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I 10 viaggi in treno da fare almeno una volta nella vita

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Perurail - ph. @dannycecconi IG

Quello che conta è il percorso del viaggio e non l’arrivo. (T. S. Eliot). E niente di meglio di godersi il percorso su un treno. Questa è la lista dei 10 viaggio in treno più spettacolari del mondo. 

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I 10 viaggi in treno da fare almeno una volta nella vita

#1 Il California Zephyr, Stati Uniti: il “Coast to Coast” di quasi 4.000 km

Se vi trovate nel Nord America il California Zephyr è sicuramente la scelta più spettacolare per un viaggio in treno. Si tratta di un percorso di 3.924 km tra praterie, deserti, le Montagne Rocciose e la Sierra Nevada. Un collegamento fra Chicago a San Francisco dalle viste spettacolari, soprattutto se siete nella carrozza ristorante che ha delle grandissime vetrate.

Credits: mondoaeroporto.com

#2 Il Reunification Express, Vietnam: in viaggio 2 giorni a 50 km/h per 1.726 km tra città storiche e coste mozzafiato. 

È la linea ferroviaria che collega il Nord e il Sud del Vietnam ed è perfetta per chi ama il viaggio lento. Vi troverete ad attraversare città storiche, percorrere tratti di coste mozzafiato e ammirare paesaggi immersi nel verde. La tratta, 1726 km da Ho Chi Mihn City ad Hanoi o viceversa, è giornaliera ma ci vogliono circa 2 giorni per completarla perché il Reunification Express viaggia a 50 km orari, quindi è più lento di un treno regionale italiano.

Reunification express

#3 Il treno Perurail sul lago Titicaca, Perù: 10 ore di viaggio tra le Ande, le valli, le pianure incontaminate e gli allevatori di lama

Avete presente il famoso lago Titicaca? C’è una linea ferroviaria che parte da Puno, costeggia il lago e attraversa il Perù fino alla capitale Cuzco. Potete godervi le Ande, le valli, le pianure incontaminate e gli allevatori di lama, sorseggiando un cocktail o cenando nell’ottimo ristorante a bordo. I 388 km vengono percorsi in circa 10 ore, ma attenzione perché il treno parte solo 3 volte alla settimana.

Perurail

#4 La ferrovia Bajkal-Amur, Russia: in 4 giorni vengono percorsi 4.324 km con temperature anche a -60°

Credits: stazione di Tynda

Se siete amanti del freddo e dei viaggi oltre i 4000 km questo è ciò che fa al caso vostro. La Bajkal-Amur è meno famosa della cugina Transiberiana ma detiene sicuramente il titolo di progetto più grande di costruzione dell’Unione Sovietica. Un viaggio impegnativo di 4324 km che attraversa paesaggi remoti e piccoli paesini dove d’inverno il termometro scende a -60°. Si parte da Tayshet e si arriva a Sovetskaya Gavan, in circa quattro giorni o poco più.

Credits: wikipedia.org – Tratta Bajkal-Amur in verde

#5 In treno da Pechino a Lhasa, Cina: in 40 ore risale 5.000 metri fino all’altopiano tibetano, più in alto del Monte Bianco

Il treno Z21 che parte da Pechino per arrivare a Lhasa è un vero mostro ferroviario che in 40 ore risale di circa 5000 metri per arrivare sull’altopiano tibetano. Il viaggio ci porta dalla caotica e affollata Pechino ad un mondo incantato di pace e profumi, dove gli incensi e le preghiere fanno da sfondo ad un panorama paradisiaco. A bordo si possono mangiare noodles e giocare a carte con gli altri viaggiatori.

#6 Il TranzAlpine, Nuova Zelanda: una delle tratte giornaliere più belle e panoramiche del mondo, lunga 223 km e percorsa in 4 ore e mezza

Una delle tratte giornaliere più belle e panoramiche del mondo, di 223 km, che si trova in Nuova Zelanda e ha la caratteristica di passare attraverso diversi microclimi. Si parte da Christchurch, si scende nelle pianure di Canterbury fino dentro alle Alpi meridionali, per poi uscire fra tra laghi, fiumi e foreste pluviali. Insomma un’avventura ricca di scenari diversi che solo dal treno ci si può godere in 4 ore e mezza.

TranzAlpine

#7 Da Andimeshk a Dorud, Iran: 7 ore, per poco più di 200 km, in una cornice bucolica e natura selvaggia

Ferrovia da Andimeshk a Dorud

È tra i meno conosciuti al mondo ma sicuramente fra i più spettacolari. Attraversa i monti Zagros, scorre fra le valli e si insinua in gallerie profonde. Un viaggio emozionante in una cornice bucolica, perfetta per chi ama la natura selvaggia e incontaminata. Ogni giorno il treno parte da Andimeshk e arriva a Dorud in massimo 7 ore, percorrendo 209 km.

Tracciato ferrovia Iran

#8 Il Caledonian Sleeper, Gran Bretagna: il treno notturno dalla City di Londra alle Highland scozzesi

Un treno notturno che vi saprà cullare dal centro di Londra fino alle cime delle Highlands scozzesi. In 14 ore si percorrono 819 km, cullati dal rumore costante delle rotaie, dal buon cibo e dal Single Malt. Il risveglio spettacolare davanti alle montagne può solo concludere in modo perfetto questo viaggio.

Caledonian Sleeper

#9 La ferrovia Oslo-Bergen, Norvegia: il Bergensbanen esplora la natura norvegese in 7 ore per una distanza di 500 km. 

Credits: irtsociety.com

Partenza da Oslo e arrivo a Bergen. Il Bergensbanen è il treno che esplora la natura norvegese. Praticamente sconosciuto fuori dalla sua nazione, questo treno percorre 496 km in circa 7 ore e vi regala grandi emozioni mostrando la bellezza dei canyon, dei fiumi e delle montagne norvegesi, per non parlare delle grandi formazioni di ghiaccio.

Bergensbanen

#10 La ferrovia Tazara, Tanzania e Zambia: la “Coast to Coast” africana che impiega 2 giorni per fare quasi 1.900 km

Questo viaggio di 1860 km che collega la città portuale della Tanzania a Kapiri Mposhi, dovrebbe durare circa 46 ore ma qui la parola la regola è “fare con calma”, quindi spesso il treno ci mette molte più ore per completare il suo percorso. Questo però non è un problema, perché la particolarità non è né il paesaggio né la possibilità di vedere animali selvatici (una piccola possibilità c’è), ma proprio il clima di calma. Insomma Trenord a confronto è un principiante.

Coast to Coast Africa

Continua la lettura con: Da Milano il VIAGGIO nel tempo: su un TRENO A VAPORE fino al Lago Maggiore (con sorpresa finale)

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Le 7 costruzioni più esagerate di Milano

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Ph. @totosalvo.scalia IG

La nostra città va a braccetto con record e originalità e quando si tratta di costruzioni abbiamo pochi rivali in Italia. Ce ne sono alcune che sono davvero fuori categoria, come queste sette.

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Le 7 costruzioni più esagerate di Milano

#7 Un ago e filo di 18 metri 

Una costruzione iconica anche se molto discussa è la scultura “Ago, Filo e Nodo”, creata dai coniugi Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen in piazzale Cadorna. L’obiettivo era celebrare l’operosità milanese e le tre linee metropolitane, ricordate dai tre colori rosso, verde e giallo, e raggiunge nel punto più alto i 18 metri d’altezza. Un ago così grande non si trova da nessun’altra parte al mondo.

#6 La torre Mediaset

Alta 100 metri, 98 di cemento armato rinforzato oltre 2 di struttura metallica, la torre telecomunicazioni Mediaset è costituita da una struttura portante di forma circolare di 6 metri di diametro per i primi 80 metri e di 3 metri di diametro per la parte cilindrica terminale. All’interno un ascensore che raggiunge una altezza di 64 metri può portare carichi di 1.000 kg. Ci sono connesse ben 22 parabole. 

#5 La Torre Isozaki, punta all’infinito

Credits: theplan.it

Con i suoi 209,2 metri di altezza, è l’edificio più alto d’Italia per numero di piani (50), misurando 250 metri con l’antenna, progettato dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’architetto italiano Andrea Maffei. Soprannominata “il dritto”, per la struttura stretta e verticale, ma anche “endless tower”: infatti guardandola dall’alto verso il basso, grazie alla struttura dei moduli convessi delle vetrate si ha l’impressione che il grattacielo prosegua verso l’infinito.

#4 Torre Unicredit: la guglia più alta d’Italia

Realizzata nell’ambito progetto Porta Nuova, il grattacielo che ospita l’omonimo gruppo bancario è in assoluto il più alto d’Italia con 231 metri. Il merito va ascritto all‘iconica guglia che ha un’altezza di circa 80,5 metri e che ciclicamente assume colori diversi per celebrare particolari occasioni. Un tributo al Duomo di Milano. 

#3 Il cavallo di Leonardo, la più grande statua equestre al mondo

Credits: piuuturismo.it – Il cavallo di Leonardo

L’opera originale fu concepita nel 1482 dal genio toscano su commissione di Ludovico il Moro, duca di Milano, che voleva dedicare l’opera alla memoria del padre Francesco. Il cavallo di Leonardo da Vinci doveva essere il più grande di tutti, superare i 7 metri di altezza, una sfida mai tentata prima, un’opera che oscurasse tutte le precedenti statue equestri. Dopo alcuni tentativi in argilla e creta, l’opera è stata realizzata tutta in bronzo dalla scultrice statunitense Nina Akamu, alta 7,30 metri e pesante 10 tonnellate, e portata a Milano nel 1999. Da allora è ospitata all’ingresso della tribuna secondaria dell’Ippodromo.

Leggi anche: il cavallo di Leonardo

#2 La Torre Velasca, ti amo e ti odio

otto stelle

Con la sua caratteristica forma che la fa assomigliare a un fungo, si odia o si ama: la Torre Velasca è uno dei pochi esempi italiani di architettura post-razionalista brutalista. Alta 106 metri, due in meno della Madonnina posta sul Duomo, rappresenta senza dubbio una delle costruzioni più esagerate e audaci della città.

Leggi anche: Torre Velasca: capolavoro o obbrobrio da abbattere?

#1 Il Duomo: la chiesa gotica più grande al mondo

il cielo sopra milano
il cielo sopra milano

Se si parla di costruzioni esagerate, non si poteva che concludere con il simbolo della città: la chiesa gotica più famosa in Europa e più grande al mondo. Estesa per 11.700 mq, seconda sul territorio italiano solo a San Pietro, che a dir la verità si trova nello Stato di Vaticano, raggiunge i 108,50 alla sommità della Madonnina. Icona di una città che pensa in grande e che ha lo sguardo al di là delle Alpi. 

