La prima volta non finisce mai

Lo scrittore divenne mamma degli anatroccoli

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Celebre l’esperimento di Konrad Lorentz nell’anello di Re Salomone in cui descrive come sia diventato mamma di un gruppo di papere, essendo l’unico vivente presente al momento della schiusa delle loro uova. A quel punto tutte le papere lo seguivano ovunque.
Questa è la perfetta rappresentazione del meccanismo della dipendenza.

Il tossicodipendente testimonia come la dipendenza mentale nei confronti della droga nasce nel tentativo invano di replicare la prima esperienza che era concisa con il massimo piacere provato.

La prima volta di un’esperienza che trasmette piacere, emozioni o sicurezza condiziona l’esistenza perché è come se creasse il contenitore psicologico di tutte le esperienze successive.
La grande cassettiera della vita è fatta di cassetti “prima volta” che tendono a riempirsi di tentativi successivi fatti per replicare la prima esperienza.

Gran parte dell’esistenza si conduce cercando di inseguire le sensazioni della prima volta però inutilmente, perché la forza della prima volta è proprio nel suo essere una novità.

In fondo, il consumismo ci induce proprio questo: a riempire sempre gli stessi cassetti con esperienze emotivamente sempre più insignificanti.

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Invece di vivere una vita di riproduzione di esperienze già vissute è più vitale aggiungere sempre nuovi cassetti invece che continuare a riempirli.

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