Home Blog Pagina 7

10 modi di dire divertenti a Milano

0
ph. @elvinatt IG

Milano è un frullato di culture: fondata dai Celti, conquistata dai Romani, invasa dai Longobardi, dai Franchi, preda di Francesi, Spagnoli, Austriaci sino alla unificazione d’Italia. “[…] in queste condizioni si è formato il suo dialetto, vera e propria lingua che ha risentito di tutte le influenze culturali che l’hanno attraversata” dicono Enrico Casati, Guglielmo Scandolara e Roberto Villa, gli autori di Omnibus, Proverbi e modi di dire per vecchi e nuovi milanesi, tomo in cui 500 tra i più famosi modi di dire milanesi vengono spiegati e tradotti nelle principali lingue, inglese, tedesco, spagnolo, francese, russo, cinese, giapponese, arabo.

“I miei preferiti sono quelli storici o che raccontano uno spaccato della nostra storia di milanesi” mi racconta uno degli autori, Roberto Villa. Sfogliamo insieme il dizionario ed ecco i…

10 modi di dire divertenti a Milano

#1 Va’ a Bàgg a sonà l’orghén

vai a baggio a suonare
Credits: Organo chiesa vecchia di Baggio | screanzatopo (YouTube)

Va’ a Baggio a suonare l’organo.
E’ un invito a fare qualcosa di impossibile visto che la chiesa di S. Apollinare a Baggio era sprovvista dell’organo, e pertanto nessuno lo poteva suonare. Sulla genesi del motto ci sono diverse interpretazioni: la più famosa di esse racconta che in realtà ci fosse un piccolo organo in chiesa, ma solo dipinto sul muro. Un’altra versione racconta che i soldati napoleonici avessero asportato le canne dell’organo per farne cannoni rendendo così lo strumento inutilizzabile.

#2 Offellée fà el tò mestée

credit: pasticceriamarchesi.com

Pasticciere, fa’ il tuo mestiere.
Detto a chi vuole impicciarsi o mostrarsi esperto in faccende di cui non ha esperienza. In altri termini: “a ognuno il suo” e si riferisce al DNA del milanese, schietto e concreto, che non ama chi si improvvisa. Un’espressione simile era in uso presso gli antichi romani: “Sutor ne ultra crepidam”, cioè “calzolaio non andare oltre la scarpa”. Insomma, un sempreverde invito a una sana umiltà.

#3 Andà a óff

Andare a ufo, a scrocco
Risale al XIV secolo quando le imbarcazioni, che navigavano i Navigli per portare in città i marmi destinati alla costruzione del Duomo, recavano la scritta A.U.Fa. cioé Ad Usum Fabricae, ovvero “materiale per la fabbrica (del Duomo)”. Grazie a quella scritta erano esenti dai dazi. Già allora vi erano dei furbi che sfruttavano la dicitura senza averne il titolo.

#4 Restà lì cóme quéll de la maschérpa

Restare lì come quello del mascarpone.
Si riferisce all’espressione sbigottita di chi rimane sorpreso da un avvenimento inaspettato. Il detto risale alla dominazione austriaca, quando si dice che un tizio fosse solito evitare di pagare il dazio per l’importazione in città di generi alimentari nascondendoli sotto un voluminoso cilindro sul capo. Un giorno però incontrò una bella signora, si levò il cappello in segno di galante riverenza e fece cadere a terra il mascarpone celato svelando alle guardie il suo trucco.

#5 Ghe voeur vint ghèj de tram a giràgh in gìr

Ci vogliono venti soldi in tram per girargli intorno
Detto ironico all’indirizzo delle persone grasse, per girare intorno alle quali è necessario fare un biglietto del tram, e di ben venti centesimi, come se fosse il giro di mezza città.

#6 Chi vòlta el cuu a Milan, le vòlta al pan

Chi volta il culo a Milano, lo volta al pane
Milano ha sempre dato da mangiare a tutti grazie alla laboriosità e alla concretezza della sua gente, lasciarla significa perdere un reddito certo.

#7 A trovà i parént a Milàn bisògna andà cói pée in man

A trovare i parenti a Milano bisògna andare con i piedi in mano
La gente di campagna, quando andava a trovare i parenti in città, era solita mostrare la propria generosità portando in dono il frutto del proprio lavoro, ovvero ruspanti galline tenute salde per le zampe.

#8 Milàn e poeu puu

Milano e poi più nulla
I milanesi si sentono orgogliosi delle loro risorse, della intraprendenza e della dinamicità della loro città, luogo dove tutto è possibile, tanto da renderla unica e ineguagliabile al confronto con altre metropoli, non solo italiane.

#9 Tirèmm innànz

tiremm innanz

Tiriamo avanti!
La frase venne pronunciata da Antonio ‘Amatore’ Sciesa prima di essere condannato a morte dagli Austriaci nel 1851 per non aver voluto confessare il nome dei compagni che cospiravano contro il Governo del Regno Lombardo-Veneto. Non cedette nemmeno dopo che le guardie lo fecero appositamente transitare sotto le finestre della sua casa. Oggi viene detto dalle persone determinate che non si pentono delle proprie scelte e non conoscono ripensamenti. Fuori dal senso storico, è usato anche per invitare qualcuno a non indugiare più del dovuto.

#10 I legg de Milàn dùren d’incoeu finna a dimàn

Le leggi di Milano durano dall’oggi al domani.
Il proverbio nacque al tempo in cui Milano era sotto la dominazione spagnola e non passava giorno senza che il governatore emanasse una nuova ‘grida’, annunciata in pompa magna alla popolazione agli angoli delle strade, ma poi puntualmente disattesa.

Elenco realizzato con il contributo di Roberto Villa | Immagine copertina: riproduzione del dipinto di Emilio Nava, Il Venditore di Tappeti Volanti

Continua la lettura con: Le 10 parole più belle del milanese

PAOLA PERFETTI (RIPUBBLICATO)

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il ponte sospeso tra gli alberi più lungo del mondo

0
credit: returntonow.net

Sul ponte sospeso tra gli alberi più lungo del mondo si può essere come un uccello che vola tra i tetti. Ma dove si trova? E quanto è lungo?

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Il ponte sospeso tra gli alberi più lungo del mondo

Può esistere un ponte sospeso tra gli alberi che permette di vivere un’esperienza straordinaria, passeggiando sul “tetto” di una foresta come un uccello vola sui tetti delle nostre case? Pare di sì, e sarà una passeggiata piuttosto lunga oltre che emozionante, visto che non è un ponte sospeso qualsiasi, ma il ponte tra gli alberi più lungo del mondo.

Dove si trova? E soprattutto: quanto è lungo? Scopriamolo insieme.

# Come un uccello sui tetti, ma della foresta

credit: returntonow.net

Tutti abbiamo pensato almeno una volta nella vita “se avessi dei superpoteri vorrei…” e molto spesso la frase finiva con “volare”. Volare è una capacità che l’uomo ha sempre invidiato agli uccelli, sino a tentare di imitarli costruendo grandi volatili di metallo. Sfortunatamente non abbiamo ancora imparato a volare ma se volessimo sentirci come un uccello che sorvola sui rooftop delle città, potremmo realizzare il nostro desiderio ad Anakeesta.

# Una passeggiata di quasi 300 metri sospesi a 20 metri di altezza

credit: returntonow.net

Cos’è Anakeesta? E’ un grandissimo parco avventura all’aperto che offre la possibilità di fluttuare tra la foresta grazie al ponte sospeso tra gli alberi più lungo del mondo. Ci troviamo in Tennesse, più precisamente a Gatlinburg, un piccolo paesino di montagna sulle Smoky Mountains. Qui le zipline e le cabinovie sono solo alcune tra le attività a disposizione, ma il vero principe del parco è indubbiamente il ponte con i suoi 20 metri di altezza. E’ stato pensato per essere molto resistente e per questo non è costituito da un unico ponte ma da una serie di 16 spettacolari ponti tra un albero e l’altro, sino a raggiungere una lunghezza di ben 270 metri.

# Un ponte tanto suggestivo quanto resistente

credit: returntonow.net

Durante la passeggiata sul “tetto” della foresta, se si guarda con attenzione, si possono scorgere orsi, picchi e altri animali che vivono nelle Smoky Mountains. L’immersione nella natura è totale e la si vive da una dimensione insolita, quella dell’aria.

In Aprile purtroppo una forte tempesta si è abbattuta sul parco e molti alberi sono caduti, danneggiando il ponte. Nonostante ciò la suggestiva struttura ha dimostrato di essere sufficientemente resistente per restare in piedi, infatti solo 5 dei ponticelli che lo costituiscono sono crollati, mentre gli altri 11 sono tutt’ora aperti al pubblico.

Se prima rispondere “volare” alla domanda “quale superpotere vorresti avere?” sembrava davvero un’opzione surreale, dopo un’esperienza fluttuante sul ponte sospeso tra gli alberi più lungo del mondo lo sembrerà un po’ meno.

Leggi anche: Il “PONTE SULLO STRETTO” di Milano

ROSITA GIULIANO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Milano vuole fare l’americana: a che punto è la nuova Piazza della Libertà?

0
Nuovo Consolato USA a Milano

Milano avrà una piazza della libertà. Non solo: ci saranno anche il Parade Ground e il Liberty Building: scopriamo il progetto nel dettaglio con rendering e immagini dal cantiere.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Milano vuole fare l’americana: a che punto è la nuova Piazza della Libertà?

