Nessuno si vuole prendere più la responsabilità di niente.
In caso di ogni tipo di pericolo, reale o potenziale, le persone preferiscono avere qualcuno che decida al loro posto.
Per difendersi dalla paura dell’altro le persone chiedono l’intervento di un’autorità esterna.
Pensare sempre che ci debba essere una regola imposta o un arbitro esterno, toglie il senso del vivere. Come se le persone volessero togliere la patria potestà su loro stesse perchè incapaci di intendere e di volere. Ma con la perdita della libertà di scelta l’effetto non solo è la perdita di responsabilità.
L’effetto sociale è quello della perdita della solidarietà e dello spirito collaborazione. Delegare all’esterno il potere sulla propria vita, porta le persone a omettere qualunque tipo di azione non imposta e quindi anche qualunque tipo di aiuto per gli altri.
Quello che era considerato uno scaricabarile per cui si criticava una mentalità diffusa negli uffici pubblici è diventata la pratica corrente nella vita quotidiana. E l’unica iniziativa verso gli altri considerata degna di lode è diventata la delazione contro chi viola il protocollo imposto dall’autorità.
Perdendo l’autonomia della decisione nei confronti del rischio nella nostra vita stiamo perdendo anche il senso di collaborazione che è alla base del vivere comune.
C’è bisogno di una rivoluzione copernicana e neo-umanista che rimetta al centro l’essere umano con i suoi bisogni e la sua libertà di scelta al posto della macchina burocratica che sta disuminazzando l’umanità.
L’unica via di uscita è di sostituire la paura con la fiducia negli altri. Ma per farlo ci vuole coraggio.
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