oltre la siepe la va a prendere

Senza se e senza ma. Comunque esistono delle speciali scarpe ortopediche in grado di correggere il fastidioso difetto dei piedi a banana.

 

#8 Il più piccolo viene usato come aratro per la pista delle biglie

È più facile da trascinare e non ha la stazza per potersi lamentare.

 

#9 Non abbassare il costume delle ragazze mentre stanno schiacciando

Non saprei veramente motivare questo divieto, ma credo abbia a che fare con il principio di piacere e principio di realtà suggerito da Freud e ripreso successivamente da Svevo.

 

#10 Quando fai il gavettone non farlo esplodere

Altrimenti diventi vittima non designata.

Alessandro Manzoni era soprannominato DON LISANDER e soffriva di attacchi di panico

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Nonostante fosse molto amato dai milanesi che lo chiamavano Don Lisander (Lisander in milanese significa Alessandro), lui cercava di limitare al massimo le uscite in pubblico che gli generavano ansia ed attacchi di panico.

Usciva di casa solo se accompagnato da qualcuno, timoroso che la solita “angoscia incontenibile” lo cogliesse all’improvviso. Un attacco di panico lo colse, ad esempio, in occasione dei festeggiamenti per le nozze di Napoleone Bonaparte con Maria Luisa d’Austria, nell’Aprile del 1810, ai quali l’artista partecipò insieme alla moglie Enrichetta Blondel.

Manzoni e la moglie si trovavano in Place de la Concorde a Parigi e la ressa della folla era così pressante che la donna svenne e il marito venne assalito dal terrore.

 

Un altro attacco di panico lo ebbe mentre si trovava nella bottega di un libraio, quando venne a sapere della sconfitta di Napoleone a Waterloo.

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Fonte: http://www.pilloledistoria.it/

(Foto da: xoomer.virgilio.it estpauls.it).

 

6 roll up per simulare fantastici selfie estivi

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Molte delle foto che vediamo pubblicate su Instagram sono frutto della fatica e del sudore necessari per trovarsi in quel luogo in quel momento. Per esempio dietro un selfie sulle Floating Piers c’era una levataccia all’alba, una coda chilometrica, la sopportazione stoica del sole che frigge i neuroni, il contatto ravvicinato con un campionario umano vario e discutibile e tante altre problematiche che non riesco nemmeno a immaginare.

Per ottenere lo stesso risultato basterebbe far stampare dei roll up con gli sfondi più ambiti dell’estate 2016 e fingere di esserci stato.

selfie estivi6 roll up per simulare fantastici selfie estivi

 

1.      Passerella di Christo

Vuota e pura come Dio, tutta per te, senza il volgare ammassarsi della folla delle grandi occasioni. Puoi dire di esserci stato prima che aprisse al pubblico perché sei amico del fornaio di Monte Isola.
Legendary Selfie.

 

2.      Bobo Vieri

Anche se giuri che in vacanza ti sei divertito, c’è sempre qualcuno che non ti crede. L’unico elemento oggettivo inopinabile di divertimento è la presenza di Bobo Vieri.
Bomber Selfie.

 

3.      Gruppo di amici in location marittima indefinita

Parti solo per le vacanze, fai amicizia con un paio di baristi impietositi dalla tua situazione, torni e racconti che hai conosciuto un sacco di gente e ti sei fatto un sacco di nuovi amici. Grazie a questo roll up da oggi avrai anche delle prove fotografiche a sostegno della tua menzogna.
Social Selfie.

 

4.      Spiaggia tropicale

Non hai mai abbandonato il salotto della tua casa a Pioltello ma su Instagram sei il re delle vacanze in mete esotiche.
Solitary Selfie.

