Per quasi tutti gli organi di informazione l’obiettivo non è descrivere il fatto ma strumentalizzarlo per avvalorare la propria posizione.
Il fatto in sé non ha significato. Quello che conta è la chiave di lettura. Ciò che è più importante per un lettore che voglia comprendere la realtà è capire la posizione in campo scelta da chi la descrive.
La realtà è sempre una proiezione della soggettività. E l’informazione è sempre una strumentalizzazione dello schieramento a cui si appartiene per interessi economici, motivi ideologici o anche semplicemente per posizione geografica. Così come la stessa realtà cambia a seconda del punto da cui la si guardi, lo stesso avviene nella rappresentazione di un fatto da parte di una fonte di informazione.
E questo vale anche per il lettore. Nel momento in cui scegliamo il tipo di emittente da cui voler ricevere la notizia già facciamo una scelta di campo e decidiamo di preferire la strumentalizzazione all’informazione.
Chi voglia cogliere un senso più compiuto di ciò che sta accadendo dovrebbe cercare di accedere alle notizie della parte più lontana dal proprio punto di vista. Come per vedere una scultura o un’opera architettonica non basta osservarla da un punto statico ma serve girarci intorno per cogliere ogni aspetto.
Sempre che l’obiettivo sia la verità e non il pregiudizio.
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