Continua la lettura con: I 10 segreti del Duomo di Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 5 città più stranianti d’Italia: la classifica definitiva 

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Torre Pontina

Quali sono le città più stranianti d’Italia? Dopo un piccolo sondaggio ecco quali sono emerse. 

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Le 5 città più stranianti d’Italia: la classifica definitiva 

#5 Rovigo: un tasso di umidità da giungla equatoriale

Credits: polesine24.it – Rovigo nelle nebbia

Soprannominata anche la “Mesopotamia d’Italia” il territorio rodigino è una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo. Posta tra i due fiumi più lunghi d’Italia, non lontana dal Mare, a Rovigo la nebbia è una presenza costante. L’Adriatico e il Delta del Po distano solo una quarantina di chilometri.

Leggi anche: A due ore da Milano c’è la Mesopotamia d’Italia

#4 Latina: un enorme Quarto Oggiaro con un grattacielo che spunta dal nulla

Torre Pontina

Una delle più giovani città d’Italia: fondata col nome di Littoria durante il ventennio fascista, a seguito della bonifica dell’Agro Pontino, nel 1932. È la seconda città laziale per numero di abitanti, con 129.133, dopo la capitale. Vista la recente edificazione il centro abitato non ha una qualità abitativa elevata. A chi conosce Milano assomiglia di più a un Quarto Oggiaro esteso.

Diventata città industriale nel boom economico grazie alla cassa del mezzogiorno, entrò in grave crisi appena cessarono gli aiuti. Un po’ in mezzo al nulla, in una parvenza di centro direzionale, nel 2010 è stata realizzata la Torre Pontina: il decimo grattacielo più grande d’Italia con 128 metri se si considera la sola struttura, il settimo se si aggiunge la sua antenna di 23 metri.

#3 Lidi di Ravenna: una schiera di casermoni in stile sovietico in riva al mare

Credits: ravennaedintorni.it – Lido Adriano

Il mare non è certamente tra i migliori e tutto sommato nei dintorni non ci sono grandi attrazioni naturalistiche. Le spiagge dei lidi ravennati, lunghe 36 km tra Casal Borsetti e Milano Marittima, non brillano per edifici dalla bellezza mozzafiato. Anzi in alcuni casi, come Lido Adriano, si notano solo distese di palazzoni simili a casermoni in stile sovietico.

#2 Comacchio: il borgo colorato e i suoi sette lidi stretti tra valle e mare

Conosciuta, insieme a Chioggia in Veneto, come la “piccola Venezia”, anche se si affaccia sulle sua valli invece che sul Mare Adriatico. Comacchio è un borgo di pescatori, coltivatori di mitili e case colorate con ponticelli e canali, che non può lasciare indifferenti. Scendendo la costa si trovano i suoi 7 lidi, anche se amministrativamente sono nel Comune di Ferrara, dal Lido di Spina al Lido di Volano stretti tra le valli e il mare. Poco distanti dai lidi ravennati.

Leggi anche: le 10 piccole città più belle del Nord Italia

#1 Venezia: acqua al posto delle strade

credit: gamberorosso.it

La città straniante per eccellenza, forse di tutto il mondo, non poteva che essere Venezia, da secoli sospesa sull’acqua, per molti la più romantica al mondo. L’atmosfera di mistero che si vive passeggiando tra calle e canali, tra nebbia e silenzio, è impossibile da spiegare e solo visitandolo almeno una volta nella vita si può capire l’effetto che fa. Anzi, è l’unica città che anche se la visiti più spesso, ogni volta ti fa strabuzzare gli occhi. Qualcosa che la mente umana non riesce completamente a comprendere. 

Continua la lettura con le 10 città più belle del Nord Italia: la classifica definitiva

MILANO CITTA’ STATO

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Treni metropolitani, Tram protetti, rete di ciclabili: che cosa serve per ridurre il traffico di Milano

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paradosso del traffico

Se il traffico è presente dappertutto, quello che distingue i luoghi più sviluppati da quelli più arretrati sono i mezzi adottati per affrontare questo problema.

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Treni metropolitani, Tram protetti, rete di ciclabili: che cosa serve per ridurre il traffico di Milano

La foto mostra lo spazio occupato da 60 auto con una persona a bordo (foto 1 e 2) ed il corrispondente spazio occupato da un autobus con 60 persone a bordo (foto 3) e le stesse 60 persone in bicicletta (foto 4).

il paradosso del trafficoPer ridurre il traffico sono pertanto necessari interventi infrastrutturali nei seguenti ambiti:

  • Ferrovie
  • Metropolitane
  • Tramvie in corsie protette
  • Corsie preferenziali per bus
  • Asservimento semaforico per mezzi pubblici
  • Piste ciclabili
  • Car sharing – auto elettriche – auto a guida autonoma

L’obiettivo da raggiungere con questi interventi infrastrutturali è che le persone rinuncino ad utilizzare la propria auto a favore di mezzi di trasporto collettivo o della bicicletta. In ultima istanza l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre il parco macchine. L’Italia è il secondo paese europeo per numero di auto per abitante (616 auto ogni 1000 abitanti) dopo il Lussemburgo (Fonte ACEA).

Vediamo cosa si potrebbe fare affinché il servizio pubblico sia più competitivo rispetto all’auto privata come avviene in Svizzera, Germania, Francia, Spagna o nei paesi del Nord Europa.

#1 TRENI

Treno alta velocità

I treni metropolitani

Le Ferrovie dovrebbero fare interventi sul nodo di Milano e più in generale sulla rete suburbana per separare i treni ad alta velocità e di lunga percorrenza dal traffico locale. Il traffico ferroviario locale dovrebbe diventare una sorta di rete metropolitana allargata in modo da garantire un servizio affidabile, su cui contare per i propri spostamenti casa-lavoro e per il tempo libero. Sono inaccettabili anche ritardi di 10 minuti per dare la precedenza ad altri treni o per altre ignote ragioni.

In primo luogo il Passante Ferroviario potrebbe così garantire un servizio più frequente e puntuale. A causa della mancata separazione dei diversi tipi di traffico ferroviario nella rete regionale, a Milano si è scelto di instradare i treni locali nella linea passante sotterranea. In Germania, Francia, Svizzera si è sostanzialmente trasformato il servizio ferroviario in servizio metropolitano. Basta notare il rumore assordante delle frenate dei treni nelle stazioni del Passante ed è facile capire che quel tipo di convogli non è adatto al servizio metropolitano, che prevede fermate frequenti.

La circle line del passante

In secondo luogo la circonvallazione ferroviaria dovrebbe ospitare la già annunciata circle line (da non confondere con quella della metropolitana) con la creazione di nuove stazioni e una frequenza maggiore dei treni (la S9 che copre attualmente parte del percorso passa ogni 30 minuti ed è costantemente uno dei servizi con la peggior puntualità della Regione Lombardia). Con questi risultati questa linea viene utilizzata solo da chi non ne può davvero fare a meno e non rappresenta una alternativa valida all’auto privata.

Nuova stazione a Porta Romana

In terzo luogo data la congestione del nodo ferroviario di Milano andrebbe creata una nuova stazione ferroviaria dove attestare il servizio regionale. Una possibilità sarebbe di creare una stazione sotterranea nell’attuale scalo di Porta Romana dove attestare i treni locali delle direttrici Sud ed Est (Pavia, Lodi ed eventualmente Treviglio). Si libererebbero tracce su Porta Garibaldi che potrebbe dedicarsi alle direttrici Nord ed Ovest (inclusi i treni regionali che attualmente si attestano a Cadorna). Quest’ultima invece si potrebbe specializzare nel traffico suburbano.

La Stazione Centrale si dovrebbe invece concentrare sui treni veloci, a lunga percorrenza e sui collegamenti con gli aereoporti di Malpensa e Orio al Serio.

#2 METRO

La rete di Milano è ancora incompleta. Diverse zone della città sono totalmente scoperte.

  • In particolare andrebbe separato il ramo Bisceglie dalla M1 in modo da creare una nuova linea verso il centro che punti verso l’Arco della Pace, copra la fascia nord della linea 94 (questa linea è già affiancata dalla M2 nella fascia Ovest e dalla futura M4 nelle fasce Est e Sud), e si innesti poi nella fascia est della linea 9 per coprire il tratto tra Porta Venezia e Porta Romana (tratto molto congestionato della linea 9) ed eventuale allungamento su Ripamonti.
  • Andrebbe creata una nuova linea Nord Sud (spesso chiamata M6 o linea rosa) per coprire la tratta Certosa, Sempione, Centro, Bocconi, Ripamonti o Peschiera Borromeo (tutte zone attualmente non servite da metro).
  • Andrebbe creata una linea Circolare metropolitana con un percorso più o meno corrispondente alle attuali 90/91.

Leggi anche: AUTOSTRADE, TAV, CIRCLE LINE sono le infrastrutture che mancano per una grande Milano

Un’idea che non scarterei completamente sarebbe la trasformazione di alcune tratte gestite da Trenord in parti di nuove linee metropolitane (per esempio la tratta sud della circonvallazione ferroviaria da Porta Romana a Romolo potrebbe essere utilizzata dalla nuova linea circolare metropolitana (in alternativa alla circle line ferroviaria) o una coppia dei binari da Bovisa a Cadorna potrebbe costituire parte della nuova linea metropolitana Nord-Sud, con alternativo instradamento dei treni per Saronno su Porta Garibaldi anziché Cadorna). A Londra (una Città Stato) sono già avvenuti e sono in programma trasformazioni di servizi ferroviari in metropolitana (per esempio sulla Bakerloo line).

#3 TRAMVIE

Credits: Ideogram.AI

Quasi tutte le linee hanno percorsi in parte in sede protetta ed in parte non protetta pertanto ci sono inevitabili ritardi su tutta la linea. Con l’introduzione dei nuovi tram bidirezionali alcune linee andrebbero tagliate per permettere di viaggiare esclusivamente in sede protetta. Per esempio la linea 14 potrebbe coprire solo il tratto Lanza – Cimitero Maggiore senza passare da via Broletto dove si accodano molti tram, ai taxi ed al traffico privato.

Si potrebbe pertanto avere una rete tramviaria primaria con vetture veloci e di grande capacità (sostanzialmente metro-tramvie) e una rete secondaria per i percorsi nel centro storico utilizzando le vecchie vetture a carrelli (serie 1500). Attualmente non c’è nessuna differenza nel tipo di servizio offerto e cosi possiamo trovare un tram di 35 metri in centro storico o una vettura a carrelli a Roserio (estrema periferia nord).

