La maggior parte delle persone si lamenta dello stato in cui si trova, ma non capisce che il problema grosso del cambiare è che è quasi impossibile trovare un altro ruolo.
Il problema non è tanto staccarsi da quello che non piace, ma costruire una nuova immagine di sé, che consenta una nuova attività, una nuova dimensione esistenziale.
Si rimane schiacciati tra un disagio che spinge e un vuoto che non si ha il coraggio di attraversare.
Tutto quello che sta succedendo in questo momento fa emergere la crisi soggettiva. Non si scappa. Anche perché tutti proiettano sull’esterno delle dinamiche interiori.
Il mondo è uno spostamento
Il mondo visibile è uno spostamento che nasce dalla realtà dell’inconscio. Se l’inconscio è basato sulla rimozione, su quello che il soggetto non vuole vedere, è logico che la persona osserverà fuori invece che dentro.
Il disordine interiore porterà le persone a produrre le leggi, dall’amore incompreso si genereranno le relazioni, l’incapacità di trovare in sé identità e sicurezza porterà a determinare una società in cui identificarsi e da cui dipendere.
Se tutto nasce da uno spostamento, tutto ciò che si genera nel mondo è un tentativo di fuga.
Si va avanti fischiettando
Non è facile cogliere questo perché siamo tutti dentro questo spostamento. È sconvolgente. Chiunque cercando di capirlo non rimane sconvolto, significa che non lo capisce. Perché quando lo vedi o lo senti, è quasi inevitabile diventare matto, perché fuori vedi questa realtà spostata, di cui vedi che non sei padrone perché anche tu sei vittima, e se cerchi di trovare altro ti ritrovi dentro una terra di nessuno, un luogo pericoloso senza alcuna possibilità di sostegno.
La maggiore paura di un uomo che cerca se stesso è la follia. Tutti accettano che esista l’inconscio, ma se di questo ne trai le logiche conseguenze, se sviluppi il concetto, allora tutto perde di senso, perché il mondo perde di significato reale.
Piuttosto che diventare matti, è comprensibile che ognuno di noi faccia finta di niente e vada avanti fischiettando.
In utero di un mondo spostato
Cosa bisognerebbe fare? Bisognerebbe essere umili e pragmatici. Se non si trova la possibilità di aderire a quella realtà negata, allora meglio fischiettare. Però più è grande il richiamo di quella vita negata, più è difficile fischiettare. Anche perché sfuggire da se stessi, vivere la quotidianità come tentativo di scappare da se stessi, significa evitare il rischio di una follia accertando la certezza della follia.
Questo mondo nato come spostamento è ormai diventato a sua volta un rinforzo dello spostamento: chiunque nasce è come se venisse automaticamente spostato dall’utero nella solidificazione di questo mondo spostato, attraverso la famiglia, la scuola.
La goccia non è più libera perché trova un solco di calcare che la orienta fin dall’origine.
Costruire è destrutturare
Se questa struttura di “mondo spostato” sta andando in frantumi, dentro questa frantumazione ci sarebbe la possibilità di tornare a fare una scelta. È probabile che anche nella dimensione invisibile si stia preparando una possibilità di questo genere.
L’alternativa non la possiamo immaginare. Possiamo solo percepire con fede che accadrà. Generata da una forza superiore che possiamo solo accogliere, perché se la costruissimo noi anche quell’apparente mondo nuovo sarebbe un’altra forma di spostamento.
L’unica forma di costruzione autentica che possiamo mettere in atto in questa fase è la destrutturazione. In noi stessi e nel mondo.
Può essere solo un’ipotesi, ma per molti è finito il tempo di fischiettare e si sente forte l’arrivo di una possibilità di una strada diversa.
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LA FENICE
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