Negli anni Novanta si prendeva in giro Michael Jackson che era così terrorizzato dalle malattie da dormire in una camera iperbarica e da usare ogni forma di precauzione, dai guanti alle mascherine, per evitare qualunque contatto potenziale con virus o batteri.
Lo si prendeva in giro perché era ancora diffusa la cultura millenaria, per cui i bambini si lasciavano contagiare dalle malattie esantematiche e si considerava il contatto con agenti patogeni come essenziale per rinforzare il sistema immunitario.
Il rischio che stiamo correndo oggi è di diventare come quelle tribù che se vengono in contatto con l’uomo bianco vengono sterminate da un raffreddore.
Il tema vero è domandarsi se sia corretto impostare la nostra società sulla prevenzione e sull’evitare qualunque contatto potenzialmente pericoloso per la nostra salute, o se così facendo stiamo andando verso un processo di autoconsunzione.
Per contrastare il Covid si stanno adottando delle misure che debilitano l’organismo, come la sedentarietà o il vivere al chiuso. Ma non solo questo. C’è soprattutto l’indebolimento che si sta arrecando al sistema immunitario. Lo stesso esercito ha questo nome perché la sua forza deriva dal tenersi costantemente in esercizio. Ma un sistema immunitario che sta sempre protetto non si esercita e alla prima battaglia andrà in difficoltà, con qualunque avversario.
E il rischio è che tornando alla vita normale saremo molto più deboli e impreparati al confronto con la Natura.
A quel punto quale strategia si adotterà: rinchiudersi ancora di più o riaprirsi alla vita?
MILANO CITTA’ STATO