Dopo le elezioni i due partiti che più hanno riscosso successo, il Movimento 5 Stelle e la Lega, potrebbero dare vita al governo più incredibile della storia della Repubblica Italiana. Per stimolare la voglia di cambiamento e di rottura del sistema espressa dagli elettori proviamo a immaginare quello che potrebbe fare il governo più rivoluzionario e dadaista di ogni epoca: un Governo Dannunziano.
#1 Volo su Bruxelles: a lanciare sulle istituzioni europee migliaia di manifestini tricolori, recanti la scritta “L’Italia s’è desta!”.
#2 La beffa di Cipro: a sabotare il blocco navale turco che impedisce all’Eni di compiere le sue esplorazioni alla ricerca di idrocarburi a nord di Cipro.
#3 L’impresa di Sabratha: conquistare (o riconquistare) la città libica da dove partono i flussi di migranti, per instaurare un Governatorato illuminato e libertino come quello di Fiume 1919.
#5 Scioglimento dell’Accademia della Crusca: contro gli onori letterari e per il rifiuto della cultura elitaria.
#6 Nuovo inno italiano su testi dannunziani: un contest nazionale per stabilire quale dei 44 componimenti di D’Annunzio tra quelli messi in musica andrà a sostituire Il Canto degli Italiani di Mameli (noi tifiamo Canto Augurale per la Nazione Eletta).
#7 Riabilitazione dei Saturnali: la festa per antonomasia nell’Impero Romano torna in auge. Baccanti, satiri e sovvertimento dell’ordine sociale ad ogni solstizio d’inverno saranno la miglior cura per la spossatezza del popolo.
#8 Espansione de La Rinascente: i grandi magazzini denominati dall’inventiva del Vate diventano il simbolo della ripartenza italiana, sfoggiando una magnificenza mai vista prima sulla faccia della Terra ed eclissando qualsiasi altro department store.
#9 Valorizzazione della frittata dannunziana: il mitico piatto preparato dal Vate nel Cenacolo di Francavilla viene inserito nella cerchia dei patrimoni dell’umanità UNESCO.
#10 Casa Atellani a Milano diventa il Vittoriale del XXI Secolo: quale miglior modo per omaggiare il locus amoenus dove Leonardo trasse l’ispirazione definitiva per dipingere l’Ultima Cena?
Hanno dato una scossa positiva al mercato azionario. Sono i PIR (piani individuali di risparmio), introdotti dall’ultima legge di bilancio come forma di investimento a medio termine e consentono di veicolare i risparmi verso le piccole e medie imprese italiane con agevolazioni fiscali per gli investitori. Vediamo cinque titoli particolarmente amati dai gestori dei PIR*.
5 titoli molto amati dai gestori dei PIR
#1 AEFFE: la Ferretti alla conquista dei mercati orientali
L’azienda fondata da Alberta Ferretti prosegue lungo la via degli acquisti: il titolo del lusso in soli sei mesi ha messo a segno un progresso di circa 50 punti percentuali (+150% in soli 2 anni). Il bilancio del 2017 ha messo in evidenza una crescita a doppia cifra (ricavi) grazie al buon andamento dei brand e del modello di business; ciò dovrebbe permettere alla società di affrontare un 2018 con ulteriori sviluppi e consolidamenti dei brand di proprietà. Gli analisti di Mediobanca, valutando il bilancio 2017, hanno portato il target price di Aeffe da 2.33 a 3.0 euro, confermando il rating Outperform (alzate le previsioni del 9% sull’utile per azione, eps, per il 2018).
Un ulteriore punto di forza del Gruppo dei prossimi anni potrebbe essere l’espansione nei mercati ad alto potenziale tra cui la Cina (clienti sempre più esperti del settore) e sud est asiatico dove Aeffe punta ad aprire nuovi store. Anche l’Europa è in ripresa, così come Giappone ed Asia. Altro punto di forza sarà lo sviluppo ed implementazione del canale online molto diffuso, in particolar modo, nel mercato americano. Le previsioni per il 2018 non dovrebbero deludere, previsti rialzi nel settore abbigliamento, calzature, accessori, profumi e cosmetici. Tutti i mercati sono previsti in crescita, con l’Asia in testa (+10%), seguita da Giappone (+5%) Europa e Nord America (+4%), quest’ultimo in ripresa dopo due anni anni difficili.
A livello grafico i corsi dovranno ritrovare la forza per cercare di abbattere, in chiusura di seduta, la tenace resistenza posizionata a quota 2.90 euro. Un’eventuale vittoria oltre tale livello potrebbe permettere al titolo di puntare verso i primi target a 3.09 e successivamente, con quest’ultima violazione, in area 3.25 euro. Primi segnali di debolezza sotto quota 2.73 euro (al momento il titolo è a quota 2.77 euro) ma segnali negativi giungeranno solo con la rottura del supporto a 2.58 (in chiusura).
#2 BIESSE: vola grazie a Sophia
Un toro scatenato il titolo Biesse che fa registrare nuovi massimi storici a quota 53.75 euro (+260% in due anni) entrando così di diritto nelle classifica dei migliori 10 titoli dell’ultimo decennio.
Il gruppo Biesse, specializzato nella lavorazione del legno, vetro, marmo e pietra, prevede per il 2020 ricavi per oltre 900 milioni di euro mantenendo un intenso focus sugli investimenti in innovazione, service, ed in ambito marketing-commerciale. Gli ottimi risultati dell’esercizio 2017, un’importante generazione di cassa e una posizione finanziaria netta attiva di oltre 30 mln di euro, permetteranno al gruppo di guardare positivamente al futuro. I ricavi, per i prossimi 3 anni, sono visti in crescita del 9.5% annuo. Anche per l’ebitda è prevista una crescita annua di circa il 12.7% mentre per l’ebit una crescita del 14.7% circa. Nell’esercizio da poco archiviato, si evince che Biesse ha nettamente over-performato le indicazioni dei propri settori di riferimento sia per quanto riguarda l’andamento dell’orders intake che per quanto concerne la crescita del portafoglio ordini produttivo.
Uno dei punti di forza di Biesse è “Sophia” che ha consentito al gruppo di costruire una solida rete di diagnostica e analisi a distanza dei macchinari. Sophia sta per “service, optimization, predictivity, human, innovation, analysis” e rappresenta la trasformazione digitale, verso l’Industry 4.0: monitorare costantemente i macchinari ed intervenire rapidamente azzerando così i tempi di fermo della produzione e in diversi casi anche tagliare i costi dell’intervento o riparazione.
Banca Akros ha rivisto al rialzo il target price di Biesse da 40,4 a 48,6 euro con rating “accumulate”.
Nome
Data
Rating
Target Price
Banca Akros
13/03/2018
Accumulate
49.70
Banca IMI
02/03/2018
Add
50.50
Banca Akros
01/03/2018
Accumulate
48.60
Exane
05/01/2018
Outperform
50.00
Banca IMI
13/11/2017
Add
43.20
#3 EL.EN.: effetto laser sulle quotazioni
El.En. è azienda leader nella fabbricazione di sistemi laser per applicazioni nel settore medicale e della marcatura laser. Dopo mesi di costanti flessioni, il titolo risale la china (+25% in 6 mesi; +213% in 2 anni) riportandosi oltre quota 32.0 euro, non lontano dal massimo storico a 34.38 euro.
Anche nel 2017 il Gruppo El.En., nonostante lo sfavorevole rafforzamento dell’euro sul dollaro, ha raggiunto buoni risultati (i migliori mai ottenuti dal Gruppo per volume di affari e per il risultato operativo) con una crescita superiore alla guidance rilasciate ad inizio anno grazie anche al miglioramento delle condizioni economiche generali. il Gruppo si prefigge di conseguire nel 2018 una crescita consolidata nell’ordine del 10%, mantenendo il risultato operativo al 10% rispetto al fatturato.