# Nel 2021 il restauro della palazzina Liberty dell’ex Tiro a Segno

Tiro a Segno riqualificato

Alla Cagnola, in piazzale Accursio, sta nascendo la nuova casa del Consolato Generale USA. Il primo segno di cambiamento nell’area è avvenuto nel 2021 con la riqualificazione della palazzina Liberty dell’ex Tiro a Segno del 1905. I lavori nel cantiere per la costruzione del nuovo complesso edilizio sono partiti nel 2022. La realizzazione del progetto è coordinata dal Bureau of Overseas Buildings Operations, agenzia governativa USA responsabile della supervisione della costruzione e della gestione delle strutture diplomatiche statunitensi in tutto il mondo. Per la progettazione e l’esecuzione sono state scelte due realtà statunitensi, rispettivamente la newyorkese SHoP Architects e la Caddell Construction Company LCC.

# Il progetto si sviluppa su un’area di 4 ettari e si caratterizza per tre elementi distintivi

Nuovo Consolato USA a Milano

L’investimento previsto è di 351 milioni di dollari. Il progetto si sviluppa su un’area di quattro ettari e prevede la riqualificazione, oltre a quella già terminata dell’edificio dell’ex Tiro a Segno, anche del Cortile liberty e della Piazza d’Armi. Questa zona è stata pensata come cornice della Cancelleria e come spazio condiviso e punto di accesso al complesso, accogliendo i visitatori e il personale.

Mappa Consolato

Il nuovo Consolato USA si caratterizza per tre principali elementi.

#1 La Liberty Plaza

Di forma triangolare con giardino pubblico, la “piazza della libertà” sarà uno spazio di accesso all’edificio restaurato e dedicato, una volta inaugurato, a mostre ed eventi, con galleria espositiva per mostrare immagini della storia del sito e dell’area circostante. All’interno anche un bar che rende omaggio allo storico caffè presente un tempo.

#2 Il Parade Ground

Sarà un luogo di ritrovo e per eventi, con un padiglione ad arcate posto di fronte all’edificio principale da ricostruire identico all’originale, demolito a causa della suo pessimo stato di conservazione, e affacciato su uno specchio d’acqua di 120 mq.

#3 Il Liberty Building

In fondo all’area troviamo il Liberty Building, destinato alla cancelleria e agli uffici, e formato da due volumi: una torre di cinque piani sopra ad un basamento di forma orizzontale. La facciata si compone di pannelli in pietra di fabbrica e lavorata digitalmente in colore crema, a richiama gli edifici del centro storico e nelle piazze di Milano e di altre città italiane. I pannelli sfumano da trasparente a solido, dal basso verso l’alto. L’effetto evoca una base rustica, con una colorazione che richiama richiama i toni rustici dei tetti in terracotta e delle colonne lignee del Padiglione e della Palazzina Liberty. All’esterno alberi e giardini sono intervallati ad ampie sedute. Si affiancano poi due modesti edifici a terra in mattoni.

# Preservate strutture murarie e inserite opere d’arte nei giardini

Resti di mura

Si prevede poi il mantenimento a vista delle storiche strutture in muratura, a testimonianza del passato del luogo.

Scultura Wave-Cave

A lato della piazza d’Armi, frontale all’estremità padiglione ad arcate, è prevista la posa della struttura autoportante in terracotta Wave/Cave progettata da SHoP Architects e da NBA Keramik, costruita originariamente per la mostra “Material Immaterial” di Interni al FuoriSalone del 2017. 

Scultura Beverly Pepper

All’entrata della Palazzina Liberty una scultura di Beverly Pepper.

# Le immagini dal cantiere e la data prevista di fine lavori

L’ultimo fotoreportage di Urbanfile mostra lo stato dei lavori e un mockup al naturale del revestimento finale della facciata della parte centrale del Liberty Building. Il cronoprogramma prevede la conclusione dei lavori per la fine del 2025.

Continua la lettura con: Loreto, forse ci siamo: via ai cantieri per la riqualificazione. Ecco come diventerà: rendering della piazza e le foto di buenos aires

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Quello che manca a Malpensa per volare più in alto

0
Manuele Mariani - Monitor che non funzionano

Ci sono diverse cose da sistemare, soprattutto al Terminal 1: lo segnala Manuele Mariani. Vediamo quali sono gli interventi da fare

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Quello che manca a Malpensa per volare più in alto

# Le panchine negli spazi esterni

Lo scalo è fresco di cambio del nome in Aeroporto internazionale Milano-Malpensa “Silvio Berlusconi”, dopo la bocciatura dell’istanza di sospensiva da parte del Tar, ma il cambio di nome non basta: serve una bella sistemata. In particolare, il Terminal 1 ha diverse pecche e cose che non funzionano. All’esterno, al piano arrivi presso l’area bus, è praticamente impossibile sedersi. Rimangono esclusivamente due vecchie panchine di quando ancora si chiamava Malpensa 2000, negli anni ’90, di cui solo una è integra: l’altra è senza schienale e rivolta nel senso sbagliato. 

# All’interno mancano i divanetti e le prese di ricarica nella “piazza del lusso”

piccolocatus IG – Negozi lusso Malpensa

Problemi anche all’interno, addirittura nella piazza del lusso: sono presenti tutti i marchi di moda più famosi, ma non ci sono divanetti e chaise longue dove stendere le gambe e nemmeno le prese per ricaricare i dispositivi elettronici. Siamo all’ABC.

# Sparita la food court fatta per Expo2015 e no area giochi

La food court a Malpensa (che ora non c’è più) ph. archilovers.com

C’era ai tempi di Expo2015, era stata realizzata proprio per quell’occasione. Da tempo la food court non esiste più: è stata smantellata per aumentare i varchi di controllo passaporto per gli imbarchi B extra Schengen.

Zero spazi anche per lo svago. Gli aeroporti internazionali sono soliti avere aree giochi destinati ai più piccoli, l’Aeroporto di Malpensa non è tra quelli a metterne a disposizione una.

# I monitor non funzionano

Manuele Mariani – Monitor che non funzionano

Agli arrivi sono pochi i monitor, quelli accanto alla riconsegna bagagli, che funzionano. E quelli attivi mostrano le informazioni relativi ai treni in partenza da Milano invece che dall’aeroporto. Per chi avesse dei bagagli a mano da trasportare, mancano i carrellini duty free dove appoggiarli.

# Da smantellare i muri che ostruiscono la vista degli schermi

Manuele Mariani – Muri agli arrivi

Andrebbero poi rimossi i muri che ostruiscono la visuale dei monitor. Inoltre questi monitor non indicano in modo chiaro ai passeggeri in arrivo e a chi li attende se si trovano all’imbarco A o B. Identico problema è presente per le partenze. Si dovrebbero dividere le informazioni su schermi differenti: da una parte i voli diretti o in partenza dall’imbarco A o B. Un terzo schermo andrebbe dedicato al Terminal 2.

# Manca l’insegna Malpensa al Terminal 1

Manuele Mariani – Terminal 1 Fiumicino

Dulcis in fundo non c’è nemmeno l’insegna del Terminal 1, sia dal lato della strada che da quello delle piste, cosa che c’è invece al Terminal 2. Basterebbe fare come a Fiumicino, mettendo delle semplici scritte adesive sulle vetrate.

E a proposito di insegne: a Milano città non ci sono cartelli per Malpensa, ma solo per Linate. Qualcuno se ne è mai accorto?

Continua la lettura con: Terminal di Lampugnano: le 4 proposte per renderlo un luogo più «umano»

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

I segreti del palazzo più misterioso di Milano, dove vivono “Fuoco”, “Vento” e “Terra”

0

Il palazzo misterioso. Lo si vede già dal citofono. Lo abitano “Fuoco”, “Vento” e “Terra”.  Un liberty che profuma di gotico. Sarebbe l’ambientazione ideale per uno dei film di Tim Burton, tipo Edward Mani di Forbice o Batman. In sintesi, uno spettacolo che non tutti i milanesi conoscono. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

I segreti del palazzo più misterioso di Milano, dove vivono “Fuoco”, “Vento” e “Terra”

# Un palazzo romanticamente inquietante, nato da una visione di Arata

Ph. andreacherchi_foto IG

Ci troviamo in zona Buenos Aires. All’angolo tra via Settembrini e via Boscovich con la sua facciata in mattoni a vista, uno scenografico palazzo spicca tra le costruzioni della zona. Dall’aspetto austero e imponente, con particolari eccentrici e inquietanti.

Un palazzo spettacolare, unico nel suo genere: si tratta di Casa Felisari, o Palazzo Pathè, un’estrosa creazione dell’architetto visionario Giulio Ulisse Arata, esponente della Belle Époque e dell’Art Nouveau a cui si deve anche un’altra bellezza Liberty spettacolare di Milano: Casa Berri-Meregalli in via Cappuccini, il “palazzo più eclettico di Milano”. Ma torniamo a Casa Felisari. 

# Una commistione di stili che conferisce originalità e impatto visivo

Credits: Milano Segreta FB

Inquietante, ma terribilmente affascinante: Casa Felisari venne realizzata tra il 1902 e il 1914 e il suo stile rappresenta un perfetto ibrido tra il neoromantico, il decò e il liberty.

Tra i primi motivi di attenzione c’è all’ingresso il bel mosaico di Galileo Chini, con gli elementi decorativi orientaleggianti e medievaleggianti che si uniscono a quelli a tema animale.

# Casa Felisari fu la sede della Pathè Cinema

Ph. andreacherchi_foto IG

Per alcuni anni, Casa Felisari fu la sede della casa di produzione cinematografica Pathè, una delle più antiche case di produzione francesi che scelse questo palazzo al numero 11 di via Settembrini per avere la propria sede italiana.

Nel 1919 la Pathè Cinema dovette lasciare il palazzo. Da allora, per molti anni, rimase vuoto. Finché a prendere il posto della casa cinematografica francese ci sono oggi degli inquilini molto particolari.

