Il concetto di umiltà viene da humus che per i latini era il terreno attorno a un albero. Intendevano così che la persona umile è quella che si occupa unicamente della realtà che conosce e che riesce a gestire in prima persona.
Ognuno di noi ha intorno a sé il suo humus che è dato dalla conoscenza, dalle capacità e dall’esperienza diretta. Quello che si riesce a coltivare e a far crescere rappresenta la propria realtà, come un’estensione della propria personalità. Tutto ciò che è al di fuori è ancora ignoto, anche se sembra di poterlo conoscere attraverso l’esperienza degli altri o la propria immaginazione ma è comunque una realtà ancora fuori portata, di cui possiamo cogliere solo degli aspetti marginali o illusori finché non arriviamo a sperimentarla direttamente.
Protagora definiva questo meccanismo con il principio che l’uomo è misura di tutte le cose. Questo significa da un lato che ogni persona è in grado di trasmettere in modo autentico e credibile solo la sua realtà. Allo stesso modo può percepire unicamente il livello di realtà che ha vissuto. Un po’ come una gallina non è in grado di percepire la totalità dell’essere umano o un bicchiere piccolo non riesce a contenere tutta la quantità di liquido di un bicchiere più grande.
Sotto questi aspetti la nostra è un’epoca segnata dal contrario dell’umiltà, ma da ciò che gli antichi definivano hybris, la superbia, il porsi al di sopra della vita, di chi giudica e pretende di gestire livelli di realtà che non gli appartengono.
Nel mondo dell’informazione globalizzata tutti si credono capaci di comprendere qualsiasi argomento semplicemente perché credono di esserne a conoscenza, mentre in realtà sono spesso solo dei ripetitori di idee e messaggi elaborati da altri. In generale persone che non hanno la capacità di comprendere realtà e personaggi lontani da loro, pensano di giudicarli quando invece il loro giudizio esprime solo una proiezione della loro realtà interiore e spesso incompiuta.
Forse chi sente la responsabilità dell’informare gli altri dovrebbe rappresentare solo ciò che è all’altezza della sua vita sperimentata. E chi vuole informarsi in modo autentico dovrebbe scegliere chi informa sulla base della corrispondenza tra ciò che dice con quello che ha dimostrato di fare.
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