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M1 e le altre: le novità della metro di Milano attese per il 2025

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MM - Milano Limbiate

Ormai il completamento della M4 è un lontano ricordo. Arriva il tempo di guardare a cosa bolle in pentola per il 2025 in tema di metropolitane. Non solo: ci sono altre importanti infrastrutture che inizieranno o proseguiranno i lavori. Vediamo quali nel dettaglio.

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M1 e le altre: le novità della metro di Milano attese per il 2025

#1 Avvio dei lavori per il prolungamento M1 Bisceglie-Quartiere degli Olmi: 3 fermate e 3,3 km di estensione

Comune di Milano – Prolungamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

C’è attesa per l’esito del secondo bando di gara, dopo il flop del primo, per trovare l’azienda a cui assegnare i lavori del prolungamento della M1 a ovest. A febbraio è prevista la chiusura delle buste e i lavori potrebbero partire entro la fine del 2025, con inaugurazione possibile nel 2031. Stiamo parlando di un tracciato di 3,3 km e 3 stazioni, dal capolinea di Bisceglie, quelle di Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale. Il nuovo tragitto aggiunto ai 4,46 chilometri del ramo di linea già in esercizio fra le stazioni Pagano e Bisceglie, comprendente 7 stazioni, consentirà di raggiungere uno sviluppo complessivo di circa 8 chilometri e 10 stazioni. Previsto un deposito oltre alla Tangenziale Ovest, al confine con Settimo Milanese ma sempre nel Comune di Milano.

#2 Ripresa dei cantieri per il prolungamento nord della M1 Sesto F.S. – Monza Bettola M1: inaugurazione possibile nel 2029

M1 Monza

Altri lavori che dovrebbero partire, o meglio ripartire, sono quelli per l’estensione della M1 a nord di 1,9 km e 2 fermate: Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola. I cantieri hanno subito numerosi stop dal loro avvio 14 anni fa. Tra i motivi di questa agonia la riprogettazione del tracciato, il fallimento di aziende, la pandemia, la mancanza di fondi e infine la rinuncia dell’ultima impresa incaricata. Recuperati gli extra costi arriva ora in soccorso dell’opera il bando pubblicato per l’estensione della linea ad ovest. Tra le opzioni previste, esercitabili in modo discrezionale da parte del Comune di Milano, ci sono infatti la costruzione del deposito ai confini con Settimo Milanese e il completamento dell’estensione della linea verso Monza. In caso di successo del bando il cantieri dovrebbero tornare a pieno regime per la fine del 2025 e concludersi entro il 2029.

#3 Partenza dei cantieri per l’estensione a nord della M5 da Bignami – Monza Polo Istituzionale: apertura non prima del 2033

Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza

Altro cantiere che attende di essere sbloccato è quello relativo al prolungamento della linea M5 a nord da Bignami a Monza Polo Istituzionale. Un tracciato di 13 km, che raddoppio la linea attuale, e 11 fermate: 4 a Cinisello Balsamo e 7 a Monza. Dopo lo stanziamento di 300 milioni di extra costi nell’ultima finanziaria, spalmati dal 2027 al 2036, ne mancherebbero circa 100 per la copertura integrale a carico degli enti interessati: Regione Lombardia, Comune di Milano e gli altri comuni. Si attende comunque a breve la pubblicazione del bando, sui cui sta lavorando MM, per far partire i cantieri entro la fine del 2025 o al più tardi all’inizio del 2026. La durata dei lavori è stimata in 7 anni, ma la distribuzione delle risorse fino al 2036 potrebbe far slittare ulteriormente l’inaugurazione integrale dell’opera.

Ma ci sono importanti novità anche per i tram.

#4 Il tram 24 viene prolungato fino allo IEO

MM – Tram 24 fino allo IEO

A breve è attesa la partenza di cantieri per prolungare il percorso del tram 24 dall’attuale capolinea di Selvanesco allo IEO, servendo anche il quartiere di Macconago, dove è previsto il nuovo anello tranviario. In totale 1,1 km e 1 fermata, con passerella pedonale provvista di ascensore per collegare gli edifici dell’istituto ospedaliero posti ai due lato opposti di via Ripamonti.

MM – Tram 24

I binari vengono fatti procedere dall’anello finale a sud della città fino alla nuova fermata passando attraverso il parterre verde e alberato realizzato appositamente allo scopo del passaggio del tram quando via Ripamonti è stata riqualificata. Sui 119 alberi rimossi, 84 trapiantati al parco Agricolo Urbano del Ticinello, al parco-quartiere ‘Le Terrazze’, lungo via Ripamonti, in via Virgilio Ferrari – incrocio via Quaranta e lungo la pista ciclabile di via Idro. Al posto dei 30 che non sarà possibile ripiantare, ne sono previsti 53 nuovi da mettere a dimora nei pressi dell’attuale capolinea Vigentino e lungo il nuovo anello tranviario di inversione. La durata dei lavori è stimata in un anno e 8 mesi e dovrebbero terminare quindi entro la fine del 2026. 

#5 Al via la rinascita della Milano-Limbiate

MM – Milano Limbiate

In tutto 19 fermate per un tracciato di 11,70 km che attraversa i comuni di Milano, Cormano, Paderno Dugnano, Varedo, Limbiate e con una fermata in quello di Senago. Si tratta della trasformazione della vecchia tranvia Milano-Limbiate, il cui servizio è stato sospeso alla fine del 2022 e sostituito da bus, in metrotranvia. Si prevede l’utilizzo  per alcuni tratti della sede tranviaria attuale, adiacente alla strada, e per altri tratti lo spostamento della sede al centro della sezione stradale con la separazione della carreggiata originaria in due carreggiate separate per direzione. La lunghezza utile complessiva dei tratti a doppio binario è di 3,54 km.

Il bando di gara è stato assegnato a Generale Costruzioni Ferroviarie Spa, quale mandataria di una associazione temporanea di imprese che comprende Vitali Spa, Generale Costruzioni Ferroviarie Elettriche Spa, Salcef Spa e Project automation Spa. I cantieri dovrebbero partire entro la prima parte del 2025, per una durata complessiva di 4 anni contando anche i tempi per la produzione del progetto esecutivo.

#6 Prosegue la realizzazione della Metrotranvia Interquartiere Nord

Metrotranvia Interquartiere Nord

Proseguono invece i lavori per realizzazione la Metrotranvia Interquartiere Nord, lunga circa 14 chilometri e che andrà a collegare tutti i quartieri situati ben oltre la circonvallazione. Un tracciato tangenziale in prevalenza in sede protetta che mette in collegamento tutte le metropolitane eccetto la M4: la M2 a Cascina Gobba, la M3 ad Affori, la M5 a Bicocca e la M1 a Precotto, a cui si aggiungono la tranvia 4 verso Seregno e le stazioni dei treni regionali e suburbani a Greco Pirelli, Villapizzone Fs e Certosa Fs.

La linea connette anche diversi punti nevralgici per i servizi dei cittadini come l’Università Bicocca e l’Ospedale Niguarda. Entro l’estate 2026 è previsto il completamento delle tratte che uniscono Cascina Gobba M2 all’Ospedale di Niguarda e la tratta Piazza Bausan-Villapizzone. In fase di progettazione le due rimanenti: dall’ospedale di Niguarda e via Durando e tra Villapizzone e Stazione Certosa FS.

Leggi anche: Semaforo VERDE per la METROTRANVIA 7, la “rivoluzione urbana” che collega tutte le METRO di MILANO

#7 Avanza la costruzione della metrotranvia Milano-Seregno

Metrotranvia Milano-Seregno Fs

Avanza seppur con qualche in tempo anche la realizzazione della metrotranvia Milano-Seregno Fs, che riqualifica la vecchia tranvia allungandola oltre Desio. La lunghezza del tracciato è di 14,3 chilometri, con 25 fermate distanti tra loro in media 540 metri e otto comuni attraversati: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. Dal Parco Nord a Calderara a doppio binario, da Calderara a Seregno FS binario singolo con raddoppio agli incroci. La linea sarà connessa alla stazione Seregno a nord, a Milano Maciachini M3 sud e Niguarda la nuova metrotranvia Cascina Gobba-Certosa. I lavori sono ufficialmente partiti a maggio 2023, con una durata stimata in 38 mesi. A seguito dello stop di circa 12 mesi dei cantieri l’opera difficilmente sarà pronta entro la fine del 2026.

Leggi anche: Metrotranvia della Brianza: per ora l’unico record è il ritardo

Continua la lettura con: Da Monza ad Opera, da Corsico a Paullo: le ultime novità sulle 9 estensioni della metro a Milano

FABIO MARCOMIN

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Video: questi erano i mezzi pubblici sulle strade della Milano degli anni Ottanta

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Com’era il traffico dei mezzi pubblici a Milano negli anni ’80? Video del Paninaro

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Continua la lettura con: Non riesco più a CAPIRE questa città…

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La più antica stazione della metro al mondo

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Credits themindcircle - Immagine d'epoca Baker street station

Ha visto passare addirittura i treni a vapore. Dove si trova e da quanti anni è in funzione.

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La più antica stazione della metro al mondo

# La stazione è in funzione da 160 anni

@9436196-kev-pixabay – Baker street station

La stazione metropolitana più antica al mondo non poteva che trovarsi a Londra: è la Baker Street Station. Si tratta di una delle stazioni originarie della Metropolitan Line, la prima linea inaugurata al mondo (metro e altri termini simili prendono da qui infatti il loro nome) il 10 gennaio 1863 con un servizio inizialmente di treni a vapore. Questa fermata con 160 anni di storia si trova all’incrocio tra Baker Street e Marylebone Road a Westminster ed è l’ultima in sotterranea prima dell’emersione dei binari in superficie a Finchley Road.

Leggi anche: Le 10 METROPOLITANE da RECORD MONDIALE

# Il tracciato originale della Metropolitan Line è servito oggi anche da altre linee

themindcircle – Immagine d’epoca Baker street station

Del tracciato originale della Metropolitana Line solo una parte è oggi utilizzato da questa linea, nella sua estensione a nord di Baker Street che va fino ad Aldgate e corre negli stessi tunnel datati 1863. Il resto è servito dalla linea Hammersmith & City, dalla linea District, dalla linea Circle e dalla East London Line della Overground.

