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Kris vs Kris: “Milano deve tornare città leader di grandi cambiamenti. Come ai tempi di Costantino”

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Ph. Settimio Benedusi
Ph. Settimio Benedusi

Fa impressione sentire una americana dell’Indiana citare l’Editto di Milano con orgoglio italiano.

Kris Grove (nella foto di Settimio Benedusi, a destra) e Kris Reichert (nella stessa foto, a sinistra), volti-icone della Tv musicale di 20 anni fa ma sempre sulla cresta dell’onda, si sono lasciate adottare da Milano.

La prima “Kris” mi confida di essere arrivata in Italia proprio per laurearsi in Storia dell’Arte e imparare l’arte dei mosaici bizantini in terra bolognese.

La seconda “Kris”difende strenuamente il suo diritto di cittadina amante degli animali.

Ciascuna afferma con orgoglio la propria “Milanesità”.

Ma saranno d’accordo su Milano città stato: sì o no?

Il domandone. Che domanda vorrebbe fare ai nostri lettori?

Kris Grove: Volete o non volete una città cosmopolita?
Kris Reichert: Quando uscite da casa, guardate in giro e dite a voi stessi “io amo la mia città?”

 

La proposta impossibile. Devi fare una proposta impossibile per Milano

Kris Grove: Riaprire i Navigli e invitare la natura a tornare a guadagnarsi il suo spazio, fino ad addentrarsi nel cuore di Milano. La mia è una proposta un po’ romantica, ma penso ad un risultato in cui le invenzioni e gli esiti più geniali dell’arte della Milano del passato – ad esempio, la capacità di creare canali navigabili per portare grossi materiali fino al centro città -, siano uniti al know how di oggi. Il tutto è pensato in funzione dell’abbellimento della città, della capacità di creare un viabilità più fluida e interessante, green, vivibile; inoltre, sarebbe un modo per far tornare a vivere la storia di ieri nella Milano internazionale di domani.
Kris Reichert: Un corso accelerato di educazione, cortesia e buone maniere a tutti i cittadini e una video sorveglianza più intensiva in tutta la città, che riporti la criminalità e il vandalismo ai minimi termini.

Domanda da 1 miliardo di euro. Se avessi un miliardo di euro a disposizione per Milano che cosa faresti?

Kris Grove: Io acquisterei 1 miliardo di vernice che assorbe l’inquinamento – si chiama Airlite (ci sta lavorando il gruppo Retake guidato da Andrea Amato) – e con quella dipingerei tutti i palazzi di Milano. Si tratta di un purificatore d’aria che si attiva con la luce. Un’idea rivoluzionaria.
Kris Reichert:Li destinerei tutti al miglioramento di scuole, parchi, spazi comuni; in favore della promozione dei beni culturali e farei un corso accelerato di educazione, cortesia e buone maniere a tutti i cittadini (sì, ci tengo molto). 

Milano città stato. Sì o no?

Kris Grove: , ma con criterio. Quando penso a Milano città stato intendo non rinunciare a tutte le doti e alle caratteristiche insite nel DNA degli Italiani: alla creatività, all’innovazione, al calore del Bel paese. Non faccio parte del vecchio pensiero del: “o l’uno, o l’altro”. Per me esiste sempre una terza opzione che rappresenta il meglio di ognuno dei due aspetti, e dunque, se le attitudini italiane sono irrinunciabili, dove zoppica il sistema attuale? Pur facendo leva sulle nostre chicche, come il patrimonio artistico-geografico dell’Italia tutta, la burocrazia resta lesta e non sostiene nessuno che voglia mettere a frutto la propria innovazione e la propria creatività. Se invece fosse più snello, allora ci sarebbe maggiore responsabilità sui singoli individui.
Il buonsenso mi porta a dire di Sì alla città stato, purché si rimanga fedeli all’Italia e all’essere italiani e purché, a livello economico, le tasse dei milanesi rimangano e tornino subito a Milano. Penso ad un sistema simile alle Regioni a statuto speciale, come il Trentino Alto Adige, affinché i milanesi diventino i migliori manager della loro città avendo a disposizione, nell’immediato, le risorse economiche da loro stessi generate.
Per farla, il primo passo importante sarebbe uscire dall’idea dell’”aut – aut”. Il segreto sarà mettere a frutto creatività e innovazione per trovare una terza risposta.
Non è fattibile SOLO la città stato – quella rimarrà a puro livello filosofico – ma se deve essere, sappiamo che per funzionare dovrà saper conciliare la creatività dell’essere classicamente Italiani con l’innovazione.
I suoi confini: includerebbero le periferie e le aree limitrofe in cui si trovano le grandi aziende che producono beni materiali e generano potere economico.
La mia idea di città stato è fatta di agevolazione economica, perché Milano possa agire in modo snello e la città attinga ai dei fondi diretti per agire sulla città stessa – ma deve rimanere unita all’orgoglio, all’anima, alla curiosità e a tutto ciò che vuol dire “Italia”.
In sintesi: le tasse per il Paese restano destinate al Paese; le tasse per la città restano qui, subito, e a disposizione.
Kris Reichert: No. Questo Paese è già abbastanza caratterizzato da campanilismi di varia natura, separare o chiudersi ci riporterebbe al Medioevo?

Una cosa che aggiungerebbe a Milano e una cosa che toglierebbe?

Kris Grove: Aggiungerei più fiducia in ogni individuo, soprattutto nella generazione dei giovani, e infonderei maggiore consapevolezza nella classe politica e responsabilità nel cittadino. Toglierei dall’Italia un’unica cosa – e se la togliamo sono certa staremo tutti meglio: l’assuefazione, la dipendenza alla lamentela.
Kris Reichert: Aggiungerei il mare e toglierei lo smog.

Una persona, un luogo e una data.

Kris Grove: Costantino, Editto di Milano, febbraio 313 d.C., Milano. Allora fu l’editto con cui venne dichiarata la libertà di culto e della religione cristiana. Oggi la libertà di religione equivale anche alla possibilità di esprimere e dedicarsi al proprio pensiero. Dunque, spostando il concetto dalla religione ad una questione più generale, penso che questo Editto sia la migliore rappresentazione di Milano, il vero punto di partenza perché quello fu il fondamento della tolleranza, dell’innovazione sociale, dei grandi cambiamenti. L’esempio massimo di Milano, città leader di grandi cambiamenti.
Kris Reichert: Dylan, Milano, 02.07.2013 (suo figlio, N.d.r.)

La domanda su misura. Una playlist per Milano e il suo messaggio per la Milano ideale del 2016?

Kris Grove: Davide Bowie – Changes. Arcade Fire – Normal Person (una canzone che racconta come le persone normali “seguono”, non innovano), Etta James – A Sunday Kind of Love (secondo me i weekend milanesi devono avere questa sensazione – https://www.youtube.com/watch?v=Ttjh_kK62lY), Lucio Battisti – La Collina dei Ciliegi.
Questa ultima canzone di Battisti, come Changes, parla del cambiamento e come questo parta da una grande osservazione di se stessi, nel bene e nel male, e del superamento del passato con coraggio. “E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante | cancella col coraggio quella supplica dagli occhi”.
Insomma: per essere nuovi dobbiamo lasciare il vecchio.
Kris Reichert: Harry Nielson – Everybody’s talking at me. Lucio Dalla – Milano. Journey – Small Town Girl. Adriano Celentano – Il ragazzo della Via Gluck.
Continuate a credere in questa città, siamo ‘noi’ quelli responsabili del cambiamento, muoviamoci!

La domanda finale. Qual è il tuo fine per Milano?

Kris Grove: Che rimanesse molto italiana nel suo DNA (accogliente, piena di calore, aggregazione, condivisione), ma che sia davvero una città cosmopolita, con più parchi ma anche più supermercati aperti 24 ore su 24; con centri di accoglienza validissimi e insieme strade pulite; persone orgogliose di essere italiane ma che abbiamo la volontà di curarsi del loro ambiente; che stimolino la loro invidualità ma non siano individualisti. 
Kris Reichert: Che in parte, cambi la mentalità e che diventi la città cosmopolita e internazionale che dovrebbe essere. 

