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Arriva la moto volante! Ed è italiana

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eflyke.com - Moto volante

Un progetto che punta a creare un mercato di utilizzatori dedicato, con tanto di parchi tematici ad hoc. Scopriamo chi l’ha inventata, le sue caratteristiche e quanto costa.

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Arriva la moto volante! Ed è italiana

# Il Guinness World Rercord con la “Jeep dei cieli”

Forvola Guinness World Record

L’avventura inizia nel 2015 quando Gregory Alessio e Pierre Ponchione decidono di realizzare un mega drone da impiegare per il trasporto di cose e utile in svariati settori, dal commercio all’agricoltura e fino alla difesa. Grazie all’esperienza maturata nello studio della piattaforma di volo modulare, costruiscono il drone FORVOLA ottenendo il Guinnes World Record nel 2018, al Tech Day di FPT Industrial a Torino, per il sollevamento di un peso di 101 kg a un metro di altezza per 30 secondi. Soprannominato la “Jeep dei cieli”, è certificato di base per trasportare un peso di 30 kg per 30 minuti di volo, ma può essere personalizzato per arrivare a 200 kg. 

# Il sogno della moto volante: 8 motori e un’altezza da terra massima di 300 metri

eflyke.com – Moto che vola

Il mega drone è stato il primo passo per un altro sogno: realizzare una moto volante. Qualche anno dopo il record del mondo, nel 2022, è iniziata la progettazione di EFLYKE. Il mezzo utilizza tubi, telaio e un alettone anteriore in carbonio di recupero, per garantire massima leggerezza, resistenza eccezionale e facilità nelle manovre. La sella ha un rivestimento in alcantara e un tessuto tecnico antiscivolo, il design è ispirato alla grazia e alla forza del cavallo, così come la postura richiama la cavalcata. La spinta è data da 8 motori e si può salire in sicurezza fino a 300 metri d’altezza. 

# Il prezzo non è per tutti: il kit di volo completo parte da 160mila euro

eflyke.com – Moto volante

Il prezzo, come riportato dal Ceo Pierre Ponchione in un’intervista all’edizione torinese del Corriere della Sera, non è per tutti. Per il solo telaio si parte da 75mila euro, per il kit pronto al volo da 160mila euro. La moto volante è pensata per lanciare il volo sportivo in Italia, quindi non per sostituirsi o affiancarsi al servizio di taxi volanti, con la creazione di parchi tematici dedicati, ma anche all’estero ad esempio in dotazione ai resort di lusso per esplorare zone desertiche.

Continua la lettura con: I taxi volanti hanno perso le Olimpiadi. E all’orizzonte si è alzata la nebbia

FABIO MARCOMIN

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Guido Nicheli, in arte Dogui, il cumenda del cinema

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Nicheli

Simbolo della milanesità in epoca postmoderna, un’icona di quella cultura meneghina guascona e spavalda, poco propensa al risparmio e molto indirizzata al guadagno.

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Guido Nicheli, in arte Dogui, il cumenda del cinema

# Uno dei più popolari caratteristi del cinema italiano, che nasce come odontotecnico

Tomba Dogui

Parliamo di Guido Nicheli, in arte Dogui, ma anche Bubi, oppure “il cumenda”, uno dei più popolari caratteristi del cinema italiano, capace di passare da un sicuro e remunerativo lavoro di odontotecnico, all’incerto mondo dello spettacolo, con l’arma della battuta ironica e della simpatia. Nicheli nacque a Bergamo il 24 luglio 1934, e morì il 28 ottobre 2007: ancora bambino venne ad abitare a Milano, in piena Seconda Guerra Mondiale, dopo aver vissuto il dramma della morte del padre e il bombardamento della propria casa. A vent’anni si diploma perito odontotecnico, un titolo di studio che, allora, dava sicure opportunità di lavoro. 

# Il Derby Club, l’amicizia con Teocoli e gli incontri con Pozzetto e il regista Vanzina

Di sconosciuto – https://fondazionecsc.b-cdn.net/wp-content/uploads/2019/11/8688_derby.jpg, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=10108615 – Giorgio Porcaro al Derby con Abatantuono, Boldi, di Francesco

Svolse però anche le attività di pasticcere e di rappresentate di liquori, un mestiere, quest’ultimo, che gli diede la possibilità di entrare nel mondo dei locali milanesi, in primis il Derby Club: era amico di Teo Teocoli e di altri artisti che esibivano nel mitico contesto cabarettistico della nostra città. Pur non salendo mai sul palco, da cliente era abituato ad intrattenere gli amici con battute e discorsi divertenti, giocando su quella sua propensione a destreggiarsi come il tipico spaccone milanese.

Conobbe anche Renato Pozzetto, Jerry Calà e Stefano Vanzina, in arte Steno, il regista, padre dei fratelli Enrico e Carlo: vista la sua propensione alla battuta e alla comicità, gli venne consigliato di entrare nel mondo delle commedie, ma Guido Nicheli aveva un “difetto”, ovvero era un bel ragazzo. I “belli” non fanno ridere, si diceva allora (ne sapeva qualcosa Teo Teocoli), così l’ormai ex odontotecnico venne ingaggiato per interpretare i fotoromanzi di Grand Hotel. 

Nicheli era amante dei viaggi, “come riuscivo ad accumulare una cifra di denaro sufficiente, prendevo e partivo -raccontò in un’intervista di inizio anni duemila- Asia, Brasile, Francia, Spagna…qui conobbi Salvador Dalì”.

# Il Dogui, il cumenda milanese tra cinepanettoni e commedie vacanziere

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

Fu ingaggiato da Enzo Jannacci per partecipare allo spettacolo “La Tappezzeria”, con i vari Porcaro, Abatantuono, Boldi e Teocoli, degni rappresentati del “Gruppo Repellente”.

Ma, facendo un piccolo passo indietro, ecco che nel 1974 Steno chiama il nostro Dogui per il film “Il padrone e l’operaio”. L’anno dopo è Ugo Tognazzi a volerlo sul set di “Cattivi pensieri”, la commedia erotica che vedeva nel cast altre due icone milanesi come Piero Mazzarella e Beppe Viola.

 

Poi inizia il sodalizio con Carlo Vanzina, perUna vacanza bestiale”, “Eccezziunale veramente” e “Viuuulentemente mia”. Ed ecco le pellicole tipiche degli anni novanta, tra cinepanettoni e commedie vacanziere di vario genere: “Sapore di mare”, “Vacanze di Natale”, “Vacanze sulla neve”, “Abbronzatissimi” e, come non citare, “Yuppies-giovani di successo”, in cui Nicheli, nel ruolo del direttore d’azienda, si immerge nel mondo della “Milano da bere” con la naturalezza del cubetto di ghiaccio nel Ramazzotti.

In tutto Guido Nicheli ha lavorato in trenta film (tra il 1975 e il 2007) e in una decina di sceneggiati televisivi, tra cui “Professione vacanze”, “I ragazzi della terza C” e “S.P.Q.R”.

# Ma Nicheli ha sempre recitato in ruoli comici?

Nicheli

No, nel 1985 è il capitano Rossi nel drammatico e struggente film “Scemo di guerra” con un cast che, abituato a ruoli ironici e satirici (Beppe Grillo, Coluche, Franco Diogene, Sandro Ghiani e Gianni Franco) in questa pellicola di Dino Risi seppe esprimere un livello di drammaticità estremamente efficace.

Gli ultimi diciassette anni di vita Nicheli li visse in una casa nella campagna di Bereguardo, quasi a voler ritagliarsi un periodo di relax nella tranquillità della riva sinistra del Ticino, dopo tanti anni di vita, dicendola alla Vasco Rossi, esagerata.

Non ebbe figli, ma tre nipoti a cui regalò affetto, aneddoti e il libro di Fantozzi, come monito alla consapevolezza di quanto sia sottile il confine tra l’essere il cumenda di successo pieno di donne a bordo del Mercedes-Benz R 107 e lo sfigato ragioniere che guida la Bianchina.    

FABIO BUFFA 

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La M6 sarà una «V rovesciata»? L’ultima idea di tracciato per la linea rosa

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M6 Abbiategrasso-Capolinea 24

In questo articolo avevamo provato a disegnare alcune ipotesi del possibile tracciato della futura M6 in base a quanto comunicato dal Comune di Milano: chiusura anello della Circle Line incrociando se possibile tutte le altre linee metropolitane. Se invece il tratto ovest della Circle Line venisse completato dal tracciato ferroviario, andando a realizzare una vera circolare ferroviaria: come potrebbe svilupparsi la sesta linea di Milano?

