Stiamo scivolando passo dopo passo in una guerra incivile. I media ci martellano: l’altro è il nostro amico. Si è partiti con il trattare ogni persona un potenziale untore. Anche i sani sono potenzialmente asintomatici. Gli asintomatici sono potenzialmente contagiosi.
Questo ha innescato una cultura della diffidenza generalizzata, siamo tutti contro tutti.
E dal lato sanitario questo modo di vedere la società si sta estendendo in ogni settore. Anche nell’economia: i commercianti e i piccoli imprenditori costretti a chiudere per mesi che protestano vengono guardati con disprezzo da parte dei cosiddetti garantiti che li considerano degli evasori. E quindi la causa vera del disastro finanziario del paese.
Si sta diffondendo in modo virale l’idea dell’altro come un nemico. Causa di mali reali o anche solo apparenti. L’altro è un veicolo di contagio, è causa del debito pubblico, è la causa della nostra infelicità se fa cose che non ci sono permesse o che non abbiamo il coraggio di fare.
Sta divampando una guerra incivile, parcellizzata, dove il più grande pericolo per ognuno può essere chi ci viene vicino. E il rischio più grande è che ci possa contagiare con il suo odio verso l’altro.
Inimici hominis domestici eius (Matteo)
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