Grazie al suo posizionamento di mercato leader, El.En. ha tutte le qualità per poter crescere. Lo sviluppo tecnologico (l’ammontare delle spese di ricerca e sviluppo corrisponde a circa il 4% del fatturato consolidato) degli ultimi anni ha dato un notevole impulso a crescita nel settore industriale (taglio laser), soprattutto in Cina ma anche nel mercato italiano. Nei prossimi 3 anni, grazie anche al piano industriale, i ricavi e la redditività dovrebbero aumentare a doppia e proseguiranno gli investimenti che anno dopo anno stanno dando i loro frutti. L’intensificazione nel 2017 delle attività di sviluppo prodotti consentirà nell’esercizio in corso il lancio sul mercato di numerosi innovativi sistemi per applicazioni medicali ed estetiche. A livello grafico le quotazioni potrebbero proseguire l’uptrend in caso di stabilizzazione oltre quota 32.50 euro per il test in area 33.80 euro in prima battuta (34.97 euro, 2° target). Primi segnali di debolezza sotto quota 30.0 euro (al momento il titolo è a quota 31.30 euro) ma segnali negativi giungeranno solo con la rottura del supporto a 28.80 (in chiusura).
#4 LA DORIA: margini di crescita per l’azienda leader nel private label
Una delle perle del sud Italia La Doria è specializzata nella fabbricazione di prodotti alimentari, in particolare derivati del pomodoro, legumi e pasta in scatola, succhi e bevande di frutta.
Prosegue lungo la via delle vendite il titolo alimentare che torna sotto quota 13.0 euro (-23% in 3 mesi; -2% in 2 anni).
Anche nel 2018 il mercato di riferimento potrebbe continuare ad essere caratterizzato da una forte concorrenza, in particolar modo quella della grande distribuzione ed inoltre l’inflazione indotta dalla svalutazione della sterlina nel Regno Unito potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi. Per questi motivi il gruppo La Doria, con il Piano industriale 2018-2021, cercherà di porre le basi per continuare la sua crescita organica (rafforzare la propria leadership nel mercato delle private labels) e per essere pronto e reattivo alle nuove sfide di mercato. La strategia è l’aumento dei ricavi e l’ulteriore miglioramento della marginalità; estensione in mercati strategici ed investimenti volti all’aumento della capacità produttiva.
Nel 2021 il gruppo La Doria dovrebbe portare i propri ricavi a circa 757 mln di euro, un utile netto a 43 mln e con un Ebitda margin a circa il 10.5%. Dal punto di vista geografico, il piano mirerà a un consolidamento nei mercati in cui l’azienda ha un forte posizionamento (ad esempio Italia, Germania, Regno Unito, paesi scandinavi, Australia e Giappone), mentre verrà aumentata la sua quota di mercato in paesi europei ad alte potenzialità di crescita (nel settore di riferim.) come la Francia e l’Europa dell’Est.
A livello grafico i corsi dovranno ritrovare la forza per cercare di abbattere, in chiusura di seduta, la resistenza posizionata a quota 13.80 euro (in chiusura e con tenuta di almeno 3 sedute). Un’eventuale vittoria oltre tale livello potrebbe permettere al titolo di puntare verso i primi target a 14.35 e successivamente, con quest’ultima violazione, in area 14.82 euro. Ulteriori segnali di debolezza sotto quota 12.40 euro (al momento il titolo è a quota 12.78 euro); segnali negativi giungeranno con la rottura del supporto a 11.63 euro (in chiusura).
#5 FINLOGIC: si attende la ripresa trainata dal Bar Code
Meno brillante la performance di Finlogic (gruppo attivo nel settore dell’Information Technology) che in 6 mesi ha guadagnato il 4.8% (+27% in 2 anni).
Il Gruppo ha chiuso l’esercizio 2017 con una crescita significativa di tutti gli indicatori, con un trend migliore rispetto al mercato di riferimento e in linea con gli obiettivi di budget. Il Gruppo continuerà ad adoperare le strategia di crescita concretizzando ulteriori operazioni di M&A e consolidare la struttura nazionale; inoltre ci saranno nuove collaborazioni con partner internazionali, essenziali per la strategia di internazionalizzazione e d’incremento della market share all’estero.
Le prospettive per il 2018 sono positive e il Gruppo perseguirà l’obiettivo di consolidamento della leadership nel settore dell’identificazione automatica grazie anche alle acquisizioni di Tecmark e Multitec (la prima è una società specializzata in soluzioni di identificazione automatica anche tramite RFid, terminali, stampanti e sistemi di codifica, mentre la seconda è specializzata nella distribuzione di sistemi di stampa per il comparto industriale ed office e distributore del brand Toshiba-Tec).
Ulteriori punti di forza che potrebbero proiettare Finlogic ad aumentare i propri risultati economico-finanziari sono il rinnovo del contratto di distribuzione per l’Italia con SATO Europe GMBH che permetterà al gruppo di divenire leader in Italia nel settore dell’identificazione automatica. Altro importante passo per il futuro è il contratto di partnership con la multinazionale CITIZEN SYSTEMS EUROPE GmbH per la rivendita su tutto il territorio nazionale di stampanti barcode, stampanti portatili, stampanti POS. La durata del contratto è a tempo indeterminato.
Il titolo Finlogic nelle ultime 3 settimane si è portato da 4.95 agli attuali 5.24 euro dopo un breve periodo di letargo (+7% in 6 mesi). Se le quotazioni riusciranno a stabilizzarsi oltre 5.36 euro, ci saranno buone change di proseguire lungo la via degli acquisti e raggiungere il primo target posizionato a 5.53 euro (5.83 euro 2° target). Sul fronte opposto invece, possibili accelerazioni ribassiste al di sotto di 4.70 euro in chiusura di seduta.
PASQUALE FERRARO
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Arrivata in Italia nel 1947 dove sposò il suo pigmalione Giovan Battista Meneghini la greca Maria Callas debuttò alla Scala nel 1950, accolta in modo tiepido da un pubblico interdetto dalla sua timbrica non usuale. Ma il suo successo fu consacrato l’anno dopo con i vespri siciliani. Fu un trionfo e la Callas divenne la Divina.
Il soprano greco ebbe una vita complicata, soprattutto dopo il divorzio dal marito e l’avvio di una relazione tumultuosa con l’armatore Onassis. La Callas visse a Milano in via Buonarroti dal 1950 al 1960.
E’ considerato la risposta al neorealismo. Miracolo a Milano fu un film a suo modo rivoluzionario, che voltò le spalle al neorealismo con una fiaba sociale ambientato nel mondo dei diseredati di Milano. Celebre la scena finale con i barboni in groppa a delle scope volanti che prendono il volo da piazza Duomo. Il film che divise la critica riscosse una grande successo di pubblico arrivando a vincere la Palma d’Oro come miglior film del 1951 al festival di Cannes.
Quella che potrai vedere questo martedì è la storia di Osho.
Tutti ne hanno sentito parlare o hanno visto la sua immagine barbuta almeno una volta nella vita.
Osho, prima di diventare quello che viene definito “un santone“, è stato un professore di filosofia che abbandonò la carriera accademica per girare il mondo come maestro spirituale.
Nel suo percorso fisico e interiore incontrò tre maestri: Magga baba, Pagal baba e Masto baba, che lo condussero alla scoperta dell’autenticità dell’essere.
Da dopo l’incontro con queste tre personalità, l’intento di Osho è sempre stato quello di invitare l’uomo a vivere pienamente la sua vita in armonia tutte le sue dimensioni.
Seguendo questo pensiero, Osho è stato fautore di una ribellione fondata sul senso critico e sul rifiuto di qualsiasi norma di vita o valore sociale solo comunemente accettati e non condivisi intimamente.
Dall’infanzia, passando per la giovinezza, fino ad arrivare all’età adulta, potrai vedere come Osho è diventato, pur in modo non violento e totalmente spirituale, un forte oppositore di ogni tipo di potere.
Scopri come andrà a finire la vicenda di “Fiore ribelle” questo martedì dalle 21.30 al Cinema Beltrade.
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Pasqua è alle porte, da sempre è una giornata da condividere con le persone amate. Ma come festeggiare al meglio questa festa così speciale? Dove andare? Dove pranzare? Dove recarsi per essere sicuri di rendere felici tutti, grandi e piccini?
In vostro soccorso arriva il sito ufficiale dedicato alla Pasqua a Milano . Una vera e propria guida on line, dove il qualificato e attento Staff ha selezionato solo i migliori ristoranti e agriturismi di Milano e Hinterland, per garantirvi un giornata di Pasqua o Pasquetta serena e spensierata, senza la paura di incappare in brutte sorprese che potrebbero rovinarvi la giornata.
