Enrico Ruggeri non è mai stato un artista banale, ha sempre voluto raccontare qualcosa di “forte” nei propri brani. Qualcosa capace di colpire la sensibilità, l’anima, di chi ascolta: però con “Dimentico“, il singolo uscito ad aprile per raccontare cosa sia l’Alzheimer, questa volta si è superato.
ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre
# Dimentico, una canzone dedicata alle persone
“La storia di questo progetto parte da un incontro avvenuto nell’estate del 2022: Enrico Ruggeri, Presidente della Nazionale Cantanti, conosce La Meridiana in occasione dell’evento che verrà poi organizzato allo stadio Brianteo”, si legge sul sito della Cooperativa Sociale La Meridiana, che gestisce “Il paese ritrovato”, ovvero il piccolo borgo, nel quale le persone con problemi di Alzheimer e di demenza senile vivono in appartamenti protetti, ma possono muoversi in modo autonomo nella piazza, andando al bar, dalla parrucchiera, nei negozi, al cinema, in chiesa…così da condurre una vita attiva. Ruggeri ha messo al centro di “Dimentico” le persone colpite dalla carenza di autonomia mentale e il valore delle loro vite. Per scriverlo (questo brano) Enrico ha impiegato più o meno un’ora, mettendosi al pianoforte e creando.
“Non ricordo più chi sono e quando ho consumato la mia vita, mentre vedo gli occhi ed il sorriso di una faccia sconosciuta, e pure so di aver viaggiato a lungo su una strada che mi è stata tolta…”. La canzone è legata al video, straordinario, con i volti degli ospiti del “Paese ritrovato” e le loro fotografie e i video di momenti felici del passato, quando erano persone in pieno possesso delle abilità cognitive e delle rispettive vite, di padri e madri, mariti e mogli. Tutto questo è realizzato da un Enrico Ruggeri sempre più artista che vuole raccontare la vita, entrando nei meandri della stessa.
# il debutto a 15 anni
Ruggeri, nato a Milano il 5 giugno 1957, tra pochi giorni compirà 66 anni, di cui 51 attivamente protagonista del mondo musicale. Iniziò a suonare ai tempi del liceo classico Berchet, a 15 anni; il suo primo gruppo fu quello degli Josafat, trasformato poi negli storici Champagne Molotov, nome che volle mettere insieme il simbolo della ricchezza e quello della rivoluzione. Poi la band si trasformò nei Decibel, puntando sul Punk. Per Ruggeri e C. arrivano il Festival di Sanremo, il Festivalbar e la popolarità conclamata con i 50 mila allo stadio di San Siro nel 1980.
In quel periodo, ancora studente universitario, insegna latino alle scuole medie, dimostrando di rimanere, comunque, ben posato con i piedi per terra. Sotto il profilo artistico si mette in proprio nel 1984, torna a Sanremo con “Nuovo swing”, rifà poi “Vecchio Frack” di Domenico Modugno e nel 1985 partecipa al Festivalbar con “Poco più di niente”, con la propria band. Scrive brani per Fiorella Mannoia, Loredana Bertè e Anna Oxa, mentre nel 1987 è di nuovo al Festival di Sanremo, con Morandi e Tozzi, vincendolo con “Si può dare di più”.
# Ruggeri non si è mai fatto mancare niente, né nella carriera né nella vita privata
Nello stesso anno crea la canzone “Quello che le donne non dicono” per la Mannoia: un brano che legherà artisticamente per sempre l’autore milanese e l’interprete romana diventando un inno del mondo al femminile. Passa poi al rock progressivo, ai ritmi folkeggianti e, conoscendo Andrea Mirò, punta alle influenze balcaniche. Insomma, Ruggeri non si ferma mai, è un motore artistico che produce generi, effetti, suoni, emozioni, sempre diverse, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e di esclusivo.
Enrico non si fa mancare nulla, neanche nella vita privata: diventa padre tre volte, il suo primo genito è Pier Enrico, avuto con l’ex moglie, con la Mirò ha avuto Ugo Benedetto ed Eva Clara. Non c’è stato anno (dai settanta ad oggi) che Ruggeri non abbia creato canzoni o lavori artistici di vario genere. 31 sono gli album (in studio, dal vivo, raccolte ed Ep), a cui vanno aggiunti 4 realizzati con i Decibel. Poi ha scritto 4 romanzi, 3 raccolte di racconti e poesie e una miriade di collaborazioni di vario genere, anche in qualità di conduttore Tv e radiofonico.
“L’italiano è una lingua da maneggiare con cura, che da infinite combinazioni per scrivere canzoni”. Parola di Enrico.
Leggi anche: L’intervista a Enrico Ruggeri
FABIO BUFFA
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