Gli Hot Club di Milano, dove la notte è sempre giovane. Riproponiamo la selezione di Lorenzo Tiezzi per MilanoDaBere.it
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Le notti più calde di Milano: i «locali hot»
Hot club: la definizione per un locale dove non ci si limita a ballare e ad ascoltare musica. Ma l’atmosfera è più sfrenata e porta a osare oltre ogni limite. Quali sono gli Hot Club di Milano?
# Super Club
Ph. @superclub FB
Il Super Club, in zona Tortona. Una delle case dello scatenato collettivo Le Cannibale. Spesso ospita artisti internazionali, di nicchia, o eventi “up” come Club Inferno, quando la location si colora di rosso e fiamme.
# Rocket
Ph. https://zero.eu/
Altro locale che invita ad osare è il Rocket, in zona Navigli. Frequentato soprattutto da chi ama sonorità black ed elettroniche in stile underground berlinese.
# Plastic
Credits: foto-divertente.blogspot.com
Non può certo mancare l’iconico Plastic. il trasferimento da Viale Umbria a via Gargano non ha cambiato l’anima del club restando uno degli spazi più creativi e folli della città . “L’unico forse a poter proporre un Capodanno che inizia alle 1, non prima.”, sottolinea Tiezzi.
# Play
Si vira a uno stile più fashion. Nei pressi di Corso Como si trova il Play, l’ ex Luminal. Una volta la settimana ospita il sound scatenato di Mamacita, festa urban da Ibiza. Aperto dal mercoledì alla domenica.
# Gate
Ph. @gatemilano IG
Il Gate che i più grandicelli se lo ricordano prima come De Sade e poi diventato Club Haus 80’s è sempre l’anima dark e più elettronica del vicino Alcatraz di via Valtellina. O
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Un parco acquatico da record, a poca distanza da Milano, dove ci si ritrova nei mari delle isole tropicali. Il più grande, il primo in ordine di tempo e l’unico a stare aperto 12 mesi all’anno. Dove si trova e cosa si può fare al suo interno durante le festività di fine anno.
Milano-Acquaworld
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Le «Maldive al coperto» alle porte di Milano: le aperture e i prezzi tra Natale e Befana
# Acquaworld: il primo parco acquatico coperto d’Italia
Ph. @acquaworld_ufficiale IG
Le Maldive al coperto si trovano da Acquaworld: a Concorrezzo, a 30 minuti di Milano. Si tratta del primo grande parco acquatico al coperto a essere realizzato in Italia. Per anni è stato anche l’unico. La struttura è aperta 12 mesi all’anno, tutti i giorni in estate e con limitazioni nei mesi rimanenti, e fruibile con qualsiasi condizione atmosferica.
Si sviluppa su una superficie di circa 20.000 mq con 12 vasche e piscine interne ed esterne, tutte con acqua fra i 32° e i 35°C. La temperatura dell’acqua negli spazi interni è costante a circa 30°C. Difendono da freddo e dalle intemperie tre cupole trasparenti realizzate con l’Etfe, un elemento artificiale ricavato dal fluoro, utilizzato anche per l’Allianz Arena di Monaco e il Water Cube di Pechino.
# Le due aree del divertimento: Area Scivoli e Area Fun. Attenzione al Black Mamba
All’interno del parco sono presenti due aree distinte dedicate al divertimento.
Quella più dinamica è l’Area Scivoli. L’attrazione principale è una torre di 18 metri di altezza dotata di 8 scivoli acquatici, che prevede l’arrivo sempre al coperto e pendenze tra il 7% il del 35%, per una lunghezza complessiva di ben 1.100 metri lineari. In tre di questi scivoli si può scegliere di scendere con con gommoni singoli e/o doppi. Troviamo poi Tra tutti il multipista Baby Slide, riservato ai più piccoli, gli spettacolari Turbo Slide e Ice Express, e per finire il Black Mamba, il più temibile di tutti e adrenalinico.
campermaro IG – Acquaworld
A prendersi la scena nell’Area Fun è invece la Vasca Onde, un enorme specchio d’acqua di 1.000 mq con giochi acquatici. A questo si aggiunge il divertentissimo River, uno spazio giochi e scivoli per bambini dal nome di Area Miniworld, l’area idromassaggi, cascate. Le zone per il relax e per rigenerarsi ci sono anche all’esterno, con la piscina di 200 mq con giochi d’acqua e idromassaggi, con temperatura costante di 32°C, per le famiglie.
# Nell’area benessere di oltre 2.000 mq è disponibile una vera e propria spa
Credits babina994 IG – Area Benessere Acqua world
Su una superficie totale di oltre 2.000 mq, metà della quale occupata da vasche interne ed esterne, trova spazio l’Area benessere. Si tratta di una spa a tutti gli effetti con:
la Grotta del Temporale Monsonico;
vasche di reazione calda (Calidarium) e fredda (Frigidarium);
idromassaggi plantari, cervicali e lettini massaggianti;
una sauna;
una stanza del sale;
le stanze del vapore.
# Le aperture e i prezzi delle festività tra Natale e Befana
Ph. @acquaworld_ufficiale IG
Tra Natale e Befana, Acquaworld è sempre aperto dalle 10 alle 20dal 26 dicembre al 6 gennaio. Orari diversi per il 31 dicembre (si chiude alle 17) e il primo gennaio (si apre alle 14).
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Quale è la località preferita dagli italiani per una vacanza sulle neve?
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Queste sono le 4 superstar lombarde dell’inverno
# La classifica delle destinazioni sciistiche preferite dagli italiani
Credits: Duepertrefacinque – Neve in Lombardia
Quale è la località preferita dagli italiani per fare una vacanza sulle neve? A dircelo è la classifica con le top 40 destinazioni sciistiche più amate dagli italiani nella stagione 2024-2025 redatta da Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza. Per realizzarla sono stati selezionati gli impianti e le località sciistiche italiane o poco oltre il confine più amate e poi ordinati sulla base delle ricerche effettuate sul portale per soggiorni tra il giorno 1 novembre 2024 e il giorno 31 marzo 2025.
# Prima la “Regina delle Nevi” della Lombardia
credits Max Kukurudziak – Unsplash – Livigno
In testa alla graduatoria troviamo anche quest’anno Livigno, la “Regina delle Nevi” lombarde, con un equilibrio tra qualità e convenienza grazie a un costo medio giornaliero tra soggiorno e skypass pari a 67 euro. In seconda posizione c’è Madonna di Campiglio, in Trentino Alto Adige, dove si spendonomediamente 104 euro, e infine a chiudere il podio Alto Sangro – Roccaraso/Rivisondoli in Abruzzo, la più economica tra le tre, punto di riferimento per lo sci nell’Italia centrale.
# Nella top ten cinque destinazioni del Trentino Alto Adige, due della Lombardia
Top ten mete sciistiche Holidu
La top ten è dominata dal Trentino Alto Adige, con cinque piazzamenti, seguita dalla Lombardia con due: a Livigno aggiunge Bormio in settima posizione, sempre in Valtellina con un costo medio giornaliero di 68 euro. La località è famosa oltre che per le sue piste da sci anche per lo storico centro termale aperto dal 1920.
Cortina d’Ampezzo credits Betty Subrizi via Unsplash
Tra i primi dieci posti ci sono due tra le mete più amate dai milanesi: Courmayeur in Valle d’Aosta in sesta piazza e Cortina d’Ampezzo in Veneto, in nona, prossima compagna di avventura di Milano alle Olimpiadi Invernali 2026.
# In classifica anche Madesimo e Valmalenco – Alpe Palù
Credits: siviaggia.it – Madesimo
Allargando lo sguardo a tutta la classifica è ancora più evidente il predominio del Trentino Alto Adige con 16 località su 40, poi la Lombardia con 4, aggiungendo Madesimo e Valmalenco – Alpe Palù dove si spendono in media rispettivamente 46 e 57 euro al giorno, Valle d’Aosta e Abruzzo con 3, Piemonte con 2.
# Italia batte estero con 34 destinazioni su 40
Credits yaechanpapydaisuki IG – Cabinovia Chamonix Francia
Sono invece solo 6 le località straniere in graduatoria. Troviamo infatti al 17esimo posto Chamonix-Mont-Blanc in Francia, appena oltre il confine provenendo dalla Valle d’Aosta, al 20esimo Innsbruck – Ghiacciaio dello Stubai in Austria, Zermatt e St. Moritz – Corviglia in Svizzera rispettivamente alla 31esima e 33esima, in 35esima Megève/Saint-Gervais in Francia e ancora in Svizzera First – Grindelwald alla 40esima posizione.
