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Mega parco o «trucchetto» per nuove costruzioni? Quel pasticciaccio brutto della Maura

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Maps - Area La Maura

Un quartiere da 4.500 persone su un’area sottoposta a vincolo ambientale e monumentale? Questo il rischio, anche se Palazzo Marino ha un diritto di prelazione per acquistare i terreni e realizzare un parco grande doppio il Sempione. Un diritto che potrebbe esercitato in un modo che alcuni ritengono quantomeno contraddittorio. 

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Mega parco o «trucchetto» per nuove costruzioni? Quel pasticciaccio brutto della Maura

# Il no al Milan quando voleva costruirci il suo stadio

Ipotesi stadio Bosco Boeri La Maura immaginato qualche anno fa per il Milan

La pista Maura è stata più volte al centro del dibattito pubblico a Milano. Prima l’intenzione del Milan di costruirci il suo stadio di proprietà: un progetto stoppato sul nascere, quando erano in corso le trattative per l’acquisizione dell’area da parte della società rossonera, per via delle proteste e opposizioni in Consiglio comunale a cui si è aggiunta la manifestazione di ambientalisti e residenti anti-stadio, una catena umana di tremila persone attorno all’impianto nella primavera 2023. La motivazione principale della bocciatura risiede nel fatto che la pista ha un vincolo ambientale nel Parco Sud. I rendering circolati in rete poco dopo la chiusura dell’Ippodromo, di un nuovo quartiere residenziale costituito da 20 edifici, aveva però di nuovo messo in allerta residenti e ambientalisti. In questo caso il Comune di Milano aveva smentito tale possibilità, ma nelle scorse settimane è emerso qualcosa di nuovo.

Leggi anche: Chiude l’Ippodromo: al suo posto un nuovo quartiere?

# La promessa di vendita di Snaitech a F3A Green per edificare un nuovo quartiere con una volumetria “esagerata”

Rendering nuovo Quartiere residenziale La Maura

L’ipotesi che la pista Maura passi da area verde a nuovo quartiere residenziale è diventata reale. Tra Snaietch e F3A Green è infatti stato stipulato un preliminare di compravendita a luglio 2021, in parte modificato nel 2022 con alcune dilazioni di tempistiche, per la vendita via definitiva dell’Ippodromo. F3A Green, che ha presentato le sue intenzioni nel corso di un incontro pubblico, intende costruire su 130mila dei 170mila mq dei terreni demolendo e ricostruendo alcun palazzi degli anni ’70 sul lato del quartiere Gallaratese “valorizzando l’area verde vincolata”.

Vorrebbe dire un nuovo quartiere di circa 4500 persone che necessiterebbe poi di servizi accessori quali scuole, strade e parcheggi. Una superficie edificatoria così elevata, tenendo conto che fa parte del Parco Agricolo Sud e dove quindi non si potrebbe costruire nulla, perchè conteggiata tenendo conto anche dei 550.000 mq della Pista Trenno nonostante sia già a verde oltre che protetta da vincolo monumentale e che quindi non potrebbe generare volumetrie.

# Il diritto di prelazione del Comune di Milano sui terreni vincolati

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Nel preliminare d’acquisto dei terreni c’è però un diritto di prelazione che il Comune di Milano può esercitare, proprio in virtù del vincolo: “Le parti danno atto che gli immobili vincolati sono oggetto del diritto di prelazione di cui all’art. 60 e ss. del Codice dei Beni Culturali”. Questo significa che l’acquisto è sottoposto alla “condizione sospensiva del mancato esercizio del diritto di prelazione da parte dei soggetti pubblici aventi diritto entro 60 giorni dalla data di ricezione da parte di questi ultimi della relativa denuncia ai sensi dell’art. 59 del Codice dei Beni Culturali”. In poche parole, se Palazzo Marino decidesse di far valere la propria posizione, potrebbe decidere di acquistare i terreni entro 60 della stipula tra Snaietch e F3A Green.

# Palazzo Marino disposto a spendere 20 milioni di euro per avere un parco grande il doppio del Sempione

Maps – Area La Maura

Sulla sua pagina facebook il consigliere comunale Enrico Fedrighini si è posto questa domanda: perchè non espropriare i terreni de La Maura, visto il vincolo presente, con un conseguente costo inferiore a carico di Palazzo Marino? La risposta è arrivata dal fatto che al Comune di Milano interesserebbero non solo i 170mila mq dell’ex Ippodromo ma anche i 550mila della pista Trenno per realizzare un parco grande il doppio del Sempione, di oltre 700mila mq, e dare vita un’area verde da 1,6 milioni di mq mettendo in connessione anche Parco Trenno e Parco delle Cave. Per acquistare tutta l’area è stato ritenuto congruo dagli uffici comunali l’importo di 20 milioni di euro, la stessa cifra che spenderebbe la società F3A Green, ma rimane da capire se davvero in linea con i valori reali di mercato per identiche tipologie di terreni.

# Una ricompensa per la cancellazione del parco dei Capitani nel caso del nuovo stadio di Inter e Milan?

Credits dpstadiomilano.it – Masterplan Nuovo stadio

La notizia della possibile acquisizione dei terreni di Snaitech era in realtà emersa durante la seduta in Consiglio Comunale nella quale Sala ha relazionato sull’ipotesi del nuovo stadio di Inter e Milan a San Siro a fianco dell’attuale Meazza, con demolizione di una buona parte dello stesso. Passata sotto traccia rispetto al tema principale della giornata, rivista alla luce degli ultimi risvolti per la vicina pista Maura sembra configurarsi come una ricompensa per residenti e milanesi in generale per la possibile cancellazione del parco dei Capitani. L’area verde sarebbe infatti lo spazio scelto dove costruire il nuovo impianto per il calcio e il nuovo verde previsto nel progetto delle due società milanesi sarebbe in prevalenza impermeabile, in quanto da realizzare dove oggi c’è cemento e asfalto.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con: Dal secondo ANELLO agli ultimi RENDERING: MILAN e INTER fino all’ULTIMO STADIO

FABIO MARCOMIN

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Che fine ha fatto il Museo delle Torture di Milano?

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Pusterla di Sant'Ambrogio

Fino agli inizi degli anni duemila Milano possedeva un Museo delle Torture, per l’esattezza nella Pusterla di Sant’Ambrogio dove ancora oggi è affissa la targa. Fu inaugurato alla presenza anche dei rappresentanti di Amnesty International. Vediamo come è andata la vicenda e dove sono ospitati oggi i pezzi della collezione.

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Che fine ha fatto il Museo delle Torture di Milano?

# Tutto ebbe inizio nel 1948 con l’esposizione delle armi antiche: nel 1985 vennero introdotti anche gli strumenti di tortura

Credits: cosestraneamilano.wordpress.com

Dopo la Seconda Guerra mondiale l’Associazione amatori armi antiche decise di restaurare i due bastioni della Pusterla: in cambio dei lavori ebbe la possibilità di gestirne gli spazi. Fu così che in una delle torri nel 1948 inaugurò l’esposizione delle armi antiche: alabarde, archibugi, balestre e armature del periodo compreso tra il medioevo e l‘800. Nel 1985 la collezione fu integrata con gli strumenti di tortura. Il nome ufficiale del museo era “Mostra Permanente di Criminologia e Armi Antiche”.

Museo della Tortura – San Gimignano

Al suo interno si trovavano: ruote, manette, gabbie e altri aggeggi inventati per infierire su criminali, eretici e presunte streghe. Tra gli strumenti più significativi la ghigliottina e la sedia elettrica.

# Chiuso al Comune perché ritenuto “diseducativo”

Credits: torturemuseum.it/

Al suo ingresso si veniva accolti dalle musiche di Dario Argento, per rendere ancora più terrificante l’atmosfera. Il museo si auto-sostentava con gli incassi dei biglietti solo che alla fine dell’anno 2000 fu sfrattato perché il comune di Milano considerò la collezione troppo diseducativa. Il paradosso è che la mostra permanente fu inaugurata alla presenza dei rappresentanti di Amnesty International perché lo scopo del museo era quello di mettere a nudo il lato peggiore della natura umana per fare in modo che nulla di ciò si ripetesse in futuro.