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La M6 sarà una «V rovesciata»? L’ultima idea di tracciato per la linea rosa

# Una rete di cinque linee metropolitane sognando la sesta

Atm – Mappa Metro e linee S 2024

La rete metropolitana di Milano è entrata tra le più estese d’Europa. Il completamento di M4 nell’ottobre di quest’anno le è valsa l’ottava posizione continentale con 112 km, 5 linee e 134 stazioni, superando Stoccolma e Amburgo. All’orizzonte c’è già la sesta linea, la rosa o M6, pensata per completare i percorsi sotterranei dentro la città. In questo articolo avevamo provato a disegnare alcune ipotesi del possibile tracciato che, stando a quanto comunicato da Palazzo Marino, dovrebbe chiudere ad ovest l’anello della Circle Line e incrociare tutte le altre linee metropolitana. Ma se invece si facesse completare la linea circolare dalla ferrovia, realizzando un vero anello ferroviario, e pensare per la futura linea a un altro tracciato?

Leggi anche: Questi i primi numeri della M4: come si posiziona rispetto alle attese e alle altre linee?

# Un tracciato di “V” rovesciata con punta a Missori M3

M6 Abbiategrasso-Capolinea 24

Achille Marra ci ha scritto proponendo una soluzione alternativa: costruire una linea a forma di “V” rovesciata che da piazza Abbiategrasso M2 arrivi a in centro a Missori M3, per proseguire verso Ponte Lambro e poi incroci via Ripamonti scendendo a sud.

# 15 fermate complessive tra cui Tribunale, PalaItalia e Ospedale Monzino

In tutto potrebbero esserci 15 fermate, queste le altre possibili: 

  • interscambio con Stazione Tibaldi della S9/Circle Line:
  • interscambio con Santa Sofia M4;
  • Tribunale;
  • piazzale Libia zona Porta Romana;
  • piazzale Cuoco zona Calvairate dove ferma il tram 16;
  • capolinea del tram 27 in viale Ungheria in zona Morsenchio;
  • Pala Italia a Santa Giulia;
  • Ponte Lambro nei pressi dell’Ospedale Monzino;
  • interscambio con Rogoredo FS M3;
  • rotonda tra viale Omero e via San Dionigi dove ferma il filobus 73 e inizia il parco della Vettabbia;
  • al capolinea del tram 24 su via Ripamonti all’incrocio con via Virgilio Ferrari.

Continua la lettura con: L’annuncio: la M6 chiuderà l’anello della Circle Line. Queste le ipotesi sul tracciato definitivo

FABIO MARCOMIN

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Il «mistero» di Wagner: circolazione interrotta. Svelata la causa

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Duccio Pella Fb - Gruppo privato Zona Fiera, Pagano e corso Vercelli - Lavori

Molto scalpore per i nuovi lavori a Wagner: si sono alimentate diverse ipotesi tra cui quella della realizzazione di una nuova pista ciclabile, dell’allargamento del marciapiede o addirittura di un intervento di urbanismo tattico creando terrore negli automobilisti che percorrono già un tratto di problematico. Niente di tutto questo. Ecco di cosa si tratta.

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Il «mistero» di Wagner: circolazione interrotta. Svelata la causa

# Il cantiere che ha messo in allarme gli automobilisti

Il 12 dicembre in via Buonarroti è apparso un misterioso cantiere che ha ristretto la carreggiata, all’altezza di via Marghera, e che ha subito messo in allarme i milanesi e in particolare gli automobilisti. Un tratto di strada tra piazza Piemonte e la rotonda già problematico: proprio dalla rotonda transita anche una linea di linea di autobus che usa mezzi autosnodati, come ricordano alcuni residenti nel gruppo fb privato “Zona Fiera, Pagano e corso Vercelli”, che rende difficile la circolazione e contribuisce al formarsi di code fino ad arrivare in Citylife. Ma cosa ci faranno? Una ciclabile, allargheranno il marciapiedi o si sta preparando un intervento di urbanismo tattico? Si chiedono i residenti. Niente di tutto questo: abbiamo scoperto di cosa si tratta.

Area lavori via Buonarroti

# L’ordinanza di avvio lavori pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Milano: prevista installazione ascensore nella fermata Wagner

Urbanfile-Atm – Nuovo ascensore Wagner

Facendo una ricerca sull‘albo pretorio del Comune di Milano abbiamo trovato la pubblicazione di un’ordinanza della Direzione Mobilità che ha come oggetto “Provvedimenti viabilistici per lavori stradali afferenti il superamento delle barriere
architettoniche linee metropolitane di Milano”.

Urbanfile-Atm – Planimetria Ascensore Wagner

Nello specifico si prevede l’installazione di un ascensore che colleghi il mezzanino al piano strada nella stazione di Wagner M1 e contestualmente l’allargamento del marciapiede a formare un angolo fino all’incrocio, eliminando l’inutile biforcazione della strada tra via Buonarroti e via Marghera dato che quest’ultima è a senso unico arrivando proprio da Buonarroti. I lavori sono affidati all’impresa “Marchetti e C. S.r.l., il committente è ATM Spa. L’intervento rientra in piano più ampio di dotazione di ascensori di tutte le stazioni di M1 e M2 attualmente sprovviste in vista delle Olimpiadi Invernali 2026 e finanziati tramite il PNRR. 

# La planimetria dell’intervento

Albo pretorio Milano – Planimetria interventi via Buonarroti

In allegato all’ordinanza c’è la planimetria che spiega tutte le modifiche alla viabilità. Il dimezzamento di corsia più lungo è nel tratto che dall’incrocio con via Marghera punta verso piazza Piemonte. Prevista la rimozione della sosta nella zona di cantiere, che verrà ripristinata al termine dei lavori. 

Continua la lettura con: Buenos Aires sarà un “boulevard verde”? Avviati anche i lavori del PNRR

FABIO MARCOMIN

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Quando prepari i contanti per la spesa da Eataly

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Giusto qualche spicciolo. 

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Continua con: L’automobilista ticinese quando gli arriva una multa stradale presa a Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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La curiosa storia della cotoletta alla milanese e la sfida con la Wiener Schnitzel: qual è nata per prima?

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La cotoletta alla milanese è uno dei piatti tipici milanesi più famosi e più copiati al mondo. La sua ricetta ha dato spunto a mille varianti sin dall’alba dei tempi. Milanesi e austriaci si rimpallano la paternità di questo piatto. Scopriamo la verità e tutta la storia di questa ricetta tanto amata.

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La curiosa storia della cotoletta alla milanese e la sfida con la Wiener Schnitzel: qual è nata per prima?

# La tradizione e l’innovazione nella cotoletta alla milanese

Tradizionalmente è una fetta di lombata di vitello con l’osso, impanata e fritta nel burro che alla fine dovrebbe essere anche versato sulla cotoletta, perché le moderne versioni tendono ad evitare questo ultimo passaggio e a trovare varianti più leggere come la spremitura di un limone prima di servire. Negli anni anche l’altezza del taglio di carne è stato oggetto di variazione. Ultimamente infatti è più frequente trovare una versione più sottile e senza osso, in cui la carne è battuta fino a farla diventare molto sottile. Questa versione è stata battezzata dai milanesi oreggia d’elefant (orecchia di elefante) per la forma particolare che assume.

# Un po’ di storia e la “denominazione comunale” di costoletta

Credits: milanopost.info
Trattoria San Filippo Neri

Pietro Verri, in Storia di Milano, cita il lombolos cum panitio, piatto contenuto nel menu di un pranzo offerto nel 1134 da un abate a dei monaci di Sant’Ambrogio. Questo documento è esposto al pubblico nei locali adiacenti alla basilica di Sant’Ambrogio dal dicembre del 2013. Facendo riferimento a tale documento, il Comune di Milano il 17 marzo 2008, ha assegnato con una delibera la ‘denominazione comunale’ (De.Co) alla costoletta alla milanese. Non avete letto male, non si tratta di un refuso. Ho scritto proprio costoletta. Si, perché qui si apre il primo dibattito, che sembra rimanere irrisolto.

# Si dice cotoletta o costoletta?

Credits yara65smile IG – Cotoletta

Partiamo dicendo che il dizionario DEVOTO-OLI riporta questa dicitura:
– Costoletta: costola di animale macellato con la carne che vi aderisce, da cuocere sulla gratella o in padella.
– Cotoletta: fetta di carne, con o senza osso, passata nell’uovo, impanata e fritta.
Da queste definizione potremmo quindi dedurre che il giusto nome per il nostro celeberrimo piatto dovrebbe essere cotoletta. Molti studiosi gastronomici però non sarebbero d’accordo sostenendo che il termine cotoletta non sia altro che una contrazione di costoletta. La costoletta è anche esattamente la parte anatomica che si dovrebbe usare per una perfetta riuscita del piatto secondo la ricetta tradizionale. Per questo motivo i gastronomi più conservatori ci tengono alla denominazione ‘costoletta’.

