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Le migliori località per sciare in Lombardia (Mappa)

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Si profilano delle festività spumeggianti per le località sciistiche italiane. Per chi non vuole fare troppa strada e trovare aria di casa anche sulle montagne, queste sono le sette località al top per trascorrere i giorni di festa sulla neve.

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Le migliori località per sciare in Lombardia (Mappa)

 

# Aprica (SO) e le sue tre montagne

Credits: apricaonline.com – Aprica

Nel comune valtellinese dell’Aprica si può sciare dai 2300 metri fino ai 1100 del paese godendo di splendide vedute sulle vallate e montagne circostanti. Sono tre le montagne, unite da panoramiche piste di collegamento, in cui è possibile sciare: Baradello, Palabione e Magnolta. Per la discesa si può scegliere tra i 50 chilometri di piste da sci, per chi ama il fondo c’è un anello lungo 7,5 km. Celebre la Benedetti, la mitica nera del monte Palabione. 

# Bormio (SO), una delle località sciistiche più famose d’Italia, a 3.000 metri d’altitudine

Credits: bormioski.eu – Bormio

Bormio è una delle località sciistiche più famose di tutto il Paese e si trova a 3.000 metri d’altezza, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Nel 2005 ha ospitato anche i Mondiali di sci e oggi con i suoi 50 chilometri di piste da sci e 10 chilometri da fondo è una delle località più apprezzate della Valtellina. Sarà uno dei centri principali delle Olimpiadi 2026. 

# Madesimo (SO), al confine con la Svizzera, dove c’è la prima funicolare sotterranea d’Italia

Credits: siviaggia.it – Madesimo

Siamo sempre nella provincia di Sondrio, al confine con la Svizzera. Negli ultimi anni la località di Madesimo ha visto l’ampliamento dei suoi servizi per gli sciatori: 4 seggiovie quadriposto coperte, due esaposto, una telecabina ad otto posti e la prima funicolare sotterranea in Italia. Per raggiungere gli impianti, 50 km per le discese e 5 km per il fondo, anche una funivia e diverse seggiovie. Celebre il “Canalone”, pista nera mozzafiato. 

# Livigno (SO), meta di shopping d’alta quota con il record di 115 km di piste  

Credits: skypasslivigno.com – Livigno

A Livigno ci sono ben 115 chilometri di piste di differenti livelli, tra i 1800 e i 2900 metri di quota, per lo sci di fondo ci sono invece 30 chilometri di tracciato. Per gli sciatori sono disponibili 6 telecabine e 11 skilift sui due versanti della montagna. La località è anche una nota meta di shopping anche per il fatto di essere un porto franco.

# Piani Di Bobbio (LC), le piste più vicine a Milano

Credits: wikipedia.org – Piani di Bobbio

Per i milanesi Piani di Bobbio, in provincia di Lecco, è l’ideale per una gita fuori porta: è raggiungibile infatti in poco più di un’ora da Milano. Situata a 1700 metri di altezza, gli amanti delle discese hanno a disposizione 35 chilometri di piste e quelli del fondo 7 chilometri di tracciati.

Leggi anche: I piani di Bobbio, la stazione da sci più vicina a Milano

# Ponte di Legno (BS), da antico borgo a uno dei comprensori sciistici più grandi della Lombardia

Credits: orobie.it – Ponte di Legno

Ponte di Legno, in provincia di Brescia, un tempo era un antico borgo dell’Alta Val Camonica. Oggi è uno dei più vasti comprensorio sciistici lombardi, secondo solo a Livigno per km di piste: 30 per la discesa e 39 chilometri per il fondo.

# Foppolo (BG), a 1.600 metri d’altezza nella Valle Brembana

Credits: dovesciare.it – Foppolo

Foppolo si trova a 1600 metri di altitudine, nella Valle Brembana, molto apprezzata come  destinazione sciistica dispone di 47 km di piste da scii per la discesa e 3 chilometri di percorso per chi fa fondo. Per gli sciatori esperti imperdibile la discesa dal Monte Valgussera, il punto più alto del comprensorio di Foppolo.

Continua la lettura con: I 7 posti più chic delle Alpi

FABIO MARCOMIN

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7+1 insospettabili curiosità sul dialetto milanese

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Milano 1896

Secondo un’indagine realizzata a metà del Novecento oltre il 70% dei milanesi parlava abitualmente in dialetto. Vent’anni dopo si era scesi sotto al 50%. Oggi è dura sentirlo parlare sotto alla Madonnina. Eppure rappresenta un patrimonio fondamentale di Milano, i cui aspetti curiosi sono una fotografia della storia e della mentalità della città.

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7+1 insospettabili curiosità sul dialetto milanese

Milano inizio Novecento

#1 Le consonanti “scomparse”

Una delle caratteristiche tipiche del milanese sono le consonanti singole, dove nella parola corrispondente in italiano si ritrovano doppie. Ad esempio, si dice “bela” anziché bella, “penel” anziché pennello. 

#2 La metamorfosi delle consonanti

Le consonanti “p” e “t”, quando si trovano tra due vocali, assumono il tono della “b” e della “v”. Addirittura spariscono in alcuni vocaboli: “roeuda” anziché ruota, “cavèi” al posto di capelli”. La “d” si trasforma spesso in “t”.

#3 Eredità celtica

Credits: lasorgente.net – Milano Celtica

Hanno resistito allo strapotere del latino alcuni suoni caratteristici presenti nelle parlate gallo-celtiche: la più tipica è la “u” pronunciata duramente come quella dell’attuale francese o del tedesco o le vocali “oeu” (ad esempio il sostantivo “boeucc”, cioè il buco), suono inesistente in latino e sconosciuto in italiano.

#4 Le negative alla tedesca

Altra influenza probabilmente asburgica è nella tendenza a costruire le frasi negative con la negazione alla fine, come accade per il tedesco. Ad esempio: “Ti te seet no o ti te seet minga“.

#5 I soldi sono francesi

Fino alla metà almeno del Novecento, anziché “cinquecento lire” si diceva spesso “cinchcent franc”, memoria risalente all’occupazione francese dei primi dell’Ottocento.

#6 Non esiste il passato remoto

Il dialetto milanese ha la stessa coniugazione dei verbi dell’italiano. Ma con una rilevante differenza:  mancano 2 tempi, il Passato ed il Trapassato Remoto. Per esprimere un’azione completamente trascorsa il milanese utilizza il Passato ed il Trapassato Prossimo. Cosa che è rimasta anche nell’italiano parlato: a Milano difficilmente si impiega il passato remoto. 

#7 Il “tradimento” del Manzoni

Il più grande romanziere italiano, il milanesissimo Alessandro Manzoni scrisse la sua opera in italiano, dopo aver sciacquato i panni nell’Arno. Di lui esiste solo una quartina scritta in milanese, dedicata all’amico Carlo Porta:

On badee che voeur fà el sapienton

el se toeu subet via per on badee;

ma on omm de coo che voeur paré mincion,

el se mett anca lu in un bell cuntee

Lo sciocco che vuol fare il sapientone

si vede subito che è uno sciocco;

ma l’uomo di ingegno che vuol apparire incapace

si mette anche lui in un bell’impiccio

#7+1 Wikipedia in milanese

Sapevate che esiste la versione in dialetto milanese di Wikipedia? Questo il link: http://lmo.wikipedia.org/wiki/Dialett_milanes

Fonti: La Gobba, Carlo Radollovich

Continua la lettura con: I 7 incredibili segreti del dialetto milanese

ANDREA ZOPPOLATO

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Il «Sentiero dell’Infinito»: camminare a picco sul mar ligure

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Ph. @lucciola02 IG

Definito alla sua inaugurazione come «il sentiero più bello del mondo»: si cammina tra l’azzurro del mare, il verde della montagna e i colori pastello delle case dei paesi. 

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Il «Sentiero dell’Infinito»: camminare a picco sul mar ligure

# Sentiero dell’Infinito

L’incantevole sentiero parte dall’ultima delle Cinque Terre. Ha inizio da Riomaggiore e arriva a Porto Venere: la strada è a picco sul mare, passa per sentieri piccoli e dislivelli che raggiungono anche i 500m. La camminata è di 6 ore e copre una lunghezza di 12 km. Il sentiero ripercorre antichi tratti, immersi nella macchia mediterranea, e attraversa paesini e falesie senza tempo: questa sua caratteristica di atemporalità è il motivo per cui gli è stato dato il nome Sentiero dell’Infinito. Il tempo qui non scorre, non si torna nel passato ma non si è mai davvero nel presente.

Leggi anche Via degli Dei? No, via delle DEE. Arriva il TREKKING per sole donne

# I colori della Liguria

Ph. @mazzotti.monica IG

La partenza da Riomaggiore permette di raggiungere in direzione Sud il santuario della Madonna di Montenero da dove si possono ammirare le isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Passando per i piccoli paesi di Cas Lemmen e Campiglia, si raggiunge una splendida vista sul Golfo di La Spezia. Scalando i monti liguri si raggiunge il promontorio di Muzzerone, da qui, scendendo verso il mare, si raggiunge San Pietro a Porto Venere, chiesa a picco sulla scogliera e immersa nel verde del bosco.

 

Continua la lettura con: L’unico PARCO ACQUATICO al COPERTO d’Italia è a pochi minuti da Milano

SARAH IORI

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5 nuovi treni tutti i giorni sulla Milano-Genova: orari e durata

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Milano e Genova sempre più collegate. In attesa della svolta storica: quando la tratta si potrà percorrere in meno di un’ora. 

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5 nuovi treni tutti i giorni sulla Milano-Genova: orari e durata

# Le 5 novità sulla tratta per il mare

Dal 15 dicembre si potenzia la tratta Milano Genova. Questi i sette nuovi treni sulla Genova – Milano (e viceversa):

RV 3028 da Genova Piazza Principe (12.14) a Milano Piazza Garibaldi (14.40) – tutti i giorni
RV 3038 da Genova Piazza Principe (16.14) a Milano Piazza Garibaldi (18.36) – tutti i giorni
RV 3069 da Milano Centrale (8.30) a Genova Piazza Principe (10.19) – nei giorni festivi
RV 3031 da Milano Piazza Garibaldi (15.14) a Genova Piazza Principe (17.32) – tutti i giorni
RV 3039 da Milano Piazza Garibaldi (19.10) a Genova Piazza Principe (21.40) – tutti i giorni

E a che punto sono i cantieri per l’alta velocità che dovrebbe collegare Milano a Genova in meno di un’ora? 

