Il 2023 si è aperto con l’85esimo compleanno di questo simbolo italiano. Cantante, attore, regista e presentatore e persino predicatore, a volte attendibile, altre volte un po’ naif. Ecco la vita e la carriera di questo artista controverso.
ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE
# Nato in via Gluck da una famiglia di origini foggiane
Adriano Celentano è un brand. Perché non è solo un cantante, è anche attore, regista e presentatore. Celentano è riuscito a farsi conoscere addirittura come predicatore, a volte attendibile, altre volte un po’ naif, con un’ingenuità che sfora nella confusione. Ma lui nella confusione, in quel “dire e non dire”, nelle pause che vorrebbero dire ma che sono pause e basta, ci sa sguazzare, con maestria.
Celentano bisogna prenderlo così com’è, senza farsi troppe domande. Il 2023 si è aperto con l’85esimo compleanno di questo simbolo italiano, oggi trasgressivo e domani bacchettone, oggi attore e domani cantante, oggi democristiano e domani grillino. La cosa certa è che, seguendo il percorso artistico e personale di Adriano Celentano, non ci si può annoiare: nasce in via Cristoforo Gluck, al numero civico 14, in una casa di ringhiera, con un androne all’ingresso. Da quel posto si sentono i treni che partono e arrivano nella vicina stazione Centrale. Dopo le scuole commerciali fa il tornitore, il meccanico, l’arrotino e l’orologiaio. “Fui folgorato dal Rock and roll. Imparai una canzone e, per puro divertimento, la cantai in una sala da ballo. Ero completamente fuori tempo, ma la gente ad ascoltarmi si divertiva e mi applaudiva. Ci presi gusto“. Fu così che iniziò la carriera artistica di Adriano, nato da una famiglia di origini foggiane, trasferitasi a Milano come tanti emigranti dal Sud dell’Italia.
# Il debutto assoluto di Celentano al primo concerto Rock italiano
Il 18 maggio 1957 partecipa al primo concerto Rock italiano, messo in piedi nella nostra città: la kermesse, che è organizzata da Bruno Dossena, ballerino, principe del boogie woogie, si tiene al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi e rappresenta il debutto assoluto di Celentano. Che per poter partecipare deve mettere su una band e lo fa coinvolgendo i tre fratelli Ratti, Enzo Jannacci al pianoforte e Pino Sacchetti al sax.
Adriano si fa notare per quel muoversi così esagerato per allora, quasi incontrollabile, ed è qui che viene soprannominato il “molleggiato”. Nel 1959 incide “Il tuo bacio è come un rock”, poi “Il ribelle”. Proprio in un’ intervista di quell’anno, Celentano teneva a sottolineare che “io non sono un ribelle, sono un ragazzo tranquillo“.
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# La prima volta a Sanremo
Nel 1961 debutta a Sanremo: la canzone è “24 mila baci“. Appena entra sul palco, prima di iniziare, rivolgendosi al pubblico dice “uè!!“, un saluto troppo informale per quel contesto così ingessato. Si capisce subito che il suo obiettivo è sorprendere a far parlare di sè.
Sente l’esigenza di avere maggiore autonomia nell’attività artistica, alla fine del 1961 fonda la propria casa discografica “Clan Celentano srl”. Nel 1963 gira il suo decimo film, il titolo è “Uno strano tipo”, e sul set conosce e si fidanza con Claudia Mori, che sposerà l’anno dopo: “Claudia mi colpì subito, ma lei faceva la sostenuta, anche perchè era fidanzata con il calciatore Francisco Ramon Lojacono, ma nell’arco di pochi giorni cedette“.
Nel frattempo il Clan si “popola” con Ricky Gianco, Guidone e Don Backy, sono ragazzi legati da un’amicizia che sembrerebbe solida, intramontabile ma, col senno del poi, sono tutti troppo bravi per continuare insieme in quel progetto.
# I successi come cantante, attore, regista e in televisione
Adriano Celentano va avanti da solo, macinando canzoni di successo, film, come attore e regista e interventi televisivi da cui non si capisce mai bene se sia un rivoluzionario o un reazionario: “io ho sempre avuto la passione per la religione, credo molto in Dio“, dichiarava nel 1964. D’altro canto, però, le sue canzoni parevano sempre “esagerate”, capaci di sprigionare un’irrefrenabile voglia di trasgressione e di libertà, approcci certo poco compatibili con i severi dettami cattolici. I maligni, ancora oggi, dicono che Celentano in realtà è sempre stato un furbacchione, interessato a tenere i piedi in più paia di scarpe, per attirare le simpatie e i consensi del mondo nazional-popolare e di quello contro il sistema.
# La famiglia
Tra musica, cinema, televisione, concerti e ospitate varie, ha trovato anche il tempo per metter su famiglia, con tre figli, Rosita, Rosalinda e Giacomo: tutti e tre hanno provato a percorrere le orme di papà Adriano e mamma Claudia, ma con risultati davvero poco incoraggianti. Tutti e tre, come il padre, hanno personalità complicate, che svariano dall’integralismo cattolico alla lotta per i diritti Lgbt+.
# Il Celentano “predicatore”
Poi c’è stato il Celentano “predicatore”, quello del 1987, quando a Fantastico si scagliò contro la caccia e per l’ambiente, rivolgendosi ai figli dei cacciatori affinché convincessero i loro padri ad appendere il fucile e non utilizzarlo più. Il Celentano predicatore è stato caratterizzato dalle lunghe pause, diventate proverbiali. Si definì il “Re degli ignoranti”, a voler dimostrare la sua indole a parlare agli ultimi predicando dal palco di un ego a forma di trono.
Cantante, attore, predicatore, regista, ballerino, presentatore…ma Adriano Celentano in cosa si sente più portato? “Mi sono sempre sentito innanzitutto un cantante e le canzoni a cui tengo di più sono Storia d’Amore e Prisencolinensinainciusol, brano che mette a fuoco l’incomprensione che c’è nel mondo“.
Pure lui a volte ci ha messo del suo per non farsi comprendere ma, chissà perché, il pubblico lo ha sempre perdonato. Ha sempre assecondato con gli applausi anche una frase banale, che citava dopo una lunga pausa che prometteva chissà quale perla di saggezza, ma che alla fine “partoriva” un’ovvietà.
# I numeri di una carriera incredibile
Fin qui, la carriera di Adriano Celentano si compone di 48 album in studio, 4 dal vivo, 29 raccolte, 19 cofanetti musicali, un centinaio di singoli, 43 film, tra cui 5 in qualità anche di regista e soggettista. 15 sono le trasmissioni tv a cui ha partecipato, di cui una decina in veste di “one man show”. E, per non farsi mancare nulla, ha pure fatto la pubblicità, per le caramelle e per la birra.
FABIO BUFFA
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