Photo cover: Settimio Benedusi

Kristen Grove

Kristen Grove

Creative producer, autrice e dj. Cresciuta a Indianapolis, diventata italiana per passione, autrice di libri per bambini – “Empowered: Alla Grande!” -, è stata Vj per MTv Italia, Londra e America Latina.
Attualmente cura una rubrica su “Il Fatto Quotidiano”, è autrice e conduttrice su Radio105 del programma “Kris&Love”, all’interno del quale parla delle eccellenza italiane, di start up innovative e di buone notizie. Ama dire di sé: “Combatto la rassegnazione alla crisi e do voce a chi crede e dimostra che cambiare gli schemi mentali può cambiare la realtà. Mi piace evidenziare l’innovazione e l’impreditorialità femminile. Ho scritto . E pensare che ero venuta in Italia per laurearmi in Storia dell’Arte e mosaico antico….”. Così appassionata da essere la prossima conduttrice di un programma alla scoperta delle eccellenze del Bel Paese su Sky Arte Italia.

Kris Reichert

Kris Reickert 9 domande +1 #XMilanocittastatoMusicista, dj, mamma, animalista. Canadese di Toronto, sempre in prima linea per le cause animalista, è stata una popolare VJ per MTV Europa in coppia con Kris G. con la quale prosegue il connubio professionale alla guida del programma radio Kris & Love (su Radio 105, Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 12.00). E’ una cantante e chitarrista folk con all’attivo 3 album pubblicati ed è la leader di una band, The Jains. Dice di sé: “Fin da piccola sono cresciuta con la culla davanti alle casse dello stereo, circondata da una famiglia appassionata di musica con un padre musicista folk. Lavorare nel mondo dello spettacolo e della musica sembra un destino già scritto!“.

 

 

Autobus SENZA CONDUCENTE: successo in Olanda, ci sarà anche in Milano città stato

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Ci sarà anche in Milano città stato – non è visibile subito nelle 10 proposte emerse dai tavoli ma l’idea c’è.

Stiamo parlando del primo autobus senza conducente in azione su una strada pubblica.

Recentemente ha debuttato su una strada olandese a Wageningen, con il primo test al mondo on the road, ed entro l’anno il servizio potrebbe diventare di linea.

Ma vediamo insieme come funziona.

Giovedì 28 gennaio 2016, prove dei WEpod, minibus completamente automatizzati, hanno occupato le strade del campus universitario di Wageninge, in Olanda.

I bus navetta WEpod non hanno il volante o i pedali, sono elettrici e hanno una velocità massima di 25 km orari.

Se le prove nel campus avessero successo, da giugno 2016 sfrecceranno per le strade pubbliche lungo un percorso prestabilito tra Bennekom e la stazione ferroviaria di Ede-Wageningen (e ci sono buone probabilità che ciò accada visto che l’autorità automobilistica olandese RDW ha dato ufficialmente il via alla sperimentazione).

Gli ideatori del progetto dicono che questa è “la prima prova assoluta per una macchina con pilota automatico su una strada pubblica”.

Per ora i bus navetta non possono essere utilizzati di notte o in caso di maltempo e ognuno avrà uno steward a bordo che utilizzerà un joystick di controllo per le aree affollate del percorso.

Il progetto WEpods è un’iniziativa imprenditoriale congiunta tra la l’Università di Gelderland, la Delft University, l’istituto di ricerca TNO e altri enti. La provincia del Gelderland ha investito € 3,4 milioni nel progetto.

[FONTE: http://www.31mag.nl/lautobus-senza-conducente-ha-debuttato-su-una-strada-olandese]

Si tratta dell’evoluzione di un servizio sempre più atteso, guardato con sospetto dagli autoferrotranvieri e che in Italia, proprio un anno fa, aveva fatto il suo debutto in Sardegna, a Oristano, come esperimento in vista di Expo.

Il suo nome? CityMobil: si sposta grazie a un Gps hi tech, rispetta esattamente la traiettoria studiata dai tecnici ed è in grado di frenare davanti a ostacoli improvvisi.

A Parigi, l’autobus elettrico senza conducente si chiama Navya Arma.

Nel Regno Unito la sperimentazione è partita almeno 5 anni fa con gli ULTra Pods, veicoli su gomma alimentati a batteria, in grado di trasportare quattro-sei passeggeri per volta con i loro bagagli da e per l’aeroporto londinese di Heathrow. Privi di barriere architettoniche (possono accogliere sedie a rotelle, carrozzine e biciclette), hanno una capacità totale di carico di 450 kg, non fanno rumore e non emettono sostanze nocive per l’ambiente. Riporta Tomshw.it: “Prodotti dall’azienda Ultra Global di Bristol viaggiano anche per le strade di Milton Keynes, la città a nord ovest di Londra che, grazie ai suoi ampi marciapiedi, è stata scelta dal governo britannico per sperimentare il sistema in un’area urbana. A Milton Keynes entreranno in funzione 100 veicoli elettrici, per collegare il centro della città alla stazione ferroviaria. Nella prima fase della sperimentazione, gli ULTra Pods marceranno in corsie preferenziali protette da cordoli, ma il progetto è ambizioso e prevede che in futuro i veicoli possano diventare padroni delle strade”.

Non resta che attendere l’autobus senza conducente ed ecologico anche in Milano città stato.

Intervista doppia ai candidati delle Primarie: Milano città stato SI o NO?

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Maggiore autonomia nella gestione delle risorse. Il Il parco Orbitale. Utilizzo degli spazi sfitti del Comune.

I candidati alle Primarie del PD hanno forse letto Milanocittastato.it?

Nessuna boria, ma solo una pratica considerazione: nel corso del recente talk – incontro al Teatro dal Verme e nelle ultime dichiarazioni alla stampa, gli aspiranti primi cittadini di Milano hanno messo sul tavolo alcune proposte per Milano 2016 in sintonia ai nostri desiderata. Segno che chi ha a cuore il bene di Milano ha molte idee in comune.

Dunque li invitiamo a rilanciare: il futuro sindaco di Milano sarà a favore di Milano città stato?

Lo abbiamo chiesto ai tre principali contendenti alle primarie: Francesca Balzani, Pierfranceso Majorino, Giuseppe Sala.
Per diritto di cronaca, tutti e tre si sono rivolti a noi in modo garbato e hanno dimostrato interesse verso questo spin off dell’associazione Vivaio.
Sempre per dovere di informazione, l’ AD di Expo, Sala, ci ha comunicato di non volerci rispondere su questo tema.

#1. Milano città stato. Si o no?

Francesca Balzani: Sì a “Milano città stato” o Milano policentrica intesa come luogo dove creare innovazione in ambito politico, culturale, economico e sociale. Milano è una città vivace e per certi versi anticonformista e occorre sapere valorizzare al meglio i talenti e i saperi che è in grado di attrarre. Una recente ricerca del Sole 24 Ore colloca Milano e l’area metropolitana ai primi posti per qualità della vita e ora la vera sfida è quella di competere con le altre grandi capitali europee proprio per rilanciare questa tendenza che è stato innescata. Inoltre dico sì anche a “Milano città stato”, intesa come luogo dove i cittadini contribuiscono alla costruzione di un progetto comune.
Pierfrancesco Majorino: Milano città grande, accogliente, inclusiva. Che sappia costruire un profilo di autonomia amministrativa ancora più forte. Perché in questi anni, dopo gli anni difficili del centrodestra e della Lega Nord alla guida dell’Ammiistrazione, Milano, grazie al nostro lavoro e al sindaco Giuliano Pisapia, è tornata a giocare un ruolo di primo piano nel Paese. Pensiamo solo alla questione della legalità. Siamo tornati ad essere la guida morale.

 

2#. Sì, perché?

