I fatti di attualità ci portano a ripensare a varie forme di pensiero dell’uomo tra cui quello che potremmo definire pensiero militare.
La nostra società occidentale è abituata a considerare il pensiero militare solo in momenti particolari della vita sociale.
Nella Repubblica romana il dittatore veniva instaurato per un tempo limitato e si adottava la tecnica del pensiero militare per far fronte a situazioni gravi che potevano mettere a rischio l’esistenza stessa della Repubblica.
La situazione di emergenza che si è venuta a instaurare ha riportato in auge il tema del pensiero militare.
Non a caso si è scelto un generale per gestire la campagna vaccinale e sta emergendo anche sui media l’ipotesi di un governo presieduto da militari nel caso in cui dovesse cadere Draghi.
Quali sono le caratteristiche del pensiero militare?
Il punto centrale è l’obbedienza senza pensiero critico. All’interno di un sistema militare compito di ogni persona è di eseguire gli ordini che provengono dai livelli più elevati della gerarchia.
Le modalità con cui si eseguono gli ordini sono codificate e avvengono tutte in modo uniforme. La persona perde le sue caratteristiche identitarie e più umane e viene considerata come un ingranaggio uguale agli altri all’interno di uno stesso meccanismo.
La logica è quella meccanica, dato l’input dell’ordine deve essere eseguito un output uguale per tutti e prevedibile, come avviene nella programmazione di un computer.
Lo stesso per esempio avviene per i protocolli sanitari, in cui date certe premesse vengono attivate modalità di esecuzione identiche per tutti e dove la responsabilità del singolo viene annullata attraverso l’adozione di un comportamento standard, senza alcuna possibilità di scelta.
Forse in questo modo ci avviciniamo ancora di più ai meccanismi delle macchine e ci stiamo preparando a essere governati dall’intelligenza artificiale.
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MILANO CITTA’ STATO
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