 

5.      Partita di pallone

Nell’estate degli europei ci siamo finti tutti esperti di calcio. Per essere sul pezzo ci sta un selfie con dietro immagini di giocatori, meglio se famosi. Spaccano il roll up con immagine di Zaza che fa la rincorsa o quella della panchina degli azzurri con Conte che inveisce contro i principali santi del calendario Gregoriano.
Football Selfie

 

6.      La regina d’Inghilterra

La famiglia reale inglese ha perso la retta via rincorrendo una modernità che male si addice a un concetto così classicista come la monarchia. La regina invece no, si vede che lei odia tutti per come hanno cambiato la società. Comunque il selfie in sua compagnia merita anche solo per i cappellini.
Royal Selfie

La MONTAGNA di Milano nasconde una storia affascinante

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tramonto monte stella
tramonto monte stella

Erano gli anni successivi al 1945. Dopo i bombardamenti Milano era un cumulo di macerie. Invece di eliminarle, l’architetto Piero Bottoni, uno degli artefici della ricostruzione della città, fermò tutti dicendo: “Non eliminate, non buttate via niente!”.

In una Milano scassata dalla guerra bisogna saper ripartire da quello che c’è, anche se quello che c’è sono solo macerie. Progetta così una collinetta artificiale alta 45 metri (nel progetto originario doveva essere alta il doppio) formata da tutte quelle macerie.

L’idea era di farne un parco panoramico realizzato su gradoni a salire. I gradoni tra di loro sono collegati da una strada che gira a vite intorno al monte regalando, sulla sommità, un’ampia vista della città.

Un progetto così speciale per l’amata Milano che l’architetto lo volle dedicare all’altra Sua amata: la moglie Elsa. Che di cognome faceva Stella.

Da allora la montagnetta di San Siro fu per tutti il Monte Stella.

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7 cose da non dimenticare mai quando sei in vacanza

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Quando andiamo in ferie abbassiamo la guardia: mentre a Milano siamo attenti e vigili, in vacanza cediamo alla follia.

Per questo è utile tenere a mente questa checklist di consigli prima di fuggire per i tuoi 15 giorni di libertà.

le ferie7 cose da ricordare prima di partire per le ferie

 

#1 Non lanciare controvento la bottiglia dei messaggi

Se ti trovi in un atollo nel pacifico e vuoi fare il gesto romantico di lanciare un messaggio via mare dentro un bottiglia, non farlo sfidando i venti del sud. Potrebbe tornarti in faccia come nei cartoni animati.

 

#2 Non pescare col portafoglio in tasca

Quando l’amo non si infila nella gonna della ragazza che passa nel pontile dietro di te, si infila nel portafoglio che tieni in tasca. Pessima esca.

 

#3 Non tuffarsi con le lenti a contatto

Non farti ingannare dal fatto che le disinfetti con una soluzione salina.

 

#4 Imparare il numero dell’Apple Store per sostituire l’iPhone inzuppato

La probabilità che un telefono cada nell’acqua è direttamente proporzionale al suo costo. Quindi il nuovo iPhone ci finisce di sicuro.

 

#5 Ricordarsi dove si è parcheggiato

Quando spariscono i punti di riferimento l’unica cosa da fare è pregare che tutte le altre auto parcheggiate vadano via e la tua macchina resti l’unica lì ad aspettarti.

 

#6 Occhio ai frutti di mare 

L’approccio empirico non è il più indicato per valutare la bontà e la freschezza del pesce. Nel caso il rimedio migliore è una centrifuga carota e limone.

 

#7 Non lasciare oggetti di valore in casa

Quando il gatto non c’è i topi ballano insieme ai ladri d’appartamento. Io una volta avevo deciso di andare in vacanza lasciando a casa la mia ragazza e quando sono tornato non l’ho più trovata. Non è tanto il valore, è che era un ricordo.

Forum Inquinamento: 10 idee che potrebbero essere utili anche a Milano

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Tabriz
Tabriz

Il 21 luglio alla Triennale si è svolto Smart Cities Against Pollution, il primo forum internazionale contro l’inquinamento. In quell’occasione delegazioni ufficiali di San Pietroburgo, Città del Messico, Tabriz e Pechino si sono confrontate sul tema della lotta all’inquinamento atmosferico, insieme ad associazioni e imprese che operano nel settore.

Nell’incontro sono emersi spunti di valore per l’amministrazione della nostra città, in particolar modo per le tematiche ambientali.