Nel sito troverete diverse categorie di location. Per ogni locale è dedicata una pagina dove troverete i dettagli del programma della giornata, le fotografie, i menù dettagliati e i prezzi chiari e precisi. Potrete anche prenotare direttamente on line il vostro tavolo, in tutta comodità e sicurezza.
Una gita fuori città
Uno dei grandi classici di Pasqua e Pasquetta è la gita fuori porta. Nel sito troverete una lunga categoria dei migliori agriturismi dell’Hinterland Milanese.
Splendide strutture, polivalenti, che per l’occasione propongono dei prelibati e ricchi pranzi Pasquali con menù guidati e serviti. Piatti della tradizione come agnello e cioccolato, preparati con le migliori materie prime, prodotte localmente, a Km Zero oppure Biologiche. Per garantire solo il massimo della qualità e della bontà.
I vari agriturismi, propongono anche tanti speciali servizi. Per chi lo desidera, potrà fare una lezione di equitazione oppure un bel giro a cavallo tra i boschi e la natura. Oppure per momenti di coccole e relax, si potrà usufruire di SPA, percorsi termali, massaggi o piscine coperte o scoperte. Tante le biciclette a disposizione dei clienti per un bel giro lungo lago.
Mentre per i più piccoli, dopo aver degustato i piatti dei menù a loro dedicati, potranno divertirsi andando alla scoperta degli animali con un bel giro nelle fattorie didattiche.
Momenti unici e indimenticabili per tutta la famiglia!
I migliori ristoranti della città
Per chi lo preferisce, potrà scegliere di restare in città degustando un ottimo pranzo pasquale, scegliendo tra uno dei tanti ristoranti proposti dal portale.
Tante diverse atmosfere tra cui scegliere; ristoranti classici e lussuosi, dove ogni dettaglio è curato nei particolari, oppure locali più semplici e spartani dove si respira un’aria conviviale.
Tante le diverse cucine tra cui scegliere. Dai classici menù con i piatti della tradizione Pasquale, oppure menù con piatti rivisitati per creare sapori nuovi. Per una Pasqua diversa dal solito, si potrà anche scegliere una delle cucine fusion proposte, sapori e profumi di terre lontane, tutte da scoprire.
Per qualsiasi dubbio o domanda basta contattare lo Staff di www.pasquamilano.it, sia online sia telefonicamente, 24h su 24h (call center informazioni & prenotazioni: 02 84571125).
Le ultime elezioni sono state una rivoluzione. Hanno portato al vertice del potere in Italia due partiti antisistema e non paragonabili a movimenti del passato o di altre nazioni. Un altro elemento non secondario è che Milano è alla testa di questa rivoluzione. Già in passato, infatti, la città è stata protagonista sulla scena politica nazionale ma mai come ora è stata il centro decisionale delle fazioni che si dividono il potere in Italia.
La storia del potere politico di Milano
Le più grandi trasformazioni nella politica italiana sono nate a Milano. Il fascismo e il socialismo italiano a Milano hanno assunto una rilevanza nazionale. Qui è stato fondato l’Unità, il primo quotidiano comunista italiano, e a casa di Enrico Falck è stata concepita la Democrazia Cristiana. Sia l’Unità che la Democrazia Cristiana si sono trasferite poi a Roma e, nel dopoguerra, Milano si è concentrata sull’economia, lasciando alla capitale il dominio esclusivo sulla politica.
Dopo diversi decenni vissuti all’ombra del Parlamento, negli anni ottanta Milano torna protagonista nella politica italiana con Bettino Craxi che, alla guida di un partito di minoranza, mai oltre il 13%, si pone a capo del governo più influente del decennio. Il partito socialista di quegli anni ha la roccaforte a Milano e rimarrà sempre profondamente milanese anche durante il periodo governativo. La dialettica di quegli anni tra PSI e DC è anche espressione di modi di gestire il potere segnati dalla geografia: il PSI si riallacciava al socialismo europeo mentre la DC era più ancorata a una tradizione tipicamente italiana e, per molti aspetti, romanocentrica.
Milano crea e Milano distrugge. L’inchiesta Mani Pulite del 1992 condotta dal Tribunale di Milano smantella il sistema del finanziamento illecito dei partiti, spazzando via le principali forze politiche che avevano governato il Paese dal dopoguerra.
Da Milano riparte la seconda Repubblica con Forza Italia di Silvio Berlusconi affiancato dalla Lega che, inizialmente, era stato l’unico partito a difendere l’operato dei giudici milanesi.
Milano al potere, ma ancora una volta non è un potere esclusivo, e, piano piano, la politica torna ad essere progressivamente centrata su Roma.
Il paradosso del PD di Renzi: il partito meno milanese è il più amato da Milano
Si approda alla storia recente con l’arrivo al potere del PD che ha guidato il Paese con tre esecutivi consecutivi negli ultimi cinque anni. Si tratta di governi in cui la partecipazione di Milano è stata irrisoria. Il PD aveva sede a Roma e i personaggi più influenti erano di Firenze e dintorni. Milano è stata praticamente assente: niente milanesi nelle più alte cariche dello Stato, né ai vertici dei partiti della coalizione di governo, nè tra i ministri più importanti. Nessuno dei dirigenti del PD milanese ha assunto un ruolo rilevante nel partito o nel governo nazionale. Durante gli esecutivi a guida PD Milano è stata relegata in periferia, almeno dal punto di vista della rappresentanza o dei centri decisionali, eppure è accaduta una situazione paradossale. Il PD renziano ha perso colpi in tutta Italia ma non a Milano. La città è stata al suo fianco, tra i pochi, al referendum di riforma costituzionale e, tra i pochissimi, alle ultime elezioni nazionali.
Anzi, alle ultime elezioni, Milano ha appoggiato il partito meno milanese della storia repubblicana, voltando le spalle alle due principali forze politiche che hanno conquistato il resto degli italiani: Lega e Movimento 5 stelle. Due forze politiche con molti elementi diversi ma uno in comune: avere la testa a Milano.
alle ultime elezioni, Milano ha appoggiato il partito meno milanese della storia repubblicana, voltando le spalle alle due principali forze politiche che hanno conquistato il resto degli italiani: Lega e Movimento 5 stelle. Due forze politiche con molti elementi diversi ma uno in comune: avere la testa a Milano.
Lega e 5 stelle: nemo propheta in patria
Il centro destra attuale è fortemente milanese. Forza Italia è Silvio Berlusconi, milanese con il quartier generale ad Arcore. La lega, che ha sede in via Bellerio, con Salvini è diventata molto più milanese di quella di Bossi e Maroni: sono milanesi i principali esponenti emergenti della nuova scena salviniana, Morelli, Siri, Borghi, insieme allo stesso capo del partito e candidato premier.
La Lega milanese ha spadroneggiato al nord, tranne che a Milano, rimasta sorda anche alle sirene dell’altra forza politica che ha vinto le ultime elezioni.
Il Movimento 5 stelle ha dominato al sud ed è guidato da Di Maio, campano che ha poco a che fare con Milano. Eppure non è un mistero che il centro di potere del Movimento 5 stelle sia la Casaleggio Associati da cui è partito il movimento. Ha sede in via Gerolamo Morone, in pieno quadrilatero della moda. Da qui Davide Casaleggio dopo aver ricevuto l’eredità del padre, definisce la linea politica e strategica del movimento e gestisce la piattaforma di partecipazione del movimento, attraverso l’associazione Rousseau, con l’appoggio esterno, ma ancora determinante, di Beppe Grillo.
La rivoluzione del 4 marzo è anche questa: le leve decisionali delle principali fazioni che si dividono il potere in Italia sono a Milano.
Ed è la prima volta nella storia del Paese.
le leve decisionali delle principali fazioni che si dividono il potere in Italia sono a Milano.
Ed è la prima volta nella storia del Paese.
E’ in assoluto il mio preferito: sperimentazioni, rovesciamenti dei canoni estetici, anti-accademismo… un vero e proprio periodo d’oro dell’arte.
E con “periodo” mi riferisco al lasso di tempo compreso tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento, terreno fertile per la nascita di nuove correnti artistiche, chiamate genericamente, appunto, “Avanguardie“.
