Che Milano sia la capitale del design è un fatto assodato da anni. Basti pensare alle grandi costruzioni architettoniche che sono state erette nel corso dei decenni. Basti pensare ai grandi architetti e designer che hanno esportato la loro arte nel mondo (Fabio Novembre, Gio Ponti, Gio Pomodoro). Basti pensare che da qualche anno il nostro Politecnico organizza la Milano Arch Week che attrae migliaia di visitatori amanti del design e delle costruzioni. Infine la costruzione di City Life è stata la ciliegina sulla torta che ha proiettato definitivamente Milano verso il futuro.
Eppure il problema è che oggi quando si passa davanti ad un grattacielo o a un palazzo famoso tutti ricordano magari il nome dell’architetto, ma mai quello del costruttore. Non sono parole mie, ma di Chiara Bassanini, figlia di Antonio Bassanini che da tutti è riconosciuto come il costruttore che “inventò” il Novecento.
ANTONIO BASSANINI, il costruttore che “INVENTÒ” il NOVECENTO
# Origini umili e rapido successo
Le origini non furono semplici, suo padre un modesto casaro rimase vedovo quando il futuro costruttore aveva solo cinque anni. Bassanini non conobbe mai la madre e questa fu una mancanza molto importante durante la sua vita. La leggenda narra che il fatto che sia sposato a quarant’anni e ancora vergine sia dovuto al fatto che per l’assenza della madre abbia pensato prima alla dote delle sue tre sorelle. Infatti con le prime commissioni ha costruito e regalato tre palazzine ciascuna. Già alla fine degli anni trenta, la sua ditta era l’unica che poteva vantare tremila dipendenti e ciascuno di loro descriveva il Bassanini come un uomo con un rigore che poi era il cardine invisibile del suo lavoro.
# Bassanini e Milano
Nonostante le sue origini non fossero milanesi, il suo lavoro è strettamente legato alla città che ancora oggi conserva o ricorda le tracce del suo lavoro: gli stabilimenti Pirelli, quelli della CGE Ansaldo, la Innocenti, la Bianchi, Carlo Erba, ma soprattutto fu l’artefice di molti padiglioni della Fiera Campionaria. Il lavoro del Bassanini, infatti, è stato a tutti gli effetti una componente essenziale della realtà economica e sociale italiana e in particolar modo quella della Lombardia e più specificatamente di Milano (cit. Franco Bassanini nda).
Negli anni sessanta in pieno boom economico, in pieno miracolo italiano, il suo nome è sinonimo di garanzia e alla sua ditta viene affidato l’incarico di costruire (non solo a Milano) diverse sedi di importanti enti pubblici o società. Suoi, a Milano, sono le sede dell’INPS, INAIL e INA.
Anche la chiesa si accorge della sua maestria e gli affida l’incarico per costruire Santa Maria in Beltrade, San Fedele e Sant’Ignazio di Loyola, senza dimenticare il suo intervento per il restauro del campanile di Sant’Ambrogio.
# Un pioniere della costruzione
Ma dove nasce il successo di Antonio Bassanini? In realtà fu un pioniere della costruzione. Fui il primo ad utilizzare nuove tecniche del calcestruzzo armato, ma anche a livello umano, fu il primo nella ricerca per la sicurezza sul lavoro. Una visione avveniristica, considerando che ai tempi la tutela e la sicurezza sul posto di lavoro non era di certo tra le cose più importanti. Bassanini fino agli ultimi della sua vita dedicò le sue energie organizzando campagne contro lo sfruttamento del lavoro nero e contro le violazioni delle norme assicurative e antinfortunistiche. Senza contare che durante gli anni della guerra, essendo un convinto non interventista, per evitare di mandare i suoi operai a lavorare per i tedeschi, pensò di dividere in due gruppi: uno che andava normalmente a lavoro e l’altro che fingeva uno scontro sindacale, cosa che impediva l’arruolamento.
# Bassanini, gli architetti e la fiducia
Si dice che di solito non corra una comprensione totale tra chi disegna il progetto e chi lo costruisce. Per Bassanini era necessario costruire non solo con i materiali, ma anche costruire una sinergia con chi ti affida un progetto. Da questa convinzione, gli architetti Pietro Portaluppi e Mario Boschini affidarono al Bassanini la costruzione del complesso di Via Foppa, mentre società come le Ferrovie dello Stato si affidarono per la costruzione del cavalcavia sullo Scalo Lambrate (perfettamente funzionante ancora oggi).
#La mostra a lui dedicata
Già due anni fa il nome di Antonio Bassanini era tornato in auge grazie soprattutto al volume Antonio Bassanini, costruttore del Novecento, edito da Silvana Editoriale e curato da Giovanna Franco Repellini e Andrea Strambio De Castillia. Milano vuole celebrare colui che ha tanto amato e ha tanto donato alla città, organizzando una mostra itinerante che porta lo stesso nome del libro. Fino al 15 gennaio 2023 sarà ospitata presso l’ADI Design Museum in Piazza compasso d’oro 1.
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MICHELE LAROTONDA
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