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La «MetroTangenziale» di Milano: collegherà 4 linee della metro

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Urbanfile - Metrotranvia interquartiere nord

Una metrotranvia tangenziale tra l’Università Bicocca e il polo ospedaliero del Niguarda. Non solo: collegherà tutte le linee metropolitane, eccetto la M4. Quando è prevista l’inaugurazione delle tratte in cantiere e della parte di tracciato in fase di progettazione?

Riproduzione grafica copertina: Urbanfile

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La «MetroTangenziale» di Milano: collegherà 4 linee della metro

# La Metrotranvia Interquartiere Nord che collegherò tutte le metropolitane

Metrotranvia Interquartiere Nord

Un’opera che promette di cambiare per sempre il modo di muoversi nel Nord di Milano. È la Metrotranvia Interquartiere Nord, già soprannominata «MetroTangenziale»: una linea lunga 14 chilometri e finanziata con 86,3 milioni di euro di fondi PNRR, che unirà in un tracciato tangenziale tutti i quartieri ben oltre la circonvallazione. Il suo punto di forza? Collegamenti strategici, pensati per alleggerire il traffico in entrata da fuori città, grazie al capolinea est a Cascina Gobba M2, proprio all’incrocio con la Tangenziale Est, la Nord e la Padana Superiore.

La nuova metrotranvia è prevista in prevalenza in sede protetta, unendo le quattro linee della metropolitana – M1, M2, M3 e M5 – passando da Precotto, Affori, Bicocca e Cascina Gobba. Ma non solo: il progetto prevede interscambi anche con le stazioni del passante e dei treni regionali – Greco Pirelli, Villapizzone e Certosa – e pure la tranvia per Seregno. Un sistema a rete che collega tutto: dall’Università Bicocca all’Ospedale Niguarda, offrendo un’alternativa concreta all’auto e ridisegnando la mobilità di un’intera fascia di città.

# La prima tratta cantierizzata: Annasagora-Adriano di 1,5 km

Urbanfile – Progetto metrotranvia Tremelloni-Adriano

In fase avanzata i prolungamento del tracciato della tranvia 7 nella tratta da via Anassagora a via Adriano, parte della futura Metrotranvia Interquartiere Nord.

Urbanfile – Progetto metrotranvia Tremelloni-Adriano

I lavori sono concentrati nell’area di Precotto in via Tremelloni in direzione di via Adriano, dove si attende il completamento della posa dei binari di raccordo con il vecchio percorso e il nuovo tratto.

Luca Prandini – Fermata via Adriano

Il raccordo, la nuova linea elettrica e la posa dei semafori sono già stati realizzati, così come è pronta da qualche anno la fermata di via Adriano.

A questa tratta se ne aggiungono altre tre finanziate tramite il PNRR, sulle cinque previste per portare a termine l’infrastruttura. Vediamo nel dettaglio. 

# Adriano-Cascina Gobba M2: 1,3 km per 3 fermate

Tratta Adriano-Cascina Gobba

I primi cantieri a partire sono stati quelli della tratta tra il Quartiere Adriano e la stazione di Cascina Gobba M2 di 1,3 chilometri con 3 fermate. Prevista anche una passerella di collegamento tra la fermata metropolitana e una ciclabile che affianca la metrotranvia, un tratto di strada che mette in collegamento la rotonda in uscita dalla tangenziale est con via San Mamete e infine la ricostruzione di una parte della rampa che da via Palmanova porta in tangenziale Est in direzione nord, abbattuta, per consentire di allargare il sottopasso di via Padova-via Rizzoli. 

# Fulvio Testi-Pronto Soccorso di Niguarda: 1,7 km per 3 fermate

Tratta Niguarda-Fulvio Testi

La seconda tratta a vedere l’avvio dei lavori è quella tra Viale Fulvio Testi e il Pronto Soccorso di Niguarda, altri 1,7 chilometri e 3 fermate. Attualmente sono in corso le attività di cantierizzazione e a seguire l’esecuzione della bonifica ordigni bellici. Nel progetto si prevede la messa a dimora di oltre 300 nuovi alberi e la sistemazione ad area verde di oltre quattro ettari di terreni.

# Piazza Bausan a Villapizzone: 1,5 km

Urbanfile – Tratta Bausan-Villapizzone

In corso da qualche mese il cantiere per la tratta Piazza Bausan-Villapizzone passando per Bovisa FS e la nuova piazza in costruzione. Il prolungamento riguarda la linea tranviaria 2 e il cui tracciato rientra nel maxi-progetto della Metrotranvia Interquartiere Nord, con fondi PNRR da oltre 31 milioni. 

Urbanfile – Cantiere Bausan-Villapizzone

Il tratto misura 1,5 km e prevede quattro fermate (Durando, Bovisa FN, Lambruschini e Villapizzone FS) oltre a una fermata capolinea tra via Donadoni e via Bovisasca, progettata per i tram bidirezionali. Si stanno riqualificando i piloni della soletta della piastra d’acceso alla stazione Bovisa e realizzando le rampe per superare la ferrovia e arrivare fino a Villapizzone. Il completamento delle opere per tutti i cantieri finanziati tramite PNRR è programmato per giugno 2026, con le tratte subito pienamente funzionali. 

# La altre due tratte in fase di progettazione

Fonte ufficio stampa Atm – Prove in linea notturne Tramlink

All’appello mancano ancora due tratte, attualmente in fase di progettazione: quella tra Niguarda e via Durando e quella tra Villapizzone e la stazione Certosa FS, che completeranno l’anello tra piazza Bausan e Villapizzone. A percorrere l’intero tracciato saranno i nuovi tram bidirezionali Tramlink di Stadler, finanziati con i fondi del PNRR.

Continua la lettura con: Il progetto di «metropolitana aerea» di Milano: le fermate

FABIO MARCOMIN

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L’avveniristica stazione AV di Firenze: la super talpa, le due maxi gallerie e i due interrogativi

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Firenze Belfiore Rendering

La nuova stazione di Firenze per i treni d’alta velocità è un progetto molto ambizioso. Ma non mancano le zone d’ombra. Andiamo a scoprire tutto sul progetto.

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L’avveniristica stazione AV di Firenze: la super talpa, le due maxi gallerie e i due interrogativi

# La super talpa e le due maxi gallerie sotto Firenze

credits reteferroviariaitaliana ig

La nuova stazione per i treni d’alta velocità Firenze Belfiore è stata progettata da Foster e da Ove Arup & e viene realizzata da Rfi, Italfer, Infrarail e Consorzio Florentia sotto il controllo dell’Osservatorio ambientale. Il progetto vedrà la realizzazione di 2 gallerie a binario singolo, collegate da bypass, lunghe circa 7 km e con diametro di 9,4 mt.

Per lo scavo del Passante Av è in funzione la talpa Iris, che ha già scavato 10.758 metri tra Campo di Marte e piazza della Libertà. Ma si tratta di un percorso molto incidentato. Non solo: ci sono anche nubi all’orizzonte. 

# Un percorso travagliato avviato nel 2019

credits reteferroviariaitaliana ig

I lavori della stazione hanno ricevuto un colpo d’arresto nel 2019. Inizialmente fu previsto di riprendere dopo l’estate 2020, ma ad ottobre risultavano ancora fermi. Il 2 dicembre 2020 fu annunciato che i lavori sarebbero ripresi a gennaio 2021. Ma con il nuovo anno ancora niente. Il 5 marzo 2021 il presidente della Toscana Giani dichiarò che i lavori sarebbero ripresi nell’aprile del 2021, come poi avvenne, anche se procedendo dapprima a rilento, mentre dall’8 giugno finalmente a pieno regime. Il 15 maggio 2023 sono partiti anche i lavori del passante ferroviario e la stazione Belfiore.

# Il Passante AV e i suoi vantaggi per la mobilità

Firenze Belfiore Rendering

Il passante AV di Firenze, una volta completato, ridurrà sensibilmente i tempi di percorrenza dei treni ad alta velocità, che attualmente devono fermarsi alla stazione di Santa Maria Novella. Un altro vantaggio è una maggiore regolarità della circolazione, grazie alla separazione tra i treni AV e quelli regionali e merci.

Questo miglioramento consentirà di potenziare il sistema ferroviario metropolitano di Firenze, aumentando il numero di treni locali e migliorando la mobilità urbana e regionale. Questi i vantaggi. Ma ci sono anche due punti interrogativi sull’opera. 

#1 Una stazione fuori dal centro per risparmiare al massimo 10 minuti

infobuild – Firenze Belfiore Rendering

Ci sono però anche dei punti interrogativi su questa nuova stazione. Sostituirà la stazione Santa Maria Novella per quasi tutti i viaggi veloci. La nuova stazione, però, si trova però fuori da tutto. Per ovviare al problema è previsto un people mover automatizzato su un percorso di 1,3 km, attestato a Santa Maria Novella al binario 1-2: la linea 2 del sistema tramviario cittadino già in esercizio e i bus urbani per arrivare in città.

Si tratta però sempre di un passaggio in più e si perde così il grande punto di forza di Santa Maria Novella, ovvero la sua posizione strategica in centro. Il vantaggio sembra irrisorio: si risparmierebbero al massimo 10 minuti con l’Alta Velocità. Si stima infatti un’attesa dei treni che dovrebbe scendere da 14 a 6 minuti rispetto allo situazione attuale.

