Ha fatto scalpore l’ultima conferenza di Draghi in cui il primo ministro ha annunciato il cronoprogramma di allentamento delle restrizioni. In Inghilterra il cronoprogramma è durato un giorno con il Freedom Day mentre in Italia si spalma per mesi. Non solo, gli altri paesi hanno tolto il Green Pass, mentre in Italia in realtà lo si mette solo da parte, rivelando che “uno degli scopi del DL di oggi è proprio di non smantellare tutta la struttura, quindi vogliamo costruire una struttura permanente“.
La regola in Italia sembra sempre essere quella di prolungare l’agonia.
In Germania già 20 anni fa si dicevano sorpresi che l’Italia nonostante problemi immani riuscisse sempre a sopravvivere a se stessa. Per loro eravamo sempre sul punto di collassare definitivamente ma quello non succede mai.
Tutti gli analisti internazionali sono concordi nel rilevare disastri strutturali del sistema Italia. Da quindici anni siamo i peggiori in Europa: dove gli altri crescono noi indietreggiamo, la giustizia ha tempi biblici, il debito è oltre ogni livello immaginabile, il peso dello stato e della burocrazia è in costante aumento da mezzo secolo.
Il malato ha tutti i parametri sballati e soprattutto non si vede alcun segnale di guarigione in nulla, anzi. Ogni novità pare essere sempre il colpo di grazia che però miracolosamente non arriva mai.
Forse l’Italia non guarisce mai perché è l’Italia stessa a essere una malattia. Se nel mondo si abbina l’Italia a qualunque situazione significa indicare una forma di malattia: Politica italiana, Economia italiana, Debito italiano indicano tutti degli stati patologici. L’Italia è una malattia essa stessa e lo si vede perché è impossibile guarire: guarendo significherebbe la fine di questa Italia.
Gli altri Stati non possono capire l’Italia perché l’Italia è così. Un malato che vive in un’agonia infinita la sua malattia, reale o immaginaria, che rappresenta la sua stessa vita.
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