 

Continua la lettura con: La città che ha COSTRUITO una linea della METRO ma non l’ha MAI APERTA 

FABIO MARCOMIN

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Berlino contro la noia del semaforo rosso. Da portare a Milano?

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Quello che non sapevi FB - Proiezioni artistiche al semaforo a Berlino

L’attesa al semaforo rosso è spesso snervante, sia per autisti che per pedoni. Ci sono città che stanno escogitando sistemi per renderla un’esperienza più avvincente. Questa è l’iniziativa messa in campo da Berlino: dove si potrebbe sperimentarla a Milano?

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Berlino contro la noia del semaforo rosso. Da portare a Milano?

# Si passa il 20% del proprio tempo fermi al semaforo rosso

Credits Andrea Cherchi – Traffico centro Milano

Sulle strade di Milano circolano ogni giorno 2 milioni di persone tra automobilisti e pedoni. La National Association of City Transportation Officials ha calcolato che durante gli spostamenti quasi il 20% del tempo che le persone impiegano nel loro tragitto lo passano fermi al semaforo. Si tratta di un piccolo buco nero di perdita di tempo che molto spesso porta le persone a tirar fuori il proprio cellulare per ingannare la noia, con gli automobilisti a distrarsi dalla strada e i pedoni a disconnettersi dall’ambiente circostante.

# Come Berlino sta combattendo la noia dell’attesa

Quello che non sapevi FB – Proiezioni artistiche al semaforo a Berlino

L’attesa però può essere usata per offrire ai cittadini un momento di svago e riflessione, cercando così di sfruttare a proprio vantaggio questa attesa: questo è l’intento di Berlino. L’obiettivo è di combattere la noia dell’attesa ai semafori rossi grazie a speciali impianti semaforici che proiettano colori e immagini sui passaggi pedonali trasformandoli in una tela urbana. Si tratta di immagini artistiche con colori e figure astratte, di libera interpretazione da parte dell’utente, che trasformano l’attesa in una mostra a cielo aperto improvvisata.

Ph. @bellboww IG

L’intento è di offrire quegli stessi stimoli che le persone ricercano sul telefono attraverso la proiezione di immagini per trasformare l’attesa in un momento speciale di riflessione e stupore. Inoltre, così facendo si riesce a dare spazio agli artisti di far conoscere la propria arte ad un gruppo ampio di spettatori.

# Dove si potrebbe sperimentare a Milano?

Primo semaforo

A Milano si può prendere spunto da questa idea e sperimentarla, ad esempio, proprio in corrispondenza dell’area in cui era stato installato il primo semaforo d’Italia nei pressi di piazza Duomo.

Maps – Semafori zona Duomo, via Orefici e via Torino

Sarebbe un modo sia per celebrarne il centenario, che cade proprio nel 2025, ma anche perché si tratta di un punto di Milano congestionato dal traffico e quindi pieno di automobilisti e pedoni molto spesso irritati, dai quali si potrebbe avere un feedback sull’iniziativa in maniera molto efficacie e tempestiva.

In alternativa o in aggiunta, si può provare anche in zona Città Studi, un quartiere attraversato a piedi ogni giorno da tantissimi studenti, i quali potrebbero essere dei soggetti perfetti per un test in quanto sempre di corsa e molto spesso distratti dalle mille cose da fare. Non solo: potrebbe essere un campo di sperimentazione per artisti e studenti di Milano. 

In ogni caso si tratta di un’iniziativa che può concretamente trasformare attraverso l’arte ogni angolo della città e che può riuscire a connettere i milanesi tra di loro e con l’ambiente che li circonda evitando di disconnetterci, ma di avvicinarci tra di noi.

Continua la lettura con: Vienna, Berlino, Copenaghen: il problema degli affitti lo hanno risolto così

MARTA BERARDI

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La rivoluzione dei ragazzi del Porta: «No a studenti di serie B!»

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Siamo entrati nell’epoca dei diritti a pagamento. Ma c’è chi dice no. Come i ragazzi del Porta.

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La rivoluzione dei ragazzi del Porta: «No a studenti di serie B!»

# Tutti possono stare qui… ma con libertà diverse

La Milano di oggi è un po’ ipocrita. Ufficialmente si dichiara inclusiva, la Milano delle porte aperte, del venite tutti qui. Di fatto però è la Milano che una volta che si ritrovano tutti qui, assegna diritti e libertà differenti in base ai soldi. 

Se hai una macchina dell’ultima generazione e vivi in una bella casa del centro i tuoi diritti sono all inclusive: puoi girare ovunque liberamente. Gratis. Se sei un po’ più povero e non ti puoi permettere una bella casa in centro, per entrare anche tu in centro devi pagare. Ma fermandoti al massimo due ore. Se, infine, sei ancora più povero e disgraziatamente abiti fuori dalla città, allora con la tua vecchia auto non puoi neanche più circolare.

Tutti possono stare qui, ma se non hai abbastanza soldi ti vengono tolti anche delle libertà fondamentali, come quello di vivere la città come gli altri. O di vivere la scuola. Già, perché questi diritti differenziati, da società divisa in caste, forse c’è chi pensa che prima lo si impara meglio è: questa finta apertura, questa ipocrisia a Milano inizia ad entrare anche nelle scuole. Raccontiamo oggi la situazione del Carlo Porta: scuola ufficialmente pubblica, tra le migliori di Milano, dove tutti sono uguali ma in realtà anche qua c’è chi è meno uguale degli altri, come ci raccontano gli studenti che da tre giorni stanno manifestando. Una protesta di cui personalmente apprezzo un elemento: che anche se il provvedimento punisce solo alcuni studenti meno fortunati, tutta la comunità studentesca si sta battendo assieme per evitare che ci sia qualcuno di loro retrocesso in serie B. Non per motivi di condotta o di resa scolastica. Ma per la situazione economica dei genitori. 

# «Combattiamo contro una discriminazione che non dovrebbe avere spazio in una scuola: chi non paga il “contributo volontario” viene escluso da gite e laboratori»

Questa la testimonianza di Manuel D’Agostino, studente del Carlo Porta. 

«Da tre giorni, noi studenti dell’Istituto Carlo Porta di Milano siamo fuori dalla nostra scuola a protestare, e non perché vogliamo saltare le lezioni o per un capriccio giovanile. Siamo qui per qualcosa di molto più grande: per difendere il nostro diritto all’istruzione e per combattere una discriminazione che non dovrebbe avere spazio in un luogo che dovrebbe essere di crescita, inclusione e pari opportunità.
La scuola è stata pensata per essere accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito, ma oggi sembra trasformarsi sempre di più in un sistema che premia solo chi può permetterselo. Il cosiddetto “contributo volontario”, che di volontario ormai ha solo il nome, è diventato una vera e propria tassa che divide gli studenti in due categorie: quelli che pagano e quelli che, non potendo farlo, subiscono umiliazioni e discriminazioni.
(…)
Chi non paga viene escluso da gite e laboratori, esperienze che non sono un lusso, ma una parte fondamentale del nostro percorso educativo. Ci è
stato detto che la scuola ci prepara alla vita, ma come può farlo se non offre a tutti
le stesse opportunità? 
(…)
Questa protesta non è solo contro il sistema della nostra scuola, ma contro un modello più grande che trasforma l’istruzione in un privilegio. Non possiamo più accettare che chi non paga venga escluso, umiliato, lasciato indietro. Non possiamo accettare che le disuguaglianze economiche entrino nelle aule e decidano chi merita di partecipare e chi no.
Oggi non stiamo solo chiedendo risposte. Stiamo lottando per un cambiamento reale. La scuola non deve mai essere un luogo dove il denaro determina il valore di uno studente. Deve essere il luogo dove tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica, possono imparare, crescere e costruire il proprio futuro. Siamo qui per dire basta. Non ci fermeremo finché la scuola non tornerà a essere ciò che dovrebbe essere: un diritto, non un privilegio.»

# Il primo dovere dell’autorità: governare una comunità unita, non dividerla in caste

Cosa fare, dunque, quando l’autorità ci sembra comportarsi in modo ingiusto, quando calpesta dei diritti fondamentali? Abbassare la testa oppure sollevarla per far valere le proprie ragioni? Forse è questa la lezione più importante che stanno imparando i ragazzi: più potere significa più responsabilità. E la prima responsabilità del potere è di non dividere la comunità in cittadini, o studenti, di serie A e di serie B. Una cosa che va capita soprattutto da chi è in serie A, che proprio per la sua posizione di privilegio deve dimostrare la grandezza d’animo di difendere i diritti di base a quelli a cui vengono tolti. 

Continua la lettura con: Visita a Londra: cosa portare della loro metro a Milano?

ALESSANDRA GURRIERI

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I palazzi insudiciati di Milano: è ora di fare qualcosa

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Condominio imbrattato

Dopo ogni vacanza all’estero un motivo di sconforto al rientro è rivedere a Milano lo scempio dei palazzi imbrattati da tag, scritte e altre oscenità. Un fenomeno molto sottovalutato da media e amministrazione pubblica ma che, purtroppo, viene notato da cittadini e turisti. 

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I palazzi insudiciati di Milano: è ora di fare qualcosa

# Milano e lo scenario squallido da favela latino-americana

Condominio imbrattato

La difficoltà di poveri disadattati di esprimere del malessere o la loro immatura vena artistica repressa, invece di darsi da fare imparando l’arte in un laboratorio oppure risolvere il proprio disagio sul lettino di uno specialista, purtroppo si riversa sulle facciate delle case, dei monumenti, delle fermate della metro.

Degrado Vetra 3 – La basilica imbrattata urbanfile.org

Agevolati da un clima istituzionale che li agevola nel vizio: la legislazione italiana è in generale molto tollerante verso crimini molto più gravi, figuriamoci verso i graffitari tanto più se minorenni…le sanzioni sono praticamente nulle.