#2 Rischio caos per la linea tranviaria cittadina

Linea 2 tram Firenze

L’altro problema è la congestione del traffico passeggeri sulla linea tranviaria 2. Malgrado la velocità del servizio grazie all’asservimento semaforico, il tram non sembra in grado di sopportare un trasbordo di centinaia di passeggeri a ogni arrivo o partenza di treno. A questo va aggiunto il fatto che i people mover si rivelano spesso inaffidabili, vedi i casi di Pisa e Bologna.

La linea 2 attraversa il popoloso quartiere di Nòvoli che raggiunge poli istituzionali (palazzo di Giustizia, uffici della Regione), campus universitario e soprattutto l’aeroporto. Il rischio è che la rete cittadina vada in tilt. 

Quale potrebbe essere allora la soluzione? L’esperto di infrastrutture urbane, Marco Figura, ha proposto che sarebbe opportuno che il traffico passeggeri ferroviario della linea Alta Velocità non si sovrapponesse al traffico urbano.

credits reteferroviariaitaliana ig

Continua la lettura con: Un passante ad alta velocità per Milano: le due ipotesi di percorso

ANDREA PARRINO

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La stella, la scacchiera, il cerchio e… : le quattro città in Italia dalla forma più eccentrica

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Locorotondo - ph. @barifenomenale IG

L’Italia è una terra piena di bellezze e ciò viene rispecchiato anche nelle sue città. Oltre alle strade e ai monumenti, però, ci sono segreti che possono essere scoperti solo osservando dall’alto.

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La stella, la scacchiera, il cerchio e… : le quattro città in Italia dalla forma più eccentrica

# La stella di Palmanova, modello di difesa militare

Credits: @incrediblehistory

Tra le città con la pianta più singolare c’è Palmanova. Comune di circa 5000 abitanti, in provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia. Fondata nel 1593 dai Veneziani, il progetto iniziale prevedeva già la sua pianta poligonale a stella a 9 punte. L’idea era quella di renderla un presidio fortificato per proteggersi dalle invasioni provenienti dal Mediterraneo. Infatti, la scelta della forma non si deve solo per rigore geometrico.

Le cinta murarie dovevano presentare un perimetro spezzato per consentire un uso efficace dei cannoni, in modo che i baluardi proteggessero gli spigoli delle mura. Dopo diversi secoli, le necessità militari lasciarono spazio a una figura d’arte unica nel suo genere. Inoltre, la città dispone di tre cerchia difensive e un tessuto urbano disposto su assi radiali. Tra i luoghi da visitare assolutamente, Palmanova può offrire il Museo della Grande Guerra e il Teatro Gustavo da Modena. Entrambi sono esempi della cultura fortemente radicata nel luogo, sia storica che artistica.

# L’esagono di Grammichele, trionfo della razionalità geometrica

Credits: @viajandoparaitalia

Spostandoci a sud, possiamo visitare un altro modello di urbanistica originale. In provincia di Catania, in Sicilia, troviamo il comune di Grammichele. In questo caso, la storia inizia nel 1693, quando un forte terremoto distrusse molti centri dell’epoca nella zona catanese. Dopo alcuni mesi, dalla volontà del principe Carlo Maria Carafa Branciforte e dalla maestria dell’architetto Michele da Ferla nacque proprio Grammichele costruito in gran parte dagli abitanti di un paese distrutto: Occhiolà. Il progetto, sorto su quelle macerie, diede alla città la sua peculiare forma esagonale, definita un raro esempio di architettura razionale insieme a Palmanova. Infatti, il perimetro della città richiama la forma di un esagono e la stessa forma è ripresa anche dalla piazza principale, intitolata al suo fondatore, che secondo alcune fonti è la più grande d’Europa con questa forma.

Le vie si articolano intrecciandosi tra loro e creano un effetto che trasmette una sensazione ancora più geometrica e perfetta. Visitando Grammichele, inoltre, si può ammirare la Chiesa Madre di San Michele Arcangelo e Santa Caterina, proprio nella piazza principale, e il Parco Archeologico in cui sono conservati alcuni resti della città che fu distrutta dal terremoto a fine ‘600.

# La scacchiera di Belpasso con le vie rette e traverse

Credits: comune.belpasso.ct.it

Ad aggiungersi alla lista, ritroviamo un’altra città siciliana, sempre in provincia di Catania. Il comune di Belpasso, infatti, presenta una suggestiva pianta a scacchiera che fu pensata sin dalla fondazione della città nel 1694. Il progetto fu opera dell’architetto Michele Cazzetta, il quale disegnò isolati simmetrici di forma quadrata. Questa forma particolare ha fatto in modo che le vie non adottassero nomi specifici, come succede per altre città italiane. Esse sono semplicemente definite “rette” per quelle orizzontali e “traverse” per quelle verticali, accompagnate da numeri romani. Per questo motivo, il comune si è guadagnato il soprannome di “scacchiera dell’Etna”.

Si tratta anche del comune più grande tra quelli citati, ospitando circa 28.000 abitanti. Nonostante presenti luoghi d’interesse storico, come la Chiesa di Santa Maria Immacolata, la sua importanza può essere riscontrata anche in costruzioni più moderne. Una di queste è il centro commerciale di Etnapolis, uno dei più grandi del suo genere in Italia e progettato dal grande architetto e designer Massimiliano Fuksas. Un altro esempio era il parco zoologico “La Pergola”, che fu successivamente ampliato con l’attuale “Etnaland”. Ad oggi, l’area zoologica è stata completamente chiusa ed Etnaland è diventato il parco divertimenti più grande del Sud Italia.

# Il cerchio di Locorotondo, con la case rotonde

Credits: e-borghi.com

Per chiudere, un comune dalla forma perfetta, come si suol dire, in provincia di Bari. La città di Locorotondo deve il nome proprio alla forma del suo centro storico, dove le abitazioni formano un cerchio. Arroccato sopra una collina, è considerato uno dei borghi più belli di Italia. Ospita numerose chiese, nate tra il VII e l’VIII secolo, ed è circondato da pittoresche campagne che producono anche uva per un ottimo vino. La sua posizione è l’ideale anche per un soggiorno, in quanto permette di raggiungere e visitare città come Brindisi e Bari in poco tempo. Una perla di urbanistica e tradizioni che diventa una meta obbligatoria per qualsiasi viaggio in Puglia.

Continua la lettura con: Il LABIRINTO più GRANDE del mondo si trova in ITALIA

MATTEO GUARDABASSI (Ultimo aggiornamento: 13 aprile 2025)

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La nuova «arena rock» di Milano: sarà la più grande d’Italia

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credits urbanfile ig

Forse l’opera più appariscente delle Olimpiadi. Milano avrà una nuova arena. Non una qualunque: sarà la più grande d’Italia.

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La nuova «arena rock» di Milano: sarà la più grande d’Italia

# L’arena al coperto più grande d’Italia

credits beppesala ig

Si avvicina la data di inaugurazione per la nuova arena di Milano. Sarà l’arena al coperto più grande d’Italia con 16mila posti. Sarà pronta per le Olimpiadi Invernali, ormai imminenti: l’inaugurazione sarà il 6 febbraio 2026. Il suo nome ufficiale è “PalaItalia”, anche se viene chiamata anche “Arena Milano Santa Giulia”, dal nome del quartiere in cui sorge. La prima pietra è stata posata nel novembre del 2023 e, dopo aver completato la struttura principale, il cantiere è ora concentrato sul montaggio delle coperture. L‘arena sta venendo eretta su tre anelli, per ricordare l’antico anfiteatro che sorgeva nella Milano romana. Dopo le Olimpiadi ospiterà eventi sportivi e musicali. Per questo sta venendo anche soprannominata «arena rock». Ma l’arena è anche al centro di un radicale progetto di rigenerazione urbana portato avanti da LendLease, società immobiliare tedesca e leader dell’intrattenimento dal vivo. Un progetto che sta trasformando l’intero quartiere. In particolare la piazza che la ospita. 

# L’enorme piazza aperta al pubblico con il maxi parcheggio

credits beppesala ig

Attorno all’Arena si sta costruendo una vasta piazza di 10mila metri quadrati, aperta al pubblico e accessibile dalla strada grazie ad una scalinata. Sotto ci sono poi tre livelli di parcheggio sotterranei a cui si aggiunge un garage multipiano di 9 livelli, compresi i livelli sotterranei e il tetto, per un totale di 2.750 posti auto e circa 86.200 metri quadrati di superficie esterna lorda.

Il maxiparcheggio è stato quasi completato e, a differenza del classico parcheggio, ha delle altezze differenti. Procedono poi anche i lavori per i collegamenti stradali. L’area di via Bonfaldini è stata chiusa al traffico già nel luglio scorso, e ciò è legato alla trasformazione dello svincolo automobilistico che dovrà consentire un migliore accesso all’area dell’Arena olimpica.

# I costi di tutto il progetto

credits beppesala ig

Si parla di cifre che oscillano tra i 70 e i 90 milioni. Lo ha annunciato Klaus-Peter Schulenberg, ceo di Cts Eventim, società internazionale che la sta costruendo e che gestirà l’arena, durante la conferenza stampa di aggiornamento sull’avvio dei lavori. Il sindaco Sala ha però voluto rassicurare i cittadini, dichiarando che “i conti pubblici non sono impattati” e che “stiamo vedendo, tra noi e i proprietari terrieri, di vedere come aiutare a minimizzare gli extracosti”. Già, perché l’unico ostacolo che sembra esserci tra i lavori e l’inaugurazione sono proprio loro: i famigerati extracosti. 