# Chi vive in Casa Felisari? “Fuoco”, “Vento” e “Terra”

Credits: @pasquarana IG

Ora la casa sembrerebbe abitata, o comunque occupata, da qualcuno. A certe ore della sera le luci sono accese, anche se dall’interno proviene un silenzio tombale.

Ma è singolare e intrigante anche il citofono all’ingresso in via Boscovich. Come inquilini figurano queste scritte: “Fuoco”, “Vento”, “Terra”.

In molti hanno provato a citofonare per chiedere informazioni, nella speranza che qualcuno aprisse, ma con scarsi risultati.

Il mistero su chi viva nella Casa Felisari continua. Quindi, non resta che passarci davanti, ammirare gli elementi architettonici di grande pregio e fantasticare sulla sua storia misteriosa ed inquietante.

Continua la lettura con: Milano Lambrate, “la stazione curva”

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

La tua prima volta sulla M4

0

Non si scorda mai. 

Qui il video: La tua prima volta sulla M4

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Continua con: Un milanese si fa sempre riconoscere. Anche su una pista da sci

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Queste le possibili stazioni del futuro passante di Milano

3
Focus nodo bivio secondo passante

Di un secondo passante per Milano si è tornato a parlare di recente da parte dell’Assessore ai traporti regionale. L’idea era stata lanciata dal Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Ecco come potrebbe essere e le stazioni da realizzare.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Queste le possibili stazioni del futuro passante di Milano

# Ripristinare l’ex cintura ferroviaria milanese Ovest

Tracciato secondo passante

In questo articolo avevamo proposto la soluzione dell’Associazione Regionale Trasporti per creare un passante di serie A per Milano. Si potrebbe realizzare ripristinando l’ex cintura ferroviaria milanese Ovest e raccordando le stazioni di Romolo e Porta Genova con le linee afferenti a Garibaldi. In questo modo si avrebbe il collegamento del Secondo Passante Ferroviario con Milano Garibaldi Superficie, Milano Garibaldi Passante e Milano Ghisolfa in modo da permettere ai treni della linea Mortara di accedere a tutte le direzioni presenti e future. Il passante attivo attualmente verrebbe utilizzato da treni a lunga percorrenza e Interpolo. 

# Quali potrebbero essere le stazioni?

Nuove stazioni passante

Ma quali potrebbero essere le stazioni? Sul ramo che sale verso nord-ovest ce ne potrebbero essere quattro:

  • Foppa ad intersecare la M4, per intercettare i treni che arrivano da sud est;
  • Porta Genova interrata dove far fermare i convogli in arrivo da Mortara, mantenendo l’interscambio con la M2;
  • Pagano per scambiare con la M1 è raccordata in sotterranea con Porta Genova,
  • Domossola/Sempione dove cambiare con la M5 o i treni della stazione FNM.

Il tratto finale in sotterranea del secondo passante si diramerebbe in due: quello nord est, come linea passante anche con la stazione Garibaldi, e quello nord ovest verso le stazioni di Villapizzone e Certosa Fs da un un alto e quella di Bovisa FNM dall’altro. Nella prosecuzione verso nord ovest si instraderebbe nell’area di Scalo Farini dove potrebbe essere realizzata una quinta stazione, sue due livelli:

  • al primo livello in trincea 6 binari, di cui 4 dedicati alla traccia Milano P.ta GARIBALDI FS – Milano CERTOSA FS (2 esistono già) e 2 alla nuova linea Milano CENTRALE FS – Milano P.ta GARIBALDI FS – Milano FARINI – Milano BOVISA FNM – AEROPORTO INTERNAZIONALE di MALPENSA. 
  • al secondo livello, interrato, la stazione del secondo passante con 4 binari, due diretti 

# Il passantino diretto alla Stazione Centrale

Il passantino verso la Stazione Centrale

Per consentire la connessione della Stazione Centrale con quelle di Porta Garibaldi, Farini e Bovisa per far proseguire i convogli fino a Malpensa servirebbe un “passantino” e il ripristino del Bivio Mirabello. Il passante Milano Greco-Milano Repubblica, con l’aggiunta di due binari, potrebbe avere un bivio a raso con la linea “Passantino” Garibaldi-Bivio Mirabello e così i treni del passante potrebbero interagire anche con il Bivio Mirabello e quelli uscenti dai binari di Milano Garibaldi Superficie dirigersi nella nuova linea Milano Greco-Milano Repubblica, ripristinando l’ex Bivio Magna. 

# Un investimento da 1,2 miliardi di euro

Ph. @vandalos13 IG

Il Secondo Passante avrebbe lo scopo di raccogliere i treni che entrando da Sud (Bologna, Genova e Mortara) non potrebbero circolare sulla cintura ferroviaria a causa della saturazione già in atto. Si aggiungerebbero circa 60 treni giorno del Comprensoriale S9 (Saronno-Seregno-Milano-Mortara) oggi esclusi da Milano Porta Garibaldi e altri 60 che sostano sui vari scalo di Milano. L’investimento per l’infrastruttura si aggirerebbe attorno a 1,2 miliardi di euro, o qualcosa di meno realizzando una stazione Ghisolfa-Farini conglobando sulla stazione a 4 binari i rami Bovisa ed i rami Villapizzone.

Assieme al Passante Ferroviario di Monza, al raccordo Milano Greco-Milano Repubblica e all’uso dell’attuale passante ferroviario  esclusivamente per i treni a Lunga Percorrenza ed Interpolo, verrebbero risolte tutte le interferenze sul nodo ferroviario di Milano e nei dintorni e ci sarebbero molti più treni tra Milano Porta Vittoria e Milano Lancetti.

Continua la lettura con: Un passante di serie A: 5+1 proposte per una super-rete del trasporto ferroviario urbano di Milano

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 10+1 opere più spettacolari da ammirare nei parchi di Milano

0

Passeggiare nei parchi di Milano significa immergersi non solo nella natura, ma anche nell’arte. Da sculture storiche a installazioni contemporanee, le opere disseminate nei polmoni verdi della città creano un dialogo unico tra cultura e paesaggio urbano. Ecco una selezione delle 10+1 opere imperdibili che rendono i parchi milanesi unici nel loro genere, prendendo spunto dalla selezione della storica rivista di architettura DomusWeb.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le 10+1 opere più spettacolari da ammirare nei parchi di Milano

#1 Teatro Continuo, Alberto Burri, 1973 – Parco Sempione

Credits: Paola Di Bello, Teatro Continuo di Burri, Parco Sempione, Milano, 2015, serie di fotografie a colori, fine art ink jet print su carta baritata

Realizzato per la XV Triennale di Milano, il Teatro Continuo è una struttura aperta costituita da sei pannelli mobili dipinti di bianco e nero. Collocato strategicamente nel Parco Sempione, funge da telescopio prospettico che inquadra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace. L’opera, demolita nel 1989 per controversie sul suo valore estetico, è stata ricostruita nel 2015 in occasione di Expo Milano, per restituire alla città un importante simbolo di dialogo tra natura e architettura.

#2 Chiosco Scultura, Giorgio Roccamonte, 1973 – Parco Sempione

Credits: Stefano91, Tripadvisor

Il Chiosco Scultura, ideato durante la XV Triennale, è una struttura in cemento armato che funge da piccolo padiglione. Pensata per promuovere la lettura e lo scambio culturale, rappresenta un’opera partecipativa che trasforma lo spazio pubblico in un luogo di incontro. La sua forma essenziale e modulare si integra perfettamente con l’ambiente circostante.

#3 Accumulazione Musicale, Arman, 1973 – Parco Sempione

Credits: fi_decorso, Tripadvisor

Opera iconica della XV Triennale, Accumulazione Musicale rappresenta una combinazione unica di strumenti musicali e sedie inglobati in una colata di cemento. Questa scultura teatrale evoca il rapporto tra ordine e caos, vita e arte. Attualmente in condizioni di degrado, è in corso un progetto di restauro per preservare la sua unicità e il messaggio simbolico che racchiude.

#4 Bagni Misteriosi, Giorgio De Chirico, 1973 – Giardino della Triennale

Bagni Misteriosi Triennale – Parco Sempione

I Bagni Misteriosi sono una delle opere più enigmatiche di Giorgio De Chirico. Rappresentano una vasca stilizzata con nuotatori, trampolini e sfere, creando un’atmosfera onirica e surreale. Restaurata nel 2015, l’opera è oggi una delle attrazioni principali del Giardino della Triennale, simbolo dell’unione tra arte e paesaggio urbano.

#5 Daily Desiderio, Riccardo Benassi, 2018 – Parco di CityLife

Credits: ArtLine Milano, Facebook

Quest’opera contemporanea combina una struttura minimale in alluminio con un display LED, che trasmette messaggi quotidiani generati autonomamente. Daily Desiderio rappresenta un dialogo costante tra tecnologia e pubblico, sfidando i visitatori a riflettere sulle interazioni tra uomo e città in un’epoca digitale.

#6 I Sette Savi, Fausto Melotti, 1981 – Giardino del PAC

Credits: Padiglione d’Arte Contemporanea

Sette figure in marmo di Carrara immerse nella natura del Giardino del Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC). L’opera, simbolo di silenzio e riflessione, è l’ultima versione dell’originale creata per la VI Triennale del 1936. Ogni figura rappresenta un saggio che invita il visitatore alla contemplazione.

#7 I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, Harry-Pierre Rosenthal, 1976 – Porta Venezia

Credits: Secondo cavaliere, Tripadvisor

Queste sculture in bronzo rappresenta quattro cavalieri e un cavallo pacifico, in netto contrasto con l’immagine apocalittica. Donata alla città nel 1976, l’opera invita a riflettere sul significato della guerra e della pace. La sua collocazione nei Giardini Pubblici di Porta Venezia accentua il dialogo tra storia e attualità.