# Tutti i pezzi sono tornati al legittimo proprietario in Toscana

Museo della Tortura – San Gimignano

È il museo della tortura di San Gimignano il legittimo proprietario, di quasi tutti i reperti. Le collezioni permanenti sono ripartite insieme ad altri 4 comuni toscani: Lucca, Siena, Volterra e Montepulciano. In totale sono esposti più di migliaio di pezzi, suddivisi in sei musei permanenti, in quanto a San Gimignano è presente anche il Museo della Pena di Morte, e tre mostre itineranti a livello mondiale.  

Solo una panoplia di armi, archibugi e spade, di proprietà dell’Associazione amatori armi antiche sono finite nelle teche del museo della Torre della Cesta a San Marino

Continua la lettura con: Il Museo delle Cere di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Sul treno che insegue l’aurora boreale

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Ph. @alaskarailroad IG

Lo spettacolo più straordinario che la natura ha da offrire: visibile stando comodamente seduti in una cabina riscaldata. L’aurora boreale è ammirabile senza scendere dal treno.

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Sul treno che insegue l’aurora boreale

Credits: pixabay.com

# L’Aurora Winter Train

Il treno ha il vantaggio di mostrare il paesaggio attraverso grandi finestrini e se fa rotte panoramiche, viaggia lentamente per permettere di ammirare le bellezze naturali, fermandosi lungo le tappe fondamentali per conoscere la ricchezza culturale e artistiche del territorio. In Alaska tutto questo è possibile grazie all’Aurora Winter Train, che non solo permette di vedere paesaggi mozzafiato, all’interno di terre selvagge, e città particolari, ma permette di assistere allo spettacolo di luci più magico del nostro pianeta: l’aurora boreale.

Credits: pixabay.com

Leggi anche Hyperloop: in Veneto la prima sperimentazione sul TRENO che viaggia a 1000 Km/h

# Il percorso: da Anchorage a Fairbanks

Ph. @dodograss IG

I vagoni dell’Alaska Railroad percorrono un viaggio di 365 km: un viaggio di 12 ore, che parte dalla città di Anchorage, città portuale e collegamento con il mondo al di là del mare, che si affaccia sulla Baia di Cook. Il viaggio passa per numerose tappe che permettono di ammirare animali selvatici e lande straordinarie, inoltre una volta scesi dal treno si possono fare diverse esperienze: dalle ciaspolate alla gita in slitta trainati da Husky. La tappa finale è Fairbanks, da cui è possibile raggiungere il villaggio di Chena Hot Springs, paese caratterizzato da sorgenti termali, dove si trova un museo di ghiaccio e strutture geotermiche dove alloggiare, sfruttabili per poter soggiornare e ammirare le straordinarie luci dell’aurora boreale.

Leggi anche 7 DESTINAZIONI MAGICHE da vivere su TRENI a CINQUE STELLE

# Vagoni riscaldati e finestrini panoramici

Credits. pixabay.com

Viaggiare attraverso i ghiacci, tra lande desolate alla scoperta di animali selvatici in terre selvagge, questo è ciò che si può godere viaggiando sull’Aurora Winter Train. Il treno è dotato di vagoni riscaldati e finestrini panoramici, che aiutano a godere anche delle splendide luci dell’aurora boreale, spettacolo unico e magico, che si può ammirare solamente da alcuni luoghi sul nostro pianeta. Lo spettacolo dell’Alaska è meraviglioso in ogni periodo dell’anno, ma la magia dell’inverno è insuperabile: la luce dell’aurora che incontra le lande ghiacciate trasportano in un mondo altro, surreale, che suscita emozioni nuove.

Fonte Il treno che segue la rotta dell’aurora boreale

Continua la lettura con: La CHIESINA ROSSA: il tesoro segreto della periferia di Milano

SARAH IORI

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Linea Blu: 7 curiosità che forse non sai sulla nuova metro di Milano

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Ph. @lmff01 IG

La M4 è la quinta linea metropolitana di Milano. Scopriamo 7 cose che forse non conosci sulla linea blu.

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Linea Blu: 7 curiosità che forse non sai sulla nuova metro di Milano

#1 Dateo è diventata la fermata più profonda di Milano: scende a meno 32 metri

Credits: metroricerche.com – Stazione tipo M4

La stazione più profonda della quinta linea metropolitana ad aprire in città, driverless come la M5, è quella di Dateo a meno 32 metri, che diventa così anche la più profonda di Milano, togliendo il primato a Lotto sulla M5. Questo perché, nonostante la profondità media della linea Blu sia identica alla linea lilla, a meno 20 metri, in questo punto la metropolitana è costretta a transitare sotto il passante ferroviario dove avviene l’interscambio con la metropolitana.

Leggi anche: Le fermate della METRO più PROFONDE a Milano e nel mondo

#2 La prima metropolitana d’Italia a collegare un aeroporto e la più veloce d’Europa ad arrivare in centro

Credits: Luigi Costanzo Fb – Banchina metro 4 Linate

La linea M4 è anche la prima in Italia a collegare un aeroporto: Linate è raggiungibile da San Babila in soli 12 minuti. Non solo. Nessun’altra città in Europa riesce a garantire un collegamento più rapido tra aeroporto e centro città.

Leggi anche: San Babila record

#3 E’ anche la quarta linea… per lunghezza

Mappa ATM 2021

La M4 è diventata la quarta linea di Milano per lunghezza. Con 15 km di estensione ha superato la M5 che ne ha 12,9, e ha eguagliato la M3 per numero di stazioni: 21. Una posizione destinata a perdere entro il 2030 quando dovrebbe essere realizzato il raddoppio della linea M5, fino a Monza, che diventerebbe così la terza linea per estensione.

Leggi anche: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

#4 Perché la M4 è stata costruita dopo la M5?

Linee previste per Expo2015

Benché l’istruttoria del progetto della linea 4 fosse già pronta nel 2005, e il progetto stesso precedente a quello della M5, diversi intoppi ne hanno posticipato la costruzione. In primis il riacquisto da parte della Giunta Moratti delle obbligazioni e del controllo di A2A che ha rallentato il finanziamento del progetto. Solo nel 2011 fu assegnato l’appalto e nel 2012 sono partiti i lavori per le prime 3 fermate. Il resto è storia recente con il rallentamento dei lavori per gli scavi archeologici e il Covid, così come il ritardo dell’inaugurazione, inizialmente previsto entro Expo 2015 come la linea lilla, che avrebbe dovuto avvenire a inizio 2021 per poi slittare alla fine del 2022. 

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#5 È l’unica linea che non si collega a nessuna stazione principale di Milano

Credits: wiikipedia.org

A differenza delle altre 4 linee in esercizio, la linea blu è l’unica non essere collegata a una delle stazioni principali per traffico e numero passeggeri. Infatti la linea M1 ferma a Cadorna FS, la M2 a Garibaldi Fs e Stazione Centrale entrambe con treni dell’Alta Velocità, la linea M3 ferma a Rogoredo Fs e Stazione Centrale, la M5 a Garibaldi Fs, mentre la linea M4 intercetta solo fermate di passante o linee suburbane. D’altro canto è l’unica linea a essere collegata con l’aeroporto. 

Leggi anche: Metro diretta Linate Centrale: perché non provarci? 

#6 La fermata Sforza-Policlinico è l’unica a servizio di un ospedale 

Credits: metro4.com – Stazione Sforza Policlinico

Non solo è l’unica collegata a un aeroporto. Nessun’altra linea metropolitana di Milano ha una fermata a servizio direttamente di un ospedale, l’Ospedale Maggiore o Policlinico, se si esclude il people mover che da Cascina Gobba sulla M2 collega all’Ospedale San Raffaele. 