Continua la lettura con: Il NUOVO PALASPORT di Milano: avanza il cantiere dell’ “ANFITEATRO VOLANTE” dello sport italiano

ANDREA PARRINO

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I sette paesi «più sottovalutati dell’hinterland» secondo i milanesi: perché visitarli

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Trattoria dei cacciatori (San Bovio) - ph. @trattoria_dei_cacciatori_ IG

L’hinterland milanese è ricco di piccole località che, pur non essendo particolarmente famose, offrono angoli di tranquillità, storia e natura spesso ignorati dai milanesi stessi. Abbiamo chiesto ai milanesi quali fossero le località più sottovalutate dell’hinterland. Dai risultati emergono queste sette regine nascoste.

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I sette paesi «più sottovalutati dell’hinterland» secondo i milanesi: perché visitarli

#1 San Bovio, atmosfere rurali a due passi da Milano

San Bovio – Ph. @corradonelvastellio IG

San Bovio è una frazione di Peschiera Borromeo: una zona tranquilla e immersa nel verde del Parco Agricolo Sud Milano. Nonostante la vicinanza con l’aeroporto di Linate, qui si respira un’aria rurale, grazie alle cascine storiche e agli spazi verdi che caratterizzano l’area. San Bovio offre una fuga dalla frenesia della città e un’occasione per riscoprire un ritmo di vita più lento, circondati dalla natura.

#2 Garbagnate Milanese, in mezzo a boschi, brughiere e prati

Garbagnate Milanese si distingue per il Parco delle Groane: una vasta area naturale protetta che si estende per chilometri, ideale per escursioni a piedi o in bicicletta. Il parco offre paesaggi suggestivi, caratterizzati da boschi, brughiere e prati che contrastano con l’urbanizzazione circostante. Garbagnate è anche sede dell’Ospedale Salvini, uno dei principali centri sanitari della zona, che contribuisce al benessere della comunità locale.

#3 Carpiano, dove il tempo si è fermato al Medio Evo

Carpiano è un piccolo borgo nella campagna a sud di Milano. Dove il tempo sembra essersi fermato: il paesaggio rurale e le strade tranquille offrono una vera e propria oasi di pace. Il Castello di Carpiano, una dimora storica risalente al Medioevo, domina il paese, anche se non è aperto al pubblico per visite. Carpiano è il luogo ideale per chi cerca una pausa rigenerante in un contesto rurale e autentico.

#4 Cassina Nuova, un’oasi di pace

Cassina Nuova, frazione di Bollate, è una tranquilla zona residenziale circondata da spazi verdi. Il vicino Parco della Balossa, un’area naturale lungo il torrente Seveso, è una delle principali attrazioni per chi ama la natura. Pur non essendo una meta turistica rinomata, Cassina Nuova offre un ambiente familiare e tranquillo, perfetto per chi desidera sfuggire alla frenesia cittadina senza allontanarsi troppo da Milano.

#5 Cusano Milanino, il quartiere giardino

Cusano Milanino è celebre per il suo Quartiere Giardino, un esempio unico di urbanistica risalente agli inizi del Novecento. Questo progetto mirava a creare un equilibrio tra abitazioni e natura, con villette immerse nel verde e strade alberate. Passeggiare per Cusano Milanino significa immergersi in un’atmosfera calma e piacevole, lontana dal caos urbano, ma sempre vicina alla metropoli.

#6 Bresso, in volo sopra il Parco Nord

Bresso, ai confini di Milano, è una città che offre molto ai suoi abitanti e ai visitatori, soprattutto grazie alla vicinanza con il Parco Nord: il grande polmone verde di Milano, uno dei più estesi della Lombardia che offre una vasta gamma di attività all’aperto, tra cui percorsi per correre, camminare o andare in bicicletta. L’aeroporto di Bresso, utilizzato principalmente per voli turistici e scuola di volo, aggiunge un elemento di curiosità e fascino a questa zona, rendendola unica nel suo genere.

#7 Rozzano, oltre la fama sinistra c’è molto di più

Tra le più sottovalutate non può certo mancare questa piccola città purtroppo al centro di una fama da “Guerrieri della Notte”, spesso esagerata. Rozzano è invece una cittadina in continua evoluzione. Oltre a essere la sede dell’ospedale Humanitas, un centro d’eccellenza per la sanità, Rozzano offre anche numerosi spazi verdi. Il Parco 2 Giugno è uno dei principali luoghi di svago per i residenti, con ampi spazi per passeggiate e attività all’aperto. Rozzano sta vivendo un’importante fase di riqualificazione urbana, che mira a migliorare la qualità della vita e rendere la città più attrattiva.

Leggi anche: Le 10 attrazioni di Rozzangeles

Continua la lettura con: Il paese dell’hinterland di Milano meglio servito dai mezzi pubblici

MATTEO RESPINTI (Ultimo aggiornamento: 13 aprile 2025)

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La foto del giorno: dove siamo?

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La foto del giorno: oggi siamo al Vicolo dei Lavandai

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L’Europa si arma contro la Russia? La reazione dell’italiano trasferito nel Canton Ticino

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Nell’unico Paese che guadagna da tutte le guerre.
 

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Area B a pagamento per tutti? Dai 250 ai 500 milioni ogni anno per rendere migliore la vita dei milanesi

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Un’idea che renderebbe Milano più vicina alle città che adottano una congestion charge, come Londra o New York: far pagare tutti, invece che rendere la città inaccessibile a chi non può permettersi un’automobile nuova. Ma come potrebbe funzionare, quanto potrebbe essere il pedaggio e come si potrebbero impiegare queste risorse per migliorare la vita dei cittadini?

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Area B a pagamento per tutti? Dai 250 ai 500 milioni ogni anno per rendere migliore la vita dei milanesi

# Pedaggio per entrare in Area B? Attesi quasi 300 milioni all’anno

L’estensione dell’Area B

Secondo gli ultimi dati disponibili (ATM e Comune di Milano), l’Area B registra circa 650.000 ingressi al giorno. Con un pedaggio di 2 euro per ogni accesso, il Comune potrebbe incassare circa 1,3 milioni di euro al giorno, ovvero circa 330 milioni di euro l’anno (escludendo i weekend e i festivi).

Cifra che potrebbe essere ridotta considerando bonus per i residenti, per chi viaggia in carpooling o per chi guida auto elettriche: in questi casi si potrebbe immaginare un pedaggio ridotto a 1 euro. Calcolando questa scontistica, si arriverebbe comunque attorno ai 280 milioni di euro all’anno.

Leggi anche: I no di Caressa alla Milano di oggi: «L’area B è classista e dopo le 20 non si può prendere la metropolitana»

# E se si facesse pagare ogni persona? 250 milioni dall’ipotesi “veneziana”

Il “pedaggio” di ingresso a Venezia

Un’altra possibilità, più radicale, sarebbe quella di far pagare non solo i veicoli, ma ogni persona che entra a Milano. Esattamente come fa Venezia, dove è appena partita la discussa “tassa d’ingresso” di 10 euro per i turisti giornalieri.

In questo caso, si parlerebbe di una “tassa urbana”, da 2 euro a persona, da sommare alla tassa di soggiorno. Applicandola anche ai pendolari, ai turisti giornalieri, ai visitatori, insomma, a chiunque arrivi in città si aprirebbe un bacino di utenza enorme. Secondo i dati della Città Metropolitana, ogni giorno entrano a Milano circa 500.000 persone. A patto che la tassa non abbia un’impatto negativo sul numero di “accessi”, una tassa di 2 euro su ognuna di loro produrrebbe almeno altri 250 milioni di euro all’anno.

L’applicazione della tassa ai mezzi pubblici, però, risulterebbe molto complessa: o si aumenta il prezzo del biglietto ferroviario extraurbano con un “supplemento Milano”, oppure si crea un sistema di registrazione e pagamento simile a quello adottato a Venezia. Ma qui sorgono problemi pratici, etici e politici: si colpisce chi usa mezzi sostenibili, si aggiunge un ulteriore costo a chi lavora in città, e si rischia di creare tensioni tra centro e periferia. La misura potrebbe essere vista come classista o punitiva.

Comunque sia, l’ipotesi di pedaggio o di tassa di ingresso potrebbe portare ogni anno dai 250 ai 500 milioni di euro alle casse comunali. Il tema più rilevante è: che cosa farne di queste risorse addizionali? Prima di tutto bisogna però capire a chi verrebbero destinate. 

Leggi anche: Alta velocità Milano-Venezia: avanza il «Core Corridor» dalla Spagna all’Est Europa

# A chi andrebbero i soldi? Comune, Regione o Stato?

Credits: ktsfinance

Una domanda fondamentale è: chi incasserebbe questi soldi? Nel caso del pedaggio stradale, l’ente più logico è il Comune di Milano, che ha competenza diretta sull’Area B e sulla gestione del traffico urbano. Ma nel momento in cui si estende la tassa alle persone e ai trasporti regionali…

Regione Lombardia, ad esempio, potrebbe rivendicare una parte del gettito, soprattutto se i fondi vengono raccolti anche attraverso i treni regionali o i nodi di interscambio. E poi c’è lo Stato, che potrebbe ritenere la misura parte di una politica fiscale nazionale. L’esempio di Venezia, infatti, parla da sé: il gettito va al Comune, ma sotto stretta vigilanza dello Stato, e il dibattito sulla legittimità della tassa, e sul fatto che il Comune la incassi integralmente, è tutt’altro che chiuso.