#8 Helix, Charles Jencks, 2011 – Parco Alfa Romeo, Portello

Credits: Rodrigo Kugnharski, Unsplash

Situata su una collina a forma di doppia elica, questa scultura metallica celebra la rigenerazione urbana e il legame con la vita. Helix simboleggia il DNA umano, evocando la complessità e la bellezza dell’esistenza. È un simbolo della rinascita di Milano, connesso alla trasformazione del quartiere Portello.

#9 Murales di Sten & Lex, 2020 – Parco Trotter

Credits: Outis – Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, Facebook

Due grandi murales in bianco e nero che riflettono la storia e la comunità del quartiere NoLo. Realizzati con la tecnica dello stencil, celebrano il passato industriale del quartiere e il presente multiculturale. Il Parco Trotter diventa così un luogo dove arte e comunità si incontrano, creando un ponte tra tradizione e innovazione.

#10 Cavallo di Leonardo, Nina Akamu, 1999 – Ippodromo

Credits: Mister No, Google Maps

Il Cavallo di Leonardo, una delle sculture equestri più grandi al mondo, è un tributo al genio rinascimentale. Concepito da Leonardo da Vinci nel 1482, il progetto è stato realizzato solo nel 1999 grazie all’artista Nina Akamu. L’imponente statua, alta 7,3 metri, si erge maestosa all’ingresso dell’Ippodromo del Galoppo, simboleggiando la perseveranza e il trionfo dell’ingegno.

# 10+1 Condizione Umana, Agenore Fabbri, 1976 – Porta Nuova

Quest’opera contemporanea, nota anche come L’uomo nudo di Porta Nuova, raffigura un individuo in posizione vulnerabile, immerso tra i grattacieli futuristici del business district. Creata dall’artista Agenore Fabbri, rappresenta una provocazione sul rapporto tra progresso tecnologico e fragilità umana. Collocata in uno dei quartieri più dinamici di Milano, l’opera ha scatenato dibattiti per il suo carattere simbolico e controverso.

Continua la lettura con: Questi sono i 10 parchi «più popolari d’Europa»: sì, c’è anche Milano!

MATTEO RESPINTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

NY Times: Milano è uno dei place to go mondiali, dove andare nel 2025

0

C’è anche Milano tra le destinazioni da visitare assolutamente nel 2025: lo dice il NY Times. Scopriamo le tre ragioni e quali sono le altre italiane consigliate.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

NY Times: Milano è uno dei place to go mondiali, dove andare nel 2025

Secondo la giornalista Ceylan Yeğinsu, autrice della descrizione della città per il New York Times, Milano sta vivendo una profonda trasformazione. Queste sono le 3 novità più interessanti per un pubblico internazionali. 

#1 La trasformazione per le Olimpiadi che incuriosisce il NY Times

Uno degli elementi chiave del successo di Milano, secondo la Yeğinsu, è rappresentato dalle Olimpiadi Invernali del 2026, la cui preparazione sta cambiando radicalmente il volto della città, contribuendo alla riqualificazione di edifici e intere zone.

Tra i progetti più significativi, l’ex-Scalo Romana, che, dopo i Giochi, ospiteranno una residenza universitaria per 1.700 studenti, accompagnata da un nuovo quartiere con un parco pubblico di 100.000 mq e un “Bosco sospeso” sopra la ferrovia. Il Milano Ice Park, che avrà spazi nei padiglioni di Rho Fiera, ospiterà eventi sportivi, concerti e congressi, con una capacità di 30.000 posti.

Altri progetti includono Santa Giulia, con 3.500 nuove abitazioni, un parco di 270.000 mq, una nuova area commerciale. O San Siro, che ospiterà la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, potrebbe subire un parziale rinnovamento, con spazi commerciali, museali e sportivi, sebbene il suo futuro resti ancora incerto.

#2 Grande Brera: la cultura milanese colpisce anche oltreoceano

Un altro progetto che ha attirato l’attenzione del New York Times è la Grande Brera. Questo ambizioso complesso culturale riunisce alcune delle istituzioni più prestigiose di Milano, come la Pinacoteca di Brera, la Biblioteca Braidense e Palazzo Citterio. Quest’ultimo, recentemente restaurato, è stato trasformato in uno spazio dedicato all’arte moderna, circondato da giardini che costituiscono una vera oasi nel cuore della città.

Brera, con le sue stradine pittoresche, i caffè e le boutique, è descritto come uno dei quartieri più affascinanti dove vivere. A completare il fascino del quartiere c’è il nuovo hotel Casa Brera, esempio di architettura razionalista con uno sky bar panoramico e ristoranti di alto livello curati dallo chef stellato Andrea Berton. 

#3 Design Week: l’evento da non perdere

Tra gli appuntamenti più attesi, il New York Times segnala la Design Week, che si terrà dal 7 al 13 aprile 2025. Questo evento annuale è un appuntamento imprescindibile per gli amanti del design, dell’architettura e dell’arte. L’edizione di quest’anno avrà come tema Connected Worlds, esplorando il ruolo del design nel connettere mondi fisici e digitali, culture e persone. Durante la Design Week, Milano si trasforma con il Fuorisalone in un palcoscenico creativo, con mostre, installazioni e iniziative aperte a tutti, non solo agli addetti ai lavori.

# Le altre mete italiane nella selezione del NY Times: Dolomiti per il trekking e Sicilia per le bici

Milano non è l’unica destinazione italiana nella lista del New York Times. Anche la Sicilia (45° posizione) e le Dolomiti (15° posizione) sono state selezionate tra le 52 mete imperdibili.

La Sicilia è celebrata per il Sicily Divide, un itinerario cicloturistico che attraversa l’isola da costa a costa, offrendo un’esperienza autentica nelle aree interne. Le Dolomiti, invece, sono state inserite grazie al Cammino Retico, un percorso di trekking che unisce paesaggi alpini mozzafiato a siti storici di grande fascino.

# Milano l’unica città italiana presente: più interessante perfino della Roma del Giubileo

Rendering riapetura Navigli Comune di Milano

Milano è dunque l’unica metropoli italiana nella lista, considerata più interessante perfino della Roma del Giubileo. E si distingue per la sua capacità di coniugare cultura, moda e innovazione. Progetti come il Rinascente District, che unisce realtà moderne e simboli tradizionali (come la Galleria Vittorio Emanuele e il Duomo), sono tra quelli che hanno convinto il quotidiano statunitense. Secondo il New York Times, questo mix unico rende Milano una destinazione completa, capace di soddisfare i gusti degli statunitensi, alla ricerca di arte, buon cibo, design e, naturalmente, shopping.

Continua la lettura con: I dieci effetti di Milano città stato più votati dai milanesi: al primo posto portare Milano a livello delle prime al mondo

MATTEO RESPINTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il «Faro di Milano» con belvedere panoramico: i nuovi rendering e le ultime immagini dal cantiere

0
ACPV - Vista dalla strada Torre A2A

La futura sede di A2A è pronta a segnare un duplice traguardo importante: primo grattacielo nel sud della città e sesto edificio più alto in assoluto, subito dopo Palazzo Lombardia. Il progetto prevede inoltre un ampio intervento di riqualificazione urbana, coinvolgendo l’area compresa tra Piazza Trento, Viale Toscana e il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Andrea in Via Crema, inclusi gli spazi del sagrato. Questo il progetto nel dettaglio e le ultime immagini dal cantiere.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Il «Faro di Milano» con belvedere panoramico: i nuovi rendering e le ultime immagini dal cantiere

# Torre Faro: il primo grattacielo per il sud Milano, alto 145 metri per 28 piani 

Rendering Acpv – Torre Faro

Sul finire del 2023 sono iniziati i lavori per la “Torre Faro”, destinata a diventare un simbolo dell’innovazione e della sostenibilità nella zona sud di Milano. Questo grattacielo, il primo a sorgere in quest’area della città, è in predicato di diventare la nuova sede di A2A, la multiutility che opera nei settori dell’energia e della gestione dei rifiuti a Milano e Brescia. Con i suoi circa 145 metri di altezza distribuiti su 28 piani è un esempio di architettura moderna, progettata per integrare avanzati sistemi di efficienza energetica e tecnologie eco-sostenibili. Al suo completamento diventerà il sesto edificio più alto in assoluto, subito dopo Palazzo Lombardia.

# Una forma tubolare, uno sky garden e un belvedere panoramico a 125 metri d’altezza

Il grattacielo, ideato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel, si distingue nel panorama urbano grazie al suo design unico. Caratterizzato da una struttura tubolare e una pianta circolare, presenta un elemento particolarmente originale: una spaccatura a circa 61 metri di altezza, che ospita giardini pensili chiamati Sky Garden, con una sorprendente altezza di 3 metri. Questo dettaglio architettonico rende l’edificio un’icona di innovazione e armonia tra natura e modernità.

ACPV – Belvedere Torre Faro

In cima alla torre, a circa 125 metri di altezza, è previsto un belvedere panoramico aperto al pubblico che con la sua illuminazione sera illuminerà la città.

 

Al piano terra, una spaziosa hall d’ingresso darà il benvenuto ai 1.500 dipendenti, arricchita da una suggestiva cascata d’acqua visibile anche dall’esterno.

Il progetto include inoltre un cortile verde che collegherà la nuova sede al futuro Museo dell’Energia, previsto all’interno di un edificio storico da riqualificare.

