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La Milano degli anni Novanta: le foto di quando sognava in grande

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Credits: @Fred Jackson Youtube Fans in attesa del concerto di Michael Jackson a Milano (Studio Aperto 1997)

Gli anni ’90 sembrano così lontani e si ricordano con nostalgia. Sono gli anni della tecnologia .com, quelli di MTV e dei Karaoke di Fiorello in giro per tutte le piazze d’Italia. Sono le serate in discoteca, i bambini che giocano ancora per strada, le sale giochi, gli anni dove arriva la terza metropolitana e quelli dove Milano diventa protagonista di una serie di inchieste giudiziarie che avrebbe trasformato l’Italia. È questa la Milano degli anni Novanta.

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La Milano degli anni Novanta: le foto di quando sognava in grande

# Gli anni Novanta all’insegna della musica e del divertimento

Credits discotechemilano.it – Shocking

Tra una musica dance e l’altra, tra un “This is the rhythm of the night. The night, oh yeah” e “I’m the Scatman. Ski-bi dibby dib yo da dub dub”, gli anni ’90 sono quelli dove si andava tutti i weekend in discoteca. Con qualche locale ancora aperto il pomeriggio per i più giovani, le discoteche sono i posti migliori dove divertirsi e magari incontrare la propria anima gemella. Non esistevano né Facebook né Instagram e per conoscere gente bisognava farlo di persona. Sono gli anni dove ci si incontra all’Hollywood e all’Old Fashion e dove ci si diverte al Loolapaloosa. Ma anche quelli dove spopolano pub storici degli anni ’70 e ’80, anche se alcuni inizieranno a perdere un po’ di appeal.

E poi c’era MTV.  Dal 1° settembre 1997, quando prendono ufficialmente il via le trasmissioni della versione italiana di MTV, non c’è ragazzo che una volta tornato a casa, non abbia preso il telecomando e acceso sul canale ancora prima di togliersi le scarpe. Tra i programmi più ascoltati c’erano Hitlist Italia e TRL (Total Request Live), il programma interattivo, ricco di notizie sulla musica, con curiosità, ospiti, e l’immancabile classifica delle 10 canzoni più ascoltate e dei video più amati, il tutto ambientato nelle splendidi cornici di Piazza del Duomo.

Leggi anche: MTV Italia, Milano è in fermento

# Si salutano luoghi storici e se ne accolgono di nuovi

Credits: milano.repubblica.it
Mc Donald’s in Galleria

La Milano degli anni ’90 è anche quella degli ultimi pomeriggi allo zoo nei giardini di Porta Venezia, prima che chiudesse definitivamente nel 1992. È la Milano del Palaghiaccio in via Piranesi, quella della fiera di Senigallia ancora allo scalo ferroviario di Porta Genova e dei film visti al Cinema Astra di Corso Vittorio Emanuele, chiuso nel 1999 e ora negozio Zara, e al Cinema Excelsior. Nel frattempo intorno alla fine del decennio inaugurano teatri ormai conosciuti da tutti, come l’Arcimboldi e il Nuovo Piccolo Teatro. Sono gli anni in cui compaiono la IULM in zona Barona, la sede a Milano-Bovisa del Politecnico e la Bicocca, nel 1994 viene infatti dato all’Università Statale il nuovo palazzo alla Bicocca e dall’anno successivo iniziano le prime lezioni nel nuovo ateneo.

Ed è sempre negli anni ’90 che in realtà bisogna salutare il famoso Burghy di San Babila. Nel 1981 la catena italiana Burghy fu la prima a portare nel Paese il fast food all’americana, ma nel 1996 dovette lasciare il posto al McDonald’s. Un altro famoso Mc ormai sparito, ma che negli anni Novanta era storico, è quello in Galleria Vittorio Emanuele II, ora Prada.

# Il Milan domina nel mondo

Siamo proprio nel 1990 e, in concomitanza con i mondiali di calcio, a Milano arriva la M3, la linea gialla che inizialmente collega Centrale FS e Duomo. E parlando anche di calcio, gli anni ’90 sono gli anni dove Milan e Inter collezionano una serie di successi italiani e internazionali. Il Milan si aggiudica due scudetti consecutivi e riesce finalmente a vincere la UEFA Champions League. La squadra colleziona quattro scudetti in cinque anni, fino a quando nel 1996 si arresta questa serie di vittorie. Ma anche l’Inter non fu da meno e, nonostante qualche campionato deludente, negli anni Novanta porta casa ben tre coppe UEFA.

# L’arresto di Mario Chiesa e Mani Pulite

Credits: @primarepubblica
Tangentopoli

Ma la Milano degli anni ’90 non è solo quella da ricordare con nostalgia. Il 17 febbraio 1992 viene arrestato a Milano Mario Chiesa, presidente della casa di cura Pio Albergo Trivulzio ed esponente del Partito socialista. È l’inizio di quel fenomeno che verrà poi chiamato dai media tangentopoli o Mani Pulite. Milano diventa la città dove le tangenti vengono scoperte, ma in realtà in gran parte d’Italia c’è un esteso sistema di corruzione e concussione che coinvolge quasi tutti i principali partiti di allora e un pezzo dell’imprenditoria nazionale. L’impatto mediatico e il clima di sdegno dell’opinione pubblica che ne seguono sono tali da decretare il crollo della cosiddetta Prima Repubblica e l’inizio della Seconda. Si sciolgono la Democrazia Cristiana e il PSI e nascono i nuovi partiti. A sfruttare questi casi giudiziari è un ricco e noto imprenditore milanese, nonché proprietario del Milan, chi? Berlusconi, che nel 1994 si candida con il suo partito Forza Italia.

# Un boom tecnologico ed economico

Anche la moda milanese diventa sempre più importante. Sono anni di frattura futurista che ha come protagonisti i direttori creativi di Chanel, Prada, Westwood e Gianni Versace, mentre Gucci nel 1995 viene assassinato davanti alla sua abitazione di via Palestro 20. Intanto, negli anni ’90 il progresso tecnologico e la vita moderna modificano radicalmente la società e lo stile di vita dei milanesi. Sono gli anni dei ragazzi in giro con i walkman e dei primi telefoni senza fili. Dei cellulari a conchiglia che si aprono e chiudono e di quelli con l’antenna. Mentre dall’altra parte del mondo Bill Gates e Steve Jobs stanno per fare la rivoluzione. Sono gli anni anche di un boom economico: a parte un momento di crisi nel 1995, negli anni ’90 si cresce senza quasi mai fermarsi.

# La Fotogallery

Continua la lettura con: La Milano degli anni Settanta

BEATRICE BARAZZETTI

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Metro e tram nelle città d’Italia: le grandi novità in arrivo entro il 2030

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Pendolaria - I SISTEMI DI MOBILITÀ NELLE CITTÀ ITALIANE AL 2030

L’ultimo rapporto di Pendolaria ha fotografato la situazione italiana del trasporto pubblico, l’orizzonte al 2030 con le nuove infrastrutture oltre a proporre soluzioni e interventi per migliorarlo in un’ottica ancora più lunga. Rimanendo concentrati solo sulle città vediamo gli interventi previsti e le novità più importanti.

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Metro e tram nelle città d’Italia: le grandi novità in arrivo entro il 2030

# A Bologna e Brescia ritornano i tram!

Credits Arbalete – wikipedia – Rete tram Milano

Iniziamo dai tram e metrotranvie, dove Milano è in testa per numero di linee, 17, e km di rete, 180. Tra le altre città che sono dotate di questo mezzo di trasporto ci sono Torino, Padova, Roma, Napoli, Firenze, Palermo, Cagliari. Nei prossimi anni le novità più importanti riguardano Bologna e Brescia: entrambe vedono il ritorno del tram!

Credits: untramperbologna.it – Le 4 linee in progetto

Per Bologna è in costruzione un sistema 4 linee interconnesse tra di loro per un totale di 57 km di binari, con completamento programmato entro il 2030. Previste corse ogni 4/5 minuti e una distanza tra le fermate tra i 400 e i 500 metri.

Tram T2 Brescia

A Brescia, già dotata anche di una linea metropolitana, si prevede la costruzione di una rete di due linee tranviarie, anche se al momento solo una è già progettata e finanziata: la T2 Pendolina-Fiera con interscambi con due stazioni della metro. La lunghezza è di 11,65 km per un totale di 24 fermate e una velocità commerciale di 17 km/h.

# Tram: le nuove linee in realizzazione o in progetto

Tra i progetti in corso di realizzazione o in fase avanzata di definizione troviamo:

  • a Milano le tratte Niguarda-Cascina Gobba e Bausan-Villapizzone della metrotranvia nord, la trasformazione in metrotranvia della Milano-Limbiate, la metrotranvie Milano-Seregno FS e Rogoredo M3-Repetti M4 per complessivi 35,9 km.
  • lo Skymetro di Genova, una sorta di metro/metrotranvia sopraelevata in Valbisagno di 6,9 km e 7 fermate da Brignole, con interscambio con la metropolitana classica, a Molassana. 
  • SIR2 Rubano-Busa di Vigonza e SIR3 Stazione Voltabarozzo a Padova, per un totale di 24 km;
  • la linea T2 di Bergamo lunga 11,5 km;
  • a Firenze le linee: 2 Lavagnini-Libertà-San Marco, 3 Libertà-Rovezzano,
    3 Libertà-Bagno a Ripoli, 4.1 SMN-Le Piagge, 4.2 Le Piagge-Campi
    Bisenzio. In tutto 27 km.
  • a Roma ci sarà un totale di 31 km contando le linee: Termini-Vaticano-Aurelio, linea Ponte Mammolo-Subaugusta, conversione linea Laziali-Giardinetti e prolungamenti a Termini e Tor Vergata, il procedimento di quest’ultimo è stato sospeso dopo la bocciatura del progetto da parte dell’università, e la linea Tiburtina-Ponte Mammolo;
  • a Napoli le tratte Via della Stadera-Via delle Puglie e S.Giovanni-Piazza
    Sannazaro per un totale di 4,1 km.
  • a Cagliari prolungamento della linea 1 Repubblica-Stazione e della linea 2
    Bonaria-Poetto per 6,9 km.

# Metro attuali: Milano prima per estensione, sul podio Roma e Napoli

Pendolaria – Km di metropolitane in Italia

Passiamo al capitolo metropolitane. Attualmente abbiamo Milano con 111,8 km di estensione 134 fermate, la rete più estesa d’Italia, seguita da Roma e Napoli con 60 e 53,4 km ed entrambe con 3 linee. Altre 4 città hanno una linea soltanto: Torino di 15,1km, Brescia di 13,7 km, Catania di 8,7 km e Genova di 7,1 km. Nessuna altra città ha in progetto o in programma la realizzazione di una rete metropolitana.

