Una città stato è una città che gode di un grado più o meno ampio di sovranità. Le città stato interne a stati sovrani hanno lo status di regioni, distretti federali, comunità autonome, cantoni o stati, a seconda del tipo di ordinamento di cui fanno parte. La caratteristica comune tra loro è di non avere organi intermedi tra loro e lo stato centrale.
Lo stato italiano è suddiviso in regioni: una città stato in Italia sarebbe una città con lo status di regione. L’Italia è l’unico tra i principali paesi europei a non avere una città stato, ma solo città metropolitane che rappresentano un organo intermedio tra la regione e lo stato. Eppure la nostra Costituzione consente la possibilità per Milano di acquisire lo status di regione. Vediamo cosa si può fare tecnicamente per ottenere più autonomia.
L’ITALIA E’ L’UNICO TRA I PRINCIPALI PAESI EUROPEI A NON AVERE UNA CITTA’ STATO
COME MILANO PUO’ DIVENTARE UNA CITTA’ STATO
Il principale riferimento è l’articolo 132 (parte II titolo V) della Costituzione italiana che recita nel primo comma:
Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse [cfr. XI].
Questo meccanismo attiverebbe una nuova regione, la regione “Milano”, attraverso una richiesta dal basso fatta dai rappresentanti politici dei cittadini che dovrebbe essere poi suggellata dalla volontà popolare con un referendum. Vanno sentite le regioni, con parere obbligatorio ma non vincolante, e deve prendere la forma di legge costituzionale. Quindi occorre che vi sia intesa politica tra il governo locale della città e il parlamento nazionale.
Una seconda strada è quella di chiedere forme speciali di autonomia, facendo leva sul fatto che Milano non possa essere ingabbiata nel medesimo schema previsto dalla legge Delrio per tutte le aree metropolitane.
COSA CAMBIA PER MILANO CITTA’ STATO VOTANDO SI O NO AL REFERENDUM
Il referendum non ha impatto sulle modalità per ottenere l’autonomia, sia che vinca il SI sia che vinca il NO. Ciò che cambia con il risultato del referendum è quello che succede dopo essere diventati una città stato.
Se vince il SI, infatti, rispetto alla situazione attuale ci sarebbero due modifiche, una che potrebbe aumentare il peso di Milano Città Stato sul Parlamento, una di segno contrario.
Il referendum non ha impatto sulle modalità per ottenere l’autonomia. Ciò che cambia con il risultato del referendum è quello che succede dopo essere diventati una città stato.
VANTAGGI PER IL SI: RAPPRESENTANZA IN PARLAMENTO
Se vince il SI il Senato diventerebbe un organo di rappresentanza delle autonomie regionali. Farebbero parte di questo Senato delle Regioni: 100 senatori di cui 95 verranno scelti nel seguente modo:
– 21 membri tra i sindaci (uno per regione, tranne il Trentino Alto Adige che ne potrà nominare 2);
– 74 membri tra i consiglieri regionali (scelti in proporzione alla popolazione delle regione e ai voti ottenuti dai partiti in quella regione).
Questo significa che prima di diventare Città Stato, Milano potrebbe aspirare a vedersi rappresentata in Senato dal suo sindaco, sempre che sia scelto tra i sindaci della Lombardia. Se diventasse Città Stato, Milano potrebbe mandare in senato uno o due consiglieri. Questo succede ad esempio per la città stato di Berlino che nel senato tedesco manda 4 delegati. C’è da considerare che i membri del Senato delle Regioni non avrebbero però potere di voto sulle leggi della Camera.
VANTAGGI PER IL NO: SI RIDUCE L’AUTONOMIA PER LE REGIONI A STATUTO ORDINARIO
Se passasse la riforma costituzionale alcuni (quasi 20) poteri attualmente concessi alle Regioni, diventerebbero un’esclusiva dello Stato centrale.
I seguenti poteri tornerebbero ad essere amministrati dallo Stato:
sicurezza sul lavoro;
ambiente;
gestione di porti e aeroporti;
l’energia (sia per il trasporto che per la distribuzione);
politiche per l’occupazione;
ordinamenti professionali.
Questo significa che se Milano dovesse acquisire lo status di regione, si troverebbe con poteri ridotti rispetto alla situazione delle regioni attuali e molto inferiori a situazioni di città stato straniere, come Amburgo, Londra o la città di Madrid che ha ampia autonomia nei poteri sopra citati.
CON LA RIFORMA COSTITUZIONALE, Se diventasse Città Stato, Milano potrebbe mandare in senato uno o due consiglieri. PERO’ SI TROVEREBBE CON POTERI RIDOTTI RISPETTO ALLA SITUAZIONE DELLE REGIONI ATTUALI.
COME MILANO POTREBBE OTTENERE PIU’ POTERI ANCHE SE PASSA LA RIFORMA COSTITUZIONALE
Visto che la riforma riduce i poteri delle sole regioni a statuto ordinario, esiste la possibilità per Milano di intraprendere la strada dell’articolo 116 terzo comma.
La legge del 2001 ha introdotto un regionalismo uniforme che tratta le regioni allo stesso modo, ma c’è una norma, l’articolo 116 nel terzo comma, che consente alle regioni di ottenere forme speciali di autonomia contrattandole con lo stato:
Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.
Si può ipotizzare che Milano dopo aver ottenuto lo status di regione per poter avere poteri coerenti con le altre città stato europee potrebbe richiedere questa forma di autonomia singolarmente o in modo congiunto con la regione Lombardia.
Quindi riassumendo: il risultato del referendum non cambia in nessun modo la possibilità per Milano di diventare una città stato, ma cambia i poteri che Milano avrebbe nel caso in cui diventasse regione. Nel caso in cui vincesse il SI al referendum, per avere poteri di autonomia Milano dovrebbe intraprendere il percorso per diventare regione a statuto speciale, come previsto dall’articolo 116 della legge del 2001.