#7 Ha la più lunga tratta senza fermate intermedie

Repetti-Linate

La linea blu, nella tratta Repetti-Aeroporto di Linate, ha il tracciato più lungo di una metropolitana all’interno del Comune di Milano senza nemmeno una fermata intermedia. Ci sono infatti 3 km che separano l’ultima fermata del quartiere Forlanini al capolinea di Linate.

Continua a leggere con: M5: 7 CURIOSITÀ che forse non sai sulla METRO dell’EXPO

FABIO MARCOMIN

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Milano avrà una «arena rock»: le immagini

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Massimiliano Mingoia FB - Cantiere Pala Italia

Futuro teatro nel 2026 delle gare di hockey sul ghiaccio maschile durante le Olimpiadi Invernali, al termine dell’evento sarà la nuova arena dei concerti della città, utilizzabile anche per eventi sportivi. Non il contrario come molti pensavano. Queste le ultime immagini dal cantiere.

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Milano avrà una «arena rock»: le immagini

# L’avveniristica arena dei concerti, ma non per il basket di alto livello

pH. area-arch.it – PalaItalia

Aveva fatto storcere il naso la notizia che il nuovo palazzetto, da molti immaginato come perfetto sostituto di quello demolito a San Siro dopo il crollo del tetto a seguito della nevicata dell’85, non fosse stato progettato per ospitare grandi eventi di basket. Il vecchio Palasport, infatti, era la casa dell’Olimpia Milano, prima del definitivo trasferimento al Forum di Assago, ed era ipotizzabile che l’Area di Santa Giulia potesse diventare il nuovo tempio del basket, vista la capienza da 16.000 posti.

La struttura di Santa Giulia è stata però pensata prevalentemente per concerti, oltre che per eventi sportivi quali tennis, pallavolo e basket ma solo fino a 3.000 posti a sedere, e in deroga per la gare che la inaugureranno nel 2026: l’hockey maschile sul ghiaccio durante le Olimpiadi Invernali. Solitamente avviene il contrario, con palazzetti dello sport utilizzati anche per eventi musicali. La gestione è stata infatti affidata a CTS Eventim, che ha rilevato una delle più grandi società di vendita di biglietti come TicketOne.

Leggi anche: La “SIGNORA DEGLI ANELLI”: svelato il progetto della nuova ARENA di Milano

# Un «Colosseo moderno» sospeso da terra

Si tratta di un capolavoro dell’architettura grazie alla sua forma ellittica ispirata all’archetipo dell’anfiteatro, progettato da Sir David Chipperfield e dal suo Onirism Studio. Tra le più grandi in Italia, una volta terminata, l’arena rimane sospesa da terra grazie a dei pilastri: si alza sotto forma di tre anelli di altezze diverse, quasi fluttuanti l’uno sull’altro e ricoperti di led. Ha ampie hall all’interno che precedono l’accesso al parterre, una zona “premium”, con sky box e sale lounge, e servizi di ristorazione, per un totale di 16.000 posti a sedere. 

La posizione strategica crea una spaziosa piazza di oltre 10.000 mq, utilizzabile anche come sede per eventi all’aperto e forse per la pista di allenamento dell’hockey su ghiaccio nel 2026. Sul tetto pannelli fotovoltaici, sotto l’area un parcheggio che assieme a quello multipiano a lato dell’impianto mette a disposizione 2.750 posti auto. In previsione di un cambiamento futuro della mobilità cittadina quest’ultimo è stato costruito in modo tale da poter essere riconfigurato come palazzo ad uso uffici.

# Le ultime immagini del cantiere

I lavori per l’arena di Santa Giulia sono partiti all’inizio del mese di giugno 2023 e i cantieri stanno correndo per non sforare i tempi previsti dal cronoprogramma. L’impianto deve essere obbligatoriamente terminato entro la fine del 2025 per essere consegnato al Cio e per poter eseguire test e collaudi in tempo per l’evento olimpico. Queste le ultime immagini dal cantiere pubblicate su Facebook da Massimiliano Mingoia.

Continua la lettura con: Il NUOVO PALASPORT di Milano: avanza il cantiere dell’ “ANFITEATRO VOLANTE” dello sport italiano

FABIO MARCOMIN

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La Monaca di Monza è nata a Palazzo Marino: la sua storia tragica

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Le vicende di Marianna de Leyva hanno ispirato la Monaca di Monza del Manzoni. Fu protagonista di un processo di grande impatto nel Seicento, per la sua relazione con Gian Paolo Osio.

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La Monaca di Monza è nata a Palazzo Marino: la sua storia tragica

# La Sventurata rispose

Era nata a Palazzo Marino il 4 dicembre 1575. Figlia di un nobile spagnolo, il conte di Monza, Marianna de Leyva a sedici anni fu costretta dal padre a prendere i voti e diventò suor Virginia Maria. Dal 1598 al 1608 ebbe una relazione con il conte Gian Paolo Osio, dalla quale nacquero almeno due figli.

# Murata viva per espiare la sua colpa

Per nascondere la tresca Osio uccise tre persone, ma fu scoperto e condannato a morte.
L’arcivescovo Federico Borromeo ordinò un processo canonico nei confronti della monaca di Monza: suor Virginia fu condannata a essere “murata viva” nel Ritiro di Santa Valeria, dove trascorse ventuno anni chiusa in una stanzetta, priva di comunicazione con l’esterno, salvo una feritoia che permetteva il ricambio di aria e la consegna dei viveri. Fu Manzoni a trasformare la sua tragedia in una gloria immortale

# Il ritratto della Monaca di Monza

La storia di Marianna non ispirò solo il grande romanziere. Il pittore romantico Giuseppe Molteni l’ha ritratta nel suo dipinto del 1847 intitolato La Signora di Monza, conservato nei Musei Civici di Pavia.

Nell’opera di Molteni la suora è ritratta nella sua cella, decorata con oggetti preziosi per sottolinearne la nobile origine. In primo piano si trova un crocifisso in avorio, conservato presso il Museo Poldi Pezzoli. Nel suo volto si legge tutto il suo tormento, un riccio di capelli le sfugge dalla cuffia. Come un atto di ribellione.

Continua la lettura con: La storia vera del forno dei Promessi Sposi 

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Che fine hanno fatto i nuovi treni della metro di Milano? A Roma inizia già la consegna

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Annunciati nel mese di novembre 2022, quando era stato sottoscritto l’accordo quadro, non se ne più avuto notizia. Gli stessi modelli, seppur con qualche modifica, acquistati da Roma qualche mese più tardi, sono invece già in consegna. 

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Che fine hanno fatto i nuovi treni della metro di Milano? A Roma inizia già la consegna

# Primo treno in consegna nella Capitale entro Natale 

romamobilita.it – Nuovi treni metro

Pronto per la consegna il primo dei 14 treni Hitachi commissionati per le linee A e B della metropolitana di Roma, tra l’8 dicembre e Natale. Seguirà poi una fase di test test statici e dinamici della durata di circa 4 mesi sul convoglio prototipo, 2 mesi per quelli successivi. Servono per valutare il comportamento dei sistemi di bordo. L’entrata in servizio è programmata progressivamente dal 2025 al 2026, con i primi 9 entro la fine del Giubileo. Altri 36 commissionati per essere consegnati entro la fine del 2028. 

In totale 6 carrozze, tutte comunicanti, guida bidirezionale, lunghezza di 106 metri e 204 posti a sedere. Per quanto riguarda il design e l’estetica sono state realizzati “coniugando l’evoluzione dei veicoli metropolitani di Roma, l’esperienza di viaggio del passeggero, i principi di comfort, sicurezza ed ergonomia” e sono analoghi ai convogli Leonardo già in servizio sulle linee M1 e M2 di Milano e ai modelli aggiornati in arrivo per la linea M1, M2 e M3, in quanto prodotti sempre da Hitachi. A proposito, che fine hanno fatto quelli milanesi?