# I prolungamenti e le nuove linee previste nelle città che già hanno una metro

Pendolaria – Trasporti al 2030

Non mancano però i prolungamenti e nuove linee attese entro il 2030. Vediamo quali sono:

  • Milano
    • prolungamento linea M1 di 3,3, km e 3 fermate verso Quartiere Olmi ad ovest;
    • prolungamento linea M1 di 1,9, km e 2 fermate verso Cinisello Bettola a nord;
  • Torino:
    • prolungamento linea 1 fino a Cascina Vica.
  • Genova:
    • Stazione Corvetto, prolungamenti verso Canepari e Martinez, per un totale di 1,5 km;
  • Roma:
    • estensione della Metro C fino a Venezia, esclusa la stazione;
  • Napoli:
    • completamento linea L1 con chiusura dell’anello;
  • Catania:
    • tratte Nesima-Misterbiancom Misterbianco-Belpasso e Belpasso-Paternò e tratta
      Stesicoro-Aeroporto per complessivi 25 km.

Tra i progetti attesi ma che non si vedranno prima del 2030 ci sono:

  • a Milano prolungamento della linea M5, di 13 km e 11 fermate verso Monza a nord, e della linea M4 di 3,1 km e 2 fermate fino a Segrate;
  • a Torino la nuova linea 2 tratta Politecnico-Rebaudengo;
  • la metro C di Roma da Venezia fino a Farnesina;
  • a Napoli il completamento della L6, della L11 e la realizzazione della L10:

Continua la lettura con: Da Monza ad Opera, da Corsico a Paullo: le ultime novità sulle 9 estensioni della metro a Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 5vie: il quartiere più antico di Milano

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Credits: 5vie.it

Zona 1 di Milano, Duomo. All’ombra della Madunina c’è un labirinto di stradine che si intrecciano. Un incrocio molto importante per la storia della città: le 5VIE, il quartiere più antico del capoluogo lombardo, una volta circondato da boutique e palazzi della famiglia Borromeo. La sua storia risale all’epoca dell’Impero Romano e lo si nota dai resti imperiali e dai monumenti.

Il lembo della città è denominato così proprio perché è formato da 5 strade. Il loro punto d’unione è il cuore di una stella da dove partono le punte che si dirigono in Via Bocchetto, Via del Bollo, Via Santa Maria Fulcorina, Via Santa Marta e Via Santa Maria Podone. Proprio in quest’ultima strada si trova una delle chiese più antiche di Milano: la Chiesa di Santa Maria Podone, risalente al IX secolo e fondata su un terreno donato da Vuerolfo Podone.

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Le 5vie: il quartiere più antico di Milano

# Il brandello in Via del Bollo

Credits: blog.urbanlife.org

Addentrandosi nelle vie, strette, belle, incastrate, si possono notare delle caratteristiche uniche, a tratti inquietanti. Per esempio, in Via del Bollo c’è un edificio distrutto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale: da una delle tante fessure presenti su ciò che rimane della facciata è visibile un brandello di quello che dovrebbe essere un abito, lì da più di 70 anni.

Sapete perché si chiama Via del Bollo? La risposta è quasi scontata: in passato sorgevano gli uffici postali e, attualmente, a pochi passi, si trova il palazzo del 1910 della Posta Centrale.

# Una area strategica già dagli anni 30

Credits: 5vie.it

Negli anni 30 anche il Banco di Roma aprì in zona una sua filiale. Non a caso, a poca distanza, si trova la Borsa di Piazza Affari con l’iconico “ditone medio” di Cattelan. Si era già intuito che l’area avrebbe avuto un grande sviluppo economico e commerciale. Nel corso degli anni le attività sono variate, passandosi i testimoni tra magazzini e boutique.

# La storia di Milano nelle 5Vie e qualche curiosità

Credits: tripadvisor

Mettiamo da parte la Milano del “commercio” per ricordare la parte intellettuale e poetica della città. Spostiamoci in Via Santa Maria Pedone, al civico 3. Qui, merita la citazione una targa apposta sulla facciata dell’edificio che dice: “In sto canton vecc del nost Milan, l’è vivuu e l’è mort Gaitan Crespi, poetta e studios de la lengua meneghina, ambrosianon de coeur e de carater”. È dedicata al poeta e studioso Gaetano Crespi, autore del Canzoniere Milanese, che abitò proprio in questo stabile.

In Via Santa Marta 19 abitò invece un giovanissimo Giuseppe Verdi, ospite del Professore di Lettere Giuseppe Seletti, con cattedra nella vicina scuola.

Ora andiamo in Via Santa Maria Fulcorina, nella zona della Famiglia Borromeo, ricchi mercanti fiorentini. La loro dinastia ebbe inizio con Vitaliano e Giovanni, consiglieri del Duca di Milano Francesco Sforza.

Proprio Vitaliano, militare, mecenate, diplomatico, diede inizio ai lavori per la costruzione del Palazzo Borromeo. Senz’altro una meraviglia dell’architettura, con finestre in cotto, decorazioni pittoriche che riproducono il motto della famiglia “Humilitas”, saloni con affreschi che rappresentano i passatempi dell’epoca e uno dei cortili più belli ed eleganti di Milano.

# 5VIE, ART+ DESIGN

Credits: zero.eu

Oggi, il quartiere più antico di Milano punta a diventare un distretto innovativo con radici secolari grazie anche all’associazione no-profit 5VIE, ART+DESIGN.

L’associazione culturale, fondata da Emanuele Tessarolo e Ernesta Del Cogliano, ha come obiettivo la trasformazione del quartiere, dall’elevato valore culturale e storico, in un distretto del design e dell’innovazione. Un luogo in cui antico e moderno si incontrano e si incrociano.

Sono numerose le realtà con cui l’associazione collabora, dalla diocesi al Comune di Milano alla con Fondazione Cariplo.

5VIE ART+DESIGN fu fondata nel 2014 durante la Design Week, riscuotendo fin da subito un grande successo fra gli addetti ai lavori, ma anche tra la stampa nazionale ed internazionale.

Continua la lettura con: Diamo i NUMERI (alle VIE di Milano)

ANGELA CALABRESE

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20 canzoni su Milano per amarla ancora di più

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Sono state scritte moltissime canzoni su Milano, vorrei condividere con voi le mie preferite.

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20 canzoni su Milano per amare ancora di più la nostra città (elenco in ordine cronologico)

#1 Oh mia bela Madunina (Giovanni D’Anzi, 1935)

Qualsiasi lista del genere deve per forza partire da questa. L’inno della città. Vi consiglio anche la versione ironica fatta da Elio e le Storie Tese al dopofestival di Sanremo del 2008, cantata da Eugenio Bennato.

#2 Porta romana (Giorgio Gaber, 1963)

Poche cose sono più milanesi di Giorgio Gaber.

#3 Il ragazzo della via Gluck (Adriano Celentano, 1965)

Là dove c’era l’erba ora c’è una città. Però, diciamolo, una bellissima città.

#4 Innamorati a Milano (Memo Remigi, 1965)

Sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano.

#5 Luci a San Siro (Roberto Vecchioni, 1971)

Lacrime, groppo alla gola e ricordo di Tre uomini e una gamba.

#6 Lontana è Milano (Antonello Venditti, 1972)

La gente parte per far fortuna 2000 sogni più in su.

#7 Vincenzina e la fabbrica (Enzo Jannacci, 1974)

Composta per il film romanzo popolare di Mario Monicelli, questo brano è un pezzo di storia.

#8 Milano (Lucio Dalla, 1979)

Milano che quando piange piange davvero.

#9 Il duomo di notte (Alberto Fortis, 1979)

Piroette di sabbia e le guglie del Duomo differenza tra pietra e le voglie di un uomo.

#10 Milano e Vincenzo (Alberto Fortis, 1979)

Mi piacciono i tuoi quadri grigi
Le luci gialle, i tuoi cortei
Oh Milano, sono contento che ci sei.
Vincenzo dice che sei fredda
Frenetica senza pietà
Ma è cretino e poi vive a Roma, che ne sa?

#11 Milano (poveri bimbi di) (Francesco Guccini, 1981)

Poveri bimbi di Milano, numerosi come minuti, viaggiatori di mete fisse, spettatori sempre seduti…

#12 Domenica Bestiale (Fabio Concato, 1982)

Sapessi amore mio come mi piace partire quando Milano dorme ancora
vederla sonnecchiare e accorgermi che è bella
prima che cominci a correre e ad urlare.

#13 Milano circonvallazione esterna (Afterhours, 1999)

Quattro e mezza di mattino per la radio sono troppo triste e il dj non mi parlerà.

#14 Milano Milano (Articolo 31, 2002)

Tra la ringhiera e il sogno americano, ci sono anch’io, Milano Milano!

#15 Un romantico a Milano (Baustelle, 2005)

Porta ticinese piove ma c’è il sole quando il dandy muore fuori nasce un fiore…

#16 Ti amo anche se sei di Milano (Fabrizio Moro, 2007)

Ti ricordi che ti amo anche se sei di Milano.

#17 Boxe a Milano (Pacifico, 2009)

Boxe a Milano, Nebbia sudava il naviglio, Freddo in Stazione Centrale.

#18 Amo Milano (Dargen D’Amico, 2014)

Amo Milano perché quando il sole sorge nessuno se ne accorge.

#19 Come Milano (Ghali, 2014)

Oh, oh, mi odio e mi amo, come Milano, come fai te.

#20 SorrisoMilano Dateo (Calcutta, 2019)

Dal cielo piovono cocktail, Police in helicopter, Su Sesto San Giovanni, Manca un’ora e arriva il lunedì

Continua la lettura con: Dove vivono le celebrità di Milano

ANDREA ZOPPOLATO (CON IL CONTRIBUTO DI FRANCESCO BOZ)

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La linea M6 sarà la vera Circle Line di Milano? La proposta di tracciato: 18 fermate e interscambi con tutte le linee

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Credits Matteo Podestà - Nuova mappa ATM con ipotesi M6

Ancora non c’è niente di concreto. Ci sono solo ipotesi di percorso che si possono fare sulle indicazioni rese pubbliche dall’Assessore alla Mobilità Arianna Censi, nello specifico la chiusura dell’anello della Circle Line, intersecando il percorso semicircolare ferroviario, e scambiando con tutte le altre linee. Se si pensasse a una vera metropolitana circolare? La proposta di Mattia Podestà. 