Forum Inquinamento: 10 idee che potrebbero essere utili anche a Milano

#1 L’importanza del monitoraggio delle fonti inquinanti (San Pietroburgo)

San Pietroburgo è in una posizione ideale per avere aria pulita. In mezzo a un’area poco densamente popolata è città vasta e oggetto di venti e perturbazioni frequenti. Eppure il tema ambientale è molto sentito per due ragioni, soprattutto adesso. La prima è che San Pietroburgo è distretto federale e dunque è sede di sperimentazione per adottare politiche che possano essere poi esportate nel resto del paese. La seconda è che il 2017 sarà l’anno dell’ecologia in Russia e il presidente Putin ci tiene particolarmente a migliorare le condizioni ambientali del paese. Per la municipalità di San Pietroburgo la lotta all’inquinamento deve avvenire principalmente attraverso la mappatura di tutte le fonti inquinanti del territorio. A quel punto se si conoscono tutti gli inquinanti, si può sottoporre obiettivi di riduzione dell’inquinamento a ciascuno di loro, premiando chi li raggiunge e applicando una tassazione speciale per chi non lo fa. L’obiettivo è di ridurre del 30% l’inquinamento in città entro il 2025.

#2 Creazione di rete costituita da pubblico, privati ed educazione nelle scuole sul tema ambientale (Città del Messico)

Città del Messico punta su tante iniziative per ridurre l’inquinamento, nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi quindici anni. La produzione di energia a impatto zero deve arrivare al 50% del totale rispetto al 13% attuale, entro i prossimi cinque anni. Tra le molte iniziative emerge la strategia di creare una rete di collaborazione tra imprese, ricercatori, amministrazione pubblica e studenti per fare circolare le best practice e le migliori idee e far leva sull’educazione di ogni cittadino per rispettare l’ambiente e contribuire a renderlo più pulito.

#3 Premiare imprese e condomini che riducono l’inquinamento (Rotterdam)

Da Rotterdam si sono presentati alcuni risultati di ricerche e sperimentazioni sul tema dell’inquinamento in Olanda. Tra i riferimenti più interessanti ci sono quello di utilizzare apparecchi di depurazione dell’aria da mettere nelle piazze e un sistema di incentivi, come il wi fi gratuito, per i condomini che riescano a ridurre l’inquinamento.

#4 La capacità di gestire il budget cittadino costituito al 100% da contributi privati (Tabriz)

Il sindaco di Tabriz ha posto l’accento di come per ambiente si debba tenere conto anche dell’ecosistema della comunità. Accanto a politiche sostenibili, come quello di alberghi green e aree verdi che vengono aumentate di anno in anno, il sindaco ha detto che la sua priorità è fare in modo che tutti gli abitanti di Tabriz possano avere di che mangiare ogni giorno. E inoltre il suo sistema di finanziamenti privati consente alla città di avere 1 miliardo di dollari di budget annuale senza ricevere un centesimo dalle casse dello stato.

#5 La trasformazione dei palazzi da soggetti passivi a soggetti attivi contro l’inquinamento atmosferico (Pechino e Alto Adige)

Politiche analoghe stanno percorrendo due aree caratterizzate da una situazione ambientale opposta: Cina e Alto Adige. In Cina l’inquinamento atmosferico è un problema grave specie in alcune zone. Per ridurlo non basta operare riducendo gli agenti inquinanti ma occorre trasformare i palazzi in soggetti capaci di rendere l’aria pulita. A questo fine stanno utilizzando delle tecnologie come quella di usare vernici antismog che stanno dando ottimi risultati nelle zone più inquinate. Il concetto di “casa attiva” è anche al centro della ricerca nell’Alto Adige dove, nonostante le condizioni ambientali eccellenti, la sensibilità sul tema è ai massimi livelli nel mondo.

#6 La possibilità di utilizzare tecnologie di avanguardia per ridurre l’inquinamento atmosferico outdoor e indoor

Hanno partecipato all’evento diverse aziende che consentono di ridurre l’inquinamento atmosferico negli ambienti interni ed esterni. In particolare Airlite ha mostrato con un esperimento dal vivo quanto si riesca ad abbattere le particelle più dannose con il sempice utilizzo delle loro vernici. Altre proposte sono state presentate da Sanispira e da altre aziende del settore, portando casi interessanti da tutto il mondo, come quello dei lampioni malesi che puliscono l’aria e uccidono le zanzare.