# La trasformazione dell’area di 63mila mq da Piazza Trento a Via Crema

acpvarchitects – Sagrato Chiesa di Sant’Andrea

Oltre ai lavori nell’ex Scalo Romana, con il Villaggio Olimpico ormai terminato, e al grattacielo di A2A, anche l’area limitrofa è soggetta ad un’importante riqualificazione. Stiamo parlando di una superficie di 63.000 mq che interessa: l’intera Piazza Trento, la piazza antistante la parrocchia di Sant’Andrea, compreso il sagrato, e le vie Crema, Palladio e Adige.

acpvarchitects – Nuova piazza tra Via Creama, Salmini e Verona

Nel dettaglio si prevede:

  • la trasformazione di Piazza Trento consiste nel rendere l’area un luogo accessibile ai cittadini, ideale per l’aggregazione, con una revisione completa degli spazi pubblici, la creazione di un’area verde fruibile, e interventi di riqualificazione su marciapiedi e parterre centrale;

  • un nuovo sagrato per la chiesa;
  • la pedonalizzazione del tratto sud di via Crema con l’aggiunta di un’area giochi;
  • la creazione di una nuova piazzetta pedonale tra le vie Crema, Salmini e Verona;
  • l’allargamento dei marciapiedi fino a 10 metri;
  • l’incremento alberature, con aggiunta di un filare di alberi in Via Adige.

# Le ultime immagini dal cantiere 

Il cantiere è in pieno fermento. Si vede già la struttura di base a “V” rovesciate in metallo sopra la quale è prevista l’apposizione di una corona. Da quel punto la forma tubolare del grattacielo sale per arrivare ai 145 metri. Nell’ultimo reportage fotografico che abbiamo realizzato il 10 gennaio 2025 si può vedere la struttura crescere da diverse angolazioni:

  • dal cavalcavia di via Ripamonti, oltre lo studentato Aparto e quello presente da diversi anni sempre di Bocconi;
  • dall’Osservatorio dentro lo Scalo Romana, la vista da sud, con il campanile della Chiesa di Sant’Andra e la Torre di Porta Romana sullo sfondo;
  • sotto le cesate lungo via Isonzo.

La conclusione delle opere dovrebbe avvenire nel 2026. L’obiettivo iniziale era arrivare in tempo per le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina, staremo a vedere se riusciranno nell’impresa.

Continua la lettura con: Il super-grattacielo e altre 5 idee per la nuova Centrale di Milano

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

«Milano avrà un’altra metropolitana»: questo è il tracciato preferito dai milanesi

4

Lo ha annunciato il sindaco: Milano avrà una nuova metropolitana. Sarà la M6. Ha anche aggiunto che si deve ancora decidere il tracciato. Sembra che a breve verranno coinvolti i cittadini per scegliere il tragitto ottimale, anche se da tempo circolano due percorsi alternativi: ma qual è il preferito per i milanesi? Per scoprirlo abbiamo fatto un sondaggio: questi i risultati. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

«Milano avrà un’altra metropolitana»: questo è il tracciato preferito dai milanesi

# Il sindaco: “Faremo una nuova metropolitana”

“A Milano faremo un’altra metropolitana e stiamo mettendo a punto il tracciato”, ha annunciato Beppe Sala. Ma quale potrebbe essere il tracciato della sesta linea di Milano? Al momento esistono due ipotesi più plausibili: per capire la preferita dei milanesi abbiamo organizzato un sondaggio. Queste le due ipotesi con i risultati finali.

Beppe Sala IG

# Da Mind/Certosa a PONTE LAMBRO

Tra le ipotesi più probabili c’è quella di collegare il Sud Est di Milano con il Sud Ovest, dalla Barona a Ponte Lambro. Soluzione che potrebbe essere ulteriormente estesa portando la M6 da MIND a Ponte Lambro, passando per Santa Giulia e intercetterebbe tutte le linee metropolitane esistenti incrociando la Circle Line alla stazione MIND-Merlata, la M1 e M5 ad ovest, la M4 a sud ovest, la M2 e la M3 a sud con probabile interscambio a Lodi T.I.B.B. a servizio dello Scalo Romana. Questa sembra l’ipotesi preferita dal Comune di Milano. La seconda ipotesi sembra invece particolarmente caldeggiata dal governo: arrivare fino a Opera. 

Credits Urbanfile – Metro M6 

# Dal futuro capolinea di M1 Quartiere Olmi a OPERA, sbinando il ramo ovest della M1

Il tracciato scorrerebbe a sud lungo l’asse di Via Ripamonti per servire il quartiere Vigentino, lo IEO, Noverasco e fare capolinea nel Comune di Opera, dove verrebbe realizzato il deposito-officina e un hub dell’Alta Velocità per i Frecciarossa e gli Italo Treno diretti a Genova. Per capire l’ipotesi preferita dai milanesi abbiamo realizzato un sondaggio. Questi i risultati. 

# I milanesi scelgono… Mind – Ponte Lambro!

Queste le percentuali di voti espressi:

Mind – Ponte Lambro: 60,8%

Olmi – Opera: 39,1%

Continua la lettura con: Milano – Berlino con il Frecciarossa

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Navi, crocifissi magici e case-castello: le sorprese del quartiere più «americano» di Milano

1
Villa La rotonda - ph. @clauz73 IG

Milano ha il vizio di concentrarsi troppo sul centro. E perdere di vista i suoi angoli più straordinari in periferia. Un esempio? Alzi la mano chi conosce la Cagnola. Un quartiere quasi ignorato dai milanesi ma tra i preferiti da svizzeri, tedeschi e, soprattutto, dagli americani. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Navi, crocifissi magici e case-castello: le sorprese del quartiere più «americano» di Milano

# Dai Corpi Santi agli Asburgo 

credits: blog.urbanfile.org

La Cagnola era una parte dei Corpi Santi di Milano, con cui si indicava, fino al 1800 circa, il cerchio di territorio fuori delle mura spagnole. In questa fascia c’erano le cascine e i borghi che circondavano il comune di Milano. 

Nel 1500 Cagnola, accostato ai comuni di Boldinasco e Villapizzone, era già di notevoli dimensioni e risulta menzionato in un atto notarile firmato dall’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo

Nel 1755 gli Asburgo trasformarono il nome in Comuni rurali.

# L’area da piazzale Accursio a Piazza Firenze

Il curioso nome ‘Cagnola’ quasi certamente deriva dal nome di un proprietario fondiario che risiedeva qui nell’antichità. Il borgo si sviluppava a ridosso della antica via Varesina che partiva da Porta Tenaglia e arrivava a Saronno o Varese. Comprendeva l’attuale piazzale Accursio, che un tempo si chiamava Piazza del Bersaglio, a causa della presenza del Tiro a segno nazionale, e si estendeva fino al cosiddetto Rondò della Cagnola, oggi Piazza Firenze. Nel 1923 il comune di Milano annesse Villapizzone, Musocco, Garegnano, Boldinasco e il quartiere Cagnola. La viabilità fu modificata e nacquero in quel periodo via Gassendi e via Pacinotti.

# Il “furto” dei tre santi in marmo: dalla Cagnola al Castello Sforzesco

credits: blog.urbanfile.org

Nel 1644 gli abitanti della Cagnola decisero di far erigere un oratorio e posizionarlo al confine con i tre comuni in cui il borgo era suddiviso. L’oratorio fu intitolato a San Giovanni Battista.  Di tale costruzione oggi rimangono solo tre statue in marmo bianco del 1400 che raffigurano tre santi nell’atto della preghiera e che oggi sono conservati al Castello Sforzesco.

# Il crocifisso magico trasferito a Campione. Galleggiava per davvero!

credits: blog.urbanfile.org

Un altro pezzo storico è stato portato via dal quartiere. Questa storia mescola sacro e profano. Alla Cagnola vi era un’antica osteria, anch’essa ormai scomparsa, chiamata dell’Ostone che era posizionata proprio in fronte all’oratorio di San Giovanni Battista. Di fronte all’osteria fu ritrovato sul fondo della roggia un crocifisso in rilievo su marmo. La leggenda vuole che il blocco di marmo scolpito galleggiasse sull’acqua. Fu raccolto e appeso nell’osteria: oggi lo si può ammirare nella Galleria Civica di Campione d’Italia.

# Un assaggio di Svizzera a Milano

All’interno del quartiere, nelle adiacenze di viale Certosa, si trova un insieme di vie che celebrano lo stato confinante con la Lombardia: la Svizzera. Via Chiasso, Bellinzona, Locarno e Monte Generoso. La caratteristica di queste vie è la presenza di piccole ma molto eleganti villette liberty.

# Il Liberty District: Cinema Trieste e Tennis Club Bonacossa

credits: blog.urbanfile.org

In via Giovanni Antonio Plana, di fronte al civico 20 si trova un meraviglioso palazzo liberty. In via Pacinotti poi si trova un edificio del 1912 che era un cinema, il cinema Trieste. E’ uno degli edifici liberty più di pregio della zona. Nel tempo è diventato cinema Sempione e ha in seguito conosciuto momenti di abbandono e incuria. Oggi è stato restaurato e trasformato in uno spazio culturale.

Anche in via Pietro da Cemmo è possibile notare rilievi smaltati con motivi floreali in stile liberty che sovrastano i portoni di ingresso delle abitazioni. Poco distante da via Plana si trova però la perla liberty per eccellenza: il Tennis club Bonacossa. Questo palazzo meraviglioso è nello stesso tempo un’istituzione dello sport cittadino e un bene culturale ed artistico di pregio. Fu progettato nel 1923 dall’architetto Muzio per il conte Bonacossa, a cui fu dedicato.

# Le case-castello

Villa La rotonda – ph. @clauz73 IG

Girando per il quartiere ci si imbatte in case o villette alquanto particolari. In via Gassendi 3 e in via Bodoni,  per esempio si possono trovare  strani edifici multicolore che assomigliano a dei piccoli castelli. Sempre restando sul tema castelli è impossibile non citare le ‘case-castello’ presenti all’angolo tra via Bartolini e via Arimondi. Sono case merlate realizzate all’inizio del secolo scorso, recentemente acquistate dall’hotel Mercure.