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Credits: upload.wikimedia.org
cantieri porta nuova 2010
Il nuovo millennio si apre con la paura del Millenium Bug, poi scoppia la bolla tecnologica e crollano le torri Gemelle aprendo la strada ad anni di paure e paranoie per il terrorismo islamico. E mentre sugli aerei non si fanno entrare le boccette di shampoo, Milano sfida il cielo disegnando un nuovo skyline. Nel frattempo anche a Milano arrivano le nuove tecnologie destinate a rivoluzionare il nuovo secolo: sono gli anni in cui nascono YouTube e Facebook, mentre in California Steve Jobs realizza il telefonino che si posizionerà al centro di ogni persona: l’IPhone. Ritorniamo a rivivere la Milano del primo decennio degli anni 2000.
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I ricordi degli «anni Duemila»: il decennio magico della Milano che mirava al cielo
# “Nasce” lo skyline milanese
Credits: blog.urbanfile.org 2004 progetto vincitore Varesine-Garibaldi-Porta Nuova
LaMilano degli anni 2000 è la Milano che cambia volto. Soprattutto se la si guarda alzando gli occhi al cielo. Con l’arrivo del nuovo millennio, l’area delle ex-Varesine che da anni poteva essere chiamata come terra di nessuno inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. L’intuizione di trasformare l’area nella “city” di Milano è dell’architetto Pierluigi Nicolin, che rivede nel 2001 il Programma Integrato di Intervento (PII) Garibaldi-Repubblica. Siamo sempre all’inizio degli anni 2000 quando arriva il fondo immobiliare americano Hines che trasforma la speranza di una riqualificazione dell’area in realtà. Il progetto della riqualifica viene affidato all’architetto argentino César Pelli che ipotizza una piazza circolare sopraelevata circondata da tre alte torri, quella che sarà piazza Gae Aulenti. E intanto a Stefano Boeri viene affidata l’area che insiste sul quartiere Isola, dove comparirà il Bosco Verticale. Nasce la nuova Porta Nuova.
# La Bicocca che non c’era: l’Università, l’Arcimboldi, l’Hangar
Credits: unimib.it
progetto BicoccaMa non è solo Porta Nuova la grande novità. Un quartiere industriale e periferico com’era il quartiere Pirelli-Bicocca aveva appena inaugurato la sua università, la Bicocca apre infatti solo due anni prima l’inizio del nuovo millennio, ma non si accontenta dell’università e inaugura altri due luoghi culturali. Il 19 gennaio 2002, infatti, dato che il teatro alla Scala era chiuso per ristrutturazione, apre in zona Bicocca il teatro Arcimboldi. E nel 2004 inizia a essere costruito anche l’Hangar, un nuovo spazio espositivo d’arte contemporanea.
# La Fiera si sposta a Pero per lasciare posto a CityLife
Credits: @pontir Politecnico Bovisa oggi
Nel frattempo il Politecnico riqualifica l’ex area industriale della Bovisa e, mentre il complesso fieristico viene spostato a Pero, per lasciar posto al progetto di City Life. A sud di Milano, invece, al confine con Rogoredo nell’area dismessa che era chiamata Montecity, nasce il nuovo quartiere di Santa Giulia. Viene inaugurata anche la statua ago e filo in piazza Cadorna. Sono gli anni dove Milano rinasce. Dopo uno stop durato più di dieci anni, riparte l’attività edilizia. Alla fine del decennio inaugura anche il Museo del Novecento in piazza Duomo. Milano si fa più bella, più moderna e progetta in grande il suo nuovo skyline. Ma la città vola alto non solo con i suoi grattacieli.
# Gli ultimi anni sul trono del mondo del calcio: le due Champions del Milan, il triplete dell’Inter e il Mondiale a Berlino
Credits: acmilan.com che risuona in tutta la nazione. Vittoria champions 2007
Per certi aspetti è come se con la fine del primo decennio del Duemila per il calcio italiano si chiudesse una stagione magica iniziata nel 1982. Da Mondiale a Mondiale con le notti magiche di Berlino del 2006 rilanciate dai maxi schermi e dal “Poo po po po po poo po” tratto da “Seven nation army” dei “White Stripes” che risuona in tutta la nazione. Tra i due mondiali l’Italia sale sul trono del calcio mondiale internazionale, dominando con le sue squadre di club tutte le maggiori competizioni. Ma è Milano a fare la padrona tra le italiane, l’unica città al mondo in grado di portare due sue squadre a vincere il trofeo più prestigioso, la Champions League. Due squadre che giocano nello stesso stadio, cosa atipica nel panorama internazionale. I Duemila sono per le milanesi un decennio dei grandi trionfi: il Milan è sul tetto d’Europa nel 2003 (contro la Juventus) e nel 2007 (contro il Liverpool), anche se ricorderà per sempre l’incubo della notte di Istanbul quando nella finale del 2005 il Milan riesce nell’impresa di farsi rimontare un vantaggio di 3 a zero. A queste vittorie si aggiungono anche due Supercoppe europee e due scudetti. Non è da meno l’Inter, anzi. Dopo aver spadroneggiato in Italia vincendo cinque scudetti di fila conclude come meglio non avrebbe potuto, aggiudicandosi il “triplete” (scudetto, coppa Italia e Champions League) nel 2010 sotto la guida di Mourinho. Un trionfo unico per la storia segna però la sigla di coda su quasi tre decenni di dominio del calcio italiano nel mondo.
# Milano si aggiudica Expo 2015
E Milano vola alto non solo per le nuove costruzioni. L’idea di organizzare in città la Grande Esposizione Universale prende forma nel 2007 quando viene presentata la candidatura di Milano. Come? Letizia Moratti, prima donna a ricoprire la carica di sindaco di Milano, viene nominata Commissario delegato per la predisposizione degli interventi necessari alla migliore presentazione della candidatura della città quale sede di Expo 2015. L’anno dopo, l’Assemblea Generale EXPO premia Milano con 86 voti (contro i 61 della sua sfidante turca Smirne) e la rende sede della manifestazione che avrebbe segnato il decennio successivo. E che avrebbe rappresentato l’àncora di rilancio in un decennio segnato da una crisi profonda.
# Dal più grande disastro aereo d’Italia alla grande crisi di fine decennio
Credits: @porrino_francesco07 disastro di Linate
Per certi aspetti così come si è aperto il decennio si chiude. Era iniziato con lo scoppio della bolla finanziaria delle “Dot Com” in Borsa e con il crollo delle Torri Gemelle, in un incubo che sembrò contagiare Milano. Prima con il disastro di Linate: l’8 ottobre 2001, un jet privato entra per sbaglio nella pista di decollo principale, viene investito da un aereo della SAS in fase di partenza, che, per l’impatto, si schianta poco dopo e si incendia. Ancora oggi è il più grande disastro aereo avvenuto in Italia per il numero di vittime: 118 le persone che persero la vita. Pochi mesi dopo il disastro di Linate, ad aprile 2002, si rivive per qualche ora a Milano l’incubo delle Torri Gemelle, quando un aereo turistico si schianta contro il Pirellone. Il pilota Fasulo, per motivazioni ancora non del tutto chiarite, si sfracella contro il grattacielo simbolo della storia di Milano. Che, per fortuna, resta in piedi.
Seguono anni più sereni, di un decennio in cui la città preme sul gas, in cui si trasformano i mezzi di comunicazione, con il boom dei cellulari, la nascita di YouTube e di Facebook, con l’introduzione del mercato dell’IPhone. Ma come era iniziato così finisce: con la più grande crisi della finanza mondiale degli ultimi 40 anni. Una crisi che a differenza di quelle di inizio decennio colpirà profondamente Milano trascinandola insieme a tutta la nazione in un periodo economicamente più complicato da cui, per certi aspetti, non siamo mai usciti.
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La Maggiolina, quartiere del Municipio 2, che deve il suo nome alla omonima cascina demolita nel 1920, è conosciuta per essere caratterizzata da abitazioni bizzarre e perché confina con il noto Villaggio dei giornalisti.
Nel quartiere resistono 8 delle famose “case a igloo” in via Lepanto, realizzate dell’ingegnere Mario Cavallè, che tutti conoscono. Ma un tempo c’erano anche le “case a fungo”, ormai dimenticate. Pochi conoscono la loro storia.
Le «case fungo» di Milano? Sono “fuggite” nell’hinterland
# Le «case fungo» scomparse
Le «case fungo» erano state costruite in due esemplari e, insieme, alle “case igloo” avevano contribuito a rendere il quartiere della Maggiolina fiabesco e a tratti onirico.
La caratteristica di queste costruzioni, oltre alla peculiare forma a fungo, era lo sviluppo su due livelli sovrapposti: il gambo al piano inferiore, più stretto, la cappella al piano superiore, più ampio. Sembra che l’ingegnere abbia tratto ispirazione dall’Amanita Muscaria, uno dei funghi psicoattivi più appariscenti del bosco.
Purtroppo chi è giovane non può averne memoria, poichè il nipote stesso dell’ingegnere decise di demolirle nel 1965, per realizzarci una costruzione tuttora abusiva.