#4 Asservimento semaforico

È stato annunciato diverse volte dal Comune ma al momento non sembra essere stato introdotto. Riesce difficile capire perché sia cosi complicato quando in altre città (praticamente tutte le città tedesche) sia presente da decenni. La velocità media dei trama a Milano è di circa 13Km/h, a Berlino si stima che sia intorno a 25km/h.

Leggi anche: Obiettivo ZERO incidenti in 20 proposte

#5 Piste ciclabili

A

Milano non sembra esistere un piano organico di piste ciclabili. Queste infatti sono presenti a tratti, in modo non organizzato. Spesso sono incomplete e terminano improvvisamente, talvolta su marciapiedi, creando rischi anche per i pedoni.

Non sono ben disegnate per cui spesso in corrispondenza di incroci è necessario aspettare anche 2 cicli semaforici per poter attraversare (ad esempio Piazzale Dateo). E’ inevitabile che praticamente nessun ciclista aspetti “due verdi”.

Una buona rete di piste ciclabili non è troppo diversa nel disegno da una rete metropolitana. Occorrerebbe formalizzare una rete di piste ciclabili in sede protetta che tenga conto sia delle esigenze dei ciclisti che dei pedoni da realizzare a tendere nei prossimi 5 anni

paradosso del traffico

#6 Car sharing – auto elettriche – auto a guida autonoma

credits: @evai_car_sharing su IG

Leggiamo frequentemente che nel futuro la mobilità dovrebbe essere garantita da auto condivise, non inquinanti e perfino a guida autonoma. Sono prospettive interessanti che fanno sperare in soluzioni efficaci ai problemi del traffico e dell’inquinamento.

Quello che forse non ci domandiamo è se le nostre città offrano le condizioni adeguate per quel tipo di mobilità. Le auto elettriche devono essere ricaricate ed apposite colonnine dovranno essere predisposte. È evidente che il parcheggio selvaggio poco si addice a quel tipo di macchine.

Le auto a guida autonoma offrono un servizio più efficace se si muovono in gruppi di sole auto a guida autonoma (i cosiddetti “platoons” o plotoni). Già il richiamo ad una parola del linguaggio militare lascia intravedere che il nostro modo disordinato di guidare non sarà più idoneo.

# Conclusione: serve una regia unica

Le sfide per migliorare la situazione del traffico a Milano sono importanti. Senza dubbio sono necessari importanti investimenti ma è anche necessaria una regia di questi interventi in modo che le risorse necessarie siano utilizzate in modo efficace. L’esempio dell’integrazione tra ferrovie e metropolitane è evidente di come un’unica regia per questi interventi possa permettere soluzioni più economiche, efficienti ed efficaci.

Continua la lettura con: AREA C: anche se PAGHI rischi di pagare di più

LUCA SVALUTO

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Frank Sinatra, quando “The Voice” ha stregato Milano

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Sinatra

Tenne concerti nella nostra città in quattro occasioni, tra l’inizio degli anni sessanta e gli anni novanta, compreso quello che ha inaugurato il Palatrussardi, un evento trasmesso in diretta nazionale.

Frank Sinatra, quando “The Voice” ha stregato Milano

# La prima volta a Milano al Teatro Manzoni

Di Photograph by Capitol Records. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=92807232 – Frank Sinatra

Milano è sempre stata una città capace di accogliere, al meglio, gli artisti che hanno fatto la storia culturale e del costume dell’intero pianeta. Tra questi c’è Frank Sinatra, che tenne concerti nella nostra città in quattro occasioni, tra l’inizio degli anni sessanta e gli anni novanta. La prima volta che “The Voice” arrivò nel capoluogo meneghino fu il 25 maggio 1962, esibendosi al Teatro Manzoni. Il giorno dopo fu la volta del concerto al Palazzo del Ghiaccio. In quelle due occasioni era accompagnato dal sestetto capeggiato da William (Bill) Miller, pianista statunitense che collaborò con Sinatra per oltre quarant’anni. Delle 20 canzoni, proposte durante l’esibizione al Palazzo del Ghiaccio, sono stati realizzati 300 dischi, un numero limitato, che attualmente hanno un valore di circa 100 euro l’uno.

# Quando inaugurò il Palatrussardi in diretta nazionale

theultimatebootlegexperience7.blogspot.com – Sinatra al Palatrussardi

Nel 1986 il cantante americano tornò a Milano, per uno dei concerti più ricordati nel panorama italiano della musica dal vivo: Frank Sinatra, proveniente da Madrid con un il proprio jet privato, atterrò a Linate e cantò al Palatrussardi, inaugurato proprio con questo evento canoro, alla presenza di circa novemila spettatori. Soggiornò all’Hotel Principe di Savoia di Piazza della Repubblica, dove mantenne una riservatezza estrema, tanto che i giornalisti ebbero vita dura nel carpire anche solo alcune parole di commento da parte dell’artista.

Il concerto milanese degli anni ottanta fu trasmesso in diretta televisiva su Rai Uno, seguito da circa otto milioni di spettatori, con una fascia di età molto ampia, al punto che furono molti i giovani (di allora) che dopo quella diretta in Tv decisero di conoscere in modo approfondito il prezioso lavoro di Sinatra.

# Gli ultimi concerti a cavallo tra gli anni ’80 e ’90

Sinatra

Che tornò per la terza volta a Milano nel 1989, in uno straordinario concerto, sempre al Palatrussardi, che vide la presenza anche dei due miti della musica di tutti tempi, come Liza Minnelli e Sammy Davis Jr. L’evento fu organizzato ad aprile e venne tarsmesso in televisione su Rai Due: il primo ad esibirsi fu Sammy Davis Jr, che diede prova delle proprie qualità anche proponendo la musica degli anni ottanta, cantando “Bad” di Michael Jackson e ballando con le movenze dell’artista mancato nel 2009. Dopo quaranta minuti entrò in scena Liza Minnelli, mentre Sinatra si esibì salendo sul palco dopo un ora e venti delle due ore e mezza totali di concerto. Che si chiuse con le esibizioni corali di questi mostri sacri della canzone.   

L’ultima volta che The Voice cantò a Milano fu nel 1991 quando, il 21 settembre, tenne un concerto al Forum di Assago, in compagnia dell’attore e cantante Steve Lawrence.

FABIO BUFFA 

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MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

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MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

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GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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Dove escono a Milano la sera gli universitari? (video)

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Dove escono la sera gli universitari a Miano

Ho fatto un giro tra i locali più gettonati dove gli universitari si ritrovano la sera per un drink o una birra in compagnia. Ecco come è andata.

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MARIANNA PEDRINI

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Le 7 cose più belle da fare nell’Hinterland di Milano

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La vita frenetica, i ritmi serrati e il caos di Milano rischiano di farci dimenticare quanto di bello ci sia “fuori porta”. L’hinterland milanese è pieno di tesori nascosti che aspettano di essere scoperti, ecco quindi 7 esperienze imperdibili.

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Le 7 cose più belle da fare nell’Hinterland di Milano

#1 Passeggiata con alpaca e aperitivo a Paderno Dugnano


Situata a pochi chilometri dal centro di Milano, Paderno Dugnano è la meta ideale per una fuga dalla città.
Immaginate una tranquilla passeggiata immersi nella natura, accompagnati da adorabili alpaca, non non è uno scherzo.

Questa esperienza, che si svolge nel Parco del Lago, offre un’ora di camminata con questi animali docili e amichevoli, perfetta per famiglie, coppie o semplicemente per chi desidera una pausa dal ritmo cittadino.

La passeggiata termina con un aperitivo in compagnia degli alpaca, un momento ideale per rilassarsi e gustare un cocktail accompagnato da stuzzichini. In un contesto del genere, è impossibile non lasciarsi trasportare dalla serenità che regna, mentre si osserva la bellezza della natura circostante. Questa esperienza dimostra che ci sono modi alternativi per godere di una serata fuori Milano, immergendosi nel verde e nella compagnia di animali affettuosi.

#2 Museo Storico dell’Alfa Romeo ad Arese

Per gli appassionati di auto, il Museo Storico dell’Alfa Romeo, situato ad Arese, è una tappa imperdibile. Questo museo racconta la storia di una delle case automobilistiche più iconiche d’Italia, attraverso una collezione di veicoli che spaziano dai modelli storici a quelli più recenti.

Le esposizioni sono affascinanti e ben curate, offrendo uno spaccato della cultura automobilistica italiana e della storia dell’Alfa Romeo. Ma il museo non è solo un luogo per ammirare auto d’epoca; offre anche un’interessante panoramica sulla partecipazione dell’Alfa nelle competizioni automobilistiche. Una visita qui è un viaggio nel tempo, lontano dalla frenesia milanese, ma con un fascino tutto italiano.

#

#3 Visitare la Villa Reale di Monza

Monza, spesso associata al suo celebre autodromo, nasconde una bellezza storica inaspettata. La Villa Reale, costruita tra il 1777 e il 1780, è un capolavoro dell’architettura neoclassica. La villa non solo offre la possibilità di visitare appartamenti reali e una cappella affascinante, ma si trova anche in un parco vasto e rigoglioso, il Parco di Monza, uno dei più grandi d’Europa.

Qui, i visitatori possono passeggiare tra alberi secolari, ammirare fontane e giardini ben curati e, perché no, magari organizzare un pic-nic per godere di una giornata di relax all’aria aperta. Non dimenticate di visitare il Duomo di Monza che custodisce la famosa Corona Ferrea, un simbolo di potere e storia. Monza è a portata di mano, eppure sembra lontana dal frastuono di Milano.

#4 Galleria Campari a Sesto San Giovanni

Gli amanti del design, della comunicazione e dello spritz non possono perdere la Galleria Campari a Sesto San Giovanni. Questo museo interattivo celebra la storia del famoso brand attraverso arte e design. Situato all’interno di una storica fabbrica di Campari, il museo offre un’esperienza coinvolgente con opere d’arte, manifesti storici e installazioni multimediali.

La visita alla Galleria Campari non è solo un viaggio nella storia di un marchio, è anche un’occasione per riflettere sull’importanza della comunicazione e dell’estetica nel branding. Gli amanti della cultura troveranno qui un angolo di Milano che racconta una storia diversa, un’invito a scoprire il legame tra storia, arte e impresa.

#5 Paintball a Cisliano

Per chi cerca avventura e adrenalina, il Paintball a Cisliano è la scelta perfetta. Questo è il campo da paintball più grande d’Italia e offre un’esperienza immersiva e adrenalinica. Con sei scenari di gioco a tema, tra cui Vietnam e The Walking Dead, Paintball promette emozioni forti e sfide strategiche per ogni partecipante.