# Sta diventando il quartiere americano: dal Poligono alla Piazza della Libertà

Tiro a Segno riqualificato

In piazzale Accursio si trovava il tiro a segno nazionale, un edificio realizzato nel 1906 con il nome di ‘Poligono della Cagnola’ che sorgeva nella ex piazza Bersaglio, oggi piazzale Accursio. I soci milanesi tiratori furono qui ospitati fino al 1972, anno in cui si trasferirono. Nel 1985 viene posta sotto tutela come bene monumentale perché rappresenta un esempio di architettura liberty e perché possiede al suo interno particolari di valore storico ed architettonico. L’intero edificio originariamente è stato ceduto al consolato americano di Milano che sta trasformando l’intera area. Stanno infatti sorgendo la Piazza della Libertà, il Parade Ground e il Liberty Building.

# Ma quella è una nave o un benzinaio?

In piazzale Accursio, oltre al Tiro a segno, c’è un altro particolare interessante. Percorrendo viale Certosa in direzione nord, laddove si forma una biforcazione con viale Espinasse, proprio in tale biforcazione si trova questa stazione di servizio della AGIP, costruita negli anni ’50 e rimasta in attività fino agli anni ’80. L’edificio è molto originale perché realizzato somigliante alla tolda di una nave. Le pensiline sembrano essere ali di un aviogetto. Negli anni 50, in pieno boom economico, l’architettura rispecchiava lo spirito di movimento, di fermento che permeava la società dell’epoca. Qualche anno è diventato Garage Italia su intuizione di Lapo Elkann. 

Continua la lettura con: Quando il quartiere Rebecchino era il centro di Milano

GIULIA PICCININI (Aggiornato da Redazione)

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

 

Un milanese si fa sempre riconoscere. Anche su una pista da sci

0

Soprattutto su una pista da sci. 

Qui il video: Un milanese si fa sempre riconoscere. Anche su una pista da sci

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Continua con:  Come a Ibiza si immaginano un concerto alla Scala

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Ma dove andando il mondo del food a Milano? Le 5 tendenze per il 2025

0
osteriadeibinari IG

In una metropoli nota per la celerità dei cambiamenti, che si evolve di continuo e che non teme le novità, ecco le tendenze che caratterizzeranno la ristorazione milanese del 2025 appena iniziato.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Ma dove andando il mondo del food a Milano? Le 5 tendenze per il 2025

#1 Si va sempre più verso Est

glutenfrix IG – Sushi and sound

In generale si registra un interesse crescente verso la cultura orientale in senso lato. Un interesse che riguarda in primis la ristorazione legata alle proprie tradizioni che non vengono sporcate per assecondare il gusto occidentale. Un fenomeno a tutto tondo, che abbraccia sia i ristoranti di alto livello e sia lo street food, quest’ultimo, sempre più radicato in città e sempre meno circoscritto alla sola Chinatown. 

#2 Mono-proposte: tutto in uno

goldstyles IG – Casa Ramen

Una sola pietanza, o cibo, declinata in più varianti. Ramen, ravioli, risotterie o locali specializzati in cotolette o polpette. Cresce insomma la curiosità verso pietanze proposte in molteplici versioni, da quella classica a versioni più gourmet.

#3 Cucina etnica verso mete sempre più esotiche

Credits mariocalixtro IG – Vietnammonamour Milano

Milano ne è sicuramente la capitale indiscussa e non potrebbe essere diversamente in una metropoli internazionale. La cucina etnica piace perché è teatro di novità, sperimentazione di gusti nuovi, fucina di sapori insoliti e foriera di curiosità verso un mondo diverso dal nostro. Un modo per viaggiare alla scoperta di nuovi cibi e nuove culture. 

#4 La riscoperta della cucina milanese DOC

Ph. @italian.food.milan.blogger IG

Va bene la cucina etnica, ma la tradizione non va abbandonata. Anzi, va riscoperta nei suoi più autentici e genuini sapori. Via quindi ai piatti italiani e in particolare, via ai piatti della tradizione meneghina come risotto, cotoletta, mondeghili e ossobuco. I pilastri della cucina milanese vengono mantenuti intatti perché si può guardare al futuro soltanto se si è fieri portavoce della propria tradizione.

#5 Il boom delle esperienze immersive

viewliverestaurant IG

Il cliente va coccolato ed accompagnato con garbo verso una vera e propria esperienza di gusto ma non solo. Esperienza visiva grazie a lampadari strani o luci soffuse, installazioni artistiche o esperienze uditive grazie a buona musica e olfattive per via di profumi particolari. Atmosfere uniche che si portano a casa destando forti emozioni. Come quando si è visto un bel film al cinema.

Continua la lettura con: I ristoranti di Milano dove si fa festa, si canta e si balla

ALESSANDRA GURRIERI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

I protagonisti del primo film girato a Milano in esterna

0
Jockey

Compie centodieci anni il primo film girato con scene in esterna a Milano. Scopriamo la sua trama e quali sono state le location utilizzate.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

I protagonisti del primo film girato a Milano in esterna

# “Il jockey della morte”

masedomani.com – Cineteca Milano – Il Jockey della Morte

Centodieci anni fa veniva girato il primo film, con scene in esterna, a Milano. Era infatti il 1915 quando il regista danese Alfred Lind, con una fama ormai consolidata, girò il lungometraggio “Il jockey della morte”. La casa di produzione fu la meneghina “Armando Vay”, che aveva sede nell’ex Corso San Celso. I decenni e una oggettiva trascuratezza, avevano reso la pellicola assai rovinata, ma nel 2004 la Cinematheque Royale del Belgio ha provveduto a restaurare l’opera “ripulendo” la pellicola, che passerà dai 1600 metri iniziali ai 1180 dopo l’intervento di circa vent’anni fa (durata oggi di 58′ 18”).

Il film in oggetto è rigorosamente muto, con l’accompagnamento musicale attuale realizzato dal gruppo ARTO di Bologna. “Il jockey della morte” vede la recitazione del regista Lind (nel ruolo di Henry), di Miss Evelyn (in quello di Elda) e di Trude Nick.

# La trama del film

Jockey

La storia è romantica, con connotazioni da film “giallo”: il Conte Raoul de Castelroc viene ucciso da un proprio socio. Quest’ultimo ha l’ambizione criminale di voler prendere possesso delle proprietà del nobile. Non solo, per non avere rivali nell’accaparrarsi le ricchezze, il collaboratore si disfa della della figlia ancora in fasce (Elda) di Raoul, consegnandola a marito e moglie circensi, in cambio di denaro e della promessa che i due spariscano al più presto con la bambina. Quindici anni dopo, arriva al castello il giovane Visconte Henry de Castelroc, nipote di Raoul, il quale, venuto a sapere della morte dello zio, chiede conto al collaboratore assassino sulle eventuali ricchezze del Conte. Il criminale, che intanto abitava nel castello della sua vittima, non dà spiegazioni sufficientemente esaurienti al ragazzo. Henry si mette alla ricerca della cugina, che ora lavora in un circo come funambola, schiavizzata dai coniugi ai quali, quindici anni prima, il collaboratore del Conte aveva ceduto la stessa ragazza, quando era ancora piccina.

# La svolta thriller

masedomani.com – Cineteca Milano – Il Jockey della Morte, fuga sui tetti

Mano a mano che la storia si svolge, si arricchisce di una ventata di thriller, con Herry che, per “agganciare” Elda, si traveste da cavaliere circense con il costume da scheletro, esibendosi nello stesso circo dove lavora la giovane cugina. Poi c’è la fuga, avventurosa, spericolata e romantica, dei due giovani, dalle grinfie dei coniugi che avevano adottato con l’inganno Elda. Una fuga tra equilibrismi mozzafiato sui tetti, attraversamenti di fiumi, lanci dai ponti, per finire in una estrema nuotata che finisce su una spiaggia di un corso d’acqua. Dove li raggiunge il perfido collaboratore e assasino dello zio (che, d’accordo con i genitori adottivi della ragazza, vuole l’eliminazione dei due cugini) ma, invece di ucciderli, si pente del male inflitto al Conte e si suicida.

Il lieto fine è garantito, col matrimonio tra Henry ed Elda, che vanno ad abitare nel lussuoso Castello del Conte Raoul de Castelroc, entrando in possesso, come è loro diritto, delle ricchezze di quest’ultimo. 

# Tutte le location del film: da Milano a Varese

festival.ilcinemaritrovato.it – Il jockey della morte, scena al Teatro dal Verme

Come dicevamo, questo film è il primo girato in esterna a Milano, alcune scene sono state effettuate in provincia di Como, altre di Varese: la residenza della famiglia Castelroc, che si vede nelle scene iniziali e in quelle finali, è il Castello di Carimate (Co), risalente al 1345.

La struttura che ospita gli spettacoli circensi che si vedono nel film, è il Teatro dal Verme di via San Giovanni sul Muro. Lo stesso stabile è protagonista nelle le scene in cui Henry ed Elda scappano dalla malvagia prevaricazione dei coniugi che quindici anni prima avevano preso la ragazza. Sui tetti del Teatro avviene una prima roccambolesca fuga, poi la scena si sposta nel varesotto, dove i due giovani innamorati si arrampicano sul ponte sul Ticino, per poi gettarsi nel fiume stesso. In lontananza, sull’altra sponda del fiume, si vede Castelletto Ticino, nel novarese.

