Guardare Milano dal 31° piano del Pirellone è un po’ come immaginarsi bambini, con gli autobus e i suv di passaggio su Piazza Duca D’Aosta ridimensionati a macchinine telecomandate dall’alto.
Fa quasi tenerezza vedere le aiuole geometriche e i rigorosi spartitraffico colorare i contorni dell’imponente Stazione Centrale che, da lassù, pare una casetta delle bambole. Fa riflettere la bellezza sconosciuta, poco valorizzata di questo luogo che sembra sopra tutto e lontano da tutti. Anche qui arrivano le notizie dei morti di Bruxelles.
Una boccata di ossigeno? Cade a pennello l’invito di Associazione Vivaio, al suo quarto compleanno proprio in queste ore [qui, una presentazione], Associazione Retake,Regione Lombardia e Airlite.
CHE COS’è AIRLITE.
A spiegarne il brevetto – un’eccellenza italiana – è l’inventore Massimo Bernardoni, che al tavolo: “Far capire, in poche parole, come funziona Airlite è come provare a leggere un libro limitandosi ai titoli dei singoli capitoli. Diciamo che 14 anni fa ero considerato un “pazzo visionario”, mentre oggi quella di Airlite è un’avventura in cui la pittura rappresenta una delle tecnologie impiegate. Si tratta di una pittura che si attiva con la luce e fa cadere le sostanze di rifiuto in formato di sale“.
Il meccanismo, che trae spunto dalla reazione di fotosintesi clorofilliana, sfrutta le superfici dipinte come se fossero le foglie. “La pittura atossica si attiva con la luce e serve a combattere batteri, muffe e cattivi odori, un altro elemento inquinante e l’unico ad essere percepito dall’olfatto. Peraltro, è anche super idrofila, resta pulita nel tempo, e, grazie alla sua tecnologia, è in grado di sfruttare per il 90% l’energia solare con un risparmio energetico e di calore del -30-35-% a seconda dell’edificio. L’intraprendere strade diverse a volte destabilizza, ma a volte si trovano anche strade che si trasformano in viali alberati”, ha concluso orgoglioso Bernardoni.
CHI HA SCOPERTO AIRLITE?
“L’idea è nata guardando a Tokyo, città capolista quando si parla di rischio sismico. La capitale del Giappone è la dimostrazione della capacità di saper trasformare il proprio problema numero uno in un business” spiega Andrea Zoppolato, presidente di Vivaio. “Airlite è stata selezionata e poi si è classificata tra i vincitori di Expop 2015, la versione “pop” nata quattro anni fa, quando Expo sembrava destinata a un totale fallimento e tutta dedicata a creare situazioni internazionali intorno ai singoli progetti, non alle nazioni. Proprio in seno a Vivaio abbiamo pensato ad una collaborazione tra Airlite e Retake Milano“.
Un progetto importante con un unico proposito: risolvere Il PROBLEMA DI MILANO.
“Il problema di Milano non è solo l’inquinamento: non avendo una grande circolazione d’aria, anche se inquiniamo poco, restiamo sempre più inquinati”, prosegue Zoppolato.
Autostima; consapevolezza; nuovi orizzonti: sono queste le parole chiave che emergono dal tavolo di presentazione cui ha aderito anche Kris Grove. La presentatrice americana, che 20 anni fa ha scelto l’Italia per laurearsi in Storia dell’Arte e diventare mosaicista, si è detta molto onorata di poter raccontare nel suo programma su Radio 105 un altro esempio di innovazione del Bel Paese, quel Paese “ancora più ricco e caldo delle mie origini di cui sono appassionata e amante. Ogni anno muoiono 12 milioni di persone per l’aria inquinata, non possiamo non tenerne conto“.
IMPIEGARE AIRLITE A MILANO.
E’ il prossimo passo da fare. Comunicare, spiegare, applicare la pittura di Airlite alla città in cui è nata.
“Dal desiderio di unire tecnologia partecipazione dei cittadini è nata la unione tra Airlite e Retake. Obiettivo: rendere Milano la città non solo una più bella ma anche che sa purificare l’aria” spiega uno dei fondatori dell’Associazione Antigraffiti, Andrea Amato.
Per fare ciò, Amato è in prima linea nell’organizzazione di una serie di attività ad hoc in alcuni dei momenti più partecipati dalla città, anche con il supporto di Milano Sport, già a partire dal 2-4 aprile 2016.
Qualche esempio? La pulizia dell’ingresso della piscina in via Romero durante la Milano City Marathon; la creazione di un murale a tema “acquatico” sui muri della stessa piscina, durante la maratona, “sarà il primo murales partecipato che farà respirare tutta la città”, ha spiegato. Ma non solo.
Nell’ambito degli interventi di riqualificazione, ecco anche la corsa al fianco della LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori: la corsa con la pettorina blu (“come l’ossigeno, come i nostri due loghi”) servirà a raccogliere fondi per creare alloggi per i parenti dei degenti oncologici a Milano.
Inoltre, il 9 aprile si correrà insieme anche per la riqualificazione facciata del lido di Milano: ” Ci siamo ripresi il lido di milano, ma abbiamo intenzione di lavorare ad un’idea di pulizia e arte condivisa anche con la realizzazione di un murales per il Policlinico di Milano, affinché sia una street art terapia intensiva per i bambini malati di cancro e Milano si ponga come una città di esempio anche per le altre, in Italia”.
“Milano, una vera Smart City“, ha spiegato Antonio Cianci, CEO di AM Technology Ltd e “Vivaista” dell’associazione Vivaio, che per spingere ulteriormente il progetto e per raccogliere la sfida di Expo, la prossima estate ha organizzato una due giorni internazionale, il 22-23 luglio 2016, mettendo assieme grandi città del mondo, con personaggi, startup, istituzioni e accademici che si confrontino sulle migliori soluzioni per vincere l’inquinamento atmosferico.
Perché Milano sia la prima città pollution free al mondo e possa essere d’esempio alle altre città mondiali.
“Sarebbe bello se aziende di grosso spessore si prendessero cura di interi quartieri e diventassero ambasciatrici mondiali di progetti di riqualificazione urbana così intensi”, hanno detto i relatori.
Primo passo, via Ventura – Lambrate. Mariano Pilcher, architetto e mecenate del quartiere, ha già deciso di coinvolgere artisti di primo piano come Italo Lupi e Fabrizio Modesti
MILANO: PRIMA CAPITALE POLLUTION FREE?
Se è vero, come spiegato dall’Assessore alle Politiche Ambientali Claudia Maria Terzi, che la terza preoccupazione dei milanesi è l’inquinamento (disoccupazione e integrazione sono risultati primi, nel corso del progetto “Dillo alla Lombardia “) , allora, nonostante gli inizi c’è un bella notizia del giorno.
E la buona nuova non è solo c’e un’Associazione a Milano, come Vivaio, in grado di far sbocciare nuovi progetti per il bene di Milano, ma anche che il frutto degli sforzi di pochi sa raccogliere l’esigenza di molti e dare speranza ai visionari – o presunti tali – che aspirano ad una Milano capoluogo non solo della Lombardia ma della innovazione etica di portata mondiale.