Leggi anche:  I nuovi treni per la metro di Roma 

# Che fine hanno quelli per la metro di Milano? La prime consegne previste nella primavera 2024

Credits Ufficio Stampa ATM – Render nuovi treni M1

Anche Milano attende i nuovi treni per le sue linee metropolitane. ATM si era mossa in anticipo rispetto a quanto fatto a Roma: all’inizio di novembre 2022 era stata infatti aggiudicata la gara da Hitachi Rail per un accordo quadro che prevedeva la fornitura di 46 nuovi treni per un ammontare pari a 368 milioni di euro. Nella Capitale l’accordo quadro era stato invece sottoscritto a gennaio 2023. Il primo contratto applicativo firmato, del valore di 168 milioni euro, prevedeva di destinare 21 mezzi alla linea M1 con prime consegne a partire dalla primavera 2024. Niente di tutto questo è avvenuto e al momento non ci sono notizie a riguardo.

Leggi anche: I nuovi TRENI stilosi e super SILENZIOSI in arrivo per M1, M2 e M3

# L’attesa per i nuovi treni sulla linea M3

Credits Ufficio Stampa ATM – Render nuovi treni 3

I nuovi convogli sono attesi soprattutto sulla linea M3, quella di mezzo come anzianità della rete, ma che meno di tutte ha potuto beneficiare di un rinnovo del parco mezzi. Circolano infatti ancora molti treni che hanno fatto il primo viaggio negli anni ’90, affiancati ai “Meneghino”, senza aria condizionata e molto più rumorosi di quelli moderni. Sulla linea M1 e M2 viaggiano sia i “Meneghino” che i “Leonardo”, finora il modello più recente. Come quest’ultimo i nuovi treni Hitachi si caratterizzano per totale accessibilità dei vagoni, sistema di videosorveglianza con visualizzazione delle immagini in tempo reale dalla sala operativa e marcia silenziosa per il massimo comfort del cliente.

Continua la lettura con: Arriva lo «slow train», il treno speciale per la Sicilia per le feste natalizie

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L’Intelligenza Artificiale alla guida di Milano? Le novità all’orizzonte per mobilità e sicurezza

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Milano è già una città all’avanguardia in molti settori, compresa la mobilità urbana. La Linea M4 e la M5, note per l’assenza di conducenti umani, rappresentano un primo passo verso un futuro guidato dall’intelligenza artificiale (IA). Questo scenario, sebbene possa suscitare timori, è già una realtà e offre spunti per immaginare come l’IA potrebbe trasformare altri aspetti della vita cittadina.

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L’Intelligenza Artificiale alla guida di Milano? Le novità all’orizzonte per mobilità e sicurezza

# Mezzi pubblici: autobus e tram autonomi

Se due linee metropolitane possono funzionare senza conducenti, perché non estendere questa tecnologia alle altre e ad autobus e tram? Un sistema pubblico completamente automatizzato potrebbe migliorare l’efficienza e ridurre gli errori umani.

Senza dubbio, l’introduzione di innovazioni come questa solleverebbe problematiche sociali, quali la protesta dei lavoratori che rischierebbero di perdere il posto.

Una soluzione potrebbe essere il riassorbimento del personale in nuovi ruoli: supervisori dei sistemi automatizzati o addetti alla sicurezza e al controllo dei passeggeri. Grazie a telecamere e pulsanti di emergenza, gli operatori umani potrebbero intervenire in tempo reale per correggere eventuali anomalie. Questo approccio garantirebbe la sicurezza dei passeggeri e la qualità del servizio, mantenendo al contempo un equilibrio tra innovazione e inclusione lavorativa.

# Taxi autonomi: un futuro più sicuro e conveniente

Il passo successivo potrebbe riguardare i taxi. Negli Stati Uniti, girano già su strada modelli Tesla che guidano autonomamente in città, riconoscendo pedoni, segnali stradali e attraversamenti. Una flotta di taxi a guida autonoma potrebbe offrire vantaggi significativi:

  • Maggiore sicurezza: i veicoli autonomi ridurrebbero il rischio di incidenti grazie alla precisione dei sistemi IA.
  • Costi ridotti: senza l’autista, il costo delle corse diminuirebbe, con tariffe basate esclusivamente sul chilometraggio.

L’IA potrebbe trasformare anche i veicoli privati, incluse moto, scooter, biciclette e persino monopattini e skateboard. Immaginate un sistema in cui ogni veicolo è connesso a una rete centrale che calcola percorsi, tempi di percorrenza e traffico in tempo reale. Una rete simile potrebbe rendere le strade più ordinate e sicure, con un impatto positivo sulla qualità della vita urbana.

# IA per gestire la viabilità: semafori e zone a traffico limitato

Un altro ambito in cui l’IA potrebbe fare la differenza è la gestione della viabilità cittadina. Attualmente, i semafori operano seguendo cicli predefiniti, ma una rete intelligente potrebbe regolarne il funzionamento in base al traffico in tempo reale. Questo sistema potrebbe ridurre gli ingorghi e ottimizzare i tempi di percorrenza.

Lo stesso principio potrebbe essere applicato alle zone a traffico limitato come l’Area B e l’Area C. Un sistema basato sull’IA potrebbe valutare dinamicamente il numero di veicoli da ammettere quotidianamente, consentendo un accesso più flessibile nei periodi di traffico ridotto o quando i livelli di inquinamento sono bassi.

# Sicurezza stradale: multe e incidenti

Credits: milano.repubblica.it – Multe su auto parcheggiate su strisce blu

La tecnologia IA potrebbe rivoluzionare anche il sistema di sicurezza stradale. Attualmente, telecamere e autovelox registrano le infrazioni in modo indiscriminato, ma un sistema più avanzato potrebbe:

  • Valutare la natura dell’infrazione, distinguendo tra errori intenzionali e situazioni ambigue.
  • Fornire prove più affidabili per attribuire responsabilità in caso di incidenti.
  • Segnalare situazioni di pericolo in tempo reale, permettendo interventi rapidi da parte delle autorità.

Questi strumenti, integrati con un’app per le segnalazioni dei cittadini e operatori equipaggiati con bodycam, potrebbero migliorare sensibilmente la sicurezza urbana.

# Sicurezza cittadina: robot-poliziotti e videocamere intelligenti

Un ulteriore sviluppo potrebbe riguardare la sicurezza pubblica. Robot-poliziotti, già in fase di test in alcune città del mondo, potrebbero essere impiegati a Milano per monitorare le strade, affiancati da videocamere intelligenti capaci di analizzare migliaia di dati al secondo. Questi sistemi potrebbero:

  • Rilevare comportamenti sospetti o situazioni di emergenza.
  • Inviare allarmi in tempo reale alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco o ai servizi sanitari.
  • Garantire una presenza costante, riducendo la necessità di pattugliamenti tradizionali.

Un’app dedicata potrebbe inoltre coinvolgere direttamente i cittadini, consentendo segnalazioni rapide e precise, rendendo Milano una città più sicura e tecnologicamente avanzata.

# IA per tasse e tributi: una fiscalità più equa

Credits: Moerschy – Pixabay

Infine, l’intelligenza artificiale potrebbe essere applicata alla gestione di tasse e tributi. Invece di calcolare contributi fissi, un sistema intelligente potrebbe adattare le imposte alle possibilità economiche dei cittadini, basandosi su parametri personalizzati come il reddito, l’uso dei servizi pubblici e le spese sostenute durante l’anno.

Un sistema simile, oltre a essere più equo, potrebbe ridurre gli errori e snellire la burocrazia. Tuttavia, sarebbe fondamentale garantire la privacy dei dati personali, con politiche di cancellazione periodica e divieti di archiviazione a lungo termine.

Continua la lettura con: I robot di Musk a Milano? Le 5 attività che potrebbero svolgere

MATTEO RESPINTI

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Il primo giorno nel tuo nuovo appartamento milanese da 1500 euro al mese

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Quasi perfetto. 

