Le parole zombie

Ci sono parole che a forza di usarle a sproposito sono diventate delle parole fantasma, svuotate di significato

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La notte dei morti viventi, Romero

Ci sono parole che a forza di usarle a sproposito si sono svuotate del loro significato semantico. Sono diventate della parole fantasma, come dei morti viventi che quando entrano della mente non sono capaci si stimolare alcun pensiero e non hanno più alcuna attinenza con il reale.

Anzi, spesso generano un senso di malessere, di fastidio. Proprio perché sono ormai messaggere di nulla.

Vediamo questi 10 esempi:

#1 Cabina di regia
#2 Rischio zero
#3 Comitato tecnico scientifico
#4 Resilienza
#4 Lockdown
#5 Distanziamento sociale
#6 Evidenza scientifica
#7 Normalità
#8 Ristoro
#9 In sicurezza
#10 Coprifuoco

Sono tutte parole ormai dissociate dal loro significato.
Se prendiamo l’ultima, coprifuoco si chiama così perché si coprivano i fuochi la sera per evitare incendi che nelle ore notturne potevano rivelarsi fatali. Poi si è trasformato in un termine bellico e ormai è diventata una parola che non rievoca nessuna guerra e non ha nessun legame con la sua origine.

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Sono tutti termini questi che dopo essere stati abusati in modo strumentale ora sparano a salve senza innescare alcun costrutto mentale. Ai più si abbinano a pregiudizi o a stereotipi, ad alcuni li lasciano indifferenti, a molti generano un fastidio mentale. In tutti vagano nel cervello ostacolando il pensiero creativo. 

Come gridare sempre al lupo al lupo insegna, bisogna usare le parole con cognizione per non rischiare di svuotarle e di non trasformarle in zombie nella nostra mente.

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