Abbiamo realizzato un sondaggio sui cinque monumenti che sarebbero da demolire a Milano. Ne sono usciti questi cinque. Di ognuno ho scritto una breve recensione.
5 Monumenti di Milano da ABBATTERE
#1 Monumento della Fiamma
Se pur noi di Milano Città Stato nutriamo la massima stima per il servizio che l’Arma dei Carabinieri svolge per Milano e per il paese in generale, non si può dire lo stesso del Monumento della Fiamma in Piazza Diaz… a mio modesto avviso è un monumento senza lode e senza infamia. Pur con il massimo rispetto anche per l’autore, Luciano Minguzzi, che insegnò a Brera e apri il suo studio in via Solferino, se proprio volete rimuoverlo, rimuoviamolo 🤷🏼♂️
#2 Teatro Continuo
Il Teatro Continuo di Burri è un’opera che rende omaggio non solo a Milano e a Parco Sempione, in cui si trova, ma, in quanto metafora della città come macchina scenica sempre pronta all’uso, anche ai milanesi che in essa recitano un copione ispirato.
Sobrio e rigoroso in un parco del 1800 vattela a pesca… se proprio non piace lo toglierei per mettermelo io in giardino… anzi chiuderei Parco Sempione per farlo diventare il mio giardino e potermi godere quest’opera!
#3 Mela Reintegrata
Meglio che il mitico Pistoletto torni a fare gli specchi che gli riescono tanto bene e che tutti noi amiamo! La “mela reintegrata”, presentata in Piazza Duomo per l’apertura dell’Expo e poi spostata in Piazza Duca d’Aosta simboleggia, o meglio bisognerebbe dire auspica, l’inizio di una nuova era in cui natura (mela) e artificio (morso) ricongiungendosi generano una società in equilibrio… è mia convinzione che finché non considereremo l’uomo e la sua azione come già parte della natura, e non un elemento da lei scollegato, rimarrà insanato il deficit filosofico che frena la delineazione di un ambientalismo maturo. Perciò: RIMUOVERE IMMEDIATAMENTE!
#4 Ago, filo e nodo
Presa di coscienza e critica dell’epoca contemporanea avvolta in colori sgargianti, giocosità ed una certa dose di disarmonia spiazzante… Tipiche caratteristiche di un’opera pop! Io perciò penso che lo stridere di queste caratteristiche con l’idea romantica, elegante, e di totale sottomissione che i milanesi si sono costruiti nei confronti del centro storico di Milano, sia alla base dell’insuccesso di quest’opera. Una metafora che contrappone l’ago e il filo con i treni che entrano nelle gallerie sotterranee. A rafforzare l’idea progettuale avuta dall’autore svedese ma naturalizzato statunitense Claes Thure Oldenburg, e dall’architetto italiano Gae Aulenti, sono i collegamenti con la fiorente industria della moda di Milano e il simbolo della città: il Biscione.
#5 Monumento a Vittorio Emanuele II
“Dove ci troviamo?” Risposta: “Sotto il culo del cavallo!”. Non ci sarebbe altro da dire, e forse non c’è perché questa è probabilmente l’opera più ignorata dai milanesi… ma per un parere più obiettivo lascio la parola all’amante dei Savoia Andrea Urbano: «Perché è un re che non ci appartiene, la casata dei savoia è imbarazzante, Milano si è ribellata a Barbarossa e agli austriaci per poi doversi inchinare alla statua di un re torinese che odiava Milano. Per rimodellare la piazza in Stile piemontese e metterci al centro una statua hanno distrutto l’antico centro storico». BOCCIATA.
FEDERICO POZZOLI (Con il contributo di ANDREA URBANO)
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A me pare che l’unico monumento da estirpare tra quelli citati sia il Vittorio Emanuele di piazza duomo.
Gli altri hanno tutti i loro bei perché, specie l’ago e filo che mi rallegra il core ogni volta che passo da Cadorna
Io avrei detto 6 aggiungendo il cosiddetto monumento a Pertini
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