# Cosa potrebbe fare il Comune?

Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena

Cosa potrebbe fare il Comune? Qualcosa deve farlo perché la capitale del design, la città che punta a produrre bellezza, non può ridursi a un simile scempio. Forse si dovrebbe istituire un gruppo di vigili pronti ad intervenire in casi di flagranza, accordi con istituti di vigilanza e più telecamere, sicuramente vogliamo evidenziare questa piaga che fa spendere cifre ingenti ai proprietari di casa. Spesso si rinuncia a ripulire per evitare un costoso intervento che si rivela poi inutile. Lo scenario che si presenta è però davvero squallido, da favela latino americana: Milano merita maggior decoro.

Continua la lettura con: Le buche sull’asfalto

ANDREA URBANO

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Milano e Londra, così lontane, così vicine: si possono definire città gemelle?

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Fabio Marcomin - Locale Covent Garden

Potrebbero essere gemelle Milano e Londra? Vediamo dove esistono delle affinità e dove invece non c’è niente o poco da spartire.

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Milano e Londra, così lontane, così vicine: si possono definire città gemelle?

Perchè sì

# Per l’atmosfera internazionale che si respira 

Fabio Marcomin – Piccadilly Circus

Per la mutinietnicità integrata, incorporata nel tessuto cittadino. Colori, mescolanza, vitale energia di razze diverse che convivono in armonia senza troppe difficoltà. Basta inserirsi nel contesto cittadino e fare, lottare per sentirsi parte e stare in mezzo a tutto e tutti.

# Per i negozi, soprattutto quelli identitari e di quartiere

Fabio Marcomin – Locale Covent Garden

Quelli che raccontano l’anima della città, come le botteghe storiche di Milano o i pub caratteristici di Londra. Viva le panetterie, i pub dove scorrono fiumi di birra, le botteghe artigianali e tutto quanto rende una città non troppo schiava della globalizzazione ma non per questo con lo sguardo al passato. Anzi.

# Per la capacità di guardare al futuro

Ph. @dmanlondon_ IG

Piegandosi ad esso con l’intenzione di migliorare in termini di offerta turistica e collegamenti nei trasporti. In entrambe si respira aria frizzante, energica, che coinvolge e spinge a fare, camminare, ideare, produrre, stare al mondo in modo disinvolto e disincantato.

# Per il cibo multietnico di qualità

Fabio Marcomin – Chinatown Londra

In entrambi i casi consente di sentirsi parte del mondo stando a tavola. La Chinatown londinese, per esempio, è molto più grande di quella milanese. Offre cibo buonissimo in ogni angolo così come altri quartieri a matrice indiana piuttosto che araba, non tradiscono il turista nella loro offerta culinaria tipica.

# Per energia, carica vitale, quartieri con una forte identità

Fabio Marcomin – Notthing Hill

Tra questi ci sono South Kensington, Notthing Hill o la vivacissima Brick Lane. A Milano uno dei quartieri più fortemente identitari è sicuramente Brera per esempio e forse bisognerebbe incentivare ulteriormente le forti identità di ciascun quartiere diverso ognuno per caratteristiche proprie: penso a Nolo con le sue bottegucce o a Porta Nuova con la sua propensione al futuro. 

# Per la gentilezza dei suoi abitanti 

poeti a noleggio sotto il sole di londra
poeti a noleggio sotto il sole di londra

Sarò stata fortunata io però non ho incontrato londinesi scostanti e con la puzza sotto il naso. Capiscono subito che sei un turista italiano e sono gentili e affabili nel fornire indicazioni, consigli se si ha bisogno. Ed è così anche a Milano, dove la gentilezza fa parte del sentire comune e dell’anima più vera della città.

Perchè no

# Per i collegamenti

Maps – Trasporti Londra

Non potrebbero essere gemelle per i collegamenti, in quanto Londra ha ben 6 aeroporti, tutti ben collegati alla city, con bus e treni e persino i taxi non costano eccessivamente. Le linee metropolitane cittadine sono facili, intuitive, grazie alla identificazione con i nomi anziché con i colori come a Milano cosa che consente anche al turista straniero di orientarsi meglio. Milano è sulla buona strada, ma si può fare di più. Vero è che Londra è immensa mentre Milano è una metropoli pocket a misura d’uomo che è facile girare a piedi. 

# Per la moda

Credits: Ideogram.AI

Milano è giustamente capitale indiscussa, a livello internazionale per cui a ruota seguono vie del lusso, luxury hotels ed offerta turistica di alto livello. Guardare in giro come si vestono i milanesi è di per sé una vera e propria attrazione turistica. Insomma per la moda Milano non si tocca.

# Per la sera

Fabio Marcomin – Camden Town

A parte la stretta data di recente agli orari della movida milanese, a Londra già alle 18.30 si fa la fila per entrare al ristorante ed ahimè alle 20.30-21, senza prenotazione, non si va da nessuna parte. Dopo di che il nulla, a parte i pub dove scorrono fiumi di birra già nel pomeriggio. Forse ci si rinchiude in quei locali, non so, forse è complice il clima freddo, o forse semplicemente un modo diverso di concepire il divertimento. A scolarsi litri di birra dalle 17 in poi però i londinesi sono bravissimi.

# Per la cucina del luogo

Fabio Marcomin – Cibo pub di Londra

Non potrebbero essere gemelle nemmeno per il cibo e non è una contraddizione con quanto affermato in precedenza, perché se è pur vero che Milano offre una cucina etnica assai variegata, é altrettanto vero che non offre solo quella. A Londra non esiste un locale di cucina londinese, posto che, probabilmente, non esiste una cucina londinese.

Continua la lettura con: Visita a Londra: cosa portare della loro metro a Milano?

ALESSANDRA GURRIERI

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Per rilassarti dallo stress milanese hai deciso di provare con lo yoga

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Forse ho sbagliato classe.

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Continua con: Quando vedi qualcuno impalato a sinistra sulle scale mobili a Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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I 2 nuovi tram di lusso su cui viaggiare a Milano: dove prenderli, cosa si trova e fino a quando

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Milano si veste di arte e lusso con l’arrivo di due tram griffati Louis Vuitton e trasformati in esperienze immersive, per celebrare i vent’anni della collaborazione tra la Maison francese e l’artista giapponese Takashi Murakami. Fino al 28 gennaio, questi tram esclusivi circoleranno per le strade del centro città, scopriamo tutti i dettagli.

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I 2 nuovi tram di lusso su cui viaggiare a Milano: dove prenderli, cosa si trova e fino a quando

# Louis Vuitton x Murakami, un omaggio alla collaborazione iconica

 

Takashi Murakami, noto per il suo stile inconfondibile ispirato al movimento Superflat e alla cultura pop giapponese, ha iniziato la sua collaborazione con Louis Vuitton vent’anni fa, reinterpretando il classico Monogram della Maison in chiave colorata e giocosa. Questa partnership, nata nel 2003, ha dato vita a collezioni iconiche come Monogram Multicolor, Cherry Blossom ed Eye Love Monogram, segnando un capitolo fondamentale nella storia della moda e del design.

Per celebrare questo anniversario, Louis Vuitton ha trasformato due tram storici degli anni Venti, simboli del capoluogo lombardo, in spazi tematici che riflettono l’universo creativo di Murakami. I tram sono stati messi a disposizione da ATM e partono rispettivamente da Piazza Castello e Piazza Fontana, offrendo due esperienze completamente diverse.

#1 Cinema tram: un viaggio tra video e peluche

Il primo tram, il Cinema Tram, è un cinema itinerante dall’atmosfera suggestiva. Gli interni blu scuro, uno dei colori più utilizzati da Murakami nelle sue opere, accolgono i passeggeri in un ambiente avvolgente e artistico. A bordo vengono proiettati video che esplorano l’universo dell’artista, inclusi i due anime realizzati per Louis Vuitton, nel 2003 e nel 2009. Tra i dettagli più curiosi, si trovano peluche e decorazioni ispirate ai personaggi e ai motivi più iconici di Murakami, come i fiori sorridenti e i panda multicolori.

La partenza del Cinema Tram è prevista da Piazza Castello, una delle zone più suggestive di Milano, e il tragitto si snoda tra le vie del centro, offrendo anche uno sguardo unico sulla città.

#2 Café tram: rosa, bubble tea e libri

Il secondo tram, il Café Tram, offre un’esperienza completamente diversa, ma altrettanto affascinante. Gli interni, dominati dalle tonalità rosa e decorati con il Monogram Multicolor di Murakami, ricreano l’atmosfera di un café giapponese. I passeggeri possono sorseggiare bubble tea al lampone e assaporare biscottini mentre sfogliano una selezione di volumi dedicati alla storia della Maison e all’opera di Murakami.

Il tram dispone di mini tavolini, angoli lettura e decorazioni che evocano la tradizione kawaii giapponese, rendendo il viaggio un momento di relax e scoperta. La partenza del Café Tram è da Piazza Fontana, altra location centrale e facilmente raggiungibile.

# Un tocco di lusso nel cuore di Milano

Per salire a bordo di questi tram esclusivi, è necessario prenotare: telefonando al numero 02 00 660 88 88 o connettendosi al sito di Louis Vuitton. L’accesso è gratuito, ma i posti sono limitati, e già scarseggiano, quindi è consigliabile affrettarsi. Le fermate dei tram sono state allestite con pensiline speciali decorate con il logo LV Hands, disegnato da Murakami per la Maison nei primi anni 2000. Video promozionali, con la notissima Zendaya come testimonial della campagna, arricchiscono l’esperienza già dalla fermata.

Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di celebrazioni che coinvolgono anche il flagship store di Louis Vuitton in Galleria Vittorio Emanuele II, rinnovato per l’occasione con grafiche ed elementi esclusivi. La collezione rieditata Louis Vuitton x Murakami è stata lanciata nelle boutique il 3 gennaio, con un primo capitolo dedicato al Monogram Multicolor. Seguiranno nuovi lanci nel corso dell’anno, tra cui una linea primaverile ispirata al motivo Cherry Blossom.

# Dopo Louis Vuitton tram e metro faranno un salto di qualità con una versione luxury?

ATM con ATMosfera aveva già pensato a esperienze esclusive sui tram, offrendo eleganza e tradizione con un tocco di innovazione. Il salto di qualità dell’iniziativa di Louis Vuitton e Murakami è l’aver reso queste esperienze non solo esclusive, ma anche uniche e accattivanti. Non si tratta di una pur ottima cena in giro per Milano, ma di eventi che combinano brevità, esclusività, ingegno e creatività.