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Continua con: Come si sente chi è di Milano quando si trova in un’altra città d’Italia

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La stanza segreta della Centrale: la Sala del Re

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Gruppo Fs - Altra immagine Sala del Re

Non ci sono solo treni e viaggiatori nella Stazione Centrale. Negli spazi di una delle stazioni più belle delle mondo si nasconde un luogo poco conosciuto ai milanesi, che cela a sua volta segreti e curiosità. Scopriamo come è fatto e cosa si trova al suo interno.

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La stanza segreta della Centrale: la Sala del Re

# La Sala delle Armi 

Gruppo Fs – Padiglione Reale

Come per tutta la Stazione Centrale, anche il Padiglione Reale è stato progettato dall’architetto Ulisse Stacchini nel 1931. Suddiviso su due piani, vede al piano terra, con ingresso da piazza Luigi Savoia, la Sala delle Armi. Al piano superiore, affacciato sul binario 21 dove sostava il Treno Reale, la Sala d’attesa del Re d’Italia e della famiglia reale. Per realizzarlo sono stati coinvolti artisti dell’epoca, come Franco Lombardi e Ambrogio Bolgiani. Il primo ha scolpito un busto di re Vittorio Emanuele III, posizionato un tempo nella Sala delle armi, il secondo gli otto bassorilievi rappresentanti le Allegorie delle diverse armi del Reale esercito, ai lati della Sala reale. Basilio Cascella ha invece realizzato i dipinti su maiolica sopra i tre portoni sul lato dei binari.

# La sfarzosa Sala del Re

L’ambiente più sorprendente e sfarzoso è la Sala del Re, pensata per proteggere la famiglia reale dopo che il re d’Italia era sopravvissuto a due attentati. I Savoia potevano accedervi da un’entrata segreta, sul lato sud-est della stazione, in Piazza Luigi di Savoia 1/26. Tutto è curato nei minimi dettagli, con mobili di grandissimo valore, marmi in stile Impero, lampadari in vetro di Murano, una fontana e il pavimento in legno intarsiato, oltre ai mosaici citati in precedenza.

# Le svastiche intarsiate per accogliere Adolf Hitler

credit: sciurapina.net

I reali potevano sostare nella stanza in attesa di accedere al treno al binario 21, scegliendo di farlo insieme o separati date le dimensioni della sala: 416 metri quadrati e una capienza è di ben 245 persone in piedi

La Sala del Re nasconde anche un risvolto macabro. Dando uno sguardo attento al pavimento, tra gli intarsi realizzati per decorarlo se ne possono alcuni che ricordano un periodo tragico della storia mondiale: la Seconda Guerra Mondiale e in particolare il Nazismo. Sono infatti bene visibili delle svastiche fatte apposta per accogliere Adolf Hitler, che però non mise mai piede nella Sale Reale. Lo stupore maggiore si trova però forse nel bagno, dove si cela un passaggio segreto.

# Il passaggio segreto dietro lo specchio del bagno

Via di fuga nei bagni della Sala Reale del re in Stazione Centrale – Rai Uno

Entrando nel bagno riservato alla sala d’attesa, caratterizzato da eguale sfarzo, si possono vedere due specchi incorniciati da profili dorati. Uno di questi però non è solo uno specchio, ma dietro di esso si cela un passaggio segreto che avrebbe portato al sicuro i reali in caso di emergenza. Aprendolo si nota infatti una scaletta fissata sul muro che conduceva sopra la Stazione Centrale.

In alcune occasioni la Sala del Re viene aperta al pubblico come per la recente mostra fotografica ”Il vapore in Lombardia”.

Leggi anche: Le 7+1 MERAVIGLIE che rendono MILANO UNICA al mondo

Continua la lettura con: La «stazione fantasma» della metro di New York: la più bella anche se impossibile

Articolo di ROSITA GIULIANO aggiornato dalla redazione

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Municipi Solving: i 9 problemi da risolvere per i municipi di Milano

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Com'è oggi (ex Vivaio RIva)
Com'è oggi (ex Vivaio RIva)

Molti di questi sembrano ormai cronici. Si arriverà a una loro soluzione?

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Municipi Solving: i 9 problemi da risolvere per i municipi di Milano

Municipio 1: Il PARCO INACCESSIBILE di Milano (l’accesso impossibile, gli orari assurdi, i lavori infiniti del “Colosseo Verde”)

Com'è oggi (ex Vivaio RIva)
(Lo spazio ex Vivaio Riva)

Municipio 2: STAZIONE CENTRALE (Riqualificare via Sammartini, tunnel e rilevato ferroviario della Stazione)

la stazione delle varesine
la stazione delle varesine

Municipio 3: CITTÀ STUDI (Risolvere questione del trasferimento delle sedi università)

città studi banlieu
Foto Credit: http://www.z3xmi.it

Municipio 4: CORVETTO a rischio Banlieue

Disordini a Corvetto

Municipio 5: pulizia acqua e sponde del NAVIGLIO PAVESE

Municipio 6: Sicurezza e degrado della DARSENA

Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena

Municipio 7: SAN SIRO SÌ O NO? (Decisione sul futuro dello stadio)

fifa club world cup
Nuovo Stadio Milan nell’ex area Falck accanto alla citta della Salute

Municipio 8: LAMPUGNANO (Futuro del Palasharp, riqualificazione del terminal bus)

Lampugnano
Lampugnano

Municipio 9: LA MAXI TRASFORMAZIONE DELLA GOCCIA DELLA BOVISA (Futuro del più grande bosco spontaneo di Milano)

Continua la lettura con: Problema sicurezza sui Navigli: chiude il Vista Darsena

MILANO CITTA’ STATO

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Le 7 domande che chi vive a Milano si fa almeno una volta nella vita

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Domande dei milanesi

Una città da punto interrogativo. Questi i risultati di un recente sondaggio. 

Le 7 domande che chi vive a Milano si fa almeno una volta nella vita

#1 Che fine hanno fatto i milanesi?

Un grande classico. La città più internazionale d’Italia a volte sembra esagerare e può sembrare impossibile rintracciare un milanese autoctono. Anche perché pure chi lo è cerca di mascherarsi dietro qualche antenato proveniente da un luogo lontano. 

#2 Cosa rimane a fare qui la gente che si lamenta di Milano?

gruppoa2a – Pulizia Graffiti

Di fronte a chi si lamenta di Milano questa domanda sorge spontanea. Anche perché nessuno dice che a Milano tutto vada bene, ma se vuoi stare qui devi impegnarti in prima persona per provare a migliorare le cose che non vanno.

#3 Come faccio ad arrivare a fine mese?

Pozzetto e Mazzarella in una scena di "Un povero ricco"
Credits: https://www.themacguffin.it – Pozzetto e Mazzarella in una scena di “Un povero ricco”

Di fronte alle impennate del costo della vita e stipendi che restano al palo, questa domanda scorre nella mente anche di chi è benestante. Al momento. 

#4 Perché tutti hanno fretta?

Runner

Questa è una domanda che solitamente si fa un milanese acquisito, arrivato in città da poco. Vedendo tutti correre per le strade o lungo le scale mobili della metro si chiede il motivo di questa frenesia: il motivo è che il vero milanese non ha tempo da perdere visto che il tempo è denaro.

#5 Perché non riaprono i Navigli?

navigli: verziere. Prima e ora

Il dibattito sulla riapertura dei Navigli si è riacceso nell’ultimo decennio. I milanesi si chiedono infatti perché non venga ripristinato l’antico percorso dei canali lungo la cerchia interna, visto che molte città in Europa hanno riaperto i canali un tempo coperti per fare posto alle auto.

#6 Come sarebbe Milano con il mare?

Milano Panoramica – Il mare a Porta Nuova

Immaginarla con il mare è qualcosa che capita a tutti, prima o poi. Sarebbe una grande Bari o una piccola Rio?

#7 Perché il tram è maschile e il bus femminile?

Credits: pixabay.com – Tram Milano

Questa domanda se la fa chi vive a Milano ma arriva da altre parti d’Italia. Chi è nato a Milano la fa ai genitori da bambino. Apparentemente non si spiega perché il tram abbia il genere maschile e il bus quello femminile. Il motivo è che fino al 1969 i tram sono sempre stati contraddistinti dai numeri, mentre gli autobus da lettere e quindi al nome della linea veniva anteposto l’articolo femminile, usanza che rimasta ancora oggi.