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La linea M6 sarà la vera Circle Line di Milano? La proposta di tracciato: 18 fermate e interscambi con tutte le linee

# L’anomalia della metro di Milano: cinque linee radiali, ma nessuna circolare

Atm – Mappa Metro e linee S 2024

La rete metropolitana milanese si compone di 5 linee che servono gli assi nord-sud, la M2 e la M3, est-ovest come M4 e M5, a cui si aggiunge la linea M1 che fa un percorso ad “U”, ma seguendo di fatto sempre gli assi nord-sud ed est-ovest. Come ci ricorda Matteo Podestà, la rete è composta solo da linee radiali abbastanza capillari ma che, per avere un vero effetto rete, manca una linea circolare come quelle che si possono trovare in altre capitali europee e mondiali come Berlino, Mosca, Parigi, Londra e Pechino. 

# I limiti della “semi circle line”: incompleta, frequenze non da metropolitana, risultato della sovrapposizione di più servizi ferroviari

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

L’unico progetto di linea circolare riguarda quella ferroviaria, in realtà al percorso manca l’anello ad ovest, per la quale alcune fermate sono state costruite, altre sono in costruzione/riqualificazione (Porta Romana Fs), in progettazione (Stephenson e MIND Merlata) o ipotizzate (come Puglie, Zama, Istria e Dergano). Il servizio della linea dovrebbe essere garantito dalla sovrapposizione della linea S9 (sull’itinerario San Cristoforo-Busto Arsizio), della linea S16 (ipotizzata sull’itinerario Albairate-Rho) e dei treni regionali Mortara-Milano Rogoredo. La cadenza ipotizzata di un treno ogni 10 minuti.  Si tratta pertanto di un tracciato incompleto, con frequenze non ottimali e non di una linea metropolitana dedicata ma la somma del servizio di più linee ferroviarie.

# La M6 Circle Line: 18 fermate e interscambi con tutte le altre linee

Credits Matteo Podestà – Nuova mappa ATM con ipotesi M6
Mattia Podestà propone di costruire una vera linea metropolitana sullo stesso tracciato della circolare attuale fino a Villapizzone a nord: da quel punto in poi di completare la chiusura dell’anello con gallerie fino a San Cristoforo Fs. 
 
La M6 Circle Line potrebbe avere 18 fermate, contando quelle già presenti, alcune di quelle ipotizzate e altre aggiuntive, tra cui:
  • Brunelleschi tra San Cristoforo e Romolo,
  • Toscana tra Tibaldi e Porta Romana,
  • Ortomercato,
  • Viale Monza con interscambi con Loreto e Turro M1,
  • Istria a interscambiare la M5,
  • Dergano con M3,
  • Gallaratese,
  • Lampugnano che intersechi al M1
  • e la fermata San Carlo ad ovest tra San Siro Stadio M5 e Bisceglie M1
In questo modo la linea incrocerebbe anche le linee radiali di tram e metrotranvie come il 3 e il 15, che dal centro città si dirigono verso sud. Nella mappa, seguendo la linea rosa si può vedere come potrebbe essere il tracciato ipotizzato.

Continua la lettura con: La M6 sarà una «V rovesciata»? L’ultima idea di tracciato per la linea rosa

FABIO MARCOMIN

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Gli «interscambi» di superficie della M4: segnalati solo sulle cartine, in strada si brancola nel buio

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Fabio Marcomin - Interscambi su cartina ATM

Tra le novità introdotte dopo il completamento della M4 c’è l’indicazione sulla mappa della singola linea, nelle banchine delle metro e nei vagoni, degli interscambi di superficie tra metro e tra metro e stazioni ferroviarie. Peccato però che in strada non ci siano indicazioni per capire dove dirigersi per raggiungere l’altra linea di collegamento. 

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Gli «interscambi» di superficie della M4: segnalati solo sulle cartine, in strada si brancola nel buio

# La nuova mappa di ATM aggiornata con tutta la linea M4 e il “collegamento” con la M3

Atm – Mappa Metro e linee S 2024

L’apertura integrale della linea M4, avvenuta ad ottobre di quest’anno, ha comportato l’aggiornamento delle cartine dei trasporti nelle fermate di bus e tram, nelle stazioni ferroviarie e in quelle delle metropolitana. Tutte le cinque linee sono segnate così come gli “interscambi di superficie”, stiamo parlando dei percorsi da fare a piedi tra stazioni differenti, con l’aggiunta di quella tra Missori M3 e Sforza Policlinico M4. Tra le piccole novità introdotte, visibili sia nei muri delle banchine di attesa dei treni che dentro gli stessi sopra le porte, l’inserimento di queste indicazioni anche sulla mappa della singola linea degli interscambi di superficie tra metro e tra metro e stazioni ferroviarie. Peccato manchi un pezzo, vediamo quale.

# I due “interscambi” sulla M3 con Sforza Policlinico M4 e Porta Romana FS

Prendiamo come esempio proprio la linea gialla, l’unica con due connessioni di questo tipo. 

# Missori M3-Sforza Policlinico M4

Fabio Marcomin – Interscambio su cartina ATM M3-M4

Come si può vedere dalla cartina è indicato che per scambiare dalla linea gialla alla blu è possibile farlo da Missori camminando per circa 350 metri fino alla stazione di Sforza Policlinico.

M4-M3 l'interscambio mancante (fonte: urban file)
M4-M3 l’interscambio mancante (fonte: urban file)

In realtà per chi lo ha sperimentato, la soluzione migliore è invece andare da Crocetta M3 a Sforza M4, come dimostrato in questo articolo: Interscambio M4: il dilemma dei viaggiatori

# Lodi T.I.B.B.-Porta Romana FS

Fabio Marcomin – Interscambio su cartina ATM M3-S9

L’altro collegamento in superficie è quello tra la stazione Lodi T.I.B.B. e Porta Romana FS, servita dalla linea S9. In questo caso bisogna uscire in superficie, percorrere corso Lodi e attraversare due volte la strada per poi rientrare scendendo ai binari della metropolitana. Oppure, una volta arrivati in piazzale Lodi, si deve tenere la sinistra per scendere nel mezzanino della linea M3.

Aoumm – Stazione Porta Romana

In questo caso sulla cartina non è segnata nemmeno la distanza da fare a piedi, forse perchè si attende che venga realizzato il vero collegamento pedonale nell’ambito della riqualificazione in corso della stazione ferroviaria. Entro i giochi olimpici di Milano Cortina 2026 si prevede la realizzazione di un percorso protetto sotto il cavalcavia di corso Lodi a lato dei binari e che costeggi il corso sul lato ovest, in direzione centro, fino al rinnovato marciapiede di accesso alla metropolitana.

Leggi anche: Il dilemma dei viaggiatori M4: interscambio M3, meglio Crocetta o Missori?

# Indicazioni inutili dato che all’esterno non ci sono segnali o cartelli

Il problema è dunque questo: le indicazioni fornite al momento, non servono a chi non è di Milano o è poco abituato a prendere i mezzi pubblici. Usciti infatti in strada, in entrambi i casi, sparisce qualsiasi riferimento al percorso da compiere per andare da una stazione all’altra. Da Missori M3, a parte dei grandi adesivi circolari sul pavimento e le frecce nelle banchine e mezzanini quando ci si trova ancora nella metro, una volta usciti all’esterno in piazza Velasca ci si imbatte sul cantiere di realizzazione di un breve tunnel e di una nuova uscita su via Larga e, se si è fortunati, poco dopo ci si ritrova su via Pantano. Da quel punto in poi nessun segnale o cartello fino alla stazione di Sforza Policlinico.

Maps – Uscita dalla linea M3 Lodi T.I.B.B

Peggio ancora se si deve passare Lodi T.I.B.B. a Porta Romana Fs o viceversa. Si brancola nel buio, senza nemmeno un adesivo sui corridoi di uscita per chi proviene dalla M3.

Maps – Da Lodi TIBB a Porta Romana FS

Dalla metro si sale sulla maxi rotonda di piazzale Lodi con altri tre viali oltre a corso Lodi senza uno straccio di indicazione. 

La stessa situazione la si sperimenta all’esterno della stazione di Porta Romana Fs.

Maps – Porta Romana FS

Continua la lettura con: I 3 rischi a pagare contactless sui mezzi pubblici di Milano

FABIO MARCOMIN

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Hai trovato un nuovo modo di parcheggiare a Milano

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Rapido e infallibile. 

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Continua con: Niente concertone di fine anno neanche a Milano: “con il budget disponibile, artisti non all’altezza”

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Tutti nudi a Capodanno? Sì, a Milano in questa festa

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Milano si riscopre libertina. Per festeggiare l’arrivo del nuovo anno c’è un locale dove si cena e ci si può scatenare a ritmo di musica fino a notte fonda… completamente nudi. Queste le uniche regole della serata.

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Tutti nudi a Capodanno? Sì, a Milano in questa festa

# La festa più nuda dell’anno

italianaturista.it – Capodanno nudo

Milano si riscopre libertina. Per chi ha voglia di sperimentare un capodanno alternativo e non ha problema a mostrarsi come mamma l’ha fatto davanti a perfetti sconosciuti, a Paderno Dugnano ha la possibilità di farlo. “Anita”, l’associazione naturista italiana, organizza infatti il primo “CapoNudanno” d’Italia in un ristorante la cui location è top secret, salvo per chi si iscrive e paga gli 80 euro di quota prevista che comprende un menu di tutto rispetto: 4 antipasti, due primi, due secondi e il dessert.

# Le regole della serata: nessun abito ma ammessi collane, papillons e cravatte

Gli organizzatori promettono che sarà una “una festa nuda, anzi nudissima“. Scontato quindi il dress code: niente vestiti. Sulla pagina si legge: “Musica, trenini, trombette, cotillons. Per il primo anno non sarete divorati dal dubbio del cosa indossare. Niente”. Altra indicazione riguarda gli accessori che si possono indossare: “Essendo una serata di gala saranno ammesse collane, papillons e cravatte, ma se dovesse fare molto caldo è possibile toglierle e nessuno si scandalizzerà”. La festa parte alle 20.30 e prosegue con musica fino a notte fonda.