# Milano- Genova in un’ora? L’ultimo report con la nuova data del primo viaggio super-veloce per il mare

Milano Genova

Sono attivi attualmente 12 grandi cantieri. Il progetto complessivo del Terzo Valico vede come opera principale la Galleria di Valico, che con una lunghezza di 27 chilometri è in predicato di diventare la galleria più lunga d’Italia, superando di poco quella in costruzioni tra Napoli e Bari. A questo si aggiungono il Nodo ferroviario e lo scalo merci di Campasso, per un totale di 90,7 km di tunnel, con 53 km che collegano Genova a Tortona, di cui 37 km saranno sotterranei.  

La nuova linea AV/AC consentirà ai treni di raggiungere una velocità massima di 250 km/h garantendo un collegamento tra Milano e il capoluogo ligure in meno di un’ora.

L’ultimo report segnala il completamento del 100% degli scavi delle gallerie nel Nodo di Genova e dell’89% di quelle del Terzo Valico. Rispetto all’ultimo cronoprogramma,il 2026 non sarà l’anno del primo viaggio, ma quello della conclusione di tutti gli interventi infrastrutturali, a cui seguiranno la fase di collaudi, le prove e il pre-esercizio. Il primo viaggio slitta al 2027, con la conferma che i treni inizialmente opereranno su una sola canna: sarà transitabile al 75% e verrà completata negli anni successivi. Sempre nello stesso anno dovrebbe essere definito il modello di esercizio.

Continua la lettura con: Milano- Genova in un’ora? L’ultimo report con la nuova data del primo viaggio super-veloce per il mare

MILANO CITTA’ STATO

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Le “curve gemelle”, il parco segreto, i gemelloni e gli altri luoghi più curiosi di Milano

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Giardino Calderini - @marta_biffi IG

Alcuni lasciano a bocca aperta, altri sembra incredibile possano trovarsi in città. Quali conoscete? Ecco quali sono. Foto cover: Giardino Calderini – @marta_biffi IG

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Le “curve gemelle”, il parco segreto, i gemelloni e gli altri luoghi più curiosi di Milano

#1 Le curve “Gemelle” di fronte alla Triennale

 
Curve gemelle Milano

Di fronte alla Triennale, provenendo da via XX settembre si trova viale Pietro e Maria Curie che è formato in realtà da due “curve gemelle”. Si tratta di due curve identiche e opposte l’una all’altra disegnate come dei tornanti di montagna che salgono scavalcando i binari della stazione Cadorna. Sono ormai un patrimonio di Milano, e sono molti i milanesi che in bicicletta o in moto hanno sfidato la sorte percorrendole in massima piega.

#2 Il parco archeologico “segreto”

Il parco archeologico di Milano, tra via Arena, via Conca del Naviglio e via De Amicis,  conserva dei resti delle fondazioni dei muri radiali e perimetrali del “colosseo milanese” e un museo che illustra storia e caratteristiche dell’anfiteatro e presenta i risultati delle indagini archeologiche. Forse il museo più inaccessibile e nascosto al mondo: così viene definito per via dell’ingresso nascosto dietro a un cortile e per l’orario di apertura alle visite più da ufficio pubblico che da parco cittadino. Con i lavori di “ricostruzione” integrale in chiave verde dell’anfiteatro, ricreato con elementi arborei, nel 2022 si verrà a creare un grande giardino ellittico e il parco archeologico acquisterà maggiore visibilità.

#3 Il dedalo di vicoli tra corso Italia e via Torino

Credits: co.pinterest.com – Piazza Sant’Alessandro

La Milano più antica, suggestiva e nascosta si trova tra gli assi di corso Italia e via Torino. Da via Rugabella a via Sant’Eufemia alla stupenda piazza “romana” di Sant’Alessandro. Dal lato di via Torino troviamo le 5 vie, il quartiere più antico di Milano che esiste sin dall’epoca dell’Impero Romano. È formato da 5 stradine che si incrociano come una stella, via del Bollo, via Santa Marta, via Santa Maria Podone, via Santa Maria Fulcorina e Via Bocchetto, in un’area ricca di monumenti, fra resti imperiali, palazzi, musei e chiese.

Riuscire a non perdersi tra questo dedalo di vicoli, senza usare Google Map, è quasi impossibile, anche per i milanesi. 

Leggi anche: La storia delle 5 VIE, il quartiere a forma di STELLA

#4 I gemelli di piazza Piemonte 

I grattacieli di Piazza Piemonte

Costruiti nel 1923, su progetto dell’architetto Mario Borgato, i due grattacieli gemelli di piazza Piemonte sono i primi grattacieli di Milano. In realtà sono simili, ma non identici, e grazie al loro stile déco sono tra gli edifici più belli della città. Anche se oggi non si potrebbero considerare grattacieli, essendo sotto i 100 metri d’altezza, per l’epoca i loro 40 metri erano un record, infatti per costruirli fu concessa una deroga al piano urbanistico per superare il limite dei 28 metri. 

Leggi anche: I primi GRATTACIELI di Milano: i “GEMELLI DIVERSI” di Piazza Piemonte

#5 Il cavalcavia Bussa

Il cavalcavia Bussa è forse il più divertente da percorrere in bici o in scooter. Si sale da una piccola chicane e lo si percorre di solito in isolamento godendosi lo spettacolo della Milano post industriale e delle Alpi, quando il cielo è limpido. L’ultimo progetto di riqualificazione, l’unico tra i tanti che è stato approvato, avrebbe previsto la completa pedonalizzazione del cavalcavia, la realizzazione di un giardino pensile, uno skybar, una grande scritta iconica. Purtroppo a seguito di controlli negativi sulla staticità del ponte tutto si è fermato e ancora oggi rimane un’arteria di collegamento tra il quartiere Isola e Porta Garibaldi.

Leggi anche: I PONTI più importanti di Milano: la classifica dei primi dieci

#6 Il Giardino segreto di Aristide Calderini

Credits: milano.corriere.it – Il giardino segreto in centro a Milano

Imboccando via Sant’Agnese dal centralissimo corso Magenta, a poca distanza da Sant’Ambrogio e dall’Università Cattolica, il Giardino Aristide Calderini è un posto quasi segreto, sconosciuto a molti milanesi. Un delizioso angolo di tranquillità che riserva sorprese, verde, ombreggiato e pieno di fiori. Al suo interno i resti del portico d’ingresso di Palazzo Corio progetto dal Bramante: archi a tutto sesto, colonne e statue e il monumento alle vittime della strada realizzato da Arnaldo Pomodoro.

Leggi anche: Il GIARDINO SEGRETO del centro di Milano (Mappa e FotoGallery)

#7 Scorci selvatici del fiume Lambro

All’interno del Parco Lambro, nella periferia est di Milano, che per anni è stato il più grande della città, si estendono prati verdi, colline e vari corsi d’acqua. Oltre a cinque cascine ben conservate, si possono osservare scorci selvatici da lasciare senza fiato, un vero paradiso verde dove la natura regna sovrana. Si possono trovare alberi come la robinia, l’albero dei tulipani, il ciliegio da fiore giapponese, il faggio, il tiglio, il bagolaro e il salice piangente e diversi tipi di fauna, da roditori a uccelli.

In certi punti ci si può sentire più nel Vietnam che a Milano. 

Continua la lettura con: Le 7 MERAVIGLIE MODERNE di Milano

FABIO MARCOMIN

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La spettacolare «Cattedrale di Sale» 300 metri sottoterra

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Un’altra cosa da aggiungere alla lista “Cose da fare almeno una volta nella vita”: visitare la spettacolare Cattedrale di Sale sotterranea.

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La spettacolare «Cattedrale di Sale» 300 metri sottoterra

Anche se un tempo il sale era tra i beni più preziosi, oggi lo si chiede al vicino di casa senza troppi problemi. Quando facciamo la pasta, spesso mettiamo troppo sale perché non lo pesiamo attentamente come se fosse oro. Eppure non sono lontani gli anni in cui veniva chiamato Oro bianco, proprio per la sua rarità e preziosità. Come accade oggi per l’Oro Nero, per riuscire ad estrarre il sale vennero costruite molte miniere profondissime, eppure pochissime sono divenute delle vere Cattedrali di Sale sotterranee. Quella di cui parleremo oggi è in assoluto la più bella. Scopriamola insieme.

# Una miniera di sale divenuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO

credit: getyourguide.it

“La Cattedrale di Sale” è il soprannome che è stato attribuito alla Miniera di Sale di Wieliczka, costruita nel Medioevo e divenuta poi Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1978. Ma perché una miniera di sale dovrebbe diventare così importante da preservare e valorizzare? Beh, questa miniera si differenzia davvero da tutte le altre: camere scolpite in sale, laghi sotterranei, cappelle e sculture di Sale. Queste sono solo alcune delle meraviglie di sale che si possono incontrare lungo il percorso alla scoperta di questa Cattedrale composta interamente da elementi salini.

# Una Cattedrale di oltre 245 chilometri a 327 metri di profondità

credit: minieradisalewieliczka.it

La miniera si trova nella città di Wieliczka, nell’area metropolitana di Cracovia, da cui dista 13 km. Qui si trova un pozzo, il Pozzo Daniłowicz, che rappresenta l’ingresso della Cattedrale. Da questo momento immaginate di entrare in un mondo sotterraneo fantastico, in cui tutto ciò che di sbalorditivo potrete vedere è fatto di sale e spesso è stato lavorato dagli stessi minatori. La cosa più impressionante è che la Cattedrale, scavata a 327 metri di profondità, ha delle dimensioni davvero impensabili: basti pensare che i suoi corridoi compongono un percorso di oltre 245 kilometri e che solo il 2% è ad oggi visitabile ai turisti, che raggiungono grazie a scale e ascensori una profondità massima di 135 metri.