Partendo dall’Impressionismo, il quale pioniere è stato Manet, con la sua “Colazione sull’Erba” e “Olympia”, il Novecento ha visto nascere avanguardie sempre più audaci, come l’Espressionismo, che vedeva tra le fila nomi come Gauguin, Toulouse Lautrec e Van Gogh, il Cubismo, inventato dal celebre Picasso assieme a Braque, il Futurismo, che in Italia aveva come massimo esponente Boccioni, e molti altri.
Potrei andare avanti per ore a elencare tutte le macro e micro correnti artistiche di quel periodo, ma penso che potrà farlo molto meglio la mostra “Impressionismo e Avanguardie” del Palazzo Reale.
Io sono già andata a visitarla e ti posso dire con certezza che avrai l’occasione di ammirare cinquanta opere dipinte e scolpite da alcuni dei più grandi artisti di sempre, arrivate a Milano direttamente dal Philadelphia Museum of Art, una delle più importanti istituzioni museali del mondo.
Il prezzo del biglietto è 12 euro, ma ti assicuro che ne vale la pena: mi sono emozionata vedendo un quadro di Dalì, commossa nel vedere la donna di Mirò e… insomma, quando sono uscita mi girava la testa dall’emozione. Ma forse sono un po’ di parte…
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Una delle pagine più terribili della seconda guerra mondiale fu la strage di Gorla il 20 ottobre 1944.
Un bombardiere americano sganciò le sue bombe sul quartiere operaio della città radendo al suolo la scuola elementare Francesco Crispi. Al suo interno morirono oltre duecento bambini insieme ad alcuni insegnanti. In Piazza dei Piccoli Martiri c’è un monumento di Remo Brioschi in ricordo dei bambini di Gorla.
Sembra che per fiaccare i nazisti che occupavano il nord Italia Winston Churchill avesse comandato di abbattere anche il Duomo.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
Nata nel 1972, è la corsa per eccellenza della nostra città. Ideata da un grande uomo di sport, l’Ambrogino d’oro Renato Cepparo, una volta avviata la manifestazione ha attirato una media di 50’000 partecipanti per edizione, un numero in continua crescita: l’anno scorso i corridori furono ben 70’000, record che migliora il precedente del 2016, attestato a 63’000.
L’Half Marathon dell’anno scorso
La Stramilano è divisa su tre percorsi: la Stramilanina, lunga 5 km, aperta anche ai bambini; la Stramilano 10 km, quella che riscuote più successo; la Stramilano Agonistica, o Stramilano Half Marathon, riservata agli atleti professionisti, sviluppata sui 21 km canonici della mezza maratona.
Il percorso agonistico
La Stramilano 10 km, in realtà, attira ogni anno anche campioni olimpici e detentori di record mondiali iscritti nell’albo d’oro dell’atletica leggera, i quali preferiscono il percorso storico (sceso dai 24 km originari ai 10 attuali tra il 2008 e il 2009) che, partendo da Piazza Duomo, arriva all’Arena Civica attraversando il cuore della città: il Quadrilatero della Moda, Porta Venezia, Porta Romana, Porta Ticinese, Magenta e Parco Sempione.
Qui lo spirito è rimasto quello della Milano-Proserpio, vera e propria madre della Stramilano e ideata sempre da Renato Cepparo, che organizzò questa passeggiata non competitiva di 43 km, da farsi in notturna.
Visuale dall’alto dell’edizione 1979
L’albo d’oro della Stramilano Agonistica, che si corre dal 1976, è dominato dagli africani: su 41 edizioni maschili, ne hanno vinte 31, per di più ininterrottamente dal 2003.
Dal 1989, la medaglia d’oro non è andata all’Africa soltanto una volta, nel 2002: la vinse il marocchino naturalizzato italiano Rachid Berradi.
Il record assoluto è del keniota Wanfari James Mwanji, stabilito nel 2016 percorrendo i 21 km in 59’12”, 49 secondi in più dell’attuale record mondiale nella mezza maratona maschile, detenuto dall’eritreo Zersenay Tadese.
E’ proprio il Kenya, nello specifico, a monopolizzare l’albo d’oro, con 26 primi posti ottenuti, e ad aver dato i natali al MVP storico della manifestazione: Paul Tergat, 6 vittorie per lui (e detentore del record mondiale nella maratona dal 2003 al 2007).
Paul Tergat, oggi Presidente del Comitato Olimpico del Kenya
L’italiano ad aver vinto più volte la Stramilano Agonistica è Alberto Cova, con tre medaglie (1983-1984-1986): anche lui campione olimpico, nei 10’000 metri piani ai Giochi di Los Angeles 1984.
Per quanto riguarda il lato femminile della mezza maratona milanese, le cose cambiano poco, a parte il numero di volte in cui è stata corsa: solo 26, ininterrottamente dal 2004, dopo una pausa lunga 8 anni.
Anche qui domina il Kenya, incontrastato dal 2013, con 6 medaglie totali. In realtà, le italiane ne hanno conquistate di più, 9, ma ora sono ferme alla vittoria della maratoneta Valeria Straneo, nel 2012. Il record è stato stabilito l’anno scorso: la keniota Ruth Chepngetich ha completato il percorso in 1h07’42”.
Nemmeno la pioggia ha mai fermato la Stramilano
E’ tradizione che la Stramilano si corra all’inizio della primavera: l’edizione 2018 si terrà domenica 25 marzo, con la Stramilano 10 km al via alle ore 9:00 da Piazza Duomo, seguita dalla Stramilanina alle 10:00 e, in Piazza Castello, dall’Half Marathon alle 10:30.
Le iscrizioni sono aperte fino al momento della partenza: gli organizzatori dicono “E alura fiulett andì semper de cursa, Milan l’è un gran Milan, el ve spetta!”; noi vi ricordiamo anche che ogni mattina, al sorgere del Sole, un milanese si sveglia e comincia a correre.
Prima di camorristi, capubastuni e Famiglie, però, a Milano operava un sottobosco eterogeneo, fumoso ma vibrante, di criminalità organizzata: la cosiddetta Ligera. Le origini del suo nome sono misteriose.
Sebbene l’ipotesi più affascinante ed esotica faccia risalire l’etimo a John Dillinger, il famigerato gangster statunitense, è molto probabile che in realtà “ligera” derivi dai lavoratori stagionali, minatori e braccianti vari, che a inizio Novecento nei loro spostamenti si portavano appresso un bagaglio “leggero”, per impegnarsi in un lavoro visto come iniquo sfruttamento: nei loro viaggi in treno intonavano canti inneggianti alla scarsa voglia di “lavorare da sfruttati”, ogni singolo giorno della settimana.
Piazza Duomo 1954: l’atmosfera che faceva da contorno alle imprese della Ligera
E’ su questo sfondo che, il 27 febbraio 1958, andò in scena quello che molti considerano, almeno per quanto riguarda Milano, il colpo del secolo: la rapina di via Osoppo.
I briganti dell’omonima banda provenivano tutti quanti da quartieri ancora dismessi dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (Giambellino, Ticinese, Isola e Lambrate), tendenzialmente poveri e affollati soprattutto da bottiglierie e beoni.
L’impresa venne partorita dalla mente di Ugo Ciappina, 30 anni, già partigiano prima e membro della “Banda Dovunque” poi, che si ispirò all’attacco da parte della “Banda dei Marsigliesi” a un camioncino della Crédit Lyonnais per progettare un assalto a un furgone portavalori della Banca Popolare di Milano.
Mentre era in carcere, parlò del suo piano con Luciano De Maria e i due, una volta usciti, reclutarono altri cinque uomini: Arnaldo Bolognini (pure lui ex partigiano), Arnaldo Gesmundo (conosciuto anche come “Jess il bandito”), Enzo Cesaroni (di mestiere droghiere), Ferdinando Russo (soprannominato “Nando il terrone”) e Eros Castiglioni (ex pugile, poi viveur).
Un primo piano di repertorio di Ugo Ciappina
I sette studiarono meticolosamente vita, morte e miracoli del furgone della BPM, tutti gli orari e i percorsi che seguiva per portare, tre volte a settimana, soldi e assegni da una sede del centro a una in periferia. Per l’attacco, venne scelto lo snodo tra via Osoppo e via Caccialepori, perché spazioso e con facile accesso a rapide vie di fuga.