# È nata prima la cotoletta alla milanese o la wiener schnitzel?

Ritornando alla storia è bene ricordare che la prima ricetta si trova nell’opera di Giuseppe Sorbiatti, Gastronomia Moderna, pubblicato a Milano nel 1855 dove si parla di costoline di vitello fritte alla milanese.
L’excursus storico della cotoletta aggiunge alla descrizione del piatto quella del maresciallo Radetzky che, redigendo un rapporto all’aiutante di campo di Francesco Giuseppe, scrive in una postilla che a Milano aveva mangiato un’ottima cotoletta passata nell’uovo, impanata e fritta nel burro a differenza di quella viennese, sottile e infarinata e non di vitello.

Questa postilla ci porta al secondo grande dibattito che mette a confronto cotoletta alla milanese e Wiener Schnitzel. Quale è stata creata per prima e quale ne è una imitazione?
Innanzi tutto tra la prima e la seconda ci sono differenze sostanziali:

  • La wiener schnitzel è ricavata dal maiale e non dal vitello come la nostrana cotoletta
  • Essa è senza osso, quindi può essere ricavata da vari tagli, mentre la milanese è ottenuta dalla lombata
  • È sottilissima e battuta, mentre la milanese è alta come l’osso
  • Viene infarinata prima della cottura a differenza della cotoletta che non prevede farina
  • Per friggerla si usava solo lo strutto, mentre la cotoletta da sempre prevede la cottura con il burro.

La polemica sarebbe stata iniziata proprio dal maresciallo Radetzky secondo cui i cittadini di Milano avrebbero imparato a cucinare osservando i cuochi dei reggimenti occupanti e apportando solo delle modifiche. Probabilmente esistevano delle versioni di schnitzel precedenti a quella milanese ma esse erano infarinate e non impanate.

# La fine della contesa: un documento la cita già nel 1148

In realtà la contesa trovò una conclusione grazie allo storico Romano Brancalini che nel suo libro L’Italia prima dell’unità (1815-1860), sostiene l’esistenza del già citato documento citato dal Verri, datato 1148, che racconta un pranzo solenne in cui appaiono come portata i famosi lombolos cum panitio.
La motivazione plausibile del commento di Radetzky sta nel fatto che egli aveva sposato una Strassoldo, facente parte della nobiltà friulana. Quando andavano a visitare i parenti della moglie, durante i viaggi Milano-Vienna, aveva avuto modo di assaggiare la fettina impanata cucinata dai cuochi degli Strassoldo e, rimastone piacevolmente colpito, aveva chiesto ai suoi cuochi di imparare la ricetta per poi riproporla con delle varianti sia a Milano che a Vienna.
Sarebbe stato Radetzsky stesso a fornire la ricetta alle cucine dell’imperatore. Nasceva così la Wienerschitzel.

Leggi anche: Piatti poveri della cucina milanese

GIULIA PICCININI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

 

Torino farà la fine di Detroit?

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pixabay - SplitShire - Torino

Una crisi senza fine quella che sta colpendo l’ex capitale d’Italia e l’ex capitale dell’automobilismo italiano. La produzione è in calo in tutti i settori più importanti e ora anche quello immobiliare è in affanno. 

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Torino farà la fine di Detroit?

# Il ridimensionamento della Fiat

turintrips IG – Mirafiori

L’ultimo colpo da KO è la crisi Stellantis. Un declino inesorabile per la prima fabbrica di automobili in Italia. Non c’è bisogno di scomodare i dati sull’occupazione relativi agli anni del boom economico, basta guardare indietro a 20 anni fa quando Fiat dava lavoro a 71.329 persone in Italia. Nel 2021, anno della fusione tra Fiat-Chrysler e Groupe Psa, se ne contavano 51.300, oggi sono 42.700. Fino al 6 gennaio 2025 lo stabilimento di Mirafiori, quello più a rischio di futuri tagli al personale, rimane chiuso e dovrebbe finire il 2024 con un terzo delle auto prodotte rispetto a quelle programmate. Il fermo dello stabilimento comporta inoltre un taglio di oltre il 50% delle produzione per le aziende dell’indotto.

Leggi anche: Milano-Torino come una supermetro: approvato il potenziamento della frequenza dei treni

# Le altre industrie non se la passano meglio: Torino la città con più ore di cassa integrazione in Italia

Credits: @apushake
Piazza Castello Torino

Se si allarga lo sguardo negli ultimi 10 anni sono state 4.670 imprese a chiudere i battenti, con un calo in tutti i settori più importanti: -12,7% in quello industriale, -10,4% nell’agricoltura, -9,2% il commercio e -1,3% le costruzioni. Solo nel settore metalmeccanico a Torino negli ultimi 15 anni hanno cessato l’attività 500 aziende e sono rimaste senza lavoro 35mila persone. A questo si aggiungono i più di 6 mila i lavoratori in cassa integrazione, distribuiti su 25 aziende, senza contare i dipendenti del gruppo Stellantis. Il capoluogo torinese detiene un poco rassicurante primato sulla cassa integrazione: con 16 milioni di ore è la città che ne ha di più in Italia. 

# In affanno anche il settore immobiliare: in calo i prezzi delle case, crollo delle compravendite con un -20%

Credits: teamclienti.it

Se non bastasse la drammatica situazione del comparto produttivo, ad andare in affanno è ora anche il settore immobiliare in base all’ultimo studio dell’Osservatorio Immobiliare di Nomisma relativo al secondo semestre del 2024. Il valore delle abitazioni è sceso infatti dello 0,9%, sia per il nuovo che per l’usato, con sconti sul prezzo che vanno dai 4,5% ai 12,5% per il primo all’11,5% per il secondo. Ancora più negativa la situazione nel comporto direzionale che ha visto un crollo delle compravendite del 20%, nel confronto tra il primo semestre del 2023 e del 2024, una riduzione dei prezzi dello 0,1% su base semestrale e la salita dei tempi medi di compravendita fino a 7,5 mesi. Gli sconti sul prezzo di offerta, seppur in calo di un punto percentuale al 15%, rimangono tra più alti in Italia.

# Il crollo demografico senza fine

wikipedia.org – Popolazione Torino

A chiudere il quadro c’è la questione demografica. Dagli anni ’70 la popolazione di Torino è in calo costante e da tempo rimane stazionaria attorno agli 850mila abitanti. La desertificazione industriale ha certamente contribuito a questa dinamica e il rischio concreto è che faccia la fine di Detroit, un tempo capitale americana dell’auto come il capoluogo piemontese lo è per l’Italia, che nel 2013 ha dichiarato bancarotta e che ancora fatica a risollevarsi: in 40 anni ha perso il 50% degli abitanti. Inoltre, grazie all’alta velocità ferroviaria, i torinesi raggiungono Milano in meno di un’ora: Torino ne diventerà sempre più il suo “dormitorio”?

Leggi anche: I nuovi PENDOLARI dell’ALTA VELOCITÀ: “Lavorare a MILANO, vivere a TORINO”

Continua la lettura con: La «Upper Class» di Milano sta andando via da Milano?

FABIO MARCOMIN

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La Grande Brera appena nata pensa già in grande: 4 idee per rendere Milano un faro della cultura mondiale

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La Grande Brera è finalmente aperta: con l’annessione di Palazzo Citterio e l’inclusione del Cenacolo Vinciano, il complesso museale milanese è sulla giusta strada per candidarsi a nuovo cuore pulsante della cultura italiana. Ma che cosa succederebbe se dalla Grande Brera i milanesi avessero accesso all’arte di tutto il mondo? Ecco 4 idee per elevare ancora più in altro la Grande Brera.

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La Grande Brera appena nata pensa già in grande: 4 idee per rendere Milano un faro della cultura mondiale

# Cos’è la Grande Brera?

La “Grande Brera” è un progetto ambizioso che mira a trasformare il complesso museale della Pinacoteca di Brera in un polo culturale di caratura internazionale, capace di ridefinire l’offerta artistica e culturale di Milano. Con l’annessione di Palazzo Citterio e la recente inclusione del Cenacolo Vinciano, la Grande Brera punta a creare un sistema museale integrato, arricchito da sinergie con altre istituzioni culturali cittadine. Questo progetto, aperto dal 7 dicembre, non è solo un ampliamento fisico, ma una visione che potrebbe cambiare il modo in cui Milano si presenta al mondo come capitale dell’arte e della cultura.

