Nella tarda serata del 16 gennaio 2010 ci lasciava Bruno De Filippi, uno dei maggiori compositori di musica che il nostro paese abbia conosciuto.
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Bruno De Filippi, il principe del Jazz e della musica leggera
# Il primo colpo di fulmine per un’armonica a bocca
Fu jazzista di qualità (anche se Jazz e qualità devono sempre camminare a braccetto) e autore delle melodie per brani che hanno fatto la storia della canzone leggera. Come “Tintarella di Luna”, primo grande successo di Mina. De Filippi nacque a Milano, in via Giuseppe Giusti, l’8 maggio 1930. Impara a suonare da autodidatta, partendo dal mandolino, poi l’armonica a bocca, per passare alla chitarra. Collaborò con Luis Armstrong, Gerry Mulligan, Astor Piazzolla, Franco Cerri, Enrico Intra e Lionel Hampton, solo per fare alcuni nomi. Qualcuno ha individuato in Max De Aloe, musicista e compositore bustocco, nonché armonicista, l’erede naturale di De Filippi e, proprio al suo “delfino”, l’anziano maestro confidava (intervista scovata su Youtube): «ero ragazzino e un giorno a casa trovai un’armonica a bocca. Non so come ci finì nel mio alloggio. Forse la portò mio zio, che mi aveva insegnato a suonare il mandolino. Mi misi a suonarla e mi innamorai di quelle vibrazioni che quella “cromatica” emanava».
# Dalla prima chitarra al primo successo: Tintarella di Luna
Negli anni Cinquanta andava però tanto di moda la chitarra, «così mi convinsi a dedicarmi a questo strumento», tra l’altro partendo da basi assai solide.
Alla fine di quel decennio a Milano si esibiva un certo Peppino Principe, fisarmonicista pugliese, emigrato al Nord quando era ancora ragazzino. Il gruppo di questo giovanotto, poche ore prima di un concerto in un casinò, vede il forfeit del chitarrista, così Principe chiede a De Filippi se può sostituire il componete mancante: «accettai subito, mi ricordo che spesi duemila lire per affittare l’amplificatore, tremila per comprarmi un paio di scarpe nere e alla fine del concerto mi diedero seimila lire». Poi arriva “l’era” de “I Campioni”, band che nel 1957, insieme a De Filippi, accoglie Tony Dallara, diventando così la prima entità musicale degli “urlatori”.
«Dei Campioni diventai un po’ il referente, venni così chiamato dalle edizioni musicali Curci per la realizzazione di musiche, però a me serviva un paroliere per trasformare le mie melodie in canzoni».
A Roma c’era un mantovano, giunto nella città eterna dopo un periodo trascorso a Firenze, si chiamava Franco Migliacci: «lo incontrai proprio nella capitale» -confidò De Filippi a De Aloe- «dopo una nostra esibizione mi consegnò un foglio con su scritto il testo di una canzone, leggera e accattivante, mi chiese di realizzarne la musica, così presi quello scritto, andai in albergo e in venti minuti scrissi il brano». Era “Tintarella di Luna”.
# Collaborazioni super: Mina, Pino Daniele, Gino Pauli, Articolo 31, Toquinho, Luis Armstrong…
La carriera di Bruno De Filippi prende una piega fortunata, anche perché Mina, che allora si esibiva con il gruppo “I solitari”, gli chiese il permesso di proporla nei suoi concerti e divenne così il primo grande successo della “Tigre di Cremona”.
Tra gli anni Sessanta e Settanta il compositore meneghino collabora con Caterina Valente, Johnny Dorelli, Ornella Vanoni e con la stessa Mina, diventando chitarrista dei suoi concerti.
Nel 1980 collabora con Pino Daniele, suo tra l’altro è il suono dell’armonica in “I say i’ sto cca’”, mentre arricchì le proprie esperienze con Toquinho, Gino Paoli e Rossana Casale.
Sono tante le curiosità su De Filippi: nel 1980 partecipò ad una scena, comica-triste e musicale, nel programma TV “Saltimbanchi si muore”, al fianco di Teocoli e Abatantuono. Nel 2009 è stato emesso un francobollo dedicato a “Tintarella di Luna”, nel 1958 nel gruppo che incise “Nel blu dipinto di blu” (tra l’altro scritta da Migliacci) alla chitarra c’era lui. Nel 2003 ha perfino collaborato con gli Articolo 31 suonando l’armonica nel brano “La mia ragazza mena” e, nel 1968, quando sul palco di Sanremo si esibì Luis Armstrong, al mandolino c’era proprio De Filippi.
La memoria per questo grande artista è tenuta viva dalla figlia Franca e dalla nipote Alice.
Nel 2005 torna sul palco del Festival della canzone in una jazz session con Cerri, Arigliano e Basso.
FABIO BUFFA
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