Un’ipotesi interessante – e in parte riequilibrante – potrebbe essere quella di rendere la tassa urbana detraibile fiscalmente: se si considera che questi costi ricadrebbero su cittadini che si spostano per lavorare o che visitano la città, contribuendo comunque all’economia milanese, una detrazione dalle imposte nazionali sarebbe più che legittima.

Comunque sia, in base alle norme attuali, il gettito dovrebbe arrivare in primis al Comune di Milano. 

Leggi anche: Le 10 tasse più assurde in Italia: dall’ombra ai funghi, passando per i cani

# Il fattore cruciale: come destinare queste risorse

Anche in un’ottica europea, molte grandi città stanno già sperimentando forme di congestion charge o tasse d’ingresso (Londra, Stoccolma, Oslo). L’obiettivo è duplice: ridurre il traffico, l’affollamento e generare fondi per migliorare i servizi pubblici.

Ma la misura va studiata con grande attenzione. Il caso di Venezia è emblematico: la tassa ha fatto discutere, ha provocato malumori tra turisti e residenti, e il rischio di una “Milano a pagamento” potrebbe trasformarsi in un boomerang comunicativo. Inoltre, l’implementazione tecnica di un simile sistema – con telecamere, controlli, sanzioni – avrebbe costi elevati e tempi lunghi.

Così come i rischi, anche i benefici sarebbero concreti: stando bassi, parliamo di un gettito potenziale tra i 250 e i 500 milioni di euro l’anno, con i quali Milano potrebbe finanziare alloggi per studenti, manutenzioni stradali, e, in generale, i “classici aspetti carenti della Milano di oggi”, ma anche, e soprattutto, lavorare su tematiche che dovrebbero stare a cuore anche ai visitatori, come la qualità dell’aria, l’inquinamento e il mantenimento del verde urbano.

La questione fondamentale sarebbe comunicare bene la misura: non una tassa per punire, ma un contributo per migliorare la città, per chi ci vive, lavora o la visita.

Continua la lettura con: Un casinò a Milano? Dai 50 ai 100 milioni all’anno per renderla una città spettacolare05

MATTEO RESPINTI

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M6, il sogno rosa di Milano: l’ultimo aggiornamento sul tracciato più probabile

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Designer AI - M6

L’hot case della Milano dei nostri tempi. Il tracciato della futura M6. Tutti ne parlano ma ancora non esiste nulla di ufficiale. Le ipotesi sul tavolo sono diverse, con alcuni punti fermi decisi da Palazzo Marino. Aggiorniamo la situazione sul borsino dei tracciati. 

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M6, il sogno rosa di Milano: l’ultimo aggiornamento sul tracciato più probabile

# I punti fermi del Comune: chiuderà la Circle Line e farà da interscambio con tutte le altre linee

Partiamo dai punti fermi, almeno per il Comune. Sono quelli annunciati dall’Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi. La linea M6 sarà pensata per chiudere l‘anello della Circle Line e incrociare tutte le altre cinque della rete. 

Un terzo punto fermo dovrebbe essere la sezione coperta: un tracciato dall’andamento da sud-est a sud-ovest. A detta sempre della Censi, in un’intervista rilasciata alcuni mesi fa all’emittente Mia News a margine del convegno ‘Italia Direzione Nord’, lo studio di fattibilità sarebbe già stato realizzato e si attende di presentarlo al pubblico. 

# Le 6 ipotesi elaborate di percorso elaborate da Politecnico e MM per la nuova linea e per servire il sud Milano

Designer AI – M6

In base a un’intervista rilasciata nell’estate del 2024 per il periodico “Il Sud Milano” da parte di Mattia Cugini, Assessore all’Urbanistica e Mobilità del Municipio 5, la presentazione delle alternative sarebbe dovuta in realtà avvenire nell’ottobre dello scorso anno. Queste le sue parole: «La presentazione ai cittadini dei sei studi di fattibilità sui tracciati della M6 preparati da MM e Politecnico avverrà a ottobre, con l’obiettivo di far conoscere gli esiti delle valutazioni, dell’analisi di costi benefici e anche dei relativi flussi che sono stati effettuati per ciascuna delle ipotesi e capire perchè viene scelto un tracciato piuttosto che un altro». 

In base a questi punti fermi e alle ultime indiscrezioni, questi sono i tracciati possibili in ordine di probabilità.

# 5%: Prolungare la M2 da piazza Abbiategrasso e proseguire a ovest con la M6

Maps – Linea verde da piazza Abbiategrasso a Ripamonti

Nell’ambito della realizzazione della futura M6 si parla anche della M2. Questo perché nelle fasi iniziali di valutazione della nuova linea si pensava di servire principalmente il Vigentino. Pertanto tra le soluzioni immaginate c’è anche quella di coprire il percorso attraverso il quartiere in direzione est prolungando la linea verde da piazza Abbiategrasso.

Gli svantaggi:

  • un costo più elevato al chilometro, in quanto sarebbe da realizzare come metropolitana pesante;
  • mancato interscambio con tutte le altre linee anche con la copertura del tratto ovest della Circle Line mancante con la linea M6.

Probabilità: 5% (in calo)

# 15%: M6 lungo Ripamonti sbinando il ramo M1 di Bisceglie

Il Giornale – Percorso ipotizzato nuova M6

Una soluzione che sembra apprezzata dal governo e che riprende il tracciato inserito inizialmente nel dossier per la candidatura di Expo2015. Si tratterebbe di sbinare il ramo della M1 per Bisceglie, denominando così come M6 uno dei due rami attuali della M1. La M6 proseguirebbe poi verso il centro incrociando M4, M2 e Circle Line e poi lungo via Ripamonti con capolinea a Opera/Locate Triulzi. Qui dovrebbe esserci l’interscambio con la nuova stazione AV della linea Milano-Genova in fase di valutazione. 

Gli ostacoli

Probabilità: 15% (in calo)

Leggi anche: La linea M6 come la MetroSur di Madrid? Questo il percorso «alla spagnola»

# 35%: Dalla Barona a Ponte Lambro

Credits metromilano – Nuova M6

Arriviamo al tracciato che fino a qualche mese fa sembrava il più papabile. Si tratta di quello che il Comune di Milano aveva inviato al Ministero dei Trasporti per raccogliere risorse, poi stanziate, da destinare al progetto di fattibilità. Si tratta di una linea di circa 10 fermate dalla Barona (Ospedale San Paolo) a Ponte Lambro con incroci a piazza Abbiategrasso M2, Lodi T.I.B.B. M3, Zama futura stazione della Circle Line e uno stop all’Arena di Santa Giulia. Le stazioni potrebbero comunque variare in fase di progettazione. 

Probabilità: 35% (in calo)

# 45%: La variante est-ovest con prosecuzione verso nord 

Credits Urbanfile – M6 lato ovest

Si tratta dello stesso tracciato sopra ipotizzato (est-ovest) ma con la prosecuzione verso nord coprendo il lato ovest della Circle Line mancante. Un percorso in grado di intersecare le altre tre linee. Il blog Urbanfile ha provato ad immaginarne il percorso con 26 fermate e interscambi a: Lodi TIBB M3, Piazza Abbiategrasso M2, Frattini M4, Bande Nere M1, Segesta M5, QT8 M1. 

In base ai più recenti “paletti” annunciati da Palazzo Marino, questa alternativa, pur con posizioni e numero delle fermate da definire, sembrerebbe essere al momento la favorita nel processo di selezione.

Leggi anche: Le nuove linee della metro di Milano che si potrebbero creare utilizzando binari e stazioni esistenti

Continua la lettura con: L’unica metro di Milano che NON ha la sostitutiva di notte

FABIO MARCOMIN

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13 aprile. La fine della Design Week. Questi i palazzi di Milano da abbattere assieme alle installazioni

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Villaggio Olimpico di Milano - ph. @ph0t0graphyl IG

Finisce la settimana più magica e internazionale di Milano. E con la sua fine spariscono dalla città tutte le installazioni e attrazioni temporanee che hanno colorato il Fuorisalone. C’è chi sogna un Fuorisalone permanente con opere lasciate in modo definitivo, come è successo per il Dito di Cattelan. E se invece la tecnica di eliminare fosse quella più creativa? Tipo: come sarebbe Milano se assieme alle installazioni si togliessero anche i palazzi più brutti?

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13 aprile. La fine della Design Week. Questi i palazzi di Milano da abbattere assieme alle installazioni

# Villaggio Olimpico

Appena costruito, già demolito? Già. Sarebbe come un’installazione per le Olimpiadi. Terminate quelle, abbattiamo questo osceno villaggio dal sapore sovietico per costruire qualcosa che sia più degno della città del design e delle archistar. 

# Torri di Ligresti

Credits 88lorenz88 IG – Torri Ligresti

Ligresti è per molti una parola che significa oscenità urbana. Certo, il protagonista delle cronache negli anni Novanta di edifici discutibili ne ha disseminati un po’ ovunque. Tra questi le sue torri, sparse un po’ in tutta la periferia di Milano. Abbatterle potrebbe servire per lanciare un messaggio di una nuova stagione, anche estetica, per le periferie milanesi. Rese brutte da costruttori con l’attico in centro.

# Fake Velasca

Credis: Andrea Cherchi

Costruita tra il 1978 e il 1982 la Torre del Quartiere Martesana dell’IACP è un palazzo di edilizia popolare alto 61 metri. Riesce a essere perfino più brutta della Torre Velasca.

Leggi anche: La FAKE VELASCA: è il palazzo più BRUTTO di Milano?