Non è solo un gioco, ma un’opportunità per unire amici e famigliari in un’esperienza divertente e competitiva. Qui, il divertimento è assicurato e la sensazione di libertà è palpabile mentre ci si muove tra gli ostacoli, avvolti in un’atmosfera di pura adrenalina.

#6 Europark Idroscalo a Segrate

Situato nelle vicinanze di Milano, l’Europark Idroscalo è un luna park permanente che offre attrazioni per tutte le età. Inaugurato nel 1965, il parco è il luogo ideale per una giornata di divertimento in famiglia o con amici. Tra giostre, giochi e spettacoli, c’è qualcosa per ogni gusto.

L’Idroscalo, il lago artificiale adiacente, offre la possibilità di fare pic-nic, passeggiate e attività acquatiche. Qui, i milanesi possono staccare dalla vita cittadina e vivere un’esperienza di svago in un contesto naturale. È un’opportunità per riunire famiglia e amici e godere di un giorno di divertimento senza doversi allontanare troppo dalla città.

#7 Castello di Peschiera Borromeo

Infine, il Castello di Peschiera Borromeo è una gemma nascosta che racconta una storia affascinante. Questo castello, risalente al XV secolo, è immerso in un contesto storico e culturale che affascina chiunque lo visiti. I giardini circostanti sono ideali per una passeggiata romantica o una semplice esplorazione in famiglia.

La storia del castello e dei suoi abitanti si intreccia con quella di Milano, rendendo questa visita non solo un’esperienza turistica, ma anche un tuffo nel passato. Scoprire il castello è un modo per esplorare le radici storiche di Milano e della sua provincia, mostrando come la bellezza non si fermi ai confini della città.

Continua la lettura con: L’andamento lento dell’inflazione a Milano: tra le meno colpite in Italia. Eppure è seconda per caro vita

MATTEO RESPINTI

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I migliori consigli per chi viene a vivere a Milano

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Milano non è una città facile e non è per tutti, ma con i giusti consigli si può viverla al meglio delle proprie possibilità. Ecco cosa bisogna sapere secondo il parere di chi ci abita.

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I migliori consigli per chi viene a vivere a Milano

#1 Informarsi e sfruttare le mille occasioni che la città offre

Credits Andrea Cherchi – Installazione Fuorisalone 2024

Pur in un contesto difficile a livello italiano, Milano è ancora in grado di offrire molte opportunità, dal punto di vista lavorativo, sociale e culturale. Bisogna saperle ricercare, insistere se necessario non dandosi per vinti alla prima battuta d’arresto, ed essere disciplinati e organizzati per non finire sopraffatti.

#2 Avere voglia di darsi da fare

Credits openpolis -Offerte di lavoro

Questo è un aspetto da cui non si può prescindere: se si viene a Milano bisogna darsi da fare. Niente è regalato, dai rapporti personali alla carriera lavorativa, ma se ci si impegna a fondo e si è disposti al sacrificio è molto probabile che si riceva altrettanto in cambio.

#3 Abituarsi al suo ritmo, ma non farsi spersonalizzare

Credits: allafinediunviaggio.com
andare di fretta Milano

Questo consiglio segue il precedente: è importante adeguarsi al ritmo veloce della città, per tenerne il passo, ma senza farsi spersonalizzare, senza perdere la propria identità che deve essere invece preservata e valorizzata per donare il meglio di se stessi a Milano e ai milanesi.

#4 Non correre per ogni cosa per godersi le bellezze della città

Ph. danielemik (pixabay)

Non correre per qualsiasi cosa, se si perde la metro quella successiva passa dopo pochi minuti. Non lasciarsi travolgere dalla fretta tipica e dalle abitudini dei non milanesi che diffondono un’immagine non autentica, non sempre occorra andare di fretta. Ci si può anche sedere in un panchina al Parco Sempione ad ammirare il sole tramontare nel laghetto con l’Arco della Pace sullo sfondo.

#5 Dare tempo alla città e ai cittadini di scoprirsi

I milanesi non hanno il calore dei romani o dei napoletani, lo stesso si può dire della città, ma basta aspettare un po’ di tempo perchè emerga il cuore di chi vive a Milano. Occorre sempre una fase di studio per chi arriva da fuori, ma se si ha volontà, educazione e rispetto il milanese ha uno spirito di accoglienza come pochi altri in Italia.

#6 Fare la tessera annuale dell’ ATM

Credits: milanopost.info – Abbonamento ATM

Per non dovere impazzire nel cercare un parcheggio è meglio scegliere il trasporto pubblico, da poco con cinque linee metropolitane, per spostarsi soprattutto durante i giorni feriali. L’abbonamento annuale dell’ATM è quindi d’obbligo per risparmiare, se ci muove tutti i giorni, e per non dover districarsi tra biglietti ricaricabili, carte di credito e qr code.

#7 Non andare ad abitare nei quartieri sulla bocca di tutti

Credits duende_san IG – Nolo

NoLo, Isola, Navigli, sono solo alcuni dei quartieri più cool, più gettonati per andare a vivere e quindi è meglio evitarli scegliendo zone meno inflazionate, e soprattutto non prese d’assalto dai turisti. 

#8 Scoprire i suoi angoli nascosti

Giovanni Fanelli – Edificio cortile rosso

Milano è una città che ama farsi scoprire, poche cose sono sfacciatamente esibite. Il consiglio è quindi di camminare a piedi e addentrarsi nei palazzi per guardare oltre i cancelli degli stabili, dove si celano cortili e giardini incredibilio verso l’alto per cogliere dettagli insoliti e curiosi di piazze, edifici e sculture di cui nemmeno le guide turistiche più complete sanno della loro esistenza.

#9 Vivere Milano e godere di tutto ciò che lo circonda

Morimondo. Credits: im_lost_in_vacation (INSTG)

Milano non è solo lavoro e soprattutto è anche il suo hinterland: ci sono splendide località oltre i confini comunali. Ci sono due dei “borghi più belli d’Italia”, ci sono le ville di delizia lungo i Navigli, ci sono castelli da scoprire. E se non bastasse a un’ora di treno o di auto ci sono meraviglie naturali come il Lago di Como e le montagne e un’infinità di villaggi storici da visitare.

#10 Guadagnare molto bene

Credits: medicinaonline.com

A Milano si può mangiare una pizza a soli 5 euro, o pranzare con 10 euro, ma se si vuole vivere appieno tutte le occasioni di socialità ed esperienze che offre, oltre che vivere in un appartamento dignitoso e ben collegato, bisogna mettersi nell’ordine delle idee che si devono avere delle entrate di un certo livello.

Continua la lettura con: Le 10 parole più strane usate dai ragazzini milanesi

MILANO CITTA’ STATO

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La sfida di Seul contro la solitudine dei suoi cittadini: che cosa si potrebbe fare anche a Milano?

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Credits Andrea Cherchi - Persona sola a Milano

Un fenomeno che colpisce anche Milano e che si è acuito negli ultimi decenni. Ecco come ha deciso di intervenire la capitale sudcoreana e in che modo potrebbe prendere spunto Palazzo Marino.

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La sfida di Seul contro la solitudine dei suoi cittadini: che cosa si potrebbe fare anche a Milano?

# Un investimento di 327 milioni di dollari nei prossimi cinque anni

Credits Jamesgraphy-pixabay – Seul

La solitudine, con tutte le conseguenze del caso quali depressione, suicidio o morte senza nessuno ad accompagnare verso l’ultimo viaggio, è una delle condizioni in cui si trovano a vivere decine di migliaia di cittadini sudcoreani. Le persone decedute da sole in casa sono salite dalle 2.412 del 2017 alle 3.661 del 2023, gli “hikikomori”, giovani che scelgono di vivere da reclusi, erano 244.000 nel 2022. Per questo motivo la capitale Seul ha deciso investire 327 milioni di dollari nei prossimi cinque anni a supporto di anziani e giovani con l’obiettivo di “creare una città in cui nessuno sia solo”.

# Queste le iniziative previste

seul
Seul

Il piano si articola in diversi interventi e prevede:

  • una rete di psicologi disponibile 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con una piattaforma online per fornire consulenze e un servizio di visite personali distribuite sul territorio;
  • un “sistema” per identificare i residenti isolati che hanno bisogno di aiuto;
  • creazione di spazi verdi e attività sociali come il giardinaggio, sport e i club del libro per riconnettere le persone isolate;
  • piani alimentari nutrizionali per persone di mezza età e anziani, coinvolti in questo caso soprattutto gli uomini.

Una sfida enorme che tutte le grandi città del mondo sono chiamati a raccogliere, Milano compresa.

# Cosa si potrebbe fare anche a Milano?

Credits Andrea Cherchi – Persona sola

A Milano circa il 57% della famiglie è single e la depressione, in molti casi conseguenza della solitudine, registra un tasso annuo di crescita del 6%. A questo si aggiunge l’invecchiamento della popolazione: oltre l’8,4% è over 80​​ e sola, condizione che può portare altri problemi di salute quali ansia, malattie cardiovascolari e demenza senile. Cosa potrebbe fare il Comune di Milano per arginare il problema della solitudine? Ecco alcune iniziative che si potrebbe implementare:

  • sportelli di ascolto e supporto comunitario in ogni quartiere dove i cittadini possano ricevere supporto psicologico e consigli su come connettersi con attività sociali locali, mettendo a rete l’impegno di realtà come MilanoAltruista, un’associazione che facilita, attraverso i suoi volontari, visite e aiuti a domicilio;
  • un programma di iniziative di volontariato che abbini persone sole con cittadini disponibili a offrire compagnia per passeggiate, eventi o attività culturali;
  • orti e spazi comunitari nei quartieri trasformando spazi inutilizzati in orti e giardini condivisi, dove i residenti possano socializzare, partecipare a workshop e contribuire a un progetto collettivo;
  • centri di quartiere per eventi e incontri tematici che offrano attività culturali come cineforum e laboratori creativi, promuovendo incontri su interessi condivisi, partendo magari dal programma “Custodi Sociali” attivo da alcuni anni in città;
  • voucher culturali e sportivi per corsi sportivi, spettacoli e attività culturali, con priorità per persone in situazioni di isolamento, favorendo momenti di svago e nuove connessioni.
  • attività di partecipazione attiva a decisioni di interesse comune: si potrebbe ripristinare qualcosa di simile all’antico Senato, luoghi in cui i rappresentanti più anziani possano mettere a disposizione la loro esperienza per decisioni di interesse comune
  • creazione di Fondazione della Terza Età: si potrebbe dare la possibilità alle persone anziane di destinare una parte dei loro risparmi in quote di una Fondazione che selezioni e finanzi progetti no profit. In questo modo gli anziani potrebbero partecipare alla selezione e sentirsi più gratificati per il contributo alla società. 