# Labirinti, statue, cappelle e persino una copia del Cenacolo… tutto di sale

credit: zingarate.it

Tra labirinti in salgemma, laghi salati sotterranei e opere d’arte completamente fatte di sale, i minatori passavano la maggior parte delle loro giornate. Ai tempi la preghiera era un aspetto veramente importante della vita religiosa, quindi si decise di iniziare a costruire dei luoghi di culto anche nella Cattedrale. Tra tutte quelle che possono essere visitate, quella che non può proprio essere saltata è la Cappella di Santa Kinga: qui sono custoditi bellissimi altari, un pulpito decorato, una scultura in sale di Giovanni Paolo II e, per non farsi mancare nulla, anche la copia del Cenacolo di Leonardo da Vinci.

credit: zingarate.it

La Cattedrale è come se avesse inghiottito ad oltre 300 metri di profondità ogni magnifica creazione dell’essere umano… sino le opere d’arte. Insomma, un mondo sotterraneo spettacolare che per i suoi segreti e le sue meraviglie saline non può non essere visitato almeno una volta nella vita. Mi raccomando però, copritevi bene: le temperature raggiungono i 17-18° ma c’è moltissima umidità.

 

Leggi anche: Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

ROSITA GIULIANO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

L’«aurea repubblica ambrosiana»: i leggendari tre anni di autogoverno di Milano

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Credits: my-liebig-collection.it Figurina storica

A cavallo tra la dinastia dei Visconti e degli Sforza, in uno dei periodi di splendore storico, Milano porta alla ribalta il miracolo politico della libertà, con un esperimento civico che vede i cittadini cimentarsi con l’esercizio della sovranità.

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L’«aurea repubblica ambrosiana»: i leggendari tre anni di autogoverno di Milano

# «La città non riconosce alcun superiore, è governante di sé stessa»

Credits: my-liebig-collection.it
Figurina storica

«Civitas superiorem non recognoscens est sibi princeps» ovvero “la città non riconosce alcun superiore, è governante di sé stessa”. Con questo spirito e questo motto alcuni cittadini, tra i più ispirati e facoltosi, guidarono, nel 1447, Milano all’auto governo repubblicano. L’esigenza si è creata con la morte improvvisa di Graziano Maria Visconti che, venuto a mancare improvvisamente e senza eredi, crea un vuoto di potere giurisdizionale che fa gola a molti.

Tra i pretendenti, alcuni nemici dei Visconti e dominatori stranieri. La novità introdotta dall’Aurea Repubblica Ambrosiana, impedisce ad esempio all’Imperatore di annettere Milano come uno qualunque dei feudi dell’Impero.
Lo spirito della libertà, mai dimenticata dal popolo milanese, solo assopito durante il dominio visconteo, sfocia in un autogoverno che si ispira ai tempi del libero Comune.

Il tentativo ha vita estremamente breve, soli 3 anni, ma pone una seria ipoteca ideologica sulla portata della Repubblica Ambrosiana «dimostrando con l’esempio più luminoso che la causa del carattere dei popoli è il [proprio] governo, cioè che l’energia civica è all’origine di tutti i periodi di grandezza dello spirito umano» (Cit. F. Chabod, Studi di Storia del Rinascimento).

# La forma di Governo

Credits: wikiwand.com
vessillo repubblica ambrosiana

Il 14 agosto 1447, alcuni cittadini tra cui Innocenzo Cotta, Antonio Trivulzio e Giorgio Lampugnano, convocano il popolo all’Arengo e proclamano la Repubblica Ambrosiana. Il governo è retto da 24 Capitani e Difensori della Libertà e dal Consiglio dei 900, composto da rappresentanti delle contrade popolari, scelti in numero di 150 per ognuna delle 6 porte cittadine. Ciò spinge i Capitani ad avere un’approvazione dal basso, per ricercare autorevolezza e riconoscimento nelle forme giuridiche di allora, quella imperiale come quella delle città rivali di Milano.

Per evitare l’instaurazione di nuove dinastie, queste cariche avevano durata molto breve. Una tale decisione è stata tra le prime cause del fallimento della Repubblica Ambrosiana, perché ha creato le basi per una grande instabilità politica e decisionale.

# Gli errori e i successi dell’Aurea Repubblica

Gli errori pagati più cari, sono due. Primo: la volontà dei Capitani di mantenere il potere su tutto il territorio del Ducato di Milano, mentre tutte le città desideravano, per sé stesse, la piena autonomia da un’autorità centrale come il consiglio del governo di Milano. Fa inoltre brutta mostra di sé il rogo dei libri delle biblioteche Viscontee che, oltre a distruggere fonti storiche di inestimabile valore, lascia, a questo esperimento politico, una reputazione indegna del grandissimo valore che invece ricopre.

I successi più significativi, invece, sono la pace con Venezia e l’istituzione di una moneta propria, l’Ambrosino Milanese, un soldo “grosso” d’argento, più pesante delle monete rivali dell’epoca, il cui cambio darà il via ad uno strapotere economico del nuovo Ducato, una volta che verrà conquistato e condotto da Francesco Sforza e suo figlio Ludovico.

# Caratteristiche peculiari

Credits: wikiwand.com
Territorio

La Repubblica Ambrosiana è un periodo storico letteralmente sottovalutato, sia dai libri di storia moderni che da noi milanesi. È opinione diffusa di storici importanti che il successo di questo “esperimento” avrebbe condotto all’unificazione dell’Italia molto prima dei tempi effettivamente avvenuti ma, cosa importantissima, molto prima dell’unificazione di altre super potenze europee. Il triennio 1447-1450 di Milano meriterebbe una trattazione storica ben più appropriata di quella riservata fino ad oggi.

I Capitani e Difensori delle Libertà decidono la propria forma giuridica con un taglio moderno, con regole scritte nel solco del diritto e percepite come tali sia dalla popolazione che dai rivali imperiali e altri organismi statali italiani, risultando una novità assoluta per quel tempo. I milanesi auto proclamano la propria autonomia (libertas) dall’Impero che, saputa della morte di Visconti e della mancanza di eredi o lasciti testamentari, tenta finalmente di estendere il potere su Milano, spina nel fianco da secoli.

# Dalla Signoria dei Visconti a quella degli Sforza

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Francesco Sforza

L’esperienza della Repubblica Ambrosiana, derivante burocraticamente dall’ordinamento Ducale visconteo, tenta dunque di stabilire tanti punti di connessione quanti sono i centri di potere che si allungano e minacciano Milano, senza dimenticare di includere nel governo il primo e più importante livello: la popolazione di Milano. La scelta dell’esercizio delle forme di potere deriva dalla matrice operativa signorile e ducale, ma la flessibilità istituzionale cercata (per evitare una nuova Signoria) finisce per consegnare Milano all’instabilità politica. 

Diventa necessario difendere Milano con le armi e per farlo viene ingaggiato il più valoroso soldato di ventura, quel Francesco Sforza, signore di Cremona, che dopo una serie di vicissitudini, si rivolta contro i Capitani e tradisce Milano, per poi conquistarla dopo un assedio e ne diventa Signore.

# Quell’indomabile voglia di libertà

Credits: wikiwand.com
palazzi governo

La Repubblica Ambrosiana e la sua consistenza effimera restano relegate ai margini della successione Visconti-Sforza, mentre bisognerebbe iniziare a pensare che abbia inciso in maniera significativa sulla vita signorile «plasmando nuove strutture ed avviando importanti processi di trasformazione» (cit. S.M. Natale “La Repubblica Ambrosiana 1447-1450”). Il più importante processo di trasformazione, è il risveglio di quell’indomabile voglia di libertà che Milano rappresenta ancora oggi, dopo che «la lunga servitù avvezza e dispone [le persone] alla servitù, perché li disarma di quella generosità d’animo, che sarebbe necessaria a sottrarvisi» (Cit. Rosmini, “Dell’Istoria di Milano”)

È nel destino di Milano, la caratteristica di anticipare e dettare nuove forme di governo, anche per il futuro?

Per un maggiore approfondimento: “La Repubblica Ambrosiana (1447-1450) – Aspetti e problemi” di Marina E. Spinelli

Continua la lettura con: 3 IDEE per MILANO, se avesse l’autonomia delle città stato INTERNAZIONALI

LAURA LIONTI

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A Bologna via alla sperimentazione della levitazione magnetica nel trasporto merci

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Pipe§net FB

Sottoscritto il protocollo d’intesa per testare una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il trasporto merci. Ecco come funziona e in quali ambiti potrebbe apportare maggiori benefici.

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A Bologna via alla sperimentazione della levitazione magnetica nel trasporto merci

# Sottoscritto il protocollo d’intesa tra RFI e Ricerca sul Sistema Energetico (RSE)

fsnews-it – Firma accordo test livetazione magnetica merci

Un importante protocollo d’intesa è stato sottoscritto nei giorni scorsi tra Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Ricerca sul Sistema Energetico (RSE), società per lo studio e la ricerca applicata al settore energetico controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. È il via libera al percorso di sperimentazione di un nuovo sistema di trasporto con l’obiettivo di far diventare smart la rete ferroviaria e aumentare la capacità del trasporto merci. 

Leggi anche: Anche le merci viaggeranno con l’alta velocità? Dai Frecciarossa ai treni proiettili per sfidare gli aerei cargo

# La tecnologia impiegata nel circuito di Bologna San Donato

Pipe§net FB

I primi test verranno effettuati sul il circuito di Bologna San Donato, di proprietà di RFI, in modo da non intralciare il traffico ferroviario. La tecnologia scelta è la Pipe§net, ideata nel 2000 da Ciriaf-Università degli studi di Perugia, inizialmente da impiegata solo nel settore merci e che utilizza la levitazione magnetica e la propulsione con motore elettrico lineare all’interno di tubi a bassa pressione.

Leggi anche: L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci

# Gli obiettivi della sperimentazione

rfi.it – Circuito San Donato a Bologna

Riuscire ad implementare questo sistema consentirebbe di ridurre sensibilmente la velocità del trasporto producendo un impatto zero a livello di emissioni inquinanti e un volume maggiore di merci trasportate. A livello scientifico e tecnologico le prove sui binari servono a fornire una valutazione sulla possibile integrazione di un sistema logistico sostenibile per il trasporto delle merci ad alta velocità, grazie alla riduzione degli attriti aerodinamici e del consumo energetico, con una soluzione di trasporto più veloce, economicamente conveniente e meno impattante a livello ambientale. 