FABIO BUFFA

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

Quando Umberto Eco arrivò a Milano

Carla Fracci, la leonessa della danza classica: le foto e i ricordi di uno storico incontro

Guido Nicheli, in arte Dogui, il cumenda del cinema

Osvaldo Cavandoli, il disegnatore della “Linea” più famosa del mondo

Ghigo Agosti, pioniere del Rock’n’roll italiano, capostipite dei «cantanti urlatori»

Allievi e Tenca, i fondatori della rivista risorgimentale “Il crepuscolo”

Valerio di Fiandra e la nascita del risotto alla milanese

Frank Sinatra, quando “The Voice” ha stregato Milano

Angelo Morbelli, il pittore che ritrasse gli anziani del Trivulzio

Gianni Brera, il giornalista sportivo “lombardo-centrico e nazionalista lombardo”

Mirko Stocchetto, l’inventore del Negroni Sbagliato

Guido Spadea, “il poeta di compagnia”; prestato alla recitazione

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano

Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

Gruppo Italiano, la band più tropical di Milano

Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

15 cose che solo chi vive in una casa di ringhiera può capire

2

Una delle cose che ho scoperto quando sono venuto a vivere a Milano è la casa di ringhiera.

Le case di ringhiera, o case a ballatoio sono una tipologia di edilizia popolare tipica del primo 900 che prevede la compresenza in ciascun piano dell’edificio di più unità abitative che condividono lo stesso balcone.

In pratica la porta di casa si trova su un lungo balcone comune che percorre tutto il piano.

Milano è piena di case così e chi ci vive ha imparato alcune cose.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

15 cose che solo chi vive in una casa di ringhiera può capire

casa di ringhiera

#1 Quando devi spiegare cos’è una casa di ringhiera a chi non l’ha mai vista dici che è uguale ai motel dei film americani ma invece di affacciarsi sull’autostrada si affaccia su una corte interna silenziosa e riposante.

#2 Nel tuo piano c’è sempre un’anziana signora un po’ matta che controlla tutto quello che fai.

#3 L’ultima casa della ringhiera è privilegiata perché non ti passa davanti nessuno.

#4 Tranne l’anziana signora di prima che viene a controllare che tutto sia in regola e ti ricorda di innaffiare le piante.

#5 Alcuni balconi sono scivolosi e con il parapetto così basso che i tuoi ospiti hanno paura di cadere giù.

#6 Quando cerchi il coinquilino del piano di sopra per risolvere il problema di un’infiltrazione d’acqua, lui è sempre un coinquilino fantasma che vive da qualche parte nel centro america.

#7 Se c’è una bella ragazza nello stabile non riuscirai mai a capire quale sia il suo appartamento, anche se vivessi lì per anni.

#8 In compenso se hai finito l’olio puoi sempre chiederlo in prestito alla signora anziana di prima.

#9 L’ascensore è sempre occupato.

#10 Essendo case di inizio 900 le mura sono molto spesse e isolano bene i rumori. Per questo quando qualcuno deve urlare lo fa sul balcone, rivolto al cortile interno. Così rimbomba.

#11 Non è vero che le case di ringhiera sono di basso profilo. Alcune sono piuttosto lussuose.

#12 Se sei appassionato di gossip sul vicinato ti basta fare amicizia con il portinaio.

#13 Quando c’è un problema i consiglieri arrivano rapidi come il giustiziere della notte.

#14 I parcheggi interni alla corte si tramandano di generazione in generazione come il daltonismo.

#15 Quando ti trasferisci un po’ ti manca. 

Continua la lettura con: Milano – Berlino con il Frecciarossa

FRANCESCO BOZ (RIPUBBLICATO)

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

L’unica strada di Milano con il nome di un austriaco. Ed è tra le più belle

3
credits: caffetteriadellemore.forumcommunity.net

Anche se c’è chi lo vuole nascondere, Milano è rimasta austriaca per molte cose. Ma non per questa. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

L’unica strada di Milano con il nome di un austriaco. Ed è tra le più belle

# Milano è rimasta austriaca?

Maria Teresa d’Austria – Credits: ilsussidiario.net

Tra Milano e l’ultima dominazione straniera rimane un legame indissolubile. Gli esempi sono numerosi. In primis nel dialetto: tra le parole di derivazione austriaca troviamo baüscia, ghεll da “geld” soldi e skosu da “Schoss” grembo. Anche uno dei simboli di Milano, la michetta, deriva dal Keisersemmel, un pane a forma di rosa portato in Lombardia da funzionari asburgici. Sui palazzi più antichi di Milano si vedono ancora i numeri civici teresiani. Fu il marchese Ferdinando Cusani, giudice delle strade, su incarico del ministro austriaco Wilczeck per volontà dell’imperatore d’Austria Giuseppe II, a far appendere nel 1786 sulle strade di Milano il nome della rispettiva via. A ogni casa venne assegnato un numero nominato “teresiano”, perché utilizzato sotto Maria Teresa d’Austria. E ancora risalgono all’epoca degli Asburgo il Teatro alla Scala, l‘Accademia di Brera e la Biblioteca Nazionale Braidense, costruiti per ordine dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Senza contare la sobrietà tipica di Milano, più simile al mondo a nord delle Alpi che a quello mediterraneo. Ma c’è qualcosa che invece è stato nascosto. 

Leggi anche: 10 cose in cui Milano è rimasta austriaca

# I nomi delle strade

Via Mozart - villa necchi
Via Mozart – villa necchi

Mossa tipica per cancellare il passato: la toponomastica. Spesso chi arriva cerca di cancellare i segni di chi c’era prima. Così è successo anche nell’Italia risorgimentale: con l’unificazione del Paese, si è cercato di nascondere le tracce degli Austriaci nei territori a loro strappati dal neonato Regno d’Italia. Così strade e piazze di Milano furono rinominate. E sono scomparsi nomi austriaci. Tranne uno. 

# Il genio “innamorato di Milano”

Resiste una strada con un nome austriaco. Si tratta di via Mozart, nel cuore del Quadrilatero del Silenzio. La strada che ospita Villa Necchi Campiglio oltre ad alcuni dei più bei palazzi di Milano. Si tratta di un genio che la strumentalizzazione politica si è guardata bene dal cancellare. Ma c’è anche un’altra motivazione: il compositore austriaco si era innamorato di Milano a tal punto di voler venire a vivere qui. 

Mozart arrivò per la prima volta che era un ragazzino di 14 anni. Era il 23 gennaio 1770, in una turné che lo portò ad esibirsi in diverse città italiane. Malgrado la giovane età era già famoso e venne ospitato sotto la protezione del governatore della Lombardia.

Mozart ritornò più volte a Milano nel corso della sua breve vita. Qui compose l’opera Mitridate re del Ponto che venne messa in scena per la prima volta al Teatro Ducale il 26 dicembre 1770.

Villa Necchi Campiglio – Via Mozart, 14

Il genio di Salisburgo ritornò ancora a Milano il 24 agosto del 1771: lamentandosi per il gran caldo. Mozart si trattenne a Milano fino alla fine dell’anno dove compose diverse sue opere, sperando di trovare impiego permanente in città al soldo dell’arciduca Ferdinando, ma il suo desiderio si infranse contro la volontà di Maria Teresa d’Austria che riteneva Mozart non all’altezza di quel ruolo. 

L’ultima permanenza di Mozart a Milano fu nel novembre del 1772 e in quel periodo Mozart scrisse alla sorella “Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco che si chiama Mercante in Fiera; appena torno a casa ci giochiamo”. I Mozart tornarono in Austria nel 1773 e Amadeus non vide mai più la nostra città.

Continua la lettura con: Le strade di Milano con le case meno care

ANDREA ZOPPOLATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

La parola in milanese che si sente più spesso a Milano

1
Anche lo zucchero parla milanese

Anche se il dialetto milanese è ormai merce rara, girando per le strade di Milano capita di sentire risuonare qualche sua parola. Ma quali sono quelle più utilizzate? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Questa la top 10. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La parola in milanese che si sente più spesso a Milano

#10 Ussignur  

credit: ciakmagazine.it

Esclamazione tipica usata dai milanesi per esprimere stupore di fronte a situazioni inconcepibili o grottesche. Questa imprecazione viene utilizzata in contesti che sfidano la logica, come un’invocazione disperata che, al contempo, manifesta grande compassione

#9 Va da via i ciapp

Significa letteralmente “Vai a dare via le chiappe”. Viene usato per mandare a quel paese in modo raffinato.

#8 Robb de matt 

Il significato in italiano è chiaro: “roba da matti”. Viene usata come esclamazione per commentare un fatto assurdo, inconcepibile, inspiegabile.

#7 Va’ a ciapa’ i ratt

Boldi- Faccia da pirla

“Colui che cattura i topi”. Un’espressione che è ancora molto popolare in frasi memorabili come “Va a ciappà i ratt”, che in dialetto milanese significa “levati di torno e, se proprio non sai cosa fare, vai a prendere i topi!”. La versione elegante di “Va da via i ciapp”.

#6 Barlafüs

In sesta posizione Barlafüs. Il barlafus era uno strumento impiegato nella filatura che non svolgeva una funzione fondamentale. In seguito, il termine è stato esteso a qualsiasi strumento di utilità limitata e viene ora utilizzato per descrivere una persona di scarsa importanza.

#5 Figa

Figa

Quinto posto per il termine che rappresenta maggiormente il milanese per chi non è di Milano. “Figa” viene spesso impiegato come intercalare e per enfatizzare una situazione particolare. La “i” viene spesso allungata per dare maggiore enfasi a un evento appena avvenuto o a una notizia ricevuta. È certamente una delle parole più frequenti, utilizzata in ogni posizione della frase e in qualunque contesto.