Continua la lettura con: 10 situazioni assurde che capitano solo a Milano (e che ti possono fare uscire di testa)

FABIO MARCOMIN

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Un’ora in meno di Esselunga: cambiano gli orari di apertura

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Credits pietro verzi -Esselunga Solari

In tutti i punti vendita si accorcia l’orario. Con una sola eccezione.

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Un’ora in meno di Esselunga: cambiano gli orari di apertura

# I negozi di Esselunga riducono gli orari

Credits pietro verzi -Esselunga Solari

Cambio di orario in vista per alcuni dei negozi Esselunga a Milano. Da lunedì 4 novembre 2024 ci sono dieci punti vendita in città, oltre a quello di San Donato Milanese, che accorciano di un’ora gli orari in cui sono aperti e nello specifico quelli di: 

  • via Adriano
  • via Losanna
  • via Novara
  • viale Piave
  • via Rubattino
  • via Lorenteggio
  • via Ripamonti
  • via Solari
  • via Pellegrino Rossi
  • via Cena

Questi i nuovi orari: dal lunedì al sabato 7:30 – 21:00 invece che alle 22:00, la domenica rimane invariata 8:00 – 20:00.

# Tutti i negozi allineati, solo il punto vendita dentro il Merlata Bloom resta aperto fino alle 22

Ezio Cairoli – Esselunga al Merlata Bloom

I motivi di questa decisione non vengono specificati ma pare sia anche per la sicurezza dei suoi dipendenti, e forse per la durata eccessiva dei turni come denunciato da diverse sigle sindacali. In questo modo vengono riallineati gli orari di tutti i negozi, gli altri chiudono già alle 21:00, con un ritorno al passato, dato che anni fa tutti chiudevano a quell’orario. L’unico che fa eccezione è quello all’interno del Merlata Bloom di Cascina Merlata, che segue la chiusura degli altri negozi del lifestyle center prevista alle 22:00.

Continua la lettura con: I record di Esselunga: il primo supermercato d’Italia, il più grande d’Europa, il punto vendita più a sud

FABIO MARCOMIN

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I treni della metropolitana di Milano vanno nella direzione sbagliata?

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Credits chlotravelstheworld IG - M3 Milano

Il mistero dei treni “invertiti” della metro di Milano. Ecco quale potrebbe essere il motivo.

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I treni della metropolitana di Milano vanno nella direzione sbagliata?

# Perché i treni viaggiano a sinistra 

Credits zetduivel IG – Frecciarossa alla stazione di Brescia

In Italia, così come in gran parte dell’Europa, come Francia, Belgio, Svizzera, Portogallo, Svezia, Gran Bretagna, Irlanda o Slovenia, i treni viaggiano a sinistra. L’origine del senso di marcia dei treni risale all’invenzione della ferrovia stessa, avvenuta in Inghilterra nella prima metà del 1800 e dove fu adottato il senso di marcia dei mezzi di trasporto usati in strada.

Molti Paesi europei, la prima linea in Italia fu la Napoli-Portici nel 1839, adottarono anche per le loro ferrovie la circolazione a sinistra, nonostante carri e carrozze sulle strade tenessero la destra, anche perché tutta la tecnologia ferroviaria veniva inizialmente importata dal Regno Unito.

Secondo altre ipotesi i treni viaggiano a sinistra perché nelle prime locomotive a vapore la seduta dei macchinisti era a sinistra: in questo modo non rischiavano di essere colpiti dalla pala dei fuochisti mentre spalavano il carbone verso la caldaia della locomotiva.

Ma prima della ferrovia come si circolava?

# Tutta colpa di Napoleone

Napoleone in Duomo

Tornando indietro nel tempo, la maggior parte dei viaggiatori nei tempi antichi e moderni camminava per lunghi tragitti a piedi con la propria spada a penzoloni. Essendo in prevalenza destrimani, questa era posizionata sul lato sinistro del corpo. Per abitudine e convenzione, viaggiare sulla sinistra diventò la normalità anche in seguito per chi si muoveva a cavallo, poi con le carrozze e infine per i primi treni delle miniere inglesi da cui nacque la ferrovia.

A dare la svolta definitiva sembra sia stato però Napoleone. Pare infatti che dopo la Rivoluzione francese e la Presa della Bastiglia i nobili abituati a viaggiare sulla sinistra rispetto ai “campagnoli”, che viaggiavano sulla destra, erano terrorizzati dalle possibili ritorsioni e smisero di procedere sul lato sinistro. L’imperatore francese con le sue conquiste ed espansioni territoriali ripristinò questo senso di marcia e riuscì ad imporlo in altre parti dell’Europa, tra cui anche l’Italia.

Diversi Stati europei tra cui Germania, Austria, Lussemburgo, Polonia e Spagna scelsero di mantenere la guida a destra, mentre gli Stati Uniti portarono la guida a destra anche sui treni per eliminare questo tipo di legame con l’ex Impero Britannico.

# I treni della metropolitana di Milano vanno nella direzione sbagliata?

Credits: moovit

Quindi anche in Italia i treni viaggiano a sinistra. Questo è dunque il mistero: a Milano i treni della metropolitana tengono la destra. A sinistra si muovono ad esempio i convogli della metropolitana di Roma, Madrid, Berlino e altre città europee, mentre sulla metropolitana milanese viaggiano verso destra. Arrivati sulla banchina il treno a Milano lo aspettiamo arrivare da sinistra, mentre nelle altre città dobbiamo guardare verso destra. Ma quale può essere il motivo?

# La motivazione: seguire il Codice della Strada non quello delle ferrovie

La motivazione di questa mossa bizzarra pare risalire ai tempi della costruzione delle prime linee. Al momento del progetto della M1 e, in seguito, della M2 si decise di seguire il Codice della Strada, che prevede la guida a destra, invece che il senso di marcia delle ferrovie come nella metropolitana della capitale. Una scelta dunque di “autonomia” di Milano da Roma. Almeno per la metro. 

# Il cambio di direzione apparente nelle fermate a isola

Quali BIGLIETTI si possono prendere per la METROPOLITANA di Milano?
Credits romag73 IG – Missori M3

In seguito c’è stato un cambio di direzione: in alcune stazioni della M2, come sul ramo in superficie verso nord o quella di Famagosta a sud, in alcune stazioni della M3, ad esempio nelle stazioni con banchina nelle gallerie a binario singolo come Missori e Duomo.

Stazione Garibaldi M5

La stessa impostazione è proseguita con le altre due linee M4 e M5 dove verso le stazioni ad isola i treni arrivano di norma dalla destra, mentre nelle altre arrivano solitamente dalla sinistra.

Quindi la metro a Milano va verso destra ma, a volte, la posizione della banchina può fare credere il contrario. In generale su quelle a isola e quelle con i binari sovrapposti si può vedere arrivare il treno da destra invece che da sinistra. 

Continua la lettura con: I nuovi TRENI stilosi e super SILENZIOSI in arrivo per M1, M2 e M3

FABIO MARCOMIN

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L’evoluzione del tram a Milano: dal Gamb de Legn al TramLink

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credits: blog.urbanfile.org

Era il 2 novembre 1893 quando a Milano venne inaugurato il servizio tranviario elettrico che modificò la storia del trasporto pubblico. Ma cosa ha preceduto la sua istituzione? E come si modificò con l’avvento delle nuove tecnologie?

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L’evoluzione del tram a Milano: dal Gamb de Legn al TramLink

# L’omnibus, il trasporto urbano “per tutti”

credits: milanoneisecoli.blogspot.com

Con la costituzione della Società Anonima degli Omnibus nel 1861, si creò un sistema di trasporto pubblico. Nel 1862, i nuovi omnibus verdi a 8 posti, liberi sul fondo stradale e trainati da una coppia di cavalli, iniziarono ad attraversare piazza del Duomo. 

# Le prime ippovie ferrate, simbolo della modernità

credits: storiadimilano.it

L’aumento del traffico privato ispirò l’inaugurazione, nel 1876, della prima linea tranviaria a trazione animale per collegare Milano a Monza.
Fu poi in occasione dell’Esposizione industriale Nazionale del 1881 che si inaugurarono le prime tranvie urbane a cavalli, con capolinea in Duomo. 

# Il Gamb de Legn a vapore e il primo tram a trazione elettrica

credits: milanoneisecoli.blogspot.com

Dopo vari esperimenti, nel 1890 vennero realizzati i “Gamb de legn”, carrozze che percorrevano le linee interurbane grazie a piccole locomotive a vapore. Il vero cambiamento, però, avvenne il 2 novembre 1893: la società Edison, con un progetto per elettrificare la rete tranviaria urbana, sperimentò una linea di 3 km da piazza del Duomo all’Arco della Pace. I i tram a trazione elettrica inizialmente erano piccoli, bidirezionali e di colore rosso e nero. Nel 1900 sono stati resi unidirezionali, di colore nero-giallo-bianco e, con il rimorchio, la loro capacità aumentò.

Il completamento di questo progetto segnò la fine di un’epoca: il 5 dicembre 1901 terminò la corsa dei tram a cavalli.

# Impieghi insoliti della rete tranviaria: il trasporto funebre e le “foche barbise” per il lavaggio strade

credits: milanoneisecoli.blogspot.com

Nel 1895 l’uso dei tram venne esteso anche al trasporto delle salme, predisponendo particolari vetture, più lunghe e con sedili in velluto.

In più, in sostituzione ai carri-botte trainati dai cavalli, nel 1905 si sperimentò la pulizia delle strade con tram adeguatamente modificati e soprannominati “foche barbise” per i getti d’acqua che ricordavano i baffi di un tricheco.

# Il tram “tipo Monza”: il trasporto urbano su due piani in stile inglese

credits: blog.urbanfile.org

Tra il 1900 e il 1919 apparvero sulle strade milanesi dieci elettromotrici a due piani, chiamate Tram Edison, che percorrevano la tratta Milano-Monza. Queste vetture vennero però successivamente “decapitate” del loro secondo piano, riducendo la loro capacità, e furono soppresse nel 1966, dopo l’eliminazione del collegamento tra Milano e Monza.

# La municipalizzazione del trasporto urbano: arriva ATM

credits: @milanotrasporti

Nel 1917 il servizio tranviario venne municipalizzato: i tram, i rimorchi, i binari e i dipendenti furono trasferiti al Comune di Milano per il tramite di ATM che rimodernò la rete tranviaria. Così, tra il 1924 ed il 1928, vennero create le vetture della serie 600, successivamente distrutte dai bombardamenti e sostituite dalla serie 700, di cui esistono ancora oggi dei modelli.