# Le merci che trarrebbero maggiore beneficio

I benefici avrebbero una ricaduta importante e immediata su tutta la filiera, ancora maggiori sarebbero in quei settori i cui prodotti necessitano di una fruizione immediata. Tra questi troviamo i beni di primi necessità, come quelli alimentari e i medicinali, ancora di più gli organi destinati a persone in attesa urgente di trapianto.

# Potrebbe diventare l’internet del trasporto merci

Pipe§net Rendering

Le parole di Franco Cotana, amministratore delegato di RSE, che spiegano il funzionamento della tecnologia: «consentirà di trasportare merci fino a una tonnellata al secondo su tutto il territorio italiano senza ricorrere a fonti fossili perché l’energia necessaria per il movimento delle capsule, che operano in tubi ad aria evacuata e a levitazione magnetica, verrà interamente fornita da pannelli fotovoltaici integrati nell’infrastruttura. Grazie all’assenza di attrito il motore elettrico lineare non disperderà energia e potrà funzionare anche come generatore, recuperando fino al 70% dell’energia utilizzata durante l’accelerazione, mentre il restante 30% sarà fornito da pannelli fotovoltaici e batterie. Questa infrastruttura potrebbe movimentare fino a un miliardo e mezzo di capsule all’anno lungo tutta la dorsale tirrenica, da Reggio Calabria a Milano, e lungo quella adriatica, da Lecce a Venezia, e sviluppare il collegamento dei porti e le linee trasversali. La tecnologia permetterà lo sviluppo di una vera e propria rete, simile a quella internet, che consentirà alle merci di raggiungere la stessa destinazione attraverso percorsi diversi».

Fonte: Fsnews

Continua la lettura con: Il progetto di «treno più veloce di un aereo»: in quali città d’Europa si potrebbe arrivare da Milano in meno di due ore

FABIO MARCOMIN

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Il progetto di «treno più veloce di un aereo»: in quali città d’Europa si potrebbe arrivare da Milano in meno di due ore

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Designer-microsoft Ai

La tecnologia nel settore del trasporto ferroviario sta compiendo passi da gigante. Siamo ormai abituati da tempo a muoverci con l’alta velocità, anche se non si sono raggiunte le vette che ha toccato in Asia. Prima il Giappone, poi la Cina hanno abbattuto il muro dei 600 km/h, ma l’obiettivo è spingersi ancora più in là: superare i 1000 km/h. I primi test in scala hanno avuto successo: quali destinazioni si potrebbero raggiungere da Milano in meno di due ore se il treno super veloce diventasse realtà?

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Il progetto di «treno più veloce di un aereo»: in quali città d’Europa si potrebbe arrivare da Milano in meno di due ore

# Abbattuto il muro dei 600 km/h con i treni a lievitazione magnetica

Ph. sharingtravel

Siamo ormai abituati a viaggiare in alta velocità da anni e in Italia non ci può lamentare per le velocità raggiunte da Frecciarossa e Italo, in meno di un’ora da Milano si arriva a Bologna e in meno di tre a Roma. All’estero, e in particolare in Asia, sono decisamente più avanti. In Giappone è infatti già in costruzione una linea veloce dove si prevede di far correre i treni Maglev, a lievitazione magnetica, a una velocità media di esercizio di circa 430 km/h, con punte di 505 km/h. Il Maglev L0 Series, sviluppato dalla Central Japan Railway Co, nel 2016 ha raggiunto e mantenuto per 11 secondi la velocità record di 603 km/h. Più di recente sempre un Maglev, questa volta in Cina, ha ritoccato il primato mondiale arrivando ai 623 km/h.

# In futuro si viaggerà a 1000 km/h?

businessmobility.travel – Test treno veloce Cina

Lo Stato del Dragone punta ad orizzonti ancora più lontani. Anche se alcune fonti abbiano riportato in modo errato che un treno durante un test abbia già raggiunto i 1.000 km/h, l’obiettivo finale della tecnologia in fase di studio è proprio quella di riuscire a viaggiare a quella velocità. Le prime prove in scala, con un prototipo di treno a lievitazione magnetica all’interno di un tunnel a vuoto di 2 km, sulla falsariga del progetto Hyperloop, sono state portate a termine con successo da parte della China Aerospace Science and Industry Corp. Procedendo per step si vuole estendere il test su un percorso di 60km e poi sui 161 km che separano Hangzhou e Shanghai: correndo sui binari a 1.000 km/h la distanza sarebbe percorsa in meno di un quarto d’ora. 

Ma se il treno super veloce venisse introdotto in Italia, quali destinazioni si potrebbe raggiungere da Milano in meno di due ore?

# Da Milano a Stoccolma, Oslo o Helsinki in meno di due ore

Andando verso nord in un’ora e mezza si arriverebbe a Stoccolma, e in poco meno di 2 ore a Helsinki. La distanza è rispettivamente 1,6 mila km, 1,9 mila.

# Fino all’estremità nord della Scozia

Maps – Milano-Thurso in Scozia

Puntando a nord-ovest si potrebbe scendere a Thurso, nell’estrema propaggine settentrionale della Scozia, con stop a Londra dopo un’ora di viaggio da Milano e a Glasgow dopo più di un’ora mezza. La distanza massima sarebbe in questo caso di circa 1,8 mila km.

# Tutte le capitali dell’Est fino alla stazione di Istanbul 

Maps – Milano-Istanbul

Verso est in meno di due ore si potrebbero raggiungere tutte le capitali delle nazioni che precedono il blocco russo, dagli Stati Baltici alla Polonia, dalla Lettonia all’Ucraina. Rimanendo ad est ma virando leggermente a sud in circa 1 ora 40 minuti si potrebbe salire sul treno alla Stazione Centrale di Milano e scendere alla Haydarpasa Train Station di Istanbul.

# Fino all’Oceano Atlantico attraversando Francia, Spagna e Portogallo

Maps – Milano-Lisbona

In circa 1 ora e 40 minuti si potrebbero percorre i circa 1.600 km di distanza da Milano a Lisbona, la capitale del Portogallo, passando attraverso la Francia del Sud e la Spagna. Si potrebbe prevedere fermate a Marsiglia, Barcellona e Madrid.

# Il sogno di collegare Mosca: poco più di due ore

Maps – Milano-Mosca in 2 ore

La distanza in linea d’aria tra Milano e Mosca e poco più di 2mila km, circa 2.200. Servirebbero in questo caso quindi poco più di due ore per collegare le due città.

# Il collegamento Europa-Africa in meno di un’ora con tre tunnel sottomarini

Maps – Milano-Tunisi

Per ultimo, ci potrebbe essere anche un collegamento longitudinale tra Europa e Africa. Oltre al treno superveloce occorrerebbe realizzare un’incredibile opera ingegneristica con tre tunnel sottomarini: uno tra la Liguria e la Corsica, un altro tra quest’ultima e la Sardegna e infine il più lungo diretto a Tunisi. In meno di un’ora si andrebbe dai binari di piazza Duca d’Aosta alle spiagge africane.

Continua la lettura con: Il “Night Jet” dimezzato a Milano: treno notturno solo per Vienna. Stop alle corse per Monaco

MILANO CITTA’ STATO

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I progetti di Milano finanziati con i fondi europei: quelli in progress e quelli ancora da avviare

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Credits Comune di Milano - Interno Magnifica Fabbrica

Sono 68 i progetti finanziati dal PON Metro React-EU e dal POC Metro, di cui 35 nuovi. Alcuni sono stati già portati a termine, altri sono in attesa di essere arrivare a conclusione. O di partire.

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I progetti di Milano finanziati con i fondi europei: quelli in progress e quelli ancora da avviare

# Piazza Castello in total white e i nuovi bus: i progetti già portati a termine

piazzacastellomilano.it – Vista frontale

In occasione di due eventi dedicati allo sviluppo urbano sostenibile e al ruolo cruciale della Politica di Coesione Europea nei territori, che si sono tenuti a Roma il 28 e 29, il Comune di Milano ha presentato il quadro sui progetti finanziati da fondi europei. Partiamo da quelli che sono stati portati a termine grazie al PON Metro 2014-2020, il Programma Operativo Città Metropolitane. Tra i più importanti troviamo: 

  • la riqualificazione di spazi pubblici come piazza Castello e via Beltrami, per un valore di 7,37 milioni di euro, con l’aggiunta di oltre 186 nuovi alberi, 14mila essenze arbustive e fiori e 16mila mq di pavimentazione naturale;
  • 117 nuovi autobus ibridi diesel-elettrici Euro VI progettati per ridurre emissioni di CO2, consumi e inquinamento acustico.

Sono in totale 35 i nuovi progetti finanziati dai fondi europei: 23 già in fase di realizzazione da aggiungere a quelli completati, grazie anche al nuovo programma PN Metro Plus 2021-2027. Tra le novità più rilevanti troviamo:

#1 Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC): in arrivo nel 2027

Credits Comune di Milano – BEIC vista esterna

Nell’ex scalo di Porta Vittoria è in costruzione un centro culturale di eccellenza: la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC). Il progetto è stato finanziato con 101,574 milioni di euro tramite il PNRR e si sviluppa su un’area di 30.000 mq e si caratterizza per due strutture affiancate fra loro e identiche, due “navate” trapezoidali, entrambe in vetro e metallo. Al loro interno deposito robotizzato ipogeo, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. La consegna del complesso e l’inaugurazione dovrebbe avvenire nella prima parte del 2027.

Leggi anche: I 18 grandi progetti di rigenerazione che cambieranno Milano e il suo hinterland

#2 La “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala: completata per l’estate 2025

Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto

Nelle aree dismesse di Rubattino-Lambrate dell’ex Innocenti si prevede la costruzione della “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala, con i laboratori oggi ospitati nell’edificio dell’ex Ansaldo in Tortona. La struttura consiste un’unica enorme costruzione di acciaio e legno di 66.000 mq di superficie scandito da 4 campate di 28,8 metri di lunghezza, 34.000 occupati dai laboratori, con sale prove, le sartorie, i depositi con oltre 2.500 posti container su 4 livelli con 4 linee carroponte, oggi tenuti in alcuni capannoni in affitto nel comune di Pero. La durata dei cantieri è stata stimata in 3-4 anni, con data ultima il 4 settembre 2026. Il Consorzio Cadel, l’azienda esclusa dal bando nonostante la proposta migliore, ha fatto però ricorso al Tar ottenendo l’annullamento degli atti compresi quelli di assegnazione alla seconda classificata. Ora il Comune di Milano deve rivalutare il bando, ripartendo dalla fase di valutazione di affidabilità dell’offerta della ricorrente, o rivolgersi al Consiglio di Stato. A prescindere dalla scelta i tempi per realizzare l’opera sono destinati a dilatarsi.