#7 Lo stimolo a proporre delibere che possano incentivare i palazzi a dotarsi di tecnologie capaci di ridurre l’inquinamento

E’ stata anche mostrato come l’amministrazione di Milano potrebbe agire per abbattere l’inquinamento a costo zero, ossia senza gravare sulle finanze comunali. Basterebbe adottare una delibera simile a quelle per favorire in passato l’uso di marmitte catalitiche: in questo caso si potrebbe stabilire che tutte le case entro i prossimi anni debbano svolgere un ruolo attivo contro l’inquinamento, dotandosi ad esempio di vernici capaci di ridurre l’inquinamento. Chi non lo fa pagherebbe una pollution tax che andrebbe a finanziare la ricerca contro lo smog.

#8 Lo spunto a diventare città leader nella lotta all’inquinamento indoor (da imprese e associazioni di categoria)

La sensazione tra gli addetti ai lavori è che Milano sia molto indietro sul tema delle politiche contro l’inquinamento atmosferico se la si raffronta alle altre città del mondo. Anche se si spera in un miglioramento, il ritardo è consistente e diventa difficile immaginare che Milano possa aspirare a un ruolo di leadership nella qualità dell’aria in città. Più alla portata sembra operare un’azione più focalizzata per contrastare l’inquinamento indoor, ossia quello negli spazi chiusi dove ognuno di noi vive il 90% del suo tempo. Si tratta di un inquinamento che risulta fino a 7 volte superiore a quello esterno e Milano potrebbe farsi promotrice della sua regolazione.

#9 Come Città del Messico è uscita dalla classifica delle città più inquinate del pianeta  (Città del Messico)

Città del Messico è una città di 25 milioni di abitanti. E’ posta su un altopiano e questo porta ad avere una più bassa percentuale di ossigeno nell’atmosfera. La combinazioni di diversi elementi esogeni e interno alla città, ad esempio la presenza di depuratori che bruciano i rifiuti dentro la città, ha portato Città del Messico a venire descritta come città più inquinata del mondo all’inizio di questo millennio. Nel giro di quindici anni però la situazione è decisamente migliorata e ha portato la capitale messicana a uscire dalla lista delle 20 città più inquinate del pianeta e a porsi traguardi più ambiziosi per il prossimo futuro. Anche grazie alle nuove collaborazioni che verranno poste in essere con le altre città del forum e con le imprese che hanno presentato le loro tecnologie.

#10 I vantaggi che si possono avere dal possedere un’autonomia legislativa dallo stato centrale in termini di politiche ambientali (San Pietroburgo, Città del Messico e Pechino)

Visto che uno dei patrocinanti e attori dell’evento è stata Milano Città Stato, si è stimolato nelle delegazioni presenti il dibattito sui vantaggi dell’autonomia. San Pietroburgo è distretto federale, insieme a Mosca e Sebastopoli, e questo le consente di avere un contatto diretto con il governo e di poter adottare politiche sperimentali sul territorio in grande autonomia. Città del Messico ha lamentato il fatto di vedere ridotta la sua autonomia dal prossimo passaggio da distretto federale a semplice città stato, status che le consentirà comunque di avere ampi gradi di autonomia dal governo centrale. Pechino sta ricevendo una forma di autonomia simile a quella di una città stato insieme a Shanghai e ad altre due città cinesi, per poter competere a livello di attrattività con la città stato di Hong Kong.

E ora?

Tre delle quattro delegazioni municipali hanno fatto sapere agli organizzatori di voler ospitare la prossima edizioni del Forum contro l’inquinamento. In particolare direttamente dal governo di Mosca è arrivata una richiesta di poter ospitare la manifestazione che coincide con l’anno dell’ecologia per la Russia nel 2017.

 

Sant’Ambrogio non voleva diventare VESCOVO. Dalla sua fuga mancata nacque Corbetta

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Il Vescovo proprio non lo voleva fare.

Lui era governatore di Milano e si era semplicemente offerto in una giornata d’inverno del 374 di mettere pace tra le due fazioni in cui era spaccata la Chiesa di Milano: quella ariana e quella ortodossa.