Francesca Balzani: Partirei dalla partecipazione. Il Comune di Milano, primo in Italia, ha saputo sperimentare la partecipazione condividendo con i cittadini il percorso di costruzione del bilancio partecipativo. Sono stati stanziati 9 milioni di euro, uno per ogni zona di Milano, e sono stati chiamati gli abitanti dei quartieri a progettare e successivamente a “votare” i progetti. Oltre al valore di una progettualità condivisa, la partecipazione è il luogo dove si mantengono le relazioni tra l’amministrazione e la collettività, dove ci si confronta e si costruisce. Si innescano processi di consapevolezza e di responsabilizzazione, in cui ognuno dà il proprio contributo e in cui ognuno riconosce il ruolo dell’altro.
Pierfrancesco Majorino: Occorre maggiore autonomia. Anche sul piano fiscale. La città metropolitana di Milano deve poter giocare un ruolo da protagonista rispetto alle sfide cruciali del presente e del futuro come la mobilità, lo sviluppo nel rispetto dell’ambiente, la creazione di nuovo lavoro.Per farlo occorre che la maggior parte delle risorse restino in città, sia amministrata dalla città a favore dei suoi progetti”.

 

3#. I confini di Milano città stato?

Francesca Balzani: Milano come laboratorio politico e progettuale non deve avere confini. Se invece devo pensare a un luogo di elaborazione di questo progetto, dico Milano e l’area metropolitana.
Pierfrancesco Majorino: Non mi piace molto parlare di confini che delimitano. E’ il momento di parlare di progetti che allargano. E l’istituzione della città metropolitana va in questa direzione ed è un’opportunità. Estendere i confini amministrativi, lavorare in sinergia con i comuni dell’hinterland su temi essenziali come la mobilità, l’urbanistica, le infrastrutture. Il prossimo sindaco deve immaginare Milano diversa da come l’abbiamo sempre vista e vissuta.

 

4#. La proposta impossibile. Qual è la sua proposta impossibile per Milano?

Francesca Balzani: Preferisco una proposta possibile e concreta sul tema delle case popolari. Il nodo principale resta quello della manutenzione. È necessario non solo investire per rendere di nuovo gli immobili abitabili e quindi assegnabili, ma anche sperimentare soluzioni alternative. La proposta che ho fatto è che il Comune prenda in gestione anche le case Aler, in modo che tutti gli inquilini abbiano come riferimento un unico “amministratore”.
Pierfrancesco Majorino: Nessuna proposta è impossibile se ci si crede per davvero. E credo che per Milano occorre mettere al lavoro persone con visioni radicali per davvero che conseguano risultati radicali. Posso dire cosa sogno per Milano: tante cose belle. Come una città senza auto nel 2030.

 

5#. Domanda da 1 miliardo di euro. Se avesse un miliardo di euro a disposizione per Milano che cosa farebbe?

Francesca Balzani: Inizierei a migliorare la vivibilità dei quartieri di Milano, realizzando il concetto di città policentrica attraverso la realizzazione di un arcipelago di centri, che superino la contrapposizione tra centro e periferia, e di micropedonalizzazioni in cui sia data particolare attenzione alla valorizzazione del verde. Sempre in quest’ottica penserei al potenziamento del trasporto pubblico e alla riqualificazione degli spazi comunali inutilizzati affinché diventino luoghi di aggregazione per i cittadini.
Pierfrancesco Majorino: Si può fare molto anche senza un miliardo, ma con il nostro bilancio. Che, ricordo, abbiamo risanato in questi anni. La Moratti ha lasciato un buco di 150 milioni di euro. Ora che abbiamo messo in sicurezza le casse del comune vorrei ancora più attenzioni per le fasce più fragili della popolazione. Intendo istituire un reddito minimo comunale e rendere agibili e disponibili tutte le 9 mila case popolari ancora vuote.

 

6#. Una cosa che aggiungerebbe a Milano e una cosa che toglierebbe?

Francesca Balzani: Aggiungerei più verde e diminuirei lo smog.
Pierfrancesco Majorino: Milano mi piace. Amo questa città. Ho fatto una scelta anni fa di fare politica nella mia città, contribuire a migliorarla. Per me è una scelta di vita. Aggiungerei più spazi per l’infanzia. Toglierei lo smog.

 

7#. La domanda finale. Qual è il suo fine?

Francesca Balzani: Lavorare per i milanesi continuando l’esperienza “arancione” degli ultimi cinque anni e rendere Milano la città che fa parlare di sé nel mondo non solo per la moda e il design ma anche per la qualità della vita.
Pierfrancesco Majorino: Vincere le primarie, vincere le elezioni e fare il sindaco. Con l’auto di tanti, delle forze migliori, motivate e libere di questa città.

Le 5 cose che non mi sarei mai aspettata di trovare al Bau Club, il primo asilo per cani di Milano

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Quando ci siamo riuniti per trovare le 10 cose che non dovrebbero affatto mancare nella nostra città ideale, su una cosa tutti eravamo d’accordo: Milano città stato sarebbe stata un’area metropolitana verde e con svariati spazi in condivisione. Sappiamo che abbiamo dalla nostra parte anche i nostri amici a quattro zampe.

In questo caso, capita lupus, anzi, canis in fabula la notizia che è stato inaugurato il primo asilo per i cani.

5 cose che mi aspetto trovare al Bau Club

#1. Un club curato: un ambiente speciale per il mio migliore amico.
#2. Un asilo per tutti: non c’è selezione all’ingresso e possono entrare quadrupedi con o senza pedigree.
#3.  Uno spazio di oltre 300 mq suddiviso per età, taglie, esigenze caratteriali: AREA LUDOTECA: PUPPY & JUNIOR; AREA SENIOR E RIPOSO; AREA SUITE: CANI “SOLITARI” E DI TAGLIA MEDIO/GRANDE.
#4. Personale qualificato che si interessi alla storia del mio quadrupede (è previsto un colloquio ad ogni primo appuntamento a seguito del quale viene creato il profilo del cane – stato di educazione, salute e socialità – in continuo aggiornamento).
#5. Un ambiente che educhi il mio cane, ma si interessi anche del suo benessere, dalla toelettatura alla salute.

5 cose che non mi sarei mai aspettata di trovare al Bau Club

#1. Lo shiatsu e l’agopuntura per i quadrupedi di tutte le età.
#2. I Dog Party: eventi esclusivi, con tanto animazione specializzata per il festeggiato e per tutti i suoi amichetti.
#3. Il Taxi Dog: lo scuolabus canino per chi non ha tempo di portare-andare a prendere il proprio miglior amico tutti i giorni.
#4.Orari flessibili di apertura-chiusura della struttura (aperto dal lunedì al venerdì: 8.00 – 19.30). Aperti anche il sabato e la domenica sera: solo su prenotazione.
#5. Nuovi amici per il mio miglior amico, tutto l’anno e non solo al parchetto sotto casa.

Il Bau Club è in via G.B. Piranesi, 35 a Milano. 
Per ulteriori informazioni:www.bauclub.it

Ernst KNAM: “Milano è già una città stato”

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Milano 13-10-2015 - Ernst Knam Inaugurazione Photo:SimonPalfrader/red

“A Milano nulla è impossibile”.
Con piglio deciso ma dolce, il re del cioccolato Ernst Knam, ha risposto alla nostra intervista su Milano città stato.

Il domandone. Che domanda vorrebbe fare ai nostri lettori?

Qual è l’ingrediente particolare, dolce o salato, che vi fa pensare a Milano?

La proposta impossibile. Deve fare una proposta impossibile per Milano

Nulla è impossibile, soprattutto per una città come Milano. Più vivo in questa città e più me ne rendo conto.

Domanda da 1 miliardo di euro. Se avesse un miliardo di euro a disposizione per Milano che cosa farebbe?

Cercherei di migliorare la viabilità, il traffico secondo me è uno dei pochi grandi problemi della città.

Milano città stato. Si o no?

Milano, a mio parere, rappresenta già una “città stato”. A Milano si può trovare di tutto: è la capitale della moda italiana se non mondiale; è ricca di musei, teatri e luoghi d’arte; è la sede di molte grandi università, che portano in città giovani e non da tutta Italia e dal mondo e potrei continuare così per molti altri settori, cibo in primis.

Come sarebbe importante farla? 

È fondamentale continuare a incentivare questo carattere internazionale e metropolitano di Milano, che affascina tantissime persone, le quali vengono anche da molto lontano. L’Expo, di cui sono stato Ambassador, è stato senza dubbio un passo importante in questa direzione.

