Nella storia qualunque potere assoluto ha combattuto contro la libertà di pensiero.
L’Europa è stata segnata nei secoli da continue persecuzioni religiose. Dalla lotta contro il protestantesimo luterano alle discriminazioni contro gli ebrei. Anche altre religioni nel mondo hanno visto discriminazioni simili.
Da queste tradizioni hanno fatto presa i totalitarismi del novecento anch’essi trainati da un’intollerenza contro il diverso.
Una della caratteristica del dissenso dal potere dominante è stata di riuscire a convertirli, facendo leva sulla violenza, sul ricatto o sull’interesse materiale, oppure confinandoli in luoghi appositi.
Il fascismo in Italia chi era contro il regime lo metteva al confino, spesso su isole o in luoghi isolati. Era fatto perché il pericolo maggiore era che le idee contrarie al potere dominante potessero corrompere l’opinione pubblica e minare le basi del potere stesso. Anche il muro di Berlino fu innalzato per impedire la circolazione all’interno della città di persone con idee diverse e con la scusa di preservare l’integrità del popolo.
La motivazione addotta dal potere per esercitare questi provvedimenti segregazionisti è sempre stata il voler proteggere il popolo da una corruzione fisica o morale.
C’è chi vede anche adesso una discriminazione sanitaria attraverso limitazioni e procedure che sono osteggiate anche dall’OMS, che prevedono confinamenti di persone sane o vincoli nella vita quotidiana e negli spostamenti.
Se davvero la cosa più insopportabile per il potere si rivelerà la presenza di persone che la pensano diversamente, lo si vedrà perché ci saranno dei confinati perché non aderiscono a protocolli ministeriali, e perché, probabilmente, ci sarà chi deciderà di andare in esilio, piuttosto che proseguire a vivere in un luogo che non lascia spazio alla libertà individuale.
Spesso nella storia le più grandi trasformazioni di rinascita sono avvenute proprio da parte di esiliati per motivi ideologici o religiosi.
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