# Quando a Milano si mangiava nudi al ristorante

Credit: dissapore.com

Per Milano non si tratta di una novità, fino alla definitiva chiusura a causa del lockdown durante la pandemia, esisteva un locale nell’hinterland dove ogni venerdì sera si cenava completamente nudi: l’Italo Americano di Cerro Maggiore, in via San Clemente 151. Una guardia presente controllava che non ci fossero persone che violassero la privacy degli altri o che fossero indiscrete e le regole erano poche e semplici: 

  • entrati nel ristorante si andava in uno spogliatoio dove ci si spogliava completamente e si ritornava in sala con un telo igienico per coprirsi le parti intime durante la cena e una pochette con gli effetti personali;
  •  durante tutta la sera era vietato l’uso dei telefonini, sia per godersi la serata senza distrazioni che per vietare la possibilità di fare foto alle altre persone nude.

A tavola si poteva scegliere un menu fisso, con proposte per vegetariani, anche se la portata principale per la serata era l’hamburger. Finito il pasto tutti in pista a ballare nudi al ritmo della musica live suonata nel locale.

Fonte: Milano Today

Continua la lettura con: Quando a Milano si mangiava nudi al ristorante

FABIO MARCOMIN

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7 cose che i milanesi amano «da impazzire»

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street art

I milanesi sono cittadini impegnati in mille attività, concreti, poco inclini alla chiacchiera ma fattivi. Ma nello specifico, cosa amano i milanesi alla follia? 

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7 cose che i milanesi amano «da impazzire»

#1 L’azione

I milanesi sono grandi lavoratori e si lamentano poco. Per questo amano chi, deciso di trasferirsi qui a Milano, non perde tempo e non si lagna, ma faccia, agisca, costruisca. Solo così Milano ricambierà con mille soddisfazioni non solo professionali.

#2 Viaggiare

fstrenituristici.it – Assistenza

I milanesi amano viaggiare. Che sia un breve fine settimana o che si tratti di un viaggio più lungo, é importante staccare la spina e lasciarsi andare al relax e alla scoperta curiosa del mondo. E anche se si va in capo al mondo, stiamo sicuri che qualcuno di Milano lo si trova sempre. 

#3 Il bello

Credits Tommaso Sacchi FB – Sala del Museo Etrusco

I milanesi amano l’arte e la cultura perché sono alla costante ricerca del bello. Per questo utilizzano il proprio tempo libero per andare a teatro, al cinema, per visitare un museo o una mostra d’arte e non necessariamente in città. Sono molte le città vicine che offrono un panorama artistico e culturale imperdibile.

#4 Divertirsi

party, technology, nightlife and people concept – smiling friends with smartphone taking selfie in club

Va bene gli impegni di lavoro, lo stress e lo stare fuori casa per ore fino a tarda sera, ma dopo il dovere c’è il piacere. Irrinunciabile, istituzionale dunque il piacere di un buon aperitivo, di una cena al ristorante e di una festa con amici a casa o in un locale. 

#5 Avere un obiettivo 

murales

Il milanese, ama mettersi sempre in discussione, non si adagia sugli allori ma una volta raggiunta una tappa di lavoro o in altri campi, si mette subito in moto con impegno allo scopo di raggiungere la tappa successiva. Perché gli esami non finiscono mai. Per fortuna. 

#6 La cura di sé

credit: milanopocket.it

Non importa se un milanese sta andando all’Esselunga o a una cena di gala. Sicuramente gli outfit saranno diversi, ma in nessun caso saranno frutto di improvvisazione e trascuratezza. Non si tratta di attribuire maggiore importanza all’apparire piuttosto che all’essere, quanto la moda a Milano è piuttosto un modus vivendi, di un approccio alla vita che passa attraverso la cura di sé. 

#7 Vincere

piazza affari IG pepperjess_

I milanesi amano primeggiare in ogni campo e non è difficile immaginarne i motivi posto che Milano è la capitale della moda, dell’economia e della finanza, dell’innovazione tecnologica e della offerta universitaria e di prospettive lavorative, del suo essere geograficamente un polo nevralgico per i collegamenti con l’estero, dell’efficienza e dell’avanguardia gastronomica. Qualunque cosa faccia, in qualunque ambito, chi è di Milano punta subito al livello più alto possibile. Anche se parte dal punto più basso. 

Continua la lettura con: DOVE vanno i MILANESI quando hanno DUE ORE LIBERE

ALESSANDRA GURRIERI

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Gli Highlander di corso Garibaldi: quelli che non mollano mai

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Libreria del Tempo Ritrovato

Un tempo si chiamava Corso di Porta Comasina: era la direttrice che portava da Milano verso il lago di Como. Proprio gli artigiani provenienti da Como e dintorni furono i primi a colonizzarla con le loro botteghe: di quelle botteghe ormai non c’è più traccia, eppure fra palazzi prestigiosi e tipici luoghi della movida, la strada che ha ceduto il nome di Como al Corso che la porta avanti oltre la Porta di Piazza XXV Aprile, conserva locali che portano avanti fieri la loro storia. Vediamo quelli più celebri. 

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Gli Highlander di corso Garibaldi: quelli che non mollano mai

# Macelleria Garibaldi

Macelleria Garibaldi

In Corso Garibaldi 11 la storica macelleria molto amata dai milanesi Doc. Tra le carni celebri ci sono i fagottini di vitello, gli straccetti di manzo marinati al rosmarino, i cordon blue fatti in casa oltre alle classiche costine, le costate e il cappone. Voto recensioni google: 4,6/5

# Teatro Studio Melato, già Teatro Fossati dalle “due facce”: primo in Italia a sperimentare la luce elettrica e con ospiti del calibro di Kakfa

Teatro Fossati

Oggi intitolato a Mariangela Melato, la grande attrice milanese scomparsa nel 2013, il teatro Studio nasce su iniziativa di Giorgio Strehler nel 1986 per ospitare la sede della sua Scuola di Teatro. Il lungo lavoro di restauro è stato curato dall’Architetto Marco Zanuso e ha riportato alla luce l’antico teatro Fossati, fondato dall’omonimo imprenditore a metà dell’Ottocento. Voto recensioni google: 4,6/5

Le due facce del Teatro Melato

Il teatro ha due facciate:  una verso via Rivoli e l’altra su Corso Garibaldi.  Nel 1881 fu il primo teatro in Italia a sperimentare la luce elettrica. Accolse ospiti di rilievo, tra cui Franz Kafka nel 1912. Le ultime locandine risalgono al 1925. Negli anni successivi fu adibito a cinema e successivamente chiuso, finché il fondatore del Piccolo Teatro volle dargli nuovo lustro. Oggi è amatissimo dai registi più sperimentali per la sua caratteristica forma ovale. 

# La Casa degli Artisti, rinata 110 anni dalla fondazione originaria

Casa degli artisti

Inaugurata il primo febbraio del 2020, la Casa degli Artisti è il risultato di un progetto ambizioso di Milano città della cultura. L’attività è ripresa a 110 anni dalla fondazione originaria: la sua finalità è di essere luogo di accoglienza per artisti provenienti da tutto il mondo, che vengono ospitati qui per poter produrre in condizioni ottimali una loro nuova opera, che sia di teatro o arti visive o multimediali, che nasca a diretto contatto con la città. In Corso Garibaldi 89/A, angolo Via Tommaso da Cazzaniga. Voto recensioni google: 4,5/5

# Biciclette Rossignoli

1900. L’anno di nascita del negozio delle biciclette Rossignoli, un mito assoluto per gli amanti delle due ruote, con una gestione familiare arrivata oggi alla quinta generazione. Nel 2021 il Comune di Milano ha conferito a Rossignoli l’Ambrogino. In Corso Garibaldi 71. Voto recensioni google: 4,2/5

# Frutteto Garibaldi

Fruttivendolo

Altra bottega storica di Milano in corso Garibaldi 18. Dagli anni ’40 colora il corso con i suoi colori valorizzati con un’esposizione curatissima. Frutta e verdura sempre freschissime, conserve e prodotti locali non facilmente reperibili e di prima scelta. Voto recensioni google: 4,3/5

# Libreria del Tempo Ritrovato

Libreria del Tempo Ritrovato

La libreria tempo ritrovato nasce dalla trasformazione del Bistrò del Tempo Ritrovato, caffè-libreria attivo a Milano dal 2007 al 2016. Trasferito da via Foppa in Corso Garibaldi si concentra ora esclusivamente sull’attività libraria puntando su piccoli editori indipendenti. Voto recensioni google: 4,7/5

# Chi invece ha mollato: la Libreria del mondo offeso

Credits: flawless.life Libreria del Mondo Offeso

Tra gli Highlander c’è anche chi non ce l’ha fatta. Era il caffè letterario per condividere il piacere della lettura, guidati dai consigli di Laura. Ha chiuso l’estate scorsa. Lo ricordiamo per l’orologio vintage che segnava orgogliosamente le cinque meno un quarto. Un orologio fermo era il segno che il mondo si fermava alla Libreria del mondo offeso. Il nome del locale, aperto da Laura nel 2008, veniva da un romanzo di Elio Vittorini, “Conversazioni in Sicilia”, in cui lo scrittore dedica un capitolo al “dolore dell’umano genere”, perché sì, noi soffriamo “per il dolore del mondo offeso”. 

Continua la lettura con: Alla scoperta di NOM, il quartiere della “nuova Milano”

ANDREA ZOPPOLATO

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15 ristoranti nel cuore dei milanesi

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#8 Credits: @particolaremilano IG

Sondaggio tra i milanesi: qual è il tuo ristorante del cuore? Questa la top 15 (ordinata per voto recensioni su google). 