Nell’ultimo mese, la notizia dell’ingresso del Cenacolo Vinciano nella gestione della Grande Brera ha riacceso l’interesse verso questa iniziativa. L’idea è di valorizzare non solo i tesori artistici della città, ma di federare le diverse anime della cultura milanese in un progetto unico e coerente. Come può questa visione trasformarsi in un motore culturale di livello internazionale? Ecco 4 proposte innovative che potrebbero segnare una svolta.

#1 Federare tutti i musei milanesi in un circuito unico

Una delle iniziative più promettenti per rendere la Grande Brera un centro culturale globale potrebbe essere la creazione di un circuito unico che colleghi i principali musei di Milano. Questa federazione potrebbe includere istituzioni come il Museo del Novecento, il Museo Poldi Pezzoli, il MUDEC, il Museo della Scienza e della Tecnologia e la Fondazione Prada. Ogni museo offrirebbe un’esperienza unica, spaziando dall’arte moderna alla tecnologia, dalla cultura etnografica al design contemporaneo.

Un biglietto o abbonamento unico, pensato per turisti e residenti, permetterebbe un’accessibilità più ampia e incentiverebbe il turismo culturale. Questo sistema potrebbe essere integrato con le imposte comunali, offrendo ai cittadini milanesi un accesso privilegiato. La Grande Brera, con la sua combinazione di Pinacoteca, Orto Botanico e Biblioteca Braidense, rappresenta già un microcosmo di questa diversità culturale, dimostrando come temi apparentemente distanti possano convivere armoniosamente. Federare i musei milanesi amplificherebbe questa idea, trasformando Milano in una città-museo.

#2 Arte diffusa nelle stazioni della metropolitana

Un esempio straordinario di come l’arte possa integrarsi con la vita quotidiana viene dalla metropolitana di Mosca, un vero museo sotterraneo. Milano potrebbe seguire questa strada, ma con un approccio unico: “diffondere” opere ed elementi della Grande Brera in ogni stazione della metropolitana. Queste opere potrebbero essere originali, laddove possibile, oppure repliche fedeli accompagnate da didascalie informative.

Si potrebbe immaginare, ad esempio, una stazione decorata con riproduzioni di dettagli del Cenacolo Vinciano, o grandi cartelloni che riproducono opere delle dimensioni originali. Questi interventi non solo renderebbero il trasporto pubblico un’esperienza culturale, ma creerebbero un legame diretto tra i cittadini e il patrimonio artistico della città. Il passo successivo potrebbe essere la collocazione di queste opere anche fuori dalla metropolitana, in piazze o vie iconiche, trasformando Milano in un museo a cielo aperto.

#3 Milano come portale d’accesso ai musei del mondo

La Grande Brera potrebbe diventare il primo polo museale a offrire un accesso virtuale ai principali musei italiani e internazionali. Attraverso la realtà aumentata, i visitatori potrebbero esplorare opere d’arte e architetture di tutto il mondo senza lasciare Milano. Questo progetto potrebbe essere ospitato in una sala dedicata di Palazzo Citterio o in un edificio appositamente allestito.

Dotati di visori e telecomandi, i visitatori potrebbero “entrare” virtualmente al Louvre per ammirare la Gioconda o passeggiare tra le stanze degli Uffizi a Firenze. L’esperienza, altamente immersiva, dovrebbe offrire un livello di dettaglio straordinario, permettendo di osservare opere e ambienti da prospettive impossibili nella realtà fisica.

Un sistema di biglietteria dedicato potrebbe prevedere un costo pari alla metà del prezzo d’ingresso del museo reale, rendendo questa esperienza accessibile e sostenibile. Con il tempo, questa tecnologia potrebbe essere estesa a visite guidate virtuali in luoghi di bellezza architettonica, artistica o paesaggistica, trasformando Milano nel fulcro della cultura globale.

#4 La Scuola Internazionale della Grande Brera

Un’idea rivoluzionaria che potrebbe trasformare la Grande Brera in un motore culturale è la creazione di una Scuola Internazionale dedicata all’arte e alla cultura. Questa istituzione, rivolta a studenti di tutto il mondo, offrirebbe programmi avanzati di studio in storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e curatela museale. La scuola potrebbe collaborare con università e istituzioni culturali globali per creare una rete di scambio accademico e professionale.

Gli studenti avrebbero l’opportunità di lavorare direttamente con le collezioni della Grande Brera, partecipando a progetti di ricerca e mostre temporanee. Inoltre, la scuola potrebbe ospitare seminari e conferenze internazionali, trasformando Milano in un centro di eccellenza per l’educazione artistica. Questa iniziativa non solo attirerebbe talenti e risorse da tutto il mondo, ma consoliderebbe il ruolo della Grande Brera come leader globale nella promozione e conservazione dell’arte.

Continua la lettura con: A Milano il palazzo di legno più alto d’Italia: 4 idee per rinnovare la città con questo materiale naturale

MATTEO RESPINTI

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Se le 5 linee della metro di Milano avessero un nome (internazionale): come si chiamerebbero?

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Ezio Cairoli - Aereo M4 frontale

La metropolitana di Londra, la più antica del mondo nonché la più estesa d’Europa, oltre ad avere un innegabile fascino per la sua storia e la sua atmosfera (in certe stazioni) ha anche una caratteristica che fa invidia a molti milanesi: tutte le sue undici linee hanno un nome, che può derivare dalle istanze più disparate, dalla stazione principale che servono ad architetti, battaglie importanti, regine e vestiti del XVII Secolo.

Leggi anche: Sei curiosità sulla Metropolitana di Milano che pochi conoscono

Quindi ci siamo chiesti: se le cinque linee metropolitane di Milano avessero un nome, come si chiamerebbero? Abbiamo deciso di darle un nome inglese per renderle ancora più internazionali. 

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Se le 5 linee della metro di Milano avessero un nome (internazionale): come si chiamerebbero?

 

#M1 – DUOMO LINE

metropolitana milaneseLa prima linea non poteva che passare per il Duomo. Nome omen. 

#M2 – STATION LINE

metropolitana milaneseCollega la città con i treni e quindi all’Italia intera. Lambrate, Centrale, Garibaldi, Cadorna e Porta Genova sono sulla linea verde. La Station Line, o linea delle stazioni, di Milano.

#M3 – FASHION LINE

metropolitana milaneseDalla Fondazione Prada a Montenapoleone, questa linea sfila per la Capitale della Moda.

#M4 – FLY LINE

Ezio Cairoli – Aereo M4 frontale

Abbiamo finalmente una linea che porta all’aeroporto più executive di Milano.

 

#M5 – EXPO LINE

metropolitana milaneseRappresenta tutto ciò che Expo 2015 è stato per Milano: una svolta.

E voi che nomi dareste alle nostre linee metropolitane? Commentate qui sotto o su Facebook con le vostre proposte.

Continua a leggere con: Si dice il metrò o la metro?

HARI DE MIRANDA

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Una notte nell’hotel più piccolo del mondo

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credit: edition.cnn.com

Autoproclamato dal suo proprietario e confermato dai suoi soddisfatti ospiti, questo è l’hotel più piccolo del mondo. Vediamo dove si trova.

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Una notte nell’hotel più piccolo del mondo

A nominare ufficialmente i record mondiali ci pensa il Guinness World Record, che però spesso per seguire standard eccessivamente rigorosi tralascia alcuni sconcertanti primati. Tra questi, c’è l’hotel più piccolo del mondo: si tratta di un Maggiolino Volkswagen adibito ad hotel. Vediamo dove si trova e cosa offre ai suoi ospiti.

# Una stanza piccola ma arredata con cura e tradizionalità

credit: pinterest.cl

Quasi tutti, almeno una volta nella vita, trascorrono un soggiorno in un hotel talmente piccolo da trasformare la vacanza in un incubo. Ma il caso dell’hotel più piccolo del mondo è diverso, qui le dimensioni della “camera” renderanno il soggiorno indimenticabile per la sua posizione mozzafiato e gli arredi tradizionali piuttosto curiosi. Infatti il Maggiolino-hotel si trova nel villaggio di Al Jaya, nel cuore del deserto giordano e arredato con stoffe, cuscini e tappeti tradizionali, sembra proprio una tenda beduina nel deserto. Il proprietario, Mohamed al Malahim, ha deciso di trasformare l’auto in una piccola stanza sostituendo i sedili con un comodo materasso matrimoniale e qualche cuscino.

