Pensiero del giorno
In un paese sano quando uno vede qualcuno che fa cose positive cerca di emularlo e di fare di più. Questo porta a un’accelerazione a livello individuale e di conseguenza anche a livello collettivo.
La regola aurea dell’invidia è invece che se c’è qualcuno che sta più in alto deve abbassarsi al livello del più basso.
Se non riesci a fare niente, allora nessuno deve poter fare niente. E chi eccelle non è una risorsa ma un problema.
Negli ultimi anni il tema in Italia è stata Milano.
In un’Italia sempre più in crisi Milano ha alzato la testa e ha proposta un’immagine di Italia positiva e vincente nel mondo.
Ma invece di essere presa a traino e a esempio dal resto del Paese, si è arrivati a vederla come un nemico.
Quando si arriva addirittura a un ministro del governo che attacca Milano perchè non restituisce niente al Paese si capisce quanto sia divenuta non solo diffusa ma dominante questa mentalità invidiosa.
Questo modo di vedere le cose ha innescato un rancore immenso del Sud verso il Nord. E ora che Milano ha problemi sta rimontando ancora di più il sentimento di rivalsa, esteso a tutto il Nord: invece di vedere il Nord come un’orizzonte raggiungibile e superabile, ci si entusiasma perché lo si vede arretrare al proprio livello.
Molti ministri ripetono come un mantra che per rilanciare l’Italia bisogna colmare il gap tra Sud e Nord ma nessuno dice che bisogna farlo perché al Sud bisogna cambiare mentalità, deve prendersi la responsabilità di risolvere da solo i suoi problemi, deve acquisire un orientamento alla creazione del valore e al rischio imprenditoriale.
Il messaggio che viene trasmesso è in realtà un altro: per togliere la disparità tra Nord e Sud bisogna distruggere il Nord.
Perchè questo messaggio trova terreno fertile nell’invidia.
C’è però un problema ad assecondare questa mentalità. Il problema è che l’invidia non paga mai. Fa perdere tutti perchè impedisce a chiunque a partecipare alla gara del vivere comune.
Chi partecipa alla gara comunque ci guadagna anche se arriva ultimo, perchè comunque si è mosso, ha fatto passi in avanti rispetto a prima e avanzando troverà altre opportunità.
Invece l’invidioso parte già battuto e quindi impedisce ogni tipo di gara.
L’Italia dell’invidia è un’Italia di gente che perde senza neppure giocare.
«Quando l’invidia infuria in tutta la sua violenza contro di essa risulta impotente il singolo e persino un’intera istituzione» (Marco Tullio Cicerone)
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