Quali sono per lei i confini di Milano città stato?

Nessun confine, tutti coloro che amano Milano dovrebbero essere in grado di contribuire alla realizzazione di una città migliore.

Una cosa che aggiungerebbe a Milano e una cosa che toglierebbe?

Aggiungerei di certo un altro scudetto per l’Inter.
Toglierei lo smog, una Milano del futuro dovrebbe essere in grado di risolvere questo problema, che non le si addice.

Una persona, un luogo e una data.

Gualtiero Marchesi, il suo ristorante 3 Stelle Michelin in via Bonvesin de la Riva, nel 1989.

La domanda su misura. Milano che dolce sarebbe?

Proprio un paio di settimane fa ho ideato una torta che secondo me potrebbe rappresentare alla perfezione la mia Milano: due creme al cioccolato, che ricoprono un lievitato a sua volta imbevuto di cioccolato e con una ganache, ovviamente al cioccolato.

La domanda finale. Qual è il suo fine per Milano?

Dopo più di 20 anni in cui questa città mi ha accolto e ospitato, spero di essere riuscito e di continuare a migliorare la tradizione dolciaria di Milano, rendendola celebre in Italia e nel mondo.

5 cose che troverò ai tavoli cultura giovedì 4 febbraio 2016

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Giovedì 4 febbraio 2016 Milano città stato concluderà il suo primo ciclo di appuntamenti aperti a tutte le persone disponibili a dare forma ad una nuova Milano.

Durante i tavoli di ideazione (tenutisi il 16 gennaio 2016) sono emerse 10 proposte concrete per rendere migliore la nostra città.

Ai tavoli di partecipazione (lunedì 25 gennaio presso Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico) sono stati ideati, format di comunicazione, messaggi con i quali raccontare e dare forma concreta alla filosofia di Milano città stato, sia tra le pagine virtuali di Milanocittastato.it come attraverso eventi e incontri aperti – come sempre – a tutti gli interessati e desiderosi di spendersi per una causa comune.

Giovedì 4 febbraio si chiuderà il cerchio tornando a Copernico, workspace sito in via Copernico 38.

Sempre con ingresso libero previa iscrizione (compilando l’apposito modulo gratuito), lo spin off uscito dall’associazione no profit Vivaio mira a superare il concetto di cultura come qualcosa da difendere e da tramandare e basta, per trovare la giusta chiave di narrazione e creazione di una Milano intesa come centro internazionale di produzione di nuova cultura..

5 cose che troverò ai tavoli di cultura del 4 febbraio 2016

#1. Strategie concrete per superare la dimensione individuale della cultura.
#2. Nuovi stimoli alla nascita di una nuova forma di cultura cittadina.
#3. Persone che considerano il benessere del luogo in cui stanno come parte del loro percorso di realizzazione individuale.
#4. Un ambiente stimolante e dinamico per ogni aspetto della mia vita, professionale e personale.
#5. Un ambiente ricettivo alle mie proposte personali che non si fermeranno ai tavoli del 4 febbraio.

Come partecipare: https://www.milanocittastato.it/come-partecipare/

Segui l’evento sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/events/1185741078122370/

 

Bambini a scuola di notte? Nell’asilo aperto H24: l’intervista

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Una scuola aperta 24H. La prima d’Italia si trova in pieno centro a Milano. Tutti d’accordo?

Nell’epoca in cui si va sempre di fretta e di tempo per stare con i propri cari ce n’è sempre di meno – per cui bisogna puntare sulla qualità – la pedagogista Anna Podestà ha sviluppato un progetto ambizioso: il primo asilo d’Italia aperto giorno e notte. 

Un’idea che ben si confà alle 10 proposte emerse durante i tavoli di ideazione di Milano città stato, in cui parecchi cittadini avevano espresso l’esigenza di vivere in una metropoli sempre accesa.

Pochi giorni dopo, ecco la notizia.

Si chiama Scuola Dadà. La scuola della Dottoressa Podestà comprende un nido e una scuola materna in grado di offrire un servizio educativo per tutti i bambini di età compresa tra gli 0 e i 6 anni. Si trova in Via Gian Giacomo Mora 22, in pieno centro a Milano.

Ma non staremo forse esagerando? Lo chiediamo proprio alla Dottoressa Podestà; medico, mamma, donna.

La proposta è nata da una eventuale domanda delle vostre mamme?

La proposta di un servizio aperto 24 h è nata da una mia specifica esigenza. In quanto mamma di tre bambini, mi è capitato parecchie volte di far tardi per lavoro, la sera. Non sapendo, non volendo o non potendo trovare una persona fidata, capace, conosciuta dai miei figli, che mi potesse sostituire nelle serate in cui né mio marito né io potevamo essere a casa, ho pensato: “Sarebbe utile poter aver il supporto di una struttura, riconosciuta, con personale qualificato, preparato che possa accogliere ogni tanto, in caso di emergenza i mie tre ‘ragazzi'”.

Un asilo aperto H24: qualcosa di più di un semplice “parcheggio” per figli aperto tutta la notte?

Assieme ad una collega pedagogista e ad una psicologa (le Dottoresse Marta e Sara Bruzzone, N.d.r.) ho iniziato a progettare un servizio che potesse rispondere a tutte le più impreviste esigenze genitoriali, nel totale rispetto del bambino.
In una metropoli come Milano è necessario garantire massima flessibilità. L’importante è sempre da considerare la serietà, la professionalità e il rispetto nelle persone, grandi e piccole, in qualsiasi proposta, soprattutto se si tratta di bambini.
Nessuno si stupisce delle settimane bianche o azzurre organizzate per bambini della medesima età, che allontanano i minori per parecchi giorni, notti comprese, e spesso si critica la possibilità per una famiglia di appoggiarsi SOLO IN CASO DI BISOGNO e SALTUARIAMENTE ad una servizio come questo.
Un servizio interessante se si offre la possibilità di trascorrere tutta la notte piuttosto che qualche ora, perché una volta che il bambino ha salutato i genitori, ha il diritto di addormentarsi tranquillo senza dover essere svegliato, vestito, coperto, fatto uscire nuovamente per andare a casa sua a notte inoltrata.
Pertanto il progetto non deve essere considerato un mero parcheggio, un servizio irrispettoso delle esigenze del piccolo. Va da sé che è doveroso per noi genitori assicurare il più possibile che il bambino stia con mamma e papà a casa sua, ma non sempre è possibile, pertanto ritengo che nei casi di necessità ed emergenza sia meglio affidarsi a strutture serie, con personale competente piuttosto che valutare altre soluzioni, che però non garantiscano massima efficienza.

5 vantaggi piscologici o fisici per i figli 

#1. Mira a trasmettere ai piccoli ospiti un senso di fiducia, tranquillità, allegria nel trascorrere una serata e la notte assieme a personale qualificato, preparato sempre in compresenza e pronto ad intervenire in ogni situazione.
#2. I principi su cui si basa il servizio: il rispetto, l’accoglienza, la relazione amorevole e non pregiudicata, un agire pedagogicamente pensato e ricco di significato.
#3. Il rispetto delle abitudini del bambino che comunque, pur a casa propria, si trova a trascorrere del tempo senza i genitori.
#4. Il servizio scuola aperta tutta la notte accoglie il bambino verso 18 di sera, gli permette di trascorrere un po’ di tempo con i genitori, se già non conosce gli spazi e le educatrici e i compagni, accompagna il piccolo nel momento del commiato, del saluto, lo rassicura con le giuste parole, sguardi ed azioni, organizza dei giochi, attività prima dei momenti di routines come la cena o la cura dell’igiene personale e il momento del pigiamino.
#5. Rappresenta un supporto anche per quei bambini che magari, durante il giorno, restano a casa, oppure stanno con i nonni e che solitamente non frequentano un asilo o la scuola materna. Qui trovano dei momenti di incontro con i loro coetanei.

