Vogliamo vivere in un Paese di diritti o di concessioni?

La grande restaurazione in atto è che i diritti si sono trasformati in concessioni dell’autorità

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Raffigurazione allegorica del terzo stato
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Il mondo pre diritto napoleonico era un universo in cui la legge aveva un diversa applicazione tra le diverse categorie di cittadini. A seconda dei privilegi di cui godeva una persona la legge cambiava. C’erano privilegi di censo, religiosi, di luogo.
La rivoluzione di Napoleone è stata di riformare le leggi rendendole uguali per tutti.

Ora si sta realizzando un dedalo di provvedimenti che stanno portando il sistema giudiziario indietro di 300 anni.
Ci sono agevolazioni che valgono per certe categorie ma non per altre. Diritti che riguardano un tipo di lavoratori ma non altri. E con la pandemia si sta arrivando a dividere i diritti fondamentali delle persone in base all’adesione a determinati protocolli.

La grande restaurazione in atto è che i diritti si sono trasformati in concessioni dell’autorità nei confronti del cittadino.
L’autorità non è più garante dei diritti dei cittadini ma è colei che determina quali sono i diritti. Questo implica che la carta costituzionale non vale più nulla e il contratto sociale è scomparso.
Ci vorrà una nuova rivoluzione per ristabilire il contratto sociale?

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