# Il sogno di Mohamed? Creare un parcheggio con tante “camere”

credit: edition.cnn.com

E non è tutto. L’hotel che può apparire improvvisato, è in realtà parte di un sogno ben più grande. Mohamed infatti vorrebbe in futuro acquistare altre auto dello stesso modello per creare un grande parcheggio di Maggiolini-hotel nel deserto. In una grotta vicina alla “camera” si trova la reception dell’albergo, un luogo tutt’altro che inospitale in cui i proprietari accolgono i turisti con bevande e cibi tradizionali.

# Una posizione strategica: al confine tra Israele e la Giordania

credit: viagginews.com

L’auto è stata appoggiata su delle pietre per sollevare gli pneumatici dal terreno e accanto vi si trova un cartello con la scritta “Hotel più piccolo del mondo”. In questa piccola stanza, dal 2011 ad oggi, hanno già soggiornato circa 160 persone proprio grazie alla sua posizione strategica: al confine tra Israele e la Giordania. Infatti la valle in cui è situata è stata scavata dal fiume (in arabo Wadi) e si estende, per 166 km, tra il Mar Morto a nord e il Golfo di Aqaba a sud. Ma l’attrazione più visitata nei pressi del Maggiolino-hotel è sicuramente il Castello di Shawbak, un castello crociato realizzato nel 1115 dal re Baldovino I di Gerusalemme durante una spedizione nella zona. Se si intende poi visitare la città di Petra, che si trova a soli 30 km dall’hotel, questa è una tappa immancabile anche solo per scattare qualche foto all’assurda attività e conoscere il simpatico proprietario.

Secondo il Guinness World Records l’hotel più piccolo al mondo è l’hotel Eh’häusl, eppure è questo il luogo più piccolo in cui poter passare una strana ma emozionante notte.

Leggi anche: L’hotel più economico d’Italia

ROSITA GIULIANO

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Le “mitiche” discoteche di Milano dove si ballava di pomeriggio: la fotogallery degli anni ’80 e ’90

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Credits: @milanoscomparsa Odissea 2001

Di alcune non c’è più traccia se non nei ricordi dei giovani degli anni ’80 e ’90, di altre se ne sente ancora parlare anche se hanno cambiato completamente stile. Sono le discoteche del pomeriggio, locali che nell’ultimo ventennio del Novecento diventarono i luoghi di ritrovo per la maggior parte dei giovani milanesi.

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Le “mitiche” discoteche di Milano dove si ballava di pomeriggio: la fotogallery degli anni ’80 e ’90

# La Milano da ballare alla luce del sole

Credits: @milanoscomparsa
Odissea 2001

La Milano da ballare, prima, non era solo by night. C’era un tempo in cui le discoteche erano aperte fin dal pomeriggio e popolate da giovani adolescenti che avevano voglia di divertirsi. Le discoteche del pomeriggio nascono negli anni ’70, ma è solo a partire dagli anni ’80 fino a metà dei ’90 che diventano una moda. La scelta di aprire le discoteche anche il pomeriggio fu un lampo di genio: accontentava quella voglia di divertirsi dei giovani minorenni che non potevano entrare nelle discoteche la sera, perché riservate agli over 18. E così, tra il fumo delle sigarette e dei fumogeni che creavano l’ambiente e i drink particolarmente carichi, la musica era la vera protagonista della giornata. Si sceglievano i locali in base al genere che veniva suonato ma, in quasi tutte, la chiusura era riservata ai lenti. In perfetto stile “Tempo delle Mele”:

 

Ma quindi quali erano le discoteche pomeridiane più frequentata a Milano?

# Central Park

Il Central Park si trovava in un enorme struttura in fondo a via Padova, angolo via Rovigo, con il dj chiuso in un finto elicottero e una Manhattan stilizzata sulle pareti.

# Vogue

In Corso Buenos Aires il sabato e la domenica pomeriggio si andava al Vogue.

# Caesar’s Palace

Più familiarmente il Caesar. In Corso di Porta Romana, con le sue statue di plastica. 

# Shocking Club

Uno degli ultimi a mollare la disco di giorno. Si trovava sotto il Teatro Smeraldo e le sue code sul marciapiede sono uno dei ricordi indelebili della Milano degli anni Novanta. 

# I locali Dark: l’Histeryca e il Taxi Club

Erano gli anni delle mode che identificavano i diversi gruppi. Paninari da una parte, dark, rockabilly, ska, teddy boys, mods dal lato opposto. I loro luoghi del pomeriggio erano l’Histeryca e il Taxi Club di via Redi dove risuonavano Smiths, Cure e i Depeche.

# Le Cinemà: il top per i paninari

Il ritrovo eletto per i paninari dei primi anni Ottanta era Le Cinemà di via Ricciarelli. Dove si ballavano i Duran, i Pet Shop Boys, gli Wham!, i Dead Or Alive con le mani immancabilmente sulla cintura El Charro. 

# L’Odissea 2001

Nota come solo l’Odissea, altro ritrovo di culto di quegli anni in via Besenzanica lungo via Forze Armate dove si suonava musica rock

# Linea club

Altro punto di riferimento dei paninari e, prima, dei sanbabilini. Proprio in piazza San Babila il “linea”, tra i più pettinati e più inaccessibili di Milano. Quante lacrime per chi veniva “rimbalzato” dai buttafuori. 

# Merry go-round e Belle Epoque

Molto ambito l’accesso anche per il Merry go-round di via San Pietro all’Orto e il Belle Epoque poi diventato Ipotesi, in piazza XXIV Maggio, su due piani.

# Altre disco degli anni Ottanta

Milano in quegli anni brulicava di discoteche. Altri locali che ebbero i loro momenti di gloria nei pomeriggi degli anni Ottanta sono la 23th in via Canonica, il Divina di via Molino delle Armi, il Vogue in via Carducci, lo Zeus in Moscova, l’Amnesie di via Cellini, il SI o Si, poi 222 di via Vittadini, il Time di corso Lodi, già Skylab, e l’Anyway in corso Europa.

# Quelli degli anni Novanta

La maxi discoteca del Parco delle Rose, poi Borgo del Tempo Perso, con le sue tre piste e piscina in zona Corvetto. Il City Square, in via Castelbarco, l’Hollywood, il Tocqueville e il Rolling Stone. Ecco alcune foto per un tuffo nei ricordi dei weekend milanesi.

# I lenti più gettonati 

“The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, “Careless Whisper” degli Wham!, “Time after time” di Cindy Lauper, “True” degli Spandau Ballet e “Save a Prayer” dei Duran Duran. 

# La Fotogallery

Speciale ringraziamento a: Pagina Milano Scomparsa

Continua la lettura con: Quando a MILANO c’era la “FEBBRE del SABATO POMERIGGIO”

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Le «stazioni trappola» di Milano

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Credits curly_clod IG - Greco Pirelli

Sembra che a volte i progettisti si divertano a far impazzire i viaggiatori. Ti sei mai trovato in una di queste situazioni?

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Le «stazioni trappola» di Milano

Qui il video:

#1 Attenzione al varco di Repubblica: si rischia di venire espulsi all’esterno

Credits grazianig IG – M3 Repubblica

La stazione della metropolitana e del passante di piazza della Repubblica può diventare una vera trappola. Nel caso si arrivi a bordo della M3 e si debba salire su un treno suburbano bisogna fare attenzione al varco che si prende quando si scende dal vagone. Se ne viene scelto uno troppo avanti o troppo indietro, in base alla direzione da cui proviene la metropolitana, si rischia di infilarsi in un vicolo cieco. Il corridoio prospicente le banchine è infatti interrotto a metà da un muro: in caso di scelta sbagliata si finisce fuori dalla stazione. 

#2 Lotto a rischio loop

Credits pallin86 IG – Corridoio da M1 a M5

Prendere un treno nella stazione della metropolitana Lotto non è mai stato un grosso problema fino a che non è stata realizzata anche quella della linea M5 e il relativo interscambio. La prima difficoltà è capire su quale banchina prendere la metropolitana lilla se si scende dal treno della rossa: se non si è lato sul lato giusto bisogna salire le scale fino al mezzanino e poi ridiscendere dal lato opposto.

Superata questa impasse arrivare a sedersi su un treno della linea M5 non sarà comunque una passeggiata. Si dovrà infatti percorrere un lungo tunnel e scendere di alcuni piani per arrivare ai treni, prestando attenzione a non prendere le scale mobili sbagliate e ritrovarsi nel mezzanino della nuova linea.

Infine, se si entra direttamente dall’entrata di via Vigliani della M5 si rischia di finire in un loop e non riuscire mai ad andare salire sulla M1.