Continua la lettura con: Le NOVITÀ per MIGLIORARE la METRO di Milano: le 10 proposte dei milanesi

FABIO MARCOMIN

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«I treni a idrogeno lombardi vanno bocciati!» Ma il sogno della Hydrogen Valley prosegue

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fnm.it - Coradia stream

Fuoco “amico” contro i treni a energia pulita. Questi i punti principali del comunicato di un rappresentante di Legambiente e lo stato di avanzamento del progetto per una combustione più pulita in Lombardia. 

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«I treni a idrogeno lombardi vanno bocciati!» Ma il sogno della Hydrogen Valley prosegue

# «L’idrogeno non sarà green»

Credits alstom.com – Interno Coradia Stream

Un primo attacco al progetto lombardo e nello specifico a FNM da parte di Dario Balotta, in quell’occasione in qualità di Presidente Legambiente Basso Sebino, aveva avuto luogo nel marzo 2024. A seguito di un principio d’incendio avvenuto all’esterno di una automotrice nella stazione ferroviaria di Sale Marasino sulla Brescia-Edolo aveva chiesto alla società dei trasporti abbandonare il maxi-progetto dell’idrogeno sulla linea, concentrando gli sforzi sulla risoluzione dei problemi atavici strutturali e in primis la sicurezza. Nel comunicato di Europa Verde a firma di Balotta del 27 novembre, come riportato da ferrovie.it, l’affondo è ancora più pesante e diretto a Regione Lombardia: «Un progetto insensato, teso più a spacciare una falsa decarbonizzazione (green washing), piuttosto che adottare un serio progetto per il rilancio del trasporto pubblico sul lago d’Iseo e in Valle Camonica. L’idrogeno non sarà green, perché prodotto con l’ausilio del gas metano di Snam e A2A.»

# «Treni costosi e inaffidabili: in Germania hanno dovuto noleggiare motrici diesel»

Struttura treno a idrogeno
Struttura treno a idrogeno

In un altro punto del comunicato si parla di treni costosi, 13,2 milioni di euro ciascuno, in salita di 2 milioni rispetto a quando erano stati commissionati: in totale si è passati da 160 a 184,8 milioni di euro per 14 convogli. Oltre a questo c’è anche il tema dell‘affidabilità che, secondo Europa Verde, non è garantita da questi mezzi: «È oramai nota la scarsa affidabilità dei treni a idrogeno, tanto che su due linee della rete regionale della Bassa Sassonia (in Germania), dove circolavano dalla fine del 2022, ben 13 automotrici su 27 sono già fuori uso, per guasti alle celle a combustibile e per la carenza di pezzi di ricambio. Ciò ha costretto l’operatore ferroviario RMV a noleggiare 16 automotrici Diesel in fretta e furia.»

# «Nessun vantaggio per l’utenza e analisi costi-benefici negativa»

Linea Brescia-Edolo

Tra le motivazioni che hanno spinto a scegliere i treni ad idrogeno per la Brescia-Edolo, invece che all’elettrificazione della linea ritenuta da Europa Verde «meno costosa, più efficace e funzionale», il fatto che non ci sarebbero state interruzioni del servizio. Le cose a quanto pare non stanno così dato che è prevista la chiusura per sei mesi, da marzo a settembre 2025, di circa metà dei 103 km di tracciato per per l’adeguamento di soli 4 km di gallerie. L’investimento complessivo pari a quasi 400 milioni di euro non produrrebbe poi alcun vantaggio per gli utenti, «un’analisi costi benefici per “l’Hydrogen Valley” avrebbe dato risultati negativi», in quanto tempi di viaggio e frequenza rimangono inalterati.

# L’entrata in servizio dei primi treni posticipata al 2026

Credits alstom.com – Coradia Stream

Ma come qual è la situazione dei treni all’idrogeno in Lombardia? I convogli sono sviluppati sulla base della piattaforma Alstom Coradia Stream: sono dotati di celle a combustibile a idrogeno, con una capacità totale di 260 posti a sedere e un’autonomia superiore a 600 chilometri.  Si tratta dei primi treni a zero emissioni dirette di Co2 per l’Italia. L’obiettivo era di mettere in servizio i primi convogli sulla linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo tra il 2024 e il 2025. Il debutto è stato però posticipato al 2026, con l’immissione in servizio dei primi 7 treni entro il 30 giugno di quell’anno, gli altri 7 nei mesi successivi.

#  Ma il sogno della Hydrogen Valley prosegue

Logo H2iseO

La messa sui binari dei treni ad energia pulita si inserisce in un progetto più ampio dal nome H2iseO, che punta a dar vita alla prima Hydrogen Valley italiana nel territorio della provincia di Brescia. Si prevede infatti l’attivazione del primo dei tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 nel 2025, nel Comune di Iseo. La costruzione di altri due impianti è programmata per il 2026. La produzione di idrogeno servirà per far funzionare, entro la fine del 2025, anche 40 bus che andranno a sostituire l’intera flotta oggi utilizzata da FNM Autoservizi in Valcamonica. 

Continua la lettura con: “FERMATE i TRENI a IDROGENO in Lombardia”: fine all’energia “pulita”?

FABIO MARCOMIN

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La «perla delle Alpi»: a 2 ore da Milano l’unico comune italiano vietato alle auto

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Credits: @funiviadichamois Funivia chamois

Immaginatevi un borgo dove le macchine non possono entrare, il paradiso della quiete lontano dalla modernità. Se poi a questo si aggiunge che il paese è immerso tra le Alpi, forse si raggiunge il massimo della tranquillità.

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La «perla delle Alpi»: a 2 ore da Milano l’unico comune italiano vietato alle auto

# La Perla delle Alpi dove il 95% dei cittadini non voleva una strada

Credits: @hch22
Chamois

Chamois è un borgo a 1815 metri di altitudine, nella Valtournanche, la valle laterale della Val d’Aosta. All’ombra del Cervino e denominato la Perla delle Alpi, Chamois è un piccolo paese abitato solo da 110 anime e fatto di case in pietra e legno. La particolarità di questo borgo, oltre ad essere una zona abitata a molti metri di altitudine, è che qui non sono ammesse le macchine e l’asfalto non è mai arrivato. Nel pieno del Boom Economico italiano, nel 1965, a Chamois si dovette decidere se accogliere la modernità oppure no, ma i cittadini decisero categoricamente che questa non dovesse arrivare.

Il 95% dei cittadini votò contro la costruzione di una strada che li collegasse con la valle sottostante. Rimaneva, però, il problema di raggiungere la valle e alcuni servizi, così chiesero come soluzione una funivia.

# L’unico collegamento: la funivia

Credits: @funiviadichamois
Funivia chamois

Come riporta siviaggia.it, da quando fu costruita, la funivia diventò, e lo è tutt’ora, l’unica fonte di collegamento tra Chamois e il resto della valle. Altrimenti, zaino in spalla e voglia di camminare o pedalare. Il borgo, infatti, è sempre stato collegato al resto dei paesi attraverso sentieri percorribili a piedi o in bicicletta. Questo fa capire che il suo obiettivo non è mai stato quello di isolarsi dal mondo, ma semplicemente non ha mai voluto accettare una strada in asfalto e tutto ciò che ne consegue, auto e traffico. La ormai famosa funivia, prima molto piccola e dal 2001 più comoda e spaziosa, collega Buisson, frazione di Antey-Saint-Andrè, alla frazione di Corgnolaz, nel comune di Chamois.

