Pugile di fama mondiale prima, poi cantante lirico, attore e perfino scultore e pittore, la città della Madonnina per lui fu un trampolino di lancio ed un’importante tappa di ritorno.
ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano
# Un uomo di sport, di arte e di spettacolo
Fu un uomo di sport, di arte e di spettacolo, nato in Piemonte, morto a Roma, ma con in mezzo tanta Milano. Anzi, la città della Madonnina per lui fu un trampolino di lancio ed un’importante tappa di ritorno, dopo un periodo trascorso in Sud America. Parliamo di Erminio Spalla, pugile di fama mondiale prima, poi cantante lirico, attore e perfino scultore e pittore.
Spalla nacque a il 7 luglio 1897 a Borgo San Martino, un paesino tra Casale Monferrato e Valenza Po. Qui venne cresciuto da papà Luigi e dalla mamma, Ernesta. Il fratello si chiamava Giuseppe ed era di tre anni più grande rispetto ad Erminio. Luigi confezionava ortaggi che lui stesso coltivava nella campagna del borgo, ma era anche un bravo commerciante di vini.
# Il trasferimento a Milano
Ma la vita di campagna stava stretta alla famiglia Spalla. I sacrifici per tirare avanti erano tanti e spesso i risultati, sotto il profilo economico, non riuscivano a dare sufficiente stabilità. Così, quando Erminio e Giuseppe erano ancora adolescenti, i genitori decisero di trasferirsi a Milano per dare maggiori opportunità ai figli. Per Erminio, abituato ai campi e ai fossi nella pianura monferrina, la nostra grande città apparve qualcosa di straordinario, roba da fermare il respiro. Poi si ambientò, iniziò a lavorare nel laboratorio di un famoso scultore milanese: doveva essere semplicemente un modo per poter guadagnare qualche soldo in attesa di qualcosa di più “sicuro”. Invece imparò un’arte che nei decenni successivi seppe far rifiorire con maestria.
# La passione per il pugilato: campione nazionale, europeo e olimpico
Però la vera passione di Erminio era il pugilato: entrò a far parte di una palestra milanese e qui imparò i primi rudimenti della boxe. Nel 1915 arrivò la grande guerra e questa passione fu «sospesa». Alla fine del conflitto Spalla fu inserito come sergente nel gruppo di ginnastica del Comando Supremo Militare Italiano e nel 1919 partecipò alle olimpiadi militari di Francia, vincendo l’oro. Questo fu il primo passo di una lunga e brillante carriera di pugile.
Spalla torna in Italia e nel 1920 diventa campione tricolore mettendo KO Eugenio Pilotta, ex promessa milanese della boxe, di quindici anni più anziano di Erminio. Il successo con il titolo nazionale lo porta ad importanti incontri sui ring di Berlino, Londra e New York. Nel 1923, all’Arena di Milano, Erminio Spalla diventa il primo pugile italiano a conquistare il titolo europeo dei pesi massimi, vincendo ai punti contro l’olandese Piet Van der Veer.
Spalla era un pugile generoso, con un carattere buono e forte al tempo stesso: indole che lo portava a reagire con grinta ed orgoglio di fronte ai colpi micidiali degli avversari, trovando la vittoria per KO in sfide che sembravano irrimediabilmente compromesse.
# L’uscita di scena dalla boxe
Caratteristiche, però, che ne minarono il fisico, così nel 1926 perse il titolo europeo a Barcellona sotto i colpi dello spagnolo Paulino Uzcudum, che più avanti diventerà avversario di Primo Carnera. Nel 1927 Spalla esce dalla scena della boxe: un ventennio più tardi venne definito il primo vero campione del pugilato italiano. Primo Carnera, di nove anni più giovane, arrivò dopo, debuttando nel 1928.
Da più parti si riconosce che Erminio Spalla fu il pugile che rappresentò lo spartiacque tra un pugilato rude e pericoloso, a tratti spaventoso, e uno spettacolo sportivo caratterizzato da regole e disciplina. E Milano fu la prima testimone del cambiamento epocale in questo sport.
# Il canto e il teatro
Spalla parte con la famiglia per il Brasile: a San Paolo apre una palestra e fonda una rivista sportiva. Poi si trasferisce a Rio de Janeiro, dove conosce il suo nuovo amore: il canto. Pensava d’essere baritono, invece si scopre basso. Si butta a capofitto in questa sua passione, va a a scuola di canto ed è scritturato per un’emittente radiofonica di Rio e una di Petropolis. Si aggrega pure ad una compagnia teatrale, dove si affaccia all’arte della recitazione.
# Il ritorno a Milano e il debutto al cinema
Ma vuole tornare a Milano, per affinare nella città che lo ha adottato adolescente le proprie doti. Così nell’agosto del 1937 torna nel capoluogo meneghino dove riscopre l’arte della scultura e della pittura. Poi legge, Erminio Spalla divora libri.
Nel 1939 arriva l’appuntamento con l’ennesima arte seguita dall’ex pugile di Borgo San Martino: debutta al cinema come attore nel film di Mario Bonnard «Io, suo padre». Nello stesso anno appare ne «il socio invisibile» di Roberto Roberti. L’ultimo lavoro in cui Spalla recita sarà un film del 1963: «Taur, il re della forza bruta» di Antonio Leonviola. In mezzo, Erminio Spalla appare in ben cinquanta film, tra cui «Capitan tempesta», «Il leone di Damasco», «Il ratto delle Sabine», «Poveri ma belli» e ne «Il Mattatore», entrambi di Dino Risi. Nel 1951 lo troviamo diretto da Vittorio De Sica in «Miracolo a Milano», dove recita la parte del barbone di periferia.
# La televisione e la scrittura
Nel frattempo per Spalla arriva anche la TV: lavora in televisione nel 1969 ne «i fratelli Karamazov», sceneggiato che, con 15 milioni di telespettatori a puntata, raggiunge un vero e proprio record di ascolti. Erminio Spalla, come se non bastasse, trova pure il tempo per scrivere alcuni libri.
E’ la sera del 13 agosto 1971 e un’emiparesi vince sul suo fisico duro e arcigno: a mezzogiorno del 14 agosto il cuore di Spalla si ferma per sempre.
Di lui rimane il ricordo di un personaggio a tuttotondo: l’ultima immagine risale ad una trasmissione Rai in bianco e nero dove veniva intervistato e parlava della sua vita. L’ultima immagine fu quella di lui che accompagnava i nipoti a scuola, come un nonno qualsiasi.
FABIO BUFFA
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