#3 I poli opposti dei binari di Porta Garibaldi

Credits ariel_dicaro IG – Stazione Porta Garibaldi

La stazione di Porta Garibaldi è una delle più ingarbugliate di Milano, con due linee metropolitane, i treni suburbani, regionali e quelli dell’alta velocità. Diventa una vera odissea proprio quando si deve prendere uno di questi ultimi. I binari dove fermano i treni si trovano infatti in due luoghi opposti della stazione, dal numero 1 al numero 14 da una parte e dal 15 al 20 da un’altra. Trovarsi dalla parte sbagliata è un attimo e di conseguenza anche perdere il treno.

#4 La stazione di Greco Pirelli “nasconde” i treni ai binari 11,12 e 13

Credits curly_clod IG – Greco Pirelli

Nella stazione di Greco Pirelli fila tutto liscio salvo il caso in cui si debba prendere un treno al binario 11, 12 o 13. Il lungo sottopasso termina con una curva che non fa vedere gli accessi per salire alle banchine dove attestano quei binari. Pertanto, chi non ne è a conoscenza non saprà mai se il treno che aspetta è in arrivo, in attesa o se ha si è già messo in marcia.

#5 L’inganno del binario 8 di Rogoredo 

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

La stazione dei treni di Rogoredo nonostante non abbia molti binari, 8 passanti più 5 tronchi, può trarre in inganno chi non è abituato a frequentarla, soprattutto quando c’è da salire sui treni ad alta velocità.

Solitamente infatti questi convogli si fermano al binario numero 8, l’ultimo del sottopassaggio, ma le indicazioni per arrivarci sono poco chiare e spesso prendendo le scale invece di salire alla banchina ci si ritrova di fronte alla sede di Sky nel quartiere di Santa Giulia, fuori dalla stazione.

Continua la lettura con: I TIPI da METRO: i personaggi ci fanno compagnia in metropolitana

FABIO MARCOMIN

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Quando Milano era la capitale mondiale dei cieli: il primo elicottero e il primo aliscafo del mondo sono nati qui

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idroplano forlanini (1907)

C’era un tempo in cui Milano volava alto. Letteralmente. Grazie soprattutto a un grande visionario. 

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Quando Milano era la capitale mondiale dei cieli: il primo elicottero e il primo aliscafo del mondo sono nati qui

# Il primo elicottero ai giardini di Porta Venezia

Elicottero sperimentale di Forlanini (1877) – Museo Scienza e Tecnologia a Milano

Milano deve a Forlanini due record mondiali. Nel luglio del 1877 si stacca da un padiglione dei Giardini di Porta Venezia una macchina a motore, arriva fino a una decina di metri per poi scendere di nuovo terra. E’ l’invenzione di Forlanini e viene considerato il primo prototipo di elicottero. 

# Il primo oggetto più pesante dell’aria per la prima volta si solleva da terra

L’idroplano di Forlanini (Lago Maggiore)

Forlanini si era laureato in ingegneria all’Istituto tecnico superiore due anni prima ed era stato incoraggiato a sviluppare i suoi progetti sul volo. L’esperimento di Forlanini costituì la prima prova al mondo che un oggetto più pesante dall’aria potesse sollevarsi nell’aria con la forza di un motore. Visionabile oggi al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

# Il primo aliscafo al mondo

In seguito Forlanini si dedicò alla produzione di dirigibili nella sua fabbrica di Crescenzago. A lui si deve un secondo primato mondiale: l’invenzione dell’aliscafo, nel 1905, il primo velivolo capace di sollevarsi dall’acqua. A Forlanini è stato intitolato l’aeroporto di Linate.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Continua la lettura con: Dirigibili a Baggio

MILANO CITTA’ STATO

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Da Linate 15 nuove rotte low cost all’estero

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Voli Easyjet da Linate

Un effetto collaterale del matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa: la cessione degli slot appartenenti alla compagnia italiana dell’Aeroporto di Linate. L’acquisto è di Easy Jet. Queste le nuove rotte. 

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Da Linate 15 nuove rotte low cost all’estero

# Ceduti 15 slot di Linate nell’affaire ITA  Airways e Lufthansa

Foto redazione – Aeoporto Linate

Sono in totale 15 slots di andata e ritorno che sono stati ceduti nell’ambito del matrimonio tra ITA Airways e Lufthansa all’Aeroporto di Linate. Si trattava di una delle condizioni necessarie perchè l’accordo andasse in porto. Di questi oltre il 50% devono essere utilizzati per le rotte che devono ridurre la presenza dei due vettori o i partecipati da Lufthansa dall’Italia o rotte di ITA Airways. Ad accaparrarsi gli slot è stata Easyjet, che amplia la sua presenza in Italia, diventando il secondo mercato dopo quello britannico, e soprattutto in particolare nell’area milanese: al Terminal 2 di Malpensa c’è il principale hub nell’Europa continentale della compagnia.

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# Le nuove tratte di EasyJet: Baleari, Corsica, Scandinavia

Credits aeroportilombardi.it – Easyjet

Per l’operatività a Linate sono previsti 5 nuovi aeromobili, per il primo anno è previsto l’utilizzo di tre ITA Airways mantenendo livrea e logo, e inizialmente 120 lavoratori tra piloti e assistenti di volo. Le nuove mete sono invece disponibili a partire dalla primavera 2025. Questo l’elenco completo:

  • da marzo Barcellona, Lussemburgo, Edimburgo, Birmingham, Lisbona, Oslo, Manchester, Copenaghen, Bruxelles, Francoforte, Vienna
  • da aprile Tenerife Sud
  • da giugno, per i tre mesi estivi, Ibiza, Spalato, Palma di Maiorca e Figari in Corsica.

Questi voli si aggiungono a quelli già operati dallo scalo milanese da parte di Easyjet, ma effettuati con gli equipaggi di base fuori dall’Italia. Nuovi voli sono previsti anche da Malpensa: da marzo per Parigi, Amburgo e Düsseldorf, da giugno per le isole Lofoten tra i fiordi norvegesi.

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# Prezzi a partire da 22,49 euro

Prezzi voli Linate easyjet 2025

Per quanto riguarda i prezzi si parte dai 22,49 per volare a Barcellona ai 53,99 per Lisbona. Sotto i 30 euro ci sono ad esempio anche Lussemburgo e Francoforte da 32,99 euro, Edimburgo da 38,39 e Manchester da 36,49. Tra i 40 e i 50 euro Ibiza, Oslo e Copenaghen.

Fonte: italiavola.it

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FABIO MARCOMIN

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La trasformazione del centro di Milano in una maxi area pedonale: cosa resta da fare

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Pierfrancesco Maran FB - Largo Augusto

Dal Castello Sforzesco fino a San Babila: un’area pedonale pedonale continua con interventi che hanno già riqualificato anche Corso Europa, Via Durini e Largo Augusto. I dettagli del progetto, gli interventi realizzati e quelli da portare a termine.

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La trasformazione del centro di Milano in una maxi area pedonale: cosa resta da fare

# I numeri del progetto: 70 nuovi alberi e 14.000 mq di nuove aree pedonali

Credits: Comune di Milano

Il progetto, avviato nel 2020 come parte del “Piano Quartieri“, si è posto l’obiettivo di estendere l’area pedonale che va dal Castello Sforzesco fino a Piazza San Babila. Gli interventi hanno interessato Corso Europa, Via Durini e largo Augusto, con la creazione di spazi dedicati alle biciclette, la piantumazione di alberi e l’allestimento di aree per valorizzare il commercio e la cultura del centro cittadino.

Credits: Comune di Milano  – I percorsi ciclabili previsti da progetto

Il progetto ha realizzato un’estensione di 14.000 mq di area pedonale, l’introduzione di 70 nuovi alberi e la creazione di una nuova pista ciclabile lungo Corso Europa. Queste modifiche hanno reso accessibile questa zona centrale della città solo tramite trasporto pubblico, taxi, o alternativamente a piedi o in bicicletta.

# La nuova viabilità per auto e taxi con l’introduzione di una nuova Ztl

Credits: Comune di Milano – Viabilità e taxi

La pedonalizzazione di San Babila e di parte di Largo Augusto ha modificato anche l’accesso veicolare: consentito solo lungo l’itinerario via Battisti, via Cavallotti, Corso Europa e via Larga. Corso Europa è invece stato reso percorribile, mediante la creazione di una ZTL: riservata solo al trasporto pubblico, ai taxi e ai mezzi del carico/scarico negli orari consentiti. 

# I nuovi percorsi delle linee di trasporto pubblico

Viabilità mezzi pubblici

Sono cambiati anche i percorsi i alcune linee di trasporto pubblico: la 60, la 61, la 84 e la 85 possono seguire solo l’anello obbligato di Corso Europa, Via Borgogna, Via Larga e Via Visconti di Modrone.

