Milano, città da più di 2500 anni di storia, celti, romani, barbari, spagnoli, francesi, austriaci, veneti, nord africani, romeni, albanesi… e tanti meridionali. Popoli e culture che da sempre si sono fuse assieme.
Milanesi si è di nascita o per scelta
Tutti – tranne qualche barbaro- sono diventati cittadini ambrosiani. Quasi un milanese su quattro oggi è di origine straniera: praticamente tutti i milanesi (milanese è quasi un aggettivo metafisico) sono imparentati con un italiano di un’altra regione. Possiamo a pieno titolo definire Milano la città più italiana d’Italia. Milanesi lo si è per nascita o per scelta. Così è da secoli e così sarà sempre.
Lungo le dolci acque dei Navigli, sotto le splendenti guglie del Duomo o ai piedi dei nuovi futuristici grattacieli, si sente una babele di accenti, di dialetti, insieme a tutte le lingue del mondo.
Mai si vieni discriminati per la provenienza, tutti possono trovare la propria realizzazione umana e professionale. A Milano spesso si arriva e si resta, difficilmente si parte, e non si ritorna.
Un pregiudizio verso i milanesi: l’antipatia
Milano è una città solidale, con miriadi di associazioni di volontariato, non per nulla si dice che i milanesi abbiano il cuore in mano. A Milano anche le periferie più disagiate sono parte della città e, anche se a fatica, si cerca di renderle protagoniste dello sviluppo. Nessuno è escluso. A Milano la gente forse un tempo appariva fredda, ma era solo educazione e spesso fretta, perché si era presi da tante faccende. Ai milanesi non manca certo un umorismo sottile, né l’essere affabili. Einstein, durante il suo soggiorno a Milano, già nel secolo scorso ne fece un elogio.
Eppure… in molti ancora detestano chi nasce vive o abita nella città del Cenacolo. O per scarsa conoscenza della nostra lunga, appassionante storia, o per invidia, o per delusione dovuta da altissime aspettative non soddisfatte, aspettative che le loro marginali realtà urbane mai gli potrebbero offrire: sbalorditi da tanta opulenza o ricchezza, sentono un forte sentimento di disprezzo misto ad invidia, sputato in faccia con astio e rancore.
La rivelazione in un sabato sera
Ebbene, un sabato sera, nell’attesa che si liberasse un posto nella affollatissima pizzeria, il sottoscritto, milanese notoriamente simpatico e socievole, ed il suo amico, altrettanto simpatico, ma decisamente meno socievole (entrambi meridionali per metà!), si intrattengono nel piacevole dehors di un bel locale in quel di Corso Buenos Aires, come si sa pieno di luci, negozi e animato fino a tarda notte.
Ci accomodiamo casualmente, o quasi casualmente, ad un altro tavolo dove due ragazze carine conversano animatamente con un forte accento che subito ci richiama alla mente: orecchiette, cime di rapa, divertenti film di Banfi e cori sui furti di gomme del fuoriclasse calcistico ahinoi sempre incompiuto.
Noi, conversando su possibili weekend con voli a basso costo e ipotizzando eventuali mete per le vacanze estive (tra tutte come sempre pare vincere la Grecia), sorseggiamo una birra e dibattiamo anche di soldi e donne. La filosofia e la quantistica saranno per la prossima volta…
Al tavolo di fianco, la ragazza barese più incarognita, parlando in maniera calorosa con la sua amica della stessa provenienza, fa trasparire dalle sue parole una forte frustrazione, un certo disincanto, ma soprattutto molta rabbia dettata sicuramente da una precaria situazione economico-lavorativa.
Milano, si sa, offre tanto ma chiede tanto, anche in termini monetari.
Sebbene non si volesse origliare, bensì solo attaccare bottone, era impossibile non sentire parte della loro conversazione.
Alla fine si riesce a rompere il ghiaccio grazie ad un paio di simpatiche battute, e grazie ad una millantata comune origine barese, presto però smascherata dal mio accento non proprio simile al protagonista dell’Allenatore nel pallone.
La cosa fa sorridere la ragazza carina, ma le fa anche dire, sarcastica e ingannata, l’ingrata frase ad una città da sempre accogliente e dove nessuno ti obbliga a venire, nonché “sgarbata” verso i suoi abitanti: «Anche i milanesi sono simpatici!».
Ovviamente, augurando alla ragazza barese il meglio, speriamo possa cambiare opinione sui milanesi e che magari, la prossima volta, mi lasci il suo numero di telefono.
ANDREA URBANO
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