“L’espressione vernacolare napoletana chiagni e fotti (o chiagne e fotte) costituisce una formula proverbiale della tradizione partenopea. Viene usata, di solito, per sottolineare e stigmatizzare un tipico atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele.” Sebbene di matrice partenopea, la massima potrebbe essere declinata in chiave sabaudo torinese.
PIAGNISTEO sabaudo
Questa espressione spesso utilizzata per addebitare ai concittadini di Massimo Troisi, De Crescenzo, Nino D’Angelo e i meridionali in genere, una presunta inclinazione alla pigrizia e una propensione al lamento opportunistico, forse con qualche fondamento…potrebbe però tranquillamente venire utilizzate per indicare l’atteggiamento di continuo monotono lamentio tipico di Torino e della sua corte.
# La cantilena torinese
Dall’incessante millantare presunti “furti” di Milano, alle insistenti richieste di maggiori attenzione da parte dei governi di qualunque colore siano, quella torinese è una cantilena che rivela una mancata rassegnazione a ruolo di città di secondo piano dopo il suo inesorabile decadimento industriale. A Milano siamo spesso abituati, e forse ingiustamente, ad accusare il Sud di frenare il nostro sviluppo considerandolo una palla al piede ma, in realtà, a pensarci bene quanti danni ha fatto la cittadina lungo le rive del Po alla nostra metropoli? Ben più di quanto non ne abbia fatti Napoli con il suo folklore. Sulle rive del Po la propensione al lamento è una attitudine alla quale abbiamo assistito più volte vista nella storia.
# Quella volta che uno degli Agnelli si precipitò a Roma
Tra i tanti esempi che si potrebbero elencare prendiamo quello che vide uno degli Agnelli precipitarsi a Roma per evitare l’acquisto da parte della Ford della gloriosa Isotta Fraschini: ”Infatti, quando Giovanni Agnelli seppe del progetto di Ford, urlò al più fidato collaboratore: ma come, le mie officine languono, i miei operai lavorano 4 o 5 giorni a settimana e si permette a un costruttore straniero d’impiantarsi in Italia a togliermi l’ultimo boccone di pane? Agnelli si precipitò sul primo treno verso Roma dove incontrò tutti i responsabili governativi; poco dopo fu promulgata la legge Gazzera che così stabiliva: sono vietati nuovi impianti di fabbriche o ampliamenti di quelle esistenti senza previo consenso del Ministero della Guerra.”
Il tanto sospirato consenso mai arrivò: a quel punto Ford capì la situazione e non volle insistere. Con la rinuncia del grande industriale statunitense, l’Isotta Fraschini perse un’occasione irripetibile di eventuale sviluppo produttivo.
# Una grossa ferita: l’industria automobilista meneghina lascia spazio alla Fiat
Stessa sorte subì un’altra gloriosissima fabbrica automobilistica meneghina, l’ALFA ROMEO, dismissione che avvenne grazie ad appoggi politici di governi deboli e condizionabili e discorso non molto diverso si potrebbe fare anche per L’ IINNOCENTI. Risultato: l’importantissima industria automobilistica milanese nel corso degli anni fu completamente azzerata permettendo alla FIAT di beneficiare di innumerevoli aiuti di stato in una situazione di monopolio assoluto. Sotto le guglie del Duomo non vengono nemmeno più progettate delle carriole a motore.
# La Juventus e i tesori d’Egitto
Nel calcio possiamo ignorare l’occhio di riguardo della classe arbitrale e della stampa italiana nei confronti della compagine bianconera? Quanti scudetti sono stati assegnati alla Juventus, condizionati da “sviste” ed “errori arbitrali!” ? Persino gli egiziani avrebbero da ridire, vista la notevole collezione di reperti presenti al museo egizio di Torino, (bellissimo museo, probabilmente la cosa più interessante della città oltre ai grissini) non trafugati certo, ma sicuramente frutto di “accordi” ai giorni nostri impensabili…
# Torino piange e ottiene la sede di eventi e istituzioni
Mentre a Torino ultimamente si strappavano le vesti disperatamente per avere perso alcuni espositori della sagra del Libro e aver visto il trasloco della casa di Babbo Natale (qualcuno a Milano se ne era accorto?), tra un lamentio e l’altro, la città dello sporco lenzuolo di dubbia autenticità, ogni tanto esteso per fargli prendere aria come facciamo noi con quelli di casa, otteneva le finali ATP di Tennis, la finale dell’Euro festival e la sede dell’Istituto Italiano dell’Intelligenza Artificiale.
# pleure et baise
I torinesi però non ancora appagati, ma bensì ancora molto indignati per la vergognosa scarsa attenzione del governo repubblicano, (eh sì la monarchia purtroppo non esiste più, rimpiangerà qualcuno) puntano ora a trasformare le Olimpiadi di Milano Cortina in Torino Cortina Milano… Di che stupirsi, fotti e chiagni! Purtroppo, non masticando il dialetto di Macario non possiamo pertanto tradurlo in torinese, in francese invece, lingua tanto amata da quelle parti suonerebbe più o meno così… pleure et baise.
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ANDREA URBANO
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