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15 ristoranti nel cuore dei milanesi

# Langosteria, offerta diffusa

#2 Credits: @langosteria IG

Langosteria fa capolino dalle risposte dei milanesi, affezionati all’offerta della cucina di chef Enrico Buonocorore.
Il brand offre sul territorio, oltre la sua cucina, altri servizi. Il ristorante è in Via Savona al 10 e le specialità di pesce spiccano dal menu. Risaltano poi le offerte diffuse di bistrot, bar e altre proposte. Voto medio recensioni google: 4,6/5

# Trattoria del pescatore (Giuliano), Via Atto Vannucci 5

#5 Credits: @trattoriadelpescatore IG

Ci hanno incuriosito le risposte dei milanesi, che hanno segnalato “Giuliano, Giuliano!!”. Molti cuochi si chiamano Giuliano, uno solo è alla Trattoria del Pescatore, locale che si trova nel mezzo delle due circonvallazioni milanesi e che da decenni propone ottimi piatti di pesce a Milano. Voto medio recensioni google: 4,5/5

# A’Riccione, Via Taramelli 70

#9 Credits: @ristoranteariccione IG

Ex “Vecchia Riccione” gestito da una famiglia romagnola, ha introdotto il pesce in un menu inizialmente dedicato alla tradizione dei carboidrati.
Piano piano si sono fatte largo le cruditè ed oggi, per Milano, A’Riccione è l’esperienza delle ostriche. Voto medio recensioni google: 4,5/5

# Particolare Milano, Via Tiraboschi 5

#8 Credits: @particolaremilano IG

Andiamo a Porta Romana a incontrare alcuni dei milanesi che ci segnalano questo ristorante raffinato nel menu e negli spazi, che propone anche un bel dehor in pieno centro. Menu stagionale, quindi variabile, cucina che unisce i sapori del mondo con l’origine partenopea dello chef Cutillo. Voto medio recensioni google: 4,5/5

# Ribot, Via Cremosano 41

#12 Credits: @ribotmilano IG

Si affaccia dal lato nord dell’Ippodromo del galoppo e non poteva essere diversamente, questa vecchia conoscenza delle forchette milanesi, specialità di carne in cima.
Da generazioni il Ribot punto di riferimento per famiglie, ricevimenti e pranzi d’affari. Lo spazio gode anche di un bel giardino interno molto riservato. Voto medio recensioni google: 4,5/5

# Al Garghet, Via Salvanesco 36

#15 Credits @garget IG

Supergettonata scelta, altro ristorante di cucina tipica milanese in cui bisogna prenotare con largo anticipo. Propone rigorosamente i sapori meneghini, con alcune rivisitazioni e incursioni nella cucina vegetariana.
Ha allargato la proposta culinaria ed è stato premiato. Vincente anche per il giardino. Voto medio recensioni google: 4,5/5

# Trattoria San Filippo Neri, Viale Monza 220

#4 Credits: @trattoriasanfilipponeri IG

La prima proposta di tante relativa alla cucina tipica milanese è questa trattoria, che si presenta come quelle di una volta e tanto piace ai milanesi, anche per questo.
Prezzi contenuti e porzioni abbondanti, San Filippo Neri rappresenta una tappa per l’uscita in compagnia. Voto medio recensioni google: 4,4/5

# Locanda Cuoco di Bordo, Via Gluck 11

#7 Credits: @Al cuoco di bordo IG

Ai milanesi piace tutto ciò che riporta al mare, la cucina non può di certo mancare. Infatti le proposte vertono sul menu mare spesso e volentieri. Al Cuoco di Bordo raccoglie numerose preferenze per il suo menu ed anche perché è nel cuore della città come il suo indirizzo. Voto medio recensioni google: 4,4/5

# Innocenti Evasioni, Via Giuseppe Candiani 66

#1 Credits: @innocenti_evasioni IG

Raffinato ristorante con giardino Zen, di chef Tommaso Arrigoni. Menu degustazione che si contrappone a quello stagionale e una buona carta dei vini.
Il menu online aiuta ad orientarsi anche ai prezzi, espressi per persona: tra gli 85 e i 100 Euro a persona. Voto medio recensioni google: 4,3/5

# Rovello 18, Via Tivoli 2

#6 Credits: @Rovello 18 IG

Da generazioni intere il Rovello 18 si occupa di proporre ai milanesi le sue specialità, per cene informali e raffinate allo steso tempo. Proposta molto easy e accomodante, con un’eccellente selezione di vini a disposizione di ogni gusto. Ci segnalano la cotoletta e i dessert e, con estrema sincerità, non vediamo l’ora di assaggiare il loro bbq. Voto medio recensioni google: 4,3/5

# Ratanà, Via De Castillia 28

#10 Credits: @ristorante_ratana IG

Una delle superstar di Instagram. Evoluzione della cucina milanese, attenta al chilometro zero, alla selezione di prima scelta e che segue la stagionalità. Cucina etica, tradizione milanese che bada alla sostanza e alla sostenibilità.
E voi l’avete mai provata la cotoletta di rape? Voto medio recensioni google: 4,3/5

# Al Matarel, Corso Garibaldi 75

#14 Credits: @pippieli IG

Solo specialità milanesi dal 1962 e sono bravissimi, a giudicare da esperienze personali e dai gradimenti espressi dai nostri lettori.
Senza invenzioni, senza rivisitazioni, come fantasia li ha creati e come da secoli i milanesi li apprezzano. Vale la pena andarci, ma si deve prenotare con anticipo. Voto medio recensioni google: 4,3/5

# Don Lisander, via Manzoni 12

Non può mancare certo il ristorante intitolato al padre nobile della cultura milanese. In pieno centro, a due passi dalla Scala e da palazzo Marino, ospita nell’elegante giardino piatti della ricca tradizione milanese. Su tutti il leggendario risotto. Voto medio recensioni google: 4,2/5

 

# Osteria dei Binari, Via Tortona

#11 Credits: @osteriadeibinari IG

Nasce da una scommessa che pare vinta, questa trattoria a due passi dalla stazione di Porta Genova. Cucina tipica milanese con un gran bel giardino per le serate d’estate in compagnia, ma anche da soli. Un vecchio angolo di Milano che è cresciuto insieme alla metropoli e parla ancora meneghino. Voto medio recensioni google: 4,2/5

# Antica Trattoria della Pesa, Via Pasubio 10

#13 Credits: @antica_trattoria_della_pesa IG

Un crescendo di cucina milanese fino alla fine. Ai milanesi, cittadini tra i più curiosi al mondo, in grado di assaggiare ogni sfiziosità, piace la cucina tipica meneghina.
L’Antica Trattoria della Pesa ha il pregio di unire molti piatti della cucina lombarda che, anche se hanno la tradizione milanese nella nascita, permettono agli chef di offrire qualche variazione sul tema. Si trova proprio dove un tempo arrivavano le merci e venivano pesate. Voto medio recensioni google: 4,2/5

Continua la lettura con: Perchè non esistono RISTORANTI di CUCINA MILANESE fuori Milano

LAURA LIONTI

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Le celebrità di Milano: dove vivono e quanto pagano al metro quadrato

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dilettaleotta IG

Scopriamo quali sono le zone scelte da VIP in città e quanto pagano al mq.

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Le celebrità di Milano: dove vivono e quanto pagano al metro quadrato

# Calciatori e stilisti al Bosco Verticale

Credits Andrea Cherchi – Bosco verticale dall’alto

Il Bosco Verticale da quando è stato inaugurato nel 2014 è stato scelto da molti calciatori di Inter e Milan. Tra questi Ivan Perisic e Felipe Melo e l’attuale coach della nazionale italiana Luciano Spalletti. Un appartamento nel “grattacielo più bello e innovativo del mondo”, secondo il Council on Tall Buildings and Urban Habitat, ce l’hanno anche alcuni stilisti come Diego Dolcini e Gaia Trussardi. I prezzi variano dai 12.500 e 16.500 euro al metro quadro, a cui vanno aggiunti 1.500 euro di spese condominiali.

Leggi anche: Il “GRATTACIELO più bello e innovativo del MONDO”: 7 cose che forse non sai sul BOSCO VERTICALE

# Diletta Leotta in Porta Nuova

Solea Tower

Non lontano da qui, in zona Porta Nuova nei pressi di via Melchiorre Gioia, vive la conduttrice televisiva Diletta Leotta. Un appartamento nella Torre Solea, tra le altre due più alte Aria e Solaria, con vista mozzafiato sulla Biblioteca degli Alberi e gli altri grattacieli del Centro Direzionale. I prezzi variano da 10.000 a 15.000 euro al mq.

# A Citylife: Chiara Ferragni, Aranzulla, Ibra e Lautaro

Credits: Valter Repossi – Urbanfile

Citylife è diventato forse il quartiere più esclusivo della città e infatti troviamo un altra concentrazione di residenti VIP. Nelle residenze Libeskind e Hadid abitano Federica Panicucci, il re del web Salvatore Aranzulla, Zlatan Ibrahimovic, Lautaro Martínez e Chiara Ferragni, rimasta nell’attico con i figli dopo la separazione con Fedez. 

# Al Parco Vittoria in zona Portello ancora calciatori delle due squadre milanesi

parcovittoriamilano.it

In zona Portello al Parco Vittoria, vivono alcuni giocatori del Milan, tra cui Calabria, e dell’Inter, Çalhanoglu e De Vrij. Più verso San Siro si trovano altri calciatori oltre a Linus. Le quotazioni immobiliari si attestano oltre i 5.000 euro al mq.

# In Corso Sempione: Simona Ventura, Elodie, Marracash e Amadeus

Credits Andrea Cherchi – Corso Sempione dall’alto

In zona Corso Sempione hanno o hanno avuto casa Simona Ventura e i cantanti Elodie, Marracash e Mahmood. Nella zona, in via XX Settembre, anche Amadeus e la moglie Giovanna Civitillo. Il prezzo medio al mq per gli immobili di lusso supera gli 11.000 euro.

# In Brera: Ramazzotti, Maldini, Corona, Fedez, Zenga e Fabio Volo 

Brera

In Brera vivono Eros Ramazzotti, Paolo Maldini, Walter Zenga quando non è ad allenare in giro per il mondo, e il comico Paolo Rossi. Dalla parte del Castello c’è il nuovo appartamento di Fedez, mentre dal lato opposto, La Foppa, si trova Fabrizio Corona. In centro storico vivono anche Diego Abatantuono, la famiglia di Gennaro Gattuso, Fabio Volo e fino a qualche tempo fa anche Claudio Cecchetto. Le abitazioni in questa zona possono andare oltre i 15.000 euro al mq.

# In Porta Romana: Giacomo Poretti, Malika Ayane, Enrico Ruggeri

credits: beethecity.com

Diversi cantanti e personaggi dello spettacolo hanno scelto invece la zona di Porta Romana. Tra gli altri anche Malika Ayane, Enrico Ruggeri e Giacomo Poretti del trio. Le abitazioni in questa zona hanno un valore medio di 7.000 euro al mq ma gli immobili di pregio quotano oltre i 10.000.

Fonti: milano.cityrumors.it, designmag.it

Continua la lettura con: I LOCALI per una CENA VIP a Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Dove viveva Leonardo a Milano? La sua casa è stata messa in vendita

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maps - Cascina Bolla

Per circa vent’anni, Leonardo Da Vinci ha vissuto a Milano, il periodo più fertile e creativo della sua straordinaria carriera. Ma ecco il dettaglio sorprendente: la casa in cui dimorò è oggi in vendita! Dove si trova questa storica abitazione e quali prove la legano al grande genio? Scopriamolo insieme.