5 vantaggi piscologici o fisici per i genitori

#1. E’ utile quando il genitore non sa chi chiamare, soprattutto in caso di impegni non previsti. Altre volte possono arrivare richieste improvvise per genitori in città per convegni, lunghe cene aziendali, e che hanno portato con loro i propri bambini. Ci chiamano per non lasciarli in albergo con una baby sitter sconosciuta, o per più giorni a casa (molte famiglie con piccolini viaggiano spesso) o per non farli stare al loro fianco nelle ore notturne.
#2. E’ una soluzione al genitore che, quando chiama un estraneo, deve spiegare dove trovare le cose in casa, come muoversi, cosa cucinare…
#3. Spazi e tempi sono organizzati ad hoc a seconda delle età delle serate e dei partecipanti – ci sono anche aziende ospedaliere vicine che hanno richiesto una convenzione e che indirizzano famiglie in specifici giorni e che pertanto assicura la frequenza di 5 o 6 bambini che diventano amichetti perché si trovano di volta in volta.
#4. Durante alcune serate, l’utenza può essere quella di chi già frequenta la struttura diurna e che magari organizza un momento per far condividere ai bambini semplicemente un pigiamino party così che i genitori possano uscire. Questo solitamente avviene una volta al mese il venerdì.
#5. Il nido e la scuola dell’infanzia hanno caratteristiche in grado di rispondere a tutti i desideri delle famiglie e nella quale ogni intenzionalità educativa, ogni attività e laboratorio hanno come obiettivo il potenziamento dell’unicità, della straordinarietà e della ricchezza di ciascun bambino.

5 svantaggi o rischi?

Potranno cercarli direttamente coloro che parteciperanno all’Open Day di sabato 6 febbraio. Allora i bambini potranno giocare e divertirsi insieme ad un’animatrice mentre i genitori avranno l’opportunità di conoscere il nido e la scuola materna. Il progetto h24 garantisce anche oltre la compresenza di personale altamente qualificato, anche solo per un bambino, di un servizio Skype, di un pronto intervento pediatrico notturno privato in caso di malessere, di proposte alimentari di qualità, biologiche e preparate da addetti alla cucina, ma soprattutto della relazione con pochi altri piccoli ospiti d’eccellenza: i bambini.

 

6 febbraio. Open Day dell’asilo aperto H24

Se fosse GIA’ Milano Città Stato… guarda il video!

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Vuoi costruire anche tu la tua Milano ideale? Qualcuno ci sta già lavorando:

Vorrei che Milano…. “Come dovrebbe essere la mia città ideale?”. Alle ore 16 di sabato 16 gennaio 2016 un centinaio di cittadini e curiosi ha risposto all’appello lanciato da Milano città stato per partecipare ai tavoli di ideazione e rispondere a questa come ad altre domande.

Il risultato sono state le 10 prime proposte per Milano città stato e un appuntamento:

tavoli-partecipazione-25- gennaio-2016

 

5 cose che troverò ai Tavoli di Partecipazione?

#1. Professionisti, gente di Milano, stranieri che amano Milano e la vivono da un po’, gente comune e curiosi desiderosi di proporre idee per il bene di Milano

#2. L’occasione per fare il giornalista, partecipare alla vita di redazione e raccontare la tua Milano

#3. L’occasione per mettere in campo le mie idee di comunicazione (sono un drago con
Facebook, Twitter e i nuovi media!)

#4. Un angolo di Milano, conosciuto ma veramente di nicchia

#5. Un momento da cui partire per essere cittadini attivi della nuova Milano 2016


Come partecipo ai Tavoli di Milano città stato?

L’ingresso è libero. E’ consigliata la prenotazione compilando l’apposito modulo (clicca qui) oppure registandosi sulla pagina ufficiale dell’evento su Facebook – www.facebook.com/events/945609035529196/. L’ingresso è libero.

Perché dovrei venire agli incontri di Milano città stato?

5 buone ragioni te le diamo noi –  25 gennaio – Tavoli di Milano città stato .

Altre 5? Vieni e scoprilo.

Come faccio a segnarmi i prossimi appuntamenti? 

Facebook: www.facebook.com/MILANOCITTASTATO
Twitter: @micittastato | #Xmilanocittàstato
Youtube: Milano Città Stato

 

Video by Elisa Trapletti – Duilio Forte

In arrivo a Milano il palazzo del cinema

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L’Anteo da sempre è in prima linea sul portare avanti la cultura cinematografica. E’ l’alfiere del cinema di qualità e d’estate anima le serate cittadine con il cinema all’aperto.  La caratteristica dell’Anteo è di non limitarsi alla proiezione del film, ma curare tutti gli aspetti collaterali alla trasmissione della cultura cinematografica. Per questo nella sede storica di Via Milazzo insieme al cinema ci sono la libreria dedicata al cinema e l’osteria a tema. L’Anteo poi è un luogo rinomato per ospitare eventi e inaugurazioni, come il Milano Design Film Festival o come gli appuntamenti dedicati ai candidati delle primarie del PD.

L’Anteo nasce da un’intuizione di Lionello Cerri in perenne ricerca di nuove iniziative come il film dedicato a Milano realizzato lo scorso anno con registi come Nichetti o Cristiana Capotondi. La nuova sfida di Cerri pare ancora più ambiziosa: realizzare a Milano un palazzo del cinema, interamente dedicato a trasformare il cinema in cultura di aggregazione e di intrattenimento, in cui le persone siano protagoniste e non solo spettatori. Restiamo in attesa di avere conferma su dove e quando nascerà questa nuova creatura che contribuirà a dare ancora più lustro alla nostra città.

5 Film che abbiamo visto all’Anteo

#1 Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron)

Film svedese che ha vinto il Leone d’Oro a Venezia in cui un venditore di denti da vampiro passa da una situazione all’altra provando a vendere i suoi scherzi da carnevale. Interessante nel film l’assenza di movimenti di camera. Il titolo del film è preso dall’opera di Brueghel rappresentata nell’immagine.

Palazzo del cinema

#2 The price of desire

Film dedicato all’architettura in cui appare tra i protagonisti Le Corbusier. In Italia è stato trasmesso solo all’Anteo.

#3 Boywood

Il primo caso di un film che narra la vita di un ragazzo, da quando era bambino fino al raggiungimento dell’età adulta, senza cambiare attore. Il film è durato quindici anni di riprese ed è stato presentato al Festival di Cannes.

#4 Il concerto

L’ex direttore dell’orchestra del Bolscioi ai tempi del comunismo è ora caduto in disgrazia, ridotto a lavorare nel teatro come uomo delle pulizie. Impossessatosi del fax di invito all’orchestra di esibirsi a Parigi, decide di riunire i suoi ex musicisti e di presentarsi nella capitale francese fingendosi l’orchestra del Bolscioi. Film bellissimo che si chiude con 10 minuti di concerto di Ciajkovsky.

#5 The Royal Affair

Film danese che in Italia non ha visto quasi nessuno ma che rappresenta un autentico gioiellino. Mostra l’ascesa e la rovina di un curioso personaggio tedesco all’interno della corte di Danimarca.

I 10 motivi per cui ci si INNAMORA di Milano

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Tralasciando musei, monumenti e business, i 10 motivi per cui è una figata vivere a Milano.

Fidatevi, non esiste la città perfetta nel mondo, ma può esistere la città perfetta per ognuno.

La realtà si sa è soggettiva. Le città e come viviamo le città non sono altro che la trasposizione dei nostri occhi, dell’animo con cui vediamo il mondo che ci circonda e della capacità di scorgere la bellezza nelle piccole cose.

In fondo non è la città in sé che ci conquista, ma molto spesso sono le persone che incontriamo in quella città. Possiamo vivere nel posto più bello del mondo ma se incontriamo persone negative o viviamo esperienze negative arriveremo a detestare quel luogo. Al contrario, se incontriamo o viviamo esperienze positive, di bellezza e/o di crescita, allora potremmo amare anche il luogo più ostico del mondo.

Detto questo, se ci stiamo lamentando che tutto in questa città ci va male, se incontriamo nel nostro cammino persone e situazioni negative, allora vale la pena rivolgere uno sguardo dentro di noi perché, come dicono le filosofie zen, attraiamo le situazioni e le persone che vibrano sulla nostra stessa frequenza. Per dirlo più semplicemente, attraiamo ciò che siamo!