# Chamois è una vera e propria località turistica

Credits: @hch22
Chamois

Nonostante sia impossibile raggiungerlo in macchina, Chamois è una vera e propria località turistica montana. Con 17 chilometri di piste da sci in inverno e molti percorsi ed escursioni d’estate, ogni hanno è visitato da un buon numero di persone. Tra i sentieri più belli da percorrere c’è il sentiero di Seingles, tra 93 ripidi tornanti e scorci mozzafiato come le cascate del torrente Chamois, oppure il sentiero che collega la frazione Corgnolaz con il paese Le Magdaleine, una passeggiata adatta a tutti che fa parte dell’incantevole itinerario “La gran balconata del Cervino“.

 

Continua la lettura con: 10 MOTIVI per passare una giornata a COMO

BEATRICE BARAZZETTI

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Il più grande proprietario terriero d’Italia è il Policlinico di Milano: produce anche latte

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il nuovo policlinico
il nuovo policlinico

Il più grande proprietario terriero d’Italia è il Policlinico di Milano, noto a tutti come Ospedale Maggiore o Ca’ Granda.

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Il più grande proprietario terriero d’Italia è il Policlinico di Milano: produce anche latte

# Costruito da Francesco Sforza per curare i più poveri

L’ospedale venne creato nel 1456 da Francesco Sforza per aiutare i più poveri e bisognosi e nel tempo ha saputo attrarre anche un’utenza pagante altolocata. Già nel 1470 l’istituto si distingueva per servizi di eccellenza, come la farmacia interna che lavorava solo per i pazienti, dalle autopsie per capire e curare nuove patologie, dalla cura di ogni paziente che era innanzitutto lavato, vestito di una veste candida, messo su un letto singolo con materasso di piume e per ogni due letti veniva costruito un bagno. Ogni letto era a baldacchino per permettere la sicurezza e la privacy degli ammalati.

# Sei secoli di donazioni per un patrimonio da record: gli utili sono devoluti alla ricerca

nuovo policlinico

Il cospicuo patrimonio rurale dell’Ospedale Maggiore proviene da donazioni di sei secoli e ad oggi è composto da 85 milioni di metri quadrati di campi, 100 cascine, 1 abbazia, 4 chiese cinquecentesche, diversi antichi oratori e km di rogge e canali, per un valore di oltre 600 milioni di euro.

Per gestire l’ingente proprietà, nel 2015 venne creata la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda (oggi Fondazione Patrimonio Ca’ Granda), con lo scopo di valorizzare tale patrimonio agroambientale. Gli utili della gestione della Fondazione, da statuto, sono devoluti alla ricerca sanitaria dell’ospedale. La carica di consigliere del CdA è svolta a titolo gratuito e, al fine di garantire un controllo diretto della gestione, viene riservata agli stessi consiglieri del Policlinico.

# Il Ca’ Granda, il latte biologico dell’Ospedale

Credits: urbanfile.org
nuovo Policlinico

Oggi, la Fondazione produce anche il Ca’ Granda: latte biologico munto in una delle cascine dell’ospedale e lavorato presso il lattificio cremonese Padania Alimenti, distribuito in esclusiva da Esselunga.

Nel 2018 hanno aperto al pubblico l’Archivio Storico del Ca’ Grande, un luogo ricco di storia e fascino, ove è possibile ammirare l’enorme quantità di documenti amministrativi oltre a reperti storici di inestimabile valore come le lettere firmate da Napoleone e Leopardi o la collezione di opere d’arte di Segantini, Hayez e Carrà.

Continua la lettura con: La Repubblica degli universitari

STEFANIA CERVI

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Milano potrebbe arrivare a 15 linee della metro utilizzando i binari esistenti

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Mappa con nuova rete metro

Milano resta in attesa del tracciato della linea M6. Le prime indiscrezioni parlano di un percorso che servirà l’arco ovest della città con una direttrice nord-sud. Intanto prende quota una soluzione complementare forse più rapida e funzionale: realizzare nuove linee sfruttando i binari esistenti o affiancandone degli altri. Soluzioni simili sono già state adottate all’estero, come a Copenaghen e Londra. Questo potrebbe essere il possibile nuovo assetto della rete metropolitana di Milano.

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Milano potrebbe arrivare a 15 linee della metro utilizzando i binari esistenti

# M7 Sesto San FS-Quartiere Olmi

M7 Sesto FS-Quartiere Olmi

Iniziamo da quelle che potrebbero solo cambiare denominazione senza interventi alla strutture. Mantenendo il colore rosso è la denominazione di M1 per la tratta Sesto Fs (in futuro Cinisello-Bettola) – Rho Fiera, si potrebbe assegnare un colore violetto e la denominazione M7 per la tratta con diramazione Quartiere Olmi.

# M8 Assago Forum-Cologno Nord

M8 Assago Forum-Cologno Nord

Per la linea verde si può tenere la denominazione e il colore sulla tratta piazza Abbiategrasso-Gessate, per quella Assago Forum-Cologno Nord un colore lavanda e la denominazione M8.

# M9 Cadorna Fs M2-Quarto Oggiaro

M9 Cadorna Fs M2-Quarto Oggiaro

Arriviamo quindi alle nuove linee da realizzare condividendo i binari di alcune di quelle attuali, o affiancandone di dedicati, prolungando il percorso. Il tracciato in comune da Cadorna FS a Pagano sulla linee M1/M7, potrebbe essere utilizzato per la linea M9 porpora con nuova biforcazione, verso nord, a intersecare la stazione di Tre Torri M5, e le fermate tranviarie e filoviarie lungo la circonvallazione. Il tracciato potrebbe terminare alla stazione suburbana di Quarto Oggiaro.

# M10 Porta Genova M2-Ponte Lambro

M10 Porta Genova M2-Ponte Lambro

Dalla stazione di Porta Genova M2 potrebbe partire una nuova linea M10 celeste sul tracciato che termina a piazza Abbiategrasso per intersecare le fermate dei tram 3, 15 e 24, la stazione di Corvetto M3, servire il quartiere Santa Giulia al PalaItalia e concludere la corsa a Ponte Lambro.

# M11 Stazione Centrale FS M2-Pozzuolo Martesana TEEM

M11 Centrale M2 – Pozzuolo Martesana TEEM

Utilizzando il tracciato della linea M2 si potrebbe ipotizzare una linea M11 marrone da Centrale FS fino a Lambrate per poi biforcare il percorso e proseguire lungo la via Cassanese, servendo Segrate, Pioltello e fare capolinea a Pozzuolo Martesana incrociando la TEEM.

# M12 Stazione Centrale FS M3-Cusano Milanino

M12 Stazione Centrale FS M3-Cusano Milanino

Passiamo alla linea M3. A nord si potrebbe avere una nuova linea M12 nera da Centrale Fs seguendo i binari fino a Maciachini per poi realizzare una diramazioni che punti a Cusano Milanino, a servizio anche del Parco Nord e del Comune di Bresso.

# M13 Duomo M3-Stazione di Locate Triulzi

M13 Duomo M3-Stazione di Locate Triulzi

A sud, utilizzando sempre il tracciato della M3, da Duomo si potrebbe avere una nuova linea M13 grigia che corra lungo via Virgilio Ferrari, via Ripamonti e faccia capolinea a Locate Triulzi, interscambiando con la stazione ferroviaria e servendo il Comune di Opera, dove è ipotizzata la stazione dell’alta velocità per la Milano-Genova. Il resto di via Ripamonti potrebbe essere coperto dalla linea M6 allo studio.

Leggi anche: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

# M14 San Babila-San Giuliano Milanese

M14 San Babila-San Giuliano Milanese

Il tracciato della nuova M4 potrebbe essere sfruttato per una nuova linea M14 arancio, con partenza da San Babila per interscambiare anche con la M1, che passi sotto la cintura ferroviaria e faccia fermate anche a Zama, per un interscambio con una delle possibili stazioni della Circle Line, a Rogoredo FS M3, e nelle stazioni ferroviarie di San Donato e San Giuliano.