 

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Dove viveva Leonardo a Milano? La sua casa è stata messa in vendita

# L’approdo di Leonardo a Milano

Cavallo di Leonardo a Milano
Cavallo di Leonardo a Milano

L’approdo di Leonardo Da Vinci a Milano è datato 1482. Rimase immediatamente colpito per la modernità e l’apertura della città verso innovazioni tecnologiche e scientifiche. Sebbene sia celebre soprattutto per le sue opere pittoriche, su tutti il Cenacolo esposto nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, Leonardo fu un genio poliedrico, con interessi che spaziavano dalla scultura all’ingegneria, dall’architettura all’idraulica.

L’ambiente culturale che trovò a era decisamente diverso da quello di Firenze e per 20 anni decise di lasciarsi ispirare dalla città della Madonnina. Durante questo periodo, grazie al sostegno di Ludovico il Moro, realizzò opere in diversi campi. Rimane un interrogativo di cui pochi conoscono la risposta: in quale casa ha dimorato in tutto quel tempo?

Leggi anche: Così Leonardo da Vinci riuscì a farsi assumere a corte

# Cascina Bolla: una casa di campagna oggi a pochi passi da City Life

credit: design.fanpage.it

Il genio fiorentino scelse di vivere in una zona che allora era campagna, poco distante dal centro cittadino, in un’abitazione conosciuta come Cascina Bolla. Oggi si trova all’interno del tessuto urbano, precisamente in Via Paris Bordone 9, nel quartiere dell’ex Fiera. Secondo le ricerche condotte dall’ingegnere Camillo Rovizzani e dal geometra Romano Pagnotti, il Maestro avrebbe risieduto in questa dimora durante il periodo in cui lavorava alla realizzazione dell’Ultima Cena.

# La proprietà comprende una dimora di 1.000 mq e un parco di oltre 3.700 mq

Credits dingding.yolanda IG – Giardino Cascina Bolla

Nel corso dei secoli, la cascina è passata in mani diversi, riuscendo comunque  a preservare il suo fascino quattrocentesco nonostante incendi e guerre. In passato era circondata da un fossato con un alto muraglione, accessibile tramite un ponte levatoio e un porticato ad archi a sesto acuto, questi ultimi purtroppo oggi scomparsi.  È rimasta in piedi invece una torretta d’avvistamento, sul lato orientale, decorata con un affresco raffigurante un volo di uccelli.

Originariamente immersa nella campagna e circondata dalla natura, la cascina fungeva sia da abitazione che da osteria. Attualmente, la proprietà comprende una villa padronale di circa 1.000 mq, completamente indipendente, una dependance e un parco di oltre 3.700 mq.

# La vigna di Leonardo diventata off limits ai turisti dopo la cessione della Casa degli Atellani

Andrea Cherchi – Vigna di Leonardo

La passione di Leonardo per la campagna era ben nota, dato che la sua famiglia possedeva numerosi vigneti in Toscana. Proprio per questo legame con la terra e la natura, Ludovico il Moro decise di donargli una vigna, oggi conosciuta come la Vigna di Leonardo, situata in Corso Magenta 65 nella Casa degli Atellani dove Leonardo visse un paio di anni, proprio di fronte a Santa Maria delle Grazie. Fino a non molto tempo fa era accessibile al pubblico ma, a seguito dell’acquisto dello storico palazzo da parte del magnate del lusso Bernard Arnault, uno degli uomini più ricchi del mondo, è diventata off limits e non si sa se e quando sarà di nuovo visitabile.

Ritornando alla storica Cascina Bolla, attualmente rappresenterebbe una residenza esclusiva, situata a breve distanza da City Life, una delle zone più ambite e di prestigio di Milano.

Leggi anche: La vigna di Leonardo

# Esisteva davvero un tunnel sotterraneo con il Castello Sforzesco?

Pinterest – @ingiroper0

Qualche anno fa l’antica abitazione attribuita a Leonardo è stata messa in vendita, anche se le trattative sono rimaste rigorosamente riservate. Qualsiasi sia o sarà il nuovo proprietario  una dimora di inestimabile valore storico, circondata da fascino e mistero.

Della Cascina Bolla rimangono ormai solo pochi elementi originali, poiché è stata sottoposta a numerose ristrutturazioni nel corso del tempo. Tuttavia, la sua storia continua ad alimentare leggende. La più intrigante narra di un presunto passaggio sotterraneo che la metterebbe in collegamento con il Castello Sforzesco. La teoria però non è mai stata confutata. Esisteva davvero un passaggio segreto? La questione divide ancora oggi gli storici, e nemmeno gli ultimi proprietari hanno trovato prove definitive.

Quel che è certo, però, è che Leonardo intratteneva ottimi rapporti con la famiglia Sforza, che gli commissionò numerosi lavori a corte, rafforzando così il legame tra la cascina e la storia rinascimentale.

 

Fonte: Milano Per Pochi

Continua la lettura con: La beffa del Cavallo di Leonardo a Milano

FABIO MARCOMIN

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Le gastronomie migliori di Milano: la mini-guida dei sogni (con mappa) per chi non ha voglia di cucinare

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Credits peck_milano - Peck

Tempo di gastronomie. Queste le 10 top di Milano in ordine sparso. 

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Le gastronomie migliori di Milano: la mini-guida dei sogni (con mappa) per chi non ha voglia di cucinare

 

# Zoppi & Gallotti propone alimenti cotti sotto vuoto e cibo pronto da asporto

Credits zoppiegallotti IG – Zoppi e Gallotti

Nato come negozio di alimentari nel 1940, la terza gestione a firma Zoppi & Gallotti porta dal 1984 i migliori prodotti gastronomici nazionali ed esteri. Tra le specialità  ci sono anche salumi e formaggi rari e la macelleria, oltre a caviale, salmone e foie gras. Per chi ha poco tempo per cucinare ci sono alimenti cotti sotto vuoto e cibo pronto da asporto, oltre a novità gastronomiche di creazione propria e una selezione di vini. 

Indirizzo: Via Cesare Battisti 2 e via Salvini 3

# Gastronomia e salumeria Civelli è famosa per il paté di fegato d’oca prodotto in casa e le tartine in gelatina 

Credits you.food IG – Gastronomia Civelli

La “Gastronomia e salumeria Civelli” è aperta a Milano dal 1961, poco distante da piazza del Duomo. Le specialità sono il paté di fegato d’oca prodotto in casa e le tartine in gelatina di antipasto, oltre ai primi, secondi e dolci realizzati nel laboratorio interno. Un must imperdibile sono i panini farciti al momento, grazie a un’affettatrice Berkel del 1932 che taglierà perfettamente i salumi proposti dalla “casa”.

Indirizzo: Corso Italia 16

# Giannasi, dal 1967 il pollo allo spiedo più buono di Milano

La polleria di Giannasi in Piazza Buozzi

Giannasi è per tutti una sola cosa dal 1967: il pollo allo spiedo più buono di Milano. Questa rosticceria in zona Porta Romana, precisamente in piazza Buozzi, cucina polli da oltre 50 anni con un mix di spezie che li rende unici. L‘offerta di prodotti si è progressivamente arricchita con carne bovina e suina, oltre alle carni crude, i fritti, i primi piatti come lasagne, parmigiana, timballo, risotti di ogni genere. Dorando Giannasi, il proprietario storico, è ormai un’istituzione a Milano come testimonia l’ottenimento dell’Ambrogino d’oro nel 2010.

Indirizzo: Piazza Buozzi 2

Leggi anche: I PERSONAGGI ICONICI della Milano di oggi

# Rossi & Grassi Salumieri offre specialità della tradizione gastronomica milanese e italiana, con qualche tocco esotico

Credits janjarang IG – Rossi e Grassi

Rossi & Grassi Salumieri è la gastronomia milanese per eccellenza in Brera. Presente dal 1971 offre specialità della tradizione gastronomica milanese e italiana, con qualche spruzzata di esotico. I salumi e gli insaccati provenienti da tutte le regioni italiane sono tra i prodotti di punta. Oltre a una serie di prodotti gastronomici confezionati a marchio Rossi & Grassi si trovano anche formaggi italiani e stranieri, pasta fresca, dolci e piatti pronti.

Indirizzo: Via Ponte Vetero 4 e via Solferino 12

# Il Nuovo Principe con le sue specialità storiche: tartufi, funghi porcini, caviale, foie gras

Credits il_nuovo_principe IG – Il Nuovo Principe

Il Nuovo Principe, nato in via Turati 38, è una gastronomia a conduzione familiare aperta dal 1973. I tartufi, i funghi porcini, il caviale e il foie gras sono alcune delle specialità storiche ma non mancano i classici prodotti gastronomici come vitello tonnato, paté in gelatina, piatti pronti e un’ampia selezione di salumi, formaggi e conserve. Da qualche anno si è trasferito in Corso Venezia 21.

Indirizzo: Corso Venezia 21

# Gastronomia di Bonardi Piero, la più famosa per la paella a Milano

Credits gastronomia_da_piero IG – Gastronomia da Piero

Aperta nel 1973 con l’intento di offrire specialità della cucina lombarda e piemontese, la Gastronomia di Bonardi Piero è la più famosa di Milano per la paella, preparata ogni domenica mattina e considerata la migliore della città. Il venerdì è il giorno dove trovare un ampio assortimento di pesce fresco. Per gli amanti del vino “artigianale” sono 300 le etichette di vini biodinamici e biologici.

Indirizzo: Viale Umbria 27

# Peck, tempio del lusso gastronomico meneghino

Peck via Spadari, Milano

In pieno centro troviamo Peck, il tempio del lusso gastronomico meneghino aperto da quasi 140 anni. Questa gastronomia sfama generazioni di milanesi dal 1883 con insalata russa, patè, tartine alla gelatina e antipasti vari, oltre a salumi, famosa la bresaola di loro produzione. Ancora si possono gustare formaggi, pasta fresca, carni, verdura e piatti pronti, proposti in estate anche in formula picnic. A questo si sono aggiunti dei veri spazi ristoranti e enoteche. La location storica non è più l’unica, Peck ha aperto anche in Citylife, a Porta Venezia e persino a Forte dei Marmi.

Indirizzi: Duomo (Via Spadari 9), CityLife, Porta Venezia (via Salvini 3) e Forte dei Marmi

# Pasta della Francesca, i tesori della gastronomia milanese

Credits restaurantguru – Pasta della Francesca

Pasta della Francesca è uno dei negozi storici di via Piero della Francesca, in zona Sempione. A rotazione ogni giorno ci sono i tesori della gastronomia milanese: pasta fresca come gnocchi e ravioli da cuocere a casa, sughi, secondi di pesce e di carne, contorni, dolci. Ogni giorno ci sono nuovi menu e specialità ispirate alla cucina lombarda. Non mancano alcune specialità meneghine tipiche come il riso al salto, il minestrone, la pasta e fagioli e insalata di nervetti.