 

Ma veniamo a Milano e a quell’animo che mi ha fatto pensare: che figata vivere qui!

  1. Un senso di libertà allo stato puro: una delle cose più fighe di Milano è che puoi uscire di casa vestito in pigiama e quasi nessuno ti noterà
  2. Quella sensazione di novità: uscire di casa alla mattina e vedere sempre facce nuove che passano davanti al tuo portone. Non potrai mai sapere chi incontrerai ogni mattina quando aprirai quella porta
  3. W la pianura: ho sempre sognato di vivere in una città in pianura dove poter scorrazzare in bicicletta senza farmi venire un infarto
  4. La puntualità: si d’accordo, ci lamentiamo spesso di quanto siano intransigenti i milanesi sulla puntualità, ma ci piace quando l’autobus arriva esattamente nell’orario stabilito dal tabellone. Fantascienza!
  5. Al mare, in montagna in poco più di un’ora: a chi manca il mare o la montagna, non può non apprezzare la posizione strategica di Milano
  6. 3 aeroporti, mica pizza e fichi: che tu sia un viaggiatore o meno, fa sempre comodo avere 3 aeroporti a poca distanza dalla città e, sempre grazie alla posizione di Milano, si possono raggiungere le principali città europee in poco più di un’ora
  7. Tutto passa da qui: non si può negarlo, tutti i migliori concerti, spettacoli ed eventi vengono organizzati qui o passano da qui
  8. Se mi annoio: ti annoi? Vuoi impegnare di più la tua vita? A Milano puoi accedere a qualsiasi tipo di corso: da quello di fotografia, al Tai Chi, dal burlesque al marketing avanzato, dalla PNL al decoupage
  9. Ti piace magnà? A Milano puoi provare tutte le cucine del mondo. Non solo, vuoi fare esperienze culinarie sopra l’ordinario? La Lombardia detiene il primato della regione d’Italia con più ristoranti stellati: ben 57!
  10. Expo tutto l’anno: pensate davvero che a Milano ci siano i milanesi? Sbagliato, perché a Milano i milanesi sono la minoranza. La cosa più affascinante è che ci sono non solo tutti i nativi di tutte le regioni d’Italia, ma gente da ogni parte del mondo. Se cogliete le opportunità e vi aprite alle conoscenze, vi daranno un assaggio di come potrebbe essere viaggiare tutta l’Italia e il mondo

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Le 4 fasi che attraversa una ragazza del SUD quando si trasferisce a Milano

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Dalla partenza all’arrivo, al fatidico momento di svolta o di resa. Come noi ragazze del sud viviamo il nostro trasferimento a Milano.

La partenza

ragazzad el sud a milano - partenza

E’ vero siamo tanti, anzi tantissimi noi del Sud che, zaino in spalla e trolley alla mano siam salpati dalla nostra amata, e a volte odiata terra, navigando mari in tempesta, costeggiando terre sconosciute, patendo la fame, il freddo, il caldo e la sete per giungere nella terra promessa: Milan l’è on gran Milan (non mentiamo, è così che spesso viviamo le 10 ore di Freccia Bianca, i viaggi transoceanici dei primi del ‘900 una robetta in confronto) alla ricerca di lavoro, di gloria o riscatto in quella che viene definita la capitale italiana del business: il sogno milanese!

 

L’arrivo

ragazza del sud a milano - arrivo

La Stazione Centrale di Milano ci fa esclamare wow, e ci fa sentire per un secondo nel Grand Central Station di New York. Ora, qui le reazioni sono solitamente due:

  • Mi gaso: stupore, meraviglia, ottimismo e fiducia verso il nuovo futuro che mi aspetta.
  • Mi attapiro: sensazione di soffocamento mista a improvvisa nostalgia per il mio paese, pessimismo, incertezza e sfiducia.

Non preoccupatevi, se nel secondo caso avete comunque attraversato il lungo marciapiede antistante la stazione o vi siete persi tra i colori giallo, verde, rosso ed ora anche lilla della metropolitana, vuole dire che avete comunque superato il primo test di Milan l’è on gran Milan.

 

I primi giorni

Ragazza del sud a milano - primi giorni

Il pensiero principale che noi del Sud abbiamo avuto durante prime esplorazioni di questa nuova terra è stato certamente: “Ma dove corrono tutti? E soprattutto, perché corrono tutti?”

E qui il via a mille ipotesi investigative:

  • Forse sta arrivando una forte tempesta e stanno tutti correndo per rifugiarsi nei loro caveau
  • Ma no, cosa dico, il meteo ha dato solo parzialmente nuvoloso e 5 gradi, mi sono informato prima di partire, quando per la prima volta nella mia vita ho comprato il piumino d’oca che dicono, protegge davvero dal freddo
  • Dai su, saranno tutti in ritardo per andare al lavoro, i milanesi ci tengono ad esser puntuali, per loro le 9.00 significano le 9.00!
  • Ah ma no, ma oggi è domenica!

Tranquilli, tutto normale fin qui, poi ci si abitua, come quando vedi l’anziano in pensione sbuffare alla cassa dell’Esselunga per la fila troppo lunga (che ci regala pure una rima)!

 

I primi 6 mesi

ragazza del sud a milano - primi sei mesi

Il 6° mese è di fatto l’esame finale, il punto di svolta o quello di resa.

E’ il cosiddetto momento di spoggettamento: lì dove se prosegui seguirà un percorso in discesa, dove tutte le difficoltà e il mood dei primi tempi lasciano pian piano spazio ad un sentimento di equilibrio e assestamento crescente. Proseguire in questa direzione vuol dire dare inizio ad una nuova fase della propria vita, in una città che vi mostra una pagina bianca nel quale scrivere il futuro che avete scelto.

Al contrario, se non avete resistito, se il sole, il mare, la cucina di mamma, l’aria leggera e la nostalgia dei propri amici hanno preso il sopravvento, nulla di così grave: ognuno dovrebbe avere la capacità di ascoltarsi e comprendere come e quale sia il proprio posto nel mondo.

Qualunque sia stata la vostra scelta e qualunque sarà, non soccombete! Cercate sempre il meglio per voi, liberatevi il più possibile dai condizionamenti sociali e culturali, uscite dalla zona di comfort, rischiate, non sottovalutatevi, cercate sempre di migliorare, prima di tutto come persone e come professionisti poi. Trasformate una situazione negativa in una opportunità, ci sono se solo avete voglia di vederle.

Non accontentatevi, la vostra vita è risultato delle vostre scelte. Non subitele. Andate nella direzione migliore per voi e per la vostra vita. Ponetevi degli obiettivi e sognate in grande.

Identificate la vostra passione, la vostra missione dell’anima. Non è facile? Lo è. Ed è davvero molto molto semplice. Una passione è qualcosa per cui si è disposti a svegliarsi ogni mattina motivati e felici.

L’avete identificata? Bene, che sia a Milano e nelle meravigliose terre del Sud, seguitela e non sbaglierete. Mai!

 

To be continued…

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Dov’è finito il mercato metropolitano?

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Mercato metropolitano

È stato il vero successo dei mesi di Expo, si dice che a maggio e giugno abbia contato più visitatori dell’esposizione internazionale. Nato da un’intuizione di Andrea Rasca, il Mercato Metropolitano è un concept rivoluzionario alternativo al centro commerciale. Fondato a Porta Genova ha aggregato piccole botteghe a chilometro zero, spazi per performance dal vivo e un cinema all’aperto, diventando ben presto il luogo culto della scena milanese. Alla fine di Expo anche il mercato metropolitano ha chiuso i battenti lasciando che la zona dietro Porta Genova ritornasse al degrado di prima. Il successo dell’iniziativa ha portato il Mercato Metropolitano ad aprire a Torino che l’ha accolto a braccia aperte decretandone subito il successo. Ma perché a Milano l’esperienza si è chiusa? Pare che il motivo sia perché era stata offerta a Rasca di proseguire la sua avventura prolungando la concessione di altri sei mesi, ma l’ideatore del mercato si è rifiutato perché sei mesi sono un orizzonte troppo ridotto per giustificare gli investimenti strutturali che il progetto richiede. Ma Rasca non sta con le mani in mano. Dopo aver aperto a Torino si sta muovendo per rendere il Mercato Metropolitano un format internazionale, aprendo in città come Parigi o Londra. E Milano?