Milano potrebbe cogliere la palla al balzo e trasformare esperienze come queste in un motivo di attrazione permanente. Dai tram, il concetto potrebbe essere esteso alla metro, con percorsi creativi che non devono per forza essere di lusso: itinerari tematici che uniscono la storia della città, l’idea di una Milano futura e il genio degli artisti locali e internazionali che scelgono di venire qui.

L’iniziativa privata di lusso ha dimostrato che innovare è possibile, è ora che la città segua questo esempio.

Continua la lettura con: La «rivoluzione sotterranea»: come rendere bella la metro di Milano

MATTEO RESPINTI

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14 anni per 1,9 km di tracciato: il triste primato della M1

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Maps - Cantiere Bettola

E ne passeranno altri ancora. È una storia infinita quella dei lavori per l’aggiunta di due fermate a nord sulla linea M1. Attese entro Expo 2015, poi posticipate di anno in anno e entrati nel 2025 i cantieri sono di nuovo fermi. Sembra però aprirsi uno spiraglio. Vediamo perchè e quando dovrebbe correre i primi treni. 

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14 anni per 1,9 km di tracciato: il triste primato della M1

# Tutti i guai del prolungamento della linea verso nord

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Ne è passata di acqua sotto i ponti e anche di anni, ben 14, dall’avvio dei cantieri. Una sequela infinita di eventi ha trasformato il prolungamento della M1 verso Monza di appena 1,9 km, e due fermate, nella Salerno-Reggio Calabria del nord. Nell’ordine: i fallimenti delle ditte che avevano ottenuto l’incarico di costruire l’opera, poi è arrivata l’emergenza covid e la cassa integrazione, gli intoppi burocratici e il rincaro dei costi dovuti alla crisi energetica e all’inflazione.

Per finire la rinuncia dell’ultima azienda incaricata a proseguire, sia a causa dell’aumento dei costi che per l’inadempienza da parte del costruttore del nuovo centro commerciale “Milanord2”, al momento sparito dai radar, in merito alle lavorazioni previste per il futuro capolinea di Bettola. Il risultato è che entrati nel 2025 i lavori sono ancor fermi, quando in base al primo cronoprogramma la linea sarebbe dovuta entrare in funzione per Expo2015.

# Il recupero degli extra costi

Cartello riapertura cantiere M1
Credits: ilsole24ore.com – Cartello riapertura cantiere M1

La prima buona notizia è arrivata dal recupero degli extra costi pari a circa 30 milioni di euro, a completare di nuovo la copertura finanziaria dell’opera. Al netto di capire se il nuovo centro commerciale vedrà la luce insieme ai 2500 posti auto previsti ad utilizzo anche di chi si servirà della metropolitana, era la condizione fondamentale per indire un nuovo bando di gara.

# L’attesa per il nuovo bando della M1 verso Quartiere Olmi che dovrebbe far ripartire i cantieri anche in direzione Monza

Comune di Milano – M1 fino a Quartiere Olmi

La scelta iniziale era quella di realizzare un bando di gara dedicato. Il flop del primo per estendere la linea a ovest di tre fermate, da Bisceglie a Quartiere Olmi, ha però convinto il Comune di Milano ad agire diversamente. Nel secondo bando pubblicato alla fine del 2024, con chiusura buste a febbraio 2025, sono state infatti previste due opzioni esercitabili in maniera insindacabile da parte dell’amministrazione comunale: la costruzione del deposito ai confini con Settimo Milanese e il completamento dell’estensione della linea verso Monza. In caso di esito positivo, la base d’asta è di 485 milioni di euro, entro la fine del 2025 i cantieri infinti della metropolitana diretta a nord potrebbero ripartire contestualmente all’avvio di quelli dall’attuale capolinea di Bisceglie.

Continua la lettura con: Le 7 curiosità che non sai sulla M6, la “metro rosa” di Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 10 parole più belle del dialetto milanese

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Ph. @laltrolucaeandrea IG

Che lingua fantastica è il milanese. Queste sono le sue parole più belle. Foto cover: @laltrolucaeandrea IG

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Le 10 parole più belle del dialetto milanese

#1 Barlafus

Ph. I Barlafus (gruppo musicale)

Parola metà germanica e metà latina, definiva un utensile di poca utilità. Definisce uno che parla tanto ma che dice tante stronzate.

#2 Cadrega

Cadrega

O Cadreghino. La sedia, come simbolo di un posto gerarchicamente importante, fonte quindi di prestigio, termine usato in modo dispregiativo per i politici. Attaccati a…

#3 Scighera

Foto Claudio Furlan/LaPresse
30-01-2018 

Tipica di Milano, è l’atmosfera che si vive stando nella nebia.

#4 Rebelot

dario fo milano
Dario Fo

Gran casino, grossa confusione, un pasticcio, non ti riesci a districare.

#5 Schiscetta

Credits: @cr_eative
schiscetta

Pranzo al sacco, anche detto schiscia, infesta di cattivi odori gli uffici di Milano.

#6 Barabitt

I “piccoli Barabba“, sono i ragazzi difficili.

#7 Bagai

Ragazzo, Ue bagai, m’hai ciamà sul pùsse bel di articiocc.

#8 Baracca

Modo bellissimo e autoironico per definire l’azienda.

#9 Trumbé

L’idraulico. Non è stupendo?

#10 Dané

La quintessenza del milanese.

Continua la lettura con: Le parole del milanese derivate da lingue straniere

MILANO CITTA’ STATO

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10 leggende metropolitane d’Italia

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leggende italiane

Dal proprio passato l’Italia ha ereditato numerosissime leggende e superstizioni, ma molte dicerie hanno radici recenti che proliferano anche in quest’epoca, così moderna e tecnologica. Ecco dieci leggende metropolitane ancora vive in Italia.

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10 leggende metropolitane d’Italia

#1 Il fantasma runner (Milano)

leggende italianeIl capoluogo lombardo è popolato non solo da fantasmi medievali e antiche credenze, ma anche da un fantasma moderno che pare che infesti Parco Sempione: una donna in tuta da jogging che ogni tanto ferma qualche passante per discorrere sui danni provocati dal fumo. Una pubblicità progresso fatta fantasma, praticamente.

Leggi anche: leggende metropolitane di Milano 

#2 L’ambulanza nera (Italia)

leggende italianeDurante gli anni ‘90 circolava la voce di una temuta ambulanza nera che si fermava per rapire i bambini ed espiantare i loro organi, per venderli al mercato nero. Ad essere coinvolti in questo traffico illegale erano due finti poliziotti e due infermieri, stando alle notizie che circolavano all’epoca, provocando ansia e paura tra tutti i genitori.

#3 Il bosco dei misteri (Porto Selvaggio, Salento)

leggende italianeLe fate e gli elfi non sono solo materia di fiabe e racconti antichi: sono in molti a credere di averle avvistate nel bosco di Porto Selvaggio, in Puglia, dove i turisti giurano di aver visto insolite sfere luminose e aver sentito risate fanciullesche nel corso della notte.

#4 Avvistamento di UFO (provincia di Genova)

leggende italianeNel dicembre del 1978 una guardia giurata, Pier Fortunato Zanfretta, stava ritornando a casa verso mezzanotte, quando la sua auto si spense all’improvviso. Ad un certo punto distinse quattro luci provenire da una villa e, credendo al suo interno ci fossero dei ladri, Zanfretta avvisò inutilmente la centrale di vigilanza (ma la radio non funzionava) e entrò nella villa, armato. Non vide dei ladri, bensì “un essere enorme, alto circa tre metri, con la pelle ondulata, come se fosse grasso o avvolto in una tuta molle, comunque grigia, occhi gialli a triangolo, vene rosse sulla testa, orecchie a punta e mani con dita dalle unghie rotonde”. Zanfretta fuggì via e poco dopo vide un oggetto volante, forse un UFO, allontanarsi… un UFO che venne avvistato da altri 52 testimoni.
Che gli alieni si nascondano ancora, da qualche parte nel genovese?

Leggi anche: UFO a Milano 

#5 Il tesoro della cattedrale (Iglesias, Sud Sardegna)

leggende italianeEsistono ancora tesori in attesa di essere scoperti: tra questi c’è quello della cattedrale di Iglesias, in Sardegna, dove nel giugno del 2018 gli archeologi hanno scoperto un vero e proprio tesoro. Ma di che si tratta? Gli scavi continuano e, intanto, circolano voci di operai che continuano a trovare monete, gioielli e ogni genere di preziosi. Chissà cosa si nasconde, sotto quella chiesa…

#6 Case infestate (Italia)

leggende italianeAll’appello non possono mancare i fantasmi che infestano le dimore dei comuni mortali. Tre fra le più famose sono La Ca’ delle Anime (Voltri, provincia di Genova), gestita un tempo da una coppia di coniugi che uccideva e derubava i propri clienti, per poi seppellirli nei dintorni; Villa Magnoni (Cona, provincia di Ferrara), un edificio abbandonato che nessuno vuole più esplorare perché chiunque entri è destinato a morire in un incidente apparentemente casuale; e la Casa del Violino (Scogna Sottana, provincia di La Spezia), dove il fantasma di un violinista suicida suona ancora il suo strumento.

Leggi anche: I 5 fantasmi più terrificanti di Milano 

#7 Le farfalle dei morti (Sicilia)

leggende italianeLe farfalle potrebbero non essere semplici insetti: secondo una credenza che sopravvive ancora oggi, questi lepidotteri potrebbero essere le anime dei morti mentre viaggiano da un mondo all’altro… Guai a calpestarle: porta sfortuna!

#8 I Morkies (Trentino Alto Adige)

leggende italianeTuristi ed escursionisti potrebbero essere presi in antipatia dai Morkies, delle creature simili a nani capaci di trasformarsi in radici e rami inquietanti, tutto per rendere difficile e a volte pericoloso il cammino agli estranei.

#9 Il paese più sfortunato d’Italia (Colobraro, Matera)

leggende italiane“Ma vai a quel paese!”, si dice spesso, quando si è in collera con qualcuno. Ebbene, “quel paese” esiste veramente e si trova in Basilicata: si tratta di Colobraro, considerato il paese più sfortunato d’Italia. Questa fama risale a poco prima della Seconda Guerra Mondiale, quando a Colobraro viveva un gruppo di streghe, tra cui la famosa “Cattre” (ossia Maddalena Larocca, la cui esistenza è documentata da foto dell’epoca).