Indirizzo: Via Piero della Francesca 20

# Rosticceria Galli, il punto di riferimento di corso Vercelli

Credits rosticceria_galli IG – Rosticceria Galli

La Rosticceria Galli è un punto di riferimento in una delle via storiche dello shopping meneghino, corso Vercelli. Presente dal 1949 è la gastronomia ideale per acquistare un arancino tra un giro di negozi e l’altro, una paella prima del cinema, antipasti, patè, dolci. Qui si trova anche pollo allo spiedo, tacchino e cappone ripieno e ovviamente il mitico panettone artigianale milanese.

Indirizzo: Corso Vercelli 8

# Gastronomia Giacomo, una vera istituzione gastronomica

Credits giacomo_milano – Giacomo Milano 1

La Gastronomia Giacomo, locale dell’omonimo impero che a Milano è una vera istituzione gastronomica, è drogheria, salumeria, latteria. Si possono trovare salumi, formaggi, pasta, olio, con un’attenzione particolare per i piccoli produttori artigianali. Nella proposta di piatti pronti spiccano il pollo allo spiego, la parmigiana di melanzane, le lasagne e gli arrosti.

Indirizzo: Via Sottocorno 3

Fonte: Informacibo

Continua la lettura con: I 10 RISTORANTI TOP di Milano

FABIO MARCOMIN

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Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).
 

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo#Madrid#Berlino#Ginevra#Basilea#SanPietroburgo#Bruxelles #Budapest#Amsterdam#Praga#Londra#Mosca#Vienna#Tokyo#Seoul#Manila #KualaLumpur#Washington#NuovaDelhi#HongKong #CittàDelMessico#BuenosAires#Singapore

 

Dopo Chinatown Milano avrà anche Japan Town?

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shibuya1 - Ph. @tokyo__lover_ IG

Il Giappone è un bellissimo paese, ricco di storia e di fascino. Dalla lingua alla sua cucina, tanti sono gli aspetti che sempre più ci incuriosiscono e appassionano. A Milano sono innumerevoli, sebbene non sempre autentici, i ristoranti di sushi. E le mostre riguardanti il Giappone si susseguono una dopo l’altra con grande riscontro da parte dei visitatori. Dopo il grande successo di Chinatown perchè non dare a Milano anche un quartiere giapponese? Foto cover: shibuya1 – Ph. @tokyo__lover_ IG

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Dopo Chinatown Milano avrà anche Japan Town?

# Un paese molto lontano, ma anche molto familiare

Credits: deviantart.com
cyberpunk giapponese

Il Giappone è la patria dei manga, dei cartoni animati, del cyber punk della robotica e di tanto altro a noi molto familiare. Nella nostra città esistono diversi luoghi per approfondire la cultura giapponese e un numero sempre maggiore di milanesi ha iniziato timidamente allo studio del Katana, dell’Hiragana e dei Kanji.

Sembra strano eppure anche i giapponesi sono emigrati nel corso dei secoli. Il Giappone ha infatti alternato periodi di totale chiusura all’esterno a timidi momenti di apertura durante i quali i Nikkei (gli emigrati nipponici e i loro discendenti) hanno creato vere e proprie comunità in giro per il mondo. Certo non una migrazione paragonabile a quella meridionale o cinese, ma rilevanti nuclei si sono insediati e sviluppati dal Perù agli USA e dal Canada all’Indonesia.

# È a Milano la comunità giapponese più numerosa in Italia

Credits: centrodiculturagiapponese.org
Centro di Cultura giapponese Milano

Popolo notoriamente laborioso, discreto e molto educato ha creato, all’interno delle società che lo ha accolto, delle comunità caratterizzate da uno stile di vita e degli usi e costumi unici. Le comunità giapponesi più numerose in Europa si trovano a Londra, Parigi e Düsseldorf. In Italia la comunità nipponica più numerosa si trova tra Milano e provincia (poteva essere altrimenti?), tanto che esiste una scuola, fondata nel 1976, dove si seguono i programmi scolastici della madre patria e tutti gli studenti devono occuparsi a turno della pulizia di aule e corridoi. Il centro culturale giapponese è molto attivo in città, organizza diversi corsi, sia di linguistici che culturali, e diverse associazioni, dalla camera di commercio italo-giapponese alle palestre di arti marziali.

# Japan Town: perché non facciamo un quartiere dedicato al Sol Levante?

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

Tutto questo ci pare sufficiente affinché si crei un piccolo quartiere giapponese o almeno una via che richiami le suggestioni di Tokyo o Osaka (quest’ultima gemellata con Milano). Ricreare una piccola Shibuya o Ginza sarebbe davvero una cosa entusiasmante visto il successo del quartiere cinese di Paolo Sarpi, sempre più turistico e vivo, da tempo immemore, oramai un’autentica caratteristica di Milano. Un quartiere nipponico alla milanese sarebbe un successo planetario. Oltre che dare a Milano un tocco di internazionalità e una zona di indiscutibile pregio. Da realizzare attraverso la cooperazione attiva delle intelligenze giapponesi ospiti a Milano. 

shibuya

Continua la lettura con: Via PAOLO SARPI e le chicche di Chinatown: breve guida al quartiere più di tendenza nel cuore di Milano

ANDREA URBANO

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3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).
 

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Quelle scene di vita quotidiana della Milano di un tempo che… vorremmo rivivere

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La Belle Epoque  è un film francese di alcuni anni fa che si basava su un’idea curiosa: un’agenzia specializzata nel fare rivivere epoche storiche o momenti del passato vissuti dal cliente. C’è chi si ritrova nella Germania di Hitler, nella Francia prerivoluzionaria oppure chi rivive il primo incontro con la donna amata nella Lione del 1974.
Dopo aver visto il film ci siamo chiesti: quali potrebbero essere i momenti del passato di Milano che ci piacerebbe rivivere?

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Quelle scene di vita quotidiana della Milano di un tempo che… vorremmo rivivere

# Passeggiare a Milano con i navigli scoperti

credits: beic.it

Sentirsi come Casanova quando descriveva Milano come una seconda Venezia e capire se davvero avrebbe senso battersi per rifarli come erano un tempo.

# Una serata al New Magazine (primi anni ’90)

In viale Umbria si scendono le scale e ci si ritrova in un’ampia sala con dei tavolini con sopra un telefono e un numero ben visibile. Ci si accomoda, si guarda chi c’è negli altri tavoli e se si vede qualcuno di interessante si chiama da un tavolo all’altro. Oppure si attende che qualcuno ci chiami. Primo locale di Milano spazzato via da internet.

# Un giorno nella Milano delle cabine telefoniche

Credits Urbanfile – Prima cabina telefonica

Niente cellulari. Darsi appuntamento davanti alla porta del Duomo. Fare la coda davanti a una cabina per telefonare all’amata, sperando che non sia il padre a rispondere.

# Via Fiori Chiari prima della legge Merlin

bordello di brera
bordello di brera

Ritrovarsi nella Pigalle di Milano, nella Brera a luci rosse dove al posto del Louisiana c’era un bordello, dove da ogni palazzo splendide ragazze adescavano i viandanti. Perdersi nelle stradine confrontando cosa c’era allora al posto dei locali di oggi.

# Vivere le 5 giornate

Poter assistere al momento storico in cui la palla di cannone si conficca nel palazzo di Porta Romana 3. Ritrovarsi tra le file dei rivoltosi, spiegando loro che è tutto inutile, che alla fine i Savoia ci avrebbero fregato e riconsegnato la Milano liberata agli stranieri.

# Partecipare a una festa a casa del diavolo

Da: L’avvocato del diavolo

Nella Milano falcidiata dalla peste, mescolarsi ai nobili del tempo che con le loro carrozze si recavano alla casa del Diavolo in porta Romana per vivere le sue feste leggendarie.

# La nascita del Panettone

Credits: Pasticceria Clivati Facebook

Assistere nella cucina di Ludovico il Moro al momento in cui venne sbagliato l’impasto che fece nascere il panettone.

# Il quattordicesimo apostolo

milano deserta
Cenacolo vinciano

Andare a trovare Leonardo che fa il murales più celebre del mondo.

# Godersi Milano sulle montagne russe alle Varesine

luna park delle varesine
luna park delle varesine

Visitare il Luna Park delle Varesine, la mecca degli adolescenti degli anni settanta e ottanta, vivere l’ebbrezza delle montagne russe che si innalzavano a fatica dove oggi si elevano i grattacieli.

# Girare per Milano sotto la nevicata dell’85

Una delle giornate più incredibili dell’ultimo mezzo secolo di Milano. La città ricoperta da oltre un metro di neve, le auto che slittano, gli autobus che non riescono a ripartire senza spinta, la gente che scia sul Montestella.

# Festeggiare una vittoria della coppa campioni dell’Inter o del Milan

La prima storica vittoria dell’Inter nella finale della coppa campioni giocata a San Siro contro il Benfica. L’alternativa per i milanisti: ritrovarsi sugli spalti del Meazza il 19 aprile 1989 a rivivere il 5 a 0 contro il Real Madrid in semifinale di Coppa Campioni in un periodo in cui l’Inter non vinceva niente.

# Rifare la coda per il padiglione giapponese a EXPO

coda padiglione giappone

La coda più bella di sempre. Quella per il padiglione giapponese a Expo. Commozione. 

Continua la lettura con: Ma è vero che a Milano c’è il pesce più fresco d’Italia? 

MILANO CITTA’ STATO

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2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
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«Milano verticale»: 3 piani per risolvere la mobilità e migliorare la qualità della vita

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Strade libere, pedoni in ogni dove, viali alberati, auto sotto terra e ciclisti su cavalcavia elevati: questa è la Milano Verticale. Ecco come il grattacielo urbano potrebbe rivoluzionare la mobilità milanese.

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«Milano verticale»: 3 piani per risolvere la mobilità e migliorare la qualità della vita

# Il Grattacielo Milano come soluzione della mobilità

Milano ha un grosso problema: il traffico. Non si tratta solo di una questione di comodità, ma di una sfida fondamentale per la mobilità urbana e la qualità della vita. Come molte metropoli, Milano si è affidata allarea C e all’area B, ma, sebbene queste misure abbiano ridotto il traffico nel centro, non sono sufficienti e, sicuramente, non sono all’altezza della Milano del futuro.