# Il Ventotto, il tram milanese per eccellenza

credits: @giovannigenzini

Dopo la riforma tranviaria, nel 1928 venne realizzata la serie 1500 a carrelli, ispirata al progetto americano di Witt. Con 500 modelli, il Ventotto rivoluzionò il parco tranviario milanese, che era ancora legato alle piccole vetture a due assi. Anche il colore fu caratteristico per Milano: dopo i primi modelli gialli-crema e poi verdi, dagli anni Sessanta assunsero la classica livrea arancione.

Ad oggi, i Ventotto in circolazione sono 125 e conservano la loro immagine originale, combinandola con aspetti tecnologicamente innovativi.

# Un mezzo di trasporto giudicato obsoleto: la sfida dei Jumbotram

credits: @blog.urbanfile.org

Dopo il veloce ripristino della rete tranviaria milanese distrutta dai bombardamenti, il tram iniziò ad essere considerato un mezzo obsoleto e poco flessibile. Così si propose la sua eliminazione dalle aree centrali e la cancellazione delle tratte interurbane a favore della creazione di una rete metropolitana.

Nel 1971 si cercò di rimodernare il parco vetture con l’introduzione del Jumbotram, ma gli sforzi furono quasi del tutto vani.

# Gli anni 2000 e le prime metrotranvie

credits: @igpdecaux

Nonostante l’ulteriore riduzione della rete tranviaria causata dal rafforzamento delle linee metropolitane, la nuova giunta si è concentrata sulla realizzazione di nuove linee metrotranviarie dirette in periferia, inserendo nel parco vetture i tram serie 7000-7550, conosciuti come Eurotram, Sirio e Sirietto.

# Cosa aspettarsi per il futuro? Il Tramlink

credits: blog.urbanfile.org

Siamo molto orgogliosi che una città cosmopolita come Milano, fortemente impegnata nella mobilità verde e sostenibile, abbia scelto il nostro tram innovativo”. Queste sono state le parole di Parra, CEO di Stadler, dopo che ATM, lo scorso settembre, ha sottoscritto un contratto di 6 anni con l’azienda svizzera.

A Milano, quindi, saranno consegnati 80 Tramlink, lunghi 25 metri e formati da 3 carrozze in acciaio inossidabile. Più silenziosi e scorrevoli nelle curve strette, con il loro pianale ribassato garantiranno un rapido flusso dei passeggeri e una maggiore accessibilità alle persone con mobilità ridotta. Inoltre, implementano anche la sicurezza di passeggeri, conducenti e pedoni: i Tramlink sono dotati di un dispositivo anticollisione, di telecamere interne che eliminano i punti ciechi e di una cabina di guida dal design ergonomico che aumenta la visibilità del conducente.

# Non solo mezzo di trasporto: ATMosfera, TramArt e MusicTram

credits: bcdtravel.com

Una delle esperienze più curiose che si possono provare a Milano è ATMosfera offre la possibilità di degustare una cena gourmet viaggiando per la città a bordo di due storici Ventotto restaurati in stile retrò.

Un altro progetto che valorizza Milano è TramArt: con i suoi tour tematici alla scoperta delle bellezze della città offre una nuova esperienza sensoriale a bordo di un tram storico.

Tra le esperienze itineranti, è particolare il servizio offerto da Music Tram: la possibilità di organizzare feste personalizzate su un tram storico, con musica live e spettacoli danzanti, offre tanto divertimento agli invitati.

I tram sono importanti anche per la comunicazione esterna dei brand che ricercano un contatto diretto con il pubblico: con le loro decorazioni e i loro colori, questi modelli donano anche vivacità alla città.

Continua la lettura con: PARTYamo in Tram

ALESSIA LONATI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La rivoluzione della mobilità: le 10 novità attese a Milano nei prossimi anni

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Trasporti futuro

I cambiamenti attesi nel prossimo futuro. Aggiornati con le ultime novità.

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La rivoluzione della mobilità: le 10 novità attese a Milano nei prossimi anni

#1 Metro e Metrotranvie: fuori Milano si arriverà a Seregno e Limbiate

M1 e tranvia Limbiate

Arrivate le risorse extra per il prolungamento della M1 fino a Baggio, stessa situazione per la metrotranvia Milano-Limbiate. Attese più lunghe per il nuovo bando per l’estensione della M1 fino a Monza Bettola, oltre a circa 20 milioni di euro mancanti.

Metrotranvia Interquartiere Nord

Entro il 2026 si prevede l’inaugurazione della metrotranvia da Milano a SeregnoIn costruzione anche tre delle 5 tratti mancanti della metrotranvia nord, con conclusione dei cantieri per il 2026, mentre le altre due sono in progettazione.

Leggi anche: Arrivati i fondi: TRE NUOVE FERMATE per la M1 e la FRECCIARANCIO

#2 Bus e filobus: la “preferenziale scomparsa” torna alla luce, anche sul percorso della 92

Ufficio Stampa Atm – Deposito bus Electric

Prosegue invece la sostituzione dei vecchi bus più inquinanti con quelli full electric. Entro la fine del 2024 saranno 280, per il 2026 completato il 50% dell’acquisto dell’intera flotta. L’obiettivo è sostituirli tutti entro il 2030

Credits milanotoday – Percorso preferenziale stuparich lotto zavattari

Finanziati con 12,5 del PNRR i lavori per la realizzazione della tanto attesa corsia preferenziale per filobus tra Piazza Zavattari e Piazza Stuparich. Dai 6 milioni di euro iniziali la spesa è salita a 23,4 milioni di euro. Verrà smantellato il tratto di strada di circa 1km oggetto dell’intervento, rifatte le piazze, costruite piste ciclabili e rifatta la rete elettrica e dei semafori. I lavori sono già partiti e hanno una durata prevista di 3 anni.

Stanziate anche le risorse per completare la preferenziale della circolare filoviaria 92, in totale 11,5 milioni di euro da Fondi strutturali europei FESR e FSE. L’obiettivo è partire con i lavori nel 2025.

Leggi anche: Via libera ai nuovi MAXI CANTIERI di MILANO: METRO M1, METROTRANVIE e “PREFERENZIALE FANTASMA”

#3 Nuove regole di circolazione in centro e Area B con stop auto private nel “Quadrilatero della Moda” allargato

Credits cheautocompro.it IG – Area C

Nel 2025 Area C dovrebbe essere estesa anche al fine settimana, esclusi i residenti che il sabato e la domenica continueranno ad accedere.

Per i veicoli il prossimo divieto per Area C entra in vigore da ottobre 2027, per Euro 4 benzina e Euro 6 diesel A-B-C acquistate prima del 31.12.2018, nel 2029 gli altri Euro 6 e nel 2030 i benzina Euro 5. I divieti di Area B invece prevedono lo stop di Euro 3 benzina e dei veicoli diesel Euro 6 A-B-C acquistati dopo il 31.12.2018 nel 2025, quelli acquistati prima di tale entro tale data nel 2028 e infine gli altri Euro 6 nel 2030. Al momento nessuno limite per i benzina Euro 5.

Leggi anche: CENTRO CHIUSO a Milano dal 2024: questa l’AREA VIETATA alle AUTO. “Ma poi l’allargheremo”

#4 Riqualificazione dell’asse Piazzale Loreto-Corso Buenos Aires

Loc Piazzale Loreto vista aerea

Slittano ancora i cantieri di LOC per far diventare Piazzale Loreto un’agorà verde, e, vista la durata prevista di due anni, potrebbero non essere conclusi entro le Olimpiadi Invernali 2026. L’attuale vuoto urbano che caratterizza Piazzale Loreto, un congestionato snodo di traffico, verrà trasformato da Nhood Italy in un polo di aggregazione restituito alla comunità. 

Comune di Milano – Rendering seconda fase lavori

Completata invece la prima fase del progetto di riqualificazione di Corso Buenos Aires con la realizzazione di pista ciclabile protetta. La seconda fase, che dovrebbe terminare alla fine del 2024, prevede l‘allargamento dei marciapiedi e la posa di piante in vaso.

Leggi anche: Piazzale LORETO si TRASFORMA: i RENDERING di come diventerà

#5 Estensione della rete ciclabile: 23 nuovi chilometri di percorsi protetti

Si attende la pubblicazione del biciplan che ha l’obiettivo di mettere in sicurezza i ciclisti con la sistemazione di percorsi ciclabili esistenti e la creazione di nuovi. Sono già previsti inoltre un totale di 23 chilometri di nuove piste ciclabili protette, in piccola parte terminati da poco, entro il 30 giugno 2026.

Leggi anche: Il BICIPLAN METROPOLITANO: il progetto di 750km di ciclabili tra Milano e hinterland

#6 Monopattini in sharing anche nell’hinterland, previste 100 aree pubbliche di sosta 

Monopattini – Credits: InsideEVs

Sono stati selezionati tramite bando gli operatori dei monopattini in sharing, Bolt Support Services IT, Voi Technology Italia e emTransit, con il servizio esteso anche all’hinterland senza aumentare il numero dei mezzi disponibili. Nella stessa chiamata selezionati anche gli operatori del bike sharing Bolt Support Services IT, emTransit, Lime Technology, Ridemovi e Vento Mobility. Previste nei prossimi anni, a carico delle società vincitrici, la realizzazione di 100 aree pubbliche di sosta dedicate e aperte all’utilizzo di tutti. 

#7 1.000 taxi in più: pubblicato primo bando da 450 licenze

Credits Andrea Cherchi – Taxi Milano

Per aumentare la disponibilità di taxi in città, l’obiettivo è arrivare a 1.000 in più con un aumento del 20% sul totale. Il Comune di Milano ha pubblicato il 14 marzo 2024 un  un primo bando per 450 nuove licenze a titolo oneroso a cui dovrebbe seguire lo sblocco di un altro fermo nel 2019. Il resto arriva dall’introduzione delle doppie guide.

#8 Piano di incremento di colonnine elettriche di A2A con 4.000 nuovi punti ricarica

Colonnina A2A

A2A, la la multiutility dell’energia, ha annunciato il piano di incremento delle colonnine per la ricarica di auto elettriche. Oggi sono 450. Sono previste 285 stazioni “City Plug”, che  erogano energia in bassa potenza e consentono di alimentare 14 punti con un unico contatore, per un totale di 4.000 nuovi punti ricarica nei prossimi due anni.