#10 La vecchina fantasma (Genova)

leggende italianeI fantasmi “moderni” esistono: ne è esempio la vecchina del centro storico di Genova, che ogni 5 anni appare come spettro mentre cerca disperatamente Vico dei Librai, una via che però non esiste più. Venne avvistata per la prima volta nel 1989, quando fermò alcuni passanti per chiedere loro, in dialetto genovese, dove si trovasse quella strada. Addirittura pagò un ragazzo per avere quell’informazione, lasciando al giovane una moneta da cento lire del 1943.

Continua la lettura con: La villa più infestata del mondo è a un’ora da Milano

VANESSA MARAN

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La città più piccola al mondo ad avere una linea di tram

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Credits bahnverkehr_oberoesterreich IG - Traunsee Tram

Questa località ha una sola linea di tram che per anni ha detenuto un record assoluto. Scopriamo dove si trova e per quale altro motivo è famosa.

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La città più piccola al mondo ad avere una linea di tram

# L’unica linea, lunga 2,3km, è stata per anni la più corta al mondo

Credits bahnverkehr_oberoesterreich IG – Traunsee Tram

Si trova sulle sponde del lago Traunsee in Austria, a circa 400 metri d’altitudine, il più piccolo comune al mondo a possedere una linea di tram urbana. Si chiama Gmunden è ha 13.199 abitanti. L’unica linea di tram esistente, inaugurata il 13 agosto 1894, è gestita dalla Stern & Hafferl e si sviluppa lungo soli 2,3 km per 8 fermate e per anni è stata la linea tranviaria urbana più corta al mondo. In costruzione ci sono altre 5 nuove fermate lungo il tracciato.

Di Maximilian Dörrbecker (Chumwa) – Opera propria – Percorso Tram Gmunden

Leggi anche: Una METROPOLITANA unica al MONDO: è la più alta, la più corta e nel paese più piccolo

# La città della ceramica dal 1492

Credits living_in_gaensanger IG – Gmunden

Questo comune austriaco è conosciuto nel mondo soprattutto per un altro motivo, per la sua produzione artigianale della ceramica, dal 1492, e in particolare per il decoro “fiammato verde”.

Credits gmundner.keramik IG – Gmundner Keramik Manufaktur

Nella Gmundner Keramik Manufaktur vengono prodotti ogni giorno 5.000 pezzi, piatti, tazze, vasi, caratterizzati da disegni leggeri su sfondo bianco nei tipici colori verde o rosso, grigio, giallo, blu e multicolore “Geflammt”.

 

Continua la lettura con: La SABBIERA: il TRAM passe-partout, l’unico senza passeggeri di Milano

FABIO MARCOMIN

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25 personaggi da tenere d’occhio a Milano nel 2025: le loro sfide più grandi

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Puntuale come il capodanno arriva il momento delle liste per l’anno nuovo. Una delle più attese è quella dei personaggi da tenere d’occhio. Alcune conferme, qualche novità. Ma soprattutto quale può essere la sfida più ambiziosa che li attende dietro il varco?

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25 personaggi da tenere d’occhio a Milano nel 2025: le loro sfide più grandi

#1 Manuel Agnelli: stimolerà una nouvelle vague della musica di qualità?

manuel-agnelli

Fondatore e frontman degli Afterhours, a 50 anni ha perso la verginità facendo il giudice di XFactor. Dal primo talent l’uomo che ama l’ombra, alfiere dell’underground, è venuto alla luce. La sua grande sfida: difendere la musica dall’appiattimento cosmico del mondo contemporaneo. Da questa sfida prenderà finalmente vita un uomo nuovo capace di stimolare la nascita di una music vague italiana di qualità?

# Marina Berlusconi: cavalcherà un vero rinnovamento culturale?

Ph. @lepiùaffascinantidimilano IG

Tanto il padre era appariscente fino a essere esagerato, tanto la figlia è discreta. Incarna stile e sobrietà tipiche della milanesità e, forse, di un’epoca ormai tramontata. Questa sua capacità di agire senza clamori la porta a essere al centro di rumors in ogni ambito: con lei ci si sente un po’ tutti come Drogo, il protagonista del Deserto dei Tartari, con lo sguardo fisso verso l’orizzonte ad attendersi il suo arrivo salvifico. Forse lo scenario più ambizioso sarebbe quello di vederla cavalcare un vero rinnovamento culturale: qualcosa che possa rimettere l’Italia all’avanguardia internazionale?

# Stefano Boeri: farà ruggire la Triennale?

stefano boeri architetto

L’eterno enfant prodige della scena milanese. Per quanto abbia fatto già cose magnifiche sembra sempre sulla rampa di lancio, come se da lui ci si aspettasse sempre qualcosa di più. Come l’amico che ogni volta che ti racconta con entusiasmo qualcosa che ha fatto, tu gli dici sempre, sì, vabbé, bravo, ma adesso? Forse questo lo percepisce anche lui che pare inquieto come un adolescente. Forse la grande incompiuta del suo lavoro è la nuova Triennale di cui è Presidente: per quanto venga fatto, non sembra mai abbastanza, pare sonnecchiare quando dovrebbe ruggire. Il 2025 sarà l’anno in cui la Triennale risplenderà tra le istituzioni culturali più ispiranti a livello mondiale?

# Urbano Cairo: elaborerà una visione per la Milano del futuro?

urbano-cairo

Su di lui aleggia ogni tipo di sospetto. Dopo aver percorso una carriera fotocopia di Berlusconi gli manca l’ultimo tassello. La politica. A Milano lo sussurrano in molti: sarà il candidato sindaco alle prossime elezioni. Ma se davvero la politica è il suo orizzonte, forse è il momento di osare dove hanno fallito tutti i suoi predecessori: elaborare un progetto, una visione per la città del futuro. 

# Marina Caprotti: sarà una stella polare per la crescita della comunità milanese?

La donna che regge il supermercato “più amato dai milanesi”. La sua sfida è dunque innanzitutto quella dell’Esselunga, assediata da supermercati di qualità e da quelli low cost: ogni cambio di stagione si parla di una cessione a qualche multinazionale straniera. Per Milano sarebbe un colpo da ko. Resisterà? E, soprattutto, sarà in grado di fare quello che facevano i grandi capitani di industria del nostro passato, diventando una stella polare per una crescita della comunità e del ruolo della città intera in Italia e in Europa?

# Lionello Cerri: riporterà il cinema italiano ai fasti del passato?

lionello-cerri 

Il Ludovico il Moro del cinema milanese. Con l’Anteo si è costruito negli anni l’immagine del difensore del cinema di qualità, quello un po’ con la puzza sotto il naso che a volte sembra avere successo solo nell’Area C. L’uomo delle arene per le proiezioni all’aperto e dell’intuizione del Palazzo del Cinema, dove attorno alla visione di un film si può sperimentare un po’ di tutto. La sua sfida per il 2025 pare sempre la stessa: riuscire a resistere in un settore divorato dallo streaming e dalla mancanza di storie all’altezza dei grandi del passato. Che la nuova svolta sia proprio questa: promuovere la produzione di un cinema che riporti l’Italia ai fasti del passato? 

# Regina De Albertis: sarà madre di un progetto politico lungimirante per Milano?

regina_de_albertis IG

Altro nome che circola nei corridoi dei palazzi di milanesi come possibile candidato sindaco alle prossime elezioni. In effetti, si è concluso per la figlia imprenditrice del grandissimo e mai dimenticato Carlo un anno intensissimo, nella veste di prima presidente donna di Assimpredil Ance, Associazione delle imprese edili e complementari di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Un mandato che scade proprio nel 2025. A quel punto varcherà il Rubicone, presentando un progetto serio e realmente di impatto per la politica milanese?

# Fedez: sceglierà la luce o l’oscurità?

Credits: tpi.it

Dopo un 2024 turbolento come una traversata dell’oceano in solitaria, il 2025 sembra porsi come l’anno della verità per l’artista di Rozzano. Probabilmente rappresenta un simbolo dei tempi, rappresenta tutto e il contrario di tutto: bene e male, musica di qualità e di plastica, lotte sociali e pestaggi fuori dalla discoteca. In sintesi, è un casino. Forse la grande sfida che lo attende è innanzitutto interiore: tra lato chiaro e quello oscuro della forza, riuscirà a scegliere co coerenza da che parte stare?

# Chiara Ferragni: uscirà del buen ritiro degli amori da rotocalco?

Curioso che in ordine alfabetico dopo Fedez venga lei, la donna a cui nei Ferragnez non è bastato avere la prima metà. Non si è ancora capito bene come la storia degli Al Bano e Romina della nostra epoca sia giunta alla fine, ma i riflettori hanno ricominciato ad accendersi sulla bocconiana più fashion. Per ora per i nuovi amori. Ma tra chi da lei si attende qualcosa in più di qualche bacio da rotocalco, ci si aspetta per quest’anno qualcosa di nuovo a livello imprenditoriale, sociale o, comunque, che si estenda oltre gli orizzonti della sfera privata. Saprà compiere il grande passo con coraggio e grandezza d’animo?

# Selvaggia Lucarelli: sarà la sua metamorfosi da moralizzatrice a faro?

selvaggia-lucarelli

Altro prodigio dell’ordine alfabetico. Dopo Fedez e Ferragni ecco la donna che molti vedono come la bomba che ha fatto esplodere il matrimonio più ambroginato di Milano. Per una volta l’altra donna non è stata chi ha avuto un flirt birichino, ma chi invece ha scoperchiato in pubblico i panni sporchi della coppia. Anche per la Torquemada delle celebrità, il 2025 rappresenta un anno fondamentale, in cui la vita sembra invitarla a risolvere la sua miniera di contraddizioni. Fa la radical chic ma irrita i radical chic, fa la bridget jones da eterna mollata anche se è felicemente accasata, scrive in modo divino ma tende a perdersi nel tiro al bersaglio della mediocrità. Il meglio di sé a mio avviso lo dà quando si libera dall’ipercritica per fiutare talenti o segnalare intriganti novità. Il 2025 sarà l’anno della scelta tra fare la moralizzatrice delle anime in pena o diventare un faro per l’intelligenza?