# Palazzo della Camera del Lavoro

Credits paolomenozzi IG – Camera del lavoro Milano

Il Palazzo della Camera del Lavoro fu eretto fra il 1930 e il 1932 per fare da sede ai Sindacati Fascisti dell’Industria. Uno stile tipico del ventennio fascista. Abbatterla sarebbe l’occasione giusta per lasciarci ogni tipo di memoria di quella stagione definitivamente alle spalle. E scrollarsi molta ipocrisia. 

# Tribunale

Credits bolmarco IG – Tribunale di Milano

Stessa epoca per il Tribunale con entrata principale su corso di Porta Vittoria. La sua mole di cemento grigia e spoglia sembra fuori luogo nel contesto urbano circostante e molti milanesi vorrebbero sparisse. Soprattutto chi frequenta i suoi spazi immensi e angoscianti. Potrebbe essere un’idea per spostarlo fuori dalla città. 

# Torri bianche del Gratosoglio

Credits: ordinearchitetti.mi.it – Gratosoglio Gratosoglio, Milano

Le “torri bianche” del Gratosoglio sono 8 colossi in cemento disposti a coppie alti 56 metri che costeggiano via dei Missaglia: ospitano le case popolari del quartiere. Progettate dagli architetti dello studio BBPR, gli stessi della Torre Velasca, sono ritenute dei veri orrori, roba da Corea del Nord.

Leggi anche: I 5 QUARTIERI di Milano da ABBATTERE e RICOSTRUIRE da zero

# Torre Breda 

Credits enzobollani IG – Torre Breda

La Torre Breda, costruita tra il 1950 e il 1955, è stato il primo edificio con i suoi 116,25 metri a superare in altezza la Madoninna. Conosciuta anche come “il Grattacielo di Milano”, si trova in piazza della Repubblica all’angolo con via Vittor Pisani e viale Tunisia. Forse un tempo era un segno di avanguardia. Oggi sembra la brutta copia di un vecchio grattacielo di Chicago. 

# Palazzo Hotel Nh Collection in largo Augusto

Credits mauro_c._passeggiandopermilano IG – Hotel NH Largo Augusto

L’Hotel President Nh Collection in Largo Augusto ricordare l’Overlook Hotel, quello di Shining.

# Torre di Porta Romana 

Credits erikflatmo IG – Torre di Porta Romana

Realizzato agli inizi degli anni ’60, ospita solo appartamenti e sbuca da dietro i resti dei bastioni spagnoli rovinando il contesto che lo circonda. Solo a Berlino avrebbero potuto realizzare qualcosa di così antiestetico

Leggi anche: L’EDIFICIO più ALTO in ogni MUNICIPIO di Milano

# Palazzi della Darsena

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi – Darsena

Qui ci vorrebbe un autentico atto di coraggio. I palazzi che affacciano sulla Darsena lungo viale D’Annunzio sono una bestemmia per i modelli architettonici. Realizzati negli anni ’60/’70 è venuto il momento di demolirli: il coraggio sarebbe di non costruire nulla al loro posto ma lasciare più aria a un bacino trasformandolo da tinozza a un dignitoso lago urbano circondato da giardini e verde. 

# Torre al Parco

Credits il_dottor_divago IG – Torre al Parco

La Torre al Parco di Vico Magistretti, in via Revere 2 si affaccia sui binari ferroviari e sul Parco Sempione. Considerato una delle icone dell’architettura milanese, per molti milanesi è un edificio orrendo che non ha nulla a che fare con la meravigliose ville su cui incombe, all’inizio di via Venti Settembre. Amadeus se ne farà una ragione. 

Leggi anche: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

# Palazzo “INA”

Palazzo Ina Corso Sempione

Il “Palazzo INA”, progettato dall’architetto del Monte Stella e del vicino quartiere QT8, sorge perpendicolare a corso Sempione e si sviluppa su 19 piani, per un’altezza totale di circa 64 metri. E’ un ricordo della DDR come lo è il muro a Berlino. 

Leggi anche: Il PALAZZO della DDR di corso Sempione

# Palasharp

Credits: @gallaratese_today IG

Il Palasharp ha una storia complicata. Nato come tensostruttura temporanea nel quartiere di Lampugnano nel 1986, poco dopo il crollo del palasport di San Siro a causa di un’eccezionale nevicata, ha ospitato alcuni dei più grandi artisti musicali internazionali oltre che eventi sportivi. Da oltre dieci anni è chiuso e svanita l’ultima occasione per le Olimpiadi il suo destino pare segnato. 

Leggi anche: La RIQUALIFICAZIONE del PALASHARP si è INCAGLIATA: pure le SUORE ci hanno messo lo zampino

Continua la lettura con: 12 aprile: si inaugura la Fiera Campionaria. Con 20 morti

MILANO CITTA’ STATO

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90/91: le 7 curiosità sulla linea più leggendaria e più strana di Milano

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90, autobus, corriera, milano, circonvalalzione
Circolare 90

Uno dei mezzi simbolo di Milano: la 90/91. Il filobus che percorre la circonvallazione esterna (salvo qualche deviazione). C’è chi la considera il Far West, specie per quello che a volte accade nelle ore notturne, ma è comunque una linea che non ti abbandona mai. Queste sono sette curiosità che non tutti sanno sulla linea più leggendaria e più strana di Milano. 

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90/91: le 7 curiosità sulla linea più leggendaria e più strana di Milano

#1 L’unica linea di Milano che non ti abbandona mai

Quattro linee della metropolitana, non si capisce perché non anche la M5, hanno servizi sostitutivi di notte che ricalcano più o meno il percorso originale, così come le principali direttrici di tram e autobus. La 90/91 è l’unica che fa servizio no-stop con gli stessi mezzi, sullo stesso percorso e con le stesse fermate. Soprattutto già dalle 5 della mattina passa ogni 15 minuti: tutte le altre line notturne hanno frequenza di mezz’ora fino alle 6.

Leggi anche: tra le linee notturne c’è un’assenza importante

#2 Ha un doppio numero, ma la linea è la stessa

Nonostante abbia una doppia numerazione, la 90 e 91 sono di fatto un’unica linea, perché collegano entrambe Piazzale Lotto con Viale Isonzo. Bisogna però fare attenzione perché passano sullo stesso percorso circolare, ma in direzioni opposte: la 90 in senso orario e la 91 in senso antiorario.   

Leggi anche: 10 situazioni assurde che capitano solo a Milano

#3 La linea più lunga di Milano

E’ la linea più lunga di Milano: percorre 40 chilometri suddivisi in 65 fermate

#4 E’ la circle line alla milanese: l’unica linea che circonda la città

mezzi_atm_milano IG – Linea 90-91

Per città intendiamo tutto quello che si trova all’interno della “circonvalla” che infatti è il percorso seguito dalla 90/91, tranne che per il tratto ad est dove va oltre e prosegue parallelo ad esso fino a Città Studi. C’è anche un progetto di trasformarla in una vera e propria circle line, portandola nel sottosuolo. 

Leggi anche: circle line: la linea più desiderata dai milanesi

#5 La linea che attraversa più municipi: manca solo il #1

La 90/91 attraversa 8 dei 9 municipi della città. Ad esclusione del Municipio 1, ovvero quello che fa riferimento al centro storico, passa in tutti gli altri anche se nel Municipio 2 fa solo poche fermate.

#6 L’unica filovia insieme alla 92/93

Insieme alla 92 e 93 sono state tutte inaugurate nel 1951 e oggi sono le uniche rimaste in città. Tutte le altre messe in funzione in date precedenti o successive hanno smesso da almeno 40 anni di girare per la città.

#7 La citazione della canzone dei Club Dogo

Nel testo di “Ciao Proprio” cantata dai Club Dogo in featuring con Marracasch ad un certo punto troviamo: “sto rap fa brutto come l’ultima corsa sopra la 91“. Non attestato di stima, ma almeno una citazione.

Continua la lettura con: 5+1 cose che ho scoperto viaggiando sulla 90/91

MILANO CITTA’ STATO (Ultimo aggiornamento: 12 aprile 2025)

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Il passante è meglio della metro? Queste le tratte dove è più rapido

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Maps - Porta Garibaldi-Porta Venezia

Non ha una M davanti. Non ha un colore. Non è disegnata sulle mappe della metropolitana in modo adeguato. Eppure, collega Milano da un capo all’altro. Sottoterra, ad alta frequenza, e più velocemente della metro.

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Il passante è meglio della metro? Queste le tratte dove è più rapido

# Un’infrastruttura strategica, ma sottovalutata

Credits: wikipedia.org – Piano binari stazione del Passante di Porta Venezia

Il Passante attraversa Milano da Nord-Ovest a Sud-Est, collegando quartieri chiave come Certosa, Bovisa, Garibaldi, Repubblica, Venezia, Dateo, Vittoria, Forlanini e Rogoredo. Viaggia quasi interamente sottoterra, come una vera metropolitana, serve sei stazioni centrali tutte nel cuore della città. Inoltre nel tratto più trafficato (tra Lancetti e Porta Vittoria) passa un treno ogni 6 minuti. Nonostante questo non è pero percepito come parte integrante della rete urbana.

# Il confronto: dove il passante è più veloce della metro

Mappa passante e treni suburbani

Abbiamo messo a confronto tratte percorse dal passante con le alternative metropolitane o di superficie. Il risultato? Il passante vince quasi sempre. E spesso con margini enormi.

