L’aria condizionata

L’aria che tira in Italia è profondamente condizionata

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L’aria che tira in Italia è profondamente condizionata. Non è più qualcosa di naturale, gratuito, accessibile a chiunque per diritto di nascita.
Sembra quasi che da due anni ogni elemento di vita quotidiana che nella storia era sempre lasciato in libera disponibilità di ogni persona debba essere condizionato per la sopravvivenza del Paese.

Uscire di casa, respirare, assumere farmaci, entrare in un bar, viaggiare, lavorare, fare acquisti con il proprio denaro: per la prima volta nella storia si assiste a un condizionamento di tutto questo. Non solo queste libertà sono condizionate alla concessione da parte del governo, ma sono presentate come condizioni per salvare il paese, se non il mondo intero.

L’ultima in ordine di tempo è la scelta tra la pace e l’aria condizionata. Come se vi fosse una correlazione diretta tra le due cose e come se rinunciare al gas fosse solo una questione di aria condizionata e non un rischio di tracollo della produzione delle imprese e della vita quotidiana dei cittadini.

Questa politica che a molti sembra fatta di continui ricatti, può essere un segnale di uno scollamento tra chi vive nel palazzo del potere e i cittadini, oppure una evoluzione del bispensiero orwelliano. Dove non si tratta di affermare verità contrapposte come “la guerra è pace” o “la libertà è schiavitù”, ma di presentare come alternativa di scelta due opzioni che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra.
Perché una cosa è certa: anche con i condizionatori spenti i russi non lasceranno Ucraina.

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