# Maurizio Lupi: farà qualcosa di diverso per coronare il suo sogno più grande?

Altro possibile candidato sindaco. Non si capisce se il suo nome sia stato fatto per appoggiarlo o per bruciarlo, come spesso accade a chi viene nominato troppo presto. Non è un mistero che da circa 400 anni il grande sogno di Maurizio Lupi sia di entrare a Palazzo Marino dalla porta principale. Ma ogni volta quando si arriva in area di rigore succede sempre qualcosa che lo trattiene in panchina. Forse quello che gli manca è proprio quello di attendere un’investitura da qualcun altro. Che il 2025 sia l’anno in cui finalmente si metta a ballare da solo elaborando qualcosa di nuovo per il futuro di Milano?

# Pierfrancesco Majorino: riuscirà a incarnare un progetto unitario?

(MILANO – 2023-01-09, Maria Parmigiani) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Passiamo dall’altra parte della barricata. Dove ufficialmente regna indisturbato il sovrano. Ma in realtà sotto i banchi sgambettano tanti piedi. Si avvicina la fine del secondo e ultimo mandato di Sala e sono in molti a sperare di prenderne il posto senza cambi di casacca. Tra i più motivati c’è sicuramente lui, l’ala sinistra di lotta e di governo, che da anni rappresenta l’alter ego fumantino di Per Maran, uniti dal nome, dall’area politica, dal sogno di diventare sindaco. Ma divisi da tutto il resto: messi assieme sarebbero un sindaco perfetto? Forse la sfida che attende Majorino è quella di scrollarsi i troppi “troppo” di dosso: troppo ideologizzato, troppo schierato, troppo aggressivo, troppo divisivo. E forse anche troppo poco civico, inteso come capace di incarnare un progetto unitario più che una bandiera sotto cui ripararsi. 

# Paolo Maldini: tornerà a salvare il Milan?

Ph. @paolo.maldini.fan IG

Forse sta scontando il karma. Ha trascorso un paio di secoli a tirare la maglietta degli avversari e ora non può godersi in pace la pensione del calciatore senza che ogni giorno non ci sia qualcuno che lo tiri per la giacchetta. D’altra parte l’unico momento felice per i milanisti nell’ultimo decennio è stato il suo breve ritorno. Veni, vidi, vici e cacciato. Uno scudetto, un derby di semifinale di champions e poi mandato via dai cowboy della diligenza rossonera ripiombata subito dopo nel caos. La sfida che lo attende è quella di entrare in un nuovo progetto. O meglio, sempre lo stesso: salvare il Milan. 

# Marracash: segnerà a San Siro?

Credits: chiamarsimc.com

L’anno della consacrazione o della caduta? La sfida è super ambiziosa: riempire San Siro in due date consecutive: 25 e 26 giugno. Per l’artista nato e cresciuto nell’underground della musica è arrivato il momento della verità. Riuscirà a varcare le soglie di una nicchia per arrivare a un successo di massa. E, soprattutto, riuscirà a farlo senza annacquare la sua qualità?

# Letizia Moratti: contribuirà a qualcosa di appassionato per Milano (senza troppo ego o secondi fini)?

moratti

La donna più inquieta della politica italiana. Qualunque sia la sfida non si tira mai indietro, dove c’è un palco sgomita fino a che non ci sale sopra. C’era un periodo che sembrava destinata a essere la Thatcher italiana, poi la storia ha iniziato a diventare una spirale per lei, ancora piena di lividi per la batosta subita da Pisapia. Nel 2025 riuscirà a essere parte di qualcosa di nuovo e a contribuire al progetto senza sconfinamenti di ego? Magari realizzando qualcosa di stimolante e spassionato per Milano in modo collaterale alla politica. Sarebbe un gran bene per tutta la città.

# Miuccia Prada: indosserà una nuova veste a Milano?

Il suo nome risplende lungo le più eleganti strade del mondo. E la sua Fondazione ha ridato luce a un intero quartiere. Miuccia Prada rappresenta il sogno proibito di sindaco per molti milanesi, quelli che la vorrebbero come madre di una comunità unita a riportare Milano alle altezze che merita. Ma finora non ha deviato neppure di un centimetro per le sirene della politica. Nel 2025 la si vedrà in una nuova veste?

# Ferruccio Resta: a quale chiamata risponderà?

Quando si parla di una nuova carica importante a Milano, nella lista dei nomi possibili spunta sempre il suo. Sia da sinistra, che da destra. Ancor più se si parla del prossimo sindaco. Un uomo che ha la dote di mettere assieme quando in politica tendono a vincere quelli che dividono in buoni e cattivi. Tornerà la stagione adatta perché lui risponda a quella che sembra la sua vocazione?

# Le 4 rettrici delle università di Milano: metteranno le ali alla formazione accademica milanese?

Per le università milanesi è una fase epocale. Quattro rettrici: Elena Beccalli in Cattolica, Marina Brambilla in Statale, Giovanna Iannantuoni in Bicocca (anche presidentessa della Crui, la Conferenza dei rettori di tutte le università italiane) e Donatella Sciuto del Politecnico. Anche se per alcune di loro già si parla di un futuro nella politica milanese, la vera sfida è quella di trasformare le università milanesi da luogo di conservazione del sapere a punto di riferimento per l’innovazione formativa, capace di portare lo studio accademico più al passo dei tempi di una società radicalmente trasformata negli ultimi anni. 

# Beppe Sala: svelerà il suo nuovo orizzonte?

sala

Giorno dopo giorno con l’avvicinarsi della scadenza del suo mandato aumenta il volume della domanda: che cosa farà Beppe Sala? In molti sono disposti a puntare su un suo ruolo di primo piano come federatore di un’alleanza di sinistra a livello nazionale. Anche se non è un mistero che i suoi modi di fare non siano molto in sintonia con la politica romana. Il 2025 porterà una risposta a questa domanda?

# Alessandro Sallusti: oltre la parola ci sarà di più?

Parlando di candidati sindaci il suo è il nome più fresco. Annunciato dal centro destra è stato subito impallinato dal centro destra. Addirittura da chi gli sta più vicino: Vittorio Feltri. Un giornalista a Palazzo Marino? Se davvero la proposta è seria, il 2025 gli servirà a dimostrare di nono essere solo un uomo di parola. 

# Matteo Salvini: dal tramonto all’alba?

C’è stato un momento che sembrava avere l’Italia nelle sue mani. Era il 2019. Poi è iniziata una discesa che ad alcuni sembra un lungo e soleggiato viale del tramonto. Non è un mistero che una sua grande ambizione sia di governare la sua città, una città che sembra però non averlo mai amato. Anzi. L’impressione è che il 2025 sarà un anno per lui decisivo. Ma servirà una sterzata coraggiosa e lungimirante. 

# Stefano Zecchi: riporterà la Bellezza a Milano?

Spesso nella storia di Milano i grandi riformatori vengono da fuori. Lo stesso patrono della città proviene da Treviri, oggi città tedesca. Che possa essere anche il caso del Prof. Zecchi, orgogliosamente veneto ma grande innamorato di Milano, dove ormai vive la maggior parte della sue giornate? L’ex assessore del comune di Milano è tra le personalità più attive sulla scena culturale cittadina e nazionale, anche per i ruoli rilevanti che riesce a ricoprire, che spaziano dal consiglio del comune di Venezia al CDA della Triennale, passando attraverso la presidenza del Museo delle Scienze di Trento e della Fondazione Accademia Internazionale di Scienza della Bellezza, fino ad arrivare alla presenza nel Consiglio generale della Società Dante Alighieri. Per non farsi mancare niente, ha anche pubblicato il suo ultimo romanzo dal titolo che sembra evocativo per una nuova stagione della cultura milanese: Resurrezione. Sarà proprio questa la grande sfida che attende Milano per il 2025: una vera e propria resurrezione nella politica, nella cultura e, in generale, nella visione del futuro? E, in questo caso, Zecchi riuscirà a essere uno dei grandi protagonisti di questa azione, orientandola verso l’ambito che lo ha reso celebre: la Bellezza?

Continua la lettura con: Un futuro più internazionale per Milano?

ANDREA ZOPPOLATO

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La «Tosa Porno» al Castello Sforzesco: la sua storia e il suo significato scandaloso

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Porta Vittoria un tempo aveva un altro nome: si chiamava Porta Tosa. Una delle leggende metropolitane era che questo nome era dovuto all’alto numero di belle ragazze (“tose”, in dialetto milanese) in questo quartiere.
La verità è un’altra.

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La «Tosa Porno» al Castello Sforzesco: la sua storia e il suo significato scandaloso

tosa che si rasa

# La donna che si rade

“Tosa” in questo caso significa “rasata”. In passato corso di porta Vittoria era chiamato “Borgo di Porta Tonsa” e prendeva il nome da una scultura del XII secolo sovrastante la porta fino al 1848 e che ora viene esposta al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco.
La scultura ritraeva una figura femminile, immortalata nell’atto di radersi il pube con un rudimentale rasoio.
Ma che significa questa immagine così provocatoria?

#1 Gesto per scacciare il malocchio?

Esistono diverse ipotesi sul suo significato.
La prima è che potrebbe rappresentare una pena di derivazione celtica anticamente inflitta alle adultere e alle prostitute, secondo la quale le donne dovevano mostrare le vulve rasate per scacciare il malocchio.

#2 La Marianna di Milano?

La seconda è un atto di ribellione. Quando nel 1162 Milano era assediata dalle truppe di Federico Barbarossa si dice che una fanciulla, per distrarre i soldati nemici, apparve sul balcone con le vesti sollevate nell’atto di radersi.

#3 L’offesa all’Imperatrice

Ma l’ipotesi forse più quotata è la terza. Risale all’epoca in cui alcuni cittadini milanesi si recarono a Costantinopoli a chiedere aiuti per ricostruire la città. L’imperatrice di Costantinopoli Leobissa si oppose. I milanesi, in segno di scherno, la raffigurarono in atto di radersi e la posero sulla porta che dava verso Oriente.