Maps – Porta Garibaldi-Porta Venezia

Porta Garibaldi – Porta Venezia:

  • Passante: 2 fermate, 3 minuti

  • Linea 33: 8 fermate, 19 minuti

  • M1 + M2: 9 fermate, 29 minuti

Repubblica – Lancetti:

  • Passante: 2 fermate, 16 minuti

  • Linea 10 + 92: 12 fermate, 31 minuti

Porta Venezia – Lancetti:

  • Passante: 3 fermate, 18 minuti

  • Tram 33 + 2: 13 fermate, 35 minuti

  • Linea 9 + 92: 15 fermate, 38 minuti

Dateo – Lancetti:

  • Passante: 4 fermate, 20 minuti

  • Linea 92: 17 fermate, 35 minuti

  • M1 + M3 + 61: 13 fermate, 51 minuti

Porta Vittoria – Lancetti:

  • Passante: 5 fermate, 22 minuti

  • Linea 91: 22 fermate, 42 minuti

Anche sulle tratte più lunghe il passante si dimostra competitivo:

Maps – Repubblica-Rho Fiera

Repubblica – Rho Fiera:

  • Passante: 5 fermate, 25 minuti

  • M1 + M3: 19 fermate, 37 minuti

Rogoredo – Rho Fiera:

  • Passante (S13): 10 fermate, 31–38 minuti

  • M1 + M3: 24 fermate, 41 minuti

# Un hub d’interscambio perfetto

metropolitana-milano.it – Tratto centrale passante

Tra Porta Venezia e Garibaldi, il passante permette di accedere a tutte le 5 linee della metropolitana milanese. Con l’apertura della M4, anche Dateo è diventata un punto di interscambio. Significa una cosa semplice: il passante è l’unico asse cittadino dove puoi cambiare con tutta la rete metropolitana in poche fermata. Nessun’altra linea offre questa possibilità.

# Perché allora non viene considerata una metropolitana?

Mappa Atm metro e linee S

Il motivo è culturale e comunicativo. Il passante:

  • non è gestito da ATM

  • non è integrato visivamente in modo adeguato nelle mappe metro

  • non ha tornelli e non ha una grafica coerente con le altre linee metropolitane.

Insomma: non sembra una metropolitana, anche se nei fatti lo è. Altrove, da Parigi a Londra, passando per Berlino, sembra sempre di essere nello stesso tipo di infrastruttura sia che si tratti di metropolitana che di servizi suburbano.

Continua la lettura con: La «metropolitana olimpica»: la grande prova della Circle Line a Milano

FABIO MARCOMIN

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Le tre località nei dintorni di Milano dove le case… costano di più!

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Ph. @gius.petarra IG

Gli ultimi dati dell’osservatorio del mercato immobiliare nella Città Metropolitana di Milano premiano tre comuni che si avvicinano ai prezzi di Milano. Vediamo quali sono.

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Le tre località nei dintorni di Milano dove le case… costano di più!

Agenzia delle Entrate – Macroaree provinciali Milano

Secondo gli ultimi dati dell’osservatorio del mercato immobiliare, i comuni dell’hinterland con il maggior numero di annunci sono questi otto: Sesto San Giovanni, Legnano, San Donato Milanese, Segrate, Cinisello Balsamo, Rho, Cernusco sul Naviglio, Assago. Il prezzo medio degli appartamenti in vendita nella Città Metropolitana di Milano è pari a 2.350 euro al mq, circa il 53% superiore alla quotazione media regionale. Ma quali sono quelli che hanno le case che costano di più?

#3 Cernusco sul Naviglio: 3.250 euro al mq

credits comune di cernusco sul naviglio ig

Il primo grande vantaggio: è servito dalla linea verde della metropolitana. Anche questo lo rende ormai stabile da qualche anno tra i comuni dell’hinterland con le case più costose. Cernusco supera la media dell’hinterland di quasi 1.000 euro, arrivando a 3.250 euro al mq. Nel tempo è diventato il punto di riferimento per chi cerca una vita in un “quartiere giardino” senza rinunciare alla connessione rapida con Milano, grazie agli ampi spazi verdi, alla presenza del Naviglio Grande e al centro storico elegante. Tutti fattori che insieme alla qualità architettonica delle nuove costruzioni hanno fatto lievitare i prezzi negli ultimi anni.

#2 Segrate: 3.350 euro al mq

Milano
Milano

Il paese satellite più “pettinato” sta vivendo una significativa trasformazione urbana. Progetti innovativi come Milano4You, un distretto smart e sostenibile, stanno ridefinendo il panorama residenziale della zona. La vicinanza all’Idroscalo e la presenza di ampie aree verdi lo rendono particolarmente attrattivo per chi cerca un equilibrio tra vita urbana e natura. Inoltre, la prossimità a importanti arterie di comunicazione facilita gli spostamenti verso il centro di Milano e altre aree limitrofe. In futuro è attesa anche la linea metropolitana M4, con interscambio nella stazione Porta Est, che contribuirà a far salire ulteriormente i prezzi, già oggi attestati a 3.350 euro al mq.

Leggi anche: San Felice, la prima «città satellite» di Milano

#1 Assago: 3.650 euro al mq

a.c_casa_assago IG

Assago si è ritagliata un’identità precisa: quella di un distretto urbano moderno, verticale, iperconnesso. È sede del Forum, di grandi aziende e del centro commerciale Milanofiori, ma è anche uno dei luoghi più richiesti da chi cerca casa con vista sulla città. Ha una posizione strategica: il capolinea della M2 e la Tangenziale Ovest lo rendono un hub ideale per chi vuole vivere nel comfort contemporaneo, pur restando a un passo dalla città. Lo scotto da pagare è di essere costantemente ai primi posti tra i comuni dell’hinterland dove comprare casa è più costoso: il prezzo medio è infatti pari a 3.650 euro al mq, più di alcune zone periferiche di Milano.

Leggi anche: Case: i milanesi preferiscono l’hinterland

Continua la lettura con:  Il paese con le case che costano meno (a 30 minuti da Milano)

FABIO MARCOMIN

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La M4 si allunga ad ovest: questo il tracciato per portare la blu fuori Milano 

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M4 a ovest

Sembrava essere caduto nel dimenticatoio il prolungamento della M4 nell’hinterland ovest. L’annuncio dell’8 aprile 2025 ha riacceso una fiammella di speranza. Ecco cosa è successo e dove potrebbe arrivare la metropolitana.

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La M4 si allunga ad ovest: questo il tracciato per portare la blu fuori Milano 

# Regione Lombardia finanzia lo studio di fattibilità per portare la linea fuori Milano

credits-alle-more-ig-palazzo-lombardia

8 aprile 2025. Una data importante per l’ovest milanese, che da anni attendeva notizie sul prolungamento della linea metropolitana M4, come spiega Mario Pruiti, Sindaco di Buccinasco: «Non abbiamo mai smesso di chiedere e lottare per l’arrivo della M4 a Buccinasco e ci auguriamo che questa notizia sia confermata perché, come sosteniamo da oltre dieci anni, il prolungamento della linea 4 della metropolitana è strategico per tutto il territorio del Sud ovest Milano e per il nostro Comune. Dopo i primi progetti finanziati da Buccinasco e gli altri Comuni del territorio con Milano e Regione, il Piano di Fattibilità Tecnico-Economica è un passo fondamentale per richiedere poi il finanziamento dell’opera al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».

In concreto sono stati presentati in Regione Lombardia i costi per le attività necessarie alla realizzazione del Piano di fattibilità tecnico-economica, che l’ente guidato dalla giunta Fontana ha deciso di coprire integralmente. Stiamo parlando di uno studio approfondito che ha l’obiettivo di analizzare l’accessibilità alla futura stazione, le possibilità di sosta e le ricadute trasportistiche e socio-economiche dell’intervento. 

# Le sei alternative inizialmente allo studio

Credits treno metro4milano IG – Prolungamento M4

Ma quali erano le ipotesi allo studio? In tutto erano sei. La prima, quella più conservativa, con una stazione appena oltre i confini comunali di Milano, a Buccinasco. La seconda prevedeva due fermate a Buccinasco, le altre quattro farebbero estendere la linea fino a Trezzano sul Naviglio. I sindaci avevano espresso la loro preferenza su una delle ultime quattro opzioni, con una prima fermata proprio all’interno del Comune di Buccinasco e altre tre stazioni successive con capolinea a Trezzano sul Naviglio. 

Leggi anche: Appena nata già si allunga: le 4 nuove fermate all’orizzonte della M4

# La scelta è ricaduta su un tracciato aggiuntivo di 1,5 km e una nuova fermata nel comune di Buccinasco

M4 a ovest

Alla fine la scelta è ricaduta sul percorso più breve, come già trapelato diversi mesi fa, in quanto le altre sarebbe state ritenute troppo onerose da Palazzo Marino e Regione Lombardia. Il tracciato previsto è infatti di circa 1,5 km con una sola fermata aggiuntiva, futuro nuovo capolinea della M4 nel comune di Buccinasco, con un costo stimato alcuni anni fa di circa 150 milioni di euro. Il corpo stazione e le uscite dovrebbero essere collocate in via Garibaldi al confine con Milano, nei pressi dalla Cava del Ronchetto, per servire anche il comune di Corsico. In base a quanto previsto dalle ipotesi progettuali sarebbe a circa 600 metri di distanza. La strada è ancora lunga, si tratta solo di un primo passo, ma è segnale che il progetto non è stato accantonato.

Continua la lettura con: L’unica metro di Milano che NON ha la sostitutiva di notte

FABIO MARCOMIN

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Le 7 cose che un milanese ama di Roma

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Chatgpt AI - Milanese in visita a Roma

Cosa ama un milanese di Roma? Forse quello che la rende diversa da Milano.