#4 Alura

Medaglia di legno per “alura”. Può essere usato in diversi modi, come saluto iniziale “alura bela gent”, ma anche come chiusura di uno domanda, ad esempio per sapere come è andata una determinata coasa: “Ue, Giuan, alura?” oppure come dire: “diamoci una mossa!”.

#3 Ciumbia

Si tratta di un’esclamazione generalmente bonaria, spesso usata come intercalare, simile a “Ma dai!”, “Accipicchia!”, “Accidenti!” o “Urca!”.

#2 Sperèmm 

Il secondo posto è della parola Sperèmm. In questo caso si tratta di un auspicio che tutto si risolva per il meglio: speriamo bene…

#1 Pirla 

Faccia da pirla nel Ragazzo di Campagna

Non solo è la parola più milanese al mondo, ma anche quella usata più spesso. La parola pirla originariamente si riferiva a una trottola, ma con il passare del tempo ha assunto una connotazione più offensiva, diventando l’insulto milanese per eccellenza. Nel cinema tra i più famosi ad usarla è stato Boldi, come nella frase rivolta a Pozzetto nel film il Ragazzo di Campagna: “ma lo sai c’hai la faccia da pirla”.

Continua la lettura con: Questa è la parola più milanese del mondo

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

7 gite fuori porta nei dintorni di Milano da fare almeno una volta nella vita

0
Morimondo. Credits: im_lost_in_vacation (INSTG)

Le mete imperdibili a meno di un’ora di auto dalla città da raggiungere in un giorno di festa, rientrando entro sera. Ecco la nostra selezione.2

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

7 gite fuori porta nei dintorni di Milano da fare almeno una volta nella vita

 

#1 Chiaravalle dove è nato il “Grana Padano”, famosa per la sua abbazia cistercense

Credits: Urbanfile

Per cominciare si resta all’interno dei confini di Milano. Il quartiere di Chiaravalle è interamente circondato dalla campagna e immerso nel Parco Agricolo Sud. Si è formato nel medioevo intorno all’omonima abbazia cistercense, fondata nel 1135 da san Bernard de Clairvaux, il Cistercense che introdusse in Lombardia l’uso dei canali per l’irrigazione. Il Grana Padano è nato qui. Negli ultimi anni è stato ripristinato il mulino ad acqua per macinare il grano e chiunque può andare a prodursi la propria farina. Sembra di essere in aperta campagna invece si è ancora dentro i confini del Comune di Milano. Suggerito pranzo in una delle cascine dei dintorni, come la Gaggioli. 

Leggi anche: 7 QUARTIERI di Milano che una volta erano PAESI AUTONOMI

#2 Abbiategrasso, il Castello Visconteo è il suo simbolo

Credits: milanoguida.it – Abbiategrasso, Castello Visconteo

Abbiategrasso è il più importante centro agricolo-industriale a sud-ovest di Milano. Il suo territorio giunge fino alle sponde del Ticino ed è attraversato da numerosi canali artificiali, tra cui il Naviglio Grande che arriva fino alla Darsena milanese. Tra i monumenti da non perdere ci sono il Castello Visconteo della fine del 1200, la Basilica di Santa Maria Nuova e l’ex convento dell’annunciata, realizzato per volontà di Galeazzo Maria Sforza.

Leggi anche: 5 curiosità su ABBIATEGRASSO, il comune più GRANDE dell’hinterland di Milano

#3 Morimondo, uno dei borghi più belli d’Italia immerso nel Parco Regionale della Valle del Ticino

Nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia c’è anche Morimondo, a 30 minuti dal centro di Milano. Famoso per la sua abbazia cistercense, la cui costruzione è iniziata alla fine del 1100 e che prende il nome dall’abbazia di Morimond a Digione. È un’oasi verde nel Parco Regionale della Valle del Ticino e ospita ben 14 cascine, alcune delle quali derivano direttamente dalle grange fondate dai cistercensi, come Fallavecchia, Fiorentina, Monte Oliveto, Coronate, Basiano, Ticinello, altre sono diventate agriturismi.

Leggi anche: 5 + 1 primati e curiosità su MORIMONDO, il comune del “distanziamento sociale”

#4 L’abbazia di Viboldone, fondata dagli Umiliati, con affreschi della scuola di Giotto

Credits: thecolumbiaway.eu – Abbazia di Viboldone

In una frazione di San Giuliano Milanese possiamo ammirare l’abbazia di Viboldone, fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati. Apprezzata per bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi di scuola giottesca, tra i quali un bellissimo Giudizio Universale, è uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia. 

#5 Vigevano, la piccola bomboniera degli Sforza

vigevano
vigevano

La cittadina in provincia di Pavia è una piccola bomboniera a 50 minuti da Milano. La Piazza Ducale, voluta da Ludovico il Moro e progettata dal Bramante e da Leonardo da Vinci, è al centro della scena. Attorno ad essa il Palazzo Ducale, già Castello di Vigevano, e la Torre con l’orologio del Bramante. All’interno del complesso del Palazzo Ducale si può visitare il Museo internazionale della Calzatura e la strada coperta che serviva a proteggere il passaggio dei Signori di Milano.

#6 Legnano, la città del Palio delle Contrade 

Credits: malpensa24.it – Legnano

Legnano è nota soprattutto per l’importante battaglia del 1176 tra le forze della Lega e le truppe di Federico I che viene celebrata ancora oggi in occasione del Palio delle Contrade a fine maggio. Tra gli edifici storici degni di nota c’è la Basilica di San Magno, in stile rinascimentale lombardo di scuola bramantesca, e il Castello Visconteo, fortificazione che sorge su un’isola naturale del fiume Olona nelle vicinanze del Parco del Castello.

#7 Volandia, il più grande museo aeronautico italiano a Somma Lombardo

Credits: @volandiamuseodelvolo IG

Volandia, a Somma Lombardo nei pressi dell’Aeroporto Internazionale di Malpensa, è il più grande museo aeronautico italiano, nonché uno dei maggiori in Europa. La sua superficie si estende per oltre 250.000 mq, all’interno delle storiche Officine Aeronautiche Caproni, ed espone oltre 100 velivoli. Il museo conserva ed espone alcuni dei modelli più iconici della storia dell’aeronautica italiana, tra cui il pioneristico Caproni Ca.1, primo aeromobile a decollare dalla brughiera di Malpensa. 

Continua la lettura con: I 5 borghi marini più belli ma più sottovalutati d’Italia

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La «Big Circle Line», il più grande anello metro del mondo

1
Big Circle Line

Il giorno della sua apertura integrale è diventato ufficialmente il più grande anello metropolitano al mondo, battendo il primato della Second Circle Line della metropolitana di Pechino. Scopriamo i numeri di questa opera mastodontica e dove si trova.

La «Big Circle Line», il più grande anello metro del mondo

# Inaugurata a marzo 2023 la “Big Circle Line”, il più grande anello metropolitano al mondo: 70 chilometri

bigrajianboss IG – Treni nella Big Circle Line

La realizzazione dei tunnel del Moscow Metro Big Circle Line si è conclusa negli ultimi giorni del 2021. Meno di 10 anni di lavori per costruire oltre 148,6 km di gallerie: uno dei più grandi progetti di metropolitana esistenti e il più grande anello metropolitano in assoluto al mondo. Si snoda infatti per 70 km, superando i 57 km della Second Circle Line della metropolitana di Pechino.

# 1 milione di passeggeri al giorno

bigrajianboss IG – Stazione Maryina Roshcha Big Circle Line

Nella stazione Maryina Roshcha sono state installate delle scale mobili con una lunghezza di 130 metri, tra le più lunghe al mondo. Inaugurata a marzo 2023, nel solo primo mese di esercizio la linea ha trasportato fino a 1 milione di passeggeri al giorno.

Leggi anche: La LINEA METROPOLITANA più LUNGA al MONDO

# E’ la terza linea circolare di Mosca: conta 31 stazioni, tre depositi e 47 interscambi tra metropolitane radiali, linee suburbane e stazioni ferroviarie

 

Credits: mos.ru – Big Circle Line

Alla Koltsevaya line, l’anello circolare interno lungo 20 km, e alla Moscow Central Circle estesa 52 km, si è aggiunta quindi la terza linea circolare moscovita. La “Big Circle Line”, formalmente denominata Linea 11.

Lungo il suo percorso ha 3 depositi, 31 stazioni e decine di interscambi: 23 con le stazioni di 11 linee metropolitane radiali, 19 con quelle della ferrovia Moscow Central Circle (MCC) delle linee suburbane Moscow Central Diameters e altri con 11 stazioni ferroviarie. I principali snodi di transito sono Delovoi Tsentr, Nizhegorodskaya, Savyolovskaya e Ulitsa Novatorov. Parzialmente in funzione già dal 2018, l’intero tracciato è stato attivato il primo marzo 2023

# La sua apertura ha fatto calare di 20mila auto il traffico in città

Credits nikitos_bukin IG – Interno stazione Big Circle Line Mosca

La linea si estende attraverso 34 distretti in cui vivono 3,3 milioni di persone, pari al 30% della popolazione di Mosca. La stima per il futuro è che la linea possa trasportare circa 2,25 milioni di persone al giorno lavorativo.

railwaygazette.com – Big Circle Line

Tra i benefici prodotti dal nuovo anello metropolitano c’è una riduzione del traffico passeggeri sulle altre linee metropolitane e negli interscambi, a cui si aggiunge un risparmio nei tempi di viaggio fino a 45 minuti al giorno. Nel solo primo mese di esercizio è calato anche il numero di auto tra le strade di Mosca di circa 15-17mila unità

Continua la lettura con: La METRO del futuro a Milano: il SOGNO M6 da MIND a…? Le DUE IPOTESI per il CAPOLINEA

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 


TLAPSE | Your Project in Motion

NOTIZIE PIU' LETTE