#9 La rivoluzione dei parcheggi

Credits tatsu_11_ IG – Parcheggi Milano

Nel perimetro di Area C oggi si può lasciare l’auto parcheggiata in strada al massimo per due ore consecutive dalle 8 alle 19 tutti i giorni della settimana, mentre fuori dal centro dove era prevista la fascia oraria a pagamento fino alle 13 è stata estesa fino alle 19 in tutti i giorni feriali. Entro la fine del 2024 è atteso in consiglio comunale il piano urbano per i parcheggi con l’obiettivo di aumentare l’offerta di posti auto nelle zone, già individuate.

Leggi anche: AREA C, AREA B, PARCHEGGI: le novità in arrivo con l’AUTUNNO

#10 Nuove zone 30

Credits doanme-pixabay – Limite 30 km orari

Nell’ottica di una riduzione della velocità in gran parte della città è in fase di studio un piano per realizzare nuove zone 30 in particolare nei pressi degli istituti scolastici, da affiancare agli interventi in corso di realizzazione e programmati di aree pedonali e interventi di urbanistica tattica.

Continua la lettura con: Semaforo ROSSO a Milano anche per le DUE RUOTE: blocco per le MOTO inquinanti in AREA B e C

FABIO MARCOMIN

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Come si sente un milanese quando esce dalla Stazione Termini

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Milanese alla Stazione Termini

Così Roma torna al top.

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Continua con: Come ci sentiamo quando prendiamo tre verdi di fila sulla circonvalla

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Ho già preso la M6 (video)

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Ho percorso in anticipo il futuro tragitto della linea rosa. La situazione è questa. 

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MARIANNA PEDRINI

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Viaggio in Valtellina 15 mesi prima delle Olimpiadi

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hikingsnaps_com IG - Bernina Express a Tirano

Febbraio 2026 è ormai dietro all’angolo della prossima incertezza e il piatto ricco delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 include un importante contributo valtellinese alla causa, con eventi ospitati tanto da Bormio quanto da Livigno. Gli impianti per le specialità previste in luogo sono in funzione, ci dice Wikipedia, però la verifica della situazione sul campo rimane ancora la base di qualsiasi giornalismo. Allora partiamo dalla città stato di venerdì pomeriggio, schivando le tangenziali intasate, e cominciamo già dalla lunga lista di gallerie del Lago di Lecco a pregustare la nostra destinazione.

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Viaggio in Valtellina 15 mesi prima delle Olimpiadi

# Bassa Valtellina: tutto è rimasto come ai tempi della nostra ultima visita

simorizzi76 IG – Bassa Valtellina

La Valtellina, ex costituente della Lega dei Grigioni che Napoleone regalò all’Italia (monumenti al generale còrso non ce ne devono essere da queste parti), costituisce una grandissima dote che la Lombardia non vuole sfruttare appieno. Turisti da altre regioni alpine non ne arrivano, pochi anche dalla parsimoniosa Liguria e dal provinciale Piemonte.  Forse ne arriverebbero un po’ di più dall’Emilia-Romagna, in assenza di alluvioni, mentre già dalle Marche in giù chi ha la fortuna di arrivare fin qui se ne innamora perdutamente e non potrebbe essere altrimenti. Se la strada di collegamento fino alla provincia di Sondrio in fondo sconta difficoltà morfologiche, l’ingresso in Bassa Valle, pur migliorato rispetto ai tempi dei semafori eterni di Morbegno, è affidata a un lento tunnel senza possibilità di sorpasso. Alla rotonda in cui si comincia a seguire la vecchia statale 38, tutto rimane come ai tempi della nostra ultima visita: nessun lavoro in corso ormai potrà più far proseguire la strada a scorrimento veloce. Arrendiamoci quindi con tutta calma ai cinquanta all’ora, alle svolte a sinistra, ai semafori, al traffico in ingresso e in uscita da Sondrio. Per fortuna ci hanno detto che la strada per arrivare in Alta Valle da Zurigo è più scorrevole.

# La freddezza olimpica della Media Valtellina

Credits nicotom IG – Sondrio

Le modeste stazioni ferroviarie dei piani industriali dei vari comuni abbarbicati sulle colline se non altro sono in fase di rinnovamento: stanno installando i cartelli nuovi, del resto la linea da anni viene interrotta per lavori durante tutto il periodo estivo. Diciamocelo, in arrivo lo slow travel ha sempre il suo perché. Superata Sondrio, tornata una buona volta in serie D con la sua squadra di calcio, il paesaggio della Media Valle comincia a essere viticolo e montuoso tra le case in pietra e le colline dipinte dall’architettura. Teglio è la capitale del pizzocchero ma le sue frazioni a valle piangono l’abbandono.

hikingsnaps_com IG – Bernina Express a Tirano

Tirano ha l’eleganza di una città di dimensioni superiori, grazie agli introiti turistici del famoso Bernina Express, il trenino rosso della letteratura popolare dei viaggi in famiglia. Sondalo merita un discorso a parte: il colpo d’occhio del villaggio sanatoriale che giganteggia sulla macchia verde della collina che domina la cittadina è una meraviglia razionalista, anche se il tema scottante rimane la sua dismissione da ospedale per i tagli alla sanità regionale. Ancora oggi in giro per la Valtellina si possono leggere striscioni scritti a mano: Non vogliamo le Olimpiadi, ridateci il Morelli.

# Bormio: lo sci alpino allo Stelvio

Credits: bormioski.eu – Bormio

La vecchia capitale dello stato medievale mantiene il suo bel logo comunale bianco e rosso già dal cartello di benvenuto, dopo gli otto chilometri ipnotici di un tunnel che nei nostri ricordi era molto meglio illuminato. La vallata in cui sorge Bormio è un incanto di foliage in questa stagione: manca il rosso, ma le varie sfumature di giallo e arancione rendono l’atmosfera magica proprio come ai tempi dei campi innevati ai lati della strada che entra in città. I lavori in corso qui riguardano solo il vialone centrale, nessun’altra miglioria in arrivo, del resto l’immagine complessiva del luogo resta piacevole, sia tra le stradine strette del centro vecchio che negli isolati a baite attorno agli impianti sciistici.

Credits: Hotel Alù - Bagni Vecchi terme QC Bormio
Credits: Hotel Alù – Bagni Vecchi terme QC Bormio

Jolly da giocare ce ne sono? Di certo i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi, strutture termali d’antan con il fascino della grande stagione turistica europea, sulle prime pendici della strada che si arrampica verso il mitico Passo dello Stelvio. E poi la ripopolazione della Val Zebrù con il gipeto, un avvoltoio indispensabile per l’ecosistema alpino, in questo paradiso del trekking lungo la strada verso Santa Caterina, altra gemma del turismo sciistico locale. Insomma, Bormio è promossa, come sempre: essere ancorati al passato può essere anche una bella cosa, quando il passato ha già portato il massimo progresso possibile.

# Livigno: lo snowboard al Mottolino

Credits nirolfix-pixabay – Livigno

L’iconica località della zona extradoganale non ha bisogno di presentazioni: che la si ricordi battuta da una tempesta di vento o al sole caldo di primavera, conserva sempre un posto di favore nel cuore di chi l’ha visitata. Le strade di accesso, sia nell’arrampicare il Foscagno di Trepalle in arrivo che nello scollinare il Forcola svizzero in uscita, sono sottoposte a continue interruzioni semaforiche per rendere i manti stradali all’altezza della situazione, i paletti per la misurazione della neve già calati a intervalli regolari ai margini della carreggiata.

kubapawlovski IG – Snowboard al Mottolino

Lo snowboard di Milano-Cortina 26 sarà al Mottolino, un impianto che luccica di recente rifacimento e con un importante cantiere a fianco che interrompe la pista ciclabile lungo l’Aqua Granda, forse l’unica presenza tangibile del fantasma delle Olimpiadi a poco più di un anno dalla kermesse. La pista di fondo è appena stata inaugurata, come ogni anno, ma sino a quando non ci sarà neve anche attorno non aprirà al pubblico e resterà terreno di allenamento per i nazionali: molti hotel sono chiusi per la bassa stagione, come a Bormio, ma per il periodo dello sci quasi tutte le stanze sono già piene.

A Livigno non si paga nemmeno la tassa comunale (1,50€ a Bormio): questa Valtellina si scopre ogni giorno più performante, anche con pochi investimenti. Eppure, per il periodo delle Olimpiadi gli alberghi tentennano ancora a prendere le prenotazioni: con l’imponente parata di forze dell’ordine che è stata annunciata, non è chiaro se un turista in quei giorni potrà avere accesso alle piste o dovrà accontentarsi di vedere proiettate le gare su ogni maxi schermo in città, davanti a un piatto di pizzoccheri artigianali fumante.

Noi in ogni caso per la Valtellina ci saremo sempre.

Continua la lettura con: Tre rifugi con cucina lombarda e una vista spettacolare…a un’ora da Milano

LORENZO ZUCCHI

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Come ci sentiamo quando prendiamo tre verdi di fila sulla circonvalla

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Un’esperienza spaziale. 

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Continua con: Quando passa il Milano-Mortara di TrenordQuando esci dalla metro a Duomo

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Il terminal di Lampugnano verrà chiuso e trasferito?

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gildabor IG - Terminal Lampugnano

Una brutta cartolina per chi arriva a Milano dall’estero: dove fermano le linee di bus internazionali negli anni ha continuato a peggiorare a livello di degrado e sicurezza. Da tempo se ne chiede una sua riqualificazione, ma se venisse chiuso e trasferito?

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Il terminal di Lampugnano verrà chiuso e trasferito?

# Una stazione di bus da terzo mondo

Lampugnano
Lampugnano

Una terra di nessuno. Il terminal bus di Lampugnano, dove è presente anche l’omonima fermata della M1 e il parcheggio di interscambio, è la stazione di arrivo e partenza per chi si muove da e verso all’estero in pullman, una delle porte di accesso dei turisti stranieri a Milano insieme alla Stazione Centrale e quella di Porta Garibaldi. Una pessima cartolina per la città a causa di una struttura da terzo mondo, sporcizia, degrado e gravi problemi di sicurezza. Nell’area del parcheggio si sono registrati tre furti e 110 tra tentati furti e danneggiamenti tra il 2022 e il 2024, come ha spiegato il consigliere Pd Rosario Pantaleo in una commissione a Palazzo Marino. 