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Le 7 cose che un milanese ama di Roma

#1 La grande bellezza 

pexels-kelly-Roma dall’alto

È indiscutibilmente così bella da togliere il fiato. Chi ci è stato lo sa quanto sia difficile contenere tutta questa bellezza e quanto sia complicato riuscire a vederne il più possibile. Stupenda come una dea.

#2 La spontaneità

pexels-leeloothefirst- In giro per Roma

Non serve organizzare eventi, week, serate, è sufficiente stare fuori all’aria aperta il più possibile, del resto il clima mite lo consente. Si resterà coinvolti in questa indolente atmosfera caciarona e un po’ pigra, basta rilassarsi ma anche armarsi di buone scarpe da ginnastica.

#3 Gli scorci

Coppedè – VisitLazio

Roma non è solo Colosseo, Vaticano e Fontana di Trevi. Chi può, dovrebbe uscire dagli schemi e andare oltre, cosa cui il milanese, con la sua innata curiosità, non si sottrae affatto. Forse chi arriva da Milano viene più meravigliato dalle bellezze scoperte, come il quartiere Coppedè, il ghetto ebraico o il Mercato di Porta Portese.

#4 La cucina

ristorantecontroluce IG

Ricca, saporita, irresistibile. Purché lontano dai ristoranti turistici, tutti deludenti, vale la pena addentrarsi fra viuzze e stradine in Trastevere, al Testaccio, ma anche in centro nei posti giusti dove assaggiare gricia, amatriciana carbonara o carciofi alla giudia. Basta chiedere al tassista, non delude mai.

#5 Un viaggio attraverso i secoli, ma non solo

giuseppe_alessio_rm IG – Colosseo Quadrato Eur

Con una storia che abbraccia oltre 2 millenni, Roma non può che affascinare e stupire sempre. Il suo fascino va però oltre i suoi antichi monumenti perché è anche una città moderna, basta andare all’Eur e scoprire bellezze completamente diverse ma altrettanto stupefacenti.

#6 Aree verdi 

Credits xlizziexx-pixabay – Villa Borghese

Sono tantissime e tutte da visitare. Dalle ville come Villa Borghese, il cuore verde di Roma, ai parchi come quello di Villa Doria o ancora i giardini come quelli Vaticani o di Campo Marzio. Non a caso è la città più verde d’Europa con la maggior concentrazione di spazi verdi urbani.

#7 Le persone 

Boldi si finge romano in Tifosi (1999). Credits:
@romanzogiallorosso (INSTG)

I romani sono allegri, spontanei e sempre pronti alla battuta. Fateci caso, le battute romane sono lapidarie, come sentenze inappellabili cui è impossibile replicare. Se un romano ti dice “chi nasce tonno nun po’ mori’ quadro” Che gli rispondi? Impossibile.

E poi “daje”, “eccalla'”, “aho”, sono irresistibili intercalare senza cui i romani “nun ponno vive” e che a un milanese piacciono “Na cifra”.

Continua la lettura con: Le 7 cose che un romano apprezza di Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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Il nuovo mega luxury store di Louis Vuitton che celebra le case di ringhiera

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Credits Louis Vuitton - Interno Louis Vuitton

Nel cuore di Milano, tra storia e avanguardia, riapre le porte il nuovo flagship store firmato Louis Vuitton nella sua storica sede milanese dopo tre anni di restauro.

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Il nuovo mega luxury store di Louis Vuitton che celebra le case di ringhiera

# Un palazzo che racchiude la storia di Milano

Credits Louis Vuitton – Interno Louis Vuitton

Louis Vuitton riapre al numero 2 di via Montenapoleone, nei suggestivi spazi del tardo neoclassico Palazzo Taverna Radice Fossati (1835), completamente trasformato da un architetto di fama mondiale: sono 4.600 metri quadri su quattro piani di pura meraviglia.

Cuore del nuovo store è la corte di una tipica casa di ringhiera, con piante rigogliose che scendono dai suoi ballatoi, curate dal paesaggista milanese Marco Bay, dove ad ogni piano accolgono le collezioni della maison. Si tratta di un progetto che omaggia la città di Milano, reinterpretando con eleganza la tipica casa milanese con balconate verdi affacciate su un lucernario che inonda di luce gli ambienti e moltiplica lo stupore. Infatti, è a dir poco suggestivo il soffitto, trasformato in un lucernario in vetro: entrando, i raggi del sole possono inclinarsi secondo le ore, movimentando una scenografia di linee, disegni e foglie di gelsomini.

# C’è persino la miniatura del Duomo riprodotta con cura nei dettagli

Credits Louis Vuitton – Negozio Montenapoleone

Al guida del progetto c’è Peter Marino, che da tempo disegna le boutique Vuitton in giro per il mondo. Per lo spazio dalla metratura quasi raddoppiata, l’architetto francese ha scelto l’eccellenza della manodopera locale, dalla falegnameria alle pietre lavorate nei laboratori lombardi: si possono contare fino a 15 varietà minerali, tra queste il tipico Giallo di Siena usato per tradizione in Lombardia. In un solo spazio, si intrecciano epoche, stili e materiali che definiscono il patrimonio culturale e artigianale della città. Palazzo Taverna sorge all’ingresso di Via Montenapoleone, con la sua iconica facciata caratterizzata da colonne ioniche e timpani. Fu costruito nel 1835 su progetto di Ferdinando Albertolli, ma oggi ospita il negozio di Louis Vuitton di Milano, una dimora che richiama la nobiltà, simbolo dell’intero quartiere noto come Il Quadrilatero della Moda.

Ogni dettaglio dei nuovi spazi esprime i legami tra Louis Vuitton e l’Italia con un tributo a Milano, non solo nelle sue architetture tipiche ma anche nei suoi simboli, come la miniatura del Duomo riprodotta con cura, dalle guglie alle decorazioni gotiche. L’illuminazione ne valorizza la silhouette, richiamando uno dei simboli più rappresentativi della città.

# Ogni spazio richiama le storiche dimore milanesi come Necchi Campiglio e Palazzo Bagatti Valsecchi

 

 
 
 
 
 
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Al primo piano si trovano le calzature e qui il soffitto è ispirato agli androni milanesi con un disegno lineare in stucco e gesso. Da non perdere è la scala ispirata alla Villa Necchi Campiglio di Portaluppi: ogni dettaglio di questa scala rimanda all’architettura milanese, dalla struttura sospesa del gradino al semiarco che accoglie la chiave di volta, entrambi richiami alla maestosa scalinata di Palazzo Bagatti Valsecchi.

La stanza dedicata al prêt-à-porter femminile richiama Casa Corbellini-Wassermann, un’altra creazione di Portaluppi. Il salone privato, riservato agli appuntamenti, è rivestito di pannelli metallici, in tonalità che vanno dal bianco all’oro, realizzati dall’artista americana Elisabett Gudmann. Ogni ambiente e ogni spazio, dall’atrio centrale al vano scala, ospita un’ampia collezione di arte contemporanea. Tra gli artisti e maestri italiani in mostra: Mimmo Paladino, Carla Accardi, Peter Halley e Alfonso Clerici. Grande la cura è stata messa nella scelta degli arredi, che sfoggiano pezzi di Luciano Frigerio, Gio Ponti, Ico Parisi, Osvaldo Borsani e Angelo Mangiarotti.

# Il primo flagship store italiano della maison francese con ristorante, guidato dal tre stelle Michelin Da Vittorio, e un caffè

Ma la vera rivoluzione è che per la prima volta in Italia il flagship ospita anche un ristorante e un caffè in collaborazione con il ristorante Da Vittorio che è una vera eccellenza da tre stelle Michelin. Il ristorante è situato dove un tempo sorgeva il cortile centrale di Palazzo Taverna, che punta sul concetto di luxury snacking con piatti semplici e generosi. Un’esperienza sensoriale che unisce moda, design e alta cucina.

# In anteprima la collezione Casa in occasione della Design Week

Credits Louis Vuitton – Collezione casa

Ma non finisce qui: in occasione della Milano Design Week, lo store di Milano rivela in anteprima la collezione Casa di Louis Vuitton, esposta anche nello scenografico Palazzo Serbelloni, che sarà visitabile fino al 13 aprile. Al lancio questa settimana la Signature Collection, mentre la collezione Objets Nomades avrà uno spazio di vendita permanente.

Continua la lettura con: Il primo store «unbranded» d’Italia è diventato un «negozio camaleonte»

MARTA BERARDI

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I «paesi orribili vicino a Milano»: le 5 idee per rilanciare i pustass dei dintorni

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Ph. @il.barons IG

Il profilo Instagram il.barons ha dedicato 3 reel ai 30 paesi vicini a Milano considerati “orribili”, con una motivazione ironica e provocatoria. Il risultato? Oltre mezzo milione di visualizzazioni. Quali sono questi paesi e, scherzi a parte, quali idee potrebbero contribuire a un loro rilancio?

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I «paesi orribili vicino a Milano»: le 5 idee per rilanciare i pustass dei dintorni

# La lista dei “postacci” vicini a Milano

Credits: Google Maps

Quali sono i posti orribili nei dintorni di Milano? Questa la domanda che si pone il.barons su Instagram a cui dà una risposta provocatoria. Escludendo quei luoghi che, più che paesi, sono vere e proprie città, in alcuni casi anche molto belle (come Brescia e Bergamo), i “posti orribili” menzionati da il.barons, risultano questi:

Busto Arsizio, Gallarate, Sesto San Giovanni, Abbiategrasso, Cinisello Balsamo, Rho, San Giuliano Milanese, Gorgonzola, Melzo, Treviglio, Usmate Velate, Casal Pusterlengo, Nerviano, Rozzano, Magenta, Parabiago, Bresso, Legnano, Turbigo, Mortara, Opera, Pero e Cassolnovo.