Dopo due tentativi falliti a fine gennaio e a inizio febbraio, il primo dopo aver incrociato due volanti della polizia, il secondo per aver confuso l’obiettivo con un furgone del latte, venne infine scelto il 27 perché era il tradizionale giorno di paga, “San Paganino”, quindi una giornata dove i portavalori sarebbero stati pieni di soldi.
La mattina della rapina, la banda si vestì con le classiche tute blu da operaio, e pochi minuti prima del colpo, per crearsi un alibi, Ciappina andò dal dentista con sua moglie, Bolognini a comprare pane e taleggio. Ciappina uscì con la scusa di andare a prendere il giornale.
Il piano funzionò alla perfezione: Gesmundo e Russo, alla guida di una Fiat 1400, superarono il furgone e schiantarono l’auto contro un muro. L’autista del portavalori, vedendo l’incidente, rallentò: a quel punto venne speronato dall’OM Leoncino guidato da Bolognini, e il furgone fu così bloccato.
Una Fiat 1400 e un OM Leoncino
La banda, coperta da passamontagna, ruppe un vetro del portavalori con un martello e fece scendere autista, commesso e guardia, tenuti fermi sotto la minaccia di un’arma. Nel frattempo, una decina tra le cassette sul furgone venne presa e caricata sull’OM Leoncino.
Il tutto durò un paio di minuti: durante il colpo uno dei banditi imitò il suono di un fucile che spara: «TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA»; una signora da un balcone buttò dei vasi di fiori verso i rapinatori, mancandoli; un’altra urlò ai banditi «Andate a lavorare!», cosa a cui De Maria rispose «E secondo lei cosa stiamo facendo?»
Via Osoppo subito dopo la rapina
Un paio di banditi scappò sull’OM Leoncino su cui c’erano i soldi e gli assegni; altri tre a bordo di una Giulietta Sprint rubata a Bergamo pochi giorni prima e lasciata lì vicino; Ciappina tornò dal dentista: era stato via solo una decina di minuti.
Bolognini si tolse la tuta blu e il passamontagna e restò lì ad aspettare la polizia. È agli atti che al commissario che lo trovò, sapendolo un ligerino, Bolognini disse: «Secondo lei, se avessi appena fatto una rapina, sarei così stupido da restare qui?». Ovviamente, fu proprio a partire dal suo volto che ebbero via le indagini per scovare i colpevoli: in tutto, erano stati rubati 115 milioni di lire.
Ora, bisogna dire la Ligera era ben vista da gran parte della popolazione milanese. Erano “ladri gentiluomini”, figli di quartieri abbandonati a sé stessi dove molta gente se la passava male e, spesso, succedeva che qualche ligerino aiutasse o proteggesse gli abitanti del suo vicinato. Parte del gergo della Ligera era in ampio uso in queste stesse zone della città: polenta, per esempio, per dire oro; “borlótt”, per indicare i dadi usati nelle bische.
Titolone sul Corriere all’indomani della rapina
Il giornalista Franco Di Bella scrisse sul Corriere che «dal pomeriggio del 27 febbraio 1958 alla Questura di Milano non si dormì, non si mangiò, non si fece altro che impazzire. Le farmacie dei dintorni fornirono a funzionari e agenti migliaia di compresse contro l’emicrania, e decine di tubetti di simpamina o di tranquillanti, a seconda delle ore». In totale, circa cinquemila tra poliziotti, ispettori e commissari si occuparono delle indagini.
Gesmundo e De Maria andarono a Cortina d’Ampezzo a spendere i loro soldi all’insegna delle “tre D” (donne, dadi, danze), ma la festa durò pochissimo: già il 6 marzo vennero ritrovate le tute blu che i sette banditi gettarono nel fiume Olona subito dopo la rapina. La polizia lesse che erano state prodotte da una ditta di Modena e scoprì che qualcuno le aveva rubate proprio da quella ditta. Risalì a quel qualcuno e si fece dire a chi le aveva vendute. Così, il 1° aprile vennero arrestati Ciappina, De Maria, Bolognini, Gesmundo e Russo.
La fine del gioco
Stando alle fonti dell’epoca, la maggior parte delle persone stava dalla parte dei banditi. Memorabile, a riguardo, è quello che scrisse Montanelli sul Corriere della Sera, dove affermò che questo delitto così all’avanguardia, con lo scontro calcolato alla frazione di secondo fra il portavalori e il camion, per distrarre l’attenzione dei passanti, e quell’assalto al furgone, così scientificamente rapido ed efficace, poteva davvero rappresentare una spinta per l’Italia a raggiungere quei livelli di eccellenza anche in altri campi.
Rappresentazione artistica dell’interrogatorio ai cinque
La sentenza del primo processo per Ciappina, Bolognini, De Maria, Gesmundo e Russo arrivò nel novembre 1958, all’una e mezzo di notte. Le televisioni, di solito non operative dopo le 22, fecero un’eccezione per dare la notizia dei verdetti. Considerando anche altre rapine di cui erano stati accusati, i sette si presero condanne che andavano dai nove anni e otto mesi a Russo ai vent’anni e otto mesi per De Maria, sentenze confermate in Cassazione.
Cesaroni era latitante in Venezuela, ma venne trovato e arrestato qualche mese dopo. Castiglioni era fuggito in Francia vestito da prete, come raccontò in una lettera pubblicata da Epoca, la rivista di Enzo Biagi. Venne arrestato nel 1960 a Parigi, dopo un controllo casuale eseguito per una vicenda con la quale non aveva niente a che fare.
Locandina del film ispirato alla rapina
La rapina di via Osoppo ci lascia in eredità un film di Nanni Loy con Vittorio Gassman protagonista, L’audace colpo dei soliti ignoti, sequel dell’applauditissimo I soliti ignoti e ispirato al “colpo del secolo”, oltre che un senso di nostalgia, se così si può definire, guardando alla Milano violenta che sostituì la Ligera negli anni a venire: si pensi a Vallanzasca, Epaminonda, Turatello e agli anni di piombo.
Come straordinaria testimonianza dello storico avvenimento qui raccontato, c’è un video risalente al 2011 dove si vede Arnaldo Gesmundo in via Osoppo circondato da varie persone, tra cui una signora che, dopo aver scambiato qualche battuta sulla rapina avvenuta lì nel 1958 con questo strano anziano, improvvisamente gli chiede «Ma lei chi è?» e si sente rispondere «Lui è uno dei rapinatori».
La signora a quel punto ride, gli stringe calorosamente la mano per poi dire, raggiante: «Piacere!».
Anche se non sono tra le più note del listino queste aziende sono liquide e hanno molti capitali disponibili per giocare d’attacco sui mercati.
Supercash! 5 aziende molto liquide nella Borsa di Milano: analisi e prospettive di crescita
#1 DIGITOUCH: punta a raddoppiare gli utili entro il 2020
Nel 2017 la strategia del Gruppo si è basata principalmente nel rafforzare ulteriormente la propria rete commerciale con offerte competitive ed introducendo innovazioni tecnologiche di processo; ciò ha permesso al Gruppo Digitouch di consolidare la propria posizione sul mercato digitale, in forte crescita, grazie in particolar modo, alle tre aree top: Social&Mobile, Performance e Big Data.
Il Gruppo Digitouch ha raggiunto importanti risultati e ciò ha permesso al management di rinviare l’aumento di capitale al fine di consolidare lo sviluppo della società e massimizzarne il valore. Alcune delle strategie future del gruppo sono l’allargamento del portafoglio di editori introducendo soluzioni ancora poco diffuse tra gli advertiser e soluzioni innovative quali il mobile couponing o il proximity marketing; lo sviluppo di soluzioni tecnologiche che permettano di aggregare le informazioni sul traffico mobile e di trattarle in modo da offrire una profilazione specifica degli utenti mobile; un processo di internazionalizzazione sui mercati europei e successivamente in Nord e Sud America ed acquisizioni strategiche.
