Alla vigilia del derby di Milano, il nr. 298 fra amichevoli e gare ufficiali e, come al solito, pronostici e scongiuri occupano i social e le colonne dei quotidiani sportivi. Gli stessi che anni fa sono stati portati al massimo splendore da un cultore di pallone, fra i più grandi mai avuti in Italia, che rispondeva al nome ormai leggenda di Gianni Brera, a cui è stata intitolata l’Arena Civica di Milano. Un grande creatore di neologismi diventati comuni nel nostro linguaggio. Vediamo i più noti.
10 parole e soprannomi geniali INVENTATI da GIANNI BRERA e diventati di uso comune
Il più giovane direttore nella storia del giornalismo italiano
Classe 1919, cresciuto “…brado o quasi fra boschi, rive e mollenti” (estratto dai suoi scritti), e autodefinitosi figlio legittimo del Po, Brera fu giornalista, saggista, scrittore ed autore. Iniziò a scrivere per il Guerin Sportivo a soli 17 anni e partecipò al secondo conflitto mondiale nelle vesti di Ufficiale per la Folgore. Partigiano durante la breve ma significativa esperienza della Repubblica di Ossola, finita la guerra sbarcò a La Gazzetta dello Sport, diventandone in breve il direttore, a soli 30 anni (ad oggi, resta il più giovane direttore nella storia del giornalismo italiano, non sono sportivo).
Il profeta del calcio all’italiana: catenaccio e contropiede
Scrisse e collaborò anche con il Giorno, il Giornale e Repubblica, impegnandosi come cronista per il Tour de France negli anni d’oro di Bartali e Coppi, ma è indubbiamente al calcio che diede il suo contributo più ricco. Gianni Brera sostenne e suggerì ai commissari tecnici il catenaccio e il contropiede, metodi tattici poco spettacolari ma molto efficaci, attirandosi critiche da colleghi e dagli stessi allenatori ma inventando, di fatto, un nuovo modo di giocare a calcio. Morì nel 1992 a seguito di un incidente stradale nei pressi di Codogno (attualissima ironia della sorte), paese celebre per essere la dimora del primo caso italiano di Covid, Mattia Maestri, che la storia moderna ha ribattezzato paziente 1.
Grazie a una profonda vena letteraria e un’incredibile padronanza della lingua italiana, Brera coniò una serie di neologismi e soprannomi entrati di diritto nel gergo e nello stile dei cantori del pallone e non solo.
Vediamo alcune fra le espressioni e gli appellativi più curiosi insieme alla loro origine da cui Brera li ha ricavati.
#1 Goleador
Un termine che ogni tifoso di calcio ha usato chissà quante volte, ignorando probabilmente che si tratta di un ispanismo del giornalista mutuato dal termine toreador (ovvero torero in spagnolo).
#2 Contropiede
L’espressione fu tratta dalla seconda fase della danza del coro nelle antiche tragedie greche e rappresenta una rapida inversione di gioco in direzione opposta da parte della squadra che stava difendendosi e che, repentinamente, si trova ad attaccare.
#3 Rifinitura
Brera si appropriò di questo termine del settore tessile/sartoriale assegnandolo con forza all’agenda degli allenatori, che da quel giorno furono soliti indicare così l’allenamento finale, prima del match vero e proprio.
#4 Melina
Qui pescò dal dialetto bolognese (zug da mleina) per indicare una furba e fastidiosa perdita di tempo da parte di una squadra con passaggi di palla infiniti, soprattutto quando in vantaggio e a pochi minuti dal triplice fischio finale.
#5 Incornata
Vale a dire, un vigoroso e deciso colpo di testa con la palla che si insacca. Evidentemente Brera doveva avere una passione non dichiarata per la corrida.
#6 Abatino (Gianni Rivera)
Il rapporto fra il giornalista e il talento rossonero fu di alti e bassi in quanto, pur con una stima reciproca, Brera non nascose mai di considerare Rivera un playmaker sopravvalutato e soprattutto poco robusto per poter contrastare avversari marcantoni, come ce n’erano e ce ne sono tuttora. Per questo, gli affibbiò il poco edificante soprannome di Abatino, come a indicare appunto una persona gracile e pacata nei modi e nel parlare, come potrebbe essere un piccolo e minuto prete di campagna.
#7 Rombo di tuono (Gigi Riva)
Per Riva vale l’esatto opposto. Brera considerava la bandiera del Cagliari dello scudetto per quello che effettivamente era. Una forza della natura, veloce, potente, spietato sotto porta e dirompente come un tuono.
#8 Barone tricchetracche (Franco Causio)
Fra i soprannomi più divertenti inventati da Brera c’è indubbiamente Baron Tricchetracche. Alias, Franco Causio, che si vide assegnato tal curioso nickname per assonanza onomatopeica: tricchetracche. Ovvero i petardi, i mortaretti, che stavano a sottolineare l’abilità di Causio nei dribbling.
#9 Stradivialli (Gianluca Vialli)
Vialli fu il talento inespresso del semifortunato mondiale di Italia’90. Giocatore potente e al contempo elegante, si guadagnò per tal motivo l’apprezzato nomignolo di Stradivialli, creato da Brera con un neologismo di fusione fra il celebre violinista Stradivari e il cognome del giocatore.
# Deltaplano (Walter Zenga)
Prima che lo stesso Zenga si autodefinisse Uomo Ragno, soprannome con il quale oggi lo identificano affettuosamente i tifosi nerazzurri, il portiere dell’Inter e della Nazionale Italiana fu, per Brera, un deltaplano. Chiaro riferimento a spiccate doti tecniche in tuffo, in prese plastiche o in uscite pazze, di cui Zenga si rendeva protagonista con successo.
CARLO CHIODO
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