# Le 3 copie rinate a Novate Milanese
Case fungo a Novate Milanese
Per i nostalgici e per chi non ha potuto vederle dal vivo, a Novate Milanese ne hanno riprodotte tre unità, non corrispondenti al 100% alla forma e a i colori degli originali, ma in grado comunque di richiamarne la memoria. Lanciamo la proposta: e se le ricostruissimo anche a Milano, nel loro luogo natale?
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Credits: ordinearchitetti.mi.it - Gratosoglio
Gratosoglio, Milano
In uno studio effettuato dall’Università Statale sulla qualità della vita a Milano è emersa una città a due velocità. Scopriamo i quartieri dove si vive meglio e quelli da cui i milanesi vorrebbero scappare.
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I quartieri di Milano dove si vive meglio (e quelli da cui si vorrebbe scappare)
# Il giudizio dei milanesi: il centro è il più amato, la meno amata è la periferia Sud
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo
In una ricerca effettuata dall’Università Statale di Milano sulla qualità della vita nel capoluogo lombardo, basata su un campione di 1.600 intervistati, è emersa ancora una volta una città spaccata in due. Da un lato troviamo il centro che risulta amato dal 94% dei milanesi che hanno risposto al sondaggio, dall’altro la periferia sud che registra 12 punti percentuali in meno fermandosi all’82%.
# Il giudizio dei residenti: la zona dove si è più felici di vivere è quella tra De Angeli, Monte Rosa, Pagano e Washington
I grattacieli di Piazza Piemonte
Rispetto alla classifica degli anni passati ci sono poco variazioni. In cima, con il 99% del gradimento dei suoi residenti, troviamo la zona De Angeli, Monte Rosa, Pagano, Washington.
Al secondo posto con il 98% c’è il centro. Al terzo a pari merito l’area di Citylife e quella che comprende Figino, Trenno e Bosco in Città, grazie al verde e alla vivibilità, con il 97%. Al quarto posto si trova Buenos Aires-Venezia e al quinto Isola-Garibaldi.
# All’ultimo posto della classifica il quartiere Gratosoglio-Ticinello. 1 su 3 vuole andarsene
Credits: ordinearchitetti.mi.it – Gratosoglio Gratosoglio, Milano
Nella parte bassa della graduatoria c’è ancora la zona Centrale-Loreto, mentre il quartiere meno amato in assoluto è quello di Gratosoglio-Ticinello. Risulta infatti proprio la periferia sud l’area della città da cui cui gli abitanti avrebbero maggior desiderio ad andarsene, per il 31% degli intervistati, oltre il doppio rispetto al dato registrato da chi vive in centro.
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Milano è conosciuta per la sua tradizione dolciaria, in primis per il panetùn ma non solo. Ecco le 10 pasticcerie migliori di Milano che assolutamente non potete perdervi. Nota: classifica realizzata mettendo insieme i giudizi della redazione, le opinioni dei fans della fan page di Milano città stato e i risultati di alcune classifiche e siti di recensioni (es. tripadvisor, milano.pinkitalia.it)
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Le 10 migliori pasticcerie di Milano
#10 Pasticceria Viscontea
credit: Visconteamilano.it
La pasticceria Viscontea si trova in via Edmondo de Amicis e rappresenta un punto di riferimento per i milanesi più golosi. Ad occuparsi di farciture e impasti c’è Michele Mastrorilli, uno dei più noti pasticceri di Milano. Michele ha iniziato la sua formazione professionale quando aveva solo 11 anni e da allora ha sempre mantenuto il suo stampo tradizionale e di classe. Oltre a preparare ottimi panettoni, dicono che faccia le brioches più buone di Milano.
#9 Sant Ambroeus
credit: lettera43.it
In pieno centro città, la pasticceria e cioccolateria Sant Ambroeus offre dolci di altissima qualità e una location veramente elegante e chic. Dal 1936 soddisfa i palati più esigenti e non si può fare a meno di notare il meraviglioso palazzo in cui è incastonata, uno dei più belli di Corso Matteotti. A Milano rappresenta un’istituzione per la tradizione dolciaria meneghina: passione, professionalità e soprattutto ottimi ingredienti.
#8 Pasticceria Martesana
credit: martesanamilano.com
Nonostante sia una delle pasticcerie storiche di Milano, fondata appunto nel 1966 quando ancora le acque dei navigli scorrevano a vista, il segreto della pasticceria Martesana è la ricerca continua di innovazione. Dalla fondazione sono cresciuti molto e hanno aperto 3 punti vendita in città, tutti contraddistinti dalla creatività dei Maestri. Nel 1986 è stata creata la famosa Torta a forma di Duomo di Milano per accogliere una delegazione di pasticcieri spagnoli. Tratti distintivi: artigianalità, innovazione e storicità senza però dimenticare la qualità delle materie prime.
La pasticceria del Maestro Ernst Knam in Via Augusto Anfossi 10 rappresenta una certezza per gli amanti dei dolci ma soprattutto per gli amanti del cioccolato. L’offerta di torte e monoporzioni è variegata e ogni morso è un’esplosione di sapori attentamente studiata, nulla è lasciato al caso. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua fama di “Re del cioccolato” perché da Knam potrete trovare dolce, salato oppure mix di sapori innovativi come ad esempio la monoporzione alle mele e rosmarino. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
#6 Marchesi
credit: comunicaffe.it
I dolci di Marchesiin via Santa Maria alla Porta 11 hanno origine nel 1824 e ancora oggi sono sinonimo di eccellenza, non solo in Italia, infatti i punti vendita a Milano sono 3 ma ne è stato aperto anche uno a Londra. La pasticceria Marchesi è un paradiso per il palato ma anche anche per gli occhi: il locale storico ha mantenuto il suo fascino in stile art déco. Dopo quasi due secoli di esperienza, la selezione tradizionale è stata affiancata da proposte innovative sempre caratterizzate da packaging colorati che contraddistinguono la storica pasticceria meneghina.
#5 Malìa
Credits: @stemari87 IG
Il termine napoletano “malìa” significa proprio magia e seduzione ed è questo il motivo per cui la pasticceria milanese di stampo partenopeo è stata chiamata così. Non si può non lasciarsi trasportare dai sapori e dai profumi dei dolci di Malìa, legati alla tradizione napoletana ma sempre rivisitati in chiave moderna. Il locale di Viale Legioni Romane 55 è divenuto in poco tempo uno dei più apprezzati di Milano non solo nel campo della pasticceria, è possibile infatti assaggiare anche piatti salati tradizionali ma pur sempre innovativi.
#4 Pasticceria Migliavacca
La pasticceria Migliavacca si trova in via Ajaccio all’Ortica ed è un locale non eccessivamente elegante, nonostante ciò saranno i loro dolci a fare da padroni. Lo storico locale aprì nel 1958 e da allora la famiglia Migliavacca ha portato avanti con passione e dedizione l’attività, facendosi conoscere pian piano in tutta la città. Oggi sono famosissimi e in particolare i loro panettoni artigianali sono ritenuti da molti i più buoni della città.
#3 Pasticceria Castelnuovo
credit: pasticceriacastelnuovo.it
Al terzo posto della classifica troviamo un’altra pasticceria tradizionale meneghina: la pasticceria Castelnuovo. Questo storico locale si trova in zona Lorenteggio, in via dei Tulipani, ma l’attività di famiglia era iniziata a Lecco, nel lontano 1927. Le ricette sono semplici ma curate con passione e sempre in costante miglioramento. La proposta più celebre della pasticceria è la Torta Enrico, chiamata così in memoria del nonno.
#2 Leccornie
credit: Facebook – @leccornievegan
Leccornie in via Camillo Ugoni 1 a Dergano si aggiudica il secondo posto sul podio. Una pasticceria moderna e innovativa ma che richiama la tradizione e i suoi sapori, proponendo squisite alternative interamente vegetali. La caratteristica che gli ha fatto conquistare la seconda posizione è sicuramente lo studio e la magia con cui il pasticcere riesce ad emulare perfettamente la tradizione pasticciera italiana, utilizzando solo materie prime vegetali. Molti definiscono i suoi dolci dei veri e propri gioielli e coccole per il palato. Provare per credere.
#1 Pasticceria Angelo Polenghi
credit: polenghi-angelo.business.site
Il proprietario, il signor Polenghi, ha ereditato la storica pasticceria dalla mamma Elisabetta. Da più di settant’anni delizia i palati dei milanesi ed è diventato il migliore della città in tantissime preparazioni, a iniziare dai cannoncini sempre freschi e croccanti che possono essere farciti al momento. Non possiamo poi non nominare anche le colombe pasquali e i panettoni artigianali che alcuni ritengono i più buoni del mondo, non solo di Milano. Insomma una pasticceria storica sempre a disposizione della clientela con prodotti freschi, legati alla tradizione ereditata dalla mamma ma in costante evoluzione insieme alla città che la ospita. In Via Lamarmora 31 (Porta Romana).