Lo scorso 24 gennaio Digitouch ha reso noto di aver siglato un accordo con Bango Plc, leader nel mobile commerce. L’accordo prevede che Bango investa più di 1 milione di euro nell’upgrade della piattaforma Audiens, per consentirne la distribuzione dei servizi di gestione dati in nuovi paesi. Questa partnership aiuterà il gruppo a capitalizzare gli investimenti fatti negli anni precedenti e a rafforzare la posizione finanziaria netta del gruppo Digitouch.
Il gruppo, che ha accresciuto negli ultimi 3 anni il suo posizionamento in Italia come maggior player indipendente nel digital marketing, punta a 53 mln di euro di ricavi nel 2020 (nel 2018 28 mln di euro) e un aumento dell’EBITDA dai circa 4,3-4,5 milioni di euro attesi per il 2017 a circa 8,1-8,4 milioni di euro attesi per il 2020. La crescita importante dei prossimi 3 anni sarà il risultato dello sviluppo degli asset tecnologici resi possibili grazie anche alle 5 acquisizioni finalizzate dal gruppo negli ultimi 3 anni.
Scenario grafico: il titolo Digitouch (Aim Italia), dopo un fine 2017 all’insegna degli acquisti, nel 2018 ha invertito la rotta passando da quota 1.945 a 1.33 euro. Nelle ultime sedute i corsi stanno tentando nuovamente di risalire la china ed in questo scenario è fondamentale che il titolo mantenga quota 1.48 euro per poter proseguire verso i successivi target a 1.60 e 1.68 euro. Se ciò non dovesse accadere, resteranno alte le possibilità di un ritorno dei prezzi in area 1.30 euro (2° target 1.245 euro).
#2 DIGITAL MAGICS: 3,5 milioni da investire quest’anno sulle startup
Digital Magics (Aim Italia), business incubator di progetti digitali che fornisce servizi di consulenza e accelerazione a startup e imprese, prevede di investire circa 3,5 milioni di euro quest’anno (+35% rispetto al 2017) a favore di 10-15 nuove start-up (atteso un deal flow di 1.500 nuove startup nel 2018).
Presto verranno inaugurate nuove sedi Talent Garden (partecipata al 18,7%, il più ampio network europeo di spazi di coworking, iniziative e servizi dedicati allo sviluppo dell’innovazione) all’estero e nuove partnership internazionali. Inoltre la Società punta a espandere la propria presenza in Italia e nuove sedi all’estero anche con il supporto di partnership internazionali. Digital Magics intende inoltre ampliare il Programma “Open Innovation” introducendo 10 nuovi programmi.
Il 2017 è stato un anno significativo per Digital Magics che ha consolidato la propria posizione nel settore dell’innovazione digitale in Italia grazie anche agli investimenti in 19 nuove società ed inoltre è stato effettuato il write-off di 7 partecipazioni portando a 58 il numero delle società operative presenti nel portafoglio. In termini di compagine azionaria il 2017 è stato caratterizzato dal rafforzamento della presenza di Tamburi Investment Partners attraverso la sua controllata StarTIP.
Dal 2011 Digital Magics ha raccolto oltre € 50,2 milioni per l’incubazione start-up, di cui 23 milioni di euro investiti direttamente e 27,7 mln di euro di terzi
investitori, e oggi ha 61 partecipazioni attive.
Per Digital Magics il 2017 è stato un anno positivo sul listino di Piazza Affari grazie alla sua performance annuale di oltre il 100%. Inoltre gli azionisti hanno ricevuto gratuitamente un warrant ogni quattro azioni detenute. In conclusione, nel 2017 gli azionisti Digital Magics hanno realizzato un total return del 222,8%.
Scenario grafico: negli ultimi 6 mesi il titolo Digital Magics ha guadagnato circa 30 punti percentuali sul listino milanese e la tenuta di quota 7.50 euro (al momento il titolo è a quota 7.80 euro) potrebbe permettere alle quotazioni di raggiungere area 8.38 euro e successivamente la resistenza chiave a 8.80 euro. La violazione (in particolar modo in chiusura) di tale riferimento potrebbe permettere ai corsi di raggiungere il target a 8.99 euro per poi proseguire oltre i 9.15 euro. Primi segnali di incertezza al di sotto di 7.50 euro (in chiusura) preludio ad un ritorno del titolo in area 7.04 euro in prima battuta.
#3 ORSERO: oltre mezzo milione di tonnellate di prodotti ortofrutticoli
Il Gruppo Orsero, leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli, ha realizzato nell’ultimo triennio una strategia di focalizzazione sul proprio core- business. La struttura finanziaria solida ha reso possibili delle acquisizioni anche se i conti del 2017 non sono stati brillanti poiché hanno risentito delle acquisizioni delle società toscane Fruttital Firenze spa e Galandi spa (acquisizioni strategiche per la diffusione della distribuzione nell’Italia centrale) e della società spagnola Hermanos Fernández López, il secondo operatore nazionale attivo nella distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, acquisizione finalizzata al rafforzamento della distribuzione di frutta e verdura fresca nel Sud Europa. Verranno effettuati investimenti anche nelle aree della frutta esotica, un segmento in crescita non solo in Italia ma anche in altri mercati internazionali. Gli investimenti sulla distribuzione però rallenteranno il settore shipping (almeno per i prossimi 5 anni). L’obiettivo di Orsero è un fatturato da un miliardo di euro nel 2018 e un rapporto posizione finanziaria netta/ebitda sotto 3x senza sacrifici per la crescita grazie alla buona generazione di cassa.
Orsero è sbarcata sul mercato AIM Italia lo scorso 13 febbraio 2017 tramite la fusione con Glenalta (con l’operazione furono raccolti circa 75 mln di euro dei quali 50 furono serviti per l’adc e 25 per ridisegnare gli accordi con le banche).
Scenario grafico: dopo la profonda discesa (-36% in 6 mesi) dovuta ai risultati economico-finanziari (numeri positivi ma inferiori alle attese), il titolo Orsero sta tentando in qualche modo di rialzare la testa per recuperare, almeno in parte, le forti perdite accumulate negli ultimi 6 mesi. Affinché ciò avvenga è fondamentale che i prezzi non rompano il supporto di 8.52 euro (in chiusura di seduta; al momento il titolo è a quota 8.85 euro) e che superino la prima resistenza grafica a 10.0 euro. Solo allora ci sarà qualche change di recupero almeno fino al primo target posizionato a 10.48 euro (2° target 11.03 euro). Come già accennato in precedenza, verso il basso diventa fondamentale il supporto a 8.52 euro la cui rottura (in chiusura) potrebbe spingere il titolo fino a 8.16 euro in prima battuta.
#4 IVS GROUP: snack e bevande a portata di mano
Ivs Grp è uno dei principali operatori italiani nel settore del foodservice e nel mercato dei distributori automatici (DA), di bevande e snack, dove é leader in Italia. Nei primi nove mesi del 2017 il gruppo ha registrato segnali di ripresa e per l’intero esercizio (il 27 marzo si riunirà il cda per l’approvazione del bilancio 2017) è previsto un recupero dei consumi anche nel settore distributori automatici (previsto un fatturato di 400 mln di euro). Inoltre prosegue l’azione di sviluppo dall’accordo di distribuzione con Nespresso Italiana, con evidenti benefici in termini di crescita dei volumi attesi per IVS nel segmento OCS.
Nel 2017 il gruppo ha concluso importanti accordi ed acquisizioni tra cui quelle delle attività di Pronto Coffee (2 luglio) per la distribuzione della linea Professional di cialde Nespressotm nelle province di Modena, Bologna, Ferrara e Rovigo. Le due prime filiali Nespresso acquisite generano un fatturato annuo dichiarato di circa 8,3 milioni di euro. Il 22 settembre scorso Ivs Grp ha firmato un accordo per l’acquisizione di attività di Facchinetti Vending Distributori Automatici S.A. che opera nel settore della distribuzione automatica in Svizzera (azienda che genera un fatturato di 1.2 mln di euro). Nel 2017 altro obiettivo strategico è stato l’acquisto dell’intera quota di Grup Ibervending S.A., che opera nel settore della distribuzione spagnola, con un fatturato consolidato di circa 23 milioni di euro. In totale Ivs Grp ha perfezionato, nei primi nove mesi del 2017, 11 nuove acquisizioni in Italia, Spagna e Svizzera, per un valore di circa Euro 33,9 milioni.