L’obiettivo non può semplicemente essere eliminare le auto, bensì ripensare completamente la mobilità cittadina. La soluzione potrebbe risiedere in una visione radicale: trasformare Milano in una città stratificata, su almeno 3 livelli, seguendo l’esempio dei grattacieli che hanno ottimizzano uffici e abitazioni sull’asse verticale.

Immaginare Milano come un “grattacielo orizzontale” significherebbe dividere la città in tre piani distinti: sotterraneo, piano terra e primo piano. Ogni livello sarebbe dedicato a una funzione specifica, riducendo il caos e migliorando l’efficienza complessiva. Ecco come si potrebbero sviluppare i 3 piani.

# Il piano sotterraneo: auto, tunnel e parcheggi interrati

Il primo livello della Milano verticale dovrebbe essere situato sotto terra. La città ha già esempi virtuosi di utilizzo del sottosuolo, come i parcheggi sotterranei di CityLife, ma è necessario un approccio più ambizioso.

Nel 2023 circolavano a Milano circa 993.000 auto: l’obiettivo deve essere quello di portare a zero il numero di veicoli in superficie. Seguendo l’esempio di Elon Musk (e dei tunnel sperimentali della Boring Company, già in funzione a Los Angeles), Milano potrebbe sviluppare una rete di direttrici sotterranee che sostituiscano il traffico di superficie.

Questi tunnel potrebbero essere inizialmente testati su arterie chiave come Corso Buenos Aires, Viale Monza e Melchiorre Gioia, con l’obiettivo di espandersi, poi, a una circonvallazione sotterranea. Grazie all’intelligenza artificiale, il traffico potrebbe essere gestito in modo automatizzato, riducendo incidenti e ottimizzando i flussi.

Ai tunnel sotterranei dovrebbe essere affiancata la creazione di 3 mega-silos sotterranei, considerando i parcheggi di CityLife come il 4°, accessibili direttamente dalle autostrade. Questi hub strategici, posizionati alle porte della città, potrebbero ospitare migliaia di auto e consentire ai pendolari di parcheggiare e continuare il loro viaggio con mezzi alternativi.

3 idee ottimali potrebbero essere:

  • Nord: Porta Volta/Parco Sempione, servendo chi arriva dalle autostrade A8 e A9.
  • Sud: Ex Scalo Romana, ideale per chi proviene dall’A1.
  • Est: Lambrate e Città Studi, per chi entra dalla A4.

# Il piano terra: la città pedonale libera dalle auto e da ogni altro mezzo

Con lo spostamento del traffico sotterraneo, il piano terra di Milano potrebbe essere completamente ripensato. L’assenza di auto trasformerebbe la città in un paradiso per i pedoni. I tram storici, simbolo della tradizione milanese, potrebbero rimanere come un elemento distintivo, mentre autobus e altri mezzi su ruota verrebbero gradualmente sostituiti da metropolitane e tunnel.

Le strade, una volta liberate dal traffico, diventerebbero vere e proprie “strade verdi”, con alberi, aiuole e percorsi pedonali. La circonvallazione, da simbolo di congestione, potrebbe trasformarsi in un grande parco lineare che collega i diversi quartieri. Gli spazi liberati permetterebbero ai ristoranti di espandere le aree all’aperto, creando nuovi luoghi di socialità.

Questo cambiamento radicale non riguarderebbe solo l’estetica urbana, ma anche la sicurezza e la vivibilità. I bambini potrebbero giocare liberamente nelle strade dei quartieri, senza il rischio di essere investiti, mentre i cittadini riscoprirebbero il piacere di camminare e incontrarsi in una città finalmente a misura d’uomo.

# Il primo piano: piattaforme sopraelevate per biciclette e mezzi elettrici

Il livello sopraelevato rappresenta la frontiera più futuristica del progetto. L’idea è creare una rete di piste ciclabili, accessibile anche a monopattini, skateboard, overboard e, potenzialmente, anche scooter elettrici, sospesi sopra le strade e gli edifici. Queste strutture leggere ed eleganti, non dovrebbero richiamare i classici cavalcavia grigi, ma integrarsi armoniosamente nel paesaggio urbano.


L’esempio che dimostra la fattibilità di tutto ciò è la pista ciclabile sospesa di Xiamen, in Cina, lunga 8 chilometri e dotata di accessi diretti ai mezzi pubblici e di punti di noleggio biciclette.
Una rete simile, a Milano, permetterebbe ai cittadini di spostarsi rapidamente senza interferire con il traffico sottostante.

Ascensori strategicamente posizionati in corrispondenza degli ormai ex-incroci del piano terra renderebbero le piste facilmente accessibili dalla strada, mentre la posizione sopraelevata del cavalcavia permetterebbe anche l’accesso diretto a chi abita nei piani superiori degli edifici. Questi percorsi sopraelevati potrebbero seguire il tracciato delle arterie sotterranee, creando un sistema coerente e integrato.

# I piani del grattacielo sono infiniti, come procedere?

Completato il piano uno avremmo risolto definitivamente la mobilità milanese. Ora la sfida sarebbe continuare con lo sviluppo del grattacielo Milano.

Si potrebbero, per esempio, progettare passerelle sospese tra gli edifici del centro, offrendo percorsi pedonali sicuri e suggestivi, ideali per zone ad alta densità come il Quadrilatero della Moda o i Navigli.  Oppure ancore, i tetti degli edifici potrebbero trasformarsi in piazze verdi e spazi di aggregazione, ampliando ulteriormente le possibilità di utilizzo dello spazio urbano.

Realizzare questa visione richiederà tempo, risorse e una pianificazione accurata, ma i benefici sarebbero enormi: una città più vivibile, sostenibile e all’avanguardia. Come la metropolitana un tempo era solo un sogno, anche questa idea può diventare realtà. Con una strategia chiara e la volontà di osare, Milano può davvero trasformarsi in una città verticale, tracciando una nuova strada per il futuro urbano. Qui il video del progetto:

Continua la lettura con: Un cambio di prospettiva radicale: macchine nei tunnel della metro di Milano?

MATTEO RESPINTI

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Farai anche tu «la cena delle 7 cene»?

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Una tradizione medievale per affrontare meglio il Natale.

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Farai anche tu «la cena delle 7 cene»?

«La cena delle 7 cene» è una tradizione nata nel Medio Evo nell’Oltrepò Pavese: un grande banchetto costituito da 7 portate consumato la sera del 23 dicembre per prepararsi al digiuno della vigilia di Natale. Ma quali sono le portatre?

Le sette portate replicano “i sette capitali” e servivano per saziare i commensali fino al pranzo di Natale. Ogni portata ha un significato. L’insalata e le acciughe arrivavano dalla Liguria attraverso la Via del Sale, la torta di zucca simboleggiava il Sole, a cui in origine era dedicata la festa del 25 dicembre. Cipolla e aglio servivano a scacciare gli spiriti maligno. E si finiva con il miccone: un grande pane legato alla leggenda che narra che Gesù sia stato nascosto in una cesta di pane durante la fuga in Egitto. 

La tradizione venne ideata dai contadini dell’Oltrepò pavese in occasione dell’Antivigilia di Natale per ritrovarsi con gli amici prima degli impegni natalizi con le rispettive famiglie. 

Ph. @camminandoinoltrepo IG

Fonte: @bellitalia_magazine IG

Continua la lettura con: Le 5 cose che la vera milanese fa a Natale

MILANO CITTA’ STATO

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Niente concertone di fine anno neanche a Milano: “con il budget disponibile, artisti non all’altezza”

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Non è una fine dell’anno fortunata per i concertoni. 

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Continua con: Le tue condizioni dopo un pomeriggio di shopping a Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Il regalo di Natale Last Minute: 4 idee per salvarsi all’ultimo minuto

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pexels-lil-artsy- Regalo fai da te

Il regalo di Natale last minute è sempre un’impresa difficile da affrontare. L’ansia di trovare il regalo perfetto per le persone a cui teniamo può diventare opprimente, soprattutto quando il tempo stringe e i negozi sono affollati. Tuttavia, con un po’ di creatività e pensiero, è ancora possibile fare un regalo significativo anche all’ultimo minuto.

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Il regalo di Natale Last Minute: 4 idee per salvarsi all’ultimo minuto

# La prima opzione: il buono regalo

pexels-sora-shimazaki- Gift card

Una delle opzioni più comuni per un regalo last minute è il classico buono regalo. Sebbene possa sembrare impersonale, in realtà offre alle persone la possibilità di scegliere ciò che desiderano davvero. Si può optare per un buono regalo di un negozio preferito della persona o per un’esperienza unica, come un corso di cucina o un massaggio rilassante. In questo modo, si dimostra di aver pensato alle passioni e agli interessi della persona e di volerla coccolare nel modo migliore possibile.

# La seconda opzione: il fai da te

pexels-lil-artsy- Regalo fai da te

Un’altra idea per un regalo last minute è quello di creare qualcosa con le proprie mani. Un regalo fatto a mano offre sempre un tocco personale e speciale. Si può pensare di realizzare una scatola di biscotti fatti in casa o un cesto di prodotti gastronomici prelibati. Altrimenti, si può provare a creare un album fotografico con i ricordi più preziosi condivisi con la persona a cui si vuole fare il regalo. Questo non solo dimostra impegno e dedizione, ma anche un grande amore e apprezzamento per la persona.

# La terza opzione: un evento speciale

pexels-caleb-oquendo- Concerto

Se si è in cerca di qualcosa di più originale, si può pensare a un’esperienza unica. Ci sono moltissime opzioni disponibili, come biglietti per un concerto o uno spettacolo teatrale, un weekend in una città che la persona desidera visitare o addirittura un volo per una destinazione esotica. Un’esperienza regalata può lasciare un ricordo indelebile nella mente e nel cuore della persona, rendendo il Natale un momento ancora più speciale.

# La quarta opzione: il digital non passa mai di moda

Serie originali Netflix

Infine, se si è davvero a corto di tempo, si può sempre optare per un regalo digitale. Un abbonamento a una piattaforma di streaming, un ebook o un audiolibro sono solo alcune delle opzioni disponibili. Questo tipo di regalo può essere inviato immediatamente via e-mail, rendendolo perfetto per gli acquisti last minute.

# In conclusione

In conclusione, anche se il regalo di Natale last minute può sembrare una sfida, ci sono molte opzioni creative e significative da considerare. L’importante è dimostrare alla persona a cui vogliamo fare il regalo che abbiamo pensato a lei con affetto e cura, indipendentemente dal tempo a nostra disposizione.

Continua la lettura con: Le 5 cose che la vera milanese fa a Natale

MICHELE LAROTONDA

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