# Cosa è stato fatto da Piazza San Babila a Largo Augusto

Delle 5 zone o vie interessate maggiormente dalla trasformazioni quasi tutte sono state portate a termine:

  • Piazza San Babila è diventata completamente pedonale, con la posa dei milomat lato Corso Matteotti e il restringimento della careggiata con contestuale allargamento dei marciapiedi, e ha visto l’apertura dell’omonima nuova fermata di M4 a interscambiare con la M1;
  • Corso Europa è diventato un viale alberato tutto ciclabile e pedonale a senso unico di marcia nel tratto tra Via Borgogna e il parcheggio di Largo Corsia dei servi e tra Via Cavallotti e Largo Bersaglieri;
  • Largo Toscanini è stato trasformato in zona pedonale con panchine e alberi;
  • Largo Augusto è diventata pedonale con una nuova pavimentazione in cubetti di granito, aiuole con piante, sedute, la posa della più antica “ruvida colonna” in ceppo e granito nella collocazione originaria e il riposizionamento della seicentesca Colonna del Verziere.

Leggi anche: La nuova vita di Largo Augusto

# Cosa è rimasto da fare?

Via Verziere

Conclusa di fatto la nuova piazza in Largo Augusto, è in corso l’allargamento dei marciapiedi con la posa di pietra e sanpietrini nelle vie circostanti.

In particolare, come si può vedere dall’ultimo reportage fotografico di Urbanfile, i lavori riguardano via Verziere, dove è previsto un doppio filare alberato per il quale sono già state realizzate le buche nei marciapiedi, via Durini, via Cerva, via Marziale e Largo Augusto in direzione di via Sforza.

Urbanfile – Garage via Borgogna

Sta giungendo alle fasi finali invece la sistemazione delle aree superficiali soprastanti il parcheggio di via Borgogna, anche in questo caso con allargamento dei marciapiedi e posa di sanpietrini.

Continua la lettura con: Rogoredo, l’ultima frontiera: la possibile riqualificazione della «Porta Sud» di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il “Night Jet” dimezzato a Milano: treno notturno solo per Vienna. Stop alle corse per Monaco

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Chatgpt - Nightjet

Ci si risveglia giusto in tempo per fare colazione con una fetta di Sacher torte nella capitale austriaca. Stop per diversi mesi invece per il treno diretto a Monaco di Baviera. Questi gli orari e il costo dei biglietti.

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Il “Night Jet” dimezzato a Milano: treno notturno solo per Vienna. Stop alle corse per Monaco

# Il treno EuroNight 235 che viaggia dal mare italiano al cuore d’Europa

credits: travel.fanpage.it -La Spezia

Si viaggia di notte e ci si risveglia giusto in tempo per fare colazione con una fetta di Sachertorte nella capitale austriaca, fino alla metà di ottobre di quest’anno era possibile anche con una di Foresta Nera in Baviera. Ha festeggiato il secondo compleanno il treno EuroNight 235 che collega Milano con Vienna e Monaco partendo dal mare, anche se al momento i treni non viaggiano in terra tedesca. Lo stesso vale per i convogli provenienti da Roma, il cui servizio era stato istituito appena un mese prima dello stop.

Nightjet Milano-Vienna e Monaco

I convogli partono da La Spezia, fermano a Genova e Pavia prima di arrivare alla stazione di Rogoredo. Da qui i treni proseguono la corsa con primo stop a Brescia, poi Desenzano, Peschiera, Verona, Vicenza, Padova e Tarvisio fino a Villach in Austria. A questo punto le carrozze si separavano: una andava in direzione Vienna, l’altra arrivava a Monaco di Baviera, in entrambi i casi sempre il mattino successivo. Ma al momento è sospesa la separazione per Monaco. 

# Gli orari di viaggio: fino a luglio 2025 stop per il treno diretto a Monaco

MavericksBastelstube-pixabay – Stazione Monaco di Baviera

Il treno parte dalla Liguria alle ore 16.46 dalla domenica al giovedì e riprende il viaggio da Milano solitamente alle 20:47, il venerdì e il sabato alle ore 17.10 con ripartenza da Milano alle 21:26. Gli orari possono comunque cambiare e occorre informarsi direttamente sui siti ufficiali. L’arrivo a Vienna è sempre alle 9.04 del giorno dopoIl viaggio di ritorno parte da Vienna alle ore 19:18, con arrivo a Milano prima delle 8.00 del giorno dopo. 

Tunnel dei Tauri

Al momento, la connessione con Monaco è stata interrotta a causa di lavori di riqualificazione nel Tunnel dei Tauri, lungo 8,371 km e costruito oltre 115 anni fa. Si prevede la costruzione di una nuova volta della galleria, l’adeguamento dei sistemi di binari e di linea aerea, l’ammodernamento dei sistemi di comunicazione e di sicurezza della galleria e la ristrutturazione dei portali della galleria stessa come riportato da trasportoeuropa.it La ripresa del servizio è programmata per il 14 luglio 2025. 

# Quanto costa il biglietto del “Night Jet”

rail_away IG – Nuovi treni Nightjet

Il servizio è operato dai treni “Night Jet” delle ferrovie austriache, composti da carrozze di 2ª classe con posti a sedere, carrozze cuccette e vagoni letto. Il prezzo per un biglietto di sola andata, comprensivo di prenotazione del posto, parte da 34,90 euro per partenze da Milano o Vienna ed è acquistabile sia sul sito di Trenitalia che su quello di ÖBB. Per accedere alla cuccetta è richiesto un supplemento di 15 euro, lo scompartimento da 164,90 euro, mentre per il vagone letto, che prevedeva un costo aggiuntivo di 40 euro, non è al momento disponibile.

Continua la lettura con: Trenitalia la numero 1 in Europa: meglio anche delle ferrovie svizzere

FABIO MARCOMIN

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L’automobilista ticinese quando gli arriva una multa stradale presa a Milano

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Mentre gli italiani per un divieto di sosta a Lugano rischiano la galera. 

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Continua con: La nuova Webcam all’«incrocio da incubo» di Milano

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Si dice «il metrò» o «la metro»? La piccola grande questione che divide Milano

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Questa è la storia di una città cosmopolita. Questa è la storia di Milan e di come si dibatte ancora se sia più milanese IL metrò o LA metro. Andiamo a scoprirlo facendo qualche passo indietro nel tempo. 

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Si dice «il metrò» o «la metro»? La piccola grande questione che divide Milano

# C’era una volta una città cosmopolita chiamata Milàn che sognava… «il metrò»

C’era una volta una città, chiamata Milan, il cui dialetto era stato influenzato da numerose popolazioni, ad esempio i francesi. L’influenza francese era innegabile. Tra la fine del XIX secolo e la seconda metà del XX secolo le principali città europee si dotarono di una metropolitana e Parigi divenne famosa per il suo “Chemin de fer métropolitain” letteralmente “cammino di ferro metropolitano”. E così nella Milano del Novecento iniziò ad essere di uso comune chiamare quell’incredibile innovazione della mobilità «il metrò», alla francese.

# …ma con il tempo Milan attrasse gente da ogni dove…

Passarono gli anni e Milàn divenne uno dei tre poli industriali più importanti d’Italia e insieme ad altre due città, chiamate Genova e Torino, formò il Triangolo Industriale. Qui, a differenza di altre aree del Paese, l’industrializzazione andava a gonfie vele e per questo tutti volevano entrare a farne parte. Persone arrivavano da ogni parte del Paese per poter contribuire a questo fenomeno inaspettato e così Milàn diventò una città nuova, arricchita di nuove culture e dialetti.

# …fu così che divenne di uso comune la lingua della metro

credit: corso22.com

Per potersi comprendere al meglio a Milàn la gente iniziò a parlare anche una lingua comune oltre il dialetto: l’Italiano. Insieme a questi flussi migratori interni, all’alfabetizzazione, alla radio e poi alla TV, l’Italiano passò da essere una lingua per dotti ad essere un vero strumento di comunicazione utilizzato nella quotidianità non solo di Milan ma di tutto il Paese. Passarono gli anni e a seguito di questa italianizzazione a Milan iniziò a diventare sempre meno usato il francesismo IL metrò e si diffuse l’abbreviazione del termine italiano “metropolitana”. Quindi «la metro».

# Tra i giovani vince «la metro», «il metrò» tra gli amanti del vintage 

Oggi a Milano soprattutto le nuove generazioni utilizzano in modo dominante la forma al femminile che risulta la più diffusa. Anche se i milanesi più ancorati alla tradizione rivendicano con orgoglio la forma delle origini: «il metrò».