Milano città stato non potrà non ospitare il Mercato Metropolitano che ha visto nascere. Sembra che Rasca si stia muovendo per trovare in città nuovi spazi, molto superiori rispetto a quelli di Porta Genova. Si parla di 30mila metri quadrati che lo renderebbero una vera e propria città all’interno della città.

 

Le 5 ragioni del successo del mercato metropolitano

#1 Rappresenta un’alternativa molto più figa del centro commerciale (piace anche agli uomini e agli snob)

#2 Si poteva mangiare con grande qualità a prezzi onesti, cibo in gran parte a chilometro zero

#3 Ha azzeccato anche la zona, lungo il Naviglio, dietro a Porta Genova, in un luogo facilmente raggiungibile in metro e lungo le direttrici del passaggio pedonale

#4 Era diventato il principale luogo di socializzazione in città e punto di riferimento per le uscite serali

#5 C’erano vari tipi di attrazioni, tra cui il cinema aperto dell’Anteo.

Le 10 cose che il milanese vorrebbe cambiare a Milano

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I milanesi hanno sempre avuto una grande propensione al cambiamento, siamo la città meno conservativa d’Italia. Quindi abbiamo fatto un rapido sondaggio per capire le cose che si vorrebbero cambiare.   

 

Le 10 cose che il milanese vorrebbe cambiare a milano

#1. Il traffico

Il sogno è di eliminare il traffico altrui. Tra le idee, l’estensione dell’area C a tutta la città e la costruzione di tunnel sotterranei.

 

#2. La vicinanza al mare e alle montagne

Siamo vicini ma non così vicini. Ogni milanese vorrebbe in meno di mezzora essere in spiaggia o su una pista da sci, magari con mezzi di trasporto ultraveloci.

 

#3. Il verde

Si vorrebbero grandi parchi un po’ ovunque

 

#4. L’aria

E’ uno scandalo avere come unica strategia la speranza che piova. Milano deve dotarsi di tecniche d’avanguardia per pulire l’aria, da sistemi di irrigazione continuativi a fare trovare soluzioni chimiche e fisiche elaborate dai più grandi esperti del mondo.

 

#5. La casa

Una buona parte dei milanesi vorrebbe cambiare casa. Il sogno maggiore è un attico con vetri su un ultimo piano con vista sulla città. Altrimenti una villetta tipo quelle di via XX settembre o un mega loft.

 

#6. La burocrazia

Dovrebbe essere risolvibile tutto on line, senza dover andare in un ufficio comunale. Se si può gestire il proprio conto in una banca senza vedere una persona non si capisce perché on dovrebbe essere la stessa cosa per l’amministrazione comunale. E i dipendenti dovrebbero essere specializzati in informatica.

 

#7. Le tasse

Ormai su 100 euro di guadagno se ne possono spendere 20 o 30. Ora anche il Comune di Milano ha più che raddoppiato le tasse comunali in cambio di servizi invisibili. Si vorrebbero meno tasse e soprattutto la possibilità di vedere una correlazione tra quello che si spende e i servizi che si ricevono.

 

#8. Gli scioperi

Per molti lo sciopero non dovrebbe esistere. Le cose dovrebbero essere risolte prima che si arrivi a quello che spesso viene visto come una sorta di ricatto.

 

#9. Supermercati e negozi 24 ore su 24

Spesso i negozi sono aperti quando uno lavoro e sono chiusi quando è tempo di poter andare a comprare qualcosa.

 

#10. Le buche nelle strade

Bisognerebbe fare un app per segnalare le buche e due-tre aziende che devono gestire la chiusura delle buche. C’è chi propone anche che sia data ai cittadini la possibilità di chiudere la buca, inviando la fattura al comune.

Le 5 CARATTERISTICHE imprescindibili del milanese

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Essere o non essere… milanese? Che cosa significa essere milanesi? In questo articolo ci siamo chiesti se esiste qualcosa di distintivo di tutti i milanesi o, se invece, il milanese faccia parte di una marmellata in cui ci può stare tutto e il suo contrario.

Dunque il milanese è o non è?

Ecco i 5 motivi per cui il milanese è.

 

Le 5 caratteristiche imprescindibili del milanese.

#1. La velocità

Non importa chi sei o da dove vieni, ciò che importa è che ti dai una mossa. Camminando in strada, guidando, in bici, se sei milanese hai un solo obiettivo in testa: superare chi ti sta davanti.

 

#2. Puntare in alto

No, Milano non è fatta per chi punta il naso verso terra. Se vivi a Milano il tuo orizzonte sono le sommità delle Alpi, le tue ambizioni sono minimo di conquistare il mondo.

 

#3. L’estetica

Secondo Husserl il bello è il valore naturale più autentico. Secondo Dostojevsky la bellezza salverà il mondo.

Meritano entrambi la cittadinanza onoraria di Milano.

 

#4. La fuga nel week end

Di giorno feriale si lavora 24 ore su 24. Nel week end si fugge. Perché Milano più che una città è un luogo di lavoro e se si vuole staccare bisogna andarsene. Anche perché, diciamocelo, non c’è città al mondo che nell’arco di un’ora di auto ha così tante meraviglie da raggiungere.

 

#5. Lavorare di più.

“Oggi part time?” (battutona detta a chi va via dall’ufficio prima delle otto di sera). Il milanese non stacca mai. Deve lavorare più degli altri altrimenti si sente preda della vergogna. Citazione forbita il romanzo di Scerbanenco: “i milanesi ammazzano al sabato”. Perché se lo facessero di giorno feriale si sentirebbero in colpa perché non lavorano.

10 motivi perché la NEBBIA a Milano è una figata

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Nebbia a Milano

Da una ricerca compiuta nell’area metropolitana emerge una sorpresa: alla domanda vorreste abolire la nebbia oltre il 90% dei milanesi ha risposto di no.

Con l’aiuto di chi ama la nebbia, abbiamo cercato di trovare 10 ragioni per cui la nebbia a Milano è una figata.

 

10 motivi perché la nebbia a Milano è una figata.

 

#1.Attutisce il rumore

Quando c’è la nebbia non si sente più il rumore delle macchine. Fateci caso.

#2. Rende le periferie belle come il centro

Perché non si vedono.

#3. Dà una scusa per arrivare il ritardo

“Scusa, ma hai visto che nebbia?”

#4. Sembra di vivere in un film noir

Il genere noir nasce con la nebbia di sera. Tutti i personaggi di notte con la nebbia sembrano Sherlock Holmes o un serial killer.

#5. Perché quando si alza esce il sole

Basta solo un po’ di pazienza.

#6. Perché gli altri non ce l’hanno

Milano ha il sole e la nebbia. Gli altri solo il sole. Non possono capire.

#7. Perché tiene lontani i curiosi

La nebbia isola, tiene alla larga chi vuole farsi i fatti nostri.

#8. Perché rende più elettrizzante la guida

Chi non è abituato alla nebbia ne è terrorizzato. Chi vive nella nebbia adora trovarsi in strada e sfidare il muro grigio sprezzante del pericolo.

#9. Perché agevola la creatività.

Immersi nella nebbia si ha più fantasia.

#10. Perché non abbiamo solo la nebbia.

Il segreto di sorprendere positivamente è abbassare le aspettative. Uno si aspetta di trovare solo la nebbia. E invece oltre la nebbia scopre che c’è molto di più.

A Milano il più grande PARCO URBANO del mondo

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Dopo anni di gestazione è il momento di fare accendere la luce verde a una delle idee più rivoluzionarie concepite a Milano negli ultimi anni. Si tratta del Parco Orbitale, progetto di Giacomo Biraghi, che ha vinto diversi premi, tra cui la prima edizione di Expop evento organizzato da Vivaio. Il Parco Orbitale può nascere federando la cintura verde dei parchi attorno a Milano, come Parco Agricolo, Parco Nord, Parco Lambro, Forlanini, Trenno e altri, per formare così uno spazio unitario che rappresenterebbe per dimensioni il più grande parco urbano del mondo, con circa 72 chilometri di conferenza.

