“Chi è Attila? Di sicuro non sono io!” ha risposto il sindaco Sala a chi gli chiedeva chi fosse l’Attila di oggi, alla prima della Scala. La scelta dell’opera di Verdi incarna lo spirito dei tempi perché stiamo vivendo una situazione che sembra quella della fine di un impero. Anche se non si capisce bene cosa sia questo impero, è chiaro che sta finendo qualcosa. Pure l’ambientazione è significativa: tra la prima e la seconda guerra mondiale, in un’atmosfera da Repubblica di Weimar che assomiglia alla nostra epoca di vuoto di poteri. In questa sensazione di fine di qualcosa si guarda l’orizzonte nel timore che possa apparire un nuovo Attila. Chi potrebbe essere l’Attila di Milano? Chi potrebbe mettere la parola fine al periodo di grazia che sta vivendo Milano?
Chi è l’ATTILA di Milano?
#1 La prima indiziata è Roma.
Può sembrare un paradosso: Roma che si è battuta contro Attila e che Attila voleva distruggere, oggi rappresenta un potenziale Attila distruttivo di Milano. Però è indubbio che i maggiori pericoli sul futuro di Milano vengano da una deriva dello Stato italiano, da un declino decennale e che ogni governo sembra accelerare. Per questo Attila potrebbe essere il governo di Roma, uno Stato che non funziona e che potrebbe compromettere quanto di buono è stato fatto a Milano, non solo negli ultimi anni.
#2 Un secondo Attila potrebbe essere l’Europa, anche come reazione al punto precedente. In una eventuale guerra tra Roma e l’Europa chi potrebbe perderci di più è proprio Milano, la città d’Italia che è più ancorata all’Europa, intendendo l’Europa come mercati, commercio, scambio di talenti e di risorse. Ogni centimetro che porta l’Italia più distante dall’Europa per Milano diventa una voragine.
#3 Il terzo Attila può essere la recessione.
Anche se l’Italia non si è mai veramente ripresa dalla grave crisi del 2008, il mondo ha vissuto da allora una fase di espansione. In un’Italia in calma piatta, Milano si è ripresa, dopo il primo periodo difficile è decollata, ha vissuto un boom pazzesco con tassi di crescita in linea con il resto d’Europa. Oggi una recessione potrebbe colpire molto più pesantemente l’Italia rispetto agli altri Paesi, se non altro perché non ha mai rialzato la testa, potrebbe essere il colpo del KO e, di conseguenza, anche per Milano che potrebbe dover pagare con gli interessi il collasso del Paese.
Una delle caratteristiche della mentalità di Milano è di non dare la colpa agli altri ma di assumersi le responsabilità su se stessa. In questo caso un Attila che viene dall’esterno sarebbe solo un alibi. Il vero Attila di Milano potrebbe venire solo dal nostro interno. Quale sarebbe questo Attila interno a Milano?
#4 L’eccessiva critica, la mentalità del no, di andare contro tutto ciò che potrebbe essere un passo in avanti.
C’è chi dice che potrebbe essere la diffusione di una cultura che sta diventando dominante nel Paese. Un tipo di mentalità che non è da Milano anche se qualche focolaio si è visto nei tempi precedenti a Expo che poi è stato spazzato via dal successo dell’evento, ma soprattutto è stato spazzato via dalla mentalità dei milanesi che tra fare e non fare sceglie sempre il fare.
Un tipo di mentalità che potrebbe contagiare Milano ma che sarebbe un indice di debolezza della mentalità milanese, se non fosse più in grado di affermare la sua identità costruttiva.
#5 E se Attila fosse l’opposto della critica, il continuare a incensarsi rifiutando ogni tipo di messa in discussione?
Ci sono diversi pensatori che attaccano Milano per il suo continuo autoesaltarsi che a volte può sembrare fondato ma spesso assomiglia allo struzzo che preferisce mettere la testa sottoterra piuttosto che guardare in faccia alla realtà.
Un altro possibile Attila potrebbe essere questo bearsi sui propri successi nei confronti del resto dell’Italia, rischiando di scambiare l’essere superiori con un indietreggiare meno degli altri. Milano sta realmente avanzando oppure è solo un effetto ottico dato dall’arretramento del resto del Paese? Forse occorre il coraggio di vedere che ci sono cose che non vanno, senza però spostare l’oggetto della valutazione.
#6 Qui forse siamo arrivati a quello che credo sia il vero Attila, il pericolo maggiore per il futuro di Milano. L’Attila più pericoloso per Milano è quello della divisione ideologica.
Invece di analizzare le cose per quello che sono, nell’interesse della città, e magari anche del Paese, le cose che accadono si valutano non in sé o per il vantaggio che possono fornire alla comunità, ma sempre con l’ottica del con chi siamo o del contro chi siamo. L’ottica degli ultras da stadio.
Milano si è sempre caratterizzata rispetto ad altre parti del Paese, per essere più simile al Nord Europa nella sua accezione di comunità. I milanesi sono sempre stati forti quando si sono manifestati come comunità unita rispetto ad altre città che hanno visto sempre una divisione al loro interno, chi col papa, chi con l’imperatore. Milano ha dato il meglio di sé quando si è unita. Oggi ci sono segnali che l’Attila sia proprio questa divisione. Un esempio è il non poter giudicare liberamente l’operato del sindaco, nonostante che non ci siano elezioni incombenti: perché se si solleva qualche critica o invito a fare di più mezza Milano alza gli scudi e ti attacca dicendo che sei leghista, se invece si plaude l’intervento dell’amministrazione salta su l’altra metà della città che accusa di essere servi del PD.
Questo tipo di logica è il più pericoloso germe che abbiamo, perché è qualcosa di alieno alla nostra mentalità, qualcosa che viene da fuori e che ha il risultato di indebolire la nostra comunità. Qualcosa che non è utile a Milano perché non aiuta a risolvere i problemi e non agevola un miglioramento, ma favorisce la stasi. Tanto più si preferisce, invece di avere come punto più alto il bene della città, la difesa di un’idea, che non è la propria idea, ma è l’idea di una parte a cui si crede di appartenere, tanto più si reca danno alla città perché si diventa strumenti di poteri che tutto hanno in mente tranne che il bene della comunità.
Questi sono i possibili Attila che si affacciano all’orizzonte. La soluzione è una sola e ci arriva dalla storia: fare come ha fatto l’impero romano. Anche se ormai era a brandelli è riuscito a scacciare Attila riunendosi e ritrovando una unità di azione. L’unica strada per poter ripristinare un futuro migliore e fare da traino per il bene di tutto il Paese è riaffermare la comunità milanese al di sopra delle ideologie, al di sopra degli schieramenti politici, al di sopra di fazioni di potere che vengono sostenute proprio da chi potere non ne ha.
ANDREA ZOPPOLATO
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