Sia che vogliate trasmettere la forma distintiva e vecchio stile IL metrò, sia che preferiate chiamarla LA metro come nel resto del Paese non importa, perché in fondo derivano entrambi da una storia Made in Milan.

…E continuarono a vivere tutti felici e contenti.

Continua la lettura con: Le 7 qualità del MILANESE VERO

ROSITA GIULIANO

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Le 7 abitudini alimentari del milanese vero

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Ph. @wemilano IG

Ci sono alcune cose che non si possono assolutamente toccare, radicate ormai in profondità nei milanesi di oggi. Scopriamo quali sono.

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Le 7 abitudini alimentari del milanese vero

#1 Al bar la mattina

Credits colazionemilanese -ig – Signor lievito.jpg
Un nuovo trend milanese che da qualche anno spopola in città è quello della colazione al bar. Con gli amici, colleghi di lavoro o poco prima di accompagnare i figli a scuola, è fondamentale affrontare la giornata con un buon caffettino. Non chiamatelo volgarmente caffè, mi raccomando. 
 

#2 La spesa

Credits Alimentandoinfo -Esselunga

Il milanese è fondamentalmente curioso, per cui ama sperimentare supermercati diversi. Resta però indissolubilmente legato al supermercato prediletto, ovvero l’Esselunga, dove recarsi ad aumentare il bottino dei punti fragola sulla Fidelity card, aggirandosi beato tra gli scaffali che conosce e dove tutto ha il sapore di un luogo familiare.

 

#3 Stasera giappo?

Credits marroristoranti IG – Sushi italiano

Non esiste chi non abbia sentito questa frase almeno una volta nella vita a Milano

Il milanese ama le tradizioni ma ogni tanto una tappa al giappo…ci sta. Da lì a una conversazione dibattuta sul dove, il passo è breve perché ognuno si fa portavoce e fiero paladino del proprio posto del cuore. O meglio: la location prefe.
 

#4 Aperitivo alias ape

giardinocordusiomilan IG – Aperitivo

Si sappia una volta per tutte: l’ape è un rito sacro, ci vogliono le persone giuste e il posto giusto. Non si tratta di andare in un posto a caso, si tratta di vivere un momento catartico, di distacco dalla routine e di spensieratezza. Location, amici e cocktail anche inusuali, magari in quel posticino dal gusto un po’ retro stile vecchia Milano.

#5 Un bel risutin

Credits gatti9983 IG – Risotto

Anche qui la scelta è ardua perché ognuno ha il proprio posto del cuore, la location giusta, il locale di fiducia, quello dove si fa il miglior risotto giallo della città, se poi con ossobuco e gremolada, ancora meglio. Una volta scelto il posto, scatta il momento nostalgico: “una volta però c’era quel localino là”.

#6 Schiscetta

Credits: @cr_eative
schiscetta

Se il milanese è tendenzialmente tradizionalista a tavola, nel momento della schiscetta si scatena, sprigionando tutta la sua fantasia etnica. Se qualcuno ha mai visto una schiscetta-toast lo dica ora o taccia per sempre, perché le schiscette sono prevalentemente a base di hummus, guacamole, cous cous con verdure o riso al curry. Panino al prosciutto io non ti conosco io non so chi sei.

 

#7 Il brunch della domenica 

bgoodmilano_official IG – Brunch

Cresce la schiera di coloro che optano per questa sorta di colazione tardiva tipica della domenica. I locali che offrono questa possibilità ormai sono tantissimi e il bello è che si tratta di un pasto che è divertente sperimentare anche a casa, perché consente di offrire tante pietanze dolci e salate, poco formale anche grazie al buffet dove pizzicare qua e là.

Continua la lettura con: Le 7 cose che danno più fastidio ai milanesi

ALESSANDRA GURRIERI

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M2 fino a Vimercate? Queste le criticità del tracciato

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Chatgpt - Metrotranvia Vimercate

Dopo decenni di attesa sembrava tutto pronto per l’estensione della linea M2 dopo Cologno Nord. Prima della firma dell’accordo per dare via al primo mini-studio di fattibilità erano emerse delle criticità sul tracciato che sembrava si potessero risolvere strada facendo, ma a quanto pare sembra arrivata la resa dei conti. Ecco il punto della situazione aggiornato.

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M2 fino a Vimercate? Queste le criticità del tracciato

# L’avvio del primo stralcio del progetto di fattibilità tecnica ed economica nel mese di ottobre

Chatgpt – Metrotranvia Vimercate

A ottobre di quest’anno l’annuncio dell’avvio del primo stralcio del progetto di fattibilità tecnica ed economica, affidato a MM e previsto in consegna nel 2025. Un passo che ha seguito la firma di Protocollo d’Intesa da parte di Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Provincia di Monza e Brianza, il Comune di Milano e tutti quelli interessati dal tracciato, che hanno investito ciascuno 200mila euro sullo studio. Un investimento complessivo di 2,4 milioni di euro necessario per realizzare uno studio che recepisca le istanze espresse dai Comuni e che tenga conto anche dell’aumento del costo dei materiali. 

Leggi anche: La M2 avanza verso Vimercate: l’ultima novità del progetto di estensione

# Le criticità che rischiano di bloccare tutto sul nascere 

Maps – Area Parco fotovoltaico Carosello

Istanze sotto forma di criticità già rilevate da alcune amministrazioni, che avevano avvallato l’avvio dello studio nonostante i forti dubbi sul tracciato proposto. Tra questi la costruzione di un maxi impianto fotovoltaico, da parte del Centro Commerciale il Carosello, nel mezzo del percorso ipotizzato. Da Via dei Mille a Brugherio i binari dovrebbero infatti scavalcare la Tangenziale Est tramite un ponte parallelo a quello della Sp208, con una fermata proprio nei pressi del Carosello. 

Comune Agrate Brianza – Fermate LTR M2

A quel punto dovrebbero svoltare verso Agrate Brianza lungo la Provinciale 121 proseguendo in sopraelevata e poi scendere sul piano di campagna verso il secondo scalo di Carugate, in zona Cgt. Il Comune di Carugate aveva firmato l’accordo, vista le rassicurazione sulle modifiche all’opera, pur mantenendo delle riserve per i viadotti nella zona dei centri commerciali: nel tracciato allegato alla bozza di convenzione per il finanziamento del mini-Pfte non c’è però nemmeno traccia della variante cimitero. Lo stesso aveva fatto Brugherio, un via allo studio condizionato alla modifica del percorso, ma anche in questo caso dell’interramento dei binari in zona Villaggio Falck non c’è traccia. Un prolungamento che quindi non convince quasi nessuno.

# L’incontro del 17 dicembre a Milano sarà risolutore o un punto di rottura definitivo?

Credits: dayitalianew.com

Il mini studio di fattibilità servirebbe appunto a sciogliere i nodi sul tracciato, definendolo in base alle modifiche richieste, ma a quanto pare le rassicurazioni fatte finora non bastano. In particolare il Sindaco di Brugherio, Roberto Assi, in occasione di un incontro previsto a Milano il 17 dicembre 2024 con tutte le altre amministrazioni interessate, come riportato da primalamartesana.it, spera di portare un documento controfirmato da tutti i gruppi consiliari per esplicitare come una linea su via dei Mille sia inutile. La speranza di andare avanti e trovare una posizione comune sembra appesa a a un filo e tenendo conto che si è solo alle fasi preliminari, posto infatti l’esito positivo del primo studio dovranno essere raccolti altri 15 milioni di euro per quello vero e proprio, potrebbe voler dire un lungo stop al progetto.

# Il tracciato ipotizzato: 12 km, 8 fermate con tratti in galleria e in trincea

M2 in Brianza

La scelta sulla tipologia di infrastruttura è ricaduta sulla LRT, la Light Rail Transit, o metrotranvia veloce, un sistema intermedio tra il tram e la metropolitana. Il tracciato, della lunghezza di 12 km, parte dal capolinea della metro di Cologno Nord e prosegue su binari verso i vicini paesi brianzoli, per un totale di otto fermate. Alle due del Comune di Agrate, presso il Centro Colleoni e in via Salvo D’Acquisto, se ne aggiungono altre sei, una a testa nei territori degli altri comuni eccetto Vimercate con due. Il tragitto è previsto in prevalenza in superficie, con tratti in galleria e in trincea, così come delineato dallo studio preliminare affidato nel 2021 ad MM Spa. 

Continua la lettura con: M1, M2, M3, M4 e M5: il punto sui 7+1 prolungamenti più attesi dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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