 

5 iniziative per far nascere ufficialmente il parco orbitale

#1 La straorbitale

Corsa a piedi o in bicicletta lungo tutto la circonferenza del parco (72 chilometri)

#2 Le mappe di Milano

In cui tutte le aree verdi siano presentate sotto lo stesso nome

#3 Il sito internet

Che dia visibilità a tutte le iniziative realizzate nell’area del parco orbitale

#4 Infrastrutture

Una pista ciclabile che copra l’intero parco, con tunnel e cavalcavia per superare i punti di incrocio stradale

#5 Elementi di riconoscibilità

Si potrebbero inserire elementi di identità lungo il parco. Tra le idee emerse c’è quella di realizzare il safari d’artista, inserendo animali di grandi dimensioni, opere realizzate da diversi artisti, che consentirebbero alle persone di rendere più avvincente la visita del parco e di renderlo riconoscibile anche a distanza.

http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2012/11/03/progetto-1-il-parco-orbitale/11677/

A 1000 km all’ora in treno tra Stoccolma e Helsinki

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ANDREMO A GENOVA IN 8 MINUTI?

 

Video: http://hyperlooptech.com/

Da Stoccolma a Helsinki in 20 minuti, passando sotto il Baltico. Il progetto è di un’azienda americana, la hyperlooptech che mette assieme pool di privati per finanziare iniziative ad alto impatto tecnologico per trasporti ultra veloci. Il treno viaggerà in un tubo a bassa pressione che lo mette in condizione di andare a più di 1000 all’ora. E’ una tecnologia facilmente realizzabile e replicabile ovunque nel mondo, perché consiste in un tubo molto più semplice da costruire delle infrastrutture di oggi. Il progetto consentirà di creare una macroregione tra Svezia e Finlandia, collegando Stoccolma ed Helsinki attraverso Norrtälje, Mariehamn e Åbo, così com’è avvenuto tra Danimarca e Svezia con la costruzione del ponte tra Copenaghen e Malmoe. Il progetto potrebbe essere avviato tra il 2017 e il 2020.

5 destinazioni da sogno raggiungibili da Milano con il treno ultraveloce:

#1 Milano-Genova in 8 minuti

#2Milano-Venezia in 15 minuti

#3Milano-Roma in 30 minuti

#4Milano-Berlino in 1 ora

#5Milano-Mosca in 2 ore e 20 minuti

 

Fonte: http://www.dn.se/ekonomi/planer-pa-supersnabb-taglinje-mellan-sverige-och-finland/

4 febbraio. Don Chisciotte – Commedia Pop

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Dove: Teatro Menotti Via Ciro Menotti 11 20129 Milano

Costo: biglietti a partire da 22 euro

Quando: dal 4 all’11 febbraio

Con parole e musica si rivive il mito di Don Chisciotte, oscillando tra Orson Welles e il cabaret. Dialoghi canzoni stravaganti che documentano un viaggio infinito fino all’orlo della follia.

Ambientato nell’estate del 1969 quando Don Chisciotte e Sancio Panza decidono di partire. Per il protagonista sarà l’occasione per salvare fanciulle e riparare torti. Per il suo scudiero la meta sarà un’isola su cui riposare.

 

5 ragioni per cui mi piacerebbe andarci?

#1. Curioso vedere Don Chisciotte ambientato alla fine degli anni sessanta

#2. Vedere che tipo di musica hanno scelto (se nota o non nota)

#3. Vedere come va a finire questa volta

#4. Vivere un’opera famosa da un altro punto di vista

#5. Come stimolo per l’immaginazione creativa

 

5 cose che mi piacerebbe trovare?

#1. Dulcinea del Toboso (e vedere chi la impersona)

#2. Pubblico in platea

#3. I mulini a vento

#4. Il Ronzinante

#5. Battute divertenti

2 febbraio. Grillo vs Grillo

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Quando: Dal 2 al 5 febbraio

Dove: Gran Teatro Linear 4Ciak

Costo: da 29 euro

Ritorna in teatro il comico e leader politico genovese. In scena un uomo diviso tra due identità, quella di comico e di politico. Alla fine dello spettacolo ne rimarrà una sola. Quale sarà?

5 ragioni per cui mi piacerebbe andarci?

#1. Farsi un mare di risate

#2. Scoprire qual è il vero Grillo che si nasconde sotto Grillo

#3. Perché è di attualità (si potrebbe assistere in diretta a cose che verrebbero riportate sui giornali)

#4. Il prezzo non è eccessivo

#5. È comunque un evento di rilevanza nazionale

 

5 cose che mi piacerebbe trovare?

#1. Un po’ del vecchio Grillo

#2. Più battute meno polemiche

#3. Idee per Milano

#4. I biglietti

#5. Il parcheggio

30 gennaio. MUDEC YearOut

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CHE COSA: Progetti di Volontariato Internazionale in Africa, India, e SudAmerica

QUANDO: sabato 30 gennaio 2016 dalle 9.45 alle 17.99

DOVE: MUDEC – Via Tortona 56 MILANO

 

YearOut, associazione che promuove il volontariato internazionale dal 2008, ha il grande onore di essere ospitata presso una sala del Museo Delle Culture di Milano, per presentare i propri progetti, che da anni promuove sul territorio milanese.

 

Ci rivolgiamo ai giovani che hanno voglia di dare un contributo per il miglioramento di progetti di cooperazione allo sviluppo, di acquisire nuove competenze mettendosi alla prova, e nello stesso tempo fare un’esperienza indimenticabile.

Esperienza che servirà anche per arricchire il proprio CV.
Per tutti coloro che vogliono avere informazioni sui progetti, sulle attività, e su come poter diventare volontari YearOut, è arrivata l’occasione ideale. Sabato 30 gennaio lo staff di YearOut sarà a tua disposizione gratuitamente per accompagnarti virtualmente alla scoperta delle tante opportunità di volontariato internazionale.

Durante la mattinata saranno proprio coloro che hanno già partecipato ai progetti, attraverso supporti fotografici e video ad accompagnarvi con i loro racconti ed aneddoti attraverso zone rurali dell’Uganda, per passare ai piedi del Kilimangiaro presso una comunità Masai in Kenya. Poi potrete sostare in Tanzania presso una remota tribù, in cui una piccola scuola ha bisogno di ragazzi che insegnino l’inglese e gli facciano scoprire un po’ di mondo.

Il viaggio proseguirà in Namibia, dove passerete per i parchi Nazionali in cui le specie in via di estinzione hanno bisogno di cure. Il CostaRica  non si può saltare, lì ci sono le tartarughe che devono essere protette, catalogate e studiate. Prima di tornare a casa, però un passaggio in India è d’obbligo, ci sono le Children’s Home dove i bambini rimasti orfani dopo lo Tsunami hanno bisogno di voi. L’Albania, seppure vicina riserva tante sorprese, presso la comunità di Scutari.

Per ora non serve un biglietto aereo ma solo un po’ di curiosità in un qualunque invernale sabato milanese.
Vi aspettiamo le iscrizioni sono aperte fino ad esaurimento posti:

http://www.yearout.it/it/diventarevolontario/iscrizione.asp
Break the Barriers Explore the world Make a Change

 

5 ragioni per cui mi piacerebbe andarci?

#1 Voglio ascoltare racconti affascinanti su dei luoghi che conosco poco.

#2 Voglio capire come ti cambiano certe esperienze di viaggio.

#3 Voglio mettere alla prova le mie conoscenze di quei luoghi.

#4 Voglio imparare qualcosa.

#5 Voglio fare volontariato.

 

5 cose che mi piacerebbe trovare?

#1 Storie incredibili.

#2 Foto mozzafiato.

#3 Una storia da raccontare agli amici.

#4 Un gruppo di persone simili a me, desiderose di aiutare gli altri.

#5 Una giornata diversa dalla solita routine del sabato.

 


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