Eliminando anche l’obbligo della mascherina sui mezzi pubblici e dell’isolamento per i positivi dal primo aprile la Svizzera è definitivamente uscita dalla pandemia. Ora il Covid è considerato alla stregua di una normale malattia.
Ci siamo recati in visita in Svizzera per constatare in prima persona l’effetto della scomparsa delle restrizioni. Appena varcato il confine lo shock è stato devastante. CI siamo trovati a Locarno nel bel mezzo del Carnevale posticipato per recuperare quello perduto a causa della pandemia: cittadini festanti che hanno affollato la piazza centrale con personaggi multicolori in un’orgia di allegria collettiva.
Locarno, celebre per il festival del cinema, si trova sulla parte svizzera del Lago Maggiore, a pochi chilometri dalla cittadina italiana di Luino, anch’essa sulle sponde del lago. Passandoci attraverso Luino pareva di una tristezza sconfinata con sparute persone impaurite che si salutavano a distanza toccandosi con i pugnetti, con vetrine di locali rivestite di norme su Green Pass, sanificazioni, mascherine e distanziamenti e frequentati più da zelanti controllori che da clienti. A confronto dell’Italia di oggi, perfino la Svizzera assomiglia a una festa caraibica.
Il pensiero è andato alla scena iniziale di Sturdust Memories di Woody Allen, quando si trova su un treno frequentato da persone tristissime, brutte, qualcuno piange, mentre fuori dal finestrino vede sul treno fermo sul binario opposto impazzare una festa scatenata con gente felice, una donna bellissima gli manda pure un bacio.
Il protagonista notando con crescente angoscia dal finestrino la differenza tra la cupezza del suo treno e l’allegria dell’altro chiama il bigliettaio chiedendogli se può cambiare il treno ma è troppo tardi, entrambi i treni si mettono in moto avanzando paralleli ognuno con il suo opposto universo.
Più passa il tempo e più ci stiamo rendendo conto che siamo sul treno sbagliato, un treno su cui purtroppo regna solo una triste speranza.
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