Continua la lettura con: La nevicata del secolo

MILANO CITTA’ STATO

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La nuova mappa della metro: le 4 novità e la “super-mappa” all’orizzonte

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Mappa Atm metro e linee S

Le linee suburbane e il passante erano le mancanze più evidenti nelle precedenti versioni della cartina del trasporto pubblico. Vediamo come è cambiata negli ultimi anni.

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La nuova mappa della metro: le 4 novità e la “super-mappa” all’orizzonte

# Nella mappa aggiornata sono state inserite le linee suburbane e la futura M4

Prima
Prima

Fino a qualche anno fa la cartina della rete metropolitana milanese era carente nel mostrare l’integrazione della rete metropolitana con quella suburbana e il passante, indicate con un’unica linea blu con le direzioni alle estremità in base alle destinazioni (immagine in alto). 

Nella versione aggiornata della mappa ATM affissa nelle stazioni metropolitane e nei convogli dei treni, da qualche mese vede l’aggiunta di tutta la linea M4. Non solo: si è anche fatto un deciso passo in avanti per risolvere queste criticità. Questi sono i cambiamenti più interessanti rispetto al passato. 

Ora

#1 Indicazione di tutte le linee S con specifica colorazione

Sono state inserite tutte le linee suburbane ognuna con la sua specifica colorazione per distinguerle, dalla S1 alla S13. Si riconoscono perché vengono indicate con delle linee più strette rispetto a quelle delle linee metropolitane.

#2 Inserimento del passante

Nella mappa è stato aggiunto il passante, il tratto di ferrovia urbana sotterranea tra Porta Vittoria e Lancetti che taglia in diagonale la città, che raggruppa quasi tutte le linee S che passano a Milano.

#3 Migliorata l’indicazione del collegamento Cascina Gobba M2- Ospedale San Raffaele

Il collegamento tramite MeLA tra Cascina Gobba M2- Ospedale San Raffaele è visibile e soprattutto direzionato correttamente verso sud est invece che verso ovest.

#4 Indicazione delle zone tariffarie da Mi1 a Mi6

Infine sono esplicitate le nuove zone tariffarie previste dal nuovo sistema tariffario integrato dei trasporti introdotto nel 2020, fino alla Mi6. La Mi1 indica il Comune di Milano, le numerazioni successive a corone circoncentriche si allargano fino a tutta la Città Metropolitana e alla Provincia di Monza Brianza.

Leggi anche: La nuova mappa della metro di Milano

# La “Super-Mappa”: fermate fuori Milano e Aeroporto di Malpensa

Credits: Nicola Russi

Si può però ancora migliorare. Per essere ancora più funzionale la cartina ATM dovrebbe riportare anche tutte le fermate fuori Milano e Regione Lombardia delle linee S per dare informazioni sia al pendolare che viene in città e sia al milanese che deve uscire all’esterno, comprese quelle che portano all’aeroporto internazionale di Malpensa. Ad esempio questa qui sopra è una mappa integrata realizzata dal Prof. Nicola Russi,che mostra in modo chiaro tutte le destinazioni raggiungibili dalla città e viceversa come arrivare da tutta la regione e anche dalla Svizzera. 

Continua la lettura con: La mappa della Milano «politicamente scorretta»

FABIO MARCOMIN

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MTV Italia, Milano è in fermento

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Non era solo un canale tv. E’ stato il colore di Milano.

MTV Italia, Milano è in fermento

Credits: @mtvitalia
MTV Italia oggi

1997. Dopo una grande attesa prende il via MTV Italia. Parte subito con il botto con gli MTV Day in cui spadroneggiano gli U2. Prima di allora gli italiani avevano conosciuto la musica in video grazie alle finestre del pomeriggio di DeeJay Television ma soprattutto attraverso gli schermi di VideoMusic, piccola e ancora artigianale tv che trasmetteva dalla Toscana. VideoMusic con i suoi video in successione, accompagnati di solito da semplice didascalie, è stata per molti la colonna sonora che faceva sfondo allo studio o al lavoro, un’alternativa alla radio di cui replicava tempi e programmazione. L’impatto di VideoMusic in Italia è stato forte. Ma se oggi la si confronta con quello che è stata MTV Italia, sembra la preistoria. 

Nel mondo MTV già spopolava. Nel Vecchio Continente era arrivata con MTV Europe che trasmetteva in inglese con musica nella stessa lingua. Il colosso della musica in televisione ha capito che in molti paesi la musica locale era un fattore di identità e gli artisti nazionali riscuotevano un interesse sempre maggiore. Per non perdere il mercato bisognava diversificare l’offerta: i principali paesi in Europa dovevano avere una loro MTV. Così fu anche per l’Italia. 

Inizialmente anche le trasmissioni in lingua italiana provengono da Londra. Ma dopo il primo anno MTV diventa italiana a tutti gli effetti, spostandosi a Milano. Gli uffici sono in San Babila dove si riuniscono i creativi. Mentre i programmi vengono trasmessi dagli studi di una traversa del Naviglio Martesana: ben presto si riconosce il posto dalle frotte di ragazzini e ragazzine che attendono gli ospiti e i vee-jay. Già i vee-jay. Un’invenzione di MTV: i dee-jay che mettono la faccia e diventano l’emblema del canale. In breve diventano più rockstar delle stesse star della musica. Oggi ci sono gli influencer, allora i volti più familiari erano Andrea Pezzi, Marco Maccarini, Kris & Kris, Giorgia Surina, Camila Raznovich, Valeria Bilello, Victoria Cabello, Enrico Silvestrin, Alessandro Cattelan, Massimo Coppola e gli altri volti di MTV quasi più celebri degli stessi cantanti. 

Ma l’impatto di MTV non è rimasto sugli schermi: ha tracimato in tutta Milano.
MTV Italia nei suoi primi anni, sotto la guida di Antonio Campo dall’Orto, è stata uno tsunami di creatività in un panorama televisivo che stava diventando asfittico. La creatività ha riguardato i programmi che costituivano un collaterale della musica, ma ha anche orientato la produzione artistica. Con MTV Italia si è affermata una musica più indipendente e d’avanguardia rispetto a quella che girava nelle grandi radio e che si vedeva nelle ospitate televisive. E Milano è diventata il centro polare di una scena musicale per certi versi irripetibile, soprattutto da quando si sono affermati i talent show.

Anche perché a fine anni Novanta Milano era un immenso talent show. Con gruppi e cantanti che si esibivano ovunque, sperando di arrivare in uno dei programmi di MTV. Senza MTV Italia grandi protagonisti della musica di allora, come i Blu Vertigo di Morgan, gli After Hours di Manuel Agnelli, i Casinò Royale, i Marlene Kuntz, i Prozac +, i Verdena o i Subsonica forse sarebbero rimasti nei sottoscala in un’eterna gavetta. Invece molti di loro hanno sbancato, diventando una miccia per una creatività che rifuggiva il conformismo del mainstream e del politically correct. Ma l’impatto di MTV Italia non riguardava solo la musica: il fatto di produrre programmi sperimentali faceva di Milano la terra promessa per chiunque avesse qualcosa di originale, dall’autore al disegnatore, dallo scenografo al programmatore.

Nei primi anni di MTV Italia Milano era il centro di un fermento di creatività trasversale che ha portato un colore e un’energia mai più rivissuta in seguito. Forse la Milano di oggi avrebbe bisogno proprio di questo, sopra ogni altra cosa. Di più colori, di più energia, di sognare nuovi orizzonti, infrangendo la prigione mentale dell’omologazione e della paura del giudizio degli altri. 

#milanograffiti

Continua la lettura con: La prima discoteca di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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10 invenzioni diffuse nel mondo che non sapevi fossero italiane

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Credits thisisdanielle_ IG - Moon Boot

La genialità è sempre stato una delle migliori caratteristiche riconosciute agli italiani dal resto del mondo. Sono molte infatti le invenzioni che sono nate in Italia o partorite dalla mente dei nostri concittadini. Scopriamo quelle che forse non tutti conoscono.

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10 invenzioni diffuse nel mondo che non sapevi fossero italiane

#1 Moonboot, la classica calzatura doposcì, è stata inventata dal veneto Giancarlo Zanatta

Credits thisisdanielle_ IG – Moon Boot

Moon Boot è la classica calzatura doposcì indossata da anni da milioni di sciatori. La sua invenzione si deve a Giancarlo Zanatta, imprenditore e produttore di scarponi di Montebelluna, che prese ispirazione dagli scarponi indossati dagli astronauti e ne registrò il marchio nel 1978 con la sua azienda Tecnica.

#2 Alla fine degli anni ’20 del ‘900 a Fiumicino volò il primo prototipo di elicottero funzionante e utilizzabile

Credits Ale g878 wikiepdia – D’AT3

Dopo diversi tentativi andati a vuoti di realizzare un elicottero realmente funzionante, l’ingegnere italiano Corradino D’Ascanio e il barone Pietro Trojani riuscirono nell’intento. Nel 1925 fondarono la Società D’Ascanio-Trojani che dopo i primi due prototipi D’AT1 e D’AT2, realizzarono il D’AT3 dotato di due rotori coassiali e controrotanti. Pilotato dal maggiore Marinello Nelli all’aeroporto di Ciampino di Roma si rivelò il primo prototipo di elicottero funzionante e utilizzabile.

#3 Nel 1449 si tenne a Milano la prima lotteria pubblica al mondo

Credits ChiniGaray-pixabay – Lotteria

L’inventore del primo gioco della lotteria si fa risalire al banchiere milanese Cristoforo Taverna. In piazza Sant’Ambrogio a Milano, il 9 gennaio 1449 si tenne la prima lotteria pubblica al mondo, con lo scopo di aiutare le esangui casse della Aurea Repubblica Ambrosiana, allora in guerra contro Venezia.

Leggi anche: In Sant’Ambrogio si tenne la PRIMA LOTTERIA pubblica del mondo: poi ci copiarono francesi e inglesi 

#4 Negli anni ’60 un’azienda fiorentina registrò il marchio Autovelox

Credits Alexss2011 – wikipedia – Fiorello Sodi inventore autovelox

Il marchio Autovelox è stato registrato dell‘azienda fiorentina Sodi Scientifica negli anni ’60 e in Italia viene comunemente utilizzato riferendosi genericamente a tutti i misuratori di velocità su strada dei veicoli. La commercializzazione degli Autovelox in Italia è cominciata nel 1972, in altri Paesi del mondo vengono comunemente chiamati radar o cinemómetros.

