Nella celebre piece di Ionesco, il Rinoceronte, si racconta la trasformazione di una intera comunità in rinoceronti.
Quello che sembra all’inizio qualcosa di anomalo, la comparsa di un rinoceronte in città, scatena la rinocerontite che in un primo momento sembra una malattia, ma poi quando la maggioranza dei cittadini si trasformano, quella che era considerata una malattia diventa un fatto positivo, una sorta di status. E chi non si è ancora trasformato si sente discriminato e anela anche lui ad avere il corno e la pelle spessa del rinoceronte.
Alla fine solo un uomo riesce a resistere alla pressione sociale mantenendo una fattezza umana, proprio quello che appariva fin dall’inizio meno integrato nella società e che veniva criticato dagli altri per lo stile di vita sregolato.
Tutti i personaggi che fanno parte del mondo della cultura, proprio quelli che dovrebbero avere per istruzione e doti intellettuali la maggiore capacità di resistenza, sono invece i primi a trasformarsi in rinoceronti e dunque a cedere alla tentazione di uniformarsi al nuovo sistema dominante.
Si tratta di un’opera composta alla fine degli anni cinquanta del Novecento, rappresenta una metafora degli esseri umani che tendono ad allinearsi ai dettami della società anche se questi sono contrari rispetto ai fondamenti della vita.
Ionesco è considerato il padre del teatro dell’assurdo, un assurdo che oggi sembra terribilmente reale.
Continua la lettura con: un vaccino contro il totalitarismo
MILANO CITTÀ STATO
Copyright milanocittastato.it (c)
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.