I video de il.barons sono chiaramente ironici, tanto che le ragioni con cui una località viene aggiunta alla lista sono assolutamente surreali e demenziali. Nell’ironia, però, i 3 reel sollevano un tema molto interessante: tante località “intorno a Milano” sono spesso trascurate e sottovalutate dai milanesi, anche se diverse di queste, in realtà, nascondono una gran potenziale inespresso. Ecco alcune idee per rilanciare, o raccontare meglio , i “postacci” intorno a Milano.

Continua la lettura con: Le 10 piccole città più belle del Nord Italia: la classifica

#1 Rivitalizzazione del patrimonio culturale specifico

Busto Arsizio

Molti di questi paesi vantano un patrimonio storico e culturale unico, magari piccolo, ma sicuramente caratteristico. Investire nella valorizzazione di chiese, ville storichemusei locali potrebbe attrarre visitatori e stimolare un senso di identità tra i residenti. Eventi come rievocazioni storiche, festival culturali e mostre potrebbero animare le piazze e riportare l’attenzione sulla bellezza di questi luoghi.

Ecco due esempi:

  • Busto Arsizio: qui si potrebbe investire nella valorizzazione della storica Villa Marinoni, una residenza nobiliare che ha bisogno di restauro. Eventi culturali e concerti nella villa potrebbero riportare alla luce il suo fascino storico.
  • Abbiategrasso: la chiesa di Santa Maria Nuova e il Castello Visconteo potrebbero diventare fulcri di eventi culturali, come festival medievali che rievocano la storia locale.

Continua la lettura con: BUSTO ARSIZIO, l’alternativa di MILANO?

#2 Utilizzo e sviluppo di spazi verdi e attività all’aperto

Gorgonzola

Un miglioramento degli spazi verdi, o un miglior utilizzo degli spazi già esistenti, e la creazione di aree ricreative potrebbero rendere più accoglienti i comuni. Parchi attrezzati, percorsi ciclo-pedonali e aree picnic incoraggerebbero le famiglie a trascorrere tempo all’aria aperta, mentre eventi sportivi e manifestazioni nel verde potrebbero attrarre visitatori.

Ecco due esempi:

  • Sesto San Giovanni: potrebbe essere utile potenziare il Parco Nord, già esistente, con percorsi ciclabili e eventi sportivi come gare di corsa o giornate di fitness all’aperto.
  • Gorgonzola: Creare un percorso naturalistico lungo il naviglio della Martesana, completo di aree picnic e punti di osservazione per il birdwatching, potrebbe attrarre famiglie e appassionati di natura.

Continua la lettura con: Mollo tutto e vado a SESTO SAN GIOVANNI: le 10 attrazioni della città più grande nella cerchia milanese

#3 Migliore promozione di ristorazione, cucina e prodotti locali

Rho

Ogni paese ha le sue specialità culinarie e prodotti tipici che meritano di essere scoperti. Un circuito enogastronomico che promuova ristoranti, trattorie e mercati locali potrebbe non solo valorizzare la gastronomia ma anche favorire l’economia locale. Eventi come sagre e festival del cibo rappresenterebbero un’ottima occasione per attrarre turisti.

Ecco due esempi:

  • Melzo: potrebbe organizzare una Festa della Patata per celebrare la sua tradizione agricola e attirare visitatori, valorizzando i prodotti locali attraverso mercati e degustazioni.
  • Rho: riprogettare il mercato del sabato per includere anche prodotti artigianali e street food di qualità potrebbe incentivare l’afflusso di visitatori nei weekend.

Continua la lettura con: Tre sole lettere con un’ACCA in mezzo: perché RHO si SCRIVE COSÌ?

#4 Progetti di collaborazione con artisti e creativi

Legnano

Dare spazio a artisti e creativi locali per sviluppare installazioni artistiche e progetti di arte pubblica potrebbe trasformare i paesi in veri e propri musei a cielo aperto. Street art, murales e performance artistiche potrebbero rinfrescare l’immagine di questi luoghi, rendendoli più dinamici e attrattivi.

  • Legnano: realizzare un festival di street art che coinvolga artisti locali e internazionali per creare murales nei punti nevralgici della città, rendendola un museo a cielo aperto.
  • Treviglio: creare un progetto di arte partecipativa, dove gli abitanti possono contribuire alla creazione di opere d’arte nei parchi e nelle piazze, potrebbe rafforzare il senso di comunità.

Continua la lettura con: LEGNANO: la “Manchester italiana” a mezz’ora da Milano

#5 Rinforzare l’identità originale: narrazione avvincente e marketing social

Cinisello Balsamo

Spesso quello che manca è un’identità. Chi ci vive tende a qualificarsi con riferimento a Milano, sminuendo le doti caratteristiche del luogo in cui vive. Invece le diversità andrebbero rinforzate e valorizzate: con una forte e originale presenza online e sui social media ogni paese potrebbe attrarre un pubblico più giovane e moderno. Campagne di marketing che enfatizzano le peculiarità e le attrazioni locali, accompagnate da contenuti visivi accattivanti, potrebbero fare la differenza nel modo in cui questi comuni sono percepiti.

  • Cinisello Balsamo: potrebbe sviluppare un’app mobile che guidi i visitatori attraverso i punti d’interesse storici e culturali, combinando elementi di realtà aumentata per arricchire l’esperienza.
  • Nerviano: utilizzare i social media per raccontare le storie degli abitanti e le tradizioni locali, creando campagne virali che attirino l’attenzione su eventi e manifestazioni.

Continua la lettura con: Cosa c’è di bello a CINISELLO? 10 motivi per apprezzare la seconda città più grande dell’hinterland milanese

Questi paesi “nei dintorni di Milano”, che Il.barons ha chiamato, ironicamente, “orribili” vicino a Milano non devono rimanere prigionieri di un’immagine negativa. Con idee creative e un approccio innovativo, è possibile trasformare questi luoghi in mete affascinanti e attrattive, ripristinando il loro buon nome. Non resta che mettersi all’opera!

Continua la lettura con: Se Milano avesse i confini di Londra: che paesi e città ne farebbero parte?

MATTEO RESPINTI (Ultimo aggiornamento: 12 aprile 2025)

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La foto del giorno: dove siamo?

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La foto del giorno: oggi siamo al “Cremlino” (Politecnico, piazza Leonardo Da Vinci

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L’unico modo per fare pipì quando sei in giro a Milano

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La grande novità in arrivo al Merlata Bloom: il «campione dei prezzi dimezzati»

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Ph. @milanopanoramica IG

Il Merlata Bloom è stato inaugurato quasi un anno e mezzo fa, il 15 novembre 2023. Quale sarà la grande novità all’orizzonte che potrebbe rilanciare lo shopping center? Si tratterebbe di una prima assoluta per l’Italia. 

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# Pillole di Merlata Bloom 

Nhood Services Italy – Merlata Bloom Milano

La struttura è stata realizzata dallo studio internazionale CallisonRtkl e si contraddistingue per i rimandi tra gli ambienti privati aperti e le parti esterne pubbliche, ma anche per il dominio della luce naturale. È stata inaugurata nel novembre del 2023 ed ospita 210 negozi, 43 ristoranti, tutto in 70mila metri quadrati.

# Un nuovo colosso in Italia: il «campione dei prezzi dimezzati»

Ci sono poi delle novità in arrivo. Merlata Bloom ha annunciato l’arrivo di un importante retailer multibrand, alla sua prima apertura in Italia. Secondo le indiscrezioni, si tratterebbe di HalfPrice, il colosso multibrand già presente in numerosi paesi europei come Polonia, Austria e Repubblica Ceca. 

Con oltre 130 negozi all’attivo, questa catena offre prodotti di marca a prezzi scontati, tra cui abbigliamento, accessori, cosmetici e articoli per la casa. Ora è pronta ad espandersi anche in Italia con il primo punto vendita a Milano, presso il Centro Commerciale Merlata Bloom. Ma scopriamo di più sul prossimo arrivo. 

# Halfprice e i suoi marchi di qualità

Ph. @milanopanoramica IG

«Il nostro è un concept di vendita al dettaglio con sconti costanti». Questa la mission ufficiale dell’azienda: offrire il miglior rapporto qualità prezzo, collaborando con brand e designer di fama internazionale. Tra i marchi disponibili, nei suoi store, ci sono Calvin Klein, Michael Kors, Pinko, Reebok, Fila, Valentino, Prada, Chloe e Moschino.

Gli articoli in negozio sono soggetti a ribassi regolari e i prodotti in saldo vengono segnalati con appositi adesivi. 

# Fervono i preparativi: ma quando aprirà i battenti?

Ph. @milanopanoramica IG

L’inaugurazione della nuova superstar di Merlata Bloom è prevista per questa primavera e i preparativi sono già in corso. La giornata di selezione si terrà presso l’area food del centro commerciale, dalle 9:30 alle 13. L’evento inizierà con la registrazione dei candidati e la presentazione delle aziende coinvolte, seguita dai colloqui conoscitivi con i recruiter.

Continua la lettura con: Metrotranvia della Brianza: per ora l’unico record è il ritardo

ANDREA PARRINO

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