Nel progetto è previsto anche il raddoppio del contiguo Parco della Lambretta, che ricoprirà un’area di 100mila mq, nuovo verde e prati, anche sopraelevati, a costeggiare gli argini dei canali. I lavori in questo caso sono già in corso e dovrebbero concludersi nell’estate del 2025.

Leggi anche: La MAGNIFICA FABBRICA: nuova vita per la SCALA

#3 “900 +100 Punti di vista“, il raddoppio del Museo del Novecento con o senza la celebre passerella: lavori ancora da avviare

Credits professionarchitetto – Raddoppio museo del novecento.jpg

Un altro grande intervento in ambito culturale riguarda il raddoppio del Museo del Novecento con la riqualificazione del Secondo Arengario. Il polo museale avrà a disposizione oltre 1.000 mq di nuovi spazi espositivi grazie alla riqualificazione del palazzo gemello. L’investimento per il progetto è pari circa 27 milioni di euro, 5 milioni donati da Giuseppina Antognini. Attesa la decisione finale da parte della Soprintendenza per capire se vedrà la luce anche la passerella trasparente a 20 metri d’altezza tra i due edifici o se il collegamento sarà possibile passando dai sotterranei. Entro la fine del 2024 è prevista la pubblicazione della gara d’appalto, per avviare i lavori entro l’estate 2025 e concluderli entro la fine del 2027. 

Leggi anche: La passerella trasparente a 20 metri con vista Duomo: che cosa succede al progetto?

# Altri interventi in programma: 150 alloggi e due tratte della 92

Tra gli altri interventi che rientrano in una visione integrata di rigenerazione urbana ci sono:

  • 150 alloggi in via San Romanello, a Quinto Romano;
  • nuove infrastrutture per la mobilità sostenibile con due tratte dedicate alla circolare filoviaria 92;
  • una nuova Control Room per il monitoraggio della mobilità e della sicurezza urbana;
  • investimenti in ambito welfare per contrastare la povertà minorile, in un quadro complessivo di interventi per un valore di 149,3 milioni di euro.

Fonte: Comune di Milano

Continua la lettura con: I 4 progetti più attesi nel futuro di Citylife

FABIO MARCOMIN

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Continua con: Se ripensi a quando bigiavi per andare all’Astragames

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L’abbonamento ATM diventa digitale: la tessera “sparisce” nella nuova app

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dday.it - Abbonamento digitale

Un nuovo importante passo nel processo di digitalizzazione e dematerializzazione voluto da ATM. Dopo il biglietto magnetico “RicaricaMi”, che consente di caricare più titoli di viaggio e mette in pensione il biglietto cartaceo, ma non lo spreco di carta, anche la tessera per l’abbonamento diventa virtuale. Ecco come si usa per timbrare ai tornelli e le ultime novità dell’app ATM.

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L’abbonamento ATM diventa digitale: la tessera “sparisce” nella nuova app

# Avanti tutta con la dematerializzazione, anche se con qualche pecca

Prosegue il processo digitalizzazione e dematerializzazione di ATM. Il primo step concreto è stato l’introduzione del biglietto ricaricabile “RicaricaMi”, pensato per eliminare l’utilizzo del biglietto cartaceo. Si rifà alla vecchia tessera di plastica “RicaricaMi” di colore verde, che come il nuovo strumento era personale seppur senza fototessera e le generalità, ma rispetto alla precedente consente di caricare più biglietti e nello specifico: fino a 30 biglietti ordinari, con la stessa tariffa, fino a 5 carnet con tariffa Mi1-Mi3 e al massimo un biglietto giornaliero o un tri-giornaliero.

L’obiettivo di azzerare la carta non è però riuscito. Primo perchè lo stesso biglietto è di fatto in carta plastificata, che lo rende più simile a un ticket cartaceo che a una tessera, e anche l’utente lo vede in questo modo: basta andare ad esempio nei pressi delle fermate di Rho Fiera o San Siro Stadio, in occasione degli eventi, per vedere centinaia di “RicaricaMi” gettati a terra. All’atto dell’acquisto vengono inoltre prodotte ricevute (da conservare in caso di controlli) e scontrini che aumentano lo spreco e l’inquinamento generato da carta chimica.

Leggi anche: GreenwashMI: il biglietto ricaricabile produce una montagna di carta (tra ricevute e scontrini)

# Tutto in un’unica app: arriva la tessera digitale per gli abbonamenti

dday.it – Abbonamento digitale

Passiamo però all’ultima innovazione messa in campo da ATM con il recente aggiornamento dell’app: la dematerializzazione della tessera dove vengono caricati abbonamenti settimanali, mensili e annuali, urbani e interurbani. Ora è possibile lasciare a casa la tessera plastificata e usare unicamente l’app per passare ai tornelli. Nell wallet digitale sono disponibili tutti i titoli di viaggio. Non solo, non serve nemmeno più attivare l’abbonamento ai totem quando lo si ricarica online o da app.

# Come si effettua la timbratura

Credits Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

Per varcare i tornelli in metropolitana o convalidare il viaggio sui mezzi di superficie basta avvicinare lo smartphone ai lettori, con l’app aperta e in primo piano per evitare che il lettore legga una carta di credito nel wallet come Apple Pay o Google Pay, per i modelli dotati della tecnologia NFC. Per i telefonini sprovvisti è disponibile il QR Code sotto Wallet > Tessere > Codice QR, da avvicinare al lettore ad almeno 5 centimetri di distanza. Durante i controlli basta mostrare l’abbonamento sull’app.

# Le due strade per avere la tessera in formato digitale

Tessere

Le possibilità per avere la tessera in app sono due: digitalizzare una tessera esistente o crearne una nuova. 

Tessera da digitalizzare

Nel primo caso si procede dal menu “Acquista”, si ritrova la tessera nel menu “Profilo”, si seleziona e poi si tocca il tasto per passare all’abbonamento digitale. In questo modo l’abbonamento compare sull’app nel menu “Wallet” e la tessera fisica si disattiva automaticamente. 

Tessera digitale

Nel secondo caso si accede sempre con il proprio account, per chi non ce l’ha occorre crearlo, si compra il primo abbonamento dal menu “Acquista” seguendo questi passaggi: si compila il modulo con le proprie generalità, si aggiunge una foto, da scattare al momento o da caricare dalla galleria dello smartphone.

Pagamento

Poi si paga con carta di credito, PayPal (anche in 3 rate) o Satispay, le stesse modalità sono disponibili per tutti i titoli di viaggio. A quel punto l’abbonamento appare menu “Wallet” della app.

# Pro e contro della tessera digitale 

Pro:

  • La tessera digitale rispetto a quella cartacea non ha una scadenza, ma durata illimitata.
  • Non si deteriora
  • Non si corre il rischio di perderla 

Contro:

  • Al momento non è consigliata per chi deve detrarre il costo dell’acquisto della abbonamento come spesa, nel caso di una partita iva, perchè non viene rilasciata la fattura elettronica. Nessun problema per chi deve scaricare i costi nella dichiarazione dei redditi perchè basta il riepilogo dei costi.  
  • Se si passa a un abbonamento digitale, non si può più tornare alla tessera fisica
  • Per ora gli abbonamenti urbani digitali non possono essere integrati con le tariffe per viaggiare fuori Milano.

# Le altre novità 

La nuova app porta con sé anche un rinnovamento dell’interfaccia che ora si apre direttamente sulla cartina della città a pieno schermo, lasciando in alto una barra con le indicazioni dello stato delle cinque linee metropolitane.

Sopra quest’ultima lo spazio per pianificare il viaggio o cercare linee e fermate. In basso un grande pulsante orizzontale “biglietto” che porta alla schermata dove si può scegliere tra biglietti urbani, extraurbani e abbonamenti. Nella barra orizzontale dei pulsanti spicca al centro il “Wallet” che conduce alla pagina dove sono presenti tutti i titoli di viaggio, compresi gli abbonamenti, già acquistati e utilizzabili. 

Altri pulsanti rimandano ai servizi, quali ad esempio “Radiobus di quartiere”, “ATM Point” e “BikeMi”, all’acquisto dei titoli di viaggio e alle informazioni sulla mobilità.

Fermate, parcheggi e bikemi

Scorrendo sullo schermo dal basso vengono mostrate le fermate dei mezzi ordinate per distanza dalla zona in cui si è localizzati, lo stesso per i parcheggi e per la disponibilità delle biciclette in condivisione.

Continua la lettura con: I 3 rischi a pagare contactless sui mezzi pubblici di Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 5 «botteghe cult» che hanno fatto la storia di Milano

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Ph. @sarpifoodtour IG

Il vestito della Milano che fu, quella delle piccole compere quotidiane, della ricerca della qualità, del consiglio del bottegaio, che i suoi prodotti li cercava, e non il contrario. Insomma, l’anima commerciale della città che ha reso Milano grande, umana e bella.

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Le 5 «botteghe cult» che hanno fatto la storia di Milano

Anche le Botteghe Storiche hanno il loro albo

Milano è una città che non dimentica la sua storia e, allo stesso tempo, sa valorizzare la sua cultura. Proprio per questo, nel 2004, il Comune ha istituito un vero e proprio albo che tutela le Botteghe Storiche in città e, con delibera del 5/10/2004 n. 2220, ha approvato le linee guida per la sua istituzione, con lo scopo, appunto, di difendere le attività commerciali e artigiane dal forte radicamento nel tessuto sociale ed economico. Questo conferisce alle botteghe una sorta di riconoscimento che le equipara a beni culturali a rischio d’estinzione.

Per essere riconosciuta bottega storica vanno rispettati alcuni criteri: il negozio deve avere almeno 50 anni di attività nello stesso settore merceologico (anche se si sono succeduti diversi titolari) e deve conservare in tutto o in parte i caratteri costruttivi, decorativi e di interesse storico o architettonico.
Ad oggi l’albo raccoglie poco meno di 600 Botteghe Storiche ma la speranza è che questo numero non debba scendere a causa della grave crisi economica che stiamo vivendo.