Scenario grafico: Il tentativo di recupero di Ivs Group è stato bruscamente respinto dalla resistenza posizionata in area 12.43 euro. Il titolo risulta ora esposto al rischio di nuovi approfondimenti, ipotesi che verrà confermata con discese al di sotto di 11.40 euro (al momento il titolo è a quota 11.70 euro), favorendo così ribassi verso il primo target in area 11.0 euro; prestare attenzione nel caso di ulteriori affondi (sotto 11.0 euro) poichè potrebbero partire ondate di vendite che potrebbero riportare il titolo fino a 10.80 e 10.50 euro in prima battuta. Sul fronte opposto invece, la permanenza dei prezzi al di sopra di 12.43 euro potrebbe permettere ai corsi di raggiungere quota 13.04 e successivamente, con quest’ultima violazione (in particolar modo in chiusura), a 13.55 euro.
#5 SESA: al servizio delle imprese
Sesa, operatore di riferimento in Italia nel Settore dei servizi e delle soluzioni di Information Technology per il segmento business, prosegue nel giro d’affari e le prospettive sono interessanti. L’obiettivo strategico è quello di aiutare i propri clienti in un importante mercato, quello dell’informatica, abilitandoli a fruire dell’innovazione tecnologica in una fase di profonda trasformazione del mercato IT. La principale priorità di Sesa sarà quella di investire in competenze e specializzazione del capitale umano, investendo sulle aree a maggiore innovazione e valore aggiunto del mercato IT. Il Gruppo beneficerà dell’integrazione delle recenti operazioni di acquisizione societaria sia nel Settore VAD che in quello SSI e anche dell’operazione con Tech-Value che darà un buon contributo nel medio-lungo periodo.
Sesa ha archiviato i primi nove mesi dell’esercizio in corso con ricavi e altri proventi consolidati a 992,6 milioni di euro (+5,0% vs Euro 945,0 milioni al 31 gennaio 2017); Ebitda consolidato Euro 45,9 milioni (+8,3% vs Euro 42,4 milioni al 31 gennaio 2017); Ebit consolidato Euro 34,3 milioni (+2,3% vs Euro 33,6 milioni al 31 gennaio 2017); utile netto consolidato Euro 22,6 milioni (+11,2% vs Euro 20,3 milioni al 31 gennaio 2017); utile netto consolidato di competenza degli azionisti Euro 20,1 milioni (+5,6% vs Euro 19,0 milioni al 31 gennaio 2017).
Banca Imi nel suo report prevede un ulteriore miglioramento anche nel quarto trimestre soprattutto grazie al segmento Vad. Inoltre Sesa dovrebbe beneficiare del consolidamento di Icos (distributore It). Nel complesso, Bca Imi conferma un outlook positivo (target price da 28 a 30.8 euro con rating Buy), in quanto si attende un miglioramento nei principali aspetti economici e finanziari.
Scenario grafico: la violazione della resistenza strategica a 26 euro ha permesso al titolo Sesa di proseguire lungo la via degli acquisti e di riportarsi in area 27.90 euro. Se i corsi riusciranno ad attestarsi al di sopra di quota 27.50 euro, ci saranno buone change di assistere ad ulteriori allunghi in direzione di area 30.0 euro in prima battuta (28.67 euro è il prezzo max storico). Primi segnali di debolezza con chiusure al di sotto di 27 euro per il test a 26.24 in prima battuta. Negative invece discese al di sotto 25.50 euro in chiusura di seduta.
PASQUALE FERRARO
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30 settembre 1948. Appare per la prima volta Tex Willer, il ranger amico degli indiani, creato dal milanese Gianluigi Bonelli. Il successo è immediato e dura nei decenni unendo generazioni diverse, appassionati di un eroe che anticipa i tempi, per la sua sensibilità a tematiche moderne, quali l’antirazzismo, l’antiviolenza e la libertà individuale. I fumetti sono pubblicati dalla casa editrice di Bonelli che diventerà la Sergio Bonelli Editori, prendendo il nome dal figlio che avrebbe portato al successo tra gli altri un altro celebre personaggio dei fumetti nato a Milano: Dylan Dog.
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Non è un segreto che quest’anno la Primavera si stia facendo aspettare.
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Questo è esattamente il cuore di questi tre giorni di abbuffate, che partiranno questo venerdì dalle 12.00: potrai gustare prelibatezze calienti fresche di griglia e fornelli direttamente dalla Spagna, dall’America Latina e dall’America del nord, che saranno corredate dai saporitissimi cocktail di Eataly.
E, dato che il tempo non è ancora quello della Primavera piena, possiamo anche sorvolare sull’arrivo del vero caldo e della vera prova costume: quindi… dacci dentro, ci vediamo lì.
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Avresti mai pensato che potesse esistere una poesia chiamata “Ode alla birra“?
“Riempi d’ambra e crem sia sposa! Berrò ancora un’altra pinta, tal vision risalgon briose dove stanza tien la mente. Le più strane idee e più strambe nascon, poi scompaion via. Pure il tempo ha le sue gambe? Non mi Importa! Birra sia!”
Eh beh, qui si fa sul serio… d’altronde, il mio scrittore preferito, Edgar Allan Poe – autore della poesia qui sopra -, la sapeva lunga sulla birra e sull’argomento “alcool” (chi ha orecchie per intendere, intenda… gli altri in camper).
Ma bando agli indugi e alle battutacce e veniamo al sodo: finalmente, a partire da questo giovedì alle ore 17.00 inizia la terza edizione del Lombardia Beer Fest in Piazza Città di Lombardia, il festival a ingresso gratuito dedicato esclusivamente alle birre artigianali lombarde.
Fino a domenica, potrai passare giornate all’insegna della birra proveniente dai migliori birrifici artigianali di Milano, Bergamo, Brescia e tutte le altre città della regione.
Ma, come si sa, bere molta birra fa venire un certo languorino… che sarà prontamente soddisfatto dallo street food degli stand selezionati da niente meno che STREEAT, l’European Food Truck Festival, che dici?
Insomma, c’è la birra e lo street food, tutto quello di cui hai bisogno: sembra il paese dei balocchi.
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Vivaio è nato con l’intento di diffondere in una Milano, allora depressa e sfiduciata, una cultura “vivaista” fatta dalla voglia di concepire, supportare e realizzare progetti che possano rendere Milano grande nel mondo.
L’Associazione Vivaio si rivolge a persone di storie e di pensiero diversi, accomunate dalla gratificazione di fare qualcosa di bello e grandioso per la loro città. “Ciò che ci anima è il pensiero che Milano ci abbia dato tanto ed è arrivato il momento di darle indietro qualcosa di altrettanto prezioso”, spiega uno dei fondatori di Vivaio, Andrea Zoppolato che in questo articolo ricorda come è nato Vivaio.
Alcuni progetti che Vivaio ha aiutato a nascere
#1 Art for Air. Arte a servizio dell’ambiente: il primo murales al mondo con vernici antismog è stato realizzato dall’artista Fabrizio Modesti in via Console Flaminio a Lambrate nel giugno 2016. In collaborazione con Made in Lambrate.
murales anti smog – Made in Lambrate /Vivaio
#2 Art Night Out. Progetto di Nina Stricker presentato in Vivaio nel 2014 e realizzato come fuori salone dell’Affordable Art Fair di Milano a partire dal 2015.
#3 Bon – cibo buono che fa bene. Progetto imprenditoriale, nato alla fine del 2016 su iniziativa di Debora Cantarutti, per la realizzazione e diffusione di cibo buono e con effetti positivi sull’organismo.
#4 Bosco Invisibile. Progetto finalizzato a trasformare gli edifici in strumenti per ridurre l’inquinamento dell’aria, attraverso l’utilizzo di pitture e di tecnologie anti smog. I primi progetti pilota sono stati realizzati in asili, scuole e palestre della città.
#5 Expop. Contest annuale di progetti visionari ad alto impatto sociale. Nato nel 2012 quest’anno raggiunge la VII edizione.
#7 Made By Milan Srl. Start up innovativa a vocazione sociale che riunisce imprenditori con lo scopo di trasformare progetti di impatto sociale in progetti di business. Alcuni dei progetti di Vivaio vengono supportati anche economicamente da Made By Milan Srl.