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A Milano «il più grande parco termale metropolitano d’Europa»: i nuovi rendering delle vasche, la data ufficiale e i prezzi dei servizi
# Le storiche scuderie De Montel si trasformano in un maxi centro termale
Credits alesabi54 IG – Scuderie de Montel
Il primo centro termale di Milano dove un tempo c’erano i cavalli. Rispetto a quelle di Porta Romana, queste terme sono infatti alimentate dall’unica fonte termale della città a 396 metri di profondità, si caratterizza per essere oligominerale e riconosciuta terapeutica per la balneoterapia nel trattamento delle affezioni dermatologiche. È stata ripristinata nel 2007 e ha portato all’idea di riqualificare il complesso degradato per convertirlo in polo termale. Il delizioso complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel in zona San Sirorealizzato nel 1921 su progetto dell’archistar dei tempi Vietti Violi, all’angolo tra via Achille e via Fetonte vicino allo Stadio Meazza, si trasforma in uno spazio dove rigenerarsi tra saune, hammam, bagno turco e massaggi.
# Quando inaugura il «più grande parco termale metropolitano d’Europa»
Terrazza de Montel
La comunicazione ufficiale è arrivata nella giornata del 17 dicembre 2024, quando è stato messo online il sito del parco termale demontel.it: il 1 aprile 2025 apre De Montel – Terme Milano. Anche se visto il giorno si spera non sia un scherzo…
Insieme alle Terme di Saturnia, conosciuta per la sua sorgente naturale millenaria, la struttura fa parte del gruppo Terme & SPA Italia e di Saturnia sono disponibili nel centro i prodotti di estetica e cura e anche il personale è formato direttamente dai dipendenti dalla storica toscana. Il “più grande parco termale urbano d’Italia”, forse d’Europa, con i suoi 16mila metri quadri di struttura, di cui di 6mila al coperto e 10mila tra corte e aree verdi attrezzate, interamente dedicati al relax e al benessere, si caratterizza per:
• 5.450 mq di spazi interni
• 10.000 mq di spazi esterni, di cui 8.000 di parco
• 1 corte esterna
• 1 sorgente di acqua termale
• 10 vasche
• 16 sale massaggi
• 9 aree relax
• 4 saune
• 1 bagno di vapore
• 1 hammam
• 1 ristorante bistrot
• 1 caffetteria
• 1 bar lounge
• 1 garden bar
• 3500 nuovi alberi piantati nella corte e nel parco interno
# Le due piscine: della Sorgente e dell’Eclisse
Sono due le piscine all’interno della struttura:
la Piscina della Sorgente con una temperatura 34° è il punto di partenza di questa esperienza di benessere. Si trova all’aperto, abbracciata dall’edificio delle Terme e formata da due vasche simmetriche attrezzate con chaises longue e getti idromassaggio ad aria e ad acqua;
la Piscina dell’Eclisse, sempre con acqua a 34°, è un’infinity pool esterna riscaldata, sul prato, con una vista suggestiva e un percorso completo di idromassaggi dalla pianta dei piedi all’intera colonna vertebrale.
# Le vasche
Vasche De Montel
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Vasche de Montel
Piscine De Montel
Tra le vasche troviamo invece:
la Vasca della Pioggia con temperatura di 34°, caratterizzata da una pioggia che cade leggera dal soffitto;
la Vasca Velo d’Acqua offre un massaggio naturale intenso e localizzato;
la Vasca della Leggerezza, con idromassaggi studiati per stimolare il sistema linfatico e circolatorio da alternare con il fresco delle Vasche del Freddo;
le Vasche del Freddo e le docce svedesi con una temperatura di 22°, piccole vasche circolari di reazione vicino alle saune e studiate per riequilibrare la temperatura del corpo e tonificarlo;
la Vasca della Sospensione con acqua a 38°, con un effetto zero-gravity che consente di galleggiare in acqua ipersalina ad alta densità, con impianto subacqueo di musica rilassante;
la Vasca del Refrigerio con una temperatura di 22° dove nuotare liberamente, per rinfrescarsi e defaticare.
# Le saune e le zone umide
Gli ambienti interni con le colonne preservate e le saune
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Gli ambienti interni con le colonne preservate e le saune
Tra le saune e le zone umide ci sono:
la Sauna dei Rituali con temperatura di 80-90° e umidità del 10-20%, ampia e panoramica, con un’immensa vetrata che dà sulla corte interna, sedute comode e profonde, luci, musica, una grande stufa e fuori le docce di reazione;
la Sauna dei Cristalli con temperatura di 60-90°e umidità 0%, dentro un cubo di vetro con il pavimento riscaldato con una stufa da sauna;
la Sauna del Respiro con temperatura di 40-50° e umidità del 10-20%, inondata da profumi rilassanti di legno alpino grazie al rivestimento di pino cembro e all’azione dei suoi olii essenziali;
la Banja Russa con temperatura di 80-90° e umidità del 10-20%, nata in climi gelidi e tempi antichi, estremamente energizzante, stimolante e detossinante;
il Bagno di Vapore e l’Hammam con temperatura di 40-45° e umidità 98%, esperienze purificanti e rilassanti che favoriscono la sudorazione e la depurazione dell’organismo;
il Tepidarium Salino con Temperatura di 45° e il pavimento ricoperto di sale, da preparazione alla successiva immersione nella vasca ipersalina.
# I prezzi per accedere alle terme e ai servizi
Credits: Montel Terme, modellino
Ma quanto costa provare l’esperienza delle nuove terme milanesi? Si parte dall’accesso alla SPA per tre ore a 60 euro, a quella di 8 ore da 89 euro a persona. I pacchetti benessere, che comprendono 5 ore di SPA, buffett, trattamenti e massaggi in base all’opzione scelta, vanno dai 118 euro ai 209. La prenotazione e l’acquisto è già possibile online sul sito ufficiale o tramite contatto telefonico.
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Milano è l’unica città italiana a non avere una via Roma. E pensare che di Roma Milano è stata anche capitale. Potrebbe essere il momento di dedicare una strada alla Città Eterna per rispettare una promessa di qualche anno fa. Anche perché potrebbe essere il nome più azzeccato per “correggere” questa celebre via del centro.
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Dove si potrebbe mettere Via Roma a Milano? Questa la strada da “correggere”
# Mille difetti, ma pur sempre Città Eterna
Credits Kookay-pixabay – Roma
L’immagine di Roma a Milano non è delle migliori, è vero. Il capoluogo laziale da tempo immemore viene visto da Milano come simbolo di esasperante burocrazia, di asfissiante centralismo statalista, di radicata corruzione e di dilagante lassismo. Non solo: è sede di una classe politica sempre più imbarazzante e incapace di risolvere i problemi del paese, restando al contempo serva in ogni caso di poteri superiori. Nazionali e stranieri.
Se si pensa strettamente alla città, a ogni milanese vengono in mente la spazzatura, il traffico soffocante, una rete di trasporti totalmente inadeguata, ostaggio delle più svariate lobby da quella dei tassisti a quella degli abusivi di ogni sorta. Una megalopoli invasa da ratti e da cinghiali con aree dismesse che, fatto salve alcune rare eccezioni, da lungo tempo e chissà per quanto ancora attendono un progetto di rigenerazione. E ancora: sterminate periferie degradate abitate dalla umanità più disperata, cantieri infiniti, manutenzione e cura dell’arredo urbano spesso inesistenti.
Roma però resta la “città eterna”, quella con il più grande patrimonio storico artistico del mondo, centro della cristianità e culla dell’Impero Romano. L‘Urbe riesce sempre a stupire ed emozionare nonostante gli schiamazzi dei suoi abitanti e il chiasso di un turimo sciatto da pochi spiccioli. In breve, è pur sempre la città dove tutte le strade portano. E allora perchè non portare una via Roma anche a Milano? Già, perchè a Milano manca. Un caso più unico che raro.
# Milano l’unica a non averle dedicato una via
Credits: @ghepensimi.it – porta Romana
Tutte le cittàitalianele hanno dedicato una via, solitamente le più importanti, tranne una: Milano. Se non per un breve nefasto periodo: durante il ventennio si pensò frettolosamente di dedicarle una via centrale. Per il resto del tempo, Milano non ha mai avuto una via intitolata a Roma. Fortunatamente il fascismo finì morto sepolto assieme alla Via Roma presto rinominata Corso di Porta Romana. Ci siamo sempre giustificati dicendo che in fondo la via a Roma non fosse necessaria poiché appunto esiste già da tempo Corso di Porta Romana che però, parliamoci chiaro, è un omaggio a una porta cittadina e non alla città dei Papi.
# La promessa non mantenuta
pexels-skitterphoto – Roma
Non è certo una priorità e non ne sentiamo particolarmente il bisogno, ma forse sarebbe il caso di porre rimedio una volta per tutte per rendere omaggio a una città che ha pure sempre contribuito a rendere Milano quella che è adesso facendola diventare persino capitale e sede imperiale? La polemica non è certo nuova, anzi, va avanti da tempo. L’ultima volta fu portata avanti dall’ex Sindaco Veltroni che, rinfacciando al Sindaco di Milano Gabriele Albertini il fatto che a Roma invece esista una Via Milano tra l’altro molto centrale, riuscì a strappare la promessa che anche il capoluogo lombardo avrebbe avuto una Via Roma, promessa in ogni caso mai mantenuta. Ma allora quale strada si potrebbe rinominare come via Roma?
# La strada da “correggere”
Maps – Fermata Duomo M1-M3 via Torino
La strada da intitolare alla Capitale l’abbiamo già. Via Torino. Per diverse ragioni. La prima è di eredità storica. Rispetto a Roma, da Torino di cose buone a Milano non ne sono arrivate, a parte una misera campana. Anzi, Milano ha ricevuto da Torino solo disastri e ruberie, dai poteri amministrativi all’industria automobilistica. La seconda ragione è strettamente geografica: di solito le strade di Milano intitolate a località indicano la loro direzione. Come Corso Sempione, Via Novara o Corso Venezia, solo per citarne alcune. Ma tra le eccezioni c’è proprio via Torino, che dal centro punta in direzione opposta rispetto alla città sabauda. Una direzione che porta invece proprio verso la Capitale.
Pertanto la centralissima via che parte da Piazza Duomo anziché via Torino dovrebbe diventare Via Roma. Dedica più prestigiosa e sensata rispetto a quella della città piemontese a cui possono bastare e avanzare gli omaggi presenti in piazza Duomo con la statua, il corso e la Galleria intitolati a un personaggio discutibile di casa Savoia.
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“Non riesco a guardare un tramonto senza pensare a lei”.
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bimportale.com - Stazione Hangzhou Ovest dall'alto
Un complesso nodo di interscambio con un design avveniristico da fare invidia agli aeroporti internazionali, con una “sala d’attesa a forma di nuvola”. Da poco inaugurata, è dotata di tecnologie all’avanguardia che la rendono sostenibile e autosufficiente. Scopriamo nel dettaglio come è stata realizzata.
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La stazione dei treni più spettacolare di un aeroporto internazionale
# Un’enorme infrastruttura ferroviaria su un’area di 510mila mq
bimportale.com – Stazione Hangzhou Ovest dall’alto
Nella città di Hangzhou, provincia dello Zhejiang in Cina, ha inaugurato nel 2022 la stazione ferroviaria di Hangzhou West. Non si tratta però di una banale stazione, ma di un complesso nodo di interscambio di: ferrovie nazionali, dell’alta velocità, due linee metropolitane, di cui una collega direttamente l’aeroporto internazionale di Hangzhou Xiaoshan, e bus su un’area di 510mila mq. La stazione ne occupa 100mila, il resto dell’intervento ha compreso la realizzazione di un comparto edilizio ad uso uffici.
# Un corpo principale di 7 piani, con 11 piattaforme e 20 binari
bimportale.it – Livelli stazione
La stazione si sviluppa con un corpo principale di 7 piani, di cui 2 sottoterra. All’interno ci sono: la hall della stazione della metropolitana, il livello intermedio del parcheggio sotterraneo, la piazza di superficie, il livello di ingresso/uscita rapida, quello dei binari, quello di attesa e un livello destinato ai servizi ai viaggiatori. Ci sono invece 11 piattaforme e 20 binari nell’area della partenza con 19 coppie di treni passeggeri ogni giorno.
# Un design da far impallidire gli aeroporti internazionali con la “sala d’attesa a forma di nuvola”
dope.china IG – Stazione Hangzhou Ovest
L’aspetto che colpisce di più è certamente il design. In particolare la “sala d’attesa a forma di nuvola”, con i lucernari a croce sul tetto fluttuano come nuvole e la lucesi diffonde nell’intera sala come se provenisse dalle nuvole. Ha una lunghezza di circa 310 metri da nord a sud e di 230 metri da est a ovest. Concettualmente è stata pensata per essere un unico spazio dove muoversi con agilità da un punto a un altro.
chinatrainbooking.jpg – Stazione
C’è anche un’area dedicata all’intrattenimento dei bambini, caratterizzata da un colore caramella con piccole scrivanie, piccole panche, blocchi da costruzione, scivoli, e una sala per mamme e bambini con culle, tavoli per pannolini e lavandini.
# Le tecnologie utilizzate per renderla sostenibile e autosufficiente
Una stazione all’avanguardia ricoperta da 15.000 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino capaci di generare 2,31 milioni di kWh all’anno di energia elettrica dal sole, risparmiare oltre 830 tonnellate di carbone standard e ridurre oltre 2.300 tonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno. Degli elettroventilatori intelligenti riescono invece a rilevare la potenza del vento, la temperatura, l’umidità e i dati relativi al rumore, facendo aprire automaticamente i vetri esterni della facciata continua per fornire aria fresca ai passeggeri.
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Chi lo dice che Milano è solo lavoro, ritmi incessanti e stress. Oggi vogliamo smentire questo stereotipo facendovi rilassare nelle migliori SPA della città. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: la nostra selezione in ordine sparso.
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Le 7 migliori SPA del benessere a Milano (con mappa)
# Grand Spa a Palazzo Parigi, una delle più lussuose al mondo
Palazzo Parigi
Letteralmente una delle più lussuose Spa del mondo. Oltre alla piscina ha un Royal Hammam Privé, la Grand Spa di Palazzo Parigi in Porta Nuova, offre 7 sale tematiche dove fare trattamenti ispirati alle atmosfere balinesi, marocchine, polinesiane.
# Shiseido Spa, la più grande di Milano
Credits: allure.it – Shiseido Spa
Al sesto piano dell’Excelsior Hotel Gallia in Stazione Centrale è l’unica presente in Italia a portare il celebre nome Shiseido e, con la sua superficie di oltre 1000 mq, è la più grande Spa di Milano. Anche qui il lusso non manca, dove tutto ruota attorno al concetto giapponese di Omotenashi, che esprime la volontà di coinvolgere i propri ospiti in un’esperienza sensoriale rigenerante, unica e indimenticabile.
# Armani/SPA, la semplicità del lusso di Re Giorgio
Credits: madtrip.co – Armani Spa
Sulla cima del 5 stele Armani Hotel ci si può rilassare nella Spa disegnata da Re Giorgio, con il suo stile inconfondibile, minimal e elegante al tempo stesso. Dall’interno della vasca idromassaggio si può ammirare Milano dall’alto in tutta la sua bellezza.
# QC Terme Porta Romana, l’unica sauna al mondo dentro a un tram
Credits: Tirpadvisor – QC Terme Porta Romana
Inserite in un palazzo in stile liberty e nella cornice esterna delle antiche mure spagnole, o meglio in un bastione, le Terme di Porta Romana regalano un’atmosfera sospesa nel tempo, un’oasi di relax nella storia in pieno centro città. Suggestiva anche la biosauna, un unicum mondiale, in un vecchio tram dell’ATM.
# Aspria Harbour Club, per chi a Milano cerca la natura
Credits: aisopos.it – Aspria Harbour Club
L’Aspria Harbour Club è in zona San Siro e ha piscine, campi da tennis, palestra indoor dove si tengono corsi di yoga, zumba, pilates. Un club completamente nella natura, per goderti una bella giornata all’aperto, lontana dal caos urbano dove godersi anche l’idromassaggio tra i verdi prati.
# La Spa del Bulgari Hotel, la più richiesta dai VIP
Spa Bulgari Hotel
Una delle più ricercate, sopratutto dai VIP essendo in uno degli hotel più lussuosi e centrali della città, la Spa del Bulgari dispone sauna, jacuzzi esterna, quattro sale private e una suite esclusiva per la coppia sono adibite ai trattamenti personalizzati.
# L’esperienza olistica della Spa al Mandarin Oriental
Credits: justmeandthecities.com – Spa Mandarin Oriental Milano
Per la Spa del Mandarin Oriental di Milano sono stati creati dei trattamenti speciali ed esclusivi come l’Opera of the Soul: un massaggio ideato per omaggiare il Teatro alla Scala, ce l’opera lirica italiana, che si pone come obiettivo quello di aprire i chakra della gola migliorando le nostre doti canore. La Spa del Mandarin Oriental è una vera esperienza olistica: l’ingresso è limitato e dal momento in cui ci sente trasportati in un’ altra dimensione.
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Il primo ad essere costruito a quasi duecento metri sotto il livello del mare. Curato nei dettagli, fa vivere a chi percorre il tratto, un’esperienza tra i ghiacci del Nord.
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Il tunnel sottomarino tra i ghiacci del Nord Europa: costruito a 200 metri sui fondali dell’oceano
# Il tunnel sottomarino, innovazione delle isole Faroe
Credits: meteoweb.eu
Appartenenti a un arcipelago, al largo tra Scozia e Islanda, composto da 18 isole vulcaniche nell’oceano Atlantico, le isole Faroe hanno attirato l’attenzione internazionale anche grazie alla costruzione di questo tunnel sottomarino. Dal 19 Dicembre 2020 è possibile percorrere in auto il tratto che collega l’isola di Eysturoy con la capitale Tórshvan.
# 11,24 km di strada a quasi 190 metri sotto il livello del male
Credits: siviaggia.it
Il tunnel è lungo 11,24 km, circa quattro volte lo stretto di Messina. Ha una strada a tre corsie ed è posta alla profondità record di quasi 190 metri sotto il livello del mare. Se inizialmente per passare dalla capitale ai piccoli centri bisognava percorrere 55km in oltre un’ora, grazie al tunnel le distanze e il tempo è stato ridotto drasticamente. Solo 15 minuti e per un totale di 17km, di cui 11 sotto il mare, sono i tempi di percorrenza per passare dalla capitale ai paesini e viceversa.
# Coreografie e sculture per rendere più eccitante l’esperienza
Credits: siviaggia.it
Sono 6 mila i veicoli giornalmente che possono percorrere il tratto sottomarino alla modica cifra di 13 euro a tratta. Grazie al designer locale Trondur Patursson, il tunnel è stato ornato di una patina sulle pareti, con delle illuminazioni che ricordano molto il classico viaggio tra i ghiacci del Nord ma soprattutto con delle sculture in grado di calmare le paure dei più impressionabili che proprio in quel momento stanno attraversando un tunnel sotto l’Oceano Atlantico del Nord.
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Negli ultimi anni sono state diverse le attività storiche della città che hanno abbassato per sempre la saracinesca. Tra i motivi principali: l’aumento degli affitti e il mancato cambio generazionale.
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Anche la «pasticceria dei Vip» dice addio a Milano
# Lo stop dopo 62 anni di onorata attività
pasticceriasangregorio IG
Anche la storica e pluripremiata pasticceria San Gregorio dice basta. Dopo 62 anni di onorata attività Angelo Bernasconi ha deciso a malincuore di chiudere un locale che nel corso dei decenni si è ingrandito fino a raggiungere gli attuali 600 mq. Aveva infatti acquisito il vicino bar, allargato la sala e aggiunto l’organizzazione di eventi privati e la preparazione di piatti caldi per pranzi e cene. Un’avventura iniziata nel 1945, quando Angelo aveva rilevato la pasticceria dopo il pensionamento del precedente proprietario, Tacchini, di cui era dipendente.
# Definita la «pasticceria dei Vip»
pasticceriasangregorio IG – Bernasconi
Angelo Bernasconi aveva iniziato a lavorare nelle pasticcerie dall’età di 12 anni, nel pasticceria Bologna sempre del signor Tacchini, per diventare un punto di riferimento per vip milanesi e non solo. Fernanda Pivano andava alla San Gregorio per le caramelle al rosolio, Carla Fracci per i marron glacés, Cesare Maldini, Lukaku quando era all’Inter faceva scorta di croissant al cioccolato, e ancora Martina Colombari e Filippa Lagerbäck. Un successo costruito nel tempo.
# I motivi che hanno portato alla decisione definitiva di chiudere la saracinesca
matteoareni IG – Pasticceria San Gregorio
La decisione di chiudere, che potrebbe avvenire già a gennaio 2025 anche se più probabilmente sarà per la fine di giugno 2025, è dovuta alla somma di due fattori. Il primo è l’aumento del costo del canone di locazione al momento del rinnovo del contratto, salito a 200mila euro, e che Angelo Bernasconi, nonostante i buoni rapporti con la proprietà del locale, non è riuscito a rivedere. Il secondo è la differenza di vedute sulla gestione e sull’organizzazione della pasticceria tra lui, suo figlio Davide, sua nuora e l’ex moglie. Angelo avrebbe voluto mantenere orari di apertura più ampi: lui inizia tutti i giorni alle 2.30 per aprire alle 5 e servire anche i milanesi meno sfortunati con in alcuni casi episodi spiacevoli di danneggiamento alle vetrine. Il figlio ha invece puntato a orari “più umani” e sull’ecommerce che ha consentito alla San Gregorio di allargare il business in tutto il mondo, vendendo panettoni dalla Francia alla USA.
# Le altre attività milanesi che hanno chiuso per sempre
Bar Rattazzo
Negli ultimi anni sono stati diversi i locali storici che hanno chiuso. Possiamo ricordare la pasticceria Vecchia Milano in zona Acquabella-Argonne, il mitico Bar Rattazzo con le sue polpette, il Mariposa in Porta Romana prima negozio discografico e poi bar, “Le Trottoir”, il locale a due passi dalla Darsena diventato famoso per essere diventato uno spazio per scrittori e artisti illustri, su tutti Andrea Pinketts. Ancora la discoteca Old Fashion alla Triennale,un simbolo della cultura enogastronomica meneghina come il Pont de Ferr e la Pizzeria napoletana Sibilla, dopo 79 anni di storia. L’ultimo grande simbolo di Milano in procinto di chiudere e l’Hotel Diana in Porta Venezia, dal 25 settembre 2025 Marriott International e Marriott Bonvoy termineranno il contratto in essere con la struttura alberghiera.
Bernasconi però non si da per vinto e alla veneranda età di 80 anni vuole rimettersi in gioco, suo figlio Davide invece sta ancora ragionando sul futuro. Seguendo l’insegnamento del suo maestro Tacchini, che rilevò la pasticceria San Gregorio dopo due anni che era andato in pensione prima di cederla ad Angelo, è pronto a ripartire con un’altra attività. È infatti proprietario di un piccolo locale in galleria Puccini che attualmente è chiuso, dato che non può seguirlo. Dopo il “lieto fine” della riapertura della Latteria di San Marco, rivedremo di nuovo i panettoni di Bernasconi a Milano?
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Le trattorie contemporanee sono locali che presentano un menu costruito intorno ai piatti della tradizione rivisitati in un’accezione più moderna, con spazio ai vini naturali nella carta e grande abilità nelle tecniche della cucina da parte degli chef. Questa lista è tratta da una “storica” selezione del Gambero Rosso con alcune delle trattorie rivisitate in chiave moderna da provare in città.
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Le 5 «trattorie moderne» da non perdere a Milano
# Frangente, cucina a vista e focus sugli ingredienti e tecniche di cottura
Credits dema_95 IG – Frangente
Frangente ha inaugurato nel 2021 in Porta Venezia, sotto la guida dello Federico Sisti, e si caratterizza per la cucina a vista, il bancone e i dettagli dedicati al surf. Il focus del locale è sugli ingredienti e sulla grande abilità nelle tecniche di cottura, capaci di esaltare piatti tradizionali e contemporanei. Tra questi troviamo mondeghili alla milanese, tagliatelle con il ragù di vitello, cotoletta alta di vitello con purè di patate, animelle di vitello alla milanese con maionese allo yuzu kosho e diaframma di giovenca. Non manca poi una ricca e curata selezione di vini. Voto medio recensioni su Google: 4,7/5
Indirizzo: via Panfilo Castaldi, 4
# Trippa, la prima osteria contemporanea di Milano
Trippa – credit facebook trippamilano
Trippa è stata la prima osteria di questo genere ad aprire in città. Si trova in Porta Romana ed è stata inaugurata nel 2014 dallo chef Diego Rossi insieme al suo socio Pietro Cairoli. Ha anche ricevuto l’importante riconoscimento della “chiocciola”, nell’edizione di Osterie d’Italia, che premia i locali slow food dove si mangia meglio. Gli elementi la caratterizzano sono l’atmosfera informale, un menu imperniato sui piatti della tradizione in chiave moderna, una lunga carta di vini e una grande abilità degli chef nel padroneggiare le tecniche in cucina. Voto medio recensioni su Google: 4,7/5
Indirizzo: via Giorgio Vasari, 1
# Manna, una cucina popolare e innovativa nel cuore di Nolo
Credits sig_ossetti IG – Manna ristorante
A Nolo, in piazzale Governo Provvisiorio 6, c’è Manna dello chef Matteo Fronduti. Nel cuore di uno dei quartieri più vivaci e hipster di Milano, questo locale offre una cucina sincera, sorprendente, popolare e allo stesso tempo innovativa, senza essere ossessionata dalle mode del tempo. Nel menu, abbinato a una selezionata carta di vini, troviamo quattro scelte per categoria e piatti con nomi simpatici e ironici che variano a seconda della stagione: da Donald Duck (coscia di anatra, funghi, fegato grasso e fichi) a Fortunato (uovo affogato con purea di patate e vino rosso), da Sora Lella Thay (puntarelle arrosto, curry verde, uova e miso rosso) a Uè, testina! (testina di vitello arrosto, cannolicchi e mela verde). Voto medio recensioni su Google: 4,5/5
Indirizzo: Piazzale Governo Provvisorio, 6
# Røst, una trattoria innovativa con un menu corto e destrutturato
Credits rostmilano_ IG – Rost Milano
Røst in via Melzo, aperto nel 2019, è una trattoria innovativa con sedie e divanetti in velluto, tavoli in marmo e piatti alle pareti, che mantiene gli schemi di quelle tradizionali e presenta un menu corto e destrutturato pensato per la condivisione. Le materie prime sono di alta qualità e i prodotti sono peculiari di tutto il territorio italiano. Tra i piatti della cucina capitanata dallo chef chef Piermaria Trischitta spiccano due classici, Mondeghili e Baccalà con Finocchietto, a cui si aggiungono una serie di categorie come ad esempio quella “dell’affetto e della cremeria”, con la Pancetta di Anselmo Bocchi e il Tumin del Mel, e quella “dal forno ai fornelli” con Carote di Polignano, Yogurt e Sesamo. Voto medio recensioni su Google: 4,5/5
Indirizzo: Via Melzo, 3
# Nebbia, una lunga lista di prodotti stagionali
Credits drfood77 IG – Nebbia Milano
Chi l’ha detto che a Milano non c’è più la nebbia? La Nebbia invece c’é: il ristorante è stato inaugurato nel 2018 a pochi passi dal Naviglio Pavese dall’idea di tre giovani soci Federico Fiore e Mattia Grilli, con esperienze pregresse in ristoranti stellati, e Marco Marone, esperto conoscitore di vini. Il locale si caratterizza per sale interne, delicate e minimal dove il grande protagonista è una lunga lista di prodotti stagionali. Il menu parte dalle radici italiane, spaziando nella tradizione piemontese e campana e con alcuni influssi europei e asiatici. Voto medio recensioni su Google: 4,5/5
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Quando Pavia fu resa più importante di Milano. Perché fu fatta questa scelta?
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Perché i Longobardi hanno messo la capitale a Pavia e non a Milano?
# La crescita di Pavia come centro militare negli ultimi decenni dell’impero romano
Credits paviafree – Pavia Capitale del Regno Longobardo
Nel primo decennio del V secolo la capitale imperiale del Impero Romano d’Occidente fu trasferita da Milano a Ravenna: negli stessi anni, gradualmente, crebbe l’importanza del ruolo militare di Pavia. Alcuni decenni prima dell’avvento in Italia dei Longobardi, Pavia infatti era già il centro principale del territorio, qui infatti si radunava l’esercito per le campagne militari stagionali durante l’epilogo imperiale.
# La consacrazione a capitale del Regno Longobardo
Credits castagna-wikipedia – Regno Longobardo nel 652 D.C.
L’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi, che mise gradualmente fine al dominio bizantino, trovò resistenza delle forze imperiali solo nella città di Pavia, che fu conquistata nel 572 dopo un lungo assedio. Dopo avere nominato Verona come capitale provvisoria del Regno Longobardo nello stesso anno, Pavia fu eletta come città più importante del regno dal re Clefi, nominato per acclamazione da parte dei trentacinque duchi riuniti in assemblea in città. Ma qual è la ragione principale di questa scelta?
# Perché fu scelta Pavia invece che Milano? Per i fiumi
Pavia rimase come capitale del regno longobardo per due secoli sino all’avvento in Italia degli Ottonidi. Le cause principali sono da ricercare nel contesto politico-istituzionale e militare dell’Italia settentrionale di quel periodo. Oltre a essere a quel punto la città più importante dal punto di vista militare, Pavia era situata in un nodo fluviale strategico dell’impero, tra il Ticino, il Po e altri corsi d’acqua minori e con il suo porto permetteva un comodo accesso all’Adriatico da un lato e al lago Maggiore dall’altro. C’è da dire che anche Milano ebbe un periodo di gloria, tra il 604 e il 625 d.C., quando fu nominata capitale durante la reggenza di Agilulfo e Teodolinda prima di essere trasferita nuovamente e in maniera definitiva a Pavia.
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Dalla costa nord della Germania all’isola di Copenaghen in 7 minuti di treno o in 10 minuti di auto attraverso un tunnel lungo 18 km e profondo 40 metri sul fondale del mar Baltico. Grazie ai corridoi ferroviari europei si potrà partire da Milano e arrivare in treno o in auto fino a Copenaghen in modo ancora più rapido da Amburgo, senza prendere un traghetto o senza allungare passando per la Danimarca continentale. E a quel punto proseguire fino a Capo Nord in Svezia, senza soluzioni di continuità. Quando è prevista l’inaugurazione di quest’opera imponente? E quali sono gli ultimi aggiornamenti sui cantieri?
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Il tunnel sottomarino più lungo del mondo avanza: Milano sarà più vicina alla Scandinavia
# Le prime inaugurazioni
Porto Danimarca
Il cantiere per il tunnel Fehmarnbelt prosegue secondo cronoprogramma. A Rødbyhavn in Danimarca è attivo dall’inizio del 2021. Qui è stato costruito il porto operativo, il più grande tra i due che saranno realizzati, utilizzato anche per la spedizione delle grandi quantità di materiali da costruzione. Sull’altra sponda in Germania, a Puttgarden, i lavori sono cominciati alla fine dello stesso anno con la realizzazione dell’area di cantiere e delle strade di accesso.
Entrata tunnel
Il cantiere per la realizzazione dell’entrata del tunnel è partito all’inizio del 2022 sia sul lato danese che quello tedesco, con prosecuzione fino a tutto il 2024. Per entrambe le strutture è prevista una griglia luminosa sul tetto capace di garantire una transizione graduale tra la luce naturale e quella nel tunnel.
Le prime parti delle infrastrutture per il tunnel sono state recentemente inaugurate dal Re della Danimarca Federico X, con la fabbrica che si occupa di realizzare le sezioni di cemento da sistemare sotto al livello del mare completata nel 2023, con le prime già realizzate alla fine dello stesso anno. Da qui partono anche le spedizioni delle grandi quantità di materiali da costruzione. A Puttgarden in Germania, sulla sponda opposta, i cantieri sono diventati operativi alla fine dello stesso anno.
# Tra il 2025 e il 2028 asfaltatura delle strade e posa di binari, nel 2029 l’inaugurazione
Immersione elementi del tunnel
La costruzione dei primi settori del tunnel è partita invece nel 2023, mentre la posa degli stessi sul fondo del mare è programmata per il 2024. L’asfaltatura delle strade nelle gallerie è prevista tra il 2025 e il 2028, così come la posa dei binariferroviari e tutta l’infrastruttura tecnologica necessaria al funzionamento del tunnel.
Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt
L’inaugurazione è fissata per il 2029.
# “Fehmarn Belt Tunnel”: 18 Km per unire Danimarca e Germania in soli 7 minuti
Il “Fehmarn Belt Tunnel”, lungo 18 km (una distanza sei volte maggiore a quella che divide la Calabria dalla Sicilia) e a 40 metri di profondità sotto il Mar Baltico, è stato definito come “una nuova porta d’ingresso per l’Europa” dal Ministero dei Trasporti danese. Rispetto al tunnel della Manica o della galleria Seikan in Giappone, questo tunnel poggerà sul fondale marino invece di essere costruito sotto di esso.
Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt connessione con rete ferroviaria Europea
Scegliendo l’auto basteranno 10 minuti dalla costa nord della Germania all’isola di Lolland, da cui si raggiunge Copenaghen, mentre la distanza da Amburgo a Copenaghen passerà da 450 km a 320 km e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. In treno ancora meno tempo, solo 7 minuti con i convogli fino a 200 km/h.
# I numeri di questa opera faraonica
Credits femern.com – Sezione Tunnel
Il tunnel Fehmarnbelt comprende un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati e prevede l’impiego di 79 blocchi di cemento, ciascuno lungo 217 metri, e 10 elementi speciali con un piano inferiore per l’utilizzo delle attrezzature di esercizio e manutenzione del tunnel. Il peso di ogni elemento è di 73.000 tonnellate, come 14.000 elefanti, mentre la quantità di acciaio equivale a 50 Torri Eiffel. La forza lavoro arriva invece a 3.000 persone.
Credits FemernAS YT - Tunnel Fehmarn Belt
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Credits FemernAS YT - Tunnel Fehmarn Belt dall'alto
Credits FemernAS YT - Tunnel Fehmarn Belt
Per costruire questa faraonica infrastruttura sono stati investiti circa 7 miliardi di euro, di cui uno proveniente dall’Unione Europea, che dovrebbero essere ripagati dal pedaggio stradale dei veicoli che vi transiteranno nell’arco di 40 anni. La parte ferroviaria del tunnel sarà inserita nella rete TENS, la rete di treni diurni e notturni europea.
# Il tunnel prende il nome dall’isola tedesca di Fehmarn. Con la sua costruzione il via al nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt”
Il tunnel si collegherà all’attuale Fehmarn Belt, un ponte che connette l’isola tedesca di Fehmarn alla terraferma. Proprio dalla famosa isola tedesca attraversata, nello Schleswig-Holstein, prende il nome l’opera. Poi toccherà all’isola danese di Lolland, a sud di Copenhagen. Questa zona del Mar Baltico è molto turistica ed offre sia tantissime attività all’aria aperta legate alla natura e al mare sia molte visite a siti culturali. La costruzione dell’infrastruttura darà il via anche il nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt” che prevede itinerari in comune tra i due Paesi e tra le città di Copenhagen, Malmö e Amburgo.
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Dicembre 2020: un momento storico per Milano anche se non ce ne siamo accorti. Viene inaugurata la galleria di pianura tra Lugano e Bellinzona sotto il monte Ceneri. Questo è stato l’ultimo tassello della mobilità ferroviaria svizzera. Non è un dettaglio: ha rivoluzionato tutta la mobilità europea, che passa anche da Milano. Le conseguenze sono state dirompenti e hanno accelerato un processo già in atto: l’unione tra Milano e il Sud della Svizzera. E già spuntano all’orizzonte due novità epocale: la «Porta del Sud» per il collegamento autostradale tra Milano e Lugano e la metropolitanaticinese-lombarda.
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La «Città Ticino»: l’unione di Milano con il Sud della Svizzera
# I treni TiLo: sono una metropolitana interurbana
Francobollo Ceneri 2020
Il francobollo della Posta Svizzera ben rappresenta il significato di un trasporto veloce per le merci dal porto di Rotterdame i viaggiatori in arrivo a Milano dal Nord Europa: il tutto avviene grazie alle gallerie di pianura realizzate in Svizzera per un attraversamento veloce delle Alpi.
Credits: varesenews.it
I grandi protagonisti di questa trasformazione sono i treni TiLo che collegano Lugano a Bellinzona in 15 minuti e Lugano a Locarno in 30 minuti. La «Città Ticino» è dotata di una vera e propria metropolitana. Una metropolitana interurbana che collega tutto il Canton Ticino con Como e Milano.
# Il treno TEE da Zurigo a Genova: Milano al centro di una nuova mobilità europea
Milano è al centro di questa mobilità che la unisce al Canton Ticino e la collega con il Nord Europa. Le due leve sono i treni TiLo che fungono da metropolitana interurbana e i nuovi treni veloci, in particolare i TEE che giornalmente uniscono nelle due direzioni Zurigo a Genova con sosta a Bellinzona, Lugano e Milano e che portano il mare più vicino. Creando così un’area sempre più connessa. E ci sono i numeri a dimostrarlo.
# L’aumento dei treni tra Milano e la Svizzera: nel 2023 hanno viaggiato un numero di persone 5 volte maggiore rispetto al 2019
Mappa Eurocity Italia-Svizzera
Novembre 2024: a MilanoCentrale viene firmato il rinnovo dell’accordo tra Trenitalia (Gruppo FS Italiane) e le Ferrovie Federali Svizzere (FFS), siglato la prima volta nel 2009. Da allora sono stati 30 i milioni di passeggeri trasportati in entrambe le direzioni e in costante crescita, grazie anche all’apertura della galleria di base del San Gottardo e di quella del Ceneri, che hanno velocizzato i percorsi e consentito l’introduzione dei nuovi collegamenti diretti dalla Svizzera verso Venezia, Bologna e Genova. Nel solo anno 2023 hanno viaggiato 2,4 milioni di persone sugli Eurocity, un numero cinque volte maggiore rispetto al 2019. Ma cosa cambia con il nuovo accordo?
Ci sarà un aumento dei collegamenti esistenti, sono attualmente 40: verrà aggiunto ad esempio un ulteriore treno tra Zurigo, Milano e Venezia dal 2026. Possibili poi nuove tratte, come il collegamento diretto tra Zurigo e Firenze-Livorno sempre per lo stesso anno. Ma la rivoluzione in atto che sta investendo il trasporto su rotaia potrebbe estendersi anche a quello autostradale.
# La rivoluzione autostradale: la «Porta Sud delle Alpi», il tunnel alla frontiera
Credits marinamigliasso IG – Dogana di Brogeda
La “Porta sud delle Alpi” è il progetto in fase di studio dal 2019 e frutto di una ricerca del Politecnico federale di Zurigo: se realizzato potrebbe rivoluzionare i trasporti su strada tra Monte Olimpino e Ponte Chiasso e quindi tra Milano, Como e la Svizzera. I vantaggi sono anche di tutela del territorio: il progetto sarebbe accompagnato da una trasformazione urbanistica e paesaggistica visto che la maggiore parte del traffico pesante verrebbe convogliato in un tunnel sotterraneo liberando la viabilità in superficie.
Tra le ipotesi di trasformazione del paesaggio il progetto transfrontaliero “Parco fluviale foce del Breggia” tra Chiasso e Como, con una riqualificazione degli spazi verdi e dei percorsi pedonali escursionistici e ciclabili.
Credits comozero – Tunnel Monte Olimpino
In base al piano proposto si intende costruire una galleria della lunghezza di 4 km con partenza dall’uscita autostradale di Monte Olimpino e fine dopo la collina del Penz nel Canton Ticino. La dogana di Brogeda verrebbe smantellata e realizzata altrove. Ma la rivoluzione delle connessioni tra Canton Ticino e Lombardia riguarderebbero anche la realizzazione di una vera e propria metropolitana.
I treni TiLo fungono già da metropolitana interurbana. Simile al passante. Ma c’è ancora di più sul tavolo: quello di avere una vera e propria metropolitana. Con la completa realizzazione dell’AlpTransit verrebbe superata la saturazione dei treni tra Lugano, Chiasso e Como libererebbe le tracce utilizzate per il traffico locale a servizio dei treni ad alta velocità. Si verrebbe a creare una sorta di stazione “unica”, le stazioni dei comuni di Chiasso e Como sono separate da appena 3-4 km, dando vita alla nuova metropolitana ticinese-lombarda.
Sul lato svizzero il tracciato proposto permetterebbe di connettere direttamente ferrovia e autostrada integrandosi con il progetto “Porta sud delle Alpi” per una rivoluzione completa di tutti i collegamenti tra Italia e Svizzera. Qui i dettagli sul progetto di metropolitana ticinese-lombarda.
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Arrivato nel deposito di Precotto il primo nuovo convoglio della linea M1. Le immagini e il video ufficiali.
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È arrivato a Milano il primo nuovo treno della M1 (foto e video)
# Dopo 4 giorni di viaggio arrivato il primo nuovo convoglio
Ufficio Stampa Atm - Arrivo Treno M1
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Ufficio stampa ATM - Arrivo nuovo treno M1
Lo avevamo anticipato qualche giorno fa: il primo nuovo convoglio della linea M1 era in viaggio per Milano. Il 17 dicembre, dopo quattro giorni dalla partenza dagli stabilimenti di Hitachi Rail di Reggio Calabria, il mezzo ha raggiunto il Terminal di Milano Smistamento con un trasporto eccezionale per poi attraversare la città e approdare nel deposito metro Atm di Precotto, in via Anassagora 11.
# Li vedremo sui binari entro l’estate
Credits Ufficio Stampa ATM – Render nuovi treni 3
Si tratta del primi 21 mezzi in totale che fanno parte del primo contratto applicativo del valore di 168 milioni di euro e rientrano nella strategia di investimenti del Gruppo per il rinnovo dell’intera flotta. Sono previsti ora test tecnici e tutte le verifiche necessarie con l’obiettivo di metterlo in servizio entro l’estate 2025. Sono invece complessivamente 46 i nuovi treni che viaggeranno sulle linee metropolitane milanesi, gli altri sono destinati alla M2 e alla M3.
# Le principali caratteristiche dei nuovi treni
Ufficio stampa ATM – Interno treno M1
I nuovi treni si caratterizzano per:
nuovo design;
totale accessibilità dei vagoni;
sistema di videosorveglianza con visualizzazione delle immagini in tempo reale dalla sala operativa;
marcia silenziosa per il massimo comfort del cliente;
illuminazione a LED;
impiantidiclimatizzazione;
elevata efficienza energetica.
Tutti i treni sono bidirezionali e si compongono di sei carrozze per una capienza massima di 1.200 passeggeri. I materiali garantiscono invece elevati livelli di riciclabilità a fine vita.
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Anche quest’anno, in occasione del Natale, Milano si è colorata di luci, mercatini, alberi e tante iniziative per adulti e bambini. In questo video passiamo in rassegna le principali attrazioni presenti in città, a partire dai ben 27 alberi allestiti per le vie del centro. Tra la case di Babbo Natale, piste di pattinaggio e giochi, la magia del Natale è assicurata.
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