#5 Enrico Fermi progettò e guidò la costruzione del primo reattore nucleare a fissione

Credits distelAPPArath-pixabay – Reattore nucleare

Fu Enrico Fermi a progettare e guidare tra la fine degli anni ’30 e gli inizi degli anni ’40 la costruzione del primo reattore nucleare a fissione che produsse la prima reazione nucleare a catena controllata. Fu anche uno dei direttori tecnici del Progetto Manhattan che portò alla realizzazione della bomba atomica.

#6 A San Paolino vescovo di Nola è attribuita l’invenzione della campana con batacchio interno

Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Campana

Secondo una leggenda, la campana con batacchio interno sarebbe un’invenzione italiana: sarebbe stata introdotta da san Paolino vescovo di Nola nel V secolo. Tale vescovo è infatti considerato dalla Chiesa il patrono dei campanari “ad orbis”, poiché a lui è attribuita, per convenzione, l’invenzione delle campane come oggetto utilizzato in ambito ecclesiastico.

#7 Il violino, invenzione del bresciano Salò nella metà del ‘500

Credits hauntedjack -pixabay – Violino

La tradizione assegna l’invenzione del violino all’italiano G. da Salò, verso la prima metà del ‘500, primo liutaio bresciano di grande fama. Il primo violino conosciuto che abbia tutte le caratteristiche dello strumento è quello di A. Amati, risalente al 1570 circa, che insieme ai suoi figli diede inizio alla scuola cremonese di liutai. Tra i nomi più famosi G. Guarneri del Gesù e di Stradivari.

#8 Il brevetto del cono gelato fu depositato da Italo Marchioni nel 1903

Credits StockSnap-pixabay – Cono gelato

Risale al 1903 l’invenzione del cono gelato ad opera dell’italiano originario del Cadore Italo Marchioni. Il brevetto fu depositato a Washington D.C. e dopo 120 anni di storia è ancora uno dei prodotti di food design italiani più importanti e famosi in tutto il mondo.

#9 La radio, brevettata da Marconi alla fine dell’800

Credits makamuki0-pixabay – Radio antica

Fu Guglielmo Marconi a brevettare la radio il 2 luglio 1897 a Londra. La prima comunicazione avvenne nel dicembre del 1901 quando una radio transatlantica coprì una distanza di 3.200 km da Poldhu, Regno Unito, a St. Johns, Terranova. 

#10 L’invenzione del telefono viene riconosciuta a Meucci

Credits AlLes-pixabay – Telefono

Nel 1849 Antonio Meucci nel corso di esperimenti di elettroterapia scoprì la trasmissione della voce per via elettrica, divenendo il primo pioniere del telefono elettrico della storia. Considerato a tutti gli effetti l‘inventore del telefono, nonostante la diatriba giudiziaria con Graham Bell, nel 1871 ha brevettato un apparecchio, chiamato telettrofono, che permetteva di comunicare a distanza.

Fonte: Wired

Continua la lettura con: PORTA TENAGLIA, la porta sconosciuta di Milano

FABIO MARCOMIN

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M6, M7, M8, M9 e M0: le linee metropolitane che mancano nel futuro della rete milanese

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M8

La metropolitana di Milano sta espandendo la sua rete ma ci sono ancora numerose tratte non servite che potrebbero essere coperte da nuove linee. Vediamo alcune ipotesi.

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M6, M7, M8, M9 e M0: le linee metropolitane che mancano nel futuro della rete milanese

#1 Il tracciato per la M6 verso Opera a sud e in direzione di Baranzate e Bresso a nord

M6

La futura linea metropolitana M6 dovrebbe transitare a sud lungo l’asse di via Ripamonti con capolinea a Opera, mentre verso nord con passaggio dall’Arco della Pace e Corso Sempione e due diramazioni: una verso Baranzate e l’altra verso Bresso. Le altre linee intercettate sarebbero la M4 a Santa Sofia, la M3 a Missori e Maciachini, la M1 e M2 a Cadorna e la M5 a Gerusalemme oltre alla linee S e R.

#2 La M7 sul tracciato della metrotranvia nord con prosecuzione a Molino Dorino M1

M7

Il tracciato di una ipotetica M7 potrebbe ricalcare quello della futura metrotranvia nord con prosecuzione fino a Molino Dorino M1 e fermate intermedia a Stephenson e MIND.

#3 La M8, la vera Circle Line di Milano

M8

Il percorso di una eventuale M8 potrebbe essere quello della vera Circle Line di Milano. Percorrendo in parte il tracciato della filoviaria 90/91, e in parte un tracciato più esterno, andrebbe a realizzare una metropolitana circolare chiudendo l’anello ad ovest e intersecando tutte le altre linee con fermate strategiche come quella del Villaggio Olimpico o del nuovo quartiere di Merezzate.

#4 La linea M9, la linea semicircolare esterna

M9

La linea M9 potrebbe invece avere un percorso semicircolare più esterno che da Lotto M1-M5 intersechi la M4 a Frattini, attraversi il Vigentino e correndo sul quadrante est della città si incroci a Cascina Gobba per poi terminare a Sesto FS.

#5 La linea M0, la piccola Circle Line

M0 – Circle Line interna

La M0 potrebbe essere una piccola metropolitana circolare interna che ricalca parzialmente il percorso dell’attuale tram 9 e del tram 10.

#6 Il prolungamento a sud della M2

Prolungamenti M2 a sud

La linea M2 potrebbe essere prolungata a sud est in direzione Gratosoglio, poi con fermate a Selvanesco, Nosedo, Rogoredo, Chiaravalle e capolinea a Poasco, a sud ovest con 6 fermate fino a Binasco.

#7 La metrotranvia rapida per la linea Milano-Limbiate o la trasformazione in metropolitana con estensione della M3

Milano Limbiate

La metrotranvia Milano-Limbiate, chiusa per motivi di sicurezza, si potrebbe trasformare in metrotranvia rapida o in alternativa ridurre il numero di fermate per fare diventare il tratto tra Comasina e Limbiate un prolungamento della linea M3.

Continua la lettura con: La “storia infinita”; giunge al termine? Sala annuncia la data dell’INAUGURAZIONE M4

DOMENICO BULZIS

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I 5 locali più assurdi di Milano

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Credits iperattivo IG - Iter

Se si vuole trascorrere una serata fuori dall’ordinario, Milano è la città perfetta. Dai cocktail bar allestiti in una chiesa ai ristoranti in stile anni Sessanta, sono molti i locali particolari che si trovano nel capoluogo lombardo. Vediamo insieme quali sono.

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I 5 locali più assurdi di Milano

#1 Tranvai, una birretta a bordo di una tram

Credits larobadirobi IG – Tranvai

Situato nel parco della Martesana, Tranvai sorge nello storico tram 1522. Nata nel 1928, la serie di tranvai 1500 è resistita alla dittatura, alla seconda guerra mondiale, agli anni di Piombo ed è quindi diventata il simbolo di Milano. Acquistato negli anni ’90 da un anziano signore, il tram 1522 era un semplice baretto di quartiere. Ora, gestito da quattro giovani ragazzi, il Tranavi è rinomato per l’economico aperitivo, accompagnato da un abbondante tagliere di salumi e formaggi. Nota: riapre a marzo 2025.

Indirizzo: Via Gianfranco Zuretti, 63

#2 RisoeLatte, in perfetto stile anni Sessanta

Credits Credits milanosecrets IG – Riso e Latte

Situato a pochi passi dal Duomo, Riso e Latte ripropone l’aria di casa, intima e casalinga.
Tovaglie a quadri, bicchieri vintage e perfino un jukebox funzionante catapultano i clienti del locale negli anni Sessanta. La vera chicca, però, è il bagno. Qui, infatti, si trovano una vestaglia, una cuffia da notte, una retina con i bigodini e le tipiche piastrelle che tappezzano il bagno di casa dei nonni. Il ricco menù di Riso e Latte ripercorre i grandi classici della cucina meneghina: risotto giallo, mondeghini, ossobuco e, immancabile, il riso e latte, declinato sia in versione dolce che salata.

Indirizzo: Via Manfredo Camperio, 6

#3 Unseen, il luogo dove il bagno vi porta in un mondo parallelo

Credits gaiacolombini IG – Unseen

Ideato da Milo Occhipinti, Unseen è il primo locale Vaporwave in Italia. La prima cosa da fare appena entrati è dirigersi in bagno. All’apparenza una comunissima toilette, con specchi e piastrelle bianche, ma tutto si trasforma quando si schiaccia il pulsante rosso. Le luci si spengono e sui muri appaiono simboli e scritte fluorescenti che vi porteranno in un mondo parallelo. La stessa illuminazione è presente anche nel locale così da rendere i cocktail instagrammabili.

Indirizzo: Via Ronchi, 13

#4 La Chiesetta, il locale dove il sacro incontra il profano

Credits elena.ambrosini93 IG – La Chiesetta

Nel cuore di Chinatown, si trova una chiesa sconsacrata in stile gotico di fine Settecento, che quasi passa inosservata. Prima luogo di culto, ora si è trasformato in un cocktail bar dove gli inginocchiatoi hanno lasciato il posto a un lungo bancone dove si trova Don Angel, “parroco” e bartender. Dal nome La Chiesetta, qui si può ordinare la miracolosa “Sangria del Priore”, il Sangue di Giuda o il PapaNero, ovvero i migliori “Chupitos della parrocchia”.

Indirizzo: Via Paolo Lomazzo, 12

#5 Iter, dove Chat Gpt crea il vostro cocktail

Credits iperattivo IG – Iter

Molto frequentato dai milanesi, Iter è uno dei migliori 500 bar a livello mondiale. Non solo, poiché si tratta del primo locale in Italia dove la lista dei drink è stata realizzata dall’intelligenza artificiale, dopo un botta e risposta con il barman. Quindi, il risultato finale è la creazione di un cocktail realizzato a quattro mani, dove l’uomo ha dovuto aggiungere solo il tocco finale.

Indirizzo: Via Mario Fusetti, 1

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SILVIA AROSIO

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