#1 Il Re della Baita  – Chinatown

Dal 1939, formaggi, salumi e rarità: una missione chiara e raccolta in pieno quella che troneggia sotto il nome dell’attività. La bottega del Signor Fabio Re in via Paolo Sarpi, è straripante e odorosa, fatta di ricerca meticolosa e passione per il suo lavoro. Al suo interno si possono trovare davvero delle rarità come il cusié, una toma d’alpeggio stagionata e affinata con foglie di tabacco, e la toma veneta stagionata nel fieno.

#2 Drogheria Radrizzani – Porta Venezia

Ph. credits: Drogheria Radrizzani

Altra bottega più che storica. Presente in viale Piave dal 1910 fu, prima, di una tale signor Robbiani, e dal settembre 1940 di Gaspare Radrizzani e di sua moglie Maria, gli storici proprietari. Coppia che non si arrende, nemmeno quando nel 1943 il palazzo al civico 20 viene distrutto dai bombardamenti: nel maggio del 1945, sulle macerie, Gaspare ricostruisce e torna a vendere prodotti di drogheria e coloniali. Qui si scovano prodotti spesso introvabili: al fianco dei più conosciuti prodotti di marca, è possibile gustare pezzi sfiziosi di provenienza ricercata come cioccolati, sott’olii, risi e paste, tartufi di Alba, confetture artigianali, formaggi di malga, caviale fresco, saponette…

 

#3 Torrefazione Hodeidah – Sempione

Ph. credits: milanodavedere.it

Nata nel 1946, la torrefazione la si trova in via Pier della Francesca e la si percepisce, decine di metri prima, anche senza sapere esattamente dov’è. Il profumo della tostatura non inganna, non per niente è considerata tra le migliori botteghe storiche di Milano. Hodeidah conserva l’eleganza sobria delle antiche torrefazioni d’altri tempi e offre tantissime varietà, provenienti dalle coltivazioni di tutto il mondo, tostate in bottega per ottenere miscele inconfondibili. Altro fiore all’occhiello di Hodeidah è “Il giardino del The”: oltre cento varietà da assaporare assieme alla raffinata selezione di biscotti.

 


#4 Pregiate Carni Piemontesi – Loreto

Negli anni d’oro erano circa 1300 le macellerie a Milano, ma oggi ne sopravvivono meno di un quarto. Una di queste è la Pregiate Carni Piemontesi che dal 1959 si trova in via Montepulciano e che fino al 2009 era gestita dal suo patron, Ercole Villa, pioniere della vera carne piemontese e riconosciuto da tutti come esperto assoluto. Oggi a proseguire è un degno erede, storico allievo che da lui ha imparato tutto, il signor Bruno. Nel suo bancone si possono trovare la Fassona, il vero sanato piemontese, la Scottona, il castrato e la Pezzata Rossa Bavarese.

 


#5 Enoteca Il Grifo d’Oro – Lambrate

Di anni ne ha 83 e come si legge nel sito dell’enoteca storica: “L’attività di commercio di vini “da trasportarsi in recipienti chiusi” fu avviata in qualità di fondatore da Guarneschelli Carlo di origine pavese, il quale con denuncia del 28 dicembre 1937 comunicava alla Camera di Commercio l’apertura di un esercizio per la vendita di vini e liquori, acque minerali, olio, birra, con sede in Via Porpora, 157 a Milano.” Parole che fanno comprende quanta acqua, e quanto vino, siano passati di qua. Sui suoi scaffali di legno originali oltre, a centinaia di bottiglie, si possono trovare prodotti sfiziosi come il patè, i pecorini, i dolci di Pienza.

 

# L’ultima ad andarsene: Drogheria La Casa del Miele – Istria

Ph. credits: thefashionpolitan.com

Era una piccola bottega, con i suoi begli arredi su misura in noce massello e frassino, nata nell’anno della grande crisi del 1929 e purtroppo chiusa con la crisi del Covid nel 2021. Passate le enormi difficoltà della seconda guerra mondiale, in cui la bottega distribuiva cibo come pasta, riso, zucchero nero, sapone nero a pezzi con le tessere, si susseguirono nella gestione sempre mani e cuori esperti, fino ad arrivare alla signora Simona.
La Casa del Miele in viale Zara, oltre ad essere una drogheria di quasi un secolo di vita, è diventata anche caffetteria e meta di aperitivi, grazie ai suoi taglieri di formaggi e miele e al suo piccolo menù di piatti tradizionali milanesi. Dove si potevano acquistare a peso spezie, erbe, liquirizia e le ginevrine, le caramelline tonde di zucchero colorato.  

Continua la lettura con: Il BAR SEGRETO di Milano dove si torna indietro nel tempo tra BOTTIGLIE d’ORO e monete speciali

BARBARA VOLPINI

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Il nuovo vialone scenografico della Centrale: che fine ha fatto il progetto di restyling?

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Ph. Andrea Cherchi

La strada che conduce da piazza della Repubblica alla monumentale Stazione Centrale in qualsiasi metropoli internazionale sarebbe un viale scenografico, un adeguato biglietto da visita per i tanti turisti che arrivano in treno. A Milano manca. Al suo posto c’è via Vittor Pisani, un viale anonimo, non sempre ben mantenuto. Per riqualificarlo è stato presentato un progetto di riqualificazione intrigante. Sembrava fatta. Ma poi è calato il silenzio. 

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Il nuovo vialone scenografico della Centrale: che fine ha fatto il progetto di restyling?

# La tristezza e la sciatteria di una delle strade potenzialmente più scenografiche di Milano

Credits Andrea Cherchi – Via Vittor Pisani dall’alto

Via Vittor Pisani potrebbe essere una delle strade più scenografiche della città. Il mezzo chilometro di ampio rettilineo che da Piazza della Repubblica conduce in Centrale potrebbe essere un vero fiore all’occhiello. Invece, fatto salvo la parte iniziale con un filare di alberi, è solo una larga strada in asfalto e pietra. Le uniche piante in vaso messe verso Piazza Duca d’Aosta sono tristemente morte per assenza di cura e manutenzione. Un vero peccato visto i tanti turisti che arrivano a Milano in treno costretti purtroppo a vedere uno spettacolo desolante appena usciti su piazza Duca d’Aosta.

A questo, come già segnalato dal blog Urbanfile, si aggiunge la sciatteria e il degrado causato dalle tag su muri e accessi delle scale che portano alla stazione del passante di Repubblica, dai paletti divelti, dalle pietre dei marciapiedi rotte e dalle piastre staccate di sedute e manufatti.

Leggi anche: La CATTEDRALE del MOVIMENTO: la STAZIONE CENTRALE fu progettata in stile “ASSIRO MILANESE”

# Il progetto di restyling: si farà o rimarrà solo un sogno?

Credits Urbanfile – Ciclabile Vittor Pisani

Eppure degli interventi di miglioramento erano stati ipotizzati. Nel 2017 era arrivata una proposta di realizzazione una ciclabile anche sul lato pari della via, della quale dopo 7 anni non se ne sa più nulla.

Credits Milano Today – Progetto restyling via Vittor Pisani

Nel 2019 il Comune di Milano aveva poi illustrato un progetto di restyling che prevedeva il restringimento della carreggiata con la creazione di una grande aiuola nello spartitraffico centrale, per dare più ordine e consentire una maggiore protezione per l’attraversamento dei pedoni. Non solo: dove lo spazio sotto la strada risulta più ridotto a causa della metropolitana erano state ipotizzate anche aiuole ai lati e alberature e piante in vaso. Per definire il progetto in ogni dettaglio era previsto un workshop aperto ai cittadini. I lavori si sarebbero dovuti realizzare nell’arco di due-tre anni con investimento a scomputo oneri di tutti gli interventi edilizi e urbanistici della zona. Ma l’entusiasmo iniziale è caduto nel dimenticatoio. Si tornerà a pensarci oppure avere uno spettacolare vialone di ingresso alla stazione rimarrà solo un sogno?

 

Leggi anche: Il RESTYLING del “PALAZZO ORRIBILE” di Porta Garibaldi è in STALLO?

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: I PROGETTI STRATOSFERICI che sconvolgerebbero ogni milanese

FABIO MARCOMIN

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Le notti più calde di Milano: i «locali hot»

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Ph. @superclub FB

Gli Hot Club di Milano, dove la notte è sempre giovane. Riproponiamo la selezione di Lorenzo Tiezzi per MilanoDaBere.it

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Le notti più calde di Milano: i «locali hot»

Hot club: la definizione per un locale dove non ci si limita a ballare e ad ascoltare musica. Ma l’atmosfera è più sfrenata e porta a osare oltre ogni limite. Quali sono gli Hot Club di Milano? 

# Super Club

Ph. @superclub FB

Il Super Club, in zona Tortona. Una delle case dello scatenato collettivo Le Cannibale. Spesso ospita artisti internazionali, di nicchia, o eventi “up” come Club Inferno, quando la location si colora di rosso e fiamme.

# Rocket

Ph. https://zero.eu/

Altro locale che invita ad osare è il Rocket, in zona Navigli. Frequentato soprattutto da chi ama sonorità black ed elettroniche in stile underground berlinese. 

# Plastic

Credits: foto-divertente.blogspot.com

Non può certo mancare l’iconico Plastic. il trasferimento da Viale Umbria a via Gargano non ha cambiato l’anima del club restando uno degli spazi più creativi e folli della città . “L’unico forse a poter proporre un Capodanno che inizia alle 1, non prima.”, sottolinea Tiezzi. 

# Play

Si vira a uno stile più fashion. Nei pressi di Corso Como si trova il Play, l’ ex Luminal. Una volta la settimana ospita il sound scatenato di Mamacita, festa urban da Ibiza. Aperto dal mercoledì alla domenica. 

