Ha fatto molto scalpore il fatto che appena i russi hanno iniziato a invadere l’Ucraina il governo italiano abbia dichiarato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per affrontare eventuali necessità legislative e di azione collegate al conflitto.
Ha fatto molto scalpore non solo perché si sovrappone allo stato di emergenza sanitaria, ancora in vigore dopo oltre due anni, ma in questo modo l’Italia risulta al momento l’unico paese occidentale ad averlo istituito anche per la guerra, nonostante la relativa lontananza dal campo di battaglia.
A fronte di questo intervento così drastico, il governo diffonde informazioni distensive ai cittadini evitando di informarli sulle modalità necessarie per affrontare l’emergenza. Mentre in altri paesi, ad esempio, si suggerisce di fare scorte alimentari, di prelevare contanti o perfino di procurarsi medicinali in particolare quelli più utili in caso di radioattività, in Italia la comunicazione istituzionale è tutta orientata a far proseguire la vita quotidiana come se niente fosse, denigrando perfino chi si preoccupa.
Il senso dell’emergenza in Italia è che i cittadini debbano affidare la loro vita con cieca fiducia nelle mani di chi governa.
Il paradosso è che chi governa, come nel caso della pandemia, passa da una fase iniziale in cui minimizza tutto affermando che siamo perfettamente preparati e che non esiste nessun pericolo per la nazione, a una fase di panico in cui contro i cittadini vengono imposte improvvisamente restrizioni e vessazioni tra le più dure del mondo.
Speriamo che non accada lo stesso anche con la guerra.
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