# Verrà chiuso e trasferito altrove?

Lampugnano
Lampugnano

La zona è videocontrollata da due persone, attive però solo al mattino, non armate e che fanno servizio solo di osservazione. Essendo un’area di proprietà del Comune di Milano data in concessione ad un’associazione temporanea d’imprese, il consigliere Pantaleo suggerisce come soluzione quella di chiudere terminal e parcheggio alla scadenza prevista a dicembre 2026. Queste le parole riportate da Il Giorno: «Se noi riteniamo che quell’Hub sia un Hub pericoloso per la cittadinanza, nulla ci vieta che a metà dicembre del 2026, quando scade il contratto, lo si chiuda e si decida di fare su quell’area qualche cosa di diverso». L’idea sarebbe quella di trasferire l’attività altrove per ingrandirsi e migliorare il servizio, migliorando sicurezza e riducendo il degrado del quartiere.  

Leggi anche: MAQUILLAGE di GRAMSCI e LAMPUGNANO: le immagini in anteprima

# Solo Yom Design Studio ha immaginato il rinnovo della stazione e dell’area antistante

Suggestione Stazione Lampugnano Yom Design Studio

A parte un murale omaggio a Milano su sfondo rosa, realizzato da Alessandro Bandinu, con alcuni dei suoi simboli più importanti quali lo Stadio di San Siro, lo skyline e il Duomo, non è stato fatto altro per il Terminal di Lampugnano. Nemmeno sono mai stati predisposti progetti per la sua riqualificazione. Negli ultimi anni solo Yom Design Studio ha provato ad immaginare come trasformare un luogo di transito in un grande hub infrastrutturale e una sorta di piazza pubblica dove incontrarsi e socializzare. Si ipotizzava una sala d’attesa con le indicazioni dei bus in arrivo e partenza e il contestuale rinnovo dell’edificio del terminal e un’area esterna caratterizzata da panchine, alberi, aiuole, stalli per biciclette e uno nuovo disegni dei flussi della mobilità. 

Il tutto è rimasto però un esercizio di stile, una suggestione e nulla più.

Leggi anche: CRISTO si è fermato a LAMPUGNANO: il progetto per rilanciare il peggiore BUS-TERMINAL d’Europa

Continua la lettura con: «Orio sembra il Terminal Bus di Lampugnano»: la Cenerentola degli aeroporti milanesi diventerà un principe azzurro?

FABIO MARCOMIN

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Atm taglia le corse, Trenord le fermate: è la fine del mito dei mezzi pubblici lombardi?

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Credits anermix IG - Ritardi Trenord

I motivi sono diversi, ma soluzione scelta è la stessa. Gli unici ad essere colpiti, come sempre, sono gli utenti del trasporto pubblico. 

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Atm taglia le corse, Trenord le fermate: è la fine del mito dei mezzi pubblici lombardi?

# Il taglio delle corse di Atm è in corso da un anno

Tabelloni orari mezzi di superficie

Se si viaggia in metropolitana tutto fila abbastanza liscio e ora che la rete ha le sue cinque linee al completo il servizio è ancora più capillare. I guai iniziano quando si è obbligati a salire su un mezzo di superficie: non si sa quando e se passerà. A partire dal novembre del 2023 ATM ha infatti progressivamente ridotto la frequenza di bus e tram, con tagli che oggi colpiscono a Milano 90 linee su 130, per rendere meno amara l’attesa degli utenti alle fermate che vedevano transitare i mezzi spesso in ritardo: ora ne passano di meno, ma sono puntuali, una magra consolazione. Il motivo principale di questa scelta è dettato principalmente dalla carenza di autisti, che fuggono da Milano per l’alto costo della vita, oltre che dalla carenza di risorse. Recente la notizia dell’affidamento del servizio di una linea urbana a una società privata, mai successo prima. La situazione dovrebbe migliorare nella prima parte del 2025, ma al momento c’è poco da stare allegri.

Leggi anche: L’austerity alla milanese: tagliate altre linee di bus

# Trenord sta per tagliare le stazioni servite

Credits anermix IG – Ritardi Trenord

Se Atene piange, Sparta non ride: il servizio ferroviario regionale non vive il suo periodo più roseo. In un vertice di confronto tra Rfi, Trenord, Ferrovie Nord e Regione Lombardia, come riportato da Repubblica, sono state individuate alcune soluzioni da introdurre con il nuovo orario invernale e che dovrebbero andare a regime entro giugno 2025, per limitare i disagi degli utenti del trasporto ferroviario causati da ritardi e soppressioni a raffica dei convogli. Tra i motivi dei problemi del servizio è stato anche il sovraffollamento dei treni sui binari, per questo tra gli interventi previsti ci sono: modifiche di percorsi, cambiamenti ai capolinea, riduzione di corse nelle fasce orarie non di punta e potenziamento dei collegamenti diretti a scapito delle fermate con minore flusso di passeggeri, quindi un taglio anche delle stazioni servite. 

I cambiamenti sono previsti soprattutto sulla tratta ferroviaria di Tirano, ma anche la Milano-Mortara e altri tragitti dovrebbe essere coinvolti.

# Tagliare le corse e le fermate: una soluzione o un aggravamento del problema?

trenord_discoverytrain IG

Un segnale del declino del trasporto pubblico lombardo? La soluzione adottata dalle due aziende è simile, nonostante le motivazioni siano differenti, e ad essere colpiti sono sempre solo i cittadini e gli utilizzatori a vario titolo di treni, tram e bus. Milano da tempo chiede più risorse per coprire le spese sempre maggiori per garantire un servizio efficiente, ma un taglio così consistente delle corse non rischia di produrre l’effetto contrario, con Regione Lombardia “costretta” a ridurre ancora di più i finanziamenti erogati non sussistendone più la necessità? Lo stesso potrebbe accadere da parte del Governo Italiano nei confronti della stessa regione. La speranza è che il taglio delle corse sia solo passeggero e che non si prefiguri invece come punto di partenza per peggiorare ulteriormente il servizio.

Continua la lettura con: La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

FABIO MARCOMIN

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Nightmare Tour: 7 luoghi di Milano dove non girare la notte

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Credits: quartieritranquilli.kit

Ci sono parti di Milano dove il coprifuoco esiste quasi da sempre.

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Nightmare Tour: 7 luoghi di Milano dove non girare la notte

#1 Ponte Lambro, l’ex-quartiere ghetto conosciuto fino agli anni ’90 come il supermarket della droga

Credits: Urbanfile

Nella periferia sud-est di Milano, caratterizzata da due immensi gruppi di palazzi di cemento, due galere bianche che si fronteggiano, era il simbolo del degrado della Milano anni Novanta soprannominato “il supermarket della droga”. Negli ultimi anni c’è stato qualche miglioramento, ma l’ex-quartiere ghetto è ancora troppo isolato e senza negozi, rimane ancora un non-luogo nel quale meglio non addentrarsi con il buio.

Stratagemmi per non scendere in strada a Ponte Lambro. Foto Luca Sironi (credit: urbanfile.org)

#2 A Rogoredo: con l’ambo boschetto della droga e stazione dei treni 

Credits: vita.it

Anche se si sta cercando di bonificarlo, il boschetto di Rogoredo resta una delle aree di spaccio di droga più grandi d’Europa. Non solo: anche l’area attorno alla stazione dei treni è ancora mal frequentata. Un lieve miglioramento si è avuto con il ripristino del presidio della polizia di stato, ma tra accattoni e disperati in cerca di una dose non è certo piacevole e sicuro camminare nei paraggi quando si fa sera.

#3 Dintorni di Piazzale Ferrara in Corvetto: teatro di risse e accoltellamenti 

Albero di Natale bruciato in Piazzale Ferrara

Piazzale Ferrara al Corvetto è teatro frequente di accoltellamenti, risse, talvolta omicidi e sui cui affaccia un blocco di case popolari che si allunga su Via Comacchio, noto alle cronache per essere stato per anni quasi completamente occupato in modo abusivo. Il mercato comunale spesso imbrattato, l’albero di Natale della piazza dato alle fiamme. Ora è in atto un tentativo di riqualificazione, prima con l’urbanistica tattica e in futuro con una sistemazione definitiva, ma l’alta concentrazione di extracomunitari nordafricani senza lavoro e persone di etnia rom ne fanno ancora una zona con diffusa criminalità.

 

#4 La “Stretta Bagnera”, tristemente famosa per il primo serial killer italiano

Via Bagnera è la via più stretta di Milano tristemente famosa per essere stata teatro del primo seriale killer italiano, un tale Anotnio Boggia, il quale uccise 4 persone e le nascose in una cantina. Nonostante sia in pieno centro storico, nei pressi di Via Torino, di notte è meglio rimanerne alla larga.

Leggi anche: La Stretta Bagnera: la via più stretta di Milano nasconde un tragico passato

#5 Via Gola, la via di spaccio e rapine vicina al centro città

Credit: ilfoglio.it

Uno cammina serenamente nei Navigli, una delle aree più pettinate di Milano, ma se sbaglia e gira l’angolo errato, si ritrova di colpo nel Bronx dei Guerrieri della Notte. E’ la triste fama di via Gola che assieme ad altre due vie compone un quartiere di case popolari dove un terzo degli appartamenti è occupato abusivamente, a pochi passi del Naviglio Pavese. Qui spaccio di droga, scippi e rapine sono all’ordine del giorno. Smarrirsi mentre si cammina la sera sui Navigli potrebbe rivelarsi fatale.

 

#6 Piazza Prealpi: un tempo centrale di smercio di cocaina e eroina, oggi stretta tra degrado e microcriminalità

Credits: vice.com – Quartiere popolare nei pressi di Piazza Prealpi

Tra gli anni ’70 e ’90 piazza Prealpi era una delle “centrali” di smercio di cocaina e eroina di Milano, con a capo alcune famiglie legate alla ‘ndrangheta. Oggi la situazione è migliorata ma il degrado della case popolari, che da anni aspettano di essere riqualificate, e la microcriminalità, presente come in quasi tutte le periferie, insieme alla mancanza nella zona di luoghi di attrazione, rendono questa piazza uno spazio off limits interessante soprattutto per la cronaca nera. 

 

#7 Quarto Oggiaro, il quartiere simbolo della malavita

Credits: quartieritranquilli.kit

Negli anni settanta e ottanta Quarto Oggiaro era il simbolo di malavita. Tutti i milanesi si tenevano alla larga da questo quartiere che finiva spesso agli onori delle cronache. Estrema periferia nord della città, storicamente si concentrava qui la criminalità organizzata, spaccio di droga e rapine, conseguente al frutto migratorio incontrollato. Da quei tempi la situazione è progressivamente migliorata: alcune vie sono più sicure come la parte centrale di Vialba, che sembra un quartiere della vecchia Milano, con i negozi sotto i portici. Comunque sia, non è certo un quartiere dove passeggiare la notte sereni. 

Continua la lettura con: I 5 QUARTIERI più BELLI di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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