# M15 Magenta-Segrate Porta Est

M15 – Settimo Milanese-Segrate Porta Est

Tenendo conto la linea M5 ha allo studio un prolungamento a est verso Settimo Milanese e a nord verso Monza, si potrebbe utilizzare il tracciato dal possibile nuovo capolinea ovest fino a Tre Torri per una nuova linea M15 giallo fluo. Da quella stazione si andrebbe verso est servendo finalmente l’Arco della Pace, incrociando M1, M2, M3, M5 e M9 con fermata anche nel quartiere Ortica e una di interscambio con Segrate Porta Est, dove è prevista la nuova stazione dell’alta velocità e la linea M4 in arrivo da Linate.

Leggi anche: La “Porta dell’Est”: il maxi interscambio per raggiungere tutti gli aeroporti milanesi

Continua la lettura con: MeLa: la “metro fantasma” di Milano si è fermata

FABIO MARCOMIN

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Come si sente chi è di Milano quando si trova in un’altra città d’Italia

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“Anche se non sono perfetto, sono milaneseChe è lo stesso” (Dogui)

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Continua con: Da quando sono stati aperti i cantieri sulle autostrade della Liguria?

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Una nuova stazione in arrivo: si andrà al parco in treno

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Il progetto, i benefici dell’opera e quando è prevista l’inaugurazione.

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Una nuova stazione in arrivo: si andrà al parco in treno

# Stanziati 5 milioni di euro per la sua costruzione

Comune di Monza – Inquadramento area stazione e sottopasso

L’annuncio da parte di RFI: stanziati 5 milioni di euro per la costruzione delle stazione ferroviaria di Monza Est-Parco fra le vie Einstein e Confalonieri/De Marchi.

urban_transport_etc IG – Besanino

Nel progetto è compreso anche il sottopasso ciclopedonale di 25 metri fra le vie interessate, già inaugurato da oltre un anno, una banchina per ospitare i treni della linea “Besanino” S7 Monza – Molteno – Lecco e la predisposizione di un’altra banchina aggiuntiva per il futuro passaggio della linea S8 Lecco – Carnate – Milano Porta Garibaldi.

# Un collegamento più rapido con Milano

Linea S7 con stazione Monza Est-Parco

La fermata sarà di tipo urbano e non di interscambio. Il passaggio del Besanino consentirà di raggiungere Milano in modo più rapido, senza essere obbligati a raggiungere la stazione centrale di Monza. Nel 2014 era stato firmato il primo accordo tra Comune di Monza, Regione e Rfi con stanziamento dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera da parte del primo. 

# La nuova stazione pronta per il 2027

Area futura stazione Monza-Parco Est

L’inaugurazione era prevista inizialmente nel 2024 ma, a causa dell’incremento dei costi passati da 1,5 a 6,5 milioni di euro, il progetto era in stallo. L’intervento di Rfi ne consente la ripartenza e secondo le previsioni la nuova stazione dovrebbe entrare in funzione entro il 2027.

Continua la lettura con: L’ “ASSURDO” PROGETTO di portare la NEVE sulla STAZIONE ABBANDONATA a un’ora da Milano fa il giro del MONDO

FABIO MARCOMIN

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

Non puoi vivere a Milano se non capisci l’importanza di…

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Ph. @milanographies IG

Milano è una città che vive di priorità. Queste sono le priorità per integrarsi nella comunità dei milanesi. Foto cover: @milanographies IG

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Non puoi vivere a Milano se non capisci l’importanza di…

#1 …di far parte della città in modo attivo e propositivo

Qui non puoi vivere come un ospite che lascia al padrone di casa ogni incombenza.

#2 …della posizione

Del fatto che è una città in una posizione strategica che ti permette di vivere alla grandissima: prendi la macchina e puoi andare in posti della Madonna in un’ora. Non c’è metropoli al mondo a 2 ore di macchina da montagne, laghi, città d’arte, mare.

#3 …di quanto è importante il centro

E’ uno degli status symbol più ambiti. Molti dicono che abitano in centro anche se in realtà vivono vicino la tangenziale. Il centro è una misura di valore: negli ultimi anni sta diventando però sempre più policentrica. 

#4 …del fatto che la città è il centro di un territorio molto vasto e interconnesso

Milano è il centro di un sistema nervoso molto più ampio della città stessa. Un territorio che va da Piacenza al Canton Ticino, da Bergamo alla Liguria. 

#5 …del tempo

Qui nell’unità di tempo si fanno più cose che in qualunque altra parte d’Italia.

Credits bischerimilano IG – Bischeri Milano

#6 …dell’energia che ti trasmette

Diventi milanese anche se non lo sei.

#7 …di appartenere alla città più internazionale d’Italia

A Milano si respira l’internazionalità, l’Europa, senza perdere le tradizioni italiane, come la buona cucina, le estati calde, la pausa pranzo. Di più: Milano è il palcoscenico di quanto di meglio ha l’Italia da offrire. 

#8 …di lavorare

Se tu lavori, ti dai da fare, qui riesci a metterti in evidenza e vieni trattato come uno di noi. 

#9 …di fare azione

Non bisogna guardare o parlare, ma fare.

#10 …dell’ottimizzazione

Ancora più che veloce, qui devi essere efficiente. Fare più cose nello stesso tempo dallo stesso posto.

Ph. JoaquinAranoa – Pixabay

Continua la lettura con: Com’è vivere a Milano?

MILANO CITTA’ STATO

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Il palazzo di Milano riscaldato con la pupù

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Agenzia del Demanio

Si tratta del primo intervento pubblico di questo tipo in Italia. Ecco come funziona e quanto si riduce il consumo di gas.

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Il palazzo di Milano riscaldato con la pupù

# Il palazzo in stile liberty di corso Monforte

Agenzia del Demanio

Il primo edificio pubblico in Italia che per il riscaldamento prende il calore delle fogne. Il progetto vede coinvolti MM Spa e l’Agenzia regionale del Demanio: riguarda proprio la sua sede in Corso Monforte, un edificio di grande pregio storico-architettonico rielaborato in stile liberty dall’architetto Alfredo Campanini. Intervenuto a “Italia, direzione Nord” l’amministratore delegato della società di ingegneria partecipata del Comune, Francesco Mascolo, ha spiegato che “nelle fognature ci va un contenuto di calore elevatissimo dalle nostre case, ad esempio l’acqua calda delle docce o delle lavastoviglie. Ci sono dei tratti dove la temperatura non scende neanche in inverno sotto 18 gradi“.

# Un risparmio medio del consumo di gas del 40%

Fognatura MM

Nell’ambito di un progetto di riqualificazione complessiva dell’edificio è prevista l’installazione di un condotto fognario con una portata di circa 30 litri al secondo e temperature superiori a 18 gradi. Il calore residuo delle acque reflue alimenta poi una pompa di calore, dopo essere stato traferito in un circuito di acqua dolce, per integrare il riscaldamento fornito dalla caldaia a gas. Il risparmio medio del consumo di gas previsto è del 40%, con punte del 50%. 

# Obiettivo riduzione della CO2 del 60% entro il 2026

L’obiettivo dell’Agenzia del Demanio per la sede regionale è più ampio e infatti ne prevede il restauro, l’illuminazione della facciata principale, a cui si aggiungono le azioni di efficientamento energetico e decarbonizzazione, per abbandonare le fonti di energia climalteranti a vantaggio di quelle pulite. Le parole di Massimiliano Iannelli,  Direttore Regionale della Lombardia dell’Agenzia, in merito alla riqualificazione dell’edificio: “entro il 2026, data prevista per il termine dei lavori, puntiamo alla riduzione di oltre il 60% delle emissioni di Co2, in netto anticipo rispetto al target del 45% fissato dal Comune di Milano nel proprio piano Aria Milano Coal Free per il 2030”.

# Gli esempi in Europa: anche l’Eliseo viene scaldato con la “merde”

archi_urbainpage IG – Palazzo dell’Eliseo

Come detto si tratta del primo intervento pubblico di questo genere in Italia, ma non all’estero. In Francia troviamo ad esempio l’Eliseo che utilizza questo sistema e alcuni edifici scandinavi. 

Continua la lettura con: Le TRE ZONE più CONVENIENTI per INVESTIRE a Milano

FABIO MARCOMIN

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