Tre desideri per fare di Milano una città all’altezza dei miei sogni, e di tanti altri cittadini.
Se potessi sfregare la lampada di Aladino questi sono i miei TRE DESIDERI per MILANO
Quando mi chiedono cosa vorrei cambiare nella mia città, non posso negare che vorrei partire da tante cose che poi, a pensarci bene, fanno parte dello stesso desiderio: rendere Milano una città all’altezza dei miei sogni. Io, come tanti altri miei coetanei, abbiamo avuto almeno una volta il desiderio di trasferirci, la domanda è: perché? Per rispondere a questa domanda non serve elencare tutto ciò che manca a Milano, non serve criticare il traffico, l’inquinamento o il costo della vita (per quanto siano aspetti di fondamentale importanza). I giovani che decidono di spostarsi lo fanno per inseguire un sogno, di qualsiasi sogno si tratti, e se dovessi esprimere un desiderio per la mia città vorrei che fosse all’altezza dei sogni che ho, anzi, che tutti abbiamo.
Per rendere concreto questo desiderio sfregherei la lampada di Aladino e sceglierei tre desideri da esaudire per la mia città: ecco quali sarebbero.
#1 Milano meglio di Harvard
Crescendo i sogni diventano una priorità sempre meno importante: per i bambini sono tutto, il nucleo centrale della loro vita, e senza nemmeno accorgersene si arriva all’età adulta in cui per sogni si intendono solo quelli fatti durante il sonno. Per il resto? Appartengono al passato.
Per poter diventare ciò che hai sempre sognato in un mondo così competitivo bisogna partire dalle basi, si può fare solo una cosa: formarsi. La mia città ideale deve avere la migliore offerta formativa al mondo, o almeno aspirarci. Nella classifica delle migliori università del mondo 2020-2021 redatta dal Centre for World University Rankings, Milano si è posizionata al 179esimo posto e non è neppure la prima in Italia, superata da La Sapienza e dall’Università di Padova. Oggi avere una formazione di qualità è fondamentale, non solo per raggiungere con maggiori possibilità il lavoro dei propri sogni, ma per fornire ai cittadini diverse visioni del mondo e ottenere così personalità pronte al cambiamento e alla diversità.
Al primo posto della classifica c’è Harvard: io vorrei che Milano avesse un livello formativo uguale o migliore di Harvard… ma in ogni campo e in ogni facoltà.
Fonte: GQ Italia
#2 Niente paura di fallire. Parola d’ordine? Mettere in pratica
A cosa serve però avere tante nozioni teoriche, senza avere la fortuna di metterle in pratica? Applicare una teoria è molto più interessante e comprensibile che il solo studio teorico. E questo vale per ogni disciplina, non solo per quelle scientifiche.
Vuoi diventare un interprete? Prova. Vuoi fare l’assistente sociale? Prova. Vorresti aprire un’attività? Prova.
Paulo Coelho ha scritto “Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!” ed è proprio così, non bisogna aver paura di sbagliare ma considerare lo sbaglio una parte fondamentale del percorso. Tentare è il miglior modo per imparare e Milano avrebbe infrastrutture e spazi a sufficienza per far applicare praticamente quello che i ragazzi studiano quotidianamente sui libri, aumentando il loro coinvolgimento e ottenendo delle figure formate a livello sia teorico che pratico, ma soprattutto appassionate di ciò che fanno.
#3 Una città libera, per essere sé stessi non si dovrebbe avere coraggio
Dopo aver ricevuto una formazione sia teorica che pratica eccellente, si è finalmente pronti a lanciarsi nel modo del lavoro. Eppure c’è ancora qualcosa che manca per fare di Milano una città all’altezza dei miei sogni. Vorrei una città che ascoltasse davvero le esigenze delle persone e ne valorizzasse le diversità, perché spesso chi non si lascia omologare e mostra le proprie peculiarità viene visto come l’unico coraggioso tra tanti; è assurdo pensare che ancora oggi per essere sé stessi bisogna avere coraggio.
I sogni non riguardano solo la carriera o i beni materiali e io come terzo ed ultimo desiderio vorrei una città che includa davvero ogni forma di diversità, di personalità e di scelta perché “quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi”.
Vorrei una città all’altezza dei miei sogni, ma anche all’altezza di quelli di tutti gli altri cittadini, qualsiasi sogno loro abbiano.
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ROSITA GIULIANO
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