La caratteristica tipica della mentalità provinciale è quella di seguire quello che fanno gli altri, invece di essere dei precursori. Le città di solito creano e lanciano le mode mentre la provincia agisce per imitazione.
L’Italia è sempre stata molto provinciale: è tipico inseguire quello che fanno gli altri paesi, arrivando in ritardo quando i provvedimenti non servono più.
Ultimamente sembra che anche l’Europa stia prendendo questo atteggiamento. Quello che è stato nei secoli il luogo a cui tutto il mondo guardava sta sempre più scivolando in una mentalità provinciale e molto burocratica.
Nella diplomazia internazionale l’Europa non conta nulla ed è una pallina da ping pong che rimbalza tra Est e Ovest. In politica l’Europa non ha più potere, come anche dimostrato dalle trattative per la Brexit e dalla totale soggezione nei confronti delle multinazionali americane che hanno colonizzato completamente il Vecchio Continente.
L’industria europea ha delocalizzato ovunque e la priorità dei governi sta diventando sempre più quella di riuscire a gestire il debito finanziario contratto con i grandi fondi extra europei invece che tutelare gli interessi e del benessere dei cittadini.
L’assenza di qualunque forma di autonomia è clamorosa nell’attuale crisi energetica che colpisce un’Europa totalmente priva di una sua strategia, come se la crescita potesse arrivare anche senza l’energia.
Gli unici provvedimenti in cui siamo all’avanguardia, del resto come in Italia, ormai sono norme e cavilli burocratici che rendono la vita sempre più complicata, che rallentano l’economia e la crescita, e che nessun paese al mondo si sogna di imitare.
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