Nella primavera 2020, mesi prima di maturare il progetto del Recovery Fund, l’Europa ha assistito a un duro scontro. Da una parte i paesi del Nord, i cosiddetti frugali, compatti nel rivendicare il rispetto dei vincoli di bilancio. Dall’altra le nazioni del Sud, con Italia e Spagna a cui si sono affiancate anche Portogallo e Francia che invocavano l’adozione di Eurobond per rendere solidale la garanzia sul debito degli stati. Si è arrivati sull’orlo della spaccatura che poi la diplomazia ha smussato arrivando alla fine all’approvazione del Recovery Fund e di tutto quello che ne è venuto dopo con la dicitura di NextGenerationEU. La domanda però è rimasta: cosa accadrebbe se l’Europa si spaccasse in due?
Francia e Portogallo con Italia e Spagna: l’EUROPA PIÙ BELLA si staccherà da quella dei conti in ordine?
# L’esplosione del debito pubblico: si tornerà a chiedere gli Eurobond?
Il motivo della spaccatura in quelle settimane concitate era nella richiesta dei paesi mediterranei di arrivare a un “debito comune” attraverso l’emissione degli Eurobonds. Al momento tutti gli stati si indebitano emettendo loro titoli che sono garantiti dallo stato che li emette. I paesi più indebitati, in primis l’Italia, hanno di conseguenza un doppio problema: nella quantità e nel tasso degli interessi. Chi ha più debito paga più interessi e a un tasso superiore rispetto ai paesi meno indebitati. Questo porta a spostare progressivamente sempre più ricchezza dai paesi in difficoltà verso quelli con le finanze in ordine. L’emissione degli Eurobonds potrebbe risolvere almeno il secondo dei due problemi, livellando i tassi di interessi a un valore medio tra quelli più alti pagati dai paesi più indebitati e quello più basso dei paesi in ordine.
# Le due possibilità post NextGenerationEU: più ricchezza o più debito?
A questa impasse con la minaccia dei paesi mediterranei di uscire dalla trattativa, si è arrivati alla via di uscita del Recovery Fund poi rinominato NextGenerationEU. Un contributo versato da tutti i paesi europei che viene destinato in quota maggiore ai paesi più colpiti dalla pandemia, in parte a fondo perduto e in parte a debito.
Quale sarà la conseguenza del Fondo di Rilancio? Ci sono due possibilità. La prima è quella auspicata dai firmatari, che le risorse in eccesso facciano da volano a un rilancio dell’economia. Questo dovrebbe portare a un aumento di ricchezza prodotta negli stati ora in maggiore difficoltà che possa più che compensare il rimborso del debito contratto. Quindi la prima possibilità è che il futuro tra i paesi europei si tinga di rosa. Ma c’è anche la possibilità opposta, oggettivamente altrettanto se non più probabile.
L’altra possibilità è che malgrado i contributi investiti per rilanciare l’economia, questa non riesca a riprendersi in modo consistente, mentre invece, il maggior debito contratto possa condurre il debito pubblico ad arrivare a un livello insostenibile. Dove il pagamento degli interessi, nella loro grande quantità e a dei tassi sempre più alti, possa portare a una perdita di ricchezza proprio nei paesi che si volevano aiutare. In primis, l’Italia. A quel punto si tornerebbe come prima se non peggio. Che cosa potrebbe accadere?
Un’Europa divisa in due: l’Europa dei conti in ordine vs l’Europa più bella
Tornerà probabilmente in auge l’ipotesi della spaccatura che in realtà nasce da molto più lontano del coronavirus. Già in passato si era parlato di Europa a due velocità e di una possibile separazione tra paesi “virtuosi” e paesi “cicale”, definizioni nate in Germania.
Da sempre infatti nell’Unione Europea convivono due anime dominanti.
Quella dei paesi del nord Europa, paesi protestanti, che vivono con sacralità i conti in ordine e aborrono il debito. Nella stessa lingua tedesca debito si dice Shuld, che significa “colpa”: fare debiti è visto come una colpa da scontare.
Dall’altra parte ci sono le nazioni cattoliche del sud. Nazioni che si ritrovano nel valore della pietas, della solidarietà e, se è il caso, nella remissione dei debiti.
A quel punto, se il NextGenerationEU invece di attenuare le differenze portasse a peggiorare la situazione del debito pubblico dei “paesi cicala”, che cosa potremmo immaginare?
A quel punto è presumibile immaginare che si torni allo scontro con la richiesta dei paesi più indebitati a quelli più frugali di condividere il debito. Difficile immaginare un cedimento da parte dei paesi più ricchi, soprattutto dopo l’azione di “salvataggio” già attivata con il NextGenerationEU e il conseguente comprensibile risentimento nel vederla trasformata in maggiore debito. Forse l’ipotesi inevitabile di due mondi culturalmente ed economicamente così diversi non potrà che essere una separazione.
Se lo strappo si completasse in una separazione, potrebbero nascere due Europe diverse. Una sarebbe l’Europa dei conti in ordine, una supereconomia di nazioni con una moneta molto forte. L’altra sarebbe più fragile e più indebitata, ma almeno potrebbe fregiarsi del titolo di Europa più bella. Sapremo accontentarci?
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ANDREA ZOPPOLATO
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