#8 Mostra diffusa. A Milano la prima mostra dedicata a un artista ospitata in 30 locations nella stessa città. In collaborazione con Anime Nascoste.
#9 Parco Orbitale. Progetto per realizzare a Milano la più grande area verde urbana del mondo, che ha vinto prima edizione di Expop 2012. Di Giacomo Biraghi.
#10 Seeds and Chips. “We bring food & technology together, from farm to fork and beyond”.Di Marco Gualtieri, presentato in Vivaio nell’autunno del 2014 e inaugurato nel 2015.
#11So Lunch. Piattaforma ideata da Luisa Galbiati dove chi è a casa all’ora di pranzo pubblica e offre quello che già cucina per la propria famiglia.
#12 Smart Cities Against Pollution. L’alleanza di 5 città internazionali per sviluppare tecnologie antinquinamento costituita a Milano nel luglio 2016 tra sindaci, assessori o delegati di Città del Messico, Tabriz, Pechino, San Pietroburgo.
#13 Vespiamo: lo Scooter Sharing. Progetto ideato da Giulia Mattoscio, Giulia Neri, Mia Pivcevic, Alessandro Razzini e Riccardo Serafini, che ha vinto l’edizione di Expop 2014. Rispetto a servizi fino allora esistenti solo all’estero (a Barcellona), l’innovazione di Vespiamo è stato il principio dello scooter sharing, caratterizzato da un pick up e drop off estremamente semplici, istantanei, basati sullo stesso meccanismo che ha già determinato il successo del car e del bike sharing. Qui l’articolo su Wired: https://www.wired.it/economia/start-up/2014/07/01/vincitori-expop-2014-migliori-idee-futuro-milano/. Quell’edizione aveva il patrocinio del Comune di Milano che dopo un anno, il 15 luglio 2015, ha fatto partire un servizio simile.
#14 Vivaio Awards. I premi per chi fa grande Milano. Giunta alla terza edizione nel 2017.
#15 Vivaio Visionary Forum. Il primo forum internazionale dei visionari, concepito da Alberto Geneletti, che verrà realizzato in Triennale il 19 maggio 2017.
#16 Wooding. Laboratorio sperimentale creato da Valeria Mosca in Brianza per esplorare le infinite possibilità del cibo spontaneo. Progetto vincitore di Expop 2015.
Il fotoromanzo nasce come risposta al successo commerciale di un concorrente. Era il 1947 e Grand Hotel della casa editrice Universo, vendeva centinaia di migliaia di copie con le sue storie a fumetti.
Per risposta Arnaldo Mondadori pubblicò “Bolero Film”, stampato in via Corridoni, che sostituì i disegni con delle fotografie.
Nasce così il fotoromanzo che raggiunse un grande successo tra le masse popolari italiane negli anni cinquanta e sessanta, con contenuti in gran parte di tipo sentimentale.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
In occasione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, lo Spazio Cinema Oberdan proporrà ogni sera più di un film concorrente, preveniente da uno dei continenti in gara.
Questo giovedì, a partire dalle ore 21.00, potrai vedere il film “The Bomb“.
Sinossi: Pipo è un uomo sordomuto sulla quarantina che vive con Cyril, un’adolescente, in una capanna al limitare di una discarica di Manila.
La durezza della vita nella capitale, con le sue continue violenze e i numerosi soprusi che sono costretti a subire, trasformano, però, poco a poco Pipo in una bomba pronta a esplodere.
Ma non ti dico altro del film “The Bomb“, che potrai vedere questo giovedì pagando un biglietto del costo di 8 euro in occasione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina.
Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.
“Il primo che arriva prende i biglietti”. Appuntamento all’Anteo, anzi al Palazzo del Cinema. Obiettivo: vedere Oltre la Notte di Fatih Akin.
Arrivo poco prima delle 17, coda. Lo spettacolo inizia alle 17.20. Il telefono vibra. E’ papà.
“Sono qui in coda ma non ci sono più biglietti”
“Sì, lo vedo sono dietro di te”.
Che facciamo? Gli altri film li ho già visti o non mi interessano.
“Andiamo a quello dopo”
“Ok”
“Due biglietti per Oltre la notte, alle 19.30”
“Sono rimasti solo due posti in prima fila, altrimenti tre posti ma separati”
Ci guardiamo. Ormai l’Anteo è diventato come La Scala.
“Tarantino dice che i film vanno visti in prima fila. Ok, prendiamoli”.
In Corso Como
Prendiamo i biglietti e decidiamo di fare due passi per fare trascorrere queste due ore e mezza. Piove e fa freddo, anche se Burian non è ancora arrivato.
Camminiamo in corso Como. Papà mi parla di un parente che a 93 anni si è rotto il femore.
“Se la vecchiaia diventa perdita di autosufficienza per me non ha senso”, mi dice.
Gli racconto di Gillo Dorfles che fino a 107 anni camminava come un ragazzino.
“L’ho intervistato tre anni fa e mi ha stupito per la forza. Mi ha detto che l’unico rimpianto della vecchiaia era di non poter più sciare. Mi ha detto di aver smesso attorno ai 90 anni”
Papà ha studiato anche lui a Trieste, ma Dorfles non l’ha mai incrociato.
“Anche perchè aveva trent’anni più di me”.
“Però ho conosciuto Magris e il fratello di Padoa Schioppa”.
Prima sosta dalla Tesla.
“Almeno fa caldo”.
Alla Tesla in Gae Aulenti
Model S e Model X, il Suv. Papà entra nel modello S e si siede al volante, io al suo fianco.
Sul display gigante si vede quello che succede sul retro. “Beh, anche nella mia Toyota vedo cosa succede dietro, anche se lo schermo è più piccolo”.
Si guarda a fianco un po’ perplesso. Non c’è il cambio!
“E come si fa ad andare indietro?”
Lo chiediamo alla commessa che dice che i comandi sono sul volante.
Da Reds
Seconda fermata da Reds, il bar libreria della Feltrinelli. Guardiamo qualche libro, poi ci sediamo. Mi faccio raccontare un po’ del suo lavoro. A 80 anni fa il consulente commerciale di una ditta di export di rifiuti industriali. Si occupa di questo settore da una vita, è stato un autentico precursore in Italia, anche se si è laureato in ingegneria elettronica a Genova. Mi racconta un po’ di storie sulla situazione in Italia e sul vero problema: l’eccesso di discariche e lo smaltimento abusivo. Decido che dalle sue storie scriverò un articolo.
“Andiamo a mangiare un boccone prima del film?”
“Buona idea”
Riscendiamo lungo corso Como ed entriamo da Eataly. Al primo piano c’è una specie di rosticceria con piatti pronti. Prendiamo il merluzzo con sugo di pomodoro, melanzane.
Si va al cinema.
Oltre la notte
Siamo gli ultimi ad entrare, le luci sono già spente, qualcuno dal fondo sgrida in modo un po’ scontroso a papà dicendogli di chiudere meglio la tendina dell’ingresso.
Inizia il film. Del cinema tedesco mi piacciono la recitazione senza fronzoli e i dialoghi secchi.
E’ un film molto crudo. Akin è molto bravo a rappresentare nei suoi film lo Zeitgeist latente, uno spirito dei tempi ancora non manifesto.
La trama non mi convince troppo, ma credo che il film si presti anche a una seconda lettura, più profonda e simbolica. Se si prende la protagonista, la straordinaria Diane Kruger, come immagine della Germania di oggi, quello che emerge dal film è un quadro complesso e inquietante. C’è il rapporto contraddittorio con gli immigrati, un estremismo che fa paura, il superIo di famiglia e tradizioni, ci sono pure il greco disonesto e l’italiano che per essere carino con la protagonista fa molti danni. Praticamente tutte le paure dei tedeschi. Ma su tutto si erge forse il fattore più potente e forse più pericoloso della società tedesca: la sovrastruttura di uno Stato che è incapace di proteggere e non punisce chi dovrebbe. Da tutto questo non può che uscirne un finale tragico, wagneriano, espressione di un desiderio di dissoluzione collettiva che fa parte del lato più oscuro e inconfessabile della cultura germanica.
“Bello”, è il commento di papà.
Ci separiamo sotto la pioggia.
“Ci vediamo al prossimo film”, è il suo saluto.