Un amico ci ha raccontato che a causa di un passaggio di proprietà di una banca online gli si è interrotto l’utilizzo della carta di credito e a catena si sono verificate una serie di cose che hanno paralizzato la sua vita. Non è stato più in grado di guardare la posta perché aveva attivato l’espansione dello spazio di gmail automaticamente sulla carta, non riusciva più ad acquistare su Amazon per lavoro, non funzionava più paypal e, ovviamente, non poteva prelevare soldi né fare la spesa.
Questo ci ha ricordato un altro episodio accaduto in Francia due anni. Si era smagnetizzata la carta di credito e non potevamo più fare benzina. Fortunatamente avevamo dei contanti perché altrimenti saremmo rimasti bloccati sulla costa della Normandia.
Due esempi che dimostrano quanto siamo fragili perché abbiamo messo la nostra vita in mano a servizi virtuali privi di qualunque contatto reale, soprattutto umano, in cui spesso è impossibile contattare qualcuno per avere chiarimenti su quello che è successo.
Anche per questo molti di noi si sono fortemente allarmati alla decisione di Trudeau di congelare i conti correnti dei manifestanti canadesi. Azione esercitata senza processo contro persone che fino a prova contraria sono innocenti. E che dovrebbe essere un giudice, non certo un uomo politico, dopo un giusto processo, a decidere se è stato compiuto un illecito e quale deve essere la pena.
L’automazione tecnologica orientata a massimizzare i profitti insieme a questa ondata di autoritarismo illimitato che si sta diffondendo nel mondo moderno stanno portando ognuno ad essere totalmente dipendente da meccanismi incontrollabili che possono bloccare completamente la vita delle persone senza alcun motivo.
Forse i lockdown che abbiamo subito, in cui di colpo a ognuno di noi è stata tolta la libertà perfino di uscire di casa senza aver compiuto alcun misfatto, potrebbe essere non un avvenimento incidentale bensì una metafora di una nuova era in cui siamo entrati. Un’era in cui tutto di noi, dai beni materiali allo stesso corpo, è in mano di altri.
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