L’ “ANNUS HORRIBILIS” di LONDRA. Anche MILANO in pericolo?

Una desertificazione che è il grande spettro anche di altre grandi città del mondo occidentale. Milano compresa

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Credits Andrea Cherchi - Uomo a Milano

Londra è in crisi. Secondo i dati aggiornati a fine 2021, la capitale inglese avrebbe perso quasi 700mila abitanti per l’effetto combinato di pandemia e Brexit. Non solo. Quasi il 50% dei dipendenti sta ancora lavorando in tutto o in parte in smart working. La crisi sembra soprattutto d’identità: il modello di concentrare milioni di persone in città sembra perdere le sue fondamenta così come il ruolo di città regia della globalizzazione. Milano sembra reggere anche se aumentano i segnali negativi. 

L’ “ANNUS HORRIBILIS” di LONDRA. Anche MILANO in pericolo?

# L’annus horribilis di Londra

Ph. luxstorm

Non si respira una bella aria a Londra. Tre governi diversi in pochi mesi, una sterlina traballante, un debito pubblico che si sta impennando. Ma soprattutto la sensazione che un’epoca d’oro sia finita. L’epoca del mondo globalizzato dominato dalla finanza che da Londra regnava regina. Una sensazione che sembra provata da diverse statistiche. Nel 2021 si contavano quasi 700mila residenti in meno in città. Molti trasferiti in campagna per la pandemia oppure in altre città europee per gli effetti post brexit. Alcuni sono rientrati, ma l’impressione è che si tratti di un trend che potrebbe essere irreversibile. Anche perché le multinazionali da fucina di posti di lavoro sembrano aver girato al contrario il tasto dell’occupazione, inondando il mondo di disoccupati. 

Il 2022 è stato definito l’annus horribilis di Londra. Oltre alla scomparsa della sovrana dopo 70 anni di regno, Londra ha vissuto un anno complicato tra iniziativa politiche azzardate e l’avvicendarsi di tre premier – Boris Johnson, Liz Truss e Rishi Sunak. Ma ciò che preoccupa di più sono le prospettive economiche, a causa di una situazione che si sta rivelando ben peggiore che nel resto d’Europa. Il PIL del secondo trimestre è in contrazione e l’aspettativa per il 2023 è di un ulteriore calo tra lo 0,4% e l’1,4% (secondo l’Office for Budget Responsibility), che rischia di rivelarsi la peggiore performance tra i G20. Secondo la Bank of England (BOE), Londra potrebbe andare incontro alla recessione più lunga dell’ultimo secolo. Recessione il cui preludio sembra essere il crollo della sterlina, l’impennata dell’inflazione (al 12%) e il boom del debito pubblico.

Ph. Vicjo

La tendenza tra le persone è quella di spostarsi altrove. Si stima che un dipendente su due sia ancora in smart working, almeno in parte, e le previsioni a tinte fosche dell’economia portano molti a immaginarsi in luoghi meno costoso e, soprattutto, più vivibili di una città che rischia di vivere una desertificazione da crisi congiunta nazionale e internazionale. Una desertificazione che è il grande spettro anche di altre grandi città del mondo occidentale. Milano compresa. 

# I tre segnali di pericolo per Milano 

fietzfotos – pixabay

Ma qual è la situazione di Milano? Sta rischiando lo stesso pericolo di Londra?

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La pandemia è calata come una mazzata su una Milano che stava volando. A febbraio del 2020 aveva raggiunto l’ultimo picco di 1.406.057 residenti ufficiali. Da quel momento in poi ha iniziato a perdere residenti. Nel corso del 2020 ha perduto in media quasi tremila abitanti al mese: in un colpo solo nel primo anno della pandemia gli abitanti di Milano sono calati di 32mila, dopo una cavalcata ventennale. Dove vanno i milanesi? Per la prima volta da vent’anni ci sono più trasferimenti in uscita da Milano che trasferimenti in entrata in Milano. La destinazione di chi se ne va è simile al trend di Londra, anche se al momento più contenuto: ci si trasferisce in zone dove la vita risulta meno costosa e anche più sostenibile. 

Il secondo segnale di crisi è il calo delle nascite: nel primo trimestre del 2022 rispetto al primo trimestre del 2021 si sono avute 3.928 nascite contro le 4.136 di inizio 2021, segnando un calo del 5%. 

Il terzo segnale è la contrazione delle nuove famiglie. La città diventa sempre più capitale dei single, con una proporzione di coniugati nella popolazione che è la più bassa d’Italia. Quasi nessuno più si sposa e questo porta a immaginare un calo ancora maggiore del tasso demografico. 

In generale, la tendenza è la stessa che si registra a Londra. Milano sembra aver capito che non si tornerà più alla Milano di prima della pandemia e che serve ritrovare una nuova identità e un nuovo ruolo. Perché il rischio di restare rigida di fronte a una trasformazione è grosso, come insegnano le molte cattedrali del deserto di luoghi un tempo al centro del mondo. 

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