Gli ariani volevano un loro rappresentante alla carica religiosa più importante della città, gli ortodossi ne volevano uno loro. Ambrogio prese la parola tenendo un discorso sull’imparzialità che meravigliò i milanesi. Tanto che al termine si alzò forte il coro: “Ambrogio vescovo! Ambrogio vescovo!“.

Prima alcuni, poi la folla, a cui si unirono anche i rappresentanti di entrambe le fazioni. Tutti d’accordo che fosse lui la persona giusta per unire la Chiesa. Tutti d’accordo tranne lui che proprio non ne voleva sapere. Lui era un politico non un religioso. E poi aveva ricevuto condanne, aveva delle amanti, aveva altro da pensare che prendere l’abito talare. Provò a convincere i milanesi ma niente, quelli erano irremovibili. Milano voleva lui.

Ambrogio aspettò la notte e poi cercò di fuggire su Betta, la sua mula, in direzione Pavia. Ma benché conoscesse bene la strada, Ambrogio si perse più volte, ritrovandosi per incanto sempre a Milano. All’alba era ancora davanti a Porta Romana e alcuni milanesi riconoscendolo lo riportarono in città. Nel luogo dove Ambrogio si era fermato, stanco e pensieroso, sorse poi un convento per ricordare il suo tentativo di fuga.

Ma Ambrogio non si perse d’animo: andò da un maniscalco e fece ferrare la sua mula al contrario in modo che gli eventuali inseguitori avrebbero cercato in direzione opposta alla sua. Al calar della sera questa volta scelse di andare a ovest, in direzione Magenta. Una strada che conosceva bene, senza boschi in cui perdersi.

Ma sulla strada per Abbiategrasso a un certo punto la sua mula si arrestò. “Corr Betta, Corr Betta!” la incitava il futuro santo patrono di Milano ma lei non ci voleva sentire e rimase immobile. Le grida di Ambrogio furono udite dagli inseguitori che in breve tempo lo raggiunsero, riportandolo in città.
Da questo episodio prese il nome la località in cui la mula si fermò consegnando Ambrogio ai milanesi e alla storia: Corbetta.

Fonte: Milano segreta, Francesca Belotti – Gianluca Margheriti, Newton Compton Editori

MILANO CITTA’ STATO

Panchine a forma di libri a Londra. Le facciamo così anche a Milano?

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Ci sono storie che sono nate su panchine dall’incontro di due anime, dal racconto di una mamma al suo bambino, oppure le ha lette una innamorata aspettando che il suo Lui arrivasse in tempo all’appuntamento.
Ci sono storie che le panchine di ogni parco del mondo potrebbero raccontare a iosa, testimoni mute del lavorìo dei loro passanti.
Ce ne sono altre, come quelle di Londra, che dall’estate del 2014 sono degli autentici libri aperti.

looking_glassIl progetto arriva dalla National Literary Trust e riguarda 50 sedute dei parchi londinesi, realizzate in collaborazione con Wild in Art – uno dei maggiori produttori creativi inglesi.

Secondo il Libreriamo.it si tratta di un’associazione culturale no profit fondata nel 1993 con lo scopo di migliorare il livello culturale nelle zone più svantaggiate del Regno Unito.

Allora vennero realizzate 50 panchine distribuite per la città come se fossero un’enorme antologia a cielo aperto e l’esperimento, volto ad avvicinare i londinesi alla letteratura e alla conoscenza dei loro classici, si concluse nell’arco di un mese con un’asta benefica al Southbank Centre (i proventi dell’asta servirono allla National Literary Trust).

mrs_dallowayQuattro furono i percorsi ideati  Bloomsbury Trial, City Trial, Greenwich Trial e Riverside Trial – e ciascuno aveva un suo file rouge.

Dalle tragedie di Shakespeare alle storie morali di Orwell passando per le fiabe del tenero Paddington, quello delle Panchine Letterarie non fu uno che uno dei più interessanti lavori di riqualificazione urbana a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi.

Così belle che sarebbe un peccato non riproporle, magari sotto il cielo dell’estate milanese.  Dopo aver raccontato poesie sui ponti del Naviglio (ricordate?) sarebbe bello se in città arrivassero altri cantastorie. Ve ne proponiamo un assaggio – ed un ripasso delle letture per l’estate.

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