# Gate

Ph. @gatemilano IG

Il Gate che i più grandicelli se lo ricordano prima come De Sade e poi diventato Club Haus 80’s è sempre l’anima dark e più elettronica del vicino Alcatraz di via Valtellina. O

Fonti: Hot Club Milano, dove la notte è sempre giovane

Continua la lettura con: I locali di Milano con i nomi più curiosi

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Le «Maldive al coperto» alle porte di Milano: le aperture e i prezzi tra Natale e Befana

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Screenshot

Un parco acquatico da record, a poca distanza da Milano, dove ci si ritrova nei mari delle isole tropicali. Il più grande, il primo in ordine di tempo e l’unico a stare aperto 12 mesi all’anno. Dove si trova e cosa si può fare al suo interno durante le festività di fine anno. 

Milano-Acquaworld

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Le «Maldive al coperto» alle porte di Milano: le aperture e i prezzi tra Natale e Befana

# Acquaworld: il primo parco acquatico coperto d’Italia 

Ph. @acquaworld_ufficiale IG

Le Maldive al coperto si trovano da Acquaworld: a Concorrezzo, a 30 minuti di Milano. Si tratta del primo grande parco acquatico al coperto a essere realizzato in Italia. Per anni è stato anche l’unico. La struttura è aperta 12 mesi all’anno, tutti i giorni in estate e con limitazioni nei mesi rimanenti, e fruibile con qualsiasi condizione atmosferica. 

Si sviluppa su una superficie di circa 20.000 mq con 12 vasche e piscine interne ed esterne, tutte con acqua fra i 32° e i 35°C. La temperatura dell’acqua negli spazi interni è costante a circa 30°C. Difendono da freddo e dalle intemperie tre cupole trasparenti realizzate con l’Etfe, un elemento artificiale ricavato dal fluoro, utilizzato anche per l’Allianz Arena di Monaco e il Water Cube di Pechino

# Le due aree del divertimento: Area Scivoli e Area Fun. Attenzione al Black Mamba

Credits acquaworld_ufficiale IG – Scivoli Acquaworld

All’interno del parco sono presenti due aree distinte dedicate al divertimento.  

Quella più dinamica è l’Area Scivoli. L’attrazione principale è una torre di 18 metri di altezza dotata di 8 scivoli acquatici, che prevede l’arrivo sempre al coperto e pendenze  tra il 7% il del 35%, per una lunghezza complessiva di ben 1.100 metri lineari. In tre di questi scivoli si può scegliere di scendere con con gommoni singoli e/o doppi. Troviamo poi Tra tutti il multipista Baby Slide, riservato ai più piccoli, gli spettacolari Turbo Slide e Ice Express, e per finire il Black Mamba, il più temibile di tutti e adrenalinico. 

campermaro IG – Acquaworld

A prendersi la scena nell’Area Fun è invece la Vasca Onde, un enorme specchio d’acqua di 1.000 mq con giochi acquatici. A questo si aggiunge il divertentissimo River, uno spazio giochi e scivoli per bambini dal nome di Area Miniworld, l’area idromassaggi, cascate. Le zone per il relax e per rigenerarsi ci sono anche all’esterno, con la piscina di 200 mq con giochi d’acqua e idromassaggi, con temperatura costante di 32°C, per le famiglie. 

# Nell’area benessere di oltre 2.000 mq è disponibile una vera e propria spa 

Credits babina994 IG – Area Benessere Acqua world

Su una superficie totale di oltre 2.000 mq, metà della quale occupata da vasche interne ed esterne, trova spazio l’Area benessere. Si tratta di una spa a tutti gli effetti con:

  • la Grotta del Temporale Monsonico;
  • vasche di reazione calda (Calidarium) e fredda (Frigidarium);
  • idromassaggi plantari, cervicali e lettini massaggianti;
  • una sauna;
  • una stanza del sale;
  • le stanze del vapore.

# Le aperture e i prezzi delle festività tra Natale e Befana

Ph. @acquaworld_ufficiale IG
Ph. @acquaworld_ufficiale IG

Tra Natale e Befana, Acquaworld è sempre aperto dalle 10 alle 20 dal 26 dicembre al 6 gennaio. Orari diversi per il 31 dicembre (si chiude alle 17) e il primo gennaio (si apre alle 14). 

I prezzi partono da 19,90 euro, i bambini sotto il metro di altezza non pagano: qui per l’acquisto online.

Continua la lettura con: Più grande di DisneyLand Paris: in Italia il parco tematico più grande d’Europa resterà solo un sogno?

MILANO CITTA’ STATO

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Queste sono le 4 superstar lombarde dell’inverno

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nirolfix - Livigno by night

Quale è la località preferita dagli italiani per una vacanza sulle neve? 

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Queste sono le 4 superstar lombarde dell’inverno

# La classifica delle destinazioni sciistiche preferite dagli italiani

Credits: Duepertrefacinque – Neve in Lombardia

Quale è la località preferita dagli italiani per fare una vacanza sulle neve? A dircelo è la classifica con le top 40 destinazioni sciistiche più amate dagli italiani nella stagione 2024-2025 redatta da Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza. Per realizzarla sono stati selezionati gli impianti e le località sciistiche italiane o poco oltre il confine più amate e poi ordinati sulla base delle ricerche effettuate sul portale per soggiorni tra il giorno 1 novembre 2024 e il giorno 31 marzo 2025.

# Prima la “Regina delle Nevi” della Lombardia

credits Max Kukurudziak – Unsplash – Livigno

In testa alla graduatoria troviamo anche quest’anno Livigno, la “Regina delle Nevi” lombarde, con un equilibrio tra qualità e convenienza grazie a un costo medio giornaliero tra soggiorno e skypass pari a 67 euro. In seconda posizione c’è Madonna di Campiglio, in Trentino Alto Adige, dove si spendonomediamente 104 euro, e infine a chiudere il podio Alto Sangro – Roccaraso/Rivisondoli in Abruzzo, la più economica tra le tre, punto di riferimento per lo sci nell’Italia centrale.

# Nella top ten cinque destinazioni del Trentino Alto Adige, due della Lombardia

Top ten mete sciistiche Holidu

La top ten è dominata dal Trentino Alto Adige, con cinque piazzamenti, seguita dalla Lombardia con due: a Livigno aggiunge Bormio in settima posizione, sempre in Valtellina con un costo medio giornaliero di 68 euro. La località è famosa oltre che per le sue piste da sci anche per lo storico centro termale aperto dal 1920.

Cortina d’Ampezzo credits Betty Subrizi via Unsplash

Tra i primi dieci posti ci sono due tra le mete più amate dai milanesi: Courmayeur in Valle d’Aosta in sesta piazza e Cortina d’Ampezzo in Veneto, in nona, prossima compagna di avventura di Milano alle Olimpiadi Invernali 2026. 

# In classifica anche Madesimo e Valmalenco – Alpe Palù

Credits: siviaggia.it – Madesimo

Allargando lo sguardo a tutta la classifica è ancora più evidente il predominio del Trentino Alto Adige con 16 località su 40, poi la Lombardia con 4, aggiungendo Madesimo e Valmalenco – Alpe Palù dove si spendono in media rispettivamente 46 e 57 euro al giorno, Valle d’Aosta e Abruzzo con 3, Piemonte con 2.

# Italia batte estero con 34 destinazioni su 40

Credits yaechanpapydaisuki IG – Cabinovia Chamonix Francia

Sono invece solo 6 le località straniere in graduatoria. Troviamo infatti al 17esimo posto Chamonix-Mont-Blanc in Francia, appena oltre il confine provenendo dalla Valle d’Aosta, al 20esimo Innsbruck – Ghiacciaio dello Stubai in Austria, Zermatt e St. Moritz – Corviglia in Svizzera rispettivamente alla 31esima e 33esima, in 35esima Megève/Saint-Gervais in Francia e ancora in Svizzera First – Grindelwald alla 40esima posizione.

Leggi anche: La FUNIVIA più ALTA (e più lussuosa) del mondo sta per raggiungere l’Italia

Leggi anche: 5 RIFUGI in mezzo alla NEVE a POCA STRADA da MILANO

Continua la lettura con: Arrivata la prima neve: perché non creare il «quartiere del ghiaccio», il distretto invernale di Milano?

FABIO MARCOMIN

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I ricordi degli «anni Duemila»: il decennio magico della Milano che mirava al cielo

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Credits: upload.wikimedia.org cantieri porta nuova 2010

Il nuovo millennio si apre con la paura del Millenium Bug, poi scoppia la bolla tecnologica e crollano le torri Gemelle aprendo la strada ad anni di paure e paranoie per il terrorismo islamico. E mentre sugli aerei non si fanno entrare le boccette di shampoo, Milano sfida il cielo disegnando un nuovo skyline. Nel frattempo anche a Milano arrivano le nuove tecnologie destinate a rivoluzionare il nuovo secolo: sono gli anni in cui nascono YouTube e Facebook, mentre in California Steve Jobs realizza il telefonino che si posizionerà al centro di ogni persona: l’IPhone. Ritorniamo a rivivere la Milano del primo decennio degli anni 2000.

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I ricordi degli «anni Duemila»: il decennio magico della Milano che mirava al cielo

# “Nasce” lo skyline milanese

Credits: blog.urbanfile.org
2004 progetto vincitore Varesine-Garibaldi-Porta Nuova

La Milano degli anni 2000 è la Milano che cambia volto. Soprattutto se la si guarda alzando gli occhi al cielo. Con l’arrivo del nuovo millennio, l’area delle ex-Varesine che da anni poteva essere chiamata come terra di nessuno inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. L’intuizione di trasformare l’area nella “city” di Milano è dell’architetto Pierluigi Nicolin, che rivede nel 2001 il Programma Integrato di Intervento (PII) Garibaldi-Repubblica. Siamo sempre all’inizio degli anni 2000 quando arriva il fondo immobiliare americano Hines che trasforma la speranza di una riqualificazione dell’area in realtà. Il progetto della riqualifica viene affidato all’architetto argentino César Pelli che ipotizza una piazza circolare sopraelevata circondata da tre alte torri, quella che sarà piazza Gae Aulenti. E intanto a Stefano Boeri viene affidata l’area che insiste sul quartiere Isola, dove comparirà il Bosco Verticale. Nasce la nuova Porta Nuova.

# La Bicocca che non c’era: l’Università, l’Arcimboldi, l’Hangar

Credits: unimib.it
progetto BicoccaMa non è solo Porta Nuova la grande novità. Un quartiere industriale e periferico com’era il quartiere Pirelli-Bicocca aveva appena inaugurato la sua università, la Bicocca apre infatti solo due anni prima l’inizio del nuovo millennio, ma non si accontenta dell’università e inaugura altri due luoghi culturali. Il 19 gennaio 2002, infatti, dato che il teatro alla Scala era chiuso per ristrutturazione, apre in zona Bicocca il teatro Arcimboldi. E nel 2004 inizia a essere costruito anche l’Hangar, un nuovo spazio espositivo d’arte contemporanea.

# La Fiera si sposta a Pero per lasciare posto a CityLife

Credits: @pontir
Politecnico Bovisa oggi

Nel frattempo il Politecnico riqualifica l’ex area industriale della Bovisa e, mentre il complesso fieristico viene spostato a Pero, per lasciar posto al progetto di City Life. A sud di Milano, invece, al confine con Rogoredo nell’area dismessa che era chiamata Montecity, nasce il nuovo quartiere di Santa Giulia. Viene inaugurata anche la statua ago e filo in piazza Cadorna. Sono gli anni dove Milano rinasce. Dopo uno stop durato più di dieci anni, riparte l’attività edilizia. Alla fine del decennio inaugura anche il Museo del Novecento in piazza Duomo. Milano si fa più bella, più moderna e progetta in grande il suo nuovo skyline. Ma la città vola alto non solo con i suoi grattacieli. 

# Gli ultimi anni sul trono del mondo del calcio: le due Champions del Milan, il triplete dell’Inter e il Mondiale a Berlino

Credits: acmilan.com che risuona in tutta la nazione. 
Vittoria champions 2007

Per certi aspetti è come se con la fine del primo decennio del Duemila per il calcio italiano si chiudesse una stagione magica iniziata nel 1982. Da Mondiale a Mondiale con le notti magiche di Berlino del 2006 rilanciate dai maxi schermi e dal “Poo po po po po poo po” tratto da “Seven nation army” dei “White Stripes” che risuona in tutta la nazione. Tra i due mondiali l’Italia sale sul trono del calcio mondiale internazionale, dominando con le sue squadre di club tutte le maggiori competizioni. Ma è Milano a fare la padrona tra le italiane, l’unica città al mondo in grado di portare due sue squadre a vincere il trofeo più prestigioso, la Champions League. Due squadre che giocano nello stesso stadio, cosa atipica nel panorama internazionale. I Duemila sono per le milanesi un decennio dei grandi trionfi: il Milan è sul tetto d’Europa nel 2003 (contro la Juventus) e nel 2007 (contro il Liverpool), anche se ricorderà per sempre l’incubo della notte di Istanbul quando nella finale del 2005 il Milan riesce nell’impresa di farsi rimontare un vantaggio di 3 a zero. A queste vittorie si aggiungono anche due Supercoppe europee e due scudetti. Non è da meno l’Inter, anzi. Dopo aver spadroneggiato in Italia vincendo cinque scudetti di fila conclude come meglio non avrebbe potuto, aggiudicandosi il “triplete” (scudetto, coppa Italia e Champions League) nel 2010 sotto la guida di Mourinho. Un trionfo unico per la storia segna però la sigla di coda su quasi tre decenni di dominio del calcio italiano nel mondo. 

# Milano si aggiudica Expo 2015

postexpo

 

E Milano vola alto non solo per le nuove costruzioni. L’idea di organizzare in città la Grande Esposizione Universale prende forma nel 2007 quando viene presentata la candidatura di Milano. Come? Letizia Moratti, prima donna a ricoprire la carica di sindaco di Milano, viene nominata Commissario delegato per la predisposizione degli interventi necessari alla migliore presentazione della candidatura della città quale sede di Expo 2015. L’anno dopo, l’Assemblea Generale EXPO premia Milano con 86 voti (contro i 61 della sua sfidante turca Smirne) e la rende sede della manifestazione che avrebbe segnato il decennio successivo. E che avrebbe rappresentato l’àncora di rilancio in un decennio segnato da una crisi profonda. 

# Dal più grande disastro aereo d’Italia alla grande crisi di fine decennio

Credits: @porrino_francesco07
disastro di Linate

Per certi aspetti così come si è aperto il decennio si chiude. Era iniziato con lo scoppio della bolla finanziaria delle “Dot Com” in Borsa e con il crollo delle Torri Gemelle, in un incubo che sembrò contagiare Milano. Prima con il disastro di Linate: l’8 ottobre 2001, un jet privato entra per sbaglio nella pista di decollo principale, viene investito da un aereo della SAS in fase di partenza, che, per l’impatto, si schianta poco dopo e si incendia. Ancora oggi è il più grande disastro aereo avvenuto in Italia per il numero di vittime: 118 le persone che persero la vita. Pochi mesi dopo il disastro di Linate, ad aprile 2002, si rivive per qualche ora a Milano l’incubo delle Torri Gemelle, quando un aereo turistico si schianta contro il Pirellone. Il pilota Fasulo, per motivazioni ancora non del tutto chiarite, si sfracella contro il grattacielo simbolo della storia di Milano. Che, per fortuna, resta in piedi. 

Seguono anni più sereni, di un decennio in cui la città preme sul gas, in cui si trasformano i mezzi di comunicazione, con il boom dei cellulari, la nascita di YouTube e di Facebook, con l’introduzione del mercato dell’IPhone. Ma come era iniziato così finisce: con la più grande crisi della finanza mondiale degli ultimi 40 anni. Una crisi che a differenza di quelle di inizio decennio colpirà profondamente Milano trascinandola insieme a tutta la nazione in un periodo economicamente più complicato da cui, per certi aspetti, non siamo mai usciti. 

Continua la lettura con: Le foto della Milano degli anni Ottanta

BEATRICE BARAZZETTI

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Le «case fungo» di Milano? Sono “fuggite” nell’hinterland

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Case fungo Novate - ph. @giuppyguida IG

La Maggiolina, quartiere del Municipio 2, che deve il suo nome alla omonima cascina demolita nel 1920, è conosciuta per essere caratterizzata da abitazioni bizzarre e perché confina con il noto Villaggio dei giornalisti.

Nel quartiere resistono 8 delle famose “case a igloo” in via Lepanto, realizzate dell’ingegnere Mario Cavallè, che tutti conoscono. Ma un tempo c’erano anche le “case a fungo”, ormai dimenticate. Pochi conoscono la loro storia.

Leggi anche:
10 cose da vedere nella MAGGIOLINA, il quartiere dell’architettura sperimentale
Nel Villaggio dei Giornalisti c’è VILLA FIGINI, la villa in stile Le Corbusier

Le «case fungo» di Milano? Sono “fuggite” nell’hinterland

# Le «case fungo» scomparse

Le «case fungo» erano state costruite in due esemplari e, insieme, alle “case igloo” avevano contribuito a rendere il quartiere della Maggiolina fiabesco e a tratti onirico.
La caratteristica di queste costruzioni, oltre alla peculiare forma a fungo, era lo sviluppo su due livelli sovrapposti: il gambo al piano inferiore, più stretto, la cappella al piano superiore, più ampio. Sembra che l’ingegnere abbia tratto ispirazione dall’Amanita Muscaria, uno dei funghi psicoattivi più appariscenti del bosco.

Purtroppo chi è giovane non può averne memoria, poichè il nipote stesso dell’ingegnere decise di demolirle nel 1965, per realizzarci una costruzione tuttora abusiva.

# Le 3 copie rinate a Novate Milanese

Case fungo a Novate Milanese

Per i nostalgici e per chi non ha potuto vederle dal vivo, a Novate Milanese ne hanno riprodotte tre unità, non corrispondenti al 100% alla forma e a i colori degli originali, ma in grado comunque di richiamarne la memoria. Lanciamo la proposta: e se le ricostruissimo anche a Milano, nel loro luogo natale?

Continua la lettura con: 10 cose da vedere alla Maggiolina

FABIO MARCOMIN

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I quartieri di Milano dove si vive meglio (e quelli da cui si vorrebbe scappare)

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Credits: ordinearchitetti.mi.it - Gratosoglio Gratosoglio, Milano

In uno studio effettuato dall’Università Statale sulla qualità della vita a Milano è emersa una città a due velocità. Scopriamo i quartieri dove si vive meglio e quelli da cui i milanesi vorrebbero scappare.

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I quartieri di Milano dove si vive meglio (e quelli da cui si vorrebbe scappare)

# Il giudizio dei milanesi: il centro è il più amato, la meno amata è la periferia Sud 

Quanto COSTA salire sul DUOMO di Milano?
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo

In una ricerca effettuata dall’Università Statale di Milano sulla qualità della vita nel capoluogo lombardo, basata su un campione di 1.600 intervistati, è emersa ancora una volta una città spaccata in due. Da un lato troviamo il centro che risulta amato dal 94% dei milanesi che hanno risposto al sondaggio, dall’altro la periferia sud che registra 12 punti percentuali in meno fermandosi all’82%

# Il giudizio dei residenti: la zona dove si è più felici di vivere è quella tra De Angeli, Monte Rosa, Pagano e Washington

I grattacieli di Piazza Piemonte

Rispetto alla classifica degli anni passati ci sono poco variazioni. In cima, con il 99% del gradimento dei suoi residenti, troviamo la zona De Angeli, Monte Rosa, Pagano, Washington.

Al secondo posto con il 98% c’è il centro. Al terzo a pari merito l’area di Citylife e quella che comprende Figino, Trenno e Bosco in Città, grazie al verde e alla vivibilità, con il 97%. Al quarto posto si trova Buenos Aires-Venezia e al quinto Isola-Garibaldi. 

# All’ultimo posto della classifica il quartiere Gratosoglio-Ticinello. 1 su 3 vuole andarsene

Credits: ordinearchitetti.mi.it – Gratosoglio
Gratosoglio, Milano

Nella parte bassa della graduatoria c’è ancora la zona Centrale-Loreto, mentre il quartiere meno amato in assoluto è quello di Gratosoglio-Ticinello. Risulta infatti proprio la periferia sud l’area della città da cui cui gli abitanti avrebbero maggior desiderio ad andarsene, per il 31% degli intervistati, oltre il doppio rispetto al dato registrato da chi vive in centro.

Continua la lettura con: Qualità